[TRAMA] Un nuovo corso

#Alisia #Daya #Dya #Alek #Anita #Bart

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    Un nuovo corso

    #Alisia #Daya #Dya
    #Alek #Anita #Bart

    POST I



    Quante cose avevamo perso?
    Ci eravamo illusi di essere al sicuro, che niente all'interno di quelle mure avrebbe potuto toccarci e invece, ancora una volta un nemico troppo forte era riuscito a bucare quelle difese, era riuscito in qualche modo a entrare nei nostri cuori e creare nelle ferite profonde e indelebili nei nostri animi.

    Eppure, ancora una volta quegli uomini, pieni di difetti, pieni di debolezze e mossi solo da una profonda disperazione erano riusciti in quella che a tutti gli effetti poteva essere definita un'impresa. Si dice che un cavaliere d'oro è tale per tutta la vita, che non conta quante guerre ha combattuto, non conta quanti fratelli ha visto morire, non conta se sul campo di battaglia ha dovuto piangere e lasciare indietro i propri cari.

    Un cavaliere di Atena rimane un cavaliere per sempre, anche dopo la morte. Combattere per la Dea della Giustizia è qualcosa che trascende la comprensione degli altri uomini o di altri guerrieri sacri. Un cavaliere, che sia esso di Bronzo, d'Argento o d'Oro, metterà sempre se stesso al servizio degli altri, combatterà fino a quando avrà anche una sola goccia di sangue nel corpo e anche allora non si darà per vinto. Un cavaliere di Atena porta sulle proprie spalle la responsabilità del mondo intero, quando guarda quegli uomini che deve proteggere capisce per quale motivo ha votato la sua vita alla pallade Atena, e non ha alcuna importanza se la sua vita dovrebbe finire anche adesso perché ha una certezza nel suo cuore: i suoi compagni combatteranno al suo posto per portare avanti un sogno di pace e serenità.

    È vero, quello che stanno ora combattendo questi guerrieri è qualcosa che non si era mai visto prima d'ora ma non per questo motivo essi si danno per vinti. Essi hanno pianto la prematura morte di Deneb, un guerriero che prometteva di essere l'erede di Alek. Essi si sono disperati quando da quella maledetta prigione Gaz si è immolato per dare una speranza a loro e a tutto il genere umano. Eleuteria, come il Leone lasciarono le loro armature per permettere che altri combattessero al loro posto ma la loro missione non poteva certo terminare in quel modo.

    Lei, l'ex cavaliere dei Gemelli protesse il Santuario dall'attacco dei Sette.
    Daya, l'ex cavaliere della Vergine accompagno i suoi compagni nella lotta contro Orgoglio. Erano con lui tutti loro: Achille, Bart, Anita, Rigel, Kyros, Irina, Yamato, Ys, Deneb.

    Cosa era rimasto di quella battaglia?
    Niente. Quei templi sorti dal nulla svanirono come erano apparsi. I cuori degli uomini all'interno del santuario tornarono normali, col tempo si rasserenarono e dimenticarono quello che era accaduto quel giorno, o almeno si convinsero che era stato tutto un brutto sogno.

    E i guerrieri che presero parte a tutto ciò?
    Deneb e Yamato dispersi.

    Gli altri? Vivi, questo era indubbio ma alcuni di loro compresero che certe cose dovevano cambiare.


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    9FXns1Y
    Alcuni di voi, dopo lo scontro con i Sette vengono convocati nella sala del Gran Sacerdote. Quelli convocati sono i seguenti:

    Bart, Aleksander, Anita. Sapete già che presto il Gran Sacerdote ( qui è ancora Daya ) partirà per un lungo viaggio e Achille ha deciso di seguirlo, è una persona diversa che ha visto morire sotto i suoi occhi Deneb. Già da tempo Achille non indossa più la sua armatura. Quando arrivate nella sala del Gran Sacerdote vedete li sia Daya che Alisia che vi stanno aspettando.

     
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    Un Nuovo Corso

    Dai Bart, forza, devi farti bello.
    Non puoi andarci conciato in questo modo.


    Elena, ormai all’esasperazione ma dotata di una calma infinita, stava cercando di convincere quell’omone di Bartolomeo a rendersi presentabile per la convocazione che aveva ricevuto. Con mani abili e delicate, stava cercando di sistemargli il mantello da Basileis sulle spalle, maneggiando con il laccetto intorno al collo di un Bart che non voleva proprio collaborare.

    No, non voglio.
    Forse, se non ci vado, capiranno che stanno facendo qualcosa di estremamente stupido.


    La ragazza sospirò, senza però perdersi d’animo. D’altro canto, tutti i santi giorni aveva a che fare con quella loro inarrestabile masnada di scatenati figli adottivi, e il Toro era solamente il più grande di tutti loro. In quel momento, infatti, stava proprio facendo la parte del bambino capriccioso che punta i piedi perché non vuole fare qualcosa.

    È assurdo. Se ne vogliono andare.
    Proprio adesso che stiamo ancora piangendo gli amici perduti e stiamo ricucendo le ferite di una battaglia che ha messo a repentaglio le sorti dell’umanità intera.


    In effetti, se vogliamo dirla tutta, il caro Bart non aveva tutti i torti. Avevano combattuto la Corruzione dando fondo a tutte le energie che non sapevano nemmeno di avere, sacrificando la loro stessa vita per il bene comune e di tutti i loro cari. Le perdite erano state enormi, insostituibili, e di certo non si erano ancora ripresi del tutto da quella devastazione. Infine, tanto per aggiungere benzina al fuoco, se la battaglia sembrava per lo meno non persa del tutto, la guerra era ancora molto distante dall’essersi conclusa.
    Il momento era decisamente delicato e altre novità di quel genere non erano facili da accettare senza battere ciglio.

    Bart, avranno le loro ragioni.
    Lo sai benissimo anche tu, se solo ti fermassi un attimo a riflettere.


    Il Toro la guardò negli occhi, assumendo l’espressione più imbronciata che potete immaginare su un omone gigantesco ormai verso la sessantina.

    So quanto bene vuoi a Daya, ma sappiamo entrambi che quello che fa ha sempre un motivo ben preciso.
    Un motivo che a volte non riusciamo a comprendere, ma non possiamo farci nulla.
    È lui quello saggio tra i Gold Saint, questo lo devi ammettere.
    Tu al posto suo, probabilmente, avresti cominciato a prendere a pugni qualsiasi cosa.


    Lo guardò divertita, mentre una risatina a stento contenuta rallegrava quella situazione. Gli diede un bacio sulla fronte, capendo di aver colto nel segno e di aver utilizzato la leva giusta.

    Ah ah, che ridere.
    Guarda come sto ridendo.
    Guarda.


    Il gigante fece l’espressione più seria di cui era capace, ma durò non più di qualche secondo. Poi una risata travolse l’intera Seconda Casa, smorzando quel clima che lo stesso Bart aveva creato dopo aver ricevuto la convocazione alla Tredicesima Casa.

    Oh oh oh!
    Uff, forse, e dico forse, potresti aver ragione.
    È solo che, dannazione, non riesco a immaginarmi il Grande Tempio senza di lui.


    Come in un mare in burrasca, le sue emozioni erano mutevoli e violente come le onde. Un attimo prima rideva a crepapelle e un attimo dopo era di nuovo malinconico.

    Vedrai che tornerà quando avrà compito la sua missione.
    Lui e Achille saranno nuovamente qui ancor prima che tu te ne accorga.


    Già, vero. Non solo Daya, ma persino Achille lo avrebbe seguito in quella missione – se davvero di missione si poteva parlare – di cui il Toro non era a conoscenza.

    E va bene, ho capito, ci vado.
    Però questo non lo metto.
    Se mi vogliono, ok, ma io ci vado così come sono.
    Mi sono stancato dei formalismi.


    Con un gesto si tolse il mantello che Elena aveva faticato così tanto a mettergli, provocando un moto di sconforto alla povera e paziente ragazza.

    Se mi devono davvero dire addio, voglio che lo facciano guardando il loro Amico. Non il Cavaliere che sono.
    E io sarò forte abbastanza. Per tutti.


    Mentre diceva quelle parole di cui nemmeno lui era convinto, una straziante e sincera nota di dolore incrinò la sua espressione solitamente gioviale. Il suo cuore era davvero spezzato per quello che probabilmente stava per accadere, ma cercava in tutti i modi di rimandare l’inevitabile.
    Dovete ricordare che Daya fu colui che accolse Bart al Grande Tempio dopo che Stephane lo rintracciò in Italia, facendolo diventare il Custode della Seconda Casa. Il legame d’amicizia che aveva instaurato con il Biondo – sì, Bart chiamava Daya il Biondo, al diavolo le formalità – andava oltre ogni umana comprensione. Era un sentimento puro e sincero, esattamente come lo spirito dell’indomito guerriero del Toro. Il gigante avrebbe dato la vita per il Daya ed era certo che lui avrebbe fatto lo stesso.

    Ok, ho deciso: vado.

    Lo sguardo fermo verso la Tredicesima Casa, quasi a sfidare il percorso che lo separava dalla sua meta.

    Ciao figlioli.
    Io torno presto, ma voi fate i bravi.


    Non poteva mancare il saluto si suoi pargoli adottivi che, ultimamente, troppo spesso vedevano il loro papà lasciare il Grande Tempio.

    Ciao papààà!

    Un coro di voci si levò dalla stanza dei giochi, accompagnato da grida di lotta e spensierata giovinezza.

    Grazie Elena.

    Non servivano altre parole per dimostrare l’amore e la gratitudine che provava per quella donna. E lei lo sapeva bene. Bartolomeo le diede un forte abbraccio, ricambiando il bacio sulla fronte. Si aggiustò gli abiti altamente informali che indossava – jeans e t-shirt bianca – per poi incamminarsi sulla scalinata che lo avrebbe portato a incontrare il suo amico.
    Il suo cammino fu costellato da pensieri cupi sul passato e sul futuro. Non sapeva bene cosa aspettarsi, ma lo avrebbe scoperto a breve.
    Immerso nei meandri della sua stessa mente e senza nemmeno accorgersi, la Tredicesima Casa era raggiunta. Di fronte a lui, in tutto il loro naturale e non cercato splendore, si palesarono la Dea Atena e il Cavaliere della Vergine.

    Alisia, figliola, che bello rivederti.

    Dopo tutta quella sofferenza, la giovane ragazza era in grado di infondere speranza e coraggio a tutti in un modo così naturale da risultare disarmante. Come suo solito, Bart la chiamò direttamente per nome, rimarcando quella sua paterna confidenza che da sempre aveva contraddistinto il loro rapporto.
    Poi, con sguardo ben più deciso ma mitigato dal loro legame di amicizia, si rivolse alla Vergine.

    Daya, amico mio.
    Dannato Biondo che non sei altro.


    Una breve pausa per intensificare ancora di più il suo sguardo. Non era assolutamente arrabbiato, ma di certo si era trovato completamente spiazzato da quella situazione.

    Dove te ne vuoi andare senza di me?
    Perché non mi hai detto nulla?


    Si sentiva ferito per non aver saputo nulla fino a comunicazione ufficiale e la sua espressione tradiva il suo animo. Era convinto che a breve si sarebbero chiariti, ma voleva far sapere a Daya ancora una volta quanto teneva a lui.
    Una sola parola e sarebbe partito anche lui per aiutare l’amico, così da poter ritornare insieme al Grande Tempio il prima possibile.

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    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    Mamma mia, che salto indietro nel tempo. Il caro Bart, ancora Basileis, risponde riluttante alla chiamata e va alla Tredicesima Casa per chiedere spiegazioni a quello che - per rinfrescare a tutti la memoria - è stato da sempre il suo BFF.

    Condizioni:
    Povero Bart. Cuore spezzato in 3, 2, 1...

    Tecniche:
    -

    Abilità:
    -

    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA

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    [TRAMA] Un nuovo corso | post I
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    Erano accadute molte cose negli ultimi tempi, eventi a cui probabilmente non si sentiva completamente pronta, sono cose che possono capitare ad una come lei che per gran parte della sua vita aveva visto i cavalieri dall'esterno, semplicemente come l'assistente di Gaz. Il suo pensiero volò immediatamente al suo maestro e tutore, a quello che lui aveva fatto per il mondo intero, al fatto che lei si sentisse in qualche modo obbligata a proseguire la strada tracciata da quell'uomo.

    Eppure da quando aveva indossato quella cloth le cose erano cambiate, aveva compreso che cosa volesse dire essere un Saint, come si erano sentiti Lelouch, Eleuteria ed ora Achille. Aveva provato anche ciò, aveva sentito sulla sua pelle la responsabilità di combattere in prima linea ma aveva anche compreso che non tutti sono nati per certe cose. Vi erano persone che avevano nel proprio dna, nelle proprie corde il combattimento ed altri - come lei - che era meglio che stessero nelle retrovie. Probabilmente la giovane Anita aveva sofferto eccessivamente per le perdite a cui aveva dovuto assistere negli ultimi tempi: Yamato e Deneb. Era guerrieri giovani, uomini che avevano un futuro davanti a loro, uomini che erano stati portati via dall'ennesimo nemico giunto in casa loro. Sapeva che si rischiava la vita tutti i giorni, tante volte aveva curato le gravi ferite di tanti Gold, aiutato Gaz a riparare cloth quasi distrutte ma forse si era abituata ad avere attorno uomini e donne che in un modo o nell'altro tornavano sempre a casa. Si era semplicemente illusa che loro non potessero morire.

    Si era dovuta scontrare con la realtà, una realtà a cui probabilmente non era pronta e lentamente si era convinta che il suo posto fosse un altro, non importava quanto fosse grande il suo cosmo, non importava se lei fosse degna di vestire un'armatura dorata. Sorrise pensando al fatto che lui non avesse mai acconsentito a farla diventare una sacerdotessa di Atena.

    Del resto, chi avrebbe organizzato le scartoffie?
    Chi avrebbe amministrato la Biblioteca?

    Mentre si avviava verso le stanze del Gran Sacerdote, ripensava a quello che era accaduto quel giorno a tutto ciò che era stata costretta a sacrificare tutto per porre fine ad un nemico che in apparenza pareva imbattibile. Quella battaglia era costata cara a molti di loro e lei, cosciente di cosa li aspettava aveva la convinzione che il suo ruolo fosse un altro. Aveva lasciato che l'armatura del Cancro tornasse alla quarta casa, del resto molto presto Rigel sarebbe diventato abbastanza forte per poterla utilizzare.

    Quando Anita giunse alla XIII casa, fece appena in tempo per sentire quello che Bart aveva detto a Daya e fece fatica a trattenere un sorriso, che sommesso la introdusse a quella riunione.

    «Mia Dea, siete splendida come sempre»

    Poi rivolse un leggero sorriso nei confronti di Bart e avvicinandosi a lui lo guardò, osservando quell'espressione che aveva imparato a conoscere, quel volto severo ma buono. Poi si girò verso Daya, che stava con gli occhi socchiusi e ascoltava quello che il suo amico gli aveva detto.

    «È bello sapere che il mondo è in mani cosi capaci e gentili e sono davvero onorata di essere qui oggi», si fermò un attimo prima di continuare «aspettiamo ancora qualcuno?»

    Aveva sentito in lontananza un cosmo, un cosmo molto antico e potente, un cosmo che non percepiva da molto tempo ... da quando era ancora in Jamir con Gaz, che si trattasse davvero di lui?



    RuD1Bcs



    AbilitàTecniche

    ESP

    Cancer, forse uno dei maggiori esponenti di questo tipo di poteri, Anita dispone di capacità psichiche al di fuori della norma, seconde forse solo ad Aries: attraverso il suo immenso potere mentale, è in grado di comunicare mentalmente con ogni essere vivente che sta nel suo campo percettivo, oppure senza limitazioni di sorta con una persona da lei conosciuta, trascendendo di fatto lo spazio. Di pari passo con questa facoltà vi è da aggiungere le sue doti psicocinetiche. Grazie al potere della mente è in grado di sollecitare la materia come meglio desidera, arrivando a muovere sia un atomo che una montagna con lo stesso sforzo e non accusando la minima stanchezza. Le sue facoltà psichiche sono immense e non vi è limitazione di sorta se non la sua fantasia.

    Sekishiki


    Probabilmente questo è il vanto stesso di Cancer, ovvero la capacità di interagire con lo spirito e con le anime dannate. Il ruolo di cancer è quello di guardiano dello Yomotsu Hirasaka e grazie a questo ruolo può spostarsi istantaneamente dal mondo dei vivi a quello dei morti senza alcuno sforzo - tale capacità non è da considerarsi utilizzabile in duello. Il suo interagire con lo spirito è diverso da quello di Virgo in quanto non agisce in maniera sottile ma lo usa come una vera e propria arma di distruzione. Cosa può fare Anita dunque? Strappare l'anima da un corpo, distruggerla, incendiarla e tutto ciò che le passa per la mente. Legato a ciò vi è anche la capacità di vedere e percepire le anime presenti nell'ambiente circostante e interagire con loro. Il profondo legame di questo Saint con il mondo dei morti è tale da permetterle tutto ciò e molto altro, infatti gli è anche possibile richiamarli dal mondo dei morti, o spedire entità indesiderate nello Yomotsu.

    Fuoco Fatuo


    Anita è anche in grado di dar vita ad un fenomeno molto particolare che viene definito generalmente 'fuoco fatuo'. Tale capacità consiste essenzialmente nel riuscire a generare delle fiamme che hanno capacità molto particolari. Esse non emettono calore, esse non sciolgono il ghiaccio ma attaccano direttamente l'anima del bersaglio. Si tratta di una manifestazione molto particolare del suo potere spirituale che sono in grado di incendiare e dare fuoco a qualsiasi cosa abbia un'anima; che si tratti di aberrazioni, esseri viventi, evocazioni o attacchi di natura spirituale non ha importanza - ovviamente i costrutti non avendo un'anima non subiscono gli effetti di una simile offensiva.



    Edited by Gaz - 3/6/2019, 13:49
     
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    Oneiros l'eterno, Il Tessitore di Sogni.

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    1Alek → Un nuovo corso

    Erano passati diversi anni da quando aveva percorso quella scalinata, da quando aveva lasciato il Grande Tempio per ritrovare se stesso e un po' di pace lontano dal canglore delle guerre sacre e dell'eterna lotta tra gli Olimpici. Aveva lasciato la sacra armatura del Leone in ottime mani, Alisia era al sicuro circondata da i suoi paladini e tra quelle mura non c'era più spazio per un vecchio guerriero rinato. Poi era successo. La fine di ogni cosa, la corruzione e la disperazione avevano avvolto la terra nella loro morsa riducendo quello che una volta era il mondo degli uomini ad una desolata distesa di morte. Aveva già assistito alla fine di un epoca, aveva già visto la gloria degli uomini finire a causa dei loro errori. Ma stavolta era diverso e il vecchio lemuriano sapeva che il destino, ancora una volta, gli avrebbe negato il riposa che tanto desiderava. Aveva cercato di combatterla da solo, feroce e implacabile, ma per quanto le sue zanne fossero affilate, per quanto il suo fulmine squarciasse il cielo, non c'era niente che potesse fare. Era un nemico troppo forte, troppo grande perchè un sol uomo, per quanto potente potesse sperare di vincere. E così era tornato per rispondere alla chiamata partita dalla XIII casa. Era tornato ancora una volta a calcare quei gradini di marmo bianco superando una ad una le case dei suoi compagni d'arme.

    Vuote e fredde. La speranza oramai sta lasciando queste mura come ha lasciato da tempo il cuore degli uomini.



    Si tirò su il colletto della giacca, uno spolverino nero che aveva recuperato in quello che restava di un centro commerciale. La folta barba bionda e i lunghi capelli si univano dandogli un aspetto poco curato ma comunque regale. Il roseto dei pesci, con le sue stupende e letali rose, cresceva incolto e non curato. Da anni nessun cavaliere reclamava quell'armatura e le rose erano libere di crescere rigogliose. Il suo cosmo dorato lo preteggeva dai loro effluvi permettendogli di godere della loro bellezza. Ricordò di quando vide i Tre Giudici salire per quella scalinata, ricordò la sua ultima battaglia da Gran Sacerdote. Il tempo passava ma niente era cambiato. Gli dei giocavano con gli esseri umani come se le loro vite, incuranti della distruzione che portavano. La corruzione era solo l'ultimo ritrovato di una divinità folle per perpretare il suo perverso disegno. Ma questa volta non era certo che gli uomini avrebbero avuto la forza per reagire. La speranza nel suo cuore era una piccola fiamma quasi spenta. Poi la vide.

    Athena era seduta sul suo trono con al fianco Daya, forse il suo più grande amico in quell'epoca. La giovane Dea aveva sempre lo stesso sguardo fiero e deciso ma venato dal dubbio e dell'incertezza che la sua parte mortale ancora le imponeva. Ma il suo cosmo, quello era rimasto immutato dai Tempi del Mito. Venirne toccato lo riempì di calore, come se dopo anni di sete avesse finalmente potuto bere dalla più pura delle fonti. Lei era li per loro, pronta a guidarli ancora una volta. Pronta ad essere il faro, la loro luce, la loro speranza quando ogni altra cosa era perduta. Ricordò la sua promessa, una promessa che aveva fatto quando Lemuria era stata ridotta a cenere e ricordi, stando su quell'altura dove i Re Santi sopravvisuti si erano stretti attorno alla loro Dea per costruire un nuovo mondo. Il suo cosmo avvampò, non feroce ma caldo e avvolgente. Mentre avanzava nella sala sorrise a Bart e Anita. Non aveva avuto modo di combattere al loro fianco ma le storie che aveva sentito parlavano per loro. Guardò Daya e non gli rivolse una parola, solo uno sguardo. Uno sguardo che racchiudeva più di qualunque discorso. Comprendeva ciò che stava accadendo e lo accettava. Tutto deve fare il suo corso e anche l'uomo più vicino agli Dei doveva piegarsi a questa regola universale. Si inginocchio a pochi passi dal trono, appena sotto gli scalini coperti dal lungo tappeto rosso e dorato. Gli stendardi appesi ai lati del colonnato furono scossi da una leggera brezza di vento, quasi a salutare un vecchio amico che finalmente era a casa.

    Aleksander Seraf, Re Santo del Leone, risponde alla chiamata mia signora. Oggi come allora rinnovo il mio giuramento. Vi seguirò finché ho respiro. In questa vita e nella prossima, se necessario.



    Guardò Alisia, senza alzarsi, come aveva fatto in quell'ultima notte prima di bere il sangue della Dea. Il Leone era tornato a casa.






    Edited by Aleksander Seraf - 3/5/2019, 01:43
     
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    pOno9FyNarrato. | -parlato- | °pensato° | °telepatia° | "parlato altri"

    [TRAMA] Un nuovo corso, Capitolo I
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    Sul trono stava seduto il Santo che fu custode della sesta casa; sul capo portava l'elmo che tutti i Pontefici di Athena si erano tramandati nei secoli, Guerra dopo Guerra, una reliquia a cui egli aveva donato ben poco onore in verità. Indossata quasi mai, lasciata sempre sullo scranno mentre altrove era affaccendato eppure quel giorno aveva trovato posto sul suo capo, per sfizio o necessità... difficile dirlo, il viso dell'uomo un tempo ragazzo aspirante cavaliere era imperscrutabile.

    "cosa ti turba?"

    Fu la dea a spezzare il silenzio poco prima che iniziassero a giungere i guerrieri suoi devoti. Daya sorridendo si alzò dal trono e toltosi l'elmo indicò alla giovane avatar della dea di sedersi.

    -riflettevo sulla futilità di molte mie azioni, ogni tanto mi aiuta a rimanere ciò che ero, per non precipitare in ciò che sono-

    Alisia sorrise dolcemente assecondando l'invito del suo Pontefice, nella mano il proprio scettro.

    "tu sarai sempre tu, anche ora che sei ad un passo dagli dei"

    Il guerriero, poichè questo era ancora dentro di se, fece spallucce sospirando.

    -baratterei il potere della Dunamis per riportare il mondo com'era, ma a questo punto è anche solo sciocco pensarlo. Dobbiamo andare avanti, essere un cambiamento significativo in tutto questo caos-

    Alisia sospirò per poi abbassare lo sguardo fissandosi la mano sinistra che teneva in grembo, sembrava sofferente.

    "...ordinarti di non prendere quella decisione sarebbe inutile vero?"

    Daya si girò dopo alcuni istanti, prendendo la mano della giovane che aveva protetto e allevato in quei duri anni. Non era così vecchio da sentirsi padre ma certamente poteva provare per lei una sorta di affetto, se mai sentimenti così umani lo potessero toccare ancora.

    -ahahahah sono poco incline ad ubbidire dovresti saperlo no?-

    Alisia ricambiò la stretta ed una lacrima spuntò dal nulla rotolando sulla guancia rosea.

    "sei stato un cavaliere della Vergine terribile! Il più disubbidiente e cocciuto!"

    -...e per questo sono stato anche il migliore.-

    L'uomo dal crine più bianco che biondo liberò la mano dalla stretta e le accarezzò il viso asciugandole la lacrima.

    -non sta bene che una dea accolga in lacrime i propri cavalieri, supereremo anche questa. Insieme. Avete fiducia in me... mia dea?-

    Alisia ricacciò indietro la tristezza cercando di non deludere ciò che le veniva chiesto dal proprio rappresentante.

    "ti ho affidato il Santuario e la mia vita, e ora ti affido il mondo, mi consola solo che non sarai solo"

    -non siamo soli quando lottiamo per una causa... eppoi il giovane Achille verrà con me. Quel ragazzo testardo ha scoperto i miei piani prima di tutti e non mi ha dato pace. Occuparmi di lui sarà una piacevole distrazione durante il mio lungo viaggio-

    Anita ebbe un sussulto sentendo il nome del cavaliere del Sagittario. la Guerra aveva richiesto molto, forse troppo per quel giovane scapestrato scopertosi cavaliere ed eroe.

    "non so per chi temo più dei due... mi siete entrambi così cari"

    -e nesuno dei due vuole ferirvi, percui non abbiate timore. Dovete essere forte... come dea guerriera-

    Le porte della Sala furono aperte dagli inservienti per accogliere coloro che erano stati chiamati.

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    Il primo ad arrivare fu Bart, cavaliere d'oro del Toro. Un legame speciale univa i due, un legame che portava il nome di Stephan. Era una cosa intima fra i due cavalieri, qualcosa che nulla avrebbe mai potuto spezzare. Bart fu diretto come suo solito, strappando un sorriso al più giovane amico.

    -perdonami ma ho dovuto meditare a lungo accumulando cosmo, saprete tutto quando ogni chiamato sarà giunto a noi, perdonami se non ho potuto svelarti prima i miei piani, vecchio mio-

    Venne poi Anita, uno dei nuovi pilastri del Santuario ed assieme ad Achille ed Ys allieva del vecchio Gazka.

    -benvenuta Anita. Si dovrebbe arrivare ancora un vecchio amico, poi potremo iniziare-

    Infine giunse il vecchio Leone, Aleksander Seraf, uno dei pochi uomini oltre Bart a poter essere chiamato amico da Daya. Non si dissero nulla, bastò uno sguardo per ricordare loro ogni istante, ogni battaglia e patimento vissuto assieme in passato. Finalmente riuniti il santo e pontefice di Athena si allontanò dal trono con l'elmo dorato fra le mani, raggiungendo i compagni.

    -vi ringrazio per essere tutti accorsi, amici, compagni miei... vi ho radunato qui per annunciarvi le mie intenzioni, la mia ultima missione come Saint se vogliamo-

    Sospirò socchiudendo gli occhi prima di riprendere a parlare, per poi rialzare lo sguardo deciso passando in rassegna ognuno di loro.

    -a breve partirò, accompagnato da Achille, per raggiungere il luogo ove è vincolato il vecchio Gazka. Debbo aiutare quel vecchio testardo, ma si trova in un luogo ove solo un cosmo simile al suo può andare. In questi mesi di silenzio ho accumulato tutto il potere possibile, come dicevo poc'anzi al buon Bart, e forte del Nono Senso posso avventurarmi in quei luoghi. Che io raggiunga Gazka è certo, che assieme si riesca fare qualcosa questo nemmeno noi e gli dei stessi possono ancora dirlo. Quel che è sicuro è che una volta assieme vi saranno ben più probabilità. Non ho ancora rinunciato all'idea di salvare il mondo, sapete?-

    Si avvicinò al colossale Bart dandogli un pugno leggero sulla spalla sorridendo, ma anche se a riposo il cosmo che ribolliva in lui diede al cavaliere del Toro anche solo vagamente un'idea abbastanza chiara di quanto fosse andato ormai oltre. Un tocco amichevole con cui aveva voluto forse rassicurare il baffuto amico.

    -...ma il Pontefice non può lasciare il Santuario. Non sarebbe giusto, nei confronti di Athena e di tutti coloro che vi hanno trovato riparo. Quindi siete qui per presenziare alla consegna di... questo-

    Alzò la mano destra che sorreggeva l'elmo dorato sormontato da un drago.

    MCxQZRO

    Daya si voltò un'istante per cercare lo sguardo di Alisia, la quale fece un cenno deciso con il capo; ovviamente quella scelta l'avevano presa assieme, poichè a nessun altro avrebbe affidato la sicurezza della Dea. Tese quindi la mano al nerboruto cavaliere della seconda casa, offrendogli l'oggetto che essa sorreggeva.

    -Bartolomeo, saint del Toro, per volere mio e di Athena ti dispenso dalla carica di Basileis da questo istante. Dovrai poi cercare un successore per l'armatura un giorno, poichè scoprirai che come Grande Sacerdote sarà difficile proteggere sia la XIII che la II Casa. Ma sono certo che saprai gestire la cosa, non avere fretta-

    Si voltò verso i restanti guerrieri.

    -per volere di Athena e del suo rappresentante salutate il nuovo Gran Sacerdote! A Bartolomeo di Tarus affido oggi la guida del Santuario e la vita di Athena-

    Senza parlare Alisia discese dal trono con passo malfermo, forse per l'emozione, raggiungendo Daya e Bart e poggiando le piccole mani su quella gigantesca di lui.

    "ti prego di accettare, ti prometto... vi prometto che anche senza la guida di Daya mi impegnerò al massimo per essere meritovole come vostra dea! Non aspetterò semplicemente di essere difesa, lotterò con voi come durante l'assedio del Santuario. Dontatemi la vostra fiducia ancora una volta miei cavalieri!"

    Il santo che fu custode della Sesta Casa sorridendo fece un passo indietro, per poi girarsi verso il trono. In quel momento rivide come in un sogno il giorno in cui gli era stata affidata la carica. Fu il vecchio Gaz a fare ciò che lui stava ora facendo per Bart, la vita si sa sapeva essere davvero imprevedibile. Gli avrebbe dovuto affidare anche lo scrigno con i talismani fatti col sangue della Dea, soltanto il rosario sarebbe rimasto alla sesta casa. Per avventurarsi in quel viaggio non avrebbe avuto bisogno di nulla in verità, solo del proprio cosmo; esso avrebbe generato il potere per distruggere i nemici sul suo percorso e l'armatura divina con cui potreggere quel corpo ancora mortale. Poi una volta da Gaz tutto avrebbe avuto un senso, o almeno questo sperava.

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    ۞ Personaggio : Daya di Virgo
    ۞ Allineamento morale : Neutrale Buono
    ۞ Divinità : patto con Athena
    ۞ Schieramento : Saint di Atene
    ۞ Casta : ex-Gold Saint
    ۞ Ruolo : ex-Arkhonontos (Gran Sacerdote)
    ۞ Armatura : Ars Magna GdrOnly
    ۞ Livello armatura : liv.IX
    ۞ Livello cosmico : Energia Suprema
    ۞ Supersensi attivi : (8) Arayashiki
    ۞ Speciale : (9) Nyoraizōshiki GdrOnly

    ۞ Status Armatura [ attivata ] : intatta.
    ۞ Status Psico/Fisico : normale.

    ۞ Riassunto azioni : togliamoci la ruggine e perdonate la pochezza del mio post, sto cercando di ricordarmi come si fa XD Prego, si prosegua con la role :)












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    ۞۞ Ars Magna Armatura Divina - GdrOnly
    Chiamato anche armatura dell'origine, è la corazza generata dallo stesso Nono Senso una volta avutovi accesso e stabilizzato. Inizialmente difficoltosa da plasmare e mantenere essa diviene a questo grado ormai perfettamente concreta e stabile, giugendo ad un livello di resistenza chi sfiora il divino (Grado IX). Fintanto che il cosmo di Daya brucia essa può permanere, qualora però dovesse dissipare troppa energia e restare privo di forze potrebbe disgregarsi fino a perdere consistenza. Si narra che furono gli dei primordiali, coloro venuti prima degli Olimpici e forse dei Titani stessi a forgiare da soli tali incredibili protezioni quando l'uso del fuoco e la lavorazione dei metalli ancora non esisteva, assieme agli stessi uomini GdR Only.

    ۞۞ Nyoraizōshiki Nono Senso - GdrOnly
    Chiamato anche Nono Senso o Coscienza ultima del Divino. Quando ci si riferisce ad esso ci si riferisce direttamente alla Big Will, la Grande Volontà che tutto creò all'inizio del tempo. Quando un umano riesce ad assurgere ad un tale livello supera la propria natura mortale arrivando a sfiorare la comprensione del tutto. Un involucro mortale però non può sostenere tale incredibile cosmo per un tempo prolungato in quanto solo chi possiede l'Ichor divino può padroneggiare totalmente, in maniera prolungata e senza rischiare la vita, un così immenso potere e la conoscenza che ne deriva. I pochi eletti che riescono a destreggiarsi con tale livello potranno usufruirne solo per un limitato periodo; il potere concreto che otterranno viene chiamato Dunamis e renderà la forza di un qualunque colpo cosmico talmente devastante da essere superiore ad un colpo lanciato da un cosmo di pari energia; pregno della Dunamis il cosmo di un umano elevato al nono senso diviene invero un periglioso ostacolo anche per i più forti. GdR Only

    ۞ Arayashiki Ottavo Senso
    In sanscrito si scrive Ālaya-vijñāna. L'essere umano percepisce la realtà che lo circonda tramite i cinque organi di senso (gokon): gli occhi, le orecchie, il naso, la lingua, il corpo e ciò che nel Buddhismo viene denominato sesto senso, la mente. Collettivamente, gli organi di senso vengono chiamati Rokushiki, le sei coscienze. Il Buddhismo insegna che, nelle profondità della mente esistono degli ulteriori stadi di coscienza: la settima, Manashiki, l'ottava, Arayashiki; e la nona, Nyoraizōshiki. Quando il corpo fisico muore, le sei coscienze e la settima coscienza si estinguono, ma l'ottava e la nona coscienza continuano ad esistere, sono immortali. Il cavaliere d'oro di Virgo da sempre è il primo fra i saint a raggiungere tale traguardo, risvegliando l'ottava coscienza che lo avvicina alla piena illuminazione portata dalla nona. E' il cosmo più profondo che permette di superare l'ostacolo della Morte e di poter raggiungere, fra l'altro, il regno dei defunti da vivi.

    ۞ Atman Spirito
    Parola sanscrita che significa 'Spirito' o 'Pura Coscienza'. L'approfondito studio delle dottrine buddhiste e induiste permettono al santo della Vergine di avere una vasta conoscenza dello spirito, rendendogli così semplice interagire con esso. Grazie a ciò egli può tentare di danneggiare, sollecitare o addirittura strappare lo spirito delle creature viventi; accedere a tale abilità significa poter compromettere lo spirito nella sua essenza più pura, non creando danni materiali visibili su di un corpo fisico ma straziandone direttamente l'anima. Potendo interagire direttamente su quest'ultima egli è in grado di farle percepire sensazioni alterate o simili.

    ۞ Sparśa Deprivazione Sensoriale
    Termine sanscrito che indica il contatto tra i sensi e la coscienza sensoriale che ne deriva; percependo la vera entità di tutti i fenomeni e scoprendo la tendenza illusoria dei cinque sensi il saint ha ottenuto la capacità di spegnere, temporaneamente o permanentemente, tali sensi nell'avversario. Essi sono: Udito Vista Gusto Olfatto Tatto. Ad ogni privazione vi è uno specifico effetto che verrà mano a mano indicato in fase di gioco; a guisa di tecnica il cavaliere può precipitare i sensi del nemico verso l'oblio. Tale capacità è veicolata dal personaggio unicamente tramite lo Spirito e non tramite contatto fisico o cosmo.
    Ad Energia Nera: può spegnere il Sesto Senso dopo aver spento gli altri cinque.

    ۞ Maya Illusioni Mentali & Ambientali
    Termine sanscrito che indica l'Illusione nella sua essenza più completa; gli studi e la dura disciplina perseguita una vita intera hanno così permesso al saint di padroneggiare tale arte nella forma più completa. Egli può infatti creare illusioni ambientali iper-realistiche con le quali sollecitare i sensi delle creature viventi, eccezion fatta per il tatto essendo intangibili, fino a colpire direttamente la mente stessa delle suddette arrivando in talune condizioni a causare danni reali. Tale capacità è utile anche in fase difensiva poiché può tentare di squarciare un velo di menzogne o quanto meno, proteggere la propria mente da un'invasiva aggressione mentale.

    ۞ Nudati Telecinesi indotta da Spirito
    Tale abilità è quanto meno versatile e particolare, adducibile ad una capacità paranormale. La psicocinesi in sé ha un preciso significato etimologico, ovverosia è considerata un movimento causato dall'anima; nel caso del saint essa è appunto un'azione fisica condotta tramite il solo ausilio del proprio potere spirituale. In questo caso la parola sanscrita usata significa 'Spostamento' in senso materiale.

    ۞ Prava Teletrasporto Psionico
    Capacità notevole del giovane indiano, consiste nella possibilità di raggiungere un determinato punto dello spazio antistante al saint all'istante, senza dover muovere alcun muscolo o utilizzare la super velocità. Tale abilità può permettere a Daya di tentare di evitare o scansare l'attacco di un nemico, spostandosi in una locazione differente: è un potere che può essere usato solo una volta per scontro e che consuma un certo quantitativo di cosmo, per cui non viene da lui usato con leggerezza. Si tratta di teletrasporto di tipo psionico. Il termine sanscrito utilizzato significa 'Migrazione'.

    ۞ Vanaprastha Ashram Viaggio Astrale
    Queste parole sanscrite solitamente sottintendono lo stadio in cui un eremita, Il Vanaprastha appunto, raggiunge il 'distacco' dal mondo approfondendo sempre più le dottrine esoteriche. Per Daya ciò indica la capacità reale di distaccarsi dal proprio corpo con l'anima, la mente ed il cosmo; per arrivare ad una simile separazione egli deve meditare in un luogo tranquillo e possibilmente sicuro, poiché il suo corpo privo di difese e semplicemente in stasi potrebbe essere colpito mortalmente: ciò causerebbe anche la morte istantanea del cavaliere, la mente e lo spirito senza corpo non possono sussistere a lungo. Egli può proiettare il proprio avatar in tal modo in tutti i luoghi da lui raggiungibili normalmente con il teletrasporto, soffrendo delle medesime preclusioni. In tale forma può utilizzare il proprio cosmo e tecniche stancandosi però più rapidamente, in caso di danni al corpo illusorio essi si ripercuoterebbero direttamente sul suo spirito, molto più dolorosi del normale; i sensi funzioneranno e saranno colpibili normalmente, eccezion fatta per il tatto, così come la mente stessa Gdr-Only con autorizzazione del Master.

    ۞ Samsara Crono-stasi
    L'eterno scorrere della vita viene definito dalla parola Samsara; per Daya indica in questo caso la capacità di arrestare tale flusso scandito dal tempo. Questo potere permette al Cavaliere di alterare la percezione del fluire del tempo di una o più creature; attivandolo egli individua uno o più bersagli su cui non imporre tale stasi, bersagli che saranno liberi di muoversi in un mondo ovattato e immobile. Nel durante potranno essere usate normalmente tecniche e poteri. Un simile potere fa consumare al saint notevoli quantità di cosmo, non potendolo mantenere a lungo qualora dovesse combattere la sua durata massima sarebbe limitata (massimo 3 turni consecutivi in fase di combattimento attivo); esso parrebbe non influenzare direttamente lo scorrere reale del tempo ma più la sua percezione da parte di coloro che ne vengono toccati nell'area d'effetto (pari a quella di una qualsiasi tecnica lanciata dal personaggio). La crono-stasi non permette in alcun modo al cavaliere di bloccare o evitare attacchi altrui o di venire utilizzata per scopi difensivi Gdr-Only con autorizzazione del Master.

    ۞ Telepatia
    Capacità invero comune ai cavalieri di alto livello, permette di parlare senza l'ausilio della favella a una o più persona anche da notevole distanza; gli basterà conoscere il volto o il cosmo di colui o colei che vuole raggiungere per proiettare la propria voce nella mente di questi. Tale abilità non può essere usata per leggere o influenzare la mente altrui in combattimento, riducendola ad un mero strumento per comunicare con compagni lontani o in modo discreto senza l'uso delle parole. Sbloccata ad Energia Blu uso esclusivo GdR-Only.


    gM5W1LW
    ۞ OM Mantra Universale
    Kaan (no bouncer), amplificazione cosmo
    Tecnica difensiva completa + amplificazione cosmica
    Come i suoi predecessori anche Daya ha escogitato un espediente per poter concentrare ed utilizzare appieno la potenza del proprio cosmo. Vi è riuscito tramite la recitazione del mantra OM (traslitterato anche in OHM e derivante dal suono AUM), il pranava mantra o chiamato anche sorgente di tutti i mantra: esso rappresenta il suono primordiale che ha dato origine alla creazione, come ogni mantra è in grado di liberare la mente dai pensieri. Immergendosi in una profonda meditazione e lievitando a mezz'aria nella posizione del Loto il saint cercherà di concentrare e comprimere il proprio cosmo, per poi farlo esplodere più forte che mai; una barriera inerte simile al Kaan come forma e capacità avvolgerà il suo corpo, durante tutto il primo turno non potrà agire in alcun modo se non difendersi e tentare di mantenere salda la concentrazione. Nel turno successivo il saint potrà lanciare una bordata cosmica potenziata superiore al proprio normale livello energetico, sia esso un semplice rilascio di cosmo o una tecnica che ne implichi l'uso, ad esempio il Tenma Kofuku.
    Nota: il potenziamento energetico sarà applicabile solo per la forza e non per il raggio d'azione, superando il limite imposto dal proprio livello cosmico senza però raggiungere il successivo.

    ۞ T
    enma Kōfuku Capitolazione dei demoni
    Attacco ad area, componente illusoria e cosmica
    Tecnica punitiva
    Prima dell'attacco il cavaliere pone le mani nell'Anjali Mudra concentrando il proprio cosmo e levitando così in aria, avvolto da una forte luce dorata. Sotto i suoi piedi inizierà a vorticare l'immagine di una immensa ruota a dodici raggi che ricoprirà l'intera area interessata generando innocui fasci di luce. Nell'aria sopra il santo comparirà quindi una forma diafana e ridente, una fanciulla in sella ad un bianco destriero con in mano una lunga e minacciosa falce: tale immagine tenterà di rallentare le reazioni dei nemici per permettere alla successiva deflagrazione cosmica di causare il maggior danno possibile.
    Nota: i danni subiti saranno unicamente dovuti all'esplosione di cosmo su tutta l'area, l'illusione non lederà mente alcuna poichè il suo scopo è unicamente quello di ammaliare temporaneamente.

    ۞ T
    enkū Haja Chimi Mōryō
    Il Cielo distrugge tutti gli spiriti maligni
    Attacco ad area, componente illusoria e spirituale
    Tecnica punitiva
    L'area attorno al saint si ricopre di una raccapricciante illusione ove questi è in piedi o seduto sopra una montagna di teschi deformi. Da questi parte poi una spirale di demoni urlanti composti dalla sola testa scheletrica: tali creature sono ammassi di spirito generati dal cavaliere della Vergine che si dipaneranno in un movimento a spirale per tutta l'area interessata, cercando di colpire fra ululati e lamenti chiunque sia presente in essa. L'esito ovviamente dipenderà dalla differenza cosmica in gioco fra l'esecutore ed i nemici investiti.
    Nota: i malcapitati che non riusciranno a vedere oltre l'illusione subiranno danni mentali di entità moderata, in seconda battuta sarà lo spirito a soffrirne se non si attuerà una difesa adeguata.
    Uso opzionale: tale tecnica può essere utilizzata per ribattere/contrattaccare attacchi spirituali simili andando a scontrarsi con essi; esempio i fuochi fatui di Cancer.

    ۞ K
    armaa Nam Frutti karmici
    Attacco ad area, componente spirituale e illusoria
    Tecnica espiativa
    Qualsiasi essere vivente ha generato almeno una volta nella propria esistenza un karma negativo da espiare. Ispirato da tale credenza Daya creò questa tecnica con lo scopo di far espiare ai propri nemici tale karma, colpendoli con il proprio brillante cosmo. A tutti gli effetti essa sembra un'esplosione di luce che può investire una certa area (determinata dalla potenza del cosmo del Saint) e dare l'illusione a chi ne è soggetto di purificarsi l'animo: una sorta di dolore necessario. Per realizzare tale tecnica Daya espande il proprio cosmo ponendo le mani nell'Uttarabodhi Mudra: dietro di lui vorticante appare la ruota del Dharma che inesorabilmente irradia con i suoi raggi l'area d'effetto. Chi viene investito da tale luce (parte dell'illusione anch'essa) subirà danni spirituali a seconda della differenza di potenziale col saint e delle sue capacità difensive.
    Nota: la riuscita dell'illusione non influenza l'effettiva riuscita dell'attacco spirituale, essa serve solo a giustificare l'eventuale dolore come una punizione necessaria per i propri peccati.

    ۞ R
    ikudō Rinne
    L'eterno ciclo di rinascita nel Samsāra
    Attacco ad area, componente spirituale e illusoria
    Tecnica espiativa
    Questa tecnica molto cara a Daya e ai suoi predecessori indica il termine buddhista che definisce l'eterno ciclo di trasmigrazioni nei sei mondi ultraterreni. Espandendo il proprio cosmo e ponendo le mani nel Dharmachakra Mudra Daya tenta di colpire lo spirito degli avversari strappandoli al corpo materiale (il quale rimane a terra simile a fantoccio) e avvolgendoli in una serie di visioni mirate a farli 'perdere' in uno dei sei mondi di Ade (Meikai); la caduta in uno dei seguenti mondi durante un normale scontro dura comunque un solo turno, ed ha il vero scopo di danneggiare la mente e lo spirito dell'avversario colpito. Il saint può scegliere in che mondo tentare di farlo 'perdere' dopo la caduta a spirale, in alcuni casi è lo stesso karma (le azioni compiute in vita) del nemico a scegliere la destinazione finale:

    Jigokukai o "Mondo degli Inferi"
    Un mare di fiamme, una montagna di spuntoni acuminati ed il terrore che non cessa mai. Coloro che si recano qui decadranno per l'eternità, contorcendosi nell'agonia; sofferenza, disperazione, non libertà, dove la tendenza è quella di far del male sia a sé stessi che agli altri.

    Gakikai o "Mondo degli Spiriti Affamati"
    Il corpo del malcapitato si riduce a pelle e ossa, la pancia si gonfia e la fame è tale da spingere a cibarsi anche di cadaveri; volere tutto e anche di più, un desiderio incontrollabile di potere, soldi, una posizione o qualsiasi altra cosa.

    Chikushōkai o "Mondo delle Bestie"
    E' il mondo ferino, dove è giusto schiacciare i più deboli e anche cibarsi di loro, come tra gli animali; è il puro istinto, quello che guida gli animali, senza freni, senza regole se non quelle dettate dalla legge della sopravvivenza.

    Shurakai o "Mondo degli Shura (Asura)"
    Qui la guerra imperversa e durerà per sempre, e si è tramutati in demoniaci Shura assetati di sangue; l'individualità, un io egoista che pensa solo a sé stesso disposto anche a calpestare gli altri per il proprio interesse.

    Jinkai o "Mondo degli Uomini"
    E' il mondo in cui viviamo, che il saint descrive come inferno in quanto gli umani sono destinati a cedere alle tentazioni e ai vizi, generando così il caos; gli uomini, in quanto schiavi delle passioni, non sono liberi di dedicarsi ne al bene ne al male assoluto.

    Tenkai il "Mondo Celeste" o anche "Paradiso"
    Malgrado il suo nome è il più pericoloso dei sei mondi, in quanto da qui si può facilmente cadere all'indietro in uno dei primi quattro mondi; qui per i dannati non è prevista una pena particolare, se non quella di essere completamente dimenticati dalle persone care e dal resto del mondo.
    †[/color]
    Nota1: sarà possibile, durante quest o test a totale discrezione del Game/Quest Master, che lo spirito dell'avversario rimanga bloccato in uno dei sei mondi, costringendolo così ad abbandonare il proprio corpo e rinascere in esso... ciò decreterebbe ovviamente la morte del nemico. In un normale scontro la caduta dello spirito nei sei mondi non è permanente e definitiva ma può ovviamente generare ingenti danni spirituali oltre che mentali (dovuti allo shock delle visioni e della caduta).
    Uso opzionale: il saint di Virgo può, anziché tentare di precipitare lo spirito dei nemici nella caduta nei sei mondi, generare un'illusione semi-persistente di uno di essi a sua scelta, tentando di far credere agli avversari di esservi imprigionati: un esempio è l'utilizzo delle immagini del Tenkai (Paradiso) in cui il nemico corre in tondo sulla mano del Buddha senza muoversi o sfuggire da essa. Lo scopo sarebbe in parte il medesimo, ovvero danneggiare la mente dell'avversario.
    Nota2: sarà possibile, durante quest o test e su diretta approvazione/richiesta del Game/Quest Master, mantenere per più tempo tale illusione (normalmente un turno come la tecnica base), con conseguente alto dispendio di cosmo.

    ۞ D
    hāraṇī Formule Magiche
    Attacco ad area, componente spirituale e cosmica
    Tecnica offensiva diretta
    Le Dhāraṇī sono formule magiche, solitamente legate ai mantra e utilizzate anche in ambito Buddhista. Daya inizia una litania in lingua pali, pronunziata prima sommessamente e poi sempre più forte; attorno all'area d'effetto si materializzano dieci fanciulle demoni chiamate rakshasi che si uniscono a Daya nella litania: "Iti me iti me iti me iti me; nime nime nime nime nime; ruhe ruhe ruhe ruhe; stuhe stuhe stuhe stuhe stuhe svāhā". Nel mentre chiunque si trovi nell'area di effetto è soggetto ad una forte pressione spirituale atta a logorarne lo spirito e distogliere l'attenzione dal vero attacco; l'illusione ambientale giustificherà tale pressione con sottili nastri di seta rossa che sembreranno legarsi attorno alle membra dei nemici. La conclusione sarà portata dal manifestarsi dell'enorme figura di Hariti, la madre delle dieci demoni, alta quanto il raggio della tecnica stessa, che si riverserà gridando sul nemico trasformandosi poi assieme alle figlie in una potente deflagrazione cosmica. Lo scopo di tale tecnica è ovviamente logorare lo spirito avversario per tentare poi di coinvolgerlo nell'esplosione cosmica.

    ۞ R
    itorno al Cielo Salita e Caduta
    Attacco singolo, componente cosmica e fisica
    Tecnica offensiva a sorpresa
    Prima tecnica di sorpresa di Daya, consiste nel realizzare una deflagrazione verso l'alto il più possibile vicino a dove si trova l'avversario. Egli condensa il proprio cosmo in una sfera d'energia verde che si propaga rapidamente sul terreno causando un'esplosione (a forma cilindrica) di energia cosmica che può cogliere il nemico di sorpresa; per essere attuata il saint si deve trovare comunque molto vicino al proprio bersaglio. Qualora questi (l'avversario) sia stato coinvolto da tale tecnica potrebbe essere colpito anche da detriti saltati a causa della deflagrazione.

    ۞ B
    urning Blood Sangue infuocato
    Attacco ad area, componente illusoria completa
    Tecnica offensiva indiretta
    Da alcune gocce del proprio sangue Daya genera un mare che va a ricoprire l'intera area di effetto della tecnica; essa è una potente illusione ambientale che stimolando i sensi del tatto e dell'olfatto tenterà di far credere ai nemici di essere immersi realmente in un mare di sangue bollente. Dopo di ciò Daya instillerà in tutti i presenti una potente suggestione mentale per far credere loro di bruciare realmente a contatto con tale liquido, provando un dolore indicibile nonostante eventuali protezioni indossate. I danni subiti senza un'opportuna difesa saranno ovviamente solo di tipo mentale e causati unicamente dalla suggestione, si avrà solo la sensazione che le ustioni siano reali, in realtà ad essere aggredita e colpita sarà unicamente la mente.

    ۞ T
    enbu Hōrin Danza della Ruota Celeste
    Attacco ad area, componente illusoria e spirituale
    Tecnica suprema
    Supremo vanto degli illustri predecessori di Daya, esso consiste nella capacità del saint di forgiare una tecnica in cui l'arte della difesa si unisce a quella dell'attacco. Tale tecnica per la sua unicità ha una durata prolungata nel tempo, arrivando a proseguire fino a sei turni di gioco.
    Modalità Difensiva: la difesa in questione consiste in vivide e realistiche illusioni, permeate dalla mistica buddhista, le quali tentano di disorientare il nemico nei suoi attacchi per permettere al saint di privarlo lentamente dei suoi sensi. Queste illusioni permeano tramite il cosmo di Daya in tutta l'area di effetto della tecnica, tentando di occultare la presenza del saint o in certi casi moltiplicando la sua immagine in più punti.
    Modalità Offensiva: durante il proprio turno di attacco Daya tenterà di privare dei sensi (a guisa di attacco unicamente spirituale, come da abilità correlata) gli avversari intrappolati nell'area di effetto della sua tecnica: in ogni turno di gioco potrà colpire soltanto un singolo senso, sfruttando le illusioni da lui generate per essere meno esposto ad eventuali attacchi nemici. Di seguito ecco gli effetti sulle persone colpite a seconda del senso soppresso:

    Vista, con la perdita di tale senso si ha la cecità completa.

    Udito, ogni suono viene soppresso, non percepito. Tale privazione comporta anche perdita di equilibrio e coordinazione.

    Tatto, esso porta un senso di spossatezza e mancanza totale di sensibilità, anche per il dolore dovuto a ferite fisiche.

    Olfatto, mancanza di odori ed equilibrio ulteriormente compromesso.

    Gusto, la lingua si paralizza interrompendo anche la favella e portando al mutismo completo.

    Sesto Senso, nella visione buddhista è legato alla Mente dell'essere umano. Spegnendo tale senso nel nemico non gli si permetterà più alcuna reazione a meno che questi non abbia almeno iniziato a risvegliare il Settimo Senso, che gli permetterebbe di non soccombere completamente.
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    Ad ogni tentativo di eliminazione sensoriale seguirà un'esplosione spirituale volta a danneggiare i nemici coinvolti con ingenti danni spirituali; questa tecnica consuma un eccessivo quantitativo di cosmo, per cui solitamente è utilizzata come ultima risorsa contro i nemici più potenti o in certi casi estremi contro coloro che meritano, secondo il saint, una punizione estrema.
    Nota1: durante l'esecuzione prolungata del Tenbu Horin Daya non potrà utilizzare altre tecniche (la difesa è rappresentata appunto dalle illusioni).
    Nota2: la perdita dei cinque sensi temporanea nei normali scontri, può essere permanente durante lo svolgimento di Quest con l'approvazione del Game/Quest Master qualora lo ritenga giusto.

    ۞ K
    aan Negazione del Male
    Difesa personale/ad area, tutte le componenti
    Tecnica difensiva(bouncer) completa
    Tecnica difensiva storicamente impenetrabile (come si evince dalle gesta tramandate dei predecessori di Daya) è effettuata dal saint forgiando il proprio cosmo a guisa di sfera, con centro lui stesso. Tale difesa incarna la forza del Fudō Myō-ō, utilizzando le fiamme del leggendario Garuda per epurare ogni male: all'interno di essa, in cui può stare in piedi oppure seduto nella classica posizione del Loto, egli ottiene una difesa completa e totale, avendo una valida protezione fisica, energetica, spirituale e mentale. Sfruttando il proprio potere psico cinetico il saint può anche tentare di ritorcere contro il nemico il suo stesso attacco, aumentandone l'effetto con l'aggiunta del proprio cosmo. Ovviamente, nonostante tutto questo, è ben lungi dall'essere infallibile; la sua reale efficacia infatti dipende dall'effettivo divario energetico fra il saint ed il suo nemico; durante l'esecuzione di tale tecnica egli non può muoversi da dove si trova.
    Nota: può arrivare ad avere un raggio massimo circa due metri, potendo così includere anche un'altra persona. Se l'energia dell'avversario è inferiore a quella di Daya la tecnica potrà respingere il suo attacco bruciando però la possibilità del cavaliere di sfruttare una propria tecnica offensiva nel medesimo post (vale come difesa + contrattacco); se il cosmo in gioco è pari la tecnica devierà semplicemente senza riflettere mentre qualora dovesse difendersi da un avversario più potente varrà come semplice e normale difesa.

    zL2NsJy
    ۞۞ A
    thena Exclamation L'urlo di Athena
    Attacco ad area, componente cosmica
    Tecnica esplosiva cooperativa
    Si tratta forse della tecnica più potente che sia mai stata concepita. Come suggerisce il nome essa richiama l'urlo di Athena, una tecnica quindi che può essere utilizzata solo in caso di crisi mondiale poichè proibita da Athena stessa. Per l'evocazione di tale potere, tre (3) Gold Saint o Gold Specter dovranno riunirsi formando un trio d'attacco, bruciando il loro Cosmo al massimo evocheranno così una cupola cosmica tanto potente da poter distruggere tutto ciò che li circonda entro un raggio di decine di chilometri. Tale tecnica è da definirsi "Finale", pertanto una volta utilizzata tutti e tre (3) i Cavalieri non saranno più in grado di utilizzare il proprio Cosmo durante lo stesso scontro.

    ۞۞ G
    enro Mao Ken
    Colpo del Monarca Demoniaco dell'Illusione
    Attacco singolo, componente mentale
    Tecnica di sottomissione della volontà
    Leggendario colpo che pare si possa tramandare solo di Gran Sacerdote in Gran Sacerdote, vista la sua pericolosità e potenza. Tramite di esso il guerriero che lo detiene può piegare la mente e la volontà di un essere vivente obbligandolo a realizzare una sua richiesta, quantunque sia contro la sua stessa natura o codice d'onore. Non vi è compito che non possa essere portato a compimento dopo aver subito tale colpo, tenendo ovviamente conto delle limitazioni stesse del personaggio che lo subisce; la mancanza di limiti è intesa in questo caso a livello morale o etico. L'influenza della tecnica non ha definiti limiti di tempo e può essere spezzata solo qualora chi ne è soggetto veda morire innanzi a se (in molti casi per sua stessa mano) un essere vivente a lui/lei legato o che in qualche modo la sua morte ne susciti qualcosa profondo nell'animo. Solo a quel punto si viene liberati dal giogo mentale, non ricordando più cosa si è compiuto durante il plagio.
    Nota: si può sfruttare tale tecnica solo ed esclusivamente in GdR puro, dicasi quest ed eventi in cui sarà concesso il player-killing e colpi mortali di sorta. La tecnica è proibita durante i combattimenti, salvo quelli mortali.

    ۞۞ T
    alisman Cage Gabbia di Talismani
    Attacco ad area, componente cosmica
    Tecnica energetica costrittiva
    Tecnica temibile, può essere utilizzata unicamente con il consenso della divina Athena o del suo rappresentante, il Gran Sacerdote; essa ovviamente necessita anche di un numero sufficiente (almeno 30) di sacri talismani su cui Athena ha impresso cl sangue il proprio nome. Una volta attuata essa crea una zona (pari al raggio d'azione massimo del cosmo di colui che la utilizza) in cui il divino cosmo della dea tenterà di contrastare poteri malvagi che superano le forze dei comuni mortali. A tutti gli effetti è da considerare una tecnica realizzata da un'Energia Divina.
    raggio Tecniche 180m., Incrina Liv.VIII-VII / Rompe Liv.VI-I, Velocità Luce con facilità

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    Stai sempre a meditare tu.
    Oh oh oh!


    Non riusciva proprio a rimanere arrabbiato con Daya. Erano davvero quel tipo di amici il cui legame andava oltre ogni possibile descrizione. Bart, seppur triste e combattuto nell’animo, sapeva nel profondo del suo cuore che se il Biondo aveva agito in quel modo ci doveva essere una ragione più che valida. A differenza del Toro, infatti, il Cavaliere della Vergine era decisamente più riflessivo e poteva accedere ad una conoscenza terrena e cosmica senza paragoni.

    Uhm, bene allora.
    Non vedo l’ora di scoprire cosa ti sei inventato questa volta per salvare il mondo.


    Il gigante aveva una fiducia totale nei confronti dell’amico e, se questi aveva davvero escogitato un piano in tutta segretezza, la questione doveva essere tanto seria quanto importante. Bartolomeo doveva solo attendere qualche istante per scoprire queste novità.
    E, come tutti sappiamo, il caro Bart era famoso per la sua pazienza e la sua riflessività, giusto?
    No, dannazione. In quest’aspetto era peggiore del più piccolo dei suoi pargoli: impulsivo e impaziente. Si guardò attorno, proprio intuendo che l’inizio dell’incontro fosse legato all’arrivo di qualcun altro oltre a lui. Stranamente, infatti, quella volta era stato davvero puntuale, anzi, quasi in anticipo. D’altro canto, l’idea di condividere il futuro di Daya lo aveva reso alquanto irrequieto.

    Oh Anita, figliola. Ciao, come stai?
    Che bello che tu sia qui per condividere i folli piani del nostro Gran Sacerdote.
    Cerchiamo di farlo ragionare, eh.


    Le fece l’occhiolino, inclinando la testa verso il basso, e scambiò con la ragazza uno dei suoi sorrisi sinceri e disarmanti, dimostrando tutto l’affetto che provava per lei. Quell’Anita che aveva combattuto al suo fianco durante l’Armageddon per proteggere il Santuario, quell’Anita allieva diretta di Gaz, quell’Anita che dietro la sua giovane età nascondeva una saggezza che rasentava quella del suo stesso maestro.
    Ancora tutto sorridente, Bart rivolse lo sguardo a Daya e Alisia, aspettandosi di iniziare l’incontro dopo l’arrivo del Cavaliere del Cancro. Invece no, mancava ancora qualcuno. Un qualcuno che il Gran Sacerdote definì un vecchio amico. A dirla proprio tutta, il Toro si stava già infuriando nell’udire quelle parole, associando il termine “vecchio” alla sua stessa presenza.
    Vecchio lui? Tze, al massimo saggio e maturo. Si dai, così va meglio. Facciamoglielo credere.
    Stava per aprire bocca per snocciolare una serie di bonari insulti ai sempre più biondi – a dir la verità quasi bianchi – capelli di Daya, quando il vero oggetto delle parole dell’amico fece la sua comparsa.

    Aleksander?
    Seraf?
    Re Santo?
    Del Leone?


    E diamine, Bart, mettili in fila i tuoi pensieri, almeno a due a due. Possiamo comprendere, però, il povero gigante. Seppur con le sue limitate conoscenze della storia del Grande Tempio, quel nome si riferiva a qualcuno che si poteva davvero associare ai tempi del mito. Il ragazzone biondo che era appena entrato – non tanto biondo quanto Daya, però – emanava una sensazione di remoto onore e rispetto. Era come vedere il passato palesarsi nel presente, così diverso da non poter essere ignorato. Il suo cosmo, poi, ah quel cosmo. Anche il solo percepire il potere che emanava sarebbe bastato per identificarlo come un Cavaliere fuori dal tempo, disperso in un’epoca ormai irripetibile e ritrovato in uno dei momenti peggiori che l’umanità abbia mai dovuto affrontare.

    Ciao Alek, io sono Bart.

    Eccolo lì. Con il suo fare sincero e disarmante, il Toro chiamò subito il nuovo arrivato usando un’abbreviazione e salutandolo con il suo sempreverde “Ciao”. Ma sì, al bando le formalità. Col senno di poi, sperava solo di non aver esagerato con la confidenza, ma l’atteggiamento del Leone fu tutt’altro che scontroso o minaccioso.
    Bene, ora c’erano tutti? Si poteva cominciare per capire cosa aveva in serbo il caro Daya?

    Oh oh, sì, ecco che inizia.

    Il pensiero concitato di Bart accompagnò le prime parole del Gran Sacerdote.
    Ringraziamenti, intenzioni, bla bla bla, ultima missione?!

    Ma cos-...?

    Pronunciò quelle parole a bassa voce, perché il discorso di Daya proseguì deciso e molto articolato. La Vergine aveva intenzione di provare qualcosa che, probabilmente, nemmeno gli dei avrebbero avuto il coraggio di affrontare. Voleva andare a salvare Gazka dalla sua autoimposta prigione, e ne parlava come se fosse la cosa più normale al mondo. Difficile, sì, ma non la stava raccontando come se fosse una missione suicida e davvero impossibile. Perché era proprio quella la realtà, una missione con un unico risultato possibile: il fallimento.
    Bart fece per prendere parola e spostò il peso da un piede all’altro come per volersi avvicinare al Cavaliere della Vergine. E, invece, fu lui ad andare dal gigante. Si avvicinò e gli diede un leggero pugno sull’enorme spalla. Un gesto amichevole, quasi da camerata, e così strano per il suo pacato e riflessivo amico. Un gesto che racchiudeva una serie di significati e sfumature difficili da interpretare in quel momento così importante, ma che aveva uno scopo preciso: rassicurare Bart. Il gigante lo poteva percepire. La forza di Daya aveva ancora una volta trasceso i limiti cui un uomo e forse persino un Dio può aspirare. Era il suo modo per dire “Bart, non ti preoccupare, starò bene”.
    Poi, in contrasto con le parole e i gesti di un attimo prima, dichiarò che il Gran Sacerdote non poteva abbandonare la difesa del Grande Tempio. Quindi – anche se il suo discorso risultava ancora poco chiaro – doveva consegnare un dono al nostro caro Bartolomeo.
    Ahia, qualcosa non andava.
    Il Toro capì immediatamente che c’era qualcosa di strano. È come quando guardi un film di paura e sai – perché lo sai prima che accada – che qualcosa di grosso sta per cambiare le sorti della trama. E, in quel caso, qualcosa stava davvero per accadere.
    Daya, come se gli stesse offrendo una pinta di birra da condividere insieme, porse a Bartolomeo il dorato elmo del Gran Sacerdote, simbolo della guida del Santuario.

    Ma cosa stai dicendo?
    Riprenditi questo coso, che non mi entra neanche in testa.


    Giusta osservazione: l’elmo era effettivamente minuscolo rispetto alla testa di Bart. Ma non era quello il punto. Daya stava davvero lasciando il Grande Tempio, forse per sempre, e stava passando la guida di tutta la baracca a quello scapestrato gigante buono.
    L’omone toccò, quindi, l’elmo con la mano sinistra, cercando di ricacciarlo indietro al suo legittimo proprietario. La ferma determinazione di Daya, però, non lasciava spazio a ripensamenti.

    Daya, dannazione.

    Si fermò a quelle parole, cercando di ricacciare indietro un groppo in gola che era più difficile da combattere di un Dio della Guerra corrotto e incavolato. Ciò che stava accadendo era paragonabile all’ultimo lascito di un vero amico, che stava sacrificando la sua stessa vita per salvare l’umanità intera.

    Non puoi abbandonarci. Non adesso.
    Non lo capisci che quello che vuoi fare con Achille, nel modo in cui lo vuoi fare, è praticamente ... un suicidio?


    Gli occhi si fecero seri e malinconici, perché sapeva che l’animo di Daya era ormai convinto delle sue decisioni e a lungo aveva meditato sul suo futuro.

    Oh certo, ma tu lo sai già.
    Conosci già i rischi cui vai in contro.
    Tu sai sempre tutto, oh oh.


    Una risata stanca e priva di ardore, testimone di una scelta che significava la perdita di un amico – anzi due con Achille – e l’inizio di qualcosa che non aveva mai chiesto e cui non aveva mai lontanamente pensato.

    Non posso farlo, Daya, dannazione.
    Non posso farlo se questo significa condannare te a intraprendere un cammino senza ritorno.
    Abbiamo ancora bisogno ... ho ancora bisogno del nostro Biondo preferito, ora più che mai.


    Lo pensava davvero e non lo stava dicendo solo per impedire a Daya di partire. Il Grande Tempio e Bart stesso avevano ancora un disperato bisogno di una guida saggia e forte come la Vergine. Il Toro non sarebbe mai potuto succedergli, sicuramente non nello stesso modo.

    Dimmi che stai scherzando, per favore.

    Mentre cercava in tutti i modi di far tornare sui suoi passi l’amico, ecco arrivare il carico da novanta. Alisia si avvicinò a Bart, poggiando le sue piccole e delicate mani su quelle del Toro che stavano ancora respingendo l’offerta dell’elmo. Le sue parole, così umili e dirette, rafforzarono ancora di più la scelta che la stessa Dea Atena aveva fatto insieme a Daya.

    Alisia, tu sei già meritevole e sei più forte di quello che credi.
    Anche se mi piace pensare di doverti proteggere come se fossi uno dei miei figlioli.


    Le scoccò un sorriso lieve, dimostrando il suo innato animo protettivo e paterno.

    E sono contento di poterti considerare parte della mia Famiglia.

    Il gigante trasse un lungo sospiro, quasi fosse rassegnato alla situazione. Poggiò anche la mano destra sull’elmo, avvolgendo sia le mani di Alisia che quelle di Daya.

    Ho capito.

    Due semplici parole che esprimevano più di quanto dicevano.
    Sapeva di non poter convincere l’amico a rinunciare alla sua missione, anche se quella avrebbe potuto essere l’ultima. C’era troppo in ballo per frapporre i suoi sentimenti personali al destino dell’umanità intera. Doveva lasciarlo andare, a costo di non poterlo rivedere mai più.
    Quella convinzione spezzò il cuore e l’animo di Bart. In mille pezzi.
    Lacrime, timide ma incontrollabili, apparvero agli angoli degli occhi. Incerte, silenziose ma inarrestabili, scesero pian piano sulle guance del gigante incontrando inevitabilmente i suoi enormi baffoni bianchi. Questi fecero quasi da spugna, assorbendone buona parte, ma la loro abbondanza le fece scorrere e accumularsi fino alle estremità della candida mezza luna. Da qui, presero a gocciolare con un ritmo controllato ma incalzante, creando una scena tanto triste quanto emotiva.

    Daya, amico mio.

    Incrociò lo sguardo della Vergine, cercando di trasmettergli tutta la sua determinazione e il suo supporto dietro quel velo di lacrime.

    Alisia, figliola.

    Rivolse ancora un fugace sorriso alla ragazza, per poi voltare lo sguardo verso gli altri due Cavalieri presenti nella stanza.

    Anita, Aleksander.
    Mi dispiace che voi siate testimoni di questa follia da parte del vostro biondo Gran Sacerdote.
    E se vorrete fermare tutto questo, non ve ne farò una colpa.


    Si prese un attimo di pausa e di silenzio per ripensare nuovamente a quello che stava per dire. Dalla sua prossima decisione sarebbero dipesi il suo destino, quello del Grande Tempio e quello dell’intera umanità. Sapeva cosa significava accettare quella proposta: diventare qualcosa di diverso, che forse non era ancora pronto ad affrontare, e dare un addio probabilmente definitivo al suo più caro amico.

    Accetto.

    Tutto qui? Quando mai sei stato di poche parole in momenti come questi, Bart?

    Accetto perché sei tu a chiedermelo, mio caro amico.
    Accetto perché credo fermamente che la nostra piccola Alisia possa davvero cambiare le sorti del mondo.


    E, poi, le parole più difficili.

    Accetto perché so che tu stai per sacrificare la tua stessa vita per il nostro futuro.
    E io non mi potrei mai perdonare se vanificassi questo tuo sacrificio.


    Una scelta decisa ma rassegnata, che lo rendeva pienamente conscio di sobbarcarsi sulle sue enormi spalle le vite di tutti i suoi compagni. Avrebbe avuto le spalle abbastanza larghe? Solo il futuro lo avrebbe potuto valutare, ma avrebbe dato la sua stessa vita per portare avanti il lascito del suo più caro amico.
    Prese con entrambe le mani l’elmo dorato che Daya gli voleva consegnare e, dopo un primo goffo tentativo di infilarselo su quel suo testone, lo tenne sotto il braccio destro nel modo più fiero di cui era capace.

    Mi hai fregato per bene questa volta.
    Oh oh oh.


    Ed ecco, infine, il dirompente suono della sua risata. Un suono che avvolse in modo contagioso l’intera XIII Casa, accompagnato dal sobbalzare del petto del gigante mentre le lacrime andavano ad asciugarsi sui suoi bianchi baffoni.

    E quindi? Bart Gran Sacerdote?!
    Quando era arrivato con Stephane al Grande Tempio nessuno avrebbe dato credito a quell’omone goffo e bonaccione. Oltre al Sagittario, però, in molti avevano cominciato a combattere al suo fianco, forse attratti da quel suo fare semplice e diretto.
    In quale momento le cose erano davvero cambiate? Ma soprattutto, il Cavaliere del Toro sarebbe stato degno di quella carica e del suo predecessore?
    Nessuno era in grado di rispondere a quelle domande, ma una cosa era certa: Bart avrebbe preso a pugni tutto e tutti pur di onorare l’eredità del suo amico Daya.
    Per lui, per la sua Famiglia e per il mondo intero.
    Di questo potete starne certi.

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    BARTOLOMEO - GOLD TAURUS [VIII] - ENERGIA SUPREMA
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    Riassunto:
    Vi odio tutti T_T
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    Condizioni:
    Ribadisco: vi odio tutti T_T
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    Tecniche:
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    NARRATO - PARLATO - PENSATO - TELEPATIA - BAMBINI - ELENA

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    Anita ebbe qualche difficoltà a trattenere una risata, non tanto per l’evento in sé, ma per la reazione di Bart a tutto questo. Era un uomo giusto ed estremamente buono e forse era questo che aveva sempre conquistato tutti. Se c’era un uomo in grado di guidare il Grande Tempio era sicuramente Bartolomeo. Dal canto suo Anita dubitava seriamente che avesse esperienza nella questioni burocratiche ed amministrative ma a ciò si poteva porre rimedio in maniera anche abbastanza semplice. L’ex Gold Saint sorrise e si avvicinò a Bartolomeo.

    «Per tutti noi sei sempre stato un punto di riferimento, una guida importante. Forse nemmeno tu riesci a comprendere quanto ci rassicuri il fatto che tu sei con noi, quanto il solo saperti qui allevia il dolore che si annida nei nostri cuori»

    Sospirò pensando a tutto ciò che avevano perso ultimamente.

    «In tutti questi anni ci è stato portato via molto. Abbiamo perso persone importanti, quelle che un tempo erano le nostre guide. Alcuni di loro sono andati per sempre, altri stanno compiendo una missione che probabilmente non comprendiamo troppo presi a vedere le cose unicamente dal nostro punto di vista».

    Poi fece un paio di passi in direzione di Alisia e si inginocchiò.

    «Mia Dea, se mi è concesso vorrei assistere Bartolomeo e lei in tutta quella serie di questioni tecniche e burocratiche di cui dovrebbe occuparsi un Gran Sacerdote e che in genere vengono rimandate ad altri; a maggior ragione oggi che abbiamo una comunità da gestire e da far sopravvivere in qualche modo»

    Poi continuando si voltò verso Aleksander Seraf.

    «Vorrei proporre Alek come Lawos. Se c’è un guerriero capace ed esperto questo è senza ombra di dubbio è lui. Detto ciò, Stormbringer dovrà essere riportata ad Asgard, ma di questo credo se ne occuperà Eleuteria».

    Poi, dopo un cenno della Dea si alzò in piedi. Nel palmo della mano destra comparve qualcosa di estremamente potente, qualcosa che emanava un potere immenso. I presenti potevano essere certi che si trattasse di una reliquia o un artefatto, ma ben presto arrivarono le risposte che tutti - probabilmente - attendevano.

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    «E poi questo. Mi venne consegnato da Gaz prima della sua partenza: un tempo era uno specchio ma dopo averlo studiato ed analizzato per un po’ di tempo insieme a Kryos siamo riusciti a comprendere la natura di questo oggetto che ha cambiato forma ed essenza. Tramite questo oggetto si ha accesso a molte realtà, a cose che non pensavo nemmeno fossero possibili ma sia io che Kryos abbiamo un dubbio, anzi direi quasi una certezza».

    Si ferma nuovamente.

    «Vi è qualcosa che è nascosto, celato ai nostri occhi ed una frase dello stesso Gaz: “oggi chiedo che il fato che è stato scritto venga riscritto, oggi chiedo che quello che doveva essere diventerà ma ciò sarà possibile solo con metodo e accortezza”. Sono convinta che questo messaggio sia per lei divina Atena».

    Poi fece svanire quello strano cubo.

    «Questo segreto vi prego che rimanga tale, ci sono cose che dobbiamo conservare nei nostri cuori per il bene di tutti»




    RuD1Bcs



    AbilitàTecniche

    ESP

    Cancer, forse uno dei maggiori esponenti di questo tipo di poteri, Anita dispone di capacità psichiche al di fuori della norma, seconde forse solo ad Aries: attraverso il suo immenso potere mentale, è in grado di comunicare mentalmente con ogni essere vivente che sta nel suo campo percettivo, oppure senza limitazioni di sorta con una persona da lei conosciuta, trascendendo di fatto lo spazio. Di pari passo con questa facoltà vi è da aggiungere le sue doti psicocinetiche. Grazie al potere della mente è in grado di sollecitare la materia come meglio desidera, arrivando a muovere sia un atomo che una montagna con lo stesso sforzo e non accusando la minima stanchezza. Le sue facoltà psichiche sono immense e non vi è limitazione di sorta se non la sua fantasia.

    Sekishiki


    Probabilmente questo è il vanto stesso di Cancer, ovvero la capacità di interagire con lo spirito e con le anime dannate. Il ruolo di cancer è quello di guardiano dello Yomotsu Hirasaka e grazie a questo ruolo può spostarsi istantaneamente dal mondo dei vivi a quello dei morti senza alcuno sforzo - tale capacità non è da considerarsi utilizzabile in duello. Il suo interagire con lo spirito è diverso da quello di Virgo in quanto non agisce in maniera sottile ma lo usa come una vera e propria arma di distruzione. Cosa può fare Anita dunque? Strappare l'anima da un corpo, distruggerla, incendiarla e tutto ciò che le passa per la mente. Legato a ciò vi è anche la capacità di vedere e percepire le anime presenti nell'ambiente circostante e interagire con loro. Il profondo legame di questo Saint con il mondo dei morti è tale da permetterle tutto ciò e molto altro, infatti gli è anche possibile richiamarli dal mondo dei morti, o spedire entità indesiderate nello Yomotsu.

    Fuoco Fatuo


    Anita è anche in grado di dar vita ad un fenomeno molto particolare che viene definito generalmente 'fuoco fatuo'. Tale capacità consiste essenzialmente nel riuscire a generare delle fiamme che hanno capacità molto particolari. Esse non emettono calore, esse non sciolgono il ghiaccio ma attaccano direttamente l'anima del bersaglio. Si tratta di una manifestazione molto particolare del suo potere spirituale che sono in grado di incendiare e dare fuoco a qualsiasi cosa abbia un'anima; che si tratti di aberrazioni, esseri viventi, evocazioni o attacchi di natura spirituale non ha importanza - ovviamente i costrutti non avendo un'anima non subiscono gli effetti di una simile offensiva.

     
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    E così, alla fine, persino Daya di Virgo aveva scelto come tanti altri guerrieri di lasciare il suo posto a qualcun'altro. Non che il concetto di tempo avesse troppo senso per un cavaliere in possesso di una consapevolezza della realtà pari a quella di Daya. Il suo vecchio amico aveva esplorato e compreso il tessuto delle cose come nessun mortale aveva fatto prima di lui. Sorrise nel pensare che in quella sala, in quel momento, ci fossero tre tra gli uomini più potenti mai esistiti. Aleksander, un maestro del cosmo elementale e guerriero senza pari, Bart che sopra ogni altro aveva portato il suo fisico e la sua abilità marziale fino a sfiorare il confine che separe gli uomini da gli dei e Daya, che a quegli dei si era accostato per sedersi al loro fianco. Tre guerrieri, tre pilastri su cui in un modo o nell'altro la realtà aveva dovuto appoggiarsi in attesa che altri prendessero il loro posto. Le battaglie di Daya non erano finite, erano solo altrove. La richiesta di Anita, d'altro canto, lo colse più di sorpresa. Lawos? Non aveva mai preso in cosiderazione di tornare attivamente tra le fila del Santuario, figuriamoci come capo delle sue truppe. Il Lawos era secondo per rango e posizione solo alla Dea e al Gran Sacerdote e pari al Basileis, per quanto i loro compiti fossero diveris. Forse era per quello che aveva sentito il richiamo. Doveva tornare tra quelle mura per essere una guida? Un capitano?

    Non appartengo a quest'epoca più di quanto non lo sia l'oggetto che portate con voi Lady Anita. Ma se la Dea vorrà, accetterò questo incarico e mi farò carico di questo onore finché qualcuno di più forte o più degno si farà avanti per reclamare lo Xiphos segno della carica.



    Osservò attentamente il cubo, cercando di carpirne i segreti mentre Anita spiegava alla Dea come ne era venuta in possesso e cosa Gaz aveva riferito all'ex gold del cancro. Le sue pupille si restrinsero mentre cercava di scrutarne la natura. Decine di fili eterei si dipanavano dalla superficie del cubo, frazioni di un potere più grande che cercava di uscire ma era contenuto dal metallo dell'oggetto. Strade forse, strade verso quelle infinite realtà che il cubo poteva aprire al possessore? Per un attimo pensò alle implicazioni della cosa, alle migliaia di realtà che potevano scaturire da una singola decisione presa in maneira o con tempi diversi. Realtà da salvare, realtà da guidare, realtà a cui chidere aiuto. No, non dovevano interferire, l'equilibrio del tutto dipendeva da quell'equilibrio che la realtà, che tutte le realtà, faticosamente trovavano. Un tempo forse avrebbe chiesto provare a studiare quell'oggetto. L'Alek che fu Gran Sacerdote, l'Alek che percorreva le strade di Lemuria avrebbe cercato di imbrigliarne la forza per spazzare via i suoi nemici. Ma quell'Alek era morto lasciando il posto ad un Alek più saggio, che comprendeva che ogni cosa accade per un motivo.





     
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