[Trama] L'alleanza delle razze

Tygaer et alii, venuta delle razze in Asgard

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    L' ALLEANZA DELLE RAZZE




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    D
    rago di perla era un pó strano che si fosse contenuto così tanto dopo essere stato a contatto con i daimon, ma quel momento era importante anche perché era davvero molto emozionante essere restato per assistere ad evento come quell agglomerato di razze pronte ormai a fare un grande passo per venirsi incontro e provare a dialogare anzi che combattersi a vicenda.
    Il gigante si lasció trasportare dal momento solo perché dopo una vita a combattere gli sembrava giusto fermarsi a riflettere sul futuro, anche se poi non era lui che decideva cosa fare ma sicuramente tutto ciò sarebbe stato utile.
    Drago di perla si mise dunque ad ascoltare per prima cosa aveva da dire il Celebrante asgardiano, che sicuramente visto la situazione non avrebbe fatto un discorso corto di poche parole quindi tanto valeva mettersi comodi, peccato che non c'era neanche una sedia.
    Il Celebrante fece il punto della situazione sopratutto su quanto era successo in precedenza all' albero della vita che sinceramente se non fossero arrivati i soccorsi forse sarebbe morto a quest'ora e fece i giusti ringraziamenti a chi era dovuto e a lui poi si rivolse al resto delle razze proponendo quell'alleanza che poteva essere importante in futuro e fece un discorso di conclusione.
    Dopo il discorso del Celebrante prese parola l'araldo di gea che parlò anche lui di possibili alleanze e dalle sue parole sembrava che anche gea fosse intenzionata a cambiare rotta, ma in ogni caso bisognerebbe poi vedere quanto sarebbe durato, ma il discorso si abbinata anche per i daimon che a quanto pare sembravano inclini anche loro ad aprirsi per una via più pacifica.
    Il gigante quando sentí parlare i due daimon non sapeva se fidarsi o meno e in ogni caso non spettava lui decidere nulla ma dubitava che un alleanza tra daimon e titani ci sarebbe mai stata, a meno che non si trattasse di un nemico in comune come era stato prima, quindi su questo argomento e anche sul resto dei discorsi non volle dire o aggiungere nulla di più solo poche parole e rivolse lo sguardo verso i daimon per primi poi verso gli altri.
    " Il servizio che ho dato oggi è stato dettato dal destino, ma per in futuro bisogna vedere le circostanze prima de decidere, per ora quindi è tempo di separarsi"
    Drago di perla non lasció trasparire nulla e anche i progetti su asgard magari ne avrebbe prima parlato alla Torre era inutile parlarne lì quindi non appena sarebbero andati via tutti anche lui sarebbe andato per la sua strada




    QbxKRwo





    narrato;parlato""; pensato°° & monologhi<<>> Parlato Esterno





    Dati & Riassunti

    Nome:Drago di Perla
    Stato fisico:apposto
    Stato Psicologico: buono
    Armatura: Adamas Drago di Perla [livello 4]
    Stato: Buono
    Energia:Energia Nera
    Scheda







    Riassunto:



    Azioni:







    Il Layaut e la grafica è opera di Lady Dysnomiaper utilizzo in Saint Seiya Final-Armageddon GDR .


     
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    L'Alleanza delle Razze

    Mentre raggiungevano la Sala del Trono, Bart vide l’espressione di Korin mutare irrimediabilmente, forse per un solo istante, ma anche quell’omone con la testa tra le nuvole riuscì a percepire quel cambiamento.

    Chi? Cosa? Come? Che cosa ho fatto questa volta?
    Sembra come quando Ele mi fissa per qualcosa che ho fatto, senza ovviamente dirmi il motivo.


    Ripensò alle sue parole, a ciò che aveva detto al ragazzo. Non c’era nulla di sbagliato, anche perché il discorso era stato molto breve, e quindi cosa...? Ah, ma certo, ecco il motivo.

    Oh, caspita, davvero?

    Lo capì quando Korin si presentò a tutti Cavaliere del Triangolo Boreale. Il Gran Sacerdote, tranquillo e spensierato come sempre, lontano da menzogne o sotterfugi, aveva nominato la Grado poco prima che si unissero a quell’adunanza.

    Forse io faccio poco caso a questo genere di cose, specialmente in certe occasioni, ma il ragazzo si fa davvero troppi problemi.
    Va bene l’identità segreta, ma la Grado sarebbe preoccupata, e anche molto interessata, se qualsiasi Saint sparisse per mesi senza lasciare traccia.


    Era un ragionamento diretto e che, probabilmente, aveva centrato esattamente il punto. Era normale che la Fondazione, così legata ai Saint, s’interessasse a ciò che accadeva ai Cavalieri di Atena. Quindi, anche se mai qualcuno avesse sentito quel loro scambio di parole, ci voleva davvero un gran salto di fantasia per arrivare a connettere la Grado con l’identità segreta del ragazzo.

    Credo che Alman potrebbe addirittura scomodarsi direttamente se io dovessi improvvisamente sparire dalla circolazione.
    Oppure verrebbe eletto un nuovo Gran Sacerdote e chi si è visto si è visto, oh oh.


    Bart fece nuovamente un occhiolino di complicità a Korin, anche se quella “complicità” sembrava totalmente a senso unico. Che fatica, ma poco importava in ogni caso, perché nessuno avrebbe potuto estrapolare un segreto nascosto con così tanta cura a causa di una frase priva di mistero come quella che era stata pronunciata dal Gran Sacerdote. La Grado collaborava ed era parte integrante del Grande Tempio sin dalla notte dei tempi, quindi non era così strano che si preoccupassero dei guerrieri di Atena. A volte i pensieri delle persone eccessivamente prevenute, caute o evasive, volano davvero troppo lontano.

    Non riesco proprio a capire come Korin possa vivere una vita così piena di menzogne.
    Deve essere davvero difficile per lui... per me sarebbe insostenibile.


    Vagò per un momento in ciò che stava pensando, perché era sinceramente preoccupato per Korin. Il ragazzo aveva avuto una vita tutt’altro che facile e, forse, non era ancora riuscito a superare i suoi terribili traumi personali. Non trovava altro modo per spiegare quel comportamento così contorto, ma poteva anche essere un mistero che – per rispetto verso l’altro – doveva rimanere tale.

    È comunque una sua scelta da rispettare che, però, non deve assolutamente incrinare la fiducia che è alla base delle nostre alleanze.

    Quello era sicuramente fondamentale ma, nonostante tutto, Bartolomeo sapeva che – almeno in occasione di quell’evento a Palazzo Reale – poteva in qualche modo contare su quel ragazzo così complicato e così difficile da capire a fondo.
    Comunque, in quel momento era necessario concentrarsi su quell’incontro, perché poteva sicuramente riservare molte più ombre e luci – nonché molti più risultati utili – rispetto a quella chiacchierata tra i due Cavalieri. Pian piano arrivarono tutti gli invitati, rappresentati di molte Caste, tra cui i Gea, i Daimon e i Giganti di Crono. Oltre ai Saint e ad Asgard, ovviamente.

    Urca, e poi dicono che sono io quello strano.
    Oh oh oh.
    Perlomeno siamo tutti d’accordo, ed è questo che conta.


    L’entrata in scena del terzo Angelo fu tanto spettacolare quanto esagerata, ma sicuramente ebbe l’effetto di attirare tutta l’attenzione su di sé per qualche secondo. Non era tanto diverso da quanto faceva Bart ogni volta che si univa a una rimpatriata, dobbiamo essere onesti, ma la differenza era che il Toro lo faceva quasi inconsciamente, come se fosse naturalmente l’anima della festa.
    Poi, fu il turno dei rappresentati delle Razze che risiedevano ad Asgard, aggiungendo forza e diversità a quella loro importantissima riunione, che avrebbe tranquillamente potuto cambiare le sorti del prossimo futuro del mondo. Il Gran Sacerdote rimase estasiato nel vedere i giganti del Nord, perché la loro statura e la loro stazza erano persino più imponenti della sua.
    Spostando lo sguardo da un incredibile invitato all’altro, il Toro riuscì a percepire una punta di sorpresa e forse disagio da parte della ragazza che li aveva accompagnati nella Sala del Trono. Astra Megrez, nella sua impeccabile presenza concentrata e priva di emozioni eccessive, sembrava turbata quando la Regina degli Elfi parlò come se fosse la padrona di quella riunione.


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    Non ho mai visto la Regina degli Elfi e, non so per quale motivo, ma mi sento a disagio. Com’è possibile? non è Lunitari, dannazione, sono stanca di provare queste sensazioni che non riesco a spiegare. Dovrò parlarne con Gunther e con il Celebrante, sperando che mi possano aiutare.

    Un pensiero lucido e concentrato, e gli occhi della ragazza si chiusero a fessura mentre fissava l’Alto Elfo. Scosse la testa quasi impercettibilmente per distogliere l’attenzione da quel pensiero strano e inspiegabile – almeno in quel momento. Doveva presentarsi come l’etichetta le imponeva, così da diventare un partecipante degno e ufficiale di quell’incontro.

    Salve a voi, Cavalieri e Guerrieri di ogni Casta e origine. Sono Astra Megrez, Cavaliere di Delta Uma e Campione di Hel. Mi unisco al Celebrante nel dirvi che è un grande onore avervi qui, ad Asgard, riuniti sotto lo stesso cielo per discutere di uno scopo comune.

    Brava Astra, bella presentazione. Adesso, però, sentiamo cosa hanno da dire i partecipanti. Sembrerebbero tutti già molto d’accordo, allineati come forse nessuno avrebbe mai potuto sperare. Persino Siegfried aveva appena espresso concetti che la stessa giovane Megrez aveva sostenuto con ardore poco tempo prima. Era necessario solamente cementare quella già incredibile unione di intenti, portando il pensiero di tutti su una strada unica o comunque molto simile. La ragazza attese che la maggior parte dei pareri si fossero palesati, ma poi la sua voglia di contribuire prese il sopravvento e puntò i suoi occhi sul Celebrante. Cominciò a parlare infilandosi perfettamente tra un discorso e l’altro, utilizzando una voce ferma ma sicuramente coinvolta.

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    Celebrante. Oltre ad essere un toccasana per il mio spirito di Cavaliere, le vostre parole mi lusingano, perché in qualche modo ricalcano le mie.

    Il mento era alto, quasi volesse sostenere il peso delle sue parole con la forza della sua volontà e del suo cosmo.

    Vi ricordate quando sconfiggemmo l’esercito di corrotti che aveva assediato la roccaforte? Vi ricordate la sensazione di iniziale impotenza di fronte a quella forza? Se non fossero intervenuti i nostri alleati, per noi sarebbe potuta essere la fine. Asgard sarebbe potuta cadere.

    Era stata una sensazione orribile, di quasi totale impotenza. Se non fosse stato per l’intervento delle altre Caste, probabilmente non ci sarebbe stato nessun Palazzo Reale dove riunirsi per quell’incontro. Il Nord sarebbe potuto essere già stato spazzato via completamente.

    E vi ricordate le nostre parole dopo quella sanguinosa battaglia? Io le ricordo, lettera per lettera, come se avessimo appena vinto, perché non le posso dimenticare.

    Anche in quell’occasione Astra non si era tirata indietro nel dire la sua. Sempre rispettando l’etichetta, l’educazione e il rango, ma non poteva tacere di fronte a ciò che avrebbero potuto fare. Spostò lo sguardo lentamente su tutti i presenti, sostenendo l’attenzione di tutti come se fosse lei stessa il centro di quella discussione.

    Il nemico dovrà avere paura di noi. Dovremo diventare così temibili da trasformarci da preda a predatore, e andare a stanarli. Asgard può e deve alzare la testa, insieme a chi, come noi, vuole debellare l’orribile piaga della Corruzione dalla faccia di questa terra.

    Aveva sempre avuto quell’obiettivo, perché voleva che il Nord tornasse a essere una potenza temuta, in grado di difendersi e aiutare gli altri. C’era ancora molta strada da fare, ma stavano andando nella giusta direzione. Dovevano solamente continuare in quella loro unione d’intenti, perché sarebbe stata forse l’unico modo per uscire da quel circolo vizioso innescato dalla Corruzione.
    Lei stessa doveva diventare più forte, così da poter davvero aiutare il Celebrante in quella lotta senza quartiere, e il suo spirito era da tempo votato a quella scalata verso un potere che in quel momento ancora non aveva. Ce l’avrebbe fatta prima o poi, ne era certa, ma doveva darsi una mossa perché il terrore che attanagliava Asgard e il mondo intero, purtroppo, non aspettava i suoi comodi. Avrebbe sacrificato ogni cosa per raggiungere quel potere, mettendo in primo piano il suo nome e la sua terra.
    Quel suo discorso era stato così accorato che aveva per un solo istante sciolto quel suo solito atteggiamento glaciale. E quello era un particolare che non era sfuggito a qualcuno che faceva della convinta e contagiosa esuberanza il fulcro stesso del suo modo di fare.


    --------------------------------------------------------------


    E chi poteva essere se non Bartolomeo, quello strano Gran Sacerdote che avrebbe dato la sua stessa vita per salvare la su Famiglia e l’intera umanità da quel cancro della Corruzione? Il Toro, estremamente felice e caricato da quei discorsi così incredibili, si tolse lo scrigno dell’Armatura dalla schiena, poggiandolo a terra con ferma decisione di fronte a sé. Incrociò le braccia al petto e la sua espressione si fece felicemente seria – se mai fosse stato fisicamente possibile.

    Oh oh oh.

    La sua risata rivaleggiava con quella del portavoce dei Vrykul, espandendosi in tutta la Sala del Trono in modo roboante e contagioso.

    Non avete idea da quanto tempo aspettavo di sentire queste parole.
    Finalmente siamo qui, nonostante tutto, insieme e uniti come non mai.


    Aveva ascoltato tutti i discorsi, dal Celebrante ad Astra, degli Angeli, del Gigante di Crono (con la sua titubanza), dei Cavalieri di Gea, comprese le parole del suo inseparabile amico Amaterasu. Allargò le braccia come se fosse un abbraccio virtuale, con lo scopo di focalizzare l’attenzione su ciò che stava per dire e per includere tutti – nessuno escluso – in quel suo discorso accorato.

    E siamo anche in grado di passare dalle semplici parole ai fatti.
    Io e Amaterasu è da tempo che rincorriamo quella che in molti hanno ritenuto un’utopia.
    In molti non ci hanno creduto, non ci avrebbero neanche scommesso un centesimo, ma la realtà sta dimostrando il contrario.


    Ricordava il sostegno ma anche la garbata titubanza di Andrea, la Leonessa, nonché l’aperta contrarietà di Korin in alcune occasioni di confronto. Era normale e, detto onestamente, lo poteva anche capire. Ogni tanto, però, di fronte all’impossibile, bisogna cercare di pensare e agire oltre i soliti e reiterati schemi, altrimenti potrebbe essere improbabile uscire da una condizione del genere. Lui e Amaterasu erano stati solamente due dei tanti che erano riusciti a pensare oltre i normali limiti, ma forse erano stati i primi a palesarlo ovunque e con chiunque. E proprio quel loro coraggio di esporsi e di agire stava cominciando a dare i primi veri risultati.

    E non siamo soli, perché abbiamo anche incontrato i rappresentanti di molte delle altre Caste.
    Alcune sono già con noi, altre non ci sono ostili, almeno per adesso.
    La Corruzione ha davvero cambiato tutto, e noi dobbiamo sfruttare quest’occasione.


    Ci avevano messo l’anima nel parlare con le Caste, con i Cavalieri, e discutere apertamente di quella loro idea di unione. Non era stato facile, per niente, ma non avevano desistito nemmeno per un istante. Quello era il momento di osare ancora di più, rendendo le idee un’evidente realtà e dimostrando con qualcosa di concreto ciò che poteva accadere.

    Gli avamposti sono il primo grande passo, un esempio reale della nostra alleanza.
    Il Grande Tempio aiuterà nella loro costruzione, e così tutti i suoi alleati, ne sono certo.


    Bart, citando genericamente gli “alleati”, pensò immediatamente anche alla Grado, che supportava la Dea Atena e i suoi guerrieri da tempo immemore. Avrebbero potuto gestire gli scambi e le comunicazioni attraverso un avamposto al Grande Tempio, potendo condividere in piena trasparenza informazioni, missioni e qualsiasi cosa fosse utile alla sopravvivenza di tutti e alla lotta contro la Corruzione.

    Questo ci permetterà di essere in costante contatto, e a ciascuno di noi di viaggiare liberamente tra le nostre terre, come se fossimo una sola squadra che condivide una missione.
    Così distanti, eppure così vicini.


    Sarebbe stato incredibile costruire qualcosa che avrebbe permesso loro di comunicare e connettersi in modo immediato e sicuro, senza però violare la sicurezza di nessuno.

    Ma non basta, dobbiamo fare di più.

    Si fermò un solo istante per aumentare l’attesa, perché sarebbe arrivata la proposta di quell’ulteriore passo in più che avrebbe dovuto essere compreso e assimilato.

    Condividiamo le informazioni che abbiamo raccolto sulla Corruzione, così da farci trovare pronti la prossima volta che diventerà una minaccia per chiunque di noi.
    E continuiamo a indagare, cerchiamo di svelare i segreti di questo cancro che tiene sotto scacco il mondo intero, perché dobbiamo passare dalla difesa all’attacco il prima possibile.


    Le Caste, da tempo immemore, non erano propriamente abituate a condividere, quindi sarebbe potuto essere un terreno difficile da percorrere, almeno all’inizio. Ma dovevano proprio iniziare a fidarsi davvero tra di loro, altrimenti la loro sarebbe stata un’alleanza di cartapesta.

    Dobbiamo combattere come un unico e imbattibile esercito.
    Dobbiamo essere una cosa sola, accantonando qualsiasi motivo ci tenesse separati in passato.
    Solo così potremo pensare di sconfiggere il nostro nemico comune, che fino a questo momento ha sfruttato la nostra divisione.


    Portò la mano destra di fronte a sé e la strinse a pugno, mentre il suo cosmo dorato fluiva quasi involontariamente in modo del tutto innocuo ma estremamente scenico.

    Chiudiamoci a pugno e spacchiamo qualche dente alla dannata Corruzione la prossima volta che farà vedere il suo brutto muso.

    Guardò tutti i presenti per sostenere al massimo le due parole, in cui credeva fermamente.

    jpg

    INSIEME.

    Rimarcò quella parola che gli stava tanto a cuore, perché era la semplicissima ma fondamentale chiave di tutto. Avrebbero dovuto combattere, soffrire e vincere insieme, altrimenti la vittoria sarebbe potuta diventare un traguardo irraggiungibile.


    --------------------------------------------------------------


    Probabilmente Astra non avrebbe mai dato alcun credito a quell’omone così strampalato, ma le parole del Gran Sacerdote avevano fatto incredibilmente scattare qualcosa in lei. Sapeva che sarebbe stato tutto estremamente difficile, perché la Corruzione era forte come non mai e non tutte le Caste erano abituate a combattere insieme. Vedeva, però, quella proposta come l’unica in grado di traghettare Asgard a una gloria che era stata perduta nel tempo. Se fossero riusciti a ricostruire e potenziare il Nord, anche grazie ai nuovi alleati, e a entrare a far parte di un’Alleanza così forte e allargata, forse le terre dai ghiacci eterni potevano nuovamente alzare la testa di fronte a tutto e tutti. Sarebbero potuti tornare a essere una potenza riconosciuta da tutto il mondo e – non dimentichiamolo – il nome dei Megrez sarebbe tornato a essere più di una semplice parola scritta nei testi antichi.
    La ragazza guardò Bartolomeo per poi spostare l’attenzione sul Celebrante, chinando la testa in segno di assenso e pieno sostegno alle parole che tutti avevano pronunciato. Parole che, seppur diverse, puntavano tutte nella stessa direzione: massima collaborazione per diventare qualcosa di così grande che da soli non avrebbero neanche potuto sognare di raggiungere.

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    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    Post doppio, con entrambi i miei personaggi. Nell’ordine: Bart, Astra, Bart e infine di nuovo Astra. Direi che i concetti sono chiari, non ci resta che cazzottare la Corruzione. Insieme! :kuku:

    Condizioni:
    Ottime.


    Tecniche:


    Abilità:

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - PARLATO ASTRA - PENSATO ASTRA

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    L'alleanza delle razze
    - Chapter II -



    Parole, parole e soltanto parole.
    Korin era rimasto in silenzio un mezzo passo indietro al Gran Sacerdote mentre ascoltava gli altri esprimersi, soffermandosi con lo sguardo ora sull’uno ora sull’altro a seconda di chi avesse preso la parola. La coda dell’occhio però non poteva rifuggire i tre Daimon, le creature in quella sala che di più lo spaventavano rispetto a nani per lui antipatici o umani dal livello energetico esagerato. Era però cosciente del fatto che per quanto la situazione poteva essere tesa in quella stanza nessuno avrebbe osato agire contro l’una o l’altra fazione; lui almeno non lo avrebbe fatto. Non era certo di come l’avrebbe presa Drago di Perla, soprattutto con quel gesto così forse provocativo di Anfitrione. Era quasi certo che l’angelo volesse mostrargli rispetto, ma quello stesso gesto poteva venir frainteso come un atto di schermo o sottomissione forzata e sperò che questo non aizzasse il Drago.

    A lungo andare sembrava che tutti volessero più o meno la stessa cosa. Ognuno aveva prestato alla sua forza agli altri, o così diceva di fare, ed era stata tirata in ballo l’idea di stabilire avamposti ognuno nelle terre degli altri, cosa che tutto sommato Korin aveva intenzione di proporre fin dall’inizio per quanto rabbrividisse all’dea di avere Daimon svolazzanti per il Grande Tempio.

    Una cosa su cui non era d’accordo però erano le parole di Amaterasu. Atlantidei e Black, che non avevano preso parte a quella riunione, difficilmente sarebbero giunti in loro aiuto. Sapeva che Bart avesse tentato un approccio con un black, forse l’ex gold di Leo con gli atlantidei, ma non sembrava essere uscito nulla da quegli incontri, almeno nulla di percepibile. Il suo scontro con gli atlantidei era stato poco più che disastroso e quello coi black poco meno, ammesso che il tipo incontrato lo fosse. Se era giusto aiutare anche loro in quella battaglia della realtà contro le forze a loro nemiche tanto valeva andarli a convincere, anche a costo di dare loro qualcosa di estremamente prezioso in cambio. Do ut Des.

    Fazione che non era mai stata citata erano però gli specter. Che Amaterasu se ne fosse dimenticato o l’odio che tutte le caste provavano per la loro era così rampante da non curarsi di ciò che succedeva alla morte? Cosa stanno facendo in quel momento? Korin non ne aveva mai incontrato uno, erano forse stati spazzati via? Si erano schierati col nemico alla stregua di Chaos e Caduti? Che poi gli ultimi due erano schierati con la corruzione o la stavano solo usando come di carne da cannone difficilissima da buttar giù?
    Era frustrante. In quasi dodici anni non avevano scoperto praticamente nulla del loro nemico impegnati solo a sopravvivere difendendo questo o quel punto che veniva di volta in volta attaccato dalla corruzione & co, tutti obiettivi che se persi avrebbero potuto benissimo causare la fine del mondo, per davvero stavolta. La verità è che il terzetto era sempre almeno un passo avanti a loro, forse due o tre addirittura e loro potevano solo seguirli arrancando.

    Non la situazione migliore, non una da cui era facile uscire anche con quella supposta alleanza di tutti.
    Che poi era una vera alleanza o usciti da quel palazzo le parole di tutti sarebbero rimaste tali?
    Forse era lui che era troppo negativo o non abbastanza utopista per vedere tutti loro collaborare.
    Forse era troppo disilluso dall’aver passato metà della sua vita in quella merda che non ricordava com’era il prato rigoglioso su cui si giocava a pallone.

    In tutto questo si astenne, rimanendo sulle sue, tanto lui era solo un sottoposto di Bartolomeo e il Toro, e i mille prima di lui che avevano detto la stessa identica cosa, aveva già detto tutto il dicibile.


    Statistiche

    Stato Fisico: Acciaccato.

    Stato Mentale: Disilluso.

    Stato Armatura: [V] Indossata. Al suo punto di rottura, riparata alla bell’e meglio da una maglia di sigilli.

    Riassunto:
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    POST III

    Elfi - Nani - Nahuàl - Vrykul - Drow - Umani - Draghi



    Ci fu qualche istante di silenzio, poi una nuova voce lo infranse con delicatezza.

    Una comunione di intenti. Voluta dal fato, da mortali e da coloro che potrebbero chiamarsi immortali pur non essendo divinità.

    La donna dai capelli d'argento sembrava appartenere alla razza degli umani, in quel così particolare conclave. Solamente i nani e Siegfried l'avevano già incontrata in passato in quella veste, ma Astra, gli elfi e forse qualcuno tra quelli che aveva partecipato all'ultima battaglia nello Yormuheimr potevano tirare in qualche modo ad indovinare.

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    Urzla, la Dama d'Argento, aveva fatto il suo ingresso emergendo dall'ombra della sala. E non era da sola: un passo dietro di lei, un'altra figura, silenziosa ed ammantata, la seguiva muovendosi come fosse la sua ombra e scrutando tutti con occhi attenti dalle profondità del cappuccio. Siegfried si inchinò istintivamente in segno di deferenza, seguito dai semiumani presenti e sotto lo sguardo degli altri ospiti del regno. Terminato il saluto, Urzla riprese a parlare:

    Mai il Regno del Nord ha avuto così tanto sostegno dagli altri popoli: gli abitanti dei Nove Mondi si sono riuniti su Midgard in cerca di salvezza, ed hanno trovato una casa ed una guida. E poi i figli della Terra, dei Cieli, del Tempo, gli antichi alleati di Atene, tutti nello stesso luogo, con un obiettivo da raggiungere seguendo strade differenti. Il male che affligge i nostri mondi è arrivato imprigionare le anime di due miei fratelli, da voi liberati. Forse un giorno anche il mio popolo potrà tornare a solcare i cieli, ma fino ad allora potrete contare su tutta la forza di cui io e i miei fratelli possiamo disporre. E non siamo i soli.

    La figura ammantata si abbassò il cappuccio. Somigliava in tutto e per tutto agli elfi per i lineamenti, ma non per i colori. Pelle nera come l'onice e capelli bianchi come la neve di Asgard. Non disse nulla: la figura femminile, si limitò con le sue iridi violacee a guardare negli occhi ognuno dei presenti, indugiando solo qualche attimo in più in quelli di Astra e dei due elfi. Se qualcuno fosse stato attento, avrebbe potuto cogliere l'accenno di un sorriso sul volto della regina Alarielle e l'ormai consueta risatina di Borengar. Il Celebrante ebbe un attimo di meraviglia, seppur contenuta: non incontrava direttamente un Drow non corrotto dai tempi del Ragnarok.



    Costei è Shintlara, portavoce di uno dei popoli vostri fratelli in questa lotta. Non tutti i figli della Notte - i Drow, come voi li usate chiamare - hanno ceduto alla Corruzione in quella notte che tutto ha cambiato. Già ai tempi del Ragnarok, la principessa Eilistraee ha guidato i suoi seguaci contro i piani della sorella, la Regina Ragno. Ella ha impiegato questi anni a richiamare tutti coloro che non hanno intrapreso la via del male, ed anch'essi ora vivono qui ad Asgard... c'è un grande spirito nei loro cuori, ed hanno già più di una volta aiutato il regno contro le invasioni. Anche all'inizio dell'Armageddon, quando erano rimasti poco più di una decina. Non hanno mai abbandonato la lotta, ed ora hanno compreso anche loro che è il momento di agire.

    Fu allora che avvenne qualcosa che nessuno avrebbe mai potuto lontanamente immaginare. La regina Alarielle si avvicinò ad Urzla, prendendo la parola.

    Credo a questo punto, mia signora, che sia doveroso da parte mia esprimere il pensiero del popolo degli Alti Elfi.

    Quando fu a non più di tre passi da lei, Urzla sorrise e si scostò. Alarielle coprì quella brevissima distanza, fermandosi proprio di fronte a Shintlara. E l'abbracciò. La Drow rimase come paralizzata, probabilmente non era certa di come si sarebbe dovuta comportare in una situazione del genere. Poi, esitante, ricambiò l'abbraccio della regina. Quando le due si staccarono, l'elfa sorridente e la drow imbarazzata, Alarielle si voltò verso tutti gli altri.

    Con questo gesto, io accetto tutti i Drow di Eilistraee come fratelli nella lotta alla Corruzione. Il passato, ciò che è stato prima di allora, non conta più. Questa è la mia volontà, e così sarà per ogni elfo nei tempi a venire. Noi non saremo più "uno dei popoli" di Asgard... saremo IL POPOLO di Asgard. Le nostre arti e i nostri uomini saranno a disposizione per costituire gli avamposti, cosicchè ognuno di noi possa aiutare gli altri.

    Il gesto compiuto da Alarielle costituiva un evento che mai avrebbe avuto una ripetizione nella storia. I Drow, che in passato erano stati per molto tempo nemici e bramosi di ritornare nella luce, non erano più lo stesso popolo: con l'Armageddon, la regina Lolth e guerrieri come Genlon avevano deciso di perdere loro stessi. Tutti coloro che li avevano seguiti non erano più elfi oscuri, erano stati trasformati in qualcos'altro. Ora il popolo Drow era formato solo da coloro che si erano rifiutati di seguire la Regina Ragno e che erano invece rimasti fedeli alla principessa Eilistraee. Fu allora Illhana a prendere la parola:

    E lo stesso sarà anche per i Nahuàl. I nostri branchi si uniranno agli altri popoli e difenderanno gli avamposti. Servirà solo qualcuno che istruisca i più giovani al mondo fuori dallo Yormunheimr, visto il lungo tempo in cui siamo rimasti isolati.

    Il terzo accompagnatore di Illhana, più adulto dei due gemelli, stava per dire qualcosa. Ma una terza ombra si materializzò alle spalle di Urzla, con gli occhi rossi che brillavano nel buio.

    Se permetti, sorella, a questo potrei pensarci io.

    Una sensazione opprimente stranamente familiare colse Azrael ed Anfitrione, mentre l'ombra avanzava verso la luce. I Nahuàl erano a dir poco paralizzati, Illhana si era voltata ed era sbalordita. Insieme ad Urzla c'era anche Deucalion.

    La Dama d'Argento ha invitato anche me, ed ha pensato che un vecchio lupo scorbutico potesse essere utile. Almeno più utile di un vecchio lupo scorbutico ed anche cieco.

    La donna non replicò, si limitò a sorridere e a raggiungere il fratello vicino ad Urzla, Shintlara ed Alarielle. Intanto qualcun altro si schiarì la voce.

    Oh, credo che per quanto riguarda noi nani la situazione sia già abbastanza chiara, no? E comunque io i discorsi solenni non li so proprio fare, spero mi perdonerete.

    Borengar, con lunghi passi (per un nano, almeno), andò ad accomodarsi vicino ad Urzla.

    E quindi chi manca, adesso?

    Quella domanda sembrava un po' strana, sembrava quasi che il nano stesse aspettando che accadesse qualcosa di particolare. Forse fu proprio il tono usato a suscitare ilarità in qualcuno che si lasciò andare nuovamente in una roboante risata, e Tharmak'thàs si fece avanti. Guardava tutti dall'alto in basso, ma non potè fare a meno di sfoderare un sorriso a trentadue denti (ma poi erano trentadue, i denti dei Vrykul?) quando il suo sguardò si poso sul Gran Sacerdote di Atene.

    Non so bene cosa ti aspetti, nano, ma suppongo che ti riferisca a me. Neanch'io ho molto da aggiungere, rispetto a quanto detto dagli altri: i Vrykul saranno la vostra forza d'assalto, che si tratti di Asgard o qualunque alto luogo. Anche se è piacevole constatare che anche in altre parti del mondo ci siano umani... "all'altezza" del compito, vero? Devo proprio dirlo, Gran Sacerdote: se io non fossi abbastanza certo del contrario, direi che potresti essere un nostro parente!

    Scoppiò in un'altra risata, poi si ricompose.

    Perdonatemi, tra la mia gente le formalità hanno una durata limitata. Gli alleati di Asgard sono nostri alleati, e i loro nemici sono nostri nemici. Ciò che abbiamo in sospeso con i traditori non cambierà il nostro obiettivo... e ora, il nostro esercito può dirsi completo.

    Urzla annuì, e fu quindi di nuovo la regina Alarielle a riprendere la parola.

    A proposito di questo, il nostro amico Tharmak'thàs ha ragione: l'esercito è completo. Tuttavia rimane solo una piccola questione in sospeso ma credo che anche voi converrete con me che la soluzione è evidente: qualcuno tra noi, in un modo o nell'altro, ha portato avanti sempre la lotta e ha difeso Asgard con ogni suo respiro. Anche a costo di essere solo e quando ogni speranza sembrava perduta, a quanto mi è stato riferito.

    Voltatasi verso il Celebrante, si inginocchiò. Non lo fece con l'intenzione di prostrarsi in segno di inferiorità, sembrava più un cavaliere che giurava fedeltà al suo re prima di entrare in battaglia.

    Colui che è stato una guida per gli Elfi e i Drow dal Ragnarok. Siegfried di Asgard.

    E uno ad uno, anche gli altri seguirono il suo esempio.

    Colui che ha accolto il mio popolo e protetto le mura di Asgard insieme ai suoi alleati. Siegfried di Asgard.

    Colui che ha affrontato e sconfitto Lolth e Genlon. Siegfried di Asgard.

    Colui che impugnò la spada Yggdrasill e difese il Sacro Albero da Nidhoggr. Siegfried di Asgard.

    Colui che ha dimostrato il suo valore sul campo di battaglia e col sangue. Siegfried di Asgard.

    Colui che mi liberò dalla prigionia. Siegfried di Asgard.

    Le razze di Asgard erano finalmente diventate un unico popolo, che dopo tante battaglie condotte a difendersi per guadagnare la sopravvivenza, sarebbe ora passato al contrattacco. Quanto al Celebrante, non ebbe modo di cogliere le reazioni degli alleati del Grande Tempio, o dei Daimon, o dei Gea o del Gigante di Crono. Nemmeno di Astra, che era a due passi da lui. Aveva passato anni a combattere, pensando sempre di essere inadeguato al proprio compito, che forse non era lui la scelta più giusta come Celebrante. Ripensò a Gazka e a Lelouch dello Scorpione, che lo avevano preceduto in quel ruolo. E adesso c'era lui, davanti a una serie di persone che giurava solenne fedeltà al Celebrante di Odino e all'uomo che ne aveva l'incarico. Siegfried, Cavaliere di Asgard.

    Alzatevi, amici e fratelli miei. Mi onorate con le vostre parole ed il vostro gesto, ed è mio dovere onorare voi a mia volta, non con le parole ma con i fatti. I nostri avversari pensano di distruggerci, ma non sanno ancora quale inferno sta per scatenarsi su di loro. Noi tutti, IL POPOLO DI ASGARD!!!

    Si voltò a guardare poi tutti gli altri: Azrael, Anfitrione, Castiel, Junichi, Korin, Drago di Perla, Amaterasu. Ed infine Bartolomeo.

    Noi tutti. INSIEME.

    Nessuno però, si era accorto di una cosa: seduto sull'altare di Odino, uno strano esserino bianco sorseggiava del tè fumante da una tazzina. Con un piccolo bastone a portata di mano, naturalmente...


    gbVWvCJ


    ANGOLO DEL GAME MASTER

    Note ed Eventuali • E con questa, dichiaro l'Alleanza delle Razze ufficialmente a regime e gli avamposti DEFINITIVAMENTE approvati. Mi sembrava giusto chiudere con la parolina del buon Bart, anche perchè provare a descrivere un epilogo sarebbe stato forse rovinare tutto. Con l'eccezione di quella piccola postilla, mi perdonerete se non ho resistito. Seguiranno, quando avrò tempo, testa e respiro, le descrizioni dei PnG delle varie razze per eventuali usi in GdR. Grazie ancora a tutti i partecipanti della Quest, spero vi siate divertiti come mi sono divertito io. E ci si vede su altri topic^^

    Cosa Accade • Che adesso je famo er c... a tutti li Corrotti :asd:



     
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