[mega quest saints] We can be Heroes - FUKUSHIMA - Parte 6

Alek, Andrea, Bart

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    « Fukushima »
    ~

    Il rosso si rifletteva nei suoi occhi.
    La sua offensiva era stata divorata e si ritrovò ad alzare, attorno a sé, un bozzolo di luce finissima. Un calore la avvolse, confortandola, ma fu solo un istante: poi tutto scricchiolò. Il suo sangue ribolliva e andava a fuoco, nella speranza di riuscire a incanalare abbastanza Cosmo davanti a sé, ma Andrea non poteva illudersi. Era uno sforzo vano. La luce venne divorata, e in breve tutto fu nero.
    Eppure.
    lasciatiandarelasciatiandarelasciatiandare
    Eppure.
    cadicadicadicadicadicadicadicadicadicadicadi
    Eppure non ci fu dolore. La sua coscienza vacillò, venne meno, e fu come addormentarsi. Scivolare in uno stato di apatia, di mancanza di odio, di rabbia, di sofferenza. In breve si chiese anche perché stesse combattendo, fino a poco prima. Tutto era sbiadito, come se i suoi stessi contorni non le fossero più chiari. Sentì una strana pace, ma anche la sensazione di star perdendo qualcosa di importante, qualcosa che non si sarebbe neanche ricordata di possedere, e che proprio per questo l'avrebbe logorata, come un verme annidato nel suo cuore.
    E poi – non sentì nulla. Nulla più.

    Silenzio.
    Per un tempo lunghissimo ci fu solo quello. Un silenzio assoluto, così piatto da permetterle di sentire il battito del suo stesso cuore. Era sdraiata, ma la sua schiena non aveva sensibilità. Mosse le mani attorno a sé, e le sembrò di toccare prima erba soffice, poi marmo freddo, poi ancora sabbia. Sbatté un paio di volte le palpebre, per abituarle, e si tirò in piedi. Non sentiva dolore, ma era come se il suo corpo non le appartenesse più. Si guardò attorno.
    Si trovava su una piattaforma mutevole, che realizzò subito non appartenere al mondo reale. Non era neanche un'illusione – glielo dicevano i suoi sensi – ma era qualcosa di costruita apposta per lei, come una gigantesca scenografia.
    Ancora una volta, qualcuno si divertiva a vederla muoversi senza posa tra i suoi ricordi più terribili. Strinse le labbra in una fessura, era così evidente che fosse tanto manipolabile? Tutto ciò doveva finire, si ripromise. In un modo o nell'altro. Non doveva essere lì. Era l'unica certezza che possedesse, perché ricordava la vera piattaforma sull'oceano, dove Karl procedeva con le sue macchinazioni.

    Osservò le diverse strade che poteva prendere.
    Molti sentieri sconnessi, tortuosi, che sembravano attorcigliarsi e prendere pieghe che non le permettevano di scorgere dove andassero. Una strada più larga delle altre, alle sue spalle, ormai avvolta nel buio. Non più percorribile perché, anche se era quella da cui era giunta, sembrava essere ormai dissestata, solcata da profonde crepe che si allargavano e minacciavano di lambire la stessa piattaforma.
    Poi vi era un'altra strada, alla sua sinistra. Alzò lo sguardo, e riconobbe subito dove l'avrebbe portata. Riconobbe il marmo bianco, riconobbe il vociare dei fedeli, il suono inconfondibile degli orgasmi, le canzoni. Guardò il suo tempio, e scosse piano la testa.
    Fu allora che si rese conto di star indossando il proprio vestito sacerdotale, tutto tessuti pregiati e accessori d'oro. Non lo metteva più da anni, e le fece una strana sensazione.
    « Patetico. L'ennesima prova, se mai ne servisse una, che non mi conosci davvero. » Sussurrò tra sé e sé, sperando che quel qualcuno la sentisse.
    Non provava nessuna nostalgia, per quel luogo. Non si era mai pentita di ciò che aveva fatto, e non aveva mai voluto tornare indietro.
    Dal Tempio una delle sue compagne, Erica, la salutava con la mano.
    Andrea abbassò lo sguardo.

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    Non era quella, la strada per lei.
    Le diede le spalle, inspirò a fondo, e scatenò una tempesta di fulmini dietro di lei. Avrebbero percorso quella strada e avrebbero mirato a distruggere il tempio, seppellendo con questo tutti i suoi ricordi.
    « Ho già dato fuoco al mio tempio. » Disse, mentre il suo Cosmo si agitava, scagliando saette per incendiare ancora una volta quel mondo. Non avrebbe avuto pietà, perché aveva la certezza che quel posto fosse fittizio – quello vero non aveva più fedeli, ed era ridotto in macerie.
    « Voi non esistete – e non esisterete mai più. » Aggiunse, mentre l'elettricità cresceva, come se Andrea volesse sfogare la frustrazione di trovarsi lì, e non a combattere insieme ai suoi compagni.
    « Quella vita non è che cenere trasportata via dal vento. » Sì, quella visione l'aveva toccata, ma non poteva davvero farle male. Aveva chiuso i conti con il suo passato molto tempo prima, e ormai non era che quello: una storia. Una storia che poteva appartenere a qualcun altro, che parlava di un'Andrea solo per un curioso caso di omonimia, ma che non la riguardava più.
    In quel tempio aveva perso la propria innocenza e poi era stata abbandonata e dimenticata. Non avrebbe versato lacrime, per quel posto.

    Non aspettò la fine di quel nuovo incendio o che le scintille finissero di riverberare.
    Andrea si voltò a destra, dove la strada conduceva a uno spiazzo fiorito con al centro una figura femminile. Era l'unica via che potesse percorrere, per cui la imboccò. Quel posto le ricordava il roseto che aveva mantenuto durante l'Armageddon. Cercò di entrare in sintonia con l'erba, di percepire il Cosmo che scorreva dentro ogni singolo filo. Era il potere del Leone, una sintonia con la natura inficiata solo dall'essenza di quel luogo, che non riusciva a comprendere.
    Si avvicinò a quella figura, con un senso crescente di déjà-vu. Lei la conosceva, anche se non riusciva ancora a mettere a fuoco il suo volto. Era come se non fosse davvero lì, eppure le sembrava stranamente reale.
    Poi ebbe una realizzazione. Uno stesso momento, tanto tempo prima, quando aveva richiesto il suo aiuto e l'aveva trovata: Atena. Percorse gli ultimi metri quasi correndo, fermandosi solo a pochi passi da lei, esitando all'improvviso.
    Atena sorrideva. Ma perché sorridere?

    La guardò con curiosità.
    Non le sembrava una menzogna, ma ormai la sua mente era al limite della comprensione: troppi i dettagli mancanti, troppe le finzioni. Le serviva chiarezza. Si sforzò di respirare a fondo.
    Le serviva certezza. Doveva sapere di star parlando con la vera Atena, di potersi affidare a lei. Fu per questo che Andrea, Sacerdotessa del Grande Tempio, Cavaliere d'Oro del Leone, fece la cosa più naturale di tutte. Pregò.
    « Atena. Non so se sei davvero tu, ma sono certa che puoi sentirmi, ovunque tu sia. Non ti ho mai chiesto molto, lo sai. Abbiamo bisogno di te come non mai. Ti prego di ascoltarmi. » Parlava alla figura davanti a lei, ma la sua voce si spingeva oltre. Cercava di raggiungere la sua dea ovunque fosse, come potevano fare solo le invocazioni. Perché – lo realizzò in quel momento – Andrea era la donna più vicina ad Atena, era la custode dell'armatura dei suoi paladini, e ora domandava il suo aiuto.
    « Ho bisogno che tu mi riporti indietro, che mi permetta di combattere, per te e i miei compagni. » Allungò le mani, lisce e intatte, e indicò il proprio corpo. Non aveva subito una sola ferita. Mentre gli altri Saint venivano portati al limite in tutto il Giappone, lei era inutile. Era un disonore che non poteva sopportare.
    « Voglio aiutarli, ma non posso farlo, se resto qui. » Una supplica, una preghiera, che sperava avrebbe raggiunto Atena, permettendole di liberarsi da quella falsa realtà, di riportarla davanti a Karl, a combattere.

    E poi una seconda supplica.
    Una più pericolosa, più rischiosa, di chi non ha più nulla da perdere perché non ha più alternative. Andrea si era spinta troppo oltre, eppure non era bastato. Non poteva combattere, non con le sue sole forze. Aveva bisogno di Atena come non mai.
    « Devo combattere, Atena. Non mi importano le conseguenze. » Si rese conto di star facendo qualcosa di grande. Qualcosa che pochi altri Saint avevano osato chiedere... qualcosa che non sapeva se poteva sopportare. Ma che doveva sopportare.
    « Ho bisogno di te. Ho bisogno del tuo aiuto, di portarti dentro di me. Ho bisogno di superare i miei limiti, Atena. Per cui, se sei davvero davanti a me... » Esitò, perché dei flash le si imposero sulla retina. Aveva già vissuto quel momento, ma in un altro corpo. Era stata Aleksander Seraf davanti alla sua dea, a implorarla di donargli il suo Ichor, per fermare i tre giudici di Hades.
    Aveva provato il suo stesso dolore. Lo ricordò senza sconti.
    « ...ho bisogno del tuo sangue. » Le sue parole erano pesanti come piombo.
    « Devo fermarli. A qualsiasi costo. » E, così, Andrea fece la sua preghiera.

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    Energia ~ Viola.
    Cloth ~ Gold Leo - VII - indossata.
    Condizioni ~ Scossa dal danno mentale.
    Abilità ~ Keraunos

    Il Keraunos, nel tempo, ha assunto molti nomi. Che venga chiamato Fulmine Sacro o Saetta Deicida questo elemento è potenzialmente devastante, pericoloso sia per gli umani che per le stesse divinità. Perché non cadesse nelle mani sbagliate Atena, dopo averne sottratto un frammento a Zeus, lo donò ai suoi cavalieri del Leone, perché lo custodissero e lo utilizzassero per illuminare la via degli uomini.
    Andrea è stata l'ultima a ottenere questo dono, che come tutti i cavalieri di Leo le consente di controllare il fulmine in ogni suo aspetto. Maestra dell'elemento elettrico, è in grado di manipolarlo per dare vita a scosse, fulmini, tempeste elettrostatiche, capaci di paralizzare le parti colpite, causare danni al sistema nervoso o provocare bruciature, fino a stordire i suoi nemici. {Elettricità}
    Il Keraunos le permette un controllo tale del fulmine da poterlo manipolare persino nelle sue più piccole manifestazioni, i fotoni, le particelle minime del campo elettromagnetico. Questo le dona la capacità di controllare anche la luce in tutte le sue forme, potendo dare vita a fenomeni ottici così luminosi da danneggiare la retina dei suoi avversari, ma anche di poterla condensare per dare vita a raggi concentrati e taglienti, fino anche a emulare la vita creando delle lame rudimentali o degli scudi di luce. Inoltre, sfruttando la rifrazione, sarà possibile per Andrea nascondersi in piena vista, ottenendo un effetto simile, ma non altrettanto perfetto, all'invisibilità. {Luce}
    Il Fulmine Sacro, in virtù della sua origine divina, le permette di difendersi contro ciò che normalmente colpirebbe la maggior parte dei cavalieri. I suoi effetti non si fermano alla sola materia. Il Keraunos, infatti, le permette di danneggiare e di proteggersi da costrutti spirituali e dagli attacchi capaci di colpire l'anima. {Capacità di contrastare gli attacchi portati con Spirito}
    Tra le doti che le garantisce la Saetta vi è quella di poter, con la sua luce, guarire le ferite degli uomini. Andrea può lenire sia le ferite altrui che le proprie, permettendole, una volta a duello, di guarire un unico tipo di danno, purché non sia così profondo da essere fatale. In questo modo è possibile, per Andrea, protrarre il combattimento fin dove non sarebbe possibile altrimenti. {Guarigione}
    Tutti gli attacchi portati dal cavaliere del Leone, in virtù della potenza del Keraunos, risulteranno più potenti del normale, potendo lei richiamare più cosmo con minore dispendio di forze. Questo le consente un vantaggio tattico nei confronti di numerosi nemici, dovendo questi, a parità di forze, sforzarsi di più per generare attacchi pari ai suoi. {Cosmo Straordinario}


    Illuminazione Cosmica

    Se il cavaliere della Vergine è quello più vicino agli dei, quello del Leone è da sempre il più vicino alla natura. Andrea possiede una sorta di empatia portata all'estremo, che le consente di percepire il cosmo in ogni cosa, sia questo negli uomini, negli animali o negli oggetti inanimati. É in grado di intuire anche la più flebile traccia cosmica, ottenendo più informazioni di quanto non sarebbe normalmente possibile. {Percezione Straordinaria}
    Inoltre, facendo risuonare il suo cosmo con la natura, Andrea è in grado di aizzare o di quietare l'ambiente circostante, per esempio potendo addomesticare anche la belva più feroce, per renderla innocua e una fedele compagna. {Empatia con la Natura}
    Andrea è così abile nel percepire le anche minime alterazioni nel cosmo che sarà più difficile, per lei, cadere vittima di illusioni ambientali o di simili alterazioni sensoriali. Ciò le permette di uscirne più facilmente, di percepire di essere caduta in un inganno e di restare lucida mantenendo la percezione del mondo circostante. {Capacità di contrastare le Illusioni Ambientali}
    I suoi sensi sono così sviluppati da essere dotata di un istinto che le consente di rendere le sue difese o i suoi attacchi particolarmente precisi ed efficaci. È difficile prenderla di sorpresa, e per lei è sempre possibile variare le sue tecniche per renderle più adatte al cosmo dell'avversario e agli attacchi che si trova a fronteggiare. {Difese e attacchi più precisi}
    Tuttavia non solo può migliorare le proprie offensive e le proprie difese, ma persino emulare quelle dei suoi avversari. Purché non siano poteri a lei totalmente estranei, come quelli spirituali o illusori, Andrea sarà in grado di imitare le tecniche altrui, creandone di simili a partire dai poteri di cui lei dispone. Le sarà possibile, in questo modo, dare vita ai colpi più disparati, imitandone le caratteristiche e funzionamento, ma sempre utilizzando come base il proprio cosmo, la luce o l'elettricità. {Capacità di emulare le tecniche altrui}
    L'ultimo potere che le garantisce la sua empatia cosmica è quella di, facendo risuonare il proprio cosmo con quello avversario, tentare di prendere il controllo dei suoi costrutti per un turno. Potrà, in questo modo, appropriarsi di essi, muoverli, fino a persino fargli attaccare il loro stesso creatore. La sua capacità di entrare in contatto con tutte le emanazioni cosmiche le consente, in questo modo, di influenzare tutti quei costrutti non estemporanei, comprese anche le armi cosmiche. {Capacità di controllare i costrutti altrui}
    Come tutti i cavalieri, raggiunto un certo livello, Andrea ha sbloccato la capacità di comunicare telepaticamente, senza bisogno di parole, potendo trasmettere i propri pensieri direttamente alla mente dell'interlocutore. {Telepatia}
    Inoltre, come tutti i cavalieri di Atena, la sua fede nei confronti della sua dea è così grande che, invocandola, sarà possibile per Andrea continuare a combattere per un intero turno quando ormai allo stremo. La sua devozione, infatti, le garantirà la possibilità di potersi ancora muovere e di poter superare quelle condizioni che normalmente glielo impedirebbero, come illusioni, ferite debilitanti, stanchezza estrema o altro. {Favore di Atena}


    Tecniche ~ /
    Riassunto ~ Dunque. Andrea lancia fulmini dentro il tempio, per dargli fuoco di nuovo, perché non ha alcun ricordo piacevole di quel posto. Si volta di spalle, per cui non sa se la cosa ha effetto o meno.
    Con Atena, utilizza per l'appunto il Favore di Atena, con un triplice scopo. Due narrativi, uno di combattimento. Il primo è comprendere se quella davanti a lei è davvero Atena. Il secondo è quello legittimo, ovvero uscire da una condizione che non le permette di combattere, per tornare sulla vera piattaforma.
    Il terzo, se davvero Atena è davanti a lei, per chiederle il suo Ichor, perché allo stato attuale è troppo debole per combattere Karl.
     
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    ATTO VIII
    We Can Be Heroes: Fukushima

    Diamine quanto erano stati determinati ed efficienti.
    Il Toro e il Leone avevano chiuso Therese in una morsa che nessun altro Cavaliere sarebbe stato in grado di contrastare. Avevano agito come un’unica anima senza nemmeno dover premeditare quell’attacco fulmineo e complesso. Avevano scatenato tutta la loro furia in una miriade di affondi che non lasciavano scampo, imponendosi con il cosmo delle loro costellazioni.
    Therese, però, quel super-corrotto potenziato dalle tenebre, era tutt’altro che un normale avversario. Con il suo potere oscuro aveva assorbito la maggior parte della violenza scatenata da Bartolomeo e Aleksander, quasi a farli sembrare dei bambini che cercavano di fare la lotta con gli adulti. La ragazza era quasi riuscita ad annullare i loro affondi, ma qualcosa aveva destabilizzato quella sua sicurezza.
    La catena dello Scudo di Libra si era attivata di un potere mai visto prima.
    A contatto con il nero anti-cosmo di Therese, infatti, il dorato costrutto aveva scatenato una reazione di repulsione senza precedenti, riuscendo a sopraffare la corrotta quel tanto che bastava per farle subire una quantità di danni non indifferente. Un risultato molto migliore di quello sperato, e sicuramente migliore di quanto si sarebbero mai aspettati i due Cavalieri di fronte a quella difesa di tenebra impenetrabile.
    A causa del violento contraccolpo, Bart fu sbalzato a terra, tanto che dovette dar fondo a tutta la sua forza e al suo equilibrio per atterrare in piedi sul nudo terreno. Vista la violenza dell’esplosione, le sue gambe affondarono di qualche centimetro nel terreno, mentre tutto il paesaggio intorno a lui fu travolto da quello scontro di poteri opposti. Si portò la braccia al volto per coprirsi dalle conseguenze di quell’inaspettato evento, lasciando che la sua Armatura facesse il resto.

    Dannazione, qui stiamo distruggendo tutto.

    Un pensiero lecito, che come al solito dimostrava quali erano le priorità del Gran Sacerdote. Non era preoccupato per quanto era malconcio o per la tremenda differenza di potere rispetto a Therese, no, era più preoccupato per i danni che stavano causando tutt’intorno a loro. Sperava con tutto il cuore che non ci fossero esseri umani o Cavalieri – come gli Steel Saint o la stessa Andrea – in pericolo nella vasta area distrutta dal loro scontro. O, se anche ci fossero stati, che fossero riusciti almeno a mettersi in salvo o a ripararsi in qualche modo, magari nel sottosuolo. Non poteva avere sulla coscienza altre vittime innocenti, ma purtroppo capiva benissimo che la ragazza corrotta andava fermata a qualunque costo.
    Il solito dilemma di chi non combatte solo per se stesso, insomma, che se da un lato può donare una forza senza limiti, dall’altro può frenare le proprie azioni.

    Aleksander, dobbiamo cercare di farla finita in fretta o di spostarci da qui.
    Stiamo facendo troppi danni e potremmo coinvolgere anche Andrea e gli Steel Saint rimasti.


    Mentre cercava di comunicare telepaticamente con il Leone in quel marasma di oscurità e detriti, il Toro cercò immediatamente di fare qualche passo per avvicinarsi nuovamente al fulcro dello scontro. Non volava lasciare alcun respiro a Therese e voleva sfruttare quell’inaspettato aiuto dello Scudo di Libra per trarne il maggior vantaggio possibile.
    Non fece nemmeno in tempo a terminare la frase telepatica, però, che il nemico fece trionfale ritorno direttamente sul campo di battaglia. Nonostante fosse stata scagliata a grande distanza dopo il contatto con l’arma dorata, la ragazza si ripresentò ai due Cavalieri come se fosse appena tornata da una scampagnata nel bosco. Certo, non era più fresca come una rosa e, per continuare la metafora, sembrava che nel bosco avesse incontrato qualche lupo che non era stato poi così gentile con lei. Era decisamente malconcia, con il viso devastato dalle ferite e un atteggiamento così distaccato da sembrare folle. La potente tenebra, però, la avvolgeva ancora come un’impenetrabile guaina protettiva, donandole quell’aspetto di apparente invincibilità che di certo non aiutava il morale dei suoi avversari.
    Bartolomeo strinse i denti a quella vista e la sua determinazione crebbe ancora di più nel rivedere il suo obiettivo a portata di attacco. I suoi passi si fecero decisi, pronto com’era a gettarsi di nuovo nella mischia, ma l’avversario fu decisamente più veloce ad agire.

    No, non di nuovo!

    Ancora una volta l’oscurità avvolse tutto.
    Non era un’oscurità naturale, assolutamente no, ma una totale privazione di ogni punto di riferimento. Era un mare di tenebra in grado di ingoiare qualsiasi cosa, caratterizzato dal colore nero più totale. Solo lei, Bartolomeo e Aleksander erano visibili, ma per il resto il mondo sembrava essere scomparso.
    Non fu solamente una privazione sensoriale dei colori. La completa oscurità sembrava viva, capace di interagire a piacere con le emozioni altrui.

    Devo rimanere concentrato, dannazione.
    Non posso...


    E invece poteva.
    Fu così facile abbandonarsi a quella forza sconosciuta che sussurrava all’orecchio consigliando la resa. Un condizionamento mentale che era impossibile da contrastare, tanta era la Corruzione che lo permeava. Ancora una volta il Toro si trovò a combattere in un’arena che non era la sua, completamente in balia di un potere che non aveva il coraggio di affrontarlo a viso aperto.
    Un attacco subdolo, forse, ma dannatamente efficace.

    --------------------

    In quel momento di abbandono e sconforto, i pensieri andarono come sempre alla sua Famiglia. I volti dei suoi pargoli e di Elena vorticarono nella sua mente. Si ricordò di come non li aveva potuti salutare a dovere, vista l’urgenza della missione, e s’immaginò la loro delusione verso quel padre adottivo.
    Un padre – se così si poteva chiamare dato che non era nemmeno il loro padre biologico – che li aveva abbandonati al loro destino. Un comportamento che al danno – essere orfani dei genitori naturali – aveva aggiunto la beffa – essere abbandonati anche da chi li aveva adottati.
    Bart strinse anche i pugni, cercando di ricordarsi il bene che aveva fatto a quelle sue piccole pesti, ma non riusciva a levarsi dalla mente le sue imperdonabili mancanze.

    Argh!

    Un dolore lancinante lo travolse, tanto mentale quanto fisico. Sembrava quasi che qualcosa gli stesse letteralmente corrodendo l’anima, direzionandolo a piacere verso quei pensieri autodistruttivi. Portò la mano sinistra allo stomaco, come se stesse per vomitare a causa di quello tsunami di emozioni contrastanti. Con la mano destra stretta a pugno, invece, cominciò a colpirsi la fronte con violenza.
    Alla fine, se ci pensiamo bene, le sue più grandi paure erano fondate. Non sarebbe mai riuscito a salvare nessuno. Era troppo debole. La Corruzione avrebbe vinto e avrebbe festeggiato sul cadavere di un’umanità ormai sconfitta ed estinta. Il Gran Sacerdote di Atena – che nome importante e altisonante – non sarebbe nemmeno riuscito a salvare i suoi affetti più cari, condannando la sua Famiglia a una morte orribile. Non sarebbe nemmeno riuscito a essere lì con loro nel momento del bisogno, perché sarebbe perito in quel mare di tenebra che non dava scampo. Sarebbe annegato nell’oscurità, annaspando invano per cercare di ritornare a una vita che non sarebbe mai più esistita.
    I colpi auto inflitti alla fronte si fecero più frequenti, tanto che lo stesso elmo del Toro cominciò a protestare per la violenza. I pensieri divennero un unico intento autodistruttivo, mentre lo spirito combattivo del Toro si trasformò in disperazione pura e incontrollabile.
    Aveva deluso Elena. Aveva deluso i suoi bambini. Li aveva condannati a una fine orribile e solitaria.
    Tutto quel suo dannato potere non era servito a nulla, se non a scazzottarsi con qualche corrotto troppo cresciuto.
    Che spreco. Che vita sprecata alla ricerca del nulla, e che aveva ottenuto meno di niente.
    I colpi alla fronte si fermarono improvvisamente, mentre entrambe le mani cominciarono ad aprirsi e chiudersi ritmicamente.

    Non ha più senso.

    È vero Bart, non ha più senso. La tua vita non ha più senso. Non sei riuscito a proteggere nessuno. Hai fallito su tutta la linea. Fai un favore a tutti. Pensaci tu stesso a farla finita. È più decoroso.
    E così le mani si fecero artigli, che affondarono nel collo del Cavaliere stesso. Strinse, strinse con tutta la forza che aveva ancora in corpo. Una miriade di puntini bianchi cominciarono a sfarfallare nella sua vista, come tante stelle, segno inconfondibile dell’inizio dell’asfissia.

    U-urgh...

    Cosa vuoi dire ancora? Eh? Non ti è bastato essere il peggior Gran Sacerdote della storia? Colui che ha permesso alla Corruzione di estinguere l’umanità. Smettila adesso e muori con quell’ultimo briciolo di onore che – forse – ti è rimasto.
    I puntini bianchi che danzavano sulla retina si fecero sempre più numerosi, ma improvvisamente sembrarono assumere una qualche forma conosciuta. Un lampo di luce squarciò le tenebre per un solo brevissimo istante, mentre, in quello che una volta doveva essere il cielo, i puntini si ordinarono per formare qualcosa d’inconfondibile.
    Le sue stesse mani che cercavano di togliergli la vita ebbero un attimo di esitazione, permettendo all’aria di rientrare nei polmoni e a un colpo di tosse di squassargli il torace.

    L-la costellazione del Leone.
    Aleksander?!


    --------------------

    E fu proprio lo sconfinato potere del suo fidato compagno di battaglia a farlo ridestare quel tanto che bastava per non uccidersi da solo. Il cosmo del Lawos aveva dato fondo all’estrema risorsa dei Cavalieri di Atena, cercando forza e conforto nella presenza costante della Dea. Probabilmente era stato proprio quello a permettere al Leone di fuggire dalla gabbia in cui Therese li aveva rinchiusi, dando inconsciamente una brutale sveglia anche al suo compagno di reclusione.
    Aleksander, però, non si era fermato lì. No, aveva sfruttato quell’inaspettata libertà per attaccare il nemico. Bartolomeo poteva percepire lo scatenarsi del cosmo del suo amico, così travolgente e luminoso da fornire al Gran Sacerdote un faro da seguire in quella notte impenetrabile. E il Toro non se lo fece ripetere certo due volte, e seguì quel faro con ritrovata determinazione.
    Si guardò le mani ancora appoggiate sul collo, inorridendo per quello che stava per fare. Dannazione, com’era stato facile per Therese ingannare la sua incrollabile determinazione. Aveva messo in dubbio tutta la sua esistenza con un unico e subdolo attacco. Certo, c’era da considerare il potere praticamente divino della ragazza, particolare di non poco conto, ma il risultato era stato comunque disarmante.

    La rabbia generata da quella situazione gli fece stringere i denti fino a far sanguinare la bocca, mentre il suo cosmo ritornava a rispondere alla sua volontà. Una tremenda esplosione cosmica, concentrata intorno al Cavaliere, fece definitivamente uscire Bart da quell’inganno di tenebra.
    Si sentì il corpo cedere senza diritto di replica, come se fosse fatto di carta stracciata, mentre vomitava schiuma a causa del dolore non propriamente fisico che aveva appena sperimentato. Tremava come una foglia, un po’ per le conseguenze di quell’ultima batosta subita e un po’ (molto) per la crescente rabbia verso Therese.
    La sua incrollabile resistenza straordinaria – sia lodata la costellazione del Toro – gli permise, però, di riprendersi più in fretta di qualsiasi altro guerriero nelle sue stesse condizioni, come se fosse un carro armato che è stato solamente rallentato da una mina appena esplosa. Ringraziò silenziosamente il sacrificio del Leone, che aveva ricorso a quella risorsa d’inestimabile valore per i Cavalieri di Atena, per poi lasciarsi andare completamente alla furia.

    Questa te la faccio pagare.

    Parlò fra se e se, ma la sua concentrazione e il suo sguardo avrebbero intimorito persino un Dio. Seguì con lo sguardo l’attacco di Aleksander e i movimenti di Therese, così da evitare il fuoco amico e focalizzarsi anima e corpo sul suo prossimo affondo. Poggiò i palmi a terra, affondando le dita nel terreno, mentre la gamba destra si spostava più indietro rispetto alla sinistra per prepararsi allo slancio. Sembrava un centometrista in posizione ai blocchi di partenza, pronto a scatenare tutta la sua potenza esplosiva.
    Appurata la posizione della ragazza dopo il violento affondo cosmico del Leone, Bart non avrebbe lasciato nemmeno un istante di respiro e sarebbe partito alla velocità della luce come una freccia inarrestabile. Sfruttando la confusione e i detriti generati dall’attacco dell’amico Cavaliere, avrebbe cercato di celare il più possibile i suoi movimenti evitando di generare inutile rumore o luminosità cosmica. Sarebbe, quindi, spuntato come un Toro scatenato di fronte a Therese, cercando di ottenere il massimo dall’effetto sorpresa che la situazione concitata avrebbe probabilmente generato.
    Il gigante avrebbe abbassato il suo baricentro, flettendo le ginocchia e allargando le braccia come se volesse dare alla ragazza un caloroso abbraccio. L’obiettivo, invece, era quello di placcarla all’altezza del ventre, generando un doloroso impatto a causa delle sue straordinarie abilità e dall’armatura dalla resistenza leggendaria.
    Provate a immaginare un omone di due metri e mezzo, lanciato alla velocità della luce contro di voi e dotato di forza straordinaria. Immaginate poi di trovarvelo improvvisamente davanti, tutto bardato della sua Armatura piena di spuntoni, intento a placcarvi come un rugbista e con un’espressione alla “Ti spiezzo in due” [cit.] stampata sul volto. E per di più vorreste darvela a gambe, ma probabilmente siete stati colti alla sprovvista ed è possibile che non ci riuscirete. Ecco, forse avete intuito la sensazione.
    Il placcaggio sarebbe avvenuto avanzando con la spalla destra, il lato più forte del Cavaliere, e avrebbe cercato di inchiodare l’avversario a terra trattenendolo con decisione per poi scatenare l’affondo vero e proprio.
    Bartolomeo, infatti, avrebbe sfruttato la possibile posizione di monta o – alla peggio – di controllo laterale per cercare di scatenare una furia senza precedenti sul volto già martoriato di Therese. L’Armatura lo avrebbe protetto dalla tenebra di anti-cosmo che avvolgeva la ragazza quel tanto che bastava per mantenere la posizione, cercando di continuare a bloccare a terra la giovane. Avrebbe impugnato la Lancia Bracciale di Libra tenendo la parte lunga parallela al suo avambraccio destro, caricando il colpo come se ne andasse della sua stessa vita. Avrebbe poi scatenato una raffica di affondi – uno, due... dieci – scagliati come dei possenti pugni a martello dritti sul viso della corrotta. Ogni colpo sarebbe stato portato a una velocità tale da renderli persino difficili da contare o distinguere, e avevano come obiettivo ultimo il totale annientamento del nemico.
    Un urlo squarciò nuovamente la confusione della lotta, mentre il Toro sputava sangue e saliva per la foga dell’attacco. Poche volte nella sua intera esistenza qualcuno lo aveva fatto arrabbiare in quel modo.

    UAAAAARGH!

    La vista di una tale furia in un gigante sempre così buono e pacato avrebbe intimorito chiunque, ma non aveva alcuna intenzione di trattenersi un istante di più.
    E poi, chissà, magari quell’inspiegabile e vertiginoso aumento di potere dello Scudo di Libra durante l’attacco precedente avrebbe potuto supportare anche la Lancia Bracciale brandita da Bartolomeo durante quel nuovo affondo. Mai dare nulla per scontato, ci mancherebbe, ma la speranza – come si dice – è sempre l’ultima a morire.
    Anche in questo caso, comunque, provate a pensare di essere persi a martellate in faccia da qualcuno che ha l’intento di sfondarvi il cranio senza diritto di replica. E questo qualcuno lo fa con così tanta violenza e velocità da rendere molto difficile mettere le vostre braccia o qualsiasi altra difesa in modo efficace tra voi e l’aggressore. Ecco, adesso date in mano questo martello alla persona più forte e incavolata che vi viene in mente, moltiplicate il tutto per forza e cosmo straordinari, e potete forse capire con quanta foga e determinazione il nostro caro Bartolomeo stava affrontando quella situazione.
    Esagerato?
    Assolutamente no, soprattutto quando in gioco c’era la vita della sua stessa Famiglia allargata: i suoi figli, Elena, Andrea, Aleksander e tutti i suoi compagni in quella lotta contro la Corruzione.
    Ci dispiace Therese, ma sei andata a toccare l’unica cosa per cui Bart può davvero scatenare tutta la sua violenza.
    Il tempo delle incertezze è finito.

    E a proposito della fine delle incertezze: quella non era proprio la costellazione della Leonessa che si stagliava lontana nel cielo? Dannazione, in che guaio si era cacciata Andrea?
    Non c’era un istante da perdere.
    Per favore Therese, lascia che Bart e Aleksander ti riportino alla pace e al riposo da cui sei stata strappata. Cedi il passo ai Cavalieri di Atena.

    4ZFBQ5m
    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    E i nostri cari eroi si beccano l’ennesimo attacco mentale e, questa volta, anche spirituale.
    Ahia, dolore indicibile, trip mentale che porta Bart quasi sull’orlo del suicidio. Le sensazioni provate sono così profonde e terribili da fargli pensare che la sua vita non ha più e non ha mai avuto un senso. Stringe, quindi, le sue stesse mani al collo per darsi una fine lenta e dolorosa, cosa che si crede di meritare per quello che ha – o meglio, non ha – fatto.
    Poi, però, Aleksander usa il Favore di Atena per uscire da quella condizione e Bart se ne accorge. I puntini luminosi che i suoi occhi vedono durante l’asfissia diventano magicamente la costellazione del Leone, che si staglia alta nel cielo, dandogli quel primo scossone per la ripresa. L’attacco di Alek, infine, gli fornisce quel faro di luce e speranza da seguire per capire quello che sta succedendo – oltre che, probabilmente, dare molto fastidio e deconcentrare la corrotta – e grazie a una potente esplosione cosmica riesce a contrastare con fatica il potere di Therese.
    Bart sfrutta, poi, il casino creatosi dall’attacco del Leone, per avventarsi sul nemico appena dopo lo scemarsi del colpo del Lawos. Celandosi tra i detriti/caos di vario genere (Diversivo, nonché assist di Alek) cerca, quindi, di placcare Therese con tutta la velocità che ha per tenerla bloccata al terreno (Attacco Debole). Se il tutto fosse andato a buon fine, il gigante avrebbe poi scatenato sul volto già malconcio della ragazza una raffica di pugni a martello – con una violenza e una cattiveria mai visti prima su questi schermi – supportati dalla lancia bracciale (Attacco Forte, modalità Braccio Possente).
    Guardatevi tutte le immagini che vi ho linkato a supporto delle mie descrizioni, così da comprendere ancora meglio la violenza di questo assalto fisico. A questo giro Bart è andato davvero in modalità furia scatenata (e un po’ tanto anche mma style, con dell’ottimo ground&pound xDD). Cominciamo a snocciolare del sano corpo a corpo condito di cosmo.
    Il tutto per ridurre all’inutilità Therese una volta per tutte e terminare uno scontro che sta provocando troppi danni per i gusti del Gran Sacerdote. E poi, chissà, magari la Lancia Bracciale potrebbe avere lo stesso power-up ottenuto nel turno precedente dallo Scudo :kuku:


    Condizioni:
    Mentalmente provato da tutti i trip mentali, e situazione ancora più critica dopo l’ultimo attacco mente+spirito di Therese.
    È debilitato, specialmente a causa degli attacchi non fisici, ma rimane sufficientemente attivo e in forze grazie alla resistenza straordinaria. Ha ustioni e ferite non gravi su alcuni punti scoperti dalla Cloth e una serie di estesi ematomi su tutto il resto del corpo.
    Il collo è costellato di lividi ed escoriazioni per lo strangolamento auto inflitto.
    Armatura lievemente incrinata, e relative contusioni, sul pettorale sinistro e su entrambe le cosce.


    Tecniche:
    Braccio Possente:
    [Effetto Secondario: Agilità Straordinaria]
    Spesso l'efficacia risiede nella semplicità.
    Questa tecnica all'apparenza sembra quasi banale, ma non bisogna mai sottovalutare ciò che un toro inferocito può fare. Concentrando la potenza fisica e cosmica in un solo braccio, Bartolomeo scaglierà un pugno alla massima velocità consentitagli, dritto all'obiettivo. Semplice, no? La rapidità di esecuzione, unita alle doti del Cavaliere faranno di tale affondo un martello quasi inarrestabile, allo scopo di ridurre all'inutilità con un solo colpo anche l'avversario più resistente.
    Inoltre, proprio come per il Great Horn, gli arti del guerriero si muoveranno così rapidamente da farlo sembrare immobile durante l'esecuzione dell'affondo, tanto che l'esatto movimento potrà essere percepito solo da cavalieri dotati di abilità particolari (agilità straordinaria) o capaci di raggiungere una velocità più elevata.
    Una possibile variante consiste nel concentrare lo stesso potere in una gamba, oppure distribuire la forza distruttiva su tutti e quattro gli arti, diventando così una macchina da guerra senza rivali.


    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare ad un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza ed una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli attacchi di natura fisico-cosmica senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di indurire il proprio corpo a tal punto da resistere con estrema facilità anche a colpi molto potenti e spesso letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA

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    tena inizia a parlarti, ma non riesci a sentirla.
    Senti che è come se stesse ripetendo ciò che ti ha trasmesso altre volte durante le tue visioni, come fosse una sorta di proiezione continua, come gli schermi che hai visto accanto a Karl.

    Più passano gli istanti più tutto crolla nell'abisso sotto di te... tuttavia qualcosa cambia presto.
    Il richiamo del Favore di Atena disegna nel nero che ti sovrasta la tua costellazione, a cui si aggiungono una dopo l'altra le costellazioni dei tuoi compagni.

    A quella vista, "Atena" diviene rapidamente cenere, così come l'abisso e la piattaforma.
    Ti trovi sospesa su di una mare rosso, mentre percepisci tutta la tua essenza venir strascinata altrove. Solo quelle stelle impediscono alla tua natura di Corrompersi definitivamente.

    Capisci che sei preda di una tecnica di Karl, che ha soppresso la tua coscienza confinandola in una serie di labirinti mentali, mentre la Corruzione sta cercando di trasformarti in una nuova Therese.

    Mentre sei sospesa in questo stallo, hai una nuova visione.
    Vedi una donna, abbracciata ad un uomo più anziano di lei.
    Probabilmente suo padre.
    Il padre osserva qualcosa fuori dalla finesta di un palazzo dalla strana architettura, mentre la donna piange e grida.
    Lo colpisce come a farlo desidere da qualcosa, ma sa che sarà tutto inutile.

    Il padre si volta verso di lei, sorridendole e carezzandole la testa.
    Quel gesto cambia il volto della donna.
    Se prima era timido e aggraziato, ora è uno sguardo d'acciaio.
    La sua figura muta, come un germoglio che diviene una querce indistruttibile nel giro di pochi istanti.

    Non distingui chiaramente ne volti ne luoghi, ma è come se la tua mente, grazie ai poteri del Leone e al luogo sospeso in cui sei, ti permetta di tradurre sensazioni altrimenti impercettibili.

    Le costellazioni brillano sempre di più, facendo rallentare il tuo processo di trasformazione.

    Ho percorso una lunga strada, persa nelle tenebre di un labirinto infinito. La vostra luce mi ha mostrato la via del ritorno, ma esso è ostacolato dalla forza della Corruzione.
    Il suo tentativo di renderti parte di sé, però, può permettermi di fare breccia nella sua difesa.
    Muovi la tua mano contro la bestia... io sarò con te.


    Senti un'energia incredibile ruggire in te, le saette sacre percorrono la tua essenza ed il tuo corpo in modo simile a quanto hai visto fare dal tuo maestro.

    Tale potere risveglia però qualcosa in quel mare rosso su cui fluttui.
    Da esso un immenso drago sorge, in cui puoi percepire tutto il dolore, tutta la frustrazione di coloro che sono caduti vittime della Corruzione.

    La bestia corre verso di te, pronta a divorarti...

    ***

    Therese richiama la tenebra che aveva fatto calare su ogni cosa, avvolgendosi in essa per inglobare la terrificante forza del Keraunos... dando il fianco all'attacco del Toro.

    L'immensa violenza dei colpi crea un cratere che diviene sempre più profondo ad ogni attacco del Grande Sacerdote.

    Le armi di Libra brillano, così come le costellazione dei cavalieri che sono giunti in Giappone.
    Therese continua a mutare la propria forma e a sprigionare tutta la sua forza per resistere alla potenza dell'assalto, ma solo dopo l'ultimo colpo riesce a sgusciare fuori dalla morsa, in una forma ibrida tra una donna e un drago.

    Ansimante e dolorante osserva il grande sacerdote, mentre la tenebra cerca di riparare quel corpo che è più ormai un ammasso di bruma oscura.
    Ferita gravemente, ma ancora piena di potere, solleva entrambe le braccia al cielo e varchi oscuri, a centinaia, iniziano ad aprirsi.
    Quando il suo sguardo si posa sulle costellazioni, qualcosa succede.

    Il suo corpo comincia a tremare, i varchi a chiudersi, fino a cadere in ginocchio.
    La forma mostruosa lascia spazio al corpo "normale" della ragazzina.
    Con le braccia strette al ventre si dondola mentre con il viso, rigato da lacrime nere, si rivolge a Bart.

    Ti prego Grande Sacerdote, uccidimi ora prima che sia troppo tardi, ti prego... non posso più sopportare tutto questo dolore...

    Mentre piange l'energia oscura che la anima cerca, senza riuscirsi, di prendere nuovamente il controllo su di lei...

    y8k159l

    Eccoci :yeye:

    Vs Therese: Therese sente le botte, potenziate dalle Armi di Libra divine. Poi compaiono in cielo le costellazioni dei cavalieri che sono giunti in Giappone e qualcosa in lei cambia.
    E' come se riprendesse coscienza per un istante, implorando di essere uccisa per far finire quell'incubo.

    Vs Karl: Il richiamo del favore di Atena (più tutti gli altri richiami), spaccano la trappola mentale di Karl. Capisci che era semplicemente una scatola di ricordi in cui aveva spiaccicato la tua mente, mentre la tua anima si avviava verso un processo di trasformazione simile a quello di Therese.
    Questa volta senti la vera Atena parlarti e riempirti di forza. Ti dice che - per ragioni ignote - era in una sorta di viaggio spirituale, ma la Corruzione le impedisce di intervenire nell'area del Giappone. Il fatto che la Corruzione ora sia così vicina ad un Cavaliere d'Oro potrebbe permetterle di superare questa barriera, tipo Cavallo di Troia :zizi:
    Quindi l'essenza della Corruzione, fiutato il pericolo, sorge e cerca di mangiarti.
    Scatena tutta la viulenza di cui se capace.

    Ci vediamo tra 7 giorni.

    A voi!:zizi:
     
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    We Can Be Heroes: Fukushima

    L’affondo di Bartolomeo fu devastante.
    Cogliendo un quel solo attimo di distrazione di Therese, ancora impegnata contro il Keraunos di Aleksander, il Toro la placcò con una violenza travolgente. Il suo corpo, una massa imponente di muscoli lanciata alla velocità della luce, inchiodò a terra la corrotta per poi scatenare una furia mai vista prima. Mentre il peso del gigante e le sue poderose gambe tenevano ferma la ragazza, una serie di pugni a martello accompagnati dalla Lancia Bracciale si abbatterono sul volto già devastato dell’avversaria.
    E ancora una volta, forse grazie all’intervento della loro Dea, le Armi di Libra donarono ai Cavalieri che le brandivano un potere che trascendeva il cosmo stesso. Certo, il Gran Sacerdote e il Lawos erano due degli esseri umani più potenti mai visti sulla faccia della terra, ma quell’aiuto inaspettato dei dorati costrutti li rese delle macchine da guerra inarrestabili.
    Braccata da quell’inaspettata violenza e da quell’inattesa efficacia, Therese si dimenò come un ossesso per sottrarsi a una fine ormai prossima. Sotto i colpi di Bart, infatti, prese a cambiare forma come un camaleonte che non sa scegliere quale colore utilizzare per mimetizzarsi. Era chiaro che le tenebre che l’avvolgevano stavano gridando a squarciagola il pericolo che la corrotta stava correndo.
    La ferocia e la lucida precisione con cui il Toro colpiva, però, erano sintomo di una metodicità disarmante. La furia che il precedente attacco mentale aveva scatenato nel Gran Sacerdote si era trasformata in una determinazione incrollabile, che accompagnava ogni singolo colpo al volto della ragazza.
    Il primo pugno li fece sprofondare di qualche centimetro nel terreno. Poi, a ogni affondo successivo, il cratere sotto di loro si allargava sempre di più, come se la terra stessa fosse impaurita da quell’attacco. Detriti, sangue e tenebra schizzavano in ogni dove, come in un geyser demoniaco proveniente direttamente dall’inferno.

    Grrr.

    Il gigante ringhiò per la foga, mentre cercava di porre fine a quello scontro in modo definitivo. Era così metodico e – solo in apparenza – privo di emozioni proprio perché voleva terminare il tutto nel modo più indolore possibile. Per tutti. Anche per Therese. E l’unico modo era ridurre all’inutilità la corrotta con quell’ultima e furiosa carica.
    Anche quella volta, però, le tenebre si giocarono l’ennesimo asso nella manica.
    Nonostante tutti i danni subiti, infatti, il nemico riuscì in qualche modo a sottrarsi dalla presa del Toro. Bartolomeo cercò di non lasciare spazio alla fuga, ma era come cercare di trattenere con le mani bagnate una saponetta estremamente scivolosa. L’oscura muta-forma, sgusciando dalle grinfie del Gran Sacerdote, si allontanò di qualche metro assumendo una forma ibrida tra donna e drago. L’avevano già vista in quelle vesti, ma in quel momento il risultato era davvero inquietante, tanto da richiamare ancora una volta – almeno nella mente di Bart – i ricordi dello scontro con Gabriel.

    Probabilmente combattere draghi in situazioni disperate è il mio destino.

    Pronunciò quelle parole con un ghigno sulle labbra, forse per stemperare la situazione paradossale e forse anche per constatare il suo reale fato. Aveva rischiato di morire contro il Cancro Nero e stava sicuramente rischiando di morire contro un avversario addirittura più forte. Così forte da voler riprendere lo scontro come se nulla fosse accaduto e come se Bart l’avesse appena accarezzata teneramente.

    Dannazione, quella ragazza sembra non avere limiti.

    Ed era proprio vero. Ancora piena di vigore e oscuro potere, mentre la tenebra stava lavorando per tamponare le sue ferite, Therese guardò con evidente odio il Cavaliere del Toro per poi rivolgere le braccia al cielo. Dando fondo a un potere sempre più soverchiante, numerosi varchi neri come la pece si aprirono nel cielo. Sembrava davvero l’Apocalisse, nel preciso istante in cui si prende coscienza che ormai non c’è più nulla da fare se non aspettare la morte.
    Il Gran Sacerdote, però, non si lasciò in alcun modo travolgere dagli eventi e scoccò uno sguardo d’intesa in direzione di quell’inarrestabile guerriero che era Aleksander. Forse sarebbero morti quel giorno, ma l’avrebbero fatto insieme e non prima di aver portato quell’abominio con loro nell’aldilà.

    Aleksander, amico mio.
    Ancora una volta, ancora insieme.


    Un messaggio telepatico rivolto al Leone, mentre il Toro espandeva il suo cosmo per quello che poteva essere l’ultimo scontro decisivo. Il suo potere generò una violenta luce dorata, mentre il Gran Sacerdote si preparava a fare la cosa che gli riusciva meglio: proteggere. Lo avrebbe fatto fino alla fine, costi quello che costi. Non era certo privo di energie e avrebbe venduto più che cara la pelle. Anche lui aveva ancora qualche asso nella manica da giocare ed era venuto il momento di...

    E adesso cosa succede?

    Therese interruppe improvvisamente il disastro che stava per scatenare su quell’intera area del Giappone, distratta dalle costellazioni dello zodiaco che brillavano in cielo. Erano le costellazioni dei compagni Cavalieri, che avevano dato fondo a una delle risorse più preziose che un guerriero greco può avere: il Favore di Atena. Il Sagittario, la Bilancia, così come l’Ariete e i due Leoni avevano invocato l’aiuto della Dea, generando quel fenomeno incredibile e ben visibile nel cielo. Era da un po’ che quelle manifestazioni illuminavano la volta celeste, ma la corrotta sembrò notarle per davvero solo in quel preciso istante.
    In nemmeno un secondo l’atteggiamento e la volontà dell’avversaria cambiarono radicalmente. La furia che stava per scatenare si smorzò come la fiamma di una candela al vento. I varchi di tenebra si richiusero, mentre la ragazza prese inspiegabilmente a tremare come una foglia.
    Tutta la fragilità della sua gioventù e – in quel momento – della sua innocenza eruppero come se qualcosa avesse rotto gli argini costrittivi della Corruzione. Una debolezza inaspettata la colse d’improvviso, tanto da farla cadere in ginocchio sulla nuda terra. Si strinse le braccia al petto, quasi a cercare di darsi conforto, e cominciò a dondolarsi in modo lieve ma costante. Copiose lacrime bagnarono il suo volto, mentre con una voce e con uno spirito completamente diversi si rivolse a Bart.
    Il messaggio fu chiaro: voleva farla finita. Una volta per tutte. Per sempre.
    Therese – e forse quella era la vera Therese – chiese al Gran Sacerdote di porre fine alle sue sofferenze nel modo più indifeso e innocente possibile. Lei, che poco prima sembrava una macchina di morte inarrestabile, in quel momento appariva così indifesa e fragile. Lei che già una volta aveva perso la vita in modo orribile di fronte agli occhi del gigante.
    E in quel momento il cuore di Bartolomeo si spezzò.
    Aveva conosciuto la ragazza quand’era bambina e l’aveva vista morire per mano di Gabriel. Quanto aveva sofferto per quella piccola strappata alla vita in modo così ingiusto. Aveva ancora gli incubi per quell’episodio.
    Poi l’aveva rivista anni dopo, lì a Fukushima, invasa e controllata anima e corpo dalla Corruzione. L’aveva combattuta, nonostante le numerose remore che ancora aveva, ed era persino arrivato a odiarla per quello che stava facendo. Gli aveva scatenato contro l’inferno con l’intento di fermarla, ma nemmeno due Cavalieri d’Oro erano riusciti a rallentarla. Stavano per dar vita a uno scontro sicuramente mortale, pronti a tutto per cercare di porre fine a quella follia.
    E poi tutto, inspiegabilmente, era cambiato.
    Quella che il gigante aveva davanti era probabilmente la vera essenza della ragazza, che prima era rinchiusa in quella prigione di tenebra. E l’animo paterno di Bartolomeo non riuscì a rimanere indifferente. Certo, poteva tranquillamente essere una trappola, un altro gioco mentale, ma il dolore con cui Therese parlò fu straziante.

    Therese, figliola, sono qui.

    Senza nemmeno fermarsi a ragionare, il Gran Sacerdote si sarebbe avvicinato alla ragazza in un attimo, inginocchiandosi anche lui per cercare di prendere la testa della giovane tra le braccia e appoggiarsela al petto. Avrebbe assecondato il dondolare di lei, espandendo il cosmo in modo da creare una sensazione di piacevole e accogliente tepore.
    Purtroppo non avrebbe potuto togliersi l’Armatura per regalare a Therese un ultimo vero contatto umano, poiché l’oscurità corrosiva stava continuamente lottando per riprendere il sopravvento.
    Alcune parti scoperte dalla Cloth, in ogni caso, come i palmi delle mani e la parte inferiore del volto, avrebbero cominciato a bruciare a causa dell’anti-cosmo, ma il gigante non se ne sarebbe curato così da dare tutta l’attenzione alla giovane.
    Aleksander, ne era certo, avrebbe capito la situazione, lasciando che il compagno di battaglia gestisse direttamente quel momento così particolare, ma tenendosi sempre pronto a intervenire per ogni evenienza.
    Il Custode della Seconda Casa avrebbe, quindi, cercato di spostare dolcemente la testa di lei in una posizione ancora più accogliente, facendole appoggiare la guancia destra al pettorale. Avrebbe, poi, stretto delicatamente quell’abbraccio mettendole la mano sinistra sulla schiena e la destra sulla nuca. Infine, il viso del gigante avrebbe concluso quel movimento avvolgente con sincero trasporto, adagiandosi sul capo di Therese.

    Non meriti tutto questo.
    Non meriti questo dolore ancora una volta.
    Hai già sofferto abbastanza.


    Le lacrime avrebbero cominciato a scorrere silenziose e copiose sulle guance di Bart, rigando il suo volto sporco di sangue, sudore e terra a causa della battaglia. Lacrime incontrollabili, che non avrebbe mai pensato di poter versare per quella fanciulla divorata dalla Corruzione.

    YiiAG4j

    E, invece, fu proprio quello a colpirlo nel profondo.
    Therese era chiaramente una vittima della Corruzione, forse quella più colpita da quella situazione, così plasmata e controllata da essere tornata in vita per scopi in cui probabilmente non credeva affatto.
    Quanto può essere orribile svegliarsi dalla morte e scoprire di non poter scegliere lo scopo della propria esistenza.
    Quanto può essere disumano far passare questo inferno a una bambina, ora ragazza, che vuole solo poter vivere.
    Prima era stata usata da Gabriel per i suoi scopi, e poi – come per farsi beffe di lei – era stata divorata dalle tenebre di un male senza limiti.

    Atena, te ne prego, intercedi per lei.
    Non lasciare che il suo spirito si perda nell’oblio.
    Donale la pace quando avrà lasciato questo mondo.


    Un pensiero alla Dea che li guidava e che li aveva aiutati in quella pericolosa missione in Giappone.
    Un pensiero a favore della fragile Therese, perché il suo spirito non si perdesse completamente nella dimenticanza dell’oltretomba a causa delle decisioni che non aveva potuto prendere.
    Un pensiero che anticipava quello che Bartolomeo aveva intenzione di fare.
    Un pensiero che lo stava già straziando ancor prima che prendesse forma.

    Spero di fare la scelta giusta.
    Non può e non deve soffrire più del dovuto.


    Non avrebbe lasciato nulla al caso, evitando inutili e ulteriori sofferenze. Non ci avrebbe più dormito la notte, di questo ne era certo, ma non poteva lasciare al caso l’esito di quel momento. Lui ci sarebbe stato fino alla fine e se ne sarebbe assunto la piena responsabilità.
    Prima di tutto con se stesso.

    Dannazione, com’è difficile.
    Com’è difficile scegliere quello che si crede sia il male minore.


    Il male minore? Ne siamo proprio sicuri? Forse sì, ma quando sul piatto della bilancia metti una vita innocente, tutte le prospettive cambiano. E probabilmente il Gran Sacerdote si sarebbe tormentato a lungo a causa di quella scelta.

    Che Atena in persona possa prendere la mia stessa vita se sto sbagliando.
    Sono pronto a pagare qualunque prezzo per le mie azioni, ma non posso fare altro.
    Una sola esitazione e metterei in pericolo tutte le persone che amo.


    Era pronto, o forse no. Probabilmente non lo sarebbe mai stato.
    In ogni caso, però, stava mettendo la sua stessa vita in gioco. Avrebbe sopportato ogni conseguenza. Ogni dolore. Ogni rimorso.
    Avrebbe passato ogni santa mattina del resto della sua vita a guardarsi allo specchio per vedere il riflesso di un uomo diverso. Ci era già passato, ma quello sarebbe stato un vero salto nel baratro del rimorso.

    Elena, figlioli.
    Perdonatemi anche voi per quello che sto per fare.


    Un ultimo pensiero andò ai suoi pargoli e all’amore della sua vita. Probabilmente, una volta tornato alla Seconda Casa, non sarebbe riuscito a guardarli sin da subito negli occhi. Avrebbe rivisto in ognuno di loro il volto di Therese, così innocente da non meritare tutte quelle sofferenze.

    M-mi...

    La voce rotta dal pianto, così sincero da bloccargli le parole in gola.

    Mi dispiace...

    E poi avrebbe avvolto anche con il braccio sinistro la testa della ragazza, prendendole il mento con la mano.
    Avrebbe stretto il corpo di lei in una morsa gentile ma decisa, espandendo il cosmo dorato per amplificare quella sensazione di tepore fino a trasformarla in un potere in grado di contrastare il ritorno delle tenebre.
    E avrebbe tirato, strattonato, con tutta l’inarrestabile forza di cui era capace, per generare un movimento di torsione del collo di lei tanto fulmineo quanto innaturale.
    Se il destino avesse voluto, uno schiocco inconfondibile avrebbe messo fine a quell’orribile scontro.
    Ma più che il destino, sarebbe stato Bart ad aver posto fine alle sofferenze della povera Therese.

    Che Atena lo perdoni, perché lui non lo avrebbe mai fatto.

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    Riassunto:
    Sembrerà una cavolata, ma ho fatto fatica a scrivere questo post. Troppe dannate emozioni ;_;
    Avrei potuto optare per un Great Horn conclusivo o qualcosa di simile, ma più scrivevo e più la situazione diventava “personale”. Non potevo scegliere qualcosa di distaccato come una delle solite tecniche, così ho voluto esplorare ancora più a fondo l’animo paterno di Bart. Un animo che non ha esitato un solo istante a confortare Therese, prendendo una delle decisioni più difficili della sua vita.
    Ho messo tutto al condizionale, sia chiaro, ma se tutto andrà come ho descritto, questa sarà una cosa che il nostro caro Gran Sacerdote si porterà dietro per sempre. È tutto troppo connesso al suo passato e non sbiadirà mai nei suoi ricordi.
    In pratica, nulla, avete letto. Bartolomeo sfrutta quel momento di debolezza di Therese per cercare di darle una morte veloce, indolore e fondamentalmente umana. Dannazione, la ragazza non si merita di meno ma andava fermata per evitare al mondo intero conseguenze ben peggiori.
    Quindi, si fionda da lei, l’abbraccia per darle un ultimo momento di conforto e, dopo una terribile sofferenza interiore, cerca di spezzarle il collo in un colpo solo, prima che la Corruzione prenda di nuovo il sopravvento.


    Condizioni:
    Mentalmente provato da tutti i trip mentali, e situazione ancora più critica dopo l’ultimo attacco mente+spirito di Therese.
    È debilitato, specialmente a causa degli attacchi non fisici, ma rimane sufficientemente attivo e in forze grazie alla resistenza straordinaria. Ha ustioni e ferite non gravi su alcuni punti scoperti dalla Cloth (mani, parte inferiore del viso) e una serie di estesi ematomi su tutto il resto del corpo.
    Il collo è costellato di lividi ed escoriazioni per lo strangolamento auto inflitto.
    Armatura lievemente incrinata, e relative contusioni, sul pettorale sinistro e su entrambe le cosce.


    Tecniche:


    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare ad un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza ed una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli attacchi di natura fisico-cosmica senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di indurire il proprio corpo a tal punto da resistere con estrema facilità anche a colpi molto potenti e spesso letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

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    « Fukushima »
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    Una finzione.
    Era precipitata in una visione ricorsiva, in un incubo infinito in cui i suoi fedeli avrebbero continuato per sempre nei loro riti orgiastici e in cui Atena avrebbe continuato a parlare senza che lei potesse sentirla.
    Un labirinto di ricordi in cui Karl l'aveva fatta precipitare, credendo di poterla ferire utilizzando come arma la cosa a lei più sacra: la sua stessa dea. Eppure l'aveva scoperto troppo in fretta, perché la sua preghiera le aveva mostrato la verità. Ma la semplice conoscenza non poteva salvarla, non lì, non quando era rimasta sola su una piattaforma il cui processo di decadimento accelerava.
    Un'immagine si affaccio nella sua mente. Quella di una mosca dalle ali spezzate, intrappolata sulla tela di un ragno, esausta. Che sente avvicinarsi il ragno, lento, inesorabile: la fine.
    Scrollò piano la testa. Ma lei non era esausta. Il suo Cosmo bruciava ancora, la sua armatura la proteggeva, il legame con la sua costellazione era saldo. Le sembrò quasi di vedere le stelle in cielo sopra di lei, scacciando il nero che la circondava.
    Pensò fosse un miraggio, un ennesimo trabocchetto.

    Invece era realtà.
    Quelle stelle erano l'unico legame che le rimaneva con la realtà, così splendenti da disvelare ogni finzione. Garantivano un potere che non veniva da lei, una forza che consentiva agli umani di trascendere ogni limite, da cui Andrea e generazioni intere di Saint avevano attinto.
    Anche lì, in un pozzo di pura corruzione, non era sola. Sopra di lei non brillava solo il Leone che proteggeva lei e Alek, ma anche l'Ariete, la Bilancia e il Sagittario. Tutti loro avevano richiesto l'aiuto di Atena, e lei aveva risposto alle loro preghiere. Quelle luci erano così fulgide da dar fuoco al velo di Maya, da trasformare in cenere il simulacro che si trovava davanti. Vedeva la verità, finalmente.
    Tremenda, orribile, non consolatoria: ma la verità. Un mare di rosso si sovrappose alla falsa piattaforma, e Andrea si rese conto di star guardando in faccia la Corruzione. Non era mai stata così vicina a essere dannata e, se l'Inferno esisteva, doveva essere quello. Le stelle la sovrastavano, ma si chiese se fossero abbastanza. Se lei fosse abbastanza. Quel rosso pulsava e si estendeva, ed era così grande e rumoroso che la sua stessa identità sembrò vacillare.
    Offriva libertà e abbandono, ma non era piacevole. Era come se qualcuno si stesse insinuando nel suo corpo e nella sua mente, riempiendo ogni centimetro, come un tumore. O come una violenza. Cercò di stringere le mani attorno a un ricordo che la potesse ancorare a se stessa. Lo trovò nella sua infanzia.

    L'oceano le lambiva i piedi, sdraiata da sola sulla sabbia.
    Era Andrea, era a Lorient. Aveva appena finito il suo gelato, aveva piegato con cura la carta e l'aveva infilata nei pantaloni, facendo attenzione a non sporcarli di fragola. Era il suo gusto preferito. L'acqua era calda dopo una giornata intera di sole, e gli ultimi bagnanti, attorno a lei, iniziavano a raccogliere le proprie cose per tornare a casa. Quello era il segnale che il giorno volgeva al termine, che la cena si avvicinava, che sua madre avrebbe finito il lavoro e loro due avrebbero potuto parlare davanti a un piatto ordinato a domicilio. Sua mamma non aveva mai tempo di cucinare, ma Andrea la capiva. Alzò lo sguardo verso il cielo. Sarebbe restata lì ancora un po', decise. A guardare il tramonto.
    Il tramonto era un disco infiammato, un villaggio messo a ferro e fuoco. Era un bambino che aveva visto la sua intera famiglia sterminata. Li aveva guardati morire, uno ad uno, dallo spiraglio nell'armadio. Sua madre l'aveva messo lì, l'aveva pregato di restare fermo, di non aprirlo qualunque cosa fosse successa. E lui aveva guardato. Fino a quando non era scoppiato a piangere troppo forte, e un artiglio l'aveva trapassato. Finalmente, era libero. La corruzione l'aveva accolto.
    Era un uomo di mezza età, si erano rinchiusi all'interno di una banca. I sistemi di sicurezza erano scattati, e nessuno poteva più entrare e uscire. Avevano resistito tre giorno prima di mangiare il primo morto di infarto. Poi, uno dopo l'altro, lui era rimasto solo, all'interno di un caveau, circondato da carcasse. Ormai lo era anche lui, una carcassa. Si era strappato gli occhi, per non guardare. Così non poté vedere cosa lo uccise. Ma fu libero. La corruzione lo aveva accolto in quel mare rosso.

    Immagini in rapida sequenza, un'armonica perdita di identità.
    Un flusso. Era in un flusso. Le parole chi, nome, io, non avevano più alcun significato. E non avevano più significato perché non era più sola, perché non erapiù. Tutte quelle vite, tutte quelle esperienze non fecero altro che mostrarle il suo piccolo ruolo nel mondo, e che trovare la pace, dopo tutti quei tormenti, era possibile.
    Vide ogni cosa e capì che quello era solo un altro modo di concepire la vita. Non più come individui, ma come un universo intero. Non singole tessere di un mosaico – ma il mosaico stesso.
    E poi vide un corpo. Un corpo di ragazza giovane, rannicchiato come a voler scomparire. Un corpo magro, consumato dalla fame, così consunto che le ossa affioravano dalla carne. Ebbe pietà di lei, della sua pelle liscia, della cicatrice che portava sul cuore, dei suoi occhi verdi. Vide quel corpo mutare, venire consumato e poi di nuovo plasmato dalla corruzione.
    Presto tutto sarebbe finito, pensò, e infinite altre anime pensarono con lei. Sarebbe diventata una nuova sorella, forse persino un avatar. L'avrebbero accolta, e grazie a lei avrebbero mostrato una via diversa ai Saint.
    Il processo, per quella giovane donna gracile, era iniziato.

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    CONSUNZIONE
    s. f. [dal lat. consumptio -onis, der. di consumĕre «consumare»]
    Rappresenta, insieme col digiuno e con l'involuzione senile, una delle fondamentali contingenze fisio-patologiche nelle quali il bilancio del ricambio materiale dell'organismo avviene in perdita, e cioè con prevalenza degli esiti sopra gl'introiti. La consunzione è la conseguenza degli stati morbosi che s'accompagnano a profonda denutrizione organica, progressiva decrescenza del peso corporeo, grave indebolimento di tutte le funzioni. Ciò avviene per effetto di processi autodistruttivi rapidi e intensi, determinati da sostanze ad azione fermentativa contenute nelle cellule viventi, o da veleni estranei al ricambio normale provenienti dall'esterno o fabbricati da parassiti.

    E, mentre osservava la vita venire consumata lentamente, scorse qualcos'altro.
    Una visione precisa, dai contorni nitidi. Un uomo stava abbracciando una ragazza più giovane di lui, forse sua figlia. Ma, lo riconobbe dal linguaggio del corpo di lei, quell'abbraccio non era consolatorio. Era come se volesse bloccarla, fermarla dal compiere qualcosa di impulsivo, o forse semplicemente obbligarla a sentire ciò che lui aveva da dire. L'uomo osservava oltre la finestra, come se lì fosse successo qualcosa. Fino a lì Andrea non poteva vedere.
    Vide la ragazza sconvolta da un sussulto. Vide i pugni chiusi di lei lottare contro il petto di lui, per divincolarsi da quella stretta. Vide la sua bocca aprirsi, dire – urlare – qualcosa, ma non riuscì a sentirla. L'uomo alzò la mano verso il suo viso, e per un momento Andrea pensò volesse colpirla. Ma non lo fece. La carezzò.
    Quel gesto cambiò tutto. La ragazza si fermò, quasi pietrificata, e qualcosa sembrò rompersi per sempre in lei. La timidezza, l'innocenza... tutto fu strappato via.
    I suoi occhi divennero quelli famelici di una cacciatrice.

    Tutto finì e tutto ricominciò di nuovo.
    Un poco diverso, questa volta. Sentiva la corruzione e il suo mare rosso pulsare, come un deforme grembo materno pronto ad accoglierla di nuovo. Eppure si stava allontanando... era come se le visioni fossero sempre più brevi, schegge impazzite di cui non coglieva il senso. Vedeva ancora tutte quelle vite, ma la pace che promettevano sembrava scomparsa.
    Quei frammenti le rimandavano solo una grande pena. La vedeva con chiarezza, ormai. E vedeva cosa la corruzione le aveva fatto, in cosa il suo corpo stava mutando. Fu come svegliarsi da un lungo sogno, i cui strascichi, però, continuavano anche nella veglia. Le costellazioni la illuminavano, come proteggendola dall'influsso di quel mare rosso, come rallentando il processo, curandola con i loro caldi raggi.
    Sentì un tocco gentile sul viso, e pensò di esserselo immaginato. Ma se non era una finzione, una suggestione del suo stesso cervello, voleva dire che non era più sola: che non lo era mai stata. Solo una persona poteva aver attraversato gli oceani del tempo per trovarla. Qualcuno di buono, di amorevole noi confronti dell'umanità.
    Una dea – la sua dea.

    Atena le parlò. La sua voce riuscì a raggiungerla persino in quel pozzo oscuro.
    « Ho percorso una lunga strada, persa nelle tenebre di un labirinto infinito. La vostra luce mi ha mostrato la via del ritorno, ma esso è ostacolato dalla forza della Corruzione. Il suo tentativo di renderti parte di sé, però, può permettermi di fare breccia nella sua difesa. Muovi la tua mano contro la bestia... io sarò con te. » La sentì vicina più che mai. Fu come ricordarsi, d'un tratto, per cosa combatteva. Per quale motivo aveva messo il suo corpo e la sua vita in prima linea per Atena, per quale ideale voleva liberare l'umanità dalle tante minacce che la affliggevano dall'inizio dei tempi.
    Andrea, in risposta, annuì piano, accettando di essere il Cavallo di Troia della sua dea. Avrebbe dato ogni fibra del suo essere per permetterle di raggiungerli – non solo lei, ma anche tutti i suoi compagni che combattevano ed erano in pericolo in Giappone.
    « Se ciò che ti serve è un faro, mia dea, renderò questa distesa un mare di luce. » Rispose Andrea, certa che lei l'avrebbe sentita. Come le costellazioni l'avevano guidata, così lei sarebbe diventata una stella polare per Atena.
    Avrebbe brillato con la forza di mille Soli, se doveva. Sentì quella nuova forza ribollire nel suo sangue, scintille sollevarsi dal suo corpo e dare fuoco all'aria attorno a lei.
    Aveva già sentito un potere simile, tanto tempo prima. Era stato a Lemuria, quando il suo maestro aveva combattuto contro i tre giudici di Hades – e aveva trionfato. E ora toccava a lei. Non poteva perdere. Non poteva deludere se stessa, i suoi compagni, l'umanità tutta.
    Luce e scintille la avvolsero, come divorandola.

    Il Keraunos scorreva nelle sue vene al posto del sangue.
    Le saette incendiarono ogni traccia di corruzione che si era insinuata dentro di lei, purificando il suo organismo da quei parassiti. Fuoco liquido la travolgeva, riempiendole cuore, polmoni, fegato, cacciando ogni traccia di orrore da lei.
    Faceva male, un male da morire, ma Andrea sapeva che l'avrebbe liberata. Il Keraunos avrebbe rallentato e poi annullato il processo, difendendo dalla consunzione il suo corpo non più così fragile. L'intercessione di Atena l'aveva portata a una consapevolezza cosmica senza precedenti, superiore a quella di qualunque altro Saint.
    Strinse i denti, avvolta nella luce e nelle saette, quasi come se il suo corpo stesse venendo ricreato da zero per combattere. Il Giappone l'aveva messa davanti a una tremenda verità: la sua debolezza. Era diventata consapevole della sua morte, era quasi arrivata al punto di non ritorno. Ma chi li stava attaccando faceva leva sulle loro individualità, colpendoli dove faceva più male: i ricordi, le incertezze, i dubbi. Ma avevano dimenticato il tassello più importante. Quello che li distingueva, come Saint, da tutti gli altri guerrieri.
    Loro non erano soli. Loro combattevano non per se stessi, ma per qualcosa di più grande. Atena avrebbe sempre guidato i loro passi.
    Per proteggere l'umanità, pensò. Per liberarla, che lo voglia o no. Per riunirla sotto un solo stendardo e salvarla. A qualsiasi prezzo.
    Fu questo il mantra che si ripetè, quando il suo cosmo esplose.

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    Ma la corruzione non l'avrebbe lasciata da sola, non dopo essere arrivata così vicina a lei da pregustarne il sapore.
    Dal mare rosso emerse per prima una fila di denti aguzzi, poi un muso affilato, infine un gigantesco corpo di serpente, tutto spire. Dentro di lui si agitava e ribolliva la rabbia dei corrotti, era come se Andrea potesse distinguere tutte quelle anime unite nel loro grido.
    Il drago si gettò contro di lei, muovendo l'intero gigantesco corpo a una velocità che Andrea si rese conto di riuscire a vedere e per cui era pronta a reagire. In quel luogo non esisteva un vero sopra e sotto, così come non vi erano pavimenti e pareti. Guardò le fauci aperte avvicinarsi, certa che se non si fosse difesa l'avrebbero ingoiata e dilaniata. Si diede una spinta verso l'alto mentre ergeva una barriera di luce e fulmini davanti a sé: ciò che contava era spostarsi da quei denti e minimizzare i danni.
    Riuscì a fare in modo che il tremendo impatto avvenisse con la fronte liscia del drago e non con quei denti lunghi come spade. La sua barriera iniziò a tremare e piccole crepe, nel momento del contatto, si formarono sulla superficie, come acqua calma che viene increspata da un sasso. Allungò il braccio destro, come se quel gesto potesse aiutarla a sostenere la difesa.
    Il suo cosmo fluiva come un fiume in piena, ma non trovò il tempo di chiedersi come il suo corpo potesse contenere quell'energia senza sovraccaricarsi. Lo sfruttò e basta, potendo vedere gli occhi rossi della bestia dietro al muro di luce davanti a sé, potendo quasi annusare l'odore mortale della corruzione.
    Strinse i denti, preparandosi per l'impatto.

    La barriera si frantumò come fosse vetro, i fotoni e le scintille volarono in ogni direzione.
    Il corpo del drago, che pure aveva perso impeto, la travolse in pieno, scagliandola in alto. Ma non fu il suo corpo a percepire il dolore, anche se si sarebbe aspettata di vedere lacerazioni e contusioni. Fu la sua anima a venire straziata. Perse lucidità e per lunghi e terribili attimi le sembrò di rivivere ancora una volta le vite confuse dei corrotti. Si impose autocontrollo, certa che dopo quell'ascesa ci sarebbe stata una caduta, e non poteva schiantarsi su quel mare rosso.
    Cercò di nuovo il suo baricentro, per poter fronteggiare il drago. Riuscì a darsi una direzione con piccoli scoppi di luce e cosmo. Toccava a lei, ora: aveva fatto una promessa alla sua dea. Avrebbe brillato come la più luminosa delle stelle.
    Fu allora che quella strana dimensione in cui si trovava, letteralmente, esplose. Ogni fotone attorno a lei venne scosso, agitato, sovraccaricato, fino a creare una serie di esplosioni di luce verso ogni direzione. Non avrebbero intaccato il drago direttamente, tutti quei boati avrebbero semplicemente scosso l'ambiente attorno a lui, per disorientarlo e rendergli difficile localizzare Andrea. Quelle esplosioni non erano così intense da provocare danni alla vista, ma abbastanza da rendere quel luogo una distesa di luce.
    Il Keraunos, dentro di lei, bruciò di nuovo. Andrea lo plasmò con maestria, utilizzando gli occhi del Leone per dargli una forma familiare e definita.
    Lei era un Cavaliere d'Oro, e non si sarebbe trattenuta.

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    Di fianco a lei, intessuta nei fotoni e avvolta dalla saetta deicida, si materializzò una catena. La sua punta terminava in un triangolo.
    Una copia della catena d'attacco di Andromeda, una ironica allegoria di quei legami che l'avrebbero trattenuta e salvata da quel mondo. Non ci fu il rumore di metallo contro altro metallo, ma solo quello dell'elettricità che scorreva sotto gli anelli. Una catena, e poi un'altra, e un'altra ancora. Fino a quando, attorno a lei, non furono che catene. Si sarebbe fermata solo quando sarebbero state abbastanza da coprire ogni centimetro del mostro. Un intero arsenale di armi, che Andrea manipolava con la mente grazie alla sua padronanza sul Keraunos.
    Le catene seguirono la sua stessa traiettoria per qualche istante, per poi curvare e iniziare la loro discesa verso il drago, ancora nascoste dalle esplosioni di luce. Una pioggia di centinaia di quelle armi, che questa volta non avrebbero tentato di intrappolare il mostro, ma di trafiggere il suo gigantesco corpo più e più volte. La luce incandescente avrebbe tentato di perforare la carne, ustionandola, e una volta a contatto con essa ogni catena avrebbe sprigionato la sua elettricità, per riversarla all'interno di quell'organismo nato nella corruzione.
    La sua dea l'aveva benedetta, scacciando da lei ogni dubbio, ogni perplessità, ogni desiderio di qualcosa di più, lontana dal Grande Tempio. Toccava lei ora brandire la saetta deicida e abbattere con essa i suoi nemici, purificando quelle anime e, così, salvandole da quell'abisso in cui erano precipitate.

    Attorno a lei i fotoni vibrarono di nuovo.
    Gli occhi del Leone erano di nuovo aperti, riutilizzando ciò che avevano visto, adattandolo alla battaglia che doveva combattere. Il corpo di Andrea venne ricoperto dall'emanazione più pura del Keraunos, una sorta di seconda corazza crepitante, come quella che aveva visto indossare ad Aleksander Seraf. Plasmarla le venne naturale come respirare, anche se non l'aveva mai fatto prima.
    Ma Andrea non si fermò. Il Keraunos continuò a scorrere, superando il suo corpo. Nel suo arsenale c'era una tecnica simile, il Lightning Crown, una lama di luce capace di tagliare ogni cosa, avvolta attorno al suo braccio. Ma, questa volta, Andrea stessa sarebbe diventata la lama.
    Venne avvolta da luce e da elettricità, simile alle stesse catene che piovevano dal cielo, controllando con precisione il suo stesso movimento, mischiandosi alle altre – più piccole – armi. Anche lei avrebbe seguito la stessa traiettoria delle prime, piombando sul drago dopo che queste avessero, almeno così sperava, sfondato ogni difesa. Lei stessa sarebbe diventata una catena dalla punta di luce finissima, un laser capace di sezionare la carne con precisione. Avrebbe mirato al collo del drago, per decapitarlo di netto.
    L'elettricità la circondava; anche se non fosse riuscita nel suo intento avrebbe comunque liberato quelle saette, per ustionare il punto colpito e provocare danni ingenti al suo sistema nervoso.
    Atena non amava le armi, lo sapeva. Ma queste in guerra erano necessarie, e Andrea, per lei, ne sarebbe diventata una.
    La più distruttiva e pericolosa di tutte.

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    Energia ~ Suprema+.
    Cloth ~ Gold Leo - VII - indossata.
    Condizioni ~ Scossa dal danno mentale, danno spirituale intenso.
    Abilità ~ Keraunos

    Il Keraunos, nel tempo, ha assunto molti nomi. Che venga chiamato Fulmine Sacro o Saetta Deicida questo elemento è potenzialmente devastante, pericoloso sia per gli umani che per le stesse divinità. Perché non cadesse nelle mani sbagliate Atena, dopo averne sottratto un frammento a Zeus, lo donò ai suoi cavalieri del Leone, perché lo custodissero e lo utilizzassero per illuminare la via degli uomini.
    Andrea è stata l'ultima a ottenere questo dono, che come tutti i cavalieri di Leo le consente di controllare il fulmine in ogni suo aspetto. Maestra dell'elemento elettrico, è in grado di manipolarlo per dare vita a scosse, fulmini, tempeste elettrostatiche, capaci di paralizzare le parti colpite, causare danni al sistema nervoso o provocare bruciature, fino a stordire i suoi nemici. {Elettricità}
    Il Keraunos le permette un controllo tale del fulmine da poterlo manipolare persino nelle sue più piccole manifestazioni, i fotoni, le particelle minime del campo elettromagnetico. Questo le dona la capacità di controllare anche la luce in tutte le sue forme, potendo dare vita a fenomeni ottici così luminosi da danneggiare la retina dei suoi avversari, ma anche di poterla condensare per dare vita a raggi concentrati e taglienti, fino anche a emulare la vita creando delle lame rudimentali o degli scudi di luce. Inoltre, sfruttando la rifrazione, sarà possibile per Andrea nascondersi in piena vista, ottenendo un effetto simile, ma non altrettanto perfetto, all'invisibilità. {Luce}
    Il Fulmine Sacro, in virtù della sua origine divina, le permette di difendersi contro ciò che normalmente colpirebbe la maggior parte dei cavalieri. I suoi effetti non si fermano alla sola materia. Il Keraunos, infatti, le permette di danneggiare e di proteggersi da costrutti spirituali e dagli attacchi capaci di colpire l'anima. {Capacità di contrastare gli attacchi portati con Spirito}
    Tra le doti che le garantisce la Saetta vi è quella di poter, con la sua luce, guarire le ferite degli uomini. Andrea può lenire sia le ferite altrui che le proprie, permettendole, una volta a duello, di guarire un unico tipo di danno, purché non sia così profondo da essere fatale. In questo modo è possibile, per Andrea, protrarre il combattimento fin dove non sarebbe possibile altrimenti. {Guarigione}
    Tutti gli attacchi portati dal cavaliere del Leone, in virtù della potenza del Keraunos, risulteranno più potenti del normale, potendo lei richiamare più cosmo con minore dispendio di forze. Questo le consente un vantaggio tattico nei confronti di numerosi nemici, dovendo questi, a parità di forze, sforzarsi di più per generare attacchi pari ai suoi. {Cosmo Straordinario}


    Illuminazione Cosmica

    Se il cavaliere della Vergine è quello più vicino agli dei, quello del Leone è da sempre il più vicino alla natura. Andrea possiede una sorta di empatia portata all'estremo, che le consente di percepire il cosmo in ogni cosa, sia questo negli uomini, negli animali o negli oggetti inanimati. É in grado di intuire anche la più flebile traccia cosmica, ottenendo più informazioni di quanto non sarebbe normalmente possibile. {Percezione Straordinaria}
    Inoltre, facendo risuonare il suo cosmo con la natura, Andrea è in grado di aizzare o di quietare l'ambiente circostante, per esempio potendo addomesticare anche la belva più feroce, per renderla innocua e una fedele compagna. {Empatia con la Natura}
    Andrea è così abile nel percepire le anche minime alterazioni nel cosmo che sarà più difficile, per lei, cadere vittima di illusioni ambientali o di simili alterazioni sensoriali. Ciò le permette di uscirne più facilmente, di percepire di essere caduta in un inganno e di restare lucida mantenendo la percezione del mondo circostante. {Capacità di contrastare le Illusioni Ambientali}
    I suoi sensi sono così sviluppati da essere dotata di un istinto che le consente di rendere le sue difese o i suoi attacchi particolarmente precisi ed efficaci. È difficile prenderla di sorpresa, e per lei è sempre possibile variare le sue tecniche per renderle più adatte al cosmo dell'avversario e agli attacchi che si trova a fronteggiare. {Difese e attacchi più precisi}
    Tuttavia non solo può migliorare le proprie offensive e le proprie difese, ma persino emulare quelle dei suoi avversari. Purché non siano poteri a lei totalmente estranei, come quelli spirituali o illusori, Andrea sarà in grado di imitare le tecniche altrui, creandone di simili a partire dai poteri di cui lei dispone. Le sarà possibile, in questo modo, dare vita ai colpi più disparati, imitandone le caratteristiche e funzionamento, ma sempre utilizzando come base il proprio cosmo, la luce o l'elettricità. {Capacità di emulare le tecniche altrui}
    L'ultimo potere che le garantisce la sua empatia cosmica è quella di, facendo risuonare il proprio cosmo con quello avversario, tentare di prendere il controllo dei suoi costrutti per un turno. Potrà, in questo modo, appropriarsi di essi, muoverli, fino a persino fargli attaccare il loro stesso creatore. La sua capacità di entrare in contatto con tutte le emanazioni cosmiche le consente, in questo modo, di influenzare tutti quei costrutti non estemporanei, comprese anche le armi cosmiche. {Capacità di controllare i costrutti altrui}
    Come tutti i cavalieri, raggiunto un certo livello, Andrea ha sbloccato la capacità di comunicare telepaticamente, senza bisogno di parole, potendo trasmettere i propri pensieri direttamente alla mente dell'interlocutore. {Telepatia}
    Inoltre, come tutti i cavalieri di Atena, la sua fede nei confronti della sua dea è così grande che, invocandola, sarà possibile per Andrea continuare a combattere per un intero turno quando ormai allo stremo. La sua devozione, infatti, le garantirà la possibilità di potersi ancora muovere e di poter superare quelle condizioni che normalmente glielo impedirebbero, come illusioni, ferite debilitanti, stanchezza estrema o altro. {Favore di Atena}


    Tecniche ~ /
    Riassunto ~ ENUMA ELISH *coff*
    Mi difendo dal mega morso con un balzo in alto per spostarmi in modo da non essere divorato ma che mi arrivi una testata, frapponendo prima una difesa di luce e elettricità. Alla fine qualcosa passa, Andrea subisce danni spirituali e viene sbalzata ancora più in alto. Crea quindi delle esplosioni di luce non lesive in ogni singolo punto che non sia il drago, per disorientarlo e rendere tutto una distesa di luce (diversivo). Poi plasma un'infinità di catene da fargli piovere addosso, perforando con luce e sprigionando poi elettricità nella carne (attacco debole). Andrea diventa quindi un Lightning Crown vivente, anche lei sotto forma di catena, dirigendosi verso il collo del drago, sempre per perforare e sprigionare elettricità (attacco forte).
    Segnalo che gli eventuali bonus energetici sono tutti sull'aumentare il gradiente distruttivo dell'elettricità.


    Edited by Wild Youth - 12/7/2020, 00:30
     
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    Oneiros l'eterno, Il Tessitore di Sogni.

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    We Can Be Heroes - IX


    La guerra infondo non era cambiata, così come il prezzo che chiedeva a coloro che vi si trovavano invischiati. Una tempesta perfetta che avvolgeva ogni cosa, divorando i guerrieri come gli innocenti senza fare distinzioni. Per certi versi, assieme alla morte, la guerra era una delle grandi livelle che attraverso la storia equiparava tutti gli esseri viventi davanti alla sua terrificante crudeltà. La corruzzione, pur nella sua scocenrtante unicità, non era diversa da una delle tante guerre che c'erano state nel corso dei secoli e persino meno sanguinosa rispetto ad altre ma anch'essa parte di una milleniara lotta tra entità disinteressate alla sorte dei mortali. Persino quel terribile mostro che cercava di divorarli, alla fine, non era altro che l'ennesima vittima di quel perverso gioco, una bambina che si era trovata in mezzo ad un gioco più grande di lei, risucchiata da una spirale senza fine di violenza che l'aveva trasformata in quel terribile mostro di tenebre e morte. Era quasi fragile, nonostante la ruggente potenza che emanava il suo nero cosmo, gli occhi colmi di lacrime e la voce spezzata dal dolore.

    Povera piccola Therese.

    Il cosmo del leone, fino a quel momento ruggente, si acquietò facendo sparire le posssenti braccia di energia che si estendevano alle sue spalle. Respirò a fondo, calmando il battito cardiaco e riprendendo fiato dopo il grande sforzo sostenuto. Impose su di se una mano, energia dorata cominciò a scorrere pacata e dolce, mentre le ferite sul corpo del lemuriano si chiudevano e la stanchezza abbandonava il suo corpo. Il keraunos non era solo un modo per distruggere, era anche fonte di vita, una panacea per il dolore del corpo e della mente. Si spostò alle spalle dei due, senza avvicinarsi, non voleva interrompere quel momento. Era qualcosa di intimo, di riservato a due persone la cui storia era a lungo stata legata e che ora finalmente stava per concludersi. Si limitò a lasciar scorrereil cosmo affinché avvolgesse Bartolomeo così come prima aveva avvolto lui, curandone il corpo e forse anche il dolore per ciò che stava accadendo. La battaglia d'altronde non si era davvero conclusa. Percepiva che Andrea stava affrontando un nemico egualmente terribile e potente e la forza dei cavalieri di Athena sarebbe stata nuovamente messa alla prova. Sarebbero stati pronti, lo erano sempre.




    re santo del leone
    THE GOLDEN FANG

    narrato | parlato | pensato | °telepatia°


    byCkkPB
    NOME » Aleksander Seraf
    ENERGIA » Nera
    CASTA » Saint di Atena
    ARMATURA » Keraunos Battle Armor (VII)
    STATUS FISICO » Ferite fisiche di media entità, danni spirituali.
    STATUS MENTALE » Scosso
    STATUS ARMATURA » N/A

    NOTE » Curo me e Bart e assisto alla scena. Scusate il post striminzito ma è stato un periodaccio con la consegna della tesi.

    ABILITÀ »

    TECNICHE »


    Layout realizzato da Sagitta per il Saint Seiya Final
     
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    Protogenos of Death

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    M
    entre le vostre ferite stanno rimarginandosi grazie alla sacra luce, una rossa esplosione vi travolge con una violenza incredibile.

    E' come se tutta la forza della corruzione si fosse scatenata in un sol punto ed in un sol istante.

    Quando il bagliore cremisi si dissolve, notate un uomo.
    E' alto e possente, vestito di un lungo cappotto, dal volto segnato da alcune cicatrici e con piccoli occhiali che coprono gli occhi.
    Non sembra emanare energia cosmica, sembra invence in grado di assorbire quella che lo circonda.

    Alla sua destra fluttua il cadavere di Therese, mentre alla sua sinistra fluttua il corpo di Andrea.

    "Povere cara Therese, così promettente... così debole. Tuttavia la fortuna è stata benevola e mi ha fornito un nuovo contenitore per il potere che ti ho donato."

    Si rivolge con una compassione evidentemente colma di sarcasmo e di disprezzo.
    L'energia corrotta inizia a muoversi dal cadavere della ragazza ad Andrea, ma appena ne tocca il corpo, una nuova esplosione sconvolge l'ormai martoriato campo di battaglia.

    Dal corpo della giovane leonessa si solleva come mosso da una forza invisibile e sprigiona una quantità incredibile di Keraunos che scaglia lontano l'uomo ed il cadavere di Therese.

    Il cielo oscuro attorno a voi si inizia a scuotere.
    Le stelle sembrano più luminose ed in grado di perforare le nubi cariche di dolore e disperazione... ma faticano a disperderne l'oscurità.

    L'uomo, che non sembra essere stato particolarmente danneggiato dall'impatto, se non nell'orgoglio, si solleva e si prepara ad un nuovo e devastante attacco.

    Eppure, una scintilla di speranza inizia ad illuminare la strada...

    y8k159l

    Rieccomi, scusate l'attesa :yeye:

    Arriva Karl con un'esplosione di corruzione a energia divina.
    Recupera il cadavere di Therese per estrarne l'energia corrotta e metterla in Andrea, ma nuova esplosione che rimette in gioco Andrea (che ora ha l'energia suprema).
    X Andrea: sei Energia Suprema, fatichi però a controllare tanta energia. La fatica non interferisce con la tua capacità di combattimento ma rende meno agevoli cose tipo precisione etc...

    Decidete come muovervi.

    Non vi do scadenze dato il periodo e dato il mio ritardo, in base a come vi muovete il vostro sarà il penultimo post prima della prossima e finale fase.

    A voi!:zizi:
     
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    « Fukushima »
    ~

    Il Keraunos si abbatté, crepitante, sulla corruzione.
    Ad Andrea parve di star distruggendo una superficie molle, putrescente, dai deboli legami molecolari. Qualcosa di viscido, come un tumore. La Sacra Saetta ne fece scempio, e tutto attorno a lei rimase solo odore di aria bruciata.
    Fu, in un certo senso, liberatorio. Ad Andrea parve di star sottraendo qualcosa a quel male, persino di riuscire a recuperare dei pezzi di sé che non sapeva nemmeno di aver perduto. Aveva guardato negli occhi la bestia, non aveva abbassato lo sguardo – e l'aveva abbattuta. Il drago lanciò un ruggito sofferente mentre le catene penetravano nelle sue carni e le straziavano.
    Sotto quel grido disperato la stessa dimensione corrotta in cui Andrea si trovava parve tremare. Ne vedeva l'uscita, ora. Non era più un labirinto inespugnabile. L'aiuto della sua dea le aveva donato la forza non per scorgere una via di fuga, ma per crearsene una. E, con essa, era riuscita a riconquistare la sua anima, così martoriata dall'influenza oscura che Karl aveva esercitato su di lei.
    , pensò esultante mentre le saette deflagravano e consumavano il suo nemico. Ho ritrovato la mia anima.
    Ma ciò che era stato del suo corpo... quello lo ignorava.

    I suoi occhi erano pesanti come macigni.
    Gli stimoli arrivarono confusi al suo sistema nervoso, sovraccaricandola di informazioni che non era in grado di decifrare. Anche respirare le provocava un dolore immenso, i suoi polmoni faticavano a contenere l'ossigeno e ogni boccata d'aria era un tormento.
    Parole confuse le arrivarono alle orecchie, il suo corpo che ancora faticava ad accogliere la sua anima; i sensi del Leone la avvertivano di tre presenze attorno a lei. Due compagni e un nemico. Tentò di rialzarsi per riunirsi a loro, ma era come paralizzata.
    Non era solo lo shock, pensò. Qualcosa la teneva bloccata, fluttuante a qualche metro da terra. Cercò di scuotersi quella presenza di dosso, ma il suo Cosmo non rispondeva più ai suoi comandi. Nella dimensione corrotta era riuscita a raggiungere Atena e lei l'aveva protetta, ma ci voleva del tempo perché questo avvenisse anche nel mondo reale. Si ritrovò ancora una volta a pregarla, a confidare nel suo aiuto.
    Sapeva che non l'avrebbe abbandonata. E così fu. Una presenza familiare calò su di lei come un rapace, un'influenza che ormai aveva iniziato a conoscere: la Corruzione. Karl stava tentando ancora una volta di soggiogarla e di deformarla fino all'orrore.
    Ma questa volta sarebbe rimasta salda. Non sarebbe diventata un mostro, non quando aveva di fianco a sé i suoi compagni, non quando Atena vegliava su di lei.
    Non appena la Corruzione la toccò Andrea urlò. Un urlo primordiale, un urlo di guerra. Non glielo avrebbe lasciato più fare.
    Il Keraunos esplose, e la Leonessa tornò a ruggire.

    e4PFn71


    Le saette reagirono alla corruzione incendiando l'aria e facendo tremare la terra.
    Il suo intero corpo fu scosso dal risvegliarsi del Keraunos; in un battito di ciglia fluì dal suo corpo come un fiume in piena, proteggendolo nel punto in cui Karl voleva innestare in lei quel male. Faticava a controllare quella quantità di Cosmo: si sentiva un contenitore traboccante, in cui tuttavia l'acqua continuava a scorrere.
    Seppe d'istinto, in quel momento, che la sua potenza era diventata pari a quella del Gran Sacerdote e del Lawos. La sua dea le aveva concesso quel dono, intuendo che quei due guerrieri dovevano aver combattuto a lungo contro Therese.
    Toccava a lei, si disse. Doveva plasmare il fuoco che le scorreva dentro, riversarlo senza freni contro Karl, con un impeto che avrebbe reso inutile un controllo preciso su di esso. Spettava ad Andrea il compito di sfondare le difese nemiche, come un ariete.
    Si rialzò in piedi e nei suoi occhi c'era spazio solo per pura determinazione. Quella stessa determinazione con cui aveva resistito alla manipolazione di Karl: la sua saldezza mentale era stata scalfita – ma non distrutta.
    « Aleksander. Bartolomeo. La nostra Dea sta attraversando gli oceani dello spazio e del tempo per raggiungerci. Che i nostri cosmi siano per lei la Stella Polare. » Si rivolse a loro restando salda, l'armatura splendente addosso. Le immagini che Karl le aveva mostrato non erano che un tarlo nella sua mente, qualcosa da accantonare e da dimenticare il prima possibile. La guerra non avrebbe perdonato distrazioni.
    La guerra reclamava ogni atomo di Andrea: lei non si sarebbe tirata indietro.

    Fu così che il suo cosmo esplose.
    Il suo corpo bruciava, non abituato a gestire un potere del genere. Strinse i denti mentre la sua mente riviveva attimi di una vita non sua, appartenenti al maestro che stava a pochi passi da lei. Anche lui, molto tempo prima, aveva attinto al potere della dea per fronteggiare una minaccia senza precedenti. Con Andrea c'era il suo esempio. Non poteva deluderlo. Non poteva deludere nessuno.
    Rinunciò all'idea di controllare il suo cosmo. Lo lasciò fluire, lasciando che abbandonasse il suo corpo e che riempisse l'aria sotto forma di elettricità statica. Gli occhi del leone guidarono la sua memoria muscolare, concentrandosi sul suo obiettivo: su Karl. Quando il suo cosmo avesse raggiunto ogni angolo attorno alla sua preda, allora Andrea si sarebbe mossa.
    Avrebbe intessuto l'elettricità e la luce per dare vita a delle frecce simili a quelle create da Achille, cavaliere di Sagitter. Queste, però, sarebbero state più grezze, più rudimentali, troppo numerose perché Andrea riuscisse a plasmarle con precisione assoluta. Dei laser di luce estremamente concentrata, all'interno della quale scorreva puro Keraunos. Dei dardi che la Leonessa avrebbe creato nello stesso istante, circondando Karl con un'infinità di essi. Sarebbero stati lunghi una cinquantina di centimetri, avvolgendo però l'intero campo di battaglia per più di cento metri. L'unico controllo che avrebbe esercitato su di essi sarebbe stato quello necessario per non intralciare i suoi stessi compagni e i loro attacchi.
    Queste frecce non sarebbero partite da lei ma direttamente in aria, attorno al tedesco, in una sorta di cupola di luce ed elettricità pronta a franargli addosso.

    La velocità che le garantiva quel nuovo potere la sorprese.
    In un attimo creò quella pioggia di frecce, in quello successivo queste sarebbero precipitate addosso a Karl. Andrea voleva perforare la sua carne con quei dardi di luce calda, facendo poi fluire nel suo corpo una quantità immensa di elettricità. Sperava così di danneggiare il suo simulacro mortale, ma anche di rendergli più difficoltoso il movimento quando la saetta avrebbe colpito i suoi nervi.
    Ma non si sarebbe fermata a quell'attacco. Sapeva che Karl si sarebbe difeso, per cui avrebbe tentato fin da subito di forzare qualunque scudo avrebbe frapposto non solo tra lui e il suo attacco, ma anche tra quelli dei suoi compagni.
    Un terzo delle sue frecce, le ultime a cadere su di lui, non avrebbero mirato a penetrarlo. Queste sarebbero infatti esplose quando l'avrebbero raggiunto, liberando in questo modo il cosmo, l'elettricità e la luce da cui erano formate. Non più delle frecce, ma delle vere e proprie bombe con cui indebolire un'eventuale barriera e coprire con il loro fragore l'attacco di Aleksander e di Bartolomeo. Era quella la determinazione dell'umanità, era quello ciò che li distingueva dalla Corruzione.
    Non avrebbero ceduto. Perché, per i Saint, una sola sconfitta equivaleva a consegnare il mondo in mano a minacce terribili. Era sempre stato così. Loro non avrebbero mai perso. Perché erano i difensori della terra, combattevano guerre fin dalla notte dei tempi. Il fallimento non era mai stato contemplato.
    Non avrebbero arretrato di un millimetro.

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    Energia ~ Suprema.
    Cloth ~ Gold Leo - VII - indossata.
    Condizioni ~ Scossa dal danno mentale, danno spirituale intenso.
    Abilità ~ Keraunos

    Il Keraunos, nel tempo, ha assunto molti nomi. Che venga chiamato Fulmine Sacro o Saetta Deicida questo elemento è potenzialmente devastante, pericoloso sia per gli umani che per le stesse divinità. Perché non cadesse nelle mani sbagliate Atena, dopo averne sottratto un frammento a Zeus, lo donò ai suoi cavalieri del Leone, perché lo custodissero e lo utilizzassero per illuminare la via degli uomini.
    Andrea è stata l'ultima a ottenere questo dono, che come tutti i cavalieri di Leo le consente di controllare il fulmine in ogni suo aspetto. Maestra dell'elemento elettrico, è in grado di manipolarlo per dare vita a scosse, fulmini, tempeste elettrostatiche, capaci di paralizzare le parti colpite, causare danni al sistema nervoso o provocare bruciature, fino a stordire i suoi nemici. {Elettricità}
    Il Keraunos le permette un controllo tale del fulmine da poterlo manipolare persino nelle sue più piccole manifestazioni, i fotoni, le particelle minime del campo elettromagnetico. Questo le dona la capacità di controllare anche la luce in tutte le sue forme, potendo dare vita a fenomeni ottici così luminosi da danneggiare la retina dei suoi avversari, ma anche di poterla condensare per dare vita a raggi concentrati e taglienti, fino anche a emulare la vita creando delle lame rudimentali o degli scudi di luce. Inoltre, sfruttando la rifrazione, sarà possibile per Andrea nascondersi in piena vista, ottenendo un effetto simile, ma non altrettanto perfetto, all'invisibilità. {Luce}
    Il Fulmine Sacro, in virtù della sua origine divina, le permette di difendersi contro ciò che normalmente colpirebbe la maggior parte dei cavalieri. I suoi effetti non si fermano alla sola materia. Il Keraunos, infatti, le permette di danneggiare e di proteggersi da costrutti spirituali e dagli attacchi capaci di colpire l'anima. {Capacità di contrastare gli attacchi portati con Spirito}
    Tra le doti che le garantisce la Saetta vi è quella di poter, con la sua luce, guarire le ferite degli uomini. Andrea può lenire sia le ferite altrui che le proprie, permettendole, una volta a duello, di guarire un unico tipo di danno, purché non sia così profondo da essere fatale. In questo modo è possibile, per Andrea, protrarre il combattimento fin dove non sarebbe possibile altrimenti. {Guarigione}
    Tutti gli attacchi portati dal cavaliere del Leone, in virtù della potenza del Keraunos, risulteranno più potenti del normale, potendo lei richiamare più cosmo con minore dispendio di forze. Questo le consente un vantaggio tattico nei confronti di numerosi nemici, dovendo questi, a parità di forze, sforzarsi di più per generare attacchi pari ai suoi. {Cosmo Straordinario}


    Illuminazione Cosmica

    Se il cavaliere della Vergine è quello più vicino agli dei, quello del Leone è da sempre il più vicino alla natura. Andrea possiede una sorta di empatia portata all'estremo, che le consente di percepire il cosmo in ogni cosa, sia questo negli uomini, negli animali o negli oggetti inanimati. É in grado di intuire anche la più flebile traccia cosmica, ottenendo più informazioni di quanto non sarebbe normalmente possibile. {Percezione Straordinaria}
    Inoltre, facendo risuonare il suo cosmo con la natura, Andrea è in grado di aizzare o di quietare l'ambiente circostante, per esempio potendo addomesticare anche la belva più feroce, per renderla innocua e una fedele compagna. {Empatia con la Natura}
    Andrea è così abile nel percepire le anche minime alterazioni nel cosmo che sarà più difficile, per lei, cadere vittima di illusioni ambientali o di simili alterazioni sensoriali. Ciò le permette di uscirne più facilmente, di percepire di essere caduta in un inganno e di restare lucida mantenendo la percezione del mondo circostante. {Capacità di contrastare le Illusioni Ambientali}
    I suoi sensi sono così sviluppati da essere dotata di un istinto che le consente di rendere le sue difese o i suoi attacchi particolarmente precisi ed efficaci. È difficile prenderla di sorpresa, e per lei è sempre possibile variare le sue tecniche per renderle più adatte al cosmo dell'avversario e agli attacchi che si trova a fronteggiare. {Difese e attacchi più precisi}
    Tuttavia non solo può migliorare le proprie offensive e le proprie difese, ma persino emulare quelle dei suoi avversari. Purché non siano poteri a lei totalmente estranei, come quelli spirituali o illusori, Andrea sarà in grado di imitare le tecniche altrui, creandone di simili a partire dai poteri di cui lei dispone. Le sarà possibile, in questo modo, dare vita ai colpi più disparati, imitandone le caratteristiche e funzionamento, ma sempre utilizzando come base il proprio cosmo, la luce o l'elettricità. {Capacità di emulare le tecniche altrui}
    L'ultimo potere che le garantisce la sua empatia cosmica è quella di, facendo risuonare il proprio cosmo con quello avversario, tentare di prendere il controllo dei suoi costrutti per un turno. Potrà, in questo modo, appropriarsi di essi, muoverli, fino a persino fargli attaccare il loro stesso creatore. La sua capacità di entrare in contatto con tutte le emanazioni cosmiche le consente, in questo modo, di influenzare tutti quei costrutti non estemporanei, comprese anche le armi cosmiche. {Capacità di controllare i costrutti altrui}
    Come tutti i cavalieri, raggiunto un certo livello, Andrea ha sbloccato la capacità di comunicare telepaticamente, senza bisogno di parole, potendo trasmettere i propri pensieri direttamente alla mente dell'interlocutore. {Telepatia}
    Inoltre, come tutti i cavalieri di Atena, la sua fede nei confronti della sua dea è così grande che, invocandola, sarà possibile per Andrea continuare a combattere per un intero turno quando ormai allo stremo. La sua devozione, infatti, le garantirà la possibilità di potersi ancora muovere e di poter superare quelle condizioni che normalmente glielo impedirebbero, come illusioni, ferite debilitanti, stanchezza estrema o altro. {Favore di Atena}


    Tecniche ~ Lightning Break

    Tecnica imparata dal cavaliere di Sagitter, il più vicino, storicamente, a quello di Leo. Con un movimento a spirale Andrea darà vita a un numero variabile di frecce, o poche e precise o, più spesso, moltissime. Si presenteranno esteticamente come dardi, anche se, in realtà, non saranno altro che laser di luce concentrata e al massimo calore raggiungibile, percorsi da una forte corrente elettrica. Andrea riuscirà a controllare tutte queste frecce, grazie alla sua capacità di portare attacchi più precisi, una per una, potendo modificare la loro traiettoria di partenza, estensioni del suo Cosmo che potranno allungarsi per decine di metri prima di raggiungere il loro obiettivo. Questa capacità di muoverle mentre saranno ancora in volo consentirà ad Andrea di inseguire il nemico nel caso in cui questo si sposti dalla sua posizione originale, ma non permetteranno ai dardi di ricercare attivamente il loro bersaglio nel caso in questo fosse invisibile o nascosto, potendo controllarle attivamente solo il cavaliere del Leone. L'attacco può essere portato ad area oppure concentrato verso un solo punto. In caso di successo le frecce potrebbero arrivare ad attraversare la carne del bersaglio, causando ferite da perforazione e bruciature provocate dall'intenso calore della luce e dell'elettricità che si scaricherebbe dentro di esse. [img] {Tecnica emulata + Luce + Elettricità + Cosmo Straordinario}


    Riassunto ~ Andrea usa il Lightning Break facendo spawnare le frecce tutto attorno a Karl, per un centinaio di metri a cupola su di lui. I primi due terzi di esse sono classiche, laseroni che tentano di penetrare la carne e di rilasciare elettricità (AF). L'ultimo terzo, invece, esploderà in prossimità di Karl, liberando l'elettricità e la luce attorno al suo corpo, prevedendo Andrea un qualche tipo di barriera da dover far saltare e per distrarlo, agevolando gli attacchi dei compagni (AD).
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    We Can Be Heroes: Fukushima

    La delicata fermezza di quel gesto fu straziante. La testa di Therese si torse con uno scatto innaturale, rimanendo sempre appoggiata al petto di Bart scosso dal pianto.
    E inevitabilmente lo schiocco arrivò.
    Un rumore terribile, che devastò l’anima e il cuore del gigante in un modo così profondo e intimo da lasciare una cicatrice indelebile. Una cicatrice non visibile dall’esterno, ma che avrebbe tormentato il Gran Sacerdote per il resto della sua vita.
    Con delicatezza, appoggiò la mano destra sulla testa della ragazza e si aiutò con la sinistra per adagiarla delicatamente al suolo. Sembrava stesse maneggiando un cristallo d’inestimabile valore, tanto erano la cura e l’amore riservati a quel gesto. Guardò il corpo esanime per qualche secondo, così da imprimersi nel profondo del suo animo ciò che era appena accaduto. Infine le abbassò dolcemente le palpebre, rimaste socchiuse anche dopo la morte, pregando che Therese potesse trovare nell’aldilà quella pace che le era stata negata nel mondo terreno.
    A quel punto, dopo l’estremo rispetto tributato alla ragazza che aveva appena ucciso con le sue stesse mani, qualcosa nel suo spirito da guerriero si ruppe definitivamente. Le ginocchia si poggiarono con un tonfo sordo dal suolo, mentre le braccia si lasciarono andare penzoloni lungo il corpo. Inspirò ed espirò con forza, per cercare di riguadagnare un controllo che, però, ormai era del tutto perso.

    us11kEt
    AAAAAH!

    Un urlo di dolore e disperazione sovrastò tutto ciò che lo circondava, conseguenza di quell’azione così tremendamente necessaria quanto ingiusta. Un urlo al cielo che voleva maledire tutto e tutti per l’accaduto e, allo stesso tempo, chiedere perdono alla Dea e ai suoi cari per quella terribile azione. Il cosmo dorato seguì l’umore del suo Cavaliere, avvampando con una disperazione tale da poter essere percepito distintamente anche a grande distanza.
    Purtroppo, a volte, è necessario fare delle scelte. Scelte così difficili che tormentano i nostri più spaventosi incubi. Sempre più spesso da quando era diventato Gran Sacerdote, il Toro aveva dovuto imparare molto in fretta a sorreggere pesanti fardelli sulle sue spalle. Non che la sua vita fosse sempre stata rose e fiori, tutt’altro, ma la guida del Grande Tempio era una responsabilità che poteva facilmente schiacciare chiunque sotto il suo tremendo peso. E la terribile decisione di aiutare Therese a liberarsi dalla Corruzione, in quel modo tanto ingiusto quanto necessario, fu un macigno così pesante che quasi ebbe la meglio su quel gigante dal cuore buono.
    E quindi gridò. Gridò la sua rabbia e la sua disperazione a pieni polmoni. Prima a bocca spalancata, per liberare tutto ciò che aveva dentro, e poi a denti stretti, come a voler dimostrare una ritrovata determinazione senza precedenti. Percepì il cosmo di Aleksander unirsi al suo per dargli sollievo sia fisico che morale, ma non aveva ancora il coraggio di rivolgersi al Leone dopo quello che aveva fatto. Con un cenno del capo, lo ringraziò silenziosamente per quello che stava facendo per lui, per quel sostegno rispettoso che lo stava pian piano riportando alla realtà.
    Fu proprio in quel momento che il rinnovato vigore permise a Bartolomeo di stringere i pugni, come a dimostrare che voleva e doveva tornare a essere il guerriero di cui tutti in quel momento avevano bisogno. La battaglia non era ancora finita. Andrea e gli altri Cavalieri avevano bisogno di tutta la forza e la determinazione di cui il loro Gran Sacerdote era capace.
    Con quel ritrovato spirito combattivo e rinfrancato dal cosmo del Leone, il Toro alzò il ginocchio sinistro e puntò il pugno destro al suolo. Abbassò la testa come ulteriore segno di rispetto verso il corpo senza vita di Therese e si alzò per continuare a combattere in quella follia. Con un movimento lento si rimise in piedi, sporco di detriti e di sangue non solo suo. La sua imponente figura era nulla in confronto alla devastazione che avevano creato, così incontrollata da interessare chilometri e chilometri pregni di Corruzione tutt’intorno a loro.

    Stava per voltarsi verso Aleksander, quando un’improvvisa e violentissima esplosione scardinò ogni loro possibile convinzione su quella brevissima ma gradevole ritrovata calma apparente. Un’esplosione che li colse alla sprovvista, ma a cui Bart non avrebbe mai ceduto il passo.

    Aleksander!

    Gridò il nome dell’amico per metterlo in guardia, nell’improbabile caso in cui i Sensi del Leone avessero fatto cilecca. Poi, sfruttando la velocità della luce, si voltò verso l’epicentro dell’esplosione, incrociando le braccia di fronte al viso e abbassando la testa per assumere una posizione stabile e pronta all’impatto. Il cosmo creò una cupola protettiva in grado di contenere entrambi i Cavalieri, dando la possibilità al Leone di rafforzare ulteriormente quella difesa infondendoci anche il suo potere. Purtroppo non vi fu il tempo di imbastire una reazione più sofisticata, ma era decisamente meglio che prendersi in pieno l’esplosione.
    L’impatto con quell’inaspettata offensiva fu devastante, tanto da mettere subito in crisi una difesa cosmica creata dall’unione di due Cavalieri così potenti. La cupola scricchiolò, reggendo per qualche secondo la maggior parte di quella furia quasi divina, ma poi cedette sotto il peso dell’affondo. Bartolomeo rafforzò ancora di più la posizione delle sue braccia, contrastando l’onda d’urto con la sua forza e resistenza straordinarie. I suoi piedi sprofondarono nel terreno, tenaci nel non cedere nemmeno di un centimetro, ma la potenza fu tale che il gigante fu comunque scaraventato a qualche metro di distanza. Le parti non coperte dall’Armatura vennero inevitabilmente segnate da ferite ed escoriazioni più o meno profonde, ma era un piccolo prezzo da pagare per sopravvivere a quell’imboscata. Nonostante tutto, però, il gigante rimase in piedi, vigile e pronto a qualsiasi nuova minaccia. Sbatté gli occhi per scrutare la situazione e si maledì per vederci ancora così bene nonostante l’età (non perché fosse vecchio, eh, assolutamente no).
    Dal nulla, un uomo alto e possente – il che è tutto dire se pensato da Bart – ammantato da un lungo cappotto, fece la sua comparsa sul campo di battaglia. Man mano che i detriti si diradavano, altri particolari si rivelarono. Il nuovo arrivato era cosparso di cicatrici e non sembrava emanare cosmo, nonostante fosse impossibile non percepire la sua forza. Portava degli occhiali che gli davano un’aria che – nel contesto – era alquanto esilarante. Ciò che non faceva per niente ridere, invece, era il fatto che accanto a quel nuovo nemico fluttuavano i corpi di Therese e... Andrea?!

    Andrea, figliola.

    Il Gran Sacerdote la chiamò quasi per istinto, per sincerarsi delle sue condizioni, nonostante fosse palese che la ragazza non fosse del tutto cosciente. Per tutta risposta, lo spilungone – ignorando tutto e tutti – parlò fra sé, pronunciando due semplici frasi che fecero scattare una furia incontrollabile nell’animo di Bartolomeo. Per tutta risposta, il gigante cominciò a proferire parola in modo istintivo, alzando il tono della voce a ogni sillaba.

    Tu non hai nemmeno la più pallida idea di quello che ti farò prima che tu possa anche solo muovere un dito contro Andrea o Therese.

    Non gli interessava farsi sentire, ma voleva cementarsi quella convinzione innanzitutto nel suo cuore, prima di marchiarla a suon di pugni sulla faccia del nuovo arrivato. Non avrebbe mai permesso che il destino di Therese fosse semplicemente trasferito a qualcun altro, tanto meno che ad Andrea.

    Nessuno dovrà più subire quello che hai sofferto.
    La tua morte non sarà vana, Therese, lo giuro sulla mia stessa vita.


    Un pensiero che non era una promessa da marinaio. Bartolomeo avrebbe fatto di tutto per onorare quel sacrificio di cui lui stesso ne era stato il carnefice.
    Ma non ci fu alcun bisogno di un intervento immediato da parte del Toro. Eh no, Andrea lo aveva battuto sia sul tempo sia sulla violenza. Il corpo della giovane Leonessa, infatti, sembrò quasi illuminarsi per poi generare una nuova esplosione di cosmo accompagnata da un urlo così travolgente da sembrare un ruggito animale. Un attacco rivolto al nemico, che fu così potente da sbalzarlo lontano insieme al corpo senza vita di Therese.
    La guerriera, padrona del fulmine deicida, riprese lentamente coscienza, emanando un potere che Bart non aveva mai percepito in lei. Il suo cosmo era straordinario, possente e senza limiti. Sembrava di essere di fronte a un intervento divino, tanto era stato repentino quel cambiamento. Bartolomeo lo poteva sentire nel profondo del suo cuore, come se percepisse una mano materna sulla sua spalla per incoraggiarlo. Inoltre, se ci pensiamo bene, erano state molte le volte in cui i Cavalieri in missione in Giappone avevano invocato la Dea nel corso di quella battaglia contro la Corruzione.
    E, infatti, la conferma non tardò ad arrivare.
    Andrea pronunciò finalmente le sue prime parole da quando era ricomparsa, dimostrando che – quantomeno – stesse bene. Per di più, confermò che Atena era con loro e, anzi, si sarebbe unita a loro se fosse riuscita a ritrovare la strada per la loro dimensione. Non potevano deluderla e non lo avrebbero mai fatto.
    Forti di quella convinzione, i tre Cavalieri d’Oro avrebbero dato tutto se stessi per porre fine a quella follia chiamata Corruzione. A partire da quel nuovo nemico che Andrea sembrava conoscere. Infatti, fu proprio lei a scagliarsi per prima e con estrema determinazione contro quell’uomo. Dando fondo alla sua rinnovata energia, Andrea generò una moltitudine di lance di cosmo e Keraunos con l’obiettivo di devastare l’avversario. La Leonessa, però, fu così scaltra e astuta da non pensare solo al suo attacco. No, parte della sua offensiva aveva il chiaro scopo di confondere il nemico, dando così la possibilità al Toro e al Leone di sfruttare possibili punti deboli o disattenzioni.
    Non c’era tempo da perdere, anche considerando che i livelli di Corruzione stavano aumentando a dismisura. E Bartolomeo, il nostro caro e furioso guerriero che definirlo istintivo sarebbe stato un eufemismo, non se lo fece certo ripetere due volte. Strinse i denti per dare un primo sfogo a quella rabbia che gli era montata dentro, generando involontariamente un sorriso serio e agghiacciante. Era una maschera di determinazione e violenza, pronto a esplodere lasciandosi alle spalle ogni freno. Nella sua testa vi erano un turbinio di pensieri che non accennavano a quietarsi, frutto dello scontro con la povera Therese.
    A pensarci bene, infatti, fino a quel momento avevano riversato tutta la loro furia e la loro rabbia sulla persona sbagliata. Era ora di farla pagare alla persona giusta. Con la stessa moneta e con tutti gli interessi del caso.

    Il Toro scatenato, quindi, sfruttò la devastazione e la confusione generati dall’attacco di Andrea per partire ancora una volta alla carica. Avrebbe fatto subire a quel nuovo araldo della Corruzione la stessa violenza con cui ingiustamente aveva travolto Therese.
    Poggiò le mani a terra e, alla velocità della luce, sfrecciò come un centometrista verso il suo obiettivo. Grazie ai probabili detriti generati dalle lance della Leonessa, e sperando che l’uomo avesse fatto la fine di un puntaspilli umano, Bartolomeo avrebbe cercato di avvicinarsi il più possibile all’avversario per poi sbucare dalla nube di polvere come un Toro scatenato. Avrebbe mantenuto inizialmente una postura eretta, per poi flettere le ginocchia e spostare il baricentro verso il basso. Quello sarebbe stato il preludio di un violentissimo double leg takedown, con lo scopo di atterrare l’uomo senza diritto di replica. Il Gran Sacerdote avrebbe, infatti, agguantato il retro delle gambe avversarie – poco sopra il ginocchio – con entrambe le mani, per poi far entrare la spallata destra, alzare di peso il nemico e schiantarlo al suolo con una furia inarrestabile. Il peso del gigante, la sua forza e la sua Armatura avrebbero reso quel movimento tanto fluido quanto travolgente. Se tutto si fosse svolto come previsto, Bart si sarebbe trovato in posizione laterale di controllo, con il ginocchio sinistro sul ventre dell’uomo e la mano destra sul petto.
    Il principale obiettivo di quel primo affondo era proprio quello di cercare di immobilizzare il nemico a terra e trattenerlo in quella posizione per quello che sarebbe stato il vero attacco del Gran Sacerdote. In ogni caso, se il placcaggio non fosse andato pienamente a segno (e in condizioni normali), il successivo colpo – ossia il Titan’s Nova – sarebbe comunque stato lanciato a una possibile distanza ravvicinata per non lasciare alcun respiro allo scontro.
    Il Toro, digrignando i denti dalla furia, avrebbe quindi caricato il pugno destro tendendo i muscoli fino allo spasmo. Avrebbe concentrato il suo cosmo straordinario tanto da far ribollire la stessa aria che lo circondava, per poi scagliare un affondo dritto al volto dell’avversario.

    UabRTkP

    Un Titan’s Nova dritto nei denti, insomma, se tutto fosse andato ovviamente come sperato. Un attacco che non solo avrebbe avuto lo scopo di cercare di devastare completamente l’esistenza dell’uomo con la sua potenza cosmica – tremende esplosioni incluse – ma che avrebbe ribaltato letteralmente il campo di battaglia già martoriato dai precedenti scontri. La terra stessa si sarebbe spaventata a causa di tutta quella violenza, tanto da sollevarsi in grandi massi che avrebbero cercato di travolgere e destabilizzare ogni cosa. Il Toro, infine, avrebbe subito il naturale contraccolpo del suo stesso affondo per lasciarsi spostare dalla linea di tiro del fuoco amico.
    Il tutto per cercare d’inchiodare ancora di più il malcapitato corrotto sul posto e dare il via libera al terzo attacco: quello di Aleksander. Un perfetto lavoro di squadra, insomma, così spontaneo da rappresentare un vero orgoglio per il Gran Sacerdote di Atene.

    Questo è per te, Therese.

    Sperando che lo spirito della ragazza potesse percepire i suoi pensieri, Bart le rivolse quel primo e sincero omaggio. Non si sarebbe mai perdonato di averle tolto la vita, quello era certo, ma proprio per quel motivo non l’avrebbe mai dimenticata.
    Anche se era una redenzione impossibile, da qualche parte bisognava pur cominciare, no?

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    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    Bart cerca di riprendersi come può dalla morte di Therese, causata dalle sue stesse mani. Ringrazia silenziosamente le cure di Alek, ma poi l’ennesimo colpo di scena distrugge quell’apparente pace ritrovata.
    Genera, quindi, una cupola di cosmo per avvolgere entrambi, dando la possibilità al Leone di rinforzarla. Si crea uno scontro tra “suprema al quadrato” vs divina, che porta alla distruzione della cupola difensiva, ma a un contenimento dei danni.
    Nel frattempo Andrea si riprende, avvisa i compagni della Dea e attacca Karl. Bart, furioso come non mai dopo gli avvenimenti di Therese, sfrutta il caos creato dalla Leonessa (Assist/Diversivo) per accorciare la distanza. L’obiettivo è di placcare il nemico per inchiodarlo a terra (Attacco Debole) e scatenare un travolgente Titan’s Nova nei denti di Karl (Attacco Forte, che permetterà anche a Bart di levarsi dalla linea di tiro del fuoco amico di Alek).
    Il tutto per dare la possibilità ad Alek di scagliare il suo attacco contro un nemico bello fermo in un punto preciso.
    Ho specificato che anche se il placcaggio non andasse del tutto a buon fine il Titan’s Nova partirebbe comunque senza lasciare respiro, per cercare in ogni caso di far molto male e limitare i movimenti di Karl (con una probabile minore efficacia tattica e offensiva). In poche parole, il placcaggio non è requisito necessario per il Titan’s Nova, ma ovviamente ne accrescerebbe di molto l’efficacia.


    Condizioni:
    Moralmente devastato da ciò che ha fatto a Therese.
    Il corpo si è parzialmente ripreso grazie alle cure di Alek, ma ha subito ferite e abrasioni nelle parti scoperte dall’Armatura a causa dell’attacco di Karl.
    Armatura lievemente incrinata.


    Tecniche:
    Great Wall:
    [Effetto Secondario: Terra]
    Cosa c'è di meglio per schernire l'avversario se non incassare tutti i suoi colpi senza erigere alcuna difesa?
    Solitamente Bartolomeo predilige sfruttare la sua inesauribile resistenza fisica per logorare e scoraggiare i nemici intenti a combatterlo. In situazioni estreme, però, è sempre meglio avere un piano di riserva. Tale piano è proprio il Great Wall, un muro eretto dal cosmo abnorme del Cavaliere del Toro che si disporrà a difesa del suo creatore. La grandezza, lo spessore e la forma potranno variare (sempre nei limiti imposti dall'energia), potendo creare anche sfere, cupole o altri stratagemmi di difesa.
    In aggiunta, come possibile ulteriore rinforzo alla difesa, Bart potrà sfruttare la terra presente sul campo di battaglia. Spostando grandi quantità di terreno, dando fondo alla sua tremenda forza e infondendovi il suo cosmo, il gigante potrà creare una difesa estremamente resistente (cosmo straordinario + terra), potendo inoltre nascondere alla vista cosa si cela dietro al costrutto.

    Titan's Nova:
    [Effetto Secondario: Terra]
    La fine del Mondo. La terra si ribella a coloro che da millenni la calpestano senza rispetto, generando morte e distruzione.
    Appoggiando un palmo al terreno, oppure scagliandovi contro un pugno, il Cavaliere del Toro genererà un'incontenibile esplosione che ribalterà il terreno stesso. Il potente cosmo del fiero guerriero fluirà nel sottosuolo per poi distruggere tutta l'area compresa nel suo dominio cosmico. Enormi massi potranno levarsi a decine di metri, colpendo l'avversario durante l'ascesa o la discesa. L'effetto dell'ira della terra verrà accompagnato da fortissime esplosioni di cosmo che renderanno la difesa alquanto difficoltosa. Distruzione indistinta, insomma. Ciò che Bartolomeo predilige.


    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare ad un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza ed una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli attacchi di natura fisico-cosmica senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di indurire il proprio corpo a tal punto da resistere con estrema facilità anche a colpi molto potenti e spesso letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA

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    Oneiros l'eterno, Il Tessitore di Sogni.

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    Si era mosso ben prima che il Gran Sacerdote dovesse avvertirlo, fluido e perfetto nei suoi movimenti mentre le sei braccia di keraunos comparivano nuovamente alle sue spalle e si allungavano per andare a conficcarsi nella barriera issata dal Toro Bianco, lasciando che la potenza del cosmo del leone si unisse a quella del custode della seconda casa per creare una difesa in grado di rivaleggiare con l'offensiva nemica. Fu una lotta titanica contenuta in pochi attimi, un duello tra energie quasi divine. Forse in un altro momento sarebbero anche riusciti a contrastarne completamente l'impeto ma lo scontro con il drago nero era stato lungo ed estenuante e i due vecchi guerrieri cominciavano ad accusare i primi colpi della stanchezza. Furono entrambi sbalzati ad alcuni metri di distanza, diverse nuove ferite sui corpi appena guariti dalle precedenti.

    Era un uomo dall'aspetto anonimo, ma era chiaro il suo intento omicida. Che fosse lui la mente dietro tutto quell'attacco? Ci doveva essere un motivo per cui i seguaci dell'oscurità erano sempre così ostinati. Avevano abbattuto Therese, per quanto non senza sforzo, ma quell'uomo sembrava ancora convinto di poter fermare la radiante forza della giustizia. La sua connessione con il nefasto potere della corruzione sembrava diretta, forse persino più di quella di Therese stessa. Se non era un araldo che cosa poteva essere? E poi quell'assenza di energia cosmica, come faceva un uomo del genere a manifestare un tale potere senza essere connesso alla forza delle stelle. Gli ci volle un attimo per notare il corpo di Andrea, il corpo che si irrigidisce mentre la rabbia cominciava a scorrere nelle sue vene come lava fusa. Se prima il leone era un combattente determinato e spietato ora il suo cosmo ribolliva incontrollato e feroce come quello di una bestia selvaggia. Stava per scattare mentre l'energia corrotta di Therese cominciava a fluire verso il corpo esanime della leonessa quando sentì il keraunos che risiedeva nel corpo della ragazza esplodere. Le saette risuonarono con le sue, fulmini dorati che danzavano impazziti mentre la custode della quinta casa si raddrizzava e si preparava a scatenarsi nuovamente sul campo di battaglia. Era forte e sicura di se, il settimo senso pienamente padroneggiato e un potere che quasi rivaleggiava con quello del vecchio lemuriano.

    Brava ragazza. Finiamo questa storia.



    Il cielo sembrò vibrare, scuotersi mentre un raggio di speranza li investiva. Qualcosa era cambiato, qualcosa stava per succedere ma dovevano guadagnare abbastanza tempo perché accadesse. In quel momento niente sarebbe stato più importante di un simbolo a cui aggrapparsi, un faro a guidare la via dei giusti verso la vittoria. Qualcosa che tutti sarebbero stati in grado di vedere, qualcosa di tanto potente da far tremare le fondamenta della terra una volta scatenato. Sapeva benissimo cosa fare anche se non lo aveva mai fatto di persona. Persino padre Alexios aveva usato solo una volta quella tecnica, ritenendola troppo potente per il campo di battaglia, troppo rischiosa per il suo utilizzatore. Siamo mortali diceva, non ci deve essere concessa la forza degli dei, un qualcosa che lui stesso aveva assaporato durante la sua ultima battaglia con i Giudici Infernali.

    Mio padre si rivolterà nella tomba per questo, ma tanto vale giocarsi il tutto per tutto.

    Estese tutto il suo cosmo, lo fece crescere fino al punto in cui il suo stesso corpo sembrò sul punto di non reggere il titanico sforzo necessario a sorreggere quella sconfinata quantità di energia fulminante che distruggeva il campo di battaglia attorno a lui quasi impazzita. Alzò le braccia verso l'alto, una colonna di luce alta duecento metri e larga oltre quaranta lo avvolse mentre il keraunos si consolidava al suo interno. Plasmare un tale quantitativo di energia in una forma solida era un compito quasi impossibile persino per un cavaliere che come lui conosceva e comprendeva il cosmo come nessun'altro. Il giusto bilanciamento nella tensione energetica, la giusta resistenza, la posizione delle giunture e dei punti critici. Un'opera d''arte votata a portare morte e distruzione.

    Keraunos God Incarnation: Narasiṃha



    Dalla colonna di energia emerse una visione terrificante. Un gigante alto duecento metri, dalle sei braccia e il volto di leone indossava un'armatura simile a quella di Aleksander ma estremamente più decorata. Al centro di quel colossale costrutto il Lemuriano stava gambe conserte, chiuso in una perfetta meditazione. Mentre Bartolomeo scatenò la sua offensiva, cercando di inchiodare al suolo il loro avversario già colpito dai fulmine di Andrea, il Lawos con uno sforzò enorme ordinò al suo costrutto di muoversi. La terrà tremò quando la bestia mosse il primo passo, le scure nubi si disappaiarono mentre il primo pugno piombava da un altezza incredibile verso il bersaglio della furia del leone. L'impatto al suolo sarebbe stato devastante così come l'onda d'urto generata da un oggetto di quelle dimensioni lanciato a velocità luminale. Ma quello era solo il primo colpo, ad esso seguirono a decine, una tempesta di colossali pugni carichi del potere deicida del keraunos che scuotevano il mondo al loro impatto.
    Questo era il potere del Narasiṃha, ne uomo, ne dio, ne animale ma con una forza tale da spezzare qualsiasi demone avesse osato opporsi al suo volere. Quando gli attacchi cessarono di abbattersi sul vicario della corruzione il gigantesco costrutto lanciò un selvaggio ruggito simile ad un tuono. Un richiamo per tutti i servi della Dea che dei giusti guida la mano. La battaglia era li, e sarebbe servito tutto il loro aiuto.


    re santo del leone
    THE GOLDEN FANG

    narrato | parlato | pensato | °telepatia°


    byCkkPB
    NOME » Aleksander Seraf
    ENERGIA » Nera
    CASTA » Saint di Atena
    ARMATURA » Keraunos Battle Armor (VII)
    STATUS FISICO » Ferite fisiche di media entità.
    STATUS MENTALE » Scosso
    STATUS ARMATURA » N/A

    NOTE » Uso l'ultima delle nuove tech di Alek e creo un costrutto di 200 metri con l'aspetto linkato nel post. A quel punto, senza perdermi in fronzoli, comincio a tirare pugni su Karl con l'intento di nuclearizzarlo o quanto meno fargli molto molto male.

    ABILITÀ »

    TECNICHE » Keraunos God Incarnation: Narasiṃha




    Layout realizzato da Sagitta per il Saint Seiya Final
     
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    Protogenos of Death

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    P
    reso alla sprovvista dalla comparsa di Andrea, Karl fa un balzo all'indietro, visibilmente colmo d'ira.

    Con uno strattone della mano sinistra richiama ciò che resta dell'energia corrotta presente in Therese e la usa come fascio oscuro per proteggersi dai dardi elettrici... salvo essere travolto dalla carica del Toro.

    Sfruttando un'agilità innaturalee fondendosi sempre di più con la forza della corruzione, Karl riesce ad evitare il placcaccio e a rispondere alla Titan Nova puntando le mani in avanti e generando una parziale barriera a spezzare il flusso distruttivo della tecnica di Bart.

    I pugni del costrutto di Alek colpiscono proprio mentre è concentrato nella difesa, travolgendolo in pieno e liberando il resto della Titan Nova.

    L'esplosione è devastante, ma l'effetto visivo è ormai minimo in quel panorama già completamente distrutto.

    Karl sembra scomparso tra i detriti, quando la piattaforma in lontananza inizia a pulsare e, con un suono sordo, si spacca, liberando un vortice rossastro che getta sull'oceano sottostante un raggio dello stesso colore.

    Vedete comparire numerose creature volanti, dalla forma totalmente aliena, arrirate dal raggio - o dall'area su cui il raggio sta lavorando - come falene.
    Dopo poco, altre creature stranissime appaiono ed iniziano ad attaccarle.
    Due stormi di centinaia di creature, che dal cosmo riconoscete come Daimon, iniziano a fondersi in uno scontro mortale e dalle proporzioni apocalittiche.

    Mentre ciò avviene, dai detriti erompe una colonna di energia nera e rossa, che va a comporre sopra di voi un immenso drago dall'aspetto distorto e orribile.
    Percepite la stessa essenza percepita in Therese, le stesse sensazioni di tradimento graffiare le vostre certezze.

    La sua dimensione è enorme e la sua potenza terrificante.

    Subito dopo vedete Karl riaffiorare anch'esso dalle macerie, evidentemente ferito.

    Impressionante, ma ormai tutto è compiuto. Presto i nostri partners avranno ciò che vorranno per dare un'ultima spinta verso l'abisso a questo mondo falso e malato.
    Ah, non sperate nell'aiuto dei Titani o dei loro figli, abbiamo recuperato un simpatico arnese custodito dalla Fondazione che scherma l'area dalla loro stirpe.
    Questo vale anche per la patetica "fiamma" accesa da Gazka e Prometeo... ci vorrà un po', quindi probabilmente sarete già morti, ma il suo effetto qui svanirà nel giro di breve.
    Insomma, è finita.


    Il ruggito terrificante della bestia squassa ogni cosa, mentre fluttua isterico su di voi.

    La prima incarnazione di quella che chiamate Corruzione, quella che è stata affrontata proprio da Prometeo e da Gazka, quella che a spezzato l'Olimpo. Therese era stata scelta per contenerla, data la sua peculiare natura, ma troverò altre soluzioni per dar forma alla più potente manifestazione della Verità.
    L'avatar del Tradimento si è cibato delle promesse infrante degli dei alle proprie creature e delle creature ai propri simili. Per questo è stato così facile sbarazzarsi di Zeus e della sua assurda genia.
    Provate a numerare quante speranze sono state tradite... non ci riuscite, vero? Eccole


    Karl indica trionfante il drago, mentre - sebbene ferito ed incapace di mantenere l'illusione che nascondeva le numerosissime cicatrici sul suo corpo - il suo potere pulsa ancora intatto.

    Il Drago ruggisce, come a richiamare qualcosa, e dall'oceano sorgono decine e decine di gigantesche ed orribili bestie che lente e inesorabili muovono verso riva da sud.

    Speravo che le armate del Caos fossero già qui, evidentemente Atlantide è stata un osso più duro del previsto. Poco male, addio.

    Il drago vi fissa e, spalancando le fauci riversa su di voi una quantità incredibile di energia corrotta, ad una forza mai prima d'ora percepita... quando una colonna di keraunos squarcia il cielo rosso, disperdendo l'assalto.

    L'aria è ancora elettrica tanto potere si è manifestato, ed una figura luminosa ed indistinta compare innanzi alla bestia.

    Ma come... Zeus?!

    L'entità si muove lenta fluttuando verso il terreno, cosparso da saette che corrono come benefiche serpi a ristorare i cavalieri d'oro.

    Io sono mio Padre, io sono mia Figlia...

    La voce, via via sempre più femminile, è un balsamo per l'anima di ogni umano presente, capace di lenire ogni influenza corrotta.

    Poi la luce si dissolve e l'entità si palesa in tutto il suo splendore. La riconoscete chiaramente, sia nell'aspetto, sia nel cosmo.
    Atena, la Dea della Giustizia.

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    Non è possibile! Nemmeno tu hai il potere di superare quella barriera!

    La furia di Karl è incontrollabile, mentre il drago rotea su se stesso pronto a colpire.

    Io sono la dea della Saggezza, nata dall'Intelletto di mio Padre. I tuoi disegni sono opera d'infante e, come tali, meritano solo la patetica pietà degli adulti che l'osservano. I miei cavalieri sono stati il tramite del mio ritorno.


    La dea scambia uno sguardo complice con Andrea, quando Karl inizia a bruciare il suo cosmo corrotto.

    Poco male, abbatteremo te come abbiamo abbattuto tuo padre, che co...

    Un nuovo terrificante tuono colpisce il terreno costringendo Karl ad arretrare di diversi metri e generando una temporanea barriera di strali attorno a lei e ad i cavalieri.

    SILENZIO! Una creatura della tua vile specie non ha il diritto di parlare di lui. Ogni suo sacrificio, ogni suo incomprensibile gesto, ha condotto a questo momento, ha condotto alla conoscenza per liberare l'Uomo dalla minaccia della Corruzione... e la tua barriera è nulla, contro il disegno di coloro che, a partire dai figli di Giapeto, hanno operato per rendere l'Uomo capace di plasmare il suo destino.

    Atena solleva il braccio sinistro e le 88 costellazioni companiono tutte come fiamme spirituali a illuminare il cielo come prima del maledetto giorno in cui la Corruzione distrusse ogni cosa.

    Le armature dei cavalieri brillano di rinnovata energia, ora immuni agli effetti della corruzione dell'area.

    Il vaso di Pandora liberò la Speranza, ed essa lega ogni umano al Fuoco della Creazione che brucia nei sacri astri che proteggono la terra, facendo di ognuno di loro un guardiano invincibile.

    Poi, picchia lo scettro a terra, facendolo svanire.
    Il corpo martoriato di Therese compare tra le sue braccia, lorando di sangue la bianca veste.

    E tu, perdona la mia cecità ed il dolore che essa ti ha causato, amica mia. Combatteremo di nuovo assieme... e la Vittoria sarà nostra.

    Le sacre saette attraversano il cadavere, dandogli nuova vita.
    La somiglianza tra le due è incredibile, ora anche nel candido cosmo.

    Therese è incredula, guardandosi il corpo avvolto da una sacra armatura color del platino.
    Calde lacrime rigano il suo volto, lacrime di gioia per la libertà finalmente ritrovata.

    Nike ed Atena si muovono rapide verso i cavalieri, mentre anche il cavalieri del Sagittario, dell'Ariete, dei Gemelli e della Bilancia, compaiono sul campo di battaglia richiamati dal potere di Atena.

    La dea si rivolge al Grande Sacerdote.

    Lascio a voi e a Nike Karl, io mi occuperò della creatura.
    Daimon della Furia combattono i loro fratelli Caduti nei pressi del Sigillo e presto la Fondazione si unirà a loro. Rigel, Dhawyth e Lawrence saranno presto con noi.
    Distribuitevi come ritenete opportuno sul campo di battaglia.


    Mette una mano sulla spalla sinistra del Grande Sacerdote, mentre la Kamui inizia a comporsi sul suo giovane corpo.

    Bart, sono felice di essere qui con te poi, girandosi e guardando ognuno, sorridendo commossa sono felice di essere qui con ognuno di voi e ognuno dei nostri compagni che si unirà a noi... qui, alla fine del mondo, per contribuire alla nascita del nuovo.

    Poi, così com'era giunta, scatena il proprio terrificante potere lanciandosi contro il drago allontanandolo il più possibile dal campo di battaglia.

    La barriera si dissolve e subito Karl scatena verso di voi una tempesta di saette rossastre che subito vengono intercettate da Nike.
    L'ira che deforma il viso dell'agente della corruzione è speculare al sorriso di sfida e di soddisfazione della ragazza.

    Lo scontro che deciderà le sorti della Realtà è cominciato.

    y8k159l

    Eccoci :yeye:

    Dunque, elenchiamo quello che succede.

    1- La "macchina" scoperchia sigillo si è attivata
    2- i Daimon Caduti stanno arrivando (vedi quest con Dha, Lawrence e Rigel), così come i Daimon della Furia
    3- Orda di Corrotti sta iniziando ad arrivare da sud, per ora vedete solo mostri giganti stile Godzilla, ma da quello che percepite arriverà ancora un botto di gente
    4- Karl libera la vera essenza dell'avatar della Corruzione, che è la cosa che Gazka e Prometeo hanno affrontato nel prologo dell'Armageddon
    5- Karl ha attivato da un po' una barriera anti Titano, che agisce anche sui loro figli.
    6- Atena ha bypassato la barriera usando Andrea come focus
    7- Atena arriva, il suo "coma" era in realtà l'effetto del suo tentativo di capire le tracce lasciate da Zeus. Cosa ha scoperto? Alcune info le lascia trapelare, ma sicuramente vedete che oltre ai suoi normali poteri padroneggia il sacro fulmine
    8- Atena non è diversa da quella che - per chi l'ha conosciuta - avete conosciuto. Il suo livello di potere è lo stesso, è massimo, ma sicuramente la percepite più matura. La sua pelle, quando il suo cosmo è al top, è come lucida e ha strane rune.
    9- Therese non era un'incarnazione fallita di Atena, bensì era l'incarnazione di Nike. Atena se ne accorge dato il boost nella skill conoscenza e la resuscita e la risveglia (ecco perché Giapeto è sloggato dalla realtà :ehsi: scherzo :zizi:)
    10- Atena richiama gli altri Gold che stavano rimprendendosi e manda l'allerta tramite l'eufonia a Rigel, Dha e Lawrence.
    11- Atena si lancia contro il bersaglio più grosso, l'Avatar
    12- Nike si lancia contro Karl
    13- A voi la scelta su come dividervi, i campi di battaglia sono a) Karl, b) Daimon Caduti, c) Orda Corrotta a Sud d) dare una mano ad Atena [capite che non è super necessario, forse la parte più delicata è la protezione del sigillo. In ogni caso la scelta è libera]
    14- Siete tutti pieni di energia, guariti ed energia suprema
    15- Le armi di Libra sono sbloccate con tutti i poteri gdr.

    Bon, si ricomincia, scadenza post tra 7 giorni.

    Dopo che postate qui la vostra reazione, aprirò un topic per ogni area di combattimento.

    A voi!:zizi:


    Edited by Him3ros - 13/2/2024, 21:50
     
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    «Ho combattuto solo per dare un nuovo inizio alla mia storia.
    Ho versato sangue per darvi questa possibilità.»



    GOBIMongolia









    Qualcosa si muoveva.
    Dai deserti dell'Asia ombre si allungavano, tra le montagne zanne e artigli si facevano lucenti, sotto la pallida luce della Luna una lancia e una katana si tinsero di rosso.
    Correvano quelle ombre. Non avevano né stasi, né calma.
    Correvano su montagne e fiumi. Dalla Mongolia si stavano spostando e vi era un simbolo che garriva portato dal vento.
    Un simbolo che erano ere che non si vedeva. Un simbolo che dichiarava guerra. Perché non veniva mai mostrato se non in caso di pericolo, se non quando tutta la Creazione e la Vita erano in pericolo. Il simbolo di chi era Imperatrice. E davanti a quel fiume in piena che non conosceva né pietà, né sconfitta che era la Corte di Mezzanotte correva Amaterasu. I suoi occhi puntati in un unica direzione. Ad ogni passo il suo cuore perdeva un battito. Ad ogni nemico falciato il dolore aumentava, ferite che si aprivano nella sua anima e quel grido che faceva sanguinare i timpani.
    Gli Yokai Nobili erano al suo fianco.



    Royalty descend,
    All honour him,
    Our lord of sun,
    King Amaterasu
    Leads in Reality!




    Quelle parole cantate. La guerra portavano. La rabbia. L'orgoglio. L'odio.
    Finalmente dall'Armaggedon, finalmente da quel giorno di merda potevano presentare il conto. Finalmente...
    Finalmente...
    Finalmente...

    Potevano combattere. Potevano vendicare tutti quelli che erano morti o divenuti questa cosa bastarda. Finalmente potevano vendicare la madre, potevano lasciar scorrere il loro odio per le ferite ricevute, per i pianti soffocati, per le lacrime ingoiate, per i pugni serrati in attesa di questo momento.
    Ora potevano dare sfogo a tutto questo.
    Ora potevano vendicare ogni ferita inferta al Creato.
    E più che mai Kusanagi fremeva tra le mani dell'Araldo che più di tutti aveva sofferto. Che si rinchiuse nella Caverna per gli errori.
    Il più imprevedibile ma anche il più rabbioso e vendicativo.
    Correva l'Araldo.
    Corri Amaterasu...corri...

    Il Giappone chiedeva aiuto. Il Giappone era in pericolo e tutti quelli che ora ci combattevano.







    Tornava quando ogni luce sembrava spegnersi, divorata da Corruzione e Chaos, dai Caduti e dalle macchinazioni dei bastardi che volevano tutto questo. Tornava in Giappone l'Imperatrice e suo figlio ebbe un fremito.
    L'intero Giappone sembrò come ridestarsi e riacquistare coraggio e orgoglio.
    Ad ogni passo dell'Imperatrice quel fremito si fece vibrazione che crebbe d'intensità fino a divenire terremoto.
    Persino il Monte Fuji sembrò ridestarsi dal suo antico sonno.
    I suoi piedi calpestarono l'erba mentre i suoi occhi puntavano contro quell'ammasso tumorale che si spostava verso Fukushima.
    Per distruggere. Per soffocare ogni speranza. Ogni luce.
    Per stappare vite e i cuori dei valorosi che stavano dando tutto.
    Un orda immensa. Infinita.
    sentiva le onde del mare, il respiro delle correnti accarezzare le coste del Giappone, sentiva tutto e sentiva il fetore di quei maledetti che correvano per distruggerli.
    sarebbero stati travolti...ecco perchè. Da quando aveva messo piede in Giappone che la Corruzione iniziò a puntare dritta verso un unica direzione.
    L'esplosione di energia...era chiaro che non avrebbero potuto resistere ad una tale forza d'urto.
    serviva dare tempo.
    E solo G.E.A sapeva quanto avrebbe voluto stare nel centro del ciclone con la sua risata a sfidare ogni male.
    Ma avrebbe sfidato questi bastardi...avrebbe messo alla prova le loro zanne.

    «Devi andare Niko, qui è troppo pericoloso per te.»

    Il fucile fu la risposta. Caricò il proiettile e lo puntò alla testa di Amaterasu.
    Gli occhi di Nikolaus si fecero di fiamma e odio.
    Si era odio quello, ma non bastardo ma giusto. Un odio che veniva dal profondo di un cuore che amava. Che era lì per una causa e per proteggere le fondamenta di quel cuore.
    Una figlia bellissima che ora stava ad Agartha, a pregare, a chiedersi quando suo padre fosse tornato con quello zio strano che amava le spade e giocava con il vento e l'acqua.
    Una bimba. La purezza.

    «Non avrò un armatura come quei tizi laggiù, ne sono un essere antico come te o come loro. Sono un uomo. Ma non me ne vado. Questa è una mia guerra tanto quanto sia tua.»

    Quel fucile avrebbe sparato. Lo avrebbe fatto sapendo che non avrebbe scalfito l'Araldo eppure non importava. Nikolaus lo avrebbe fatto, così come non ne sarebbe andato.

    «Non pensi a tua figlia? Vuoi che ti seppellisca?»

    «Proprio perché ci penso che non me ne vado!»

    Gli occhi dell'Araldo incontrarono quelli di Nikolaus. Dicevano tutto. Come le sue mani che tremavano di paura. Eppure non abbassò il fucile, non distolse il suo sguardo e la canna era pronta a fare fuoco.
    Magnifico.

    «Preferisco dare questo mondo pulito a mia figlia che scappare. Potrei vivere, certo, chi scappa vive sempre più a lungo di chi rimane ma mia figlia? Ci pensi a lei?
    Come vivrebbe in un mondo fatto a pezzi?!»


    Strinse quel fucile che in questa storia, tra armi divine, Dei, Daimon e quant'altro era così patetico, eppure Amaterasu non lo vedeva come tale.
    Era un uomo. Che si batteva al pari di chi aveva l'oro sul petto.

    «Questa cosa è un tumore. Io ho la possibilità di fermarla. Non per me. Io sono un egoista pezzente, ma sono un padre e non lo faccio per me ma per lei. Non per dei o per chissà quale ideale ma perché mia figlia viva.
    Perché è una mia responsabilità


    Un giorno Draka disse: “Anche con il mondo a pezzi, non siamo ancora morti”. Ed era vero. Quel giorno combatterono quegli uomini. Uomini che avevano perso tutto, che perdevano loro stessi giorno per giorno, che convivevano con la paura, con la morte, con la disperazione. Eppure combatterono.
    Nikolaus era lì in quei giorni ormai passati, ma non era passato il pugno. Non era passato l'orgoglio e la rabbia. Non erano passati quegli occhi che si fecero splendenti e divini, perché quando un uomo affermava e agiva allora diventava Dio.
    Chi non pensava alla sua azione ma la poneva in essere allora poteva far sanguinare anche Dio.
    Nikolaus non pensava ma poneva in essere la sua azione elevandosi, in quel momento, al pari di Amaterasu e forse anche oltre e risplendette la sua vita e volontà.
    Il suo fucile era l'arma. La volontà fattasi acciaio e proiettile, polvere da sparo e grilletto.
    E fu allora che comprese che faceva parte di questo mondo.
    Era una sua guerra tanto come quella dei saint e di Athena. Perché il Creato stesso e la Vita erano in pericolo. Non poteva voltarsi.
    Sarebbe stato stupido e vigliacco.
    Fu stupido lui. Nikolaus aveva il diritto di stare lì, di combattere finanche di morire. Non era importante.
    La sua scelta lo poneva al di sopra di tutto e tutti.
    E si inchinò.
    L'imperatrice divenne vassallo.

    «È un onore dividere questo momento con te. L'onore più grande che ho ricevuto in questo tempo.»

    Si rialzò.
    Gli occhi fulgidi di fiamma celeste. E guardò quella nube bastarda farsi così grande e maledetta da ricoprire finanche il cielo.
    Eppure il sorriso comparve sul volto barbuto dell'araldo.
    Il momento era giunto. Il momento in cui onore e gloria, morte e vita, sconfitta e vittoria divenivano uguali, opachi, contorni che sfumavano gli uni negli altri.
    Il momento in cui il simbolo di Amaterasu garrì al vento, mentre la terra tremò e il Giappone sembrò riscuotersi.
    Il momento che aspettava da così troppo tempo. Il momento in cui avrebbe ripagato ogni debito contratto fino a quel momento.

    Le spalle alla sua corte. Il vento nei capelli. Sentì ogni respiro, ogni cuore battere, ogni orgoglio, ogni volontà e sorrise.
    Si sorrise e la sua risata fu acqua limpida di sorgente. Fresca che zampillava libera e imprevedibile.
    Rideva perché nella tenebra scorgeva quella luce imperitura che non era ancora morta. Una luce che avrebbe reso


    SOLE



    L'avrebbe donata alla Realtà e a tutti loro, ad illuminare questa notte buia. Ma che finalmente stava volgendo al termine.
    E l'alba che nasceva sarebbe stata la più meravigliosa di sempre. Forse molti si sarebbero coperti gli occhi perché questa luce improvvisa, il suo calore, la sua intensità a chi ormai aveva dimenticato queste cose, avrebbe fatto male.
    Ma un attimo. Sarebbe stato un attimo. Il bianco e poi l'esplosione di colori, di gioia, di profumi, di risate e di amore.
    Gli occhi avrebbero di nuovo guardato, orecchie sentito, mani toccato.
    La risata di Amaterasu lavava paure e dolore.
    Faceva brillare cose sommerse dalla polvere della paura, della corruzione, del chaos e delle tenebre; cose che tornavano ad affacciarsi in questo Creato. Il sole sorgeva ed era magnifico.
    Sorrise per tutto questo e perché...

    «Sono con voi esseri invincibili.»

    L'elmo calò in testa. Una lacrima a rigare il suo volto. No di paura ma di felicità. Un soldato che combatteva per la speranza di questa Alba. Lui che incarnava il Sole, lui che era Luce, ora combatteva per un altro Sole.
    Il pensiero a sua madre.
    Ai suoi amici. Ai suoi fratelli. A Moko. A Johanna e al Montigli. Ai balck saint e agli specter. A Minosse e a Eunoè. Ad Oceano. A tutti quelli che aveva incontrato sul cammino. Agli scontri e alle risate. Al dolore e alla gioia provata in questo cammino sconosciuto eppure così magnifico.
    La sua spada ronzò e il cosmo ruggì al pari di infiniti vulcani.
    Fu terribile ora.
    Il calore era insopportabile. Ogni elemento fondante il Creato turbinò intorno al suo corpo come se fossero pietre preziose di una collana.
    Si...ecco cos'era la Yasakani no Magatama. Erano gli elementi che formavano la Royalty dell'imperatrice, mentre lo specchio brillò sulla sua armatura.
    La sua darian era lo specchio Yata no Kagani. Il simbolo della sua promessa, il voto di un samurai a servire G.E.A e la Realtà. Per proteggere entrambe e la vita che si sarebbe generata in essa. Un luogo dove ogni creatura vivente avesse potuto avere l'opportunità del divenire.
    E lo specchio divenne armatura per essere il tramite di questa attuazione e proteggere il corpo dell'araldo, dagli infiniti nemici che avrebbero cercato di divorarla.


    La spada invincibile di G.E.A.


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    現実の刃

    GENJITSU NO HA
    La Lama della Realtà





    Aveva seguito quei bastardi. Erano divenuti sempre più numerosi, uno sciame infinito che si sarebbe presto abbattuto su Fukushima e le forze di Athena che cercavano di combattere.
    Poteva lasciarli soli ora?
    Poteva lasciarli al loro destino? A combattere questa battaglia senza aiutarli?

    «Non so se mi senti Athena ma permettimi di aiutare te e i tuoi cavalieri.»


    Un pensiero. Mentre la nera masnada si stava per abbattere su Fukushima.
    E lo avrebbe permesso l'Imperatrice della Realtà?
    Quelle spalle erano immense. E tenevano questo peso dal momento in cui fu nel pensiero di G.E.A eppure ora le sentì leggere. Eppure ora non sentiva né paura, né dolore, né aveva dubbi o ripensamenti. Quel cosmo era creazione e distruzione.
    Era Zmaj e Amaterasu. Era taglio e spada.
    E gli occhi divennero nove di luce splendente. L'intero suo corpo fu rivestito da un armatura di luce e Amaterasu si fece stella cadente.
    Guardò ognuno di loro
    Guardò quei bastardi. Dovevano essere fermati.
    Sentì le armi, gli artigli, le zanne, sentì che erano lì con lui. Come sempre. Come da quando tutto Iniziò.
    Vide Sampitalakamui, vide Sōjō il decano dei mostri di Toono e la sua magione errante con tutti i mostri del Giappone; vide Hen e Hakumen no mono.
    Tutti lì.
    Ognuno pronto.
    E qualcosa mutò nell'aspetto di Amaterasu. Quella luce divenne una seconda armatura, più imponente della prima, più lucente ancora. Il bianco della darian si fece così accecante da sembrare che una stella stessa fosse scesa in mezzo a loro.


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    Armatura di luce. Il cuore calmo. Kusanagi ronzò nefasta e al tempo stesso fu la musica della gioia della creazione.
    Distruzione delle tenebre. La luce a scacciarle. Lì dove tutto finiva il taglio invincibile si sarebbe fatto strada. Nella paura sarebbe nata la speranza.
    I piedi affondarono nel terreno.
    Il suo corpo immenso, lucente, Kusanagi che cantò di tempi antichi.
    La Corte di Mezzanotte speronò il loro fianco sinistro, affondando come un coltello nel burro. Nei loro occhi vi era la fiamma di G.E.A. Nessuna paura, nessuna esitazione, nessuno ripensamento. La lancia di Sapitalakamui affondò nel terreno e ogni cosa franò e da esso comparve un esercito fatto di terra e ferro che seguì il movimento della lancia di uno degli Dei della Spada.
    Mentre Nikolaus allineò il tiro.
    Il dito sul grilletto.
    E fu subito boato.
    Enorme era Amaterasu in quel momento. Calò in mezzo a loro tenendo in mano fiamma e devastazione.
    Non temeva né paura, né orrori. Non temeva nessuno e niente perché nulla poteva far vacillare il cuore del samurai di G.E.A. perché questo era il loro destino. Questo il loro scopo.
    In quegli occhi vi era una scintilla della volontà di G.E.A, del suo cuore e della sua mente.
    Loro erano


    G.E.A



    E quell'enorme montagna fatta di luce e cosmo fu davanti a quel fiume impazzito. La lama saettò. Finalmente sguainata, come del resto la rabbia di Amaterasu.
    Il grido selvaggio della Creazione di fronte alla stasi del Nulla e del Chaos. La luce abbagliante di fronte alle tenebre.
    E dalla costa impattarono.
    Scoglio inamovibile.
    Di fronte ai tumulti ecco il Muro della Realtà. Le sentinelle che vigilavano.
    Fasci di luci si aprirono alle spalle di Amaterasu. Raggi di luce e spirito.
    La lama si mosse. Un bombardamento continuo esplosioni e deflagrazioni.
    La lama a tingersi di nero e rosso. Ogni suo fendente una bordata di luce concentrata. Un raggio che attraversava per centinaia di metri le fila di quei bastardi mietendoli come spighe di fronte alla falce.
    Kusanagi...la Spada falciatrice d'Erba. E come tale falciava i nemici. Erbacce che venivano sradicate.

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    L'impatto tra le due forze fu tremendo. Eppure avrebbero tagliato a metà il loro schieramento.
    Fiume di lance e artigli. Clangore di armi e morte.
    La lama a fare strage di mostri e corruzione. Nella mischia. Lì dove tutto si confondeva, l'Imperatrice sarebbe stata. Un tempo Atena aveva combattuto con suo fratello Pan, perché mai i figli di Gea abbandonavano chi dava se stesso per la Creazione.
    Non lo fece Pan in un tempo ormai relegato al Mito, non lo avrebbe fatto Amaterasu. Prima il pugno ora la spada. Ancora una volta con Atena e i suoi cavalieri.
    Il sorriso fu beffardo, l'azione da pazzi eppure l'imprevedibile araldo continuò il suo incedere. A penetrare in profondità, fino a dove sarebbe stato possibile.

    I piedi affondarono nel terreno.
    Il Giappone a sussultare, il Fuji ad eruttare. Tutto era pronto. La spada posta di fronte a sé, gli elementi a turbinare intorno a Kusanagi, a proteggere Amaterasu ad essere scudo e arma nelle mani dell'Imperatrice della Realtà.
    Alla fine di Tutto.
    L'urlo dei corrotti, il grido di rabbia della Corte, gli occhi di fiamma dell'Araldo. Ogni fendente esplosioni di luce e spirito.
    Il sorriso sotto l'elmo di sfida, di superiorità.
    I Titani erano l'Infinito...ed era vero. Erano forze enormi della materia e come tale tumultuose. Ma li non c'era l'Infinito soltanto.
    In mezzo a quella battaglia vi era una lama e il pugno. L'Infinito e il Finito. Il Singolo e il Duale.
    L'Oro e il Bianco.
    Ognuno di loro perfetto come un singolo petalo. Tutti uniti. L'uno con l'altro. In quel grande abbraccio infinito che faceva si che ognuno fluisse nell'altro migliorandolo, facendolo ascendere a qualcosa di più.
    Insieme. Uniti in questa danza di gioia e creazione.
    Perché...


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    CITAZIONE
    ENERGIA: Viola

    STATUS DARIAN( LV VII): Intatta.


    STATUS FISICO:


    TECNICHE UTILIZZATE: Luce "C’è una crepa in ogni cosa ed è da lì che entra la luce"
    La barba si farà d'oro. I capelli sembreranno scie di comete luminose. Negli occhi il torii, brillerà di color vermiglio e sarà lucente come il Sole nello zenit.
    La sua Darian si farà di un bianco accecante, e la visione di Amaterasu farà chiudere gli occhi ai più per la violenza dell'esplosione di Luce della Dea del Sole.
    E intorno al suo corpo svetteranno, a mò di gioielli su una corona, quattro magatame fatte di pura luce e, tra le sue mani, si formerà lo Yata no Kagami; lo specchio sacro che tutto vede.
    Questa è la forma più pura e regale di Amaterasu stessa, che incarna la forza, la potenza della Luce stessa. Ed essendo Luce stessa ne ha il controllo in ogni sua parte, persino sui fotoni che formano la radiazione stessa della luce. Ed essendo luce può usarla in ogni modo possibile: può assorbirla in sé oscurando del tutto il campo della battaglia, o farla esplodere per accecare, può concretizzarla in raggi laser, usarla per concretizzare costrutti elementari quali armi e scudi.
    Può usare sia il fenomeno della diffrazione, che quella della rifrazione sia su se stessa rendendosi invisibile, che su oggetti qualsiasi.
    Questo rende i suoi attacchi particolarmente insidiosi potendo sia farli giungere da qualsiasi punto nello spazio, che farli curvare in modo innaturale, o renderli invisibili per attacchi precisi e letali aggirando, se fosse possibile, le difese degli avversari.
    Il controllo della luce stessa, l'essere pura luce, rende Amaterasu difficile da colpire, non avendo più un corpo naturale e che risponde alle leggi della natura. Questo si riflette anche nel modo in cui il corpo dell'Araldo stesso si comporta: essendo una vera e propria fonte di luce può creare giochi di luce e immagini, grazie al potere della riflessione e della rifrazione, che potranno essere usati come diversivi andando a creare veri e proprie attacchi che sembrano portati da più Amaterasu o ingannando gli occhi, per affondi precisi e letali superando le difese avversarie.
    Oppure la luce, infrangendosi e riflettendosi sul corpo stesso dell'Araldo, gli darà la possibilità di rendersi invisibili grazie al potere della luce che si riflette.
    I suoi colpi saranno più veloci e letali, persino più taglienti, con un gradiente distruttivo senza pari. Kusanagi stessa diventerà diversa assomigliando ad una spada con tre lame. La prima, centrale, più lunga delle altre due laterali.

    ABILITà:
    Kusanagi No Tsurugi
    «Se nel tuo viaggio dovessi incontrare Dio, lo trapasserai.»

    La Falciatrice d'erba.
    Ama no Murakumo. La Spada del Paradiso.
    L'arma che da sempre accompagna Amaterasu nella sua lotta contro l'Abisso e il Terrore. La spada che falcia i nemici come se fossero giunchi.
    La spada lucente che taglia il Buio.
    Una spada che è leggendaria come la mano di chi la impugna. perchè non vi è mano senza quell'elsa.
    Non vi è la risata sprezzante di Amaterasu senza il ronzio acuto di Kusanagi.
    Non vi è la forza dirompente dell'araldo dell'Inizio senza il tocco ferale e mortifero della spada che nacque da Orochi, il Drago ad 8 teste.
    Così come Harlan e astolfo era un tutt'uno - fuoco e veleno per G.E.A - così Kusanagi e Amaterasu sono essenza e significante l'una dell'altra.

    Il valore di Amaterasu lo si misura dal filo della sua spada.
    Che non è solo un arma. é molto di più: compagna, sorella, incarna il valore e la volontà di Amaterasu. Non un arma semplicemente...Amaterasu che si è fatta spada e arma per G.E.A.
    Non una katana ma una spada. Dalla lama lunga 90 cm, con l'elsa finemente decorata a ricordare un drago; la sua forma ricorderebbe un calamo, dall'acciaio lucente e bianco che sembra aver catturato i raggi del sole.
    Sul filo interno vi sono 8 anelli a ricordare Yamata no Orochi, il drago a 8 teste da cui, la leggenda dice, fosse nata tale spada.
    Ogni volta che si muove un ronzio particolare sembra invadere l'aria, come suono di tempesta e di guerra.
    Come vento che soffia tra gli steli d'erba.
    Delicata come il tocco dell'erba, ferale come il Drago da cui è nata, leggendaria come chi la impugna.
    Si dice che il suo filo sia indistruttibile[Stesso grado e resistenza della cloth] e che possa tagliare sia l'anima che il corpo.
    Sulla lama vi sono incise queste parole:
    Come rugiada al cespite Dell'erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita

    :: Abilità Arma

    La Vita è Straordinaria
    «La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
    E di fare in modo che la vita intera sia l’espressione di questa anima»

    La vita è un impeto di gioia, di rabbia, di violenza, di amore, di dolore, di malinconia. la vita cos'è se non un qualcosa che brilla più del sole e delle altre stelle? Cos'è se non un universo?
    Unica. è un privilegio vivere. Harlan lo sapeva molto bene. Lo aveva sempre saputo perché per capirlo la vita ti deve sfuggire di mano, come granelli di sabbia. Perché è preziosa. Perché inestinguibile. Luminosa.
    Vivere significava avere il coraggio anche di prendere il dolore e di accettare i propri sbagli, perché vivere era anche questo. Non era una strada dritta e uguale per tutti, ma infinita. Infinita come le strade che potevamo prendere, come le mani di chi potevamo incontrare, come gli amori che ci avrebbero accompagnati e le cicatrici che potevamo farci cadendo su questa strada magnifica.
    Harlan lo aveva capito mentre combatteva il suo tumore.
    Perché aveva preteso che la vita doveva avere un senso già imposto da Dio, ma la vita non aveva un senso imposto da chissà quale mano.
    Aveva il senso che noi stessi eravamo disposti ad attribuirle. E per esso si doveva combattere. E con esso avrebbe dato al pugno una forza senza eguali.
    E Harlan questo senso straordinario ancora oggi non l'ha perso; Amaterasu lo custodisce gelosamente e con tale forza combatte i suoi nemici.
    E, sfruttando tutto il potere di questa vita, può infondere ai suoi attacchi e alle sue difese una forza mai vista prima.
    Una forza che è La potenza della Vita Stessa.

    :: Abilità Cosmo Straordinario

    La Vita è Carne e Anima
    «Lei ci crede a questo? A un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente»

    La vita è sia carne che spirito. dall'unione di questi elementi che il fuoco arde in essi e in essi può continuare ad essere.
    è un fuoco.
    Amaterasu modella questo fuoco. Non solo la carne e gli elementi fisici ma sopratutto quelli spirituali infondendovi la fiamma primordiale.
    Grazie alla fiamma primigenia, può interagire con spiriti incarnati e disincarnati, muovere la propria e altrui anima verso Dimensioni Spettrali e Spirituali ed anche il corpo, sia il suo che di altri.
    Ma non solo può formare la vita, crearla per compiacere il disegno di G.E.A ma anche sfruttarla per attaccare. Perché il male ha innumerevoli forme. Trova sempre un modo per sgusciare, non visto, tra le pieghe della realtà.
    Ecco perché, prima la Salamandra e ora Amaterasu, hanno il compito di poter osservare i vari mondi e tagliare il Velo di menzogne e orrori che il Male genera per i suoi loschi scopi.
    In termini pratici può usare tale energia per colpire direttamente altra energia spirituale o anime.
    Può modellarla per creare sfere o globi. Difese o raggi qualsiasi cosa per fermare le Tenebre e le oscenità che le abitano.
    Per farli provare tutto il dolore necessario, per abbattere tutta la loro determinazione, per estinguere e divorare il loro fuoco ed estirparlo dalla realtà come il veleno da una ferita infetta.
    Egli è inoltre in grado [dall'energia blu] di staccare la propria anima dal corpo ed operare tramite una proiezione astrale che potrebbe essere utile sia in combattimento - nonostante la pericolosità che derivi da essa - sia per scopi non bellicosi. Allo stesso modo, tramite il suo potere l'Araldo dell'Inizio, può accedere (da solo o con altri) ai mondi di mezzo alla dimensione materiale, come la Dimensione Spirituale e la Dimensione Spettrale, dove l'energia spirituale si manifesta in forma fisica.

    :: Abilità Spirito

    Riconoscere la Vita in ogni forma
    « Non devi ascoltare ma percepire»

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, proiettando il suo cosmo all'esterno può comunicare telepaticamente con le persone che lo circondano.

    :: Abilità Telepatia



    NOTE: Buongiorno è permesso?
    Amaterasu va in forma luce, divenendo un gundam/godzilla e con l'intera corte di mezzanotte, sperona l'orda di corrotti iniziando a fare a spadate


    Edited by ~S i x ter - 22/9/2020, 17:27
     
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    Oneiros l'eterno, Il Tessitore di Sogni.

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    We Can Be Heroes - XI


    Era finalmente tornata. Tornata a come il Lemuriano l'aveva conosciuta, tornata alla gloria che un tempo caratterizzava la dea della giustizia. Non una ragazzina spaventata dal suo stesso potere, dolce e giusta ma lontana dalla guerriera che i guerrieri del Santuario avevano bisogno come guida. L'angelo che invece era giunto sul campo di battaglia incarnava tutta la primordiale forza di colei che da sempre si era eretta a bastione dell'umanità contro ogni tipo di minaccia. Il cuore del vecchio guerriero si colmò di una gioia infinita. Poteva nuovamente combattere al suo fianco, nuovamente essere la sua folgore, il suo campione, il suo araldo. Il colossale costrutto leonino si mosse e con esso la terra tremò mentre si piegava su un ginocchio pronto a balzare. Ali dorate comparvero sulla schiena di Narasiṃha, ali talmente grandi da oscurare il sole. Un singolo battito che alzò un vento tempestoso e il Lawos stava volando verso il drago lasciando dietro di se una scia dorata. Parlò telepaticamente alla sua dea.

    Mia signora, permettetemi di combattere al vostro fianco. Insieme spazziamo via quell'essere e riportiamo la luce della speranza su questo mondo avvolto dalle tenebre. I secoli passati non hanno cambiato il mio giuramento.

    Superò la dea andando ad impattare per primo l'Araldo, una delle mani cercò di afferrarne il collo serpentino proprio sotto la mascella, il potere del keraunos che scorreva attraverso le mani dorate del costrutto come in un fiume in piena. Era tempesta, era giustizia.

    UN CAVALIERE E' DEVOTO AL VALORE. IL SUO CUORE CONOSCE SOLO LA VIRTÙ.



    Altre due braccia si sarebbero mosse per bloccare le zampe anteriori della bestia corrotta mentre con un imposizione di volontà del suo creatore il gigante leonino si spostava verso la schiena del nemico senza mollare la presa sul suo collo. Stringendo con tutta la forza che nei millenni aveva imparato a controllare. Tra i mortali era di certo quello che più si avvicinava al concetto di divinità, un gradino sotto Daya e Gazka che aveva trasceso definitivamente la loro mortalità, Alek era l'epitome di ciò che la razza umana poteva aspirare ad essere. Forte al punto da poter combattere al fianco della Dea che dei giusti guida la mano senza timore, senza esserle di intralcio.


    LA SUA SPADA DIFENDE I BISOGNOSI. LA SUA FORZA SOSTIENE I DEBOLI.



    Avrebbe avvolto i piedi attorno alla vita del mostro cercando di afferrarlo in una morsa letale, stringendolo per dare alla sua Dea un bersaglio facile dove infliggere quanti più danni possibile. Sentiva l'essenza del tradimento sfrigolare contro il keraunos, cercare di divorarlo mentre il fulmine sacro a suo volta scintillava mentre mondava quel fetido influsso. Era come se la presenza della Dea lo avesse rinvigorito, reso immune ad ogni pensiero di tradimento e defezione. In quel momento persino Malal e il suo antico peccato sembravano sfumare, poco importava. Nel cuore della battaglia, mentre il destino degli uomini si decideva in una singolo e brutale scontro, lui si sentiva vivo con mai. Quello era il suo posto. Sorrise.

    LE SUE PAROLE DICONO SOLO LA VERITÀ.



    Percepì l'arrivo delle forze di G.E.A,, il cosmo ribollente di Amaterasu e il clangore della Corte di Mezzanotte in carica verso l'orda corrotta. Non erano soli in quella lotta, il creato stesso stava finalmente combattendo per riprendersi ciò che era suo di diritto. A loro fianco Daimon sciamavano nel cielo intercettando le forze dei caduti, segno che anche i cieli ascendenti erano finalmente pronti a dare manforte ai mortali contro quel nemico comune. Per la prima volta da quando otto anni prima tutto aveva avuto inizio forse la vittoria non era così lontana, forse era davvero possibile spazzare via quel nemico e fa rinascere il mondo dalle proprie ceneri. L'Armageddon lo avevano chiamato, la fine di tutto. Ma l'umanità era sopravvissuta, aveva combattuto con tutte le sue forze e ora, nel giorno più oscuro quando ogni speranza pareva perduta, si apprestava ad assestare un colpo decisivo al cuore del nemico.

    LA SUA IRA SI ABBATTE SUI MALVAGI!



    Le tre braccia non impegnate nella presa sul drago corrotto si mossero rapide mentre i fotoni attorno a loro si allineavano ruggenti innanzi ad esse. Le zanne del leone, le zanne di luce dal potere deicida si sarebbero abbattute su quel nemico cariche di tutta la forza delle nove stelle. Alek si sentì quasi spezzare da quello sforzo ma strinse i denti mentre rivoli di sangue scorrevano dalle sue orecchie e dal naso, i muscoli tesi come corde di violino pronti a spezzarsi. Tre colossali photon fang rilasciati all'unisono nella schiena del mostro mentre Athena si sarebbe abbattuta sul suo ventre scoperto. Sarebbe stato li ed ora, il momento della ribalta, l'alba dopo una notte eterna.






    re santo del leone
    THE GOLDEN FANG

    narrato | parlato | pensato | °telepatia°


    byCkkPB
    NOME » Aleksander Seraf
    ENERGIA » Nera
    CASTA » Saint di Atena
    ARMATURA » Keraunos Battle Armor (VII)
    STATUS FISICO » Corpo vicino al limite di sforzo.
    STATUS MENTALE » Esaltato
    STATUS ARMATURA » N/A

    NOTE » Supero Athena e cerco di impattare per primo sul drago. Porto il primo braccio verso il collo del mostro per bloccarlo sotto la mascella per poi girare, orientando quindi anche la testa del drago, per poi provare a bloccargli le zampe anteriori con altre due braccia e avvolgere le gambe attorno al corpo del corrotto. A quel punto rilascio con le tre braccia libere tre photon fang (lo sforzo quasi mi spezza) nella schiena del nemico mentre provo a tenerlo fermo per lasciare un colpo pulito ad Athena.

    ABILITÀ »

    TECNICHE » Keraunos God Incarnation: Narasiṃha




    Layout realizzato da Sagitta per il Saint Seiya Final
     
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    ATTO XI
    We Can Be Heroes: Fukushima

    Non mi scappi!

    Karl, quel maledetto corrotto, era riuscito a sfuggire alla carica a testa bassa del Toro. Dimostrando un’agilità tale da eludere persino l’estrema velocità di attacco del Gran Sacerdote, il nemico aveva scansato il pericoloso placcaggio del gigante. Purtroppo per lui, però, un Titan’s Nova di dimensioni spropositate lo stava già aspettando al varco. Il colpo partì subito dopo aver percepito il mancato impatto del take down, generando una potenza e una devastazione senza precedenti. Ancora una volta Karl oppose il suo sconfinato potere a una fine che per molti sarebbe stata inevitabile. Contenne l’affondo di Bart ma, suo malgrado, un terzo Cavaliere si aggiunse a quell’offensiva.
    Aleksander diede quell’ultima sferzata che serviva. L’azione giusta al momento giusto.
    L’enorme costrutto del Leone fece breccia in una difesa avversaria ormai indebolita dagli altri due guerrieri, dando finalmente fuoco alle polveri. La forza congiunta dei tre compagni di lotta travolse inevitabilmente l’avversario, così come tutto il paesaggio circostante ormai irriconoscibile a causa della violenza di quello scontro.
    Il Toro tirò un plateale sospiro di sollievo, pregustando la fine dello scon-…

    Cosa?!

    Eh già, il caro spilungone fece capolino dalle macerie come se nulla fosse successo, solamente seccato dalla situazione. Non era nemmeno bastato l’attacco congiunto di tre Cavalieri d’Oro per metterlo definitivamente fuori gioco. E quella cosa stava diventato quantomeno preoccupante per la buona riuscita della loro missione, senza contare l’ormai sempre più sbiadita speranza di tornare a casa tutti sani e salvi.

    Figlioli, mi sa che questo Karl ha la testa dura quanto la mia.
    Poco male, vediamo di spaccarla per bene.


    Fece un sorriso sincero ma molto stretto verso i due Leoni, cercando a modo suo di stemperare quella situazione e per cercare di accantonare anche per un solo istante il suo pensiero costante: Therese. Sapeva che nessuno di loro tre avrebbe mai ceduto il passo alla Corruzione e avevano solamente due scelte. Vincere o morire nel tentativo. Nessuna via di mezzo, nessuno sconto. E quel vicolo cieco in cui si erano cacciati non aveva ancora mostrato il suo peggio.
    La piattaforma in lontananza, luogo in cui Andrea si era recata poco prima per indagare, si spaccò completamente come fosse fatta di vecchio cartongesso, liberando un vortice che colorò il mare di rosso. Come se tutto quel caos non bastasse, un’orda di creature volanti comparve dal nulla, seguite a ruota da un esercito di guerrieri dotati di cosmo. Bartolomeo spalancò gli occhi percependo i tratti distintivi di un potere inconfondibile.

    Daimon...

    Sibilò a labbra strette, come a dar voce – seppur flebile – ai suoi pensieri. Nemici o amici? In quel momento era impossibile capire quale fosse il vero scopo di quello schieramento di forze, ma per il momento gli Araldi degli Antichi Dei sembravano essere dalla loro parte. Le corrotte creature volanti, infatti, vennero immediatamente braccate dai Daimon, generando uno scontro di un’intensità terrificante.
    Quante cose, tutte insieme, stavano accadendo in un solo luogo. A dirla tutta, però, le sorprese non erano ancora finite.
    Con un’entrata in scena degna di un classico film dell’orrore, quando ogni briciolo di speranza viene inesorabilmente distrutto da un’inaspettata tragedia, un nuovo nemico fece il suo ingresso sul campo di battaglia. Si poteva definire un drago? Probabilmente sì, o comunque era la parola che meglio lo descriveva. Questo essere, per lo più deforme, sembrava la rappresentazione ripugnante di quel potere che controllava la povera Therese. Emanava la stessa sensazione in grado di attanagliare le viscere come una paura primordiale. Per Bart, inoltre, era come rivedere la forma draconica di Gabriel, cosa che sconvolse ancora di più i suoi pensieri.
    I denti del Gran Sacerdote si strinsero dalla rabbia, serrando i pugni per dimostrare a tutti – in primis a se stesso – che era pronto a ogni cosa, a ogni nuovo scontro. Ma il drago ruggì, e le convinzioni di tutti si fecero immediatamente più fragili. Quel tremendo urlo animale, infatti, richiamò altre e gigantesche creature che cominciarono a emergere in lontananza dall’oceano.
    Tutto finito? Ogni speranza era ormai perduta?
    Probabilmente, ma non era quello il momento per porsi domande o pensare all’imminente futuro. La loro vita era lì, in quell’istante, e avrebbero dovuto agire per non farsi travolgere da uno tsunami di Corruzione che sembrava inarrestabile.

    Oh beh, qualcuno si è aggiunto alla festa.
    Sbarazziamoci dello spilungone e poi occupiamoci del resto.


    Non era così sicuro fosse una cosa fattibile, ma dovevano necessariamente affrontare una cosa alla volta. Ogni singola minaccia, infatti, era in grado di mettere in serio pericolo la forza combinata dei tre Cavalieri d’Oro. Affrontarle tutte insieme era impensabile, ed era importante agire immediatamente e all’unisono. Bart si scrocchiò il collo, facendo roteare le braccia con un gesto plateale per dare ai suoi compagni una sorta di segnale a tenersi pronti allo scontro. Proprio in quel momento, però, Karl prese a parlare come se nulla fosse accaduto, come se stesse cercando di spiegare a dei bambini un po’ stupidi il senso della vita.

    ...probabilmente sarete già morti – bla bla bla – è finita – bla bla bla – addio...

    Parole inutili, parole al vento in quel momento in cui ormai nulla contava se non i fatti.
    Ma fu quando l’odioso nemico nominò la piccola Therese e l’amico Gazka che il volto di Bartolomeo si fece decisamente e pericolosamente serio. Il Gran Sacerdote era una persona capace di ridere di gusto anche in faccia alla morte, facendo rimbombare la sua risata anche quando tutti i pronostici sono contro di lui. Era difficile vederlo davvero serio e non era uno spettacolo divertente. Il suo volto perse completamente ogni espressione gentile, diventando una maschera imperscrutabile di pura ira.



    I legami erano una delle poche cose che lo facevano ancora alzare ogni mattina con la voglia di reggere sulle spalle il peso della sua carica al Grande Tempio. I suoi figlioli, Elena, i compagni Cavalieri presenti e passati, gli amici, insomma, tutti i legami che avevano dato un senso alla sua vita erano la brace stessa della sua esistenza. E non avrebbe mai tollerato che tali legami potessero mai essere infangati da un corrotto che si poteva definire poco più di un essere pensante.
    Gazka, il leggendario Cavaliere di Ariete che aveva donato la sua vita per salvare il mondo, e Therese, a cui la Corruzione aveva tolto ogni diritto di vivere, non potevano essere derisi da quell’essere. Il sacrificio di quell’uomo straordinario era uno degli avvenimenti più importanti della recente storia, mentre la sofferenza patita dalla ragazza nel corso della sua breve esistenza era paragonabile solamente all’oblio eterno.
    A qualunque costo, qualunque fosse stato il prezzo da pagare, Karl non l’avrebbe passata liscia. A volte basta davvero poco per far scattare quell’inspiegabile meccanismo che fa perdere a una persona il normale controllo delle sue azioni. E quel grilletto era stato premuto, dando il via libera a alla furia che il Gran Sacerdote teneva ben nascosta nei meandri del suo animo. Era molto probabile che tutti i presenti fossero in grado di percepire il cambiamento di Bart, tanto era il cosmo a fatica trattenuto e concentrato in lui pronto a esplodere.
    Il Toro fece qualche passo deciso verso la pletora di corrotti che ancora li separavano dalla vittoria, intercettando il momento in cui il drago fece la sua prima e terrificante mossa. Quell’orrore, infatti, spalancò la bocca, vomitando una violenta quantità di energia che avrebbe certamente distrutto ogni cosa. Bartolomeo, senza cambiare nemmeno per un istante la sua espressione, incrociò le braccia di fronte al volto e si pose a difesa dei suoi compagni. Espanse il suo cosmo fino ai limiti estremi, pronto a dimostrare con i fatti la sua incrollabile determinazione. Era stanco, nonostante la sua resistenza straordinaria, ma non era certo disposto a cedere anche solo un millimetro agli avversari.
    Sarebbe morto? Possibile, ma poco probabile al primo colpo. Almeno avrebbe dato tempo ai Leoni di affondare le loro zanne.
    Si sarebbe fatto molto male? Oh, questo era certo. Il livello di Corruzione con cui il drago stava per attaccarli era inimmaginabile.

    Grrr!

    Un ruggito a denti stretti accompagnò quel suo mettersi in prima linea come se fosse la cosa più naturale al mondo. Una determinazione che lo rendeva l’incubo di ogni avversario, una determinazione che, però, non ebbe modo di esprimersi a pieno.

    Alisia, figliola, sei tu?

    Aspettate un momento, farmi tutti. Cos’era successo?
    Oh, nulla di che. Solamente la Dea Atena in persona che, nella sua attuale incarnazione, aveva appena fatto il suo inaspettato ingresso in scena. La sua presenza era così rassicurante quanto strana. Non era la solita Alisia, ma una vera e propria manifestazione della furia divina. Una furia accompagnata dalla folgore di suo Padre, che era un’inaspettata aggiunta all’arsenale di Dea guerriera. Le sue parole e sue azioni lasciavano poco spazio alla replica, tanto che la Corruzione stessa sembrò ritrarsi alquanto impaurita. Ora era Karl a sembrare un bambino di fronte agli adulti, ridotto a poco più che un messaggero di un messaggio ormai passato di moda.
    La furia incontrollata del Gran Sacerdote si placò, come se Alisia fosse stata in grado di cancellare tutto il dolore e la sofferenza patiti fino a quel momento. Il potere della Dea curò tutti i presenti, donando loro un vigore inebriante e alleviando gli effetti negativi della Corruzione.
    Un sorriso si allargò sul volto del gigante, scoccando un’occhiata di sincero ringraziamento verso quella ragazza che aveva davvero abbracciato la sua esistenza divina. Era così orgoglioso di lei, che da giovane e inesperta ragazza era diventata la donna che era in quel momento. Si sentiva come un padre che improvvisamente si rende conto che la figlia è diventata grande: emozionato e un po’ nostalgico dei bei tempi in cui tutto era più semplice.
    Furono tutti spettatori di quell’incredibile manifestazione di potere, così travolgente che riuscì persino a compiere l’impossibile. Sì, esatto, avete capito bene. L’impossibile.
    Alisia, all’apice del suo potere e inarrestabile in quella sua meravigliosa scena madre, prese tra le braccia il corpo inerme e martoriato di Therese. A Bart si strinse immediatamente il cuore alla vista della giovane cui aveva dovuto togliere la vita. Ma non vi fu nemmeno il tempo di compiangerla, che Atena regalò a tutti loro un vero e proprio miracolo.
    Therese, prima esperimento scartato di Gabriel e poi involucro altrettanto fallimentare della Corruzione, aprì nuovamente gli occhi. L’espressione del Gran Sacerdote fu indescrivibile, un misto tra incredulità e gioia incontenibile. Una delle decisioni più difficili prese nella sua vita, che costituiva una macchia indelebile nel suo animo, era stata lavata via in un istante.
    Le lacrime rigarono ancora una volta il volto di Bart, ma questa volta era la gioia a farle scorrere. Cominciò a ridere sommessamente, mischiando la risata con i singhiozzi di un pianto composto. Adesso sapeva nel profondo del suo animo che niente e nessuno lo avrebbe più fermato. La forza di quell’avvenimento aveva toccato corde del suo cuore che non pensava nemmeno di avere, scatenando una determinazione che andava oltre ogni umana concezione.

    Ciao Therese, bentornata.

    Sorrise alla ragazza – o meglio, alla dea Nike – senza curarsi del suo roboante tono di voce. Poco male, perché sapeva benissimo che la sua gioia incontenibile sarebbe comunque stata percepita da chiunque intorno a lui.
    E come se quel turbinio di emozioni stesse davvero mettendo alla prova il nostro sensibile gigante buono, Alisia si rivolse a lui e a tutti i Cavalieri presenti con parole colme di speranza.
    Ah già, i Cavalieri. Non ve l’avevo ancora detto?
    Atena aveva richiamato i guerrieri custodi delle vestigia a lei consacrate, facendoli riunire in quello che era diventato il fulcro della battaglia. Ora erano tutti insieme, in piena forma e più forti che mai. Avevano un compito ben preciso e si sarebbero trasformati in un’armata compatta e inarrestabile.
    Non c’era tempo da perdere. Troppe cose stavano accadendo in quell’istante ed era necessario agire con precisa determinazione. Il Gran Sacerdote spalancò quindi le braccia, girandosi lentamente come per avvolgere tutti i presenti con le sue parole.

    Cavalieri di Atena.
    Ancora una volta siamo qui, in questa follia, insieme.
    Avete sentito Alisia, adesso tocca a noi.


    Strinse le mani a pugno e lasciò che il suo cosmo parlasse per lui. Un potere caldo e avvolgente, capace però di distruggere ogni cosa. Sarebbe stato il loro faro, per guidarli nella tempesta della Corruzione e permettere loro di tornare a casa dai propri cari. L’aveva promesso e voleva mantenere la parola a qualunque costo.

    Avete l’imbarazzo della scelta.
    Scegliete bene, mi raccomando, e fate piazza pulita di questa dannata Corruzione.
    Oh oh oh.


    4Vu33qI

    Rise in modo ferale, dimostrando una determinazione alla battaglia senza eguali. Lasciò piena libertà di scelta a tutti, fidandosi ciecamente delle loro capacità. Aleksander optò subito per supportare Atena contro il drago, mentre qualcosa di strano stava accadendo nell'oceano.
    Era davvero il cosmo degli Eletti di Gea quello che percepiva in lontananza falciare la Corruzione?
    La situazione stava prendendo una piega quantomeno interessante e per un guerriero non poteva esserci posto migliore di quello.
    Indipendentemente da tutto, guidato dall'istinto di rivincita, Bartolomeo tenne particolarmente a sottolineare la sua personale decisione, sapendo d’incontrare il supporto incondizionato della Leonessa.

    Mia cara Andrea, mi sa che abbiamo un conto in sospeso con il nostro amato Karl.

    Oh, certo, poco ma sicuro. E la ragazza non se lo sarebbe fatto ripetere due volte.
    In quell’istante, però, il dannato corrotto non perse tempo e cercò di avvantaggiarsi con un colpo fulmineo. Therese, dimostrando una potenza fuori da ogni scala, annullò il suo affondo con una facilità disarmante e con una soddisfazione palpabile.

    Oh oh, credo che questa volta Therese non te le manderà di certo a dire.
    Non trovi, Karl?


    Pronunciò quel nome con disprezzo, scoccando l’ennesimo sorriso complice alla nuova Dea ormai libera da ogni ombra della Corruzione.
    Andrea parve cogliere quell’attimo di stupore e si fiondò contro lo spilungone, sfruttando la sua incredibilità abilità di rifrazione della luce per confondere l’avversario. Anche l’occhio più esperto si sarebbe potuto trarre in inganno e la guerriera puntava proprio su quel piccolo attimo di possibile distrazione. Nel caos generato da quelle numerose copie della Leonessa, con un potere offensivo già degno di nota, la ragazza cercò di affondare il suo colpo più potente con il Tridente di Libra. Le armi della costellazione della Bilancia avevano assunto un potere mai visto prima, grazie all’intercedere della Dea Atena in persona.
    Dannazione, quanto avrebbe adorato trovarsi ancora una volta faccia a faccia con Karl.
    E, dunque, perché aspettare?
    Bartolomeo avrebbe seguito a ruota l’avanzata di Andrea, sfruttando l’offensiva della compagna per celare fino all’ultimo momento il suo vero obiettivo. Nel momento stesso in cui la Leonessa avesse cominciato il suo movimento di allontanamento per evitare il fuoco amico, il Toro avrebbe mostrato le corna. Bart, infatti, avrebbe allungato il braccio sinistro, spalancando e richiudendo di scatto la mano in un movimento violentissimo. Questo gesto avrebbe provocato una serie di terremoti, sia a terra sia nell’aria, tutt’intorno a Karl, al fine di cercare di impedirgli ogni spostamento. Il tutto con l’obiettivo di tenerlo fermo nel punto in cui Andrea lo aveva lasciato e renderlo il più indifeso possibile all’attacco del gigante.
    Avete mai provato a trovarvi nel bel mezzo di un forte terremoto? Se la risposta è sì, allora ricorderete la sensazione d’immobilità che le scosse possono provocare negli esseri viventi. La prima cosa che a tutti viene in mente è di scappare, ma le vibrazioni del terreno lo impediscono categoricamente.
    Ecco, ora provate a immaginare di essere circondati da eventi sismici incontrollabili, non solo a terra, ma anche nella stessa aria che respirate. Forse adesso capirete, anche solo lontanamente, in che situazione si sarebbe trovato Karl dopo aver fronteggiato l’assalto della Leonessa.
    Il Toro sperava d’infondere in lui un terrore inspiegabile, come gli animali che per la prima volta sentono il mondo tremare sotto i loro piedi. Avrebbe, quindi, sfruttato la situazione per compiere uno scatto in linea retta verso il nemico, riducendo al minimo il tempo di avvicinamento e cercando di sfruttare il possibile momento d’immobilità avversario. Avrebbe cercato di posizionarsi proprio di fronte a Karl, sfoggiando un sorriso carico di violenza omicida, per poi scagliare un colpo improvviso, istintivo, con lo scopo di annullare qualsiasi possibilità di reagire tempestivamente.



    Era il Braccio Possente.
    Nessuna novità, direte voi, ma è proprio qui che vi sbagliate.
    Bartolomeo avrebbe caricato il braccio destro tendendo tutti i muscoli del suo corpo allo spasmo, creando un colpo a martello, dall’alto verso il basso, diretto alla figura di Karl. Peccato per lo spilungone, però, che quell’enorme e terrificante braccio del gigante sarebbe stato supportato dalla Lancia Bracciale di Libra, che da sola avrebbe potuto distruggere ogni cosa avesse incontrato sul suo cammino. L’affondo avrebbe cercato di colpire qualsiasi zona del corpo nemico già presa di mira da Andrea, così da generare un effetto domino devastante.
    Bart avrebbe sfruttato l’incredibile agilità della sua tecnica, difficilmente percepibile a occhio nudo, per portare un attacco devastante nel corso di un’infinitesima frazione di secondo. E in quella frazione di secondo avrebbe concentrato una furia cosmica e fisica senza precedenti. Il colpo a martello – potenziato dall’arma di Libra e dalle sue abilità straordinarie – sarebbe stato scagliato con tutta la foga di cui era capace e, se fosse andato a segno, avrebbe potuto annichilire l’avversario e tutto l’ambiente circostante per centinaia di metri.

    Sarebbe stato come essere colpiti da un meteorite che, sfortuna vuole, colpisce proprio te fra tutti i possibili bersagli.
    E quando ti colpisce, sapete bene anche voi, non ti lascia alcuno scampo.

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    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    Turbinio di emozioni e colpi di scena, e poi si riparte con la violenza.
    Bart sfrutta il caos generato dall’attacco di Andrea per accorciare la distanza e, appena la Leonessa si scansa, parte anche lui all’attacco. Prima crea dei sismi intorno a Karl, al fine di cercare di tenerlo bello tranquillo al suo posto [AD]. Poi, senza nemmeno pensarci, si fionda contro il nemico e scaglia un Braccio Possente fulmineo (colpo a martello con agilità, forza e cosmo straordinari) potenziato a dismisura dalla Lancia Bracciale di Libra (il cui potere è stato sbloccato dal master per questo scontro) [AF]. L’obiettivo è infierire su qualsiasi ferita che Andrea e il suo Tridente saranno in grado di procurare all’avversario, per andare a battere dove il ferro è ancora caldo e sperare in un effetto immediato e devastante.
    Tanti auguri Karl xDD


    Condizioni:
    Ottime, grazie all'intervento di Alisia, ed euforico per ciò che è accaduto a Therese.


    Tecniche:
    Braccio Possente:
    [Effetto Secondario: Agilità Straordinaria]
    Spesso l'efficacia risiede nella semplicità.
    Questa tecnica all'apparenza sembra quasi banale, ma non bisogna mai sottovalutare ciò che un toro inferocito può fare. Concentrando la potenza fisica e cosmica in un solo braccio, Bartolomeo scaglierà un pugno alla massima velocità consentitagli, dritto all'obiettivo. Semplice, no? La rapidità di esecuzione, unita alle doti del Cavaliere faranno di tale affondo un martello quasi inarrestabile, allo scopo di ridurre all'inutilità con un solo colpo anche l'avversario più resistente.
    Inoltre, proprio come per il Great Horn, gli arti del guerriero si muoveranno così rapidamente da farlo sembrare immobile durante l'esecuzione dell'affondo, tanto che l'esatto movimento potrà essere percepito solo da cavalieri dotati di abilità particolari (agilità straordinaria) o capaci di raggiungere una velocità più elevata.
    Una possibile variante consiste nel concentrare lo stesso potere in una gamba, oppure distribuire la forza distruttiva su tutti e quattro gli arti, diventando così una macchina da guerra senza rivali.


    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario + Tecniche del Sacro Toro]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del Cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare ad un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il Cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro. [Bonus Forza Straordinaria]
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza ed una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un Cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.
    Quindi, tutto qui? Il Toro è forte e potente? Lo sappiamo tutti.
    Quello che forse nessuno immagina, però, è che il Cavaliere della Seconda Casa rappresenta la vera essenza del combattimento violento e diretto. Non è solo fisicamente potente e decisamente ostico da far indietreggiare, ma è anche in grado di creare effetti secondari attraverso le sue tecniche (un solo effetto per tecnica).
    Trascinare con un solo colpo un grande quantitativo di rocce? Scagliare un affondo come se fosse portato con un'agilità fuori dal comune? Causare danni da elettricità statica? Provocare danni interni devastanti? Esatto, avete capito bene: per Bart tutto questo è possibile.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente Cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli attacchi di natura fisico-cosmica senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il Cavaliere d'Oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.
    E non è finita qui.
    Il Custode della Seconda Casa viene anche definito come il "Baluardo di Atena". Solo un nome, un titolo? Certo che no.
    Il guerriero, affrontando ogni pericolo con il sorriso sulle labbra, è in grado di indurire il proprio corpo a tal punto da resistere con estrema facilità anche a colpi molto potenti e spesso letali (monouso in duello). [Bonus Resistenza Straordinaria]

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA

    Ykl3bED


    Edited by Lord Drake - 27/9/2020, 00:12
     
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    Così come lo avevano avvolto, le fiamme scomparvero lasciando davanti agli occhi di RIgel un panorama che di certo non si aspettava. Credeva che si sarebbe trovato di fronte Bart, Aleksander e Andrea con le spalle al muro, e invece...

    L'oceano. Angeli caduti a non finire. Bestie immonde che risalivano dall'acqua. Una creatura luminosa che enorme che se la prendeva con i corrotti, forse unalleato non appartenente ad Athena. Un enorme drago. Poi vide Bart, grande e potente come non mai, un cosmo soverchiante più del solito che aveva caricato un malcapitato avversario insieme ad una figura femminile sconosciuta.

    La luce si irradiò dal cielo, ed il ragazzo alzò gli occhi.

    ...Dei del cielo.

    Una figura sfolgorante si dirigeva verso quello che sembrava l'avversario più grosso.

    Ma quella è...? Andrea? Riesce a padroneggiare i fulmini come Aleksander?

    No, ragazzo. Quella è la dea che hai giurato di proteggere, e che sembra non averne affatto bisogno.

    Dalla figura della donna eruttò una nuova ondata di cosmo, e le armature risuonarono come in precedenza ad Aokigahara; ma stavolta non era una semplice nota di diapason, era un'intera sinfonia che l'armatura stessa sembrava voleva cantare, e con essa l'arma della Bilancia. La spada sembrò cambiare forma, diventare più lunga e tagliente; le braccia del Cavaliere del Cancro smisero di dolergli. Si sentì forte come non mai, e sentiva lo spirito di Methos vibrare come se stesse per esplodere, percepì Silas smanioso di unirsi alla battaglia. Si sentiva in grado di lacerare lo spazio, il tempo e le anime.

    LE ANIME DI QUEI MALEDETTI MOSTRI.

    Si voltò verso i Caduti, che sembravano arrivare a migliaia dal luogo in cui si trovava poco prima. Il suo cosmo ribolliva, esplose, una luce dorata pervase i suoi occhi, sogghignò. Non era stato soverchiato da Methos, e neanche da Silas. Erano insieme, uniti nello spirito e nella mente.

    CREDEVATE FORSE DI POTERCI SFUGGIRE? NOI NON VI LASCEREMO SCAMPO!!!



    Il cosmo dorato lo avvolse, vasto come quello del Gran Sacerdote, e con esso le fiamme che lo circondavano, formando delle vere e proprie ali rendendo la sua figura ancora più minacciosa ed inquietante del Mietitore stesso.

    Con un'ultima esplosione, una cometa azzurra e dorata si proiettò verso i Caduti.

    y8k159l


    _Marco_Albiero_-Cancer-Omega
    NOME - Rigel Sephdar
    ENERGIA - Suprema
    CASTA - Saint di Athena
    CLOTH - Cancro [VIII]
    STATUS CLOTH - Indossata.
    STATUS FISICO - Vispaccotuttivifaccioapezziecc.
    STATUS MENTALE - Vispaccotuttivifaccioapezziecc.


    RIASSUNTO AZIONI/NOTE - Ok, arrivo, vedo un gran casino senza capirci molto, appena Athena libera il cosmo scatta il boost e spiritualmente c'è una sorta di condivisione con Methos e Silas. Punto i caduti, senza descrivere nessun attacco in particolare per riservarlo nel campo di battaglia. Con i pugni nelle mani, naturalmente.

    CfLyFwD

    ABILITA'

    SEKISHIKI
    Il cosmo del cavaliere del Cancro, nonostante il suo ruolo di protettore del Grande Tempio, costituisce una delle forme di attacco più pericolose per qualsiasi guerriero. Gli attacchi effettuati mediante l’uso di questo potere incidono direttamente sull’anima dell’avversario, rendendo molto difficile una difesa valida contro qualcosa di totalmente immateriale; il corpo non viene dunque colpito direttamente, ma su di esso si riflettono i danni che l’anima subisce in termini di spossatezza o di esaurimento di energia, che si manifestano comunque dolorosamente. È inoltre possibile riuscire a separare l’anima dal corpo della vittima facendola viaggiare verso il mondo dei morti, e a seconda del potere di chi scaglia l’attacco, l’anima può arrivare ad essere distrutta, o confinata per sempre nell’aldilà, o ancora scagliata nella bocca di Ade provocando la morte “definitiva” della vittima. È infatti possibile per il Cavaliere del Cancro richiamare le anime che ancora vagano nello Yomotsu Hirasaka, come è possibile danneggiarle attraverso la generazione di fuochi fatui. Il fuoco fatuo è una fiamma spirituale che non consuma i corpi né è possibile percepire un riscaldamento o una combustione dovuti alla sua presenza: il suo scopo è quello di bruciare le anime di qualsiasi creatura vivente con cui vengano a contatto, fino a farle esplodere. Per quanto sia facile immaginare queste facoltà come prettamente offensive, un combattente esperto può essere in grado di utilizzarle anche per difendersi da ogni avversario. Nel momento in cui lo scontro con il Cavaliere del Cancro si spostasse nello Yomotsu Hirasaka, le tecniche che sfruttano questo potere diverrebbero ancor più micidiali: similmente alla normale disintegrazione della sostanza nel piano materiale, nel piano spirituale si ha un effetto simile ma volto all’essenza astrale di chi subisce la tecnica. In altre parole, un’anima rischia di essere in qualche modo obliterata da questo tipo di tecniche, portando alla morte del corpo anche sul piano materiale e impedendone un passaggio in qualsiasi piano di esistenza spirituale post-mortem come l’Averno o i Campi Elisi.


    TOCCO DELL'OLTRETOMBA
    Il cosmo del Custode della Quarta Casa ha una peculiarità unica nel suo genere: la capacità di privare dell’energia vitale qualsiasi essere vivente ne venga a contatto. A causa di questa caratteristica ogni attacco del guerriero, di natura fisica come in un normale corpo a corpo oppure nel caso in cui sia coinvolto il cosmo del guerriero, causerà più dolore del normale all’avversario, che si sentirà via via sempre più debole e spossato con il procedere del combattimento; questo significa che, anche in fase difensiva, qualora un avversario cercasse di immobilizzare il Cavaliere ricorrendo al contatto fisico, ne risentirebbe degli effetti. Va precisato che il Tocco dell’Oltretomba influenza solamente la forza vitale dell’avversario, ma non può ridurre in modo diretto la sua emanazione cosmica.


    TELECINESI
    I Cavalieri dell’Altare e del Cancro sono in grado di usare la mente a livelli superiori rispetto a qualsiasi normale essere umano. Con la sua forza mentale, il telecineta è in grado di spostare molto facilmente gli oggetti inanimati, dovendo ovviamente mantenere la giusta concentrazione; naturalmente le cose possono diventare più impegnative quando tale abilità viene applicata agli esseri viventi, ma ciò significa che con le giuste accortezze tale abilità può diventare una temibile arma offensiva (o difensiva) che è in grado di colpire direttamente o indirettamente sia un avversario che tutto l’ambiente circostante, portando al telecineta grandi vantaggi nell’adattamento al campo di battaglia, fornendo spesso la possibilità di sfruttare l’effetto sorpresa in tempi molto ridotti. Anche in questo caso si tratta di qualcosa di invisibile e di difficilmente prevedibile, in modo particolare quando tale abilità viene combinata con il cosmo permettendo l’emissione di colpi di natura psichica.

    CfLyFwD

    TECNICHE





     
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