[Trama] Operation L.O.V.E.

Spectre - Stabilizzarsi

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    Oneiros l'eterno, Il Tessitore di Sogni.

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    GHOST
    SCENE III

    I
    l patto che avevano stretto li aveva vincolati ad alcune condizioni e tra esse la più umiliante era stata senza dubbio quella di dover abdicare a favore dei due figli di Erebo. I due impostori avevano impersonato lui e suo fratello per millenni, fregiandosi di un titolo che non gli apparteneva, infangando con i loro puerili giochi di potere il nome di due degli esseri che avevano assistito all'alba di ogni cosa. Il pugno di Malabruma si strinse in un impeto di rabbia mentre gli occhi colmi di stelle si oscurarono. Il monarca onirico era un essere mutevole ma tutti i suoi sudditi sapevano bene che incorrere nella sua ira significava scatenare una furia antica come le fondamenta stesse del cosmo. Guardava gli impostori consapevole di non avere ancora il potere per spezzarli con le sue mani. Guardava gli impostori cercando di capire quale fosse il loro ruolo nello schema di Ponto. Cosa gli aveva promesso il signore delle acque primordiali per guadagnare i loro favori?


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    Il corpo del bambino muta in un battito di ciglia, come un sogno che svanisce in un istante per lasciare spazio ad un altro. Pure tenebre si innalzavano per decine di metri dal suolo avvolgendo una busto in cui ardevano fiamme scarlatte. La testa era un inespressivo elmo la cui bocca era una fornace ardente in cui gli spiriti tormentati urlavano in cerca della salvezza da quell'incubo materializzato. Sulla sua testa, e alle sue spalle, una corona di pura luce brillava eterea. La corona dell'incubo, o almeno una sua manifestazione, simbolo che Malabruma era pronto a scendere in guerra. Come anche gli altri dei presenti. Al comando della lira dei Falsi Gemelli un orda corrotta, fatta di legno e fiamme si innalzo dal suolo coperto di radici contorte. Il loro numero era legione e come un unica mente erano pronti a rispondere ai desideri dei loro re senza corona. Ecate dal canto suo non sembrò volersi tirare indietro e trasformatasi anch'essa in una forma più consona alla battaglia scattò verso i suoi avversari ruggendo la sua rabbia. Avrebbe voluto unirsi a lei, non poteva negarlo. Strappare l'anima a quell'arrogante imitazione di una divinità, imprigionarla nelle profondità della Morfia in una eterna tortura che l'avrebbe condotta alla pazzia. Ma non era il momento. Doveva essere lucido. Per quanto i suoi poteri avrebbero potuto dare un grande vantaggio ad Ecate il rischio di finire nel fuoco incrociato era troppo alto. Inoltre non poteva lasciare che i suoi compagni d'arme in balia di quella sconfinata orda di corruzione. Il suo posto era li, ci era voluto troppo per arrivarci per gettare tutto in uno scatto d'ira.


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    Mosse la mano in avanti mentre infondeva il suo potere alle gemme incastonate nelle membra degli Specter per proteggerli dalla forza corruttrice e al contempo escluderli dall'effetto di ciò che stava per accadere. Dapprima furono tentacoli di luce, immensi, meravigliosi e letali. Spazzarono i ranghi nemici, annientando la blasfema anima che animava quei corpi di legno e fiamme. Divorandone l'energia per disperderla nel nulla. QUello che accadde poi fu una delle più grandi manifestrazioni di potere a disposizione del dio Antico. Dapprima fu solo una piccola sfera nera, posta esattamente al centro dell'esercito nemico. Un punto di nulla assoluto, un vuoto purissimo e perfetto che nemmeno la luce era in grado di penetrare. La leggenda vuole che al centro di ogni galassia ci sia una grande e famelica bocca che cerca di risucchiare tra le sue fauci mondi e stelle per poter crescere, crescere e crescere fino ad essere abbastanza grande da inghiottire ogni cosa. La grande divoratrice, la spietata forza che fa muovere le galassie in un eccentrico e perpetuo moto. Il Great Annhilator. Il sordo boato che seguì la formazione della sfera si affiancò ad una roboante ondata di oscurità, mentre la luce più vicina al cuore della singolarità veniva divorata, incapace di sfuggire al suo morso. I primi nemici che ne furono colpiti semplicemente sparirono, schiacciati in una morsa che disintegrò ogni singolo atomo della loro forma fisica e spirituale. Poi cominciò a crescere. Sospinto dall'energia cosmica purissima che scaturiva delle mani tese del dio del sonno l'orizzonte degli eventi cominciò ad estendersi turbiando e inghiottendo nel suo pozzo gravitazionale sempre più corrotti. Ad ogni creature divorata il mealstorm cresceva di potenza e intensità, in una incontrollabile escalation che persino Malabruma faticava a tenere sotto controllo. Creare una singolarità di quelle proporizioni in un luogo così distante dal regno onirico era un imrpesa titanica. I sigilli che imprigionavano il suo vero Io al di fuori della realtà ruggivano imperituri mentre imepdivano al vero potere del dio di manifestarsi. Ma non averebbe avuto bisogno, in quella battaglia non sarebbe stato solo.



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    kZBljWf
    narrato | parlato | pensato | parlato altri
    WGukgv1
    ARS MAGNA | Hypnos {Grado VIII}
    ENERGIA | Nera
    STATUS FISICO | Perfetto
    STATUS MENTALE | Furioso
    STATUS ARS MAGNA | Perfetto
    RIASSUNTO AZIONI | Hypnos non prende con troppa sportività la presena dei falsi gemelli e per un attimo si fa sopraffare dalla furia. Da piccolo e tenero bambino si trasforma in un essere alto 60 metri come da immagine e spara un po' di insulti. Quando arriva l'orda prima ne trancia un po' con tentacoli spirituali per strapparne l'anima e disintegrandola per poi evocare un buco nero al centro del campo di battaglia al massimo della sua estensione (1500 metri come da energia nera) che comincia a schiacciare e divorare i mostri. Voi grazie al frammetto che avete avuto ad inizio quest vi sentirete "schermati" dalla corruzione (vale anche per le evocazioni di Brigitte) perché Hypnos vi ha messo addosso una difesa spirituale passiva. Inoltre sarete esclusi dagli effetti del sogno vivido (infondo è lui che lo crea e ne decide il funzionamento). Che volino le mazzate.
    I move from dreamer to dreamer,
    ABILITA' |
    from dream to dream,
    TECNICHE | THE GREAT ANNIHILATOR
    Una dei sogni vividi più potenti a disposizione del dio del sonno. Concentrando un enorme quantitativo di energia onirica Hypnos crea un immenso ammasso di materia non dissimile da un buco nero di dimensioni ridotte. Questo si manifesterà come un'area di nulla assoluto, in grado di inghiottire ogni cosa, luce compresa. Questo costrutto, visto il gigantesco costo energetico, può essere mantenuto attivo solo per pochi secondi, ma questo non lo rende meno letale. Hypnos ha due principali usi per questo sogno vivido:
    Difensivo: Il signore del sogno crea il costrutto innanzi a se, in modo da proiettare la forza attrattiva sia rivolta verso l'esterno. Fungendo a mo di scudo la tecnica assorbirà le offensive nemiche divorandole e dissipandole a causa dell'enorme pressione al suo interno. Essendo il "buco nero" in grado di assorbire ogni tipo di emanazione cosmica anche le tecniche immateriali e spirituali ne saranno soggette rendendo una difesa quasi perfetta. Nel caso in cui gli attacchi dovessero provenire da un avversario di energia superiore, la tecnica sarebbe in grado di assorbirne solo parzialmente gli effetti, prima di collassare su se stessa. A causa del costo energetico estremamente elevato questa variante della tecnica è monouso in duello.
    Offensivo: Il sogno vivido viene piazzato in mezzo al campo di battaglia o a poca distanza dall'avversario. Grazie alla sua enorme forza attrattiva il "buco nero" attirerà verso di se il nemico schiacciandolo con la sua gigantesca forza attrattiva, frantumando ossa e annichilendo ogni cosa per poi, sotto un comando del suo creatore, implodere trascinando con se la sfortunata vittima.

    hunting for what I need.
     
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    Che Ecate fosse molto più scaltra e intelligente di quanto potesse far intendere dal suo orribile e vecchio guscio era certo da molti, molti millenni. Non per un secondo Eaco venne anche solo minimamente deragliato nei suoi sospetti durante il suo lungo discorso. Azzeccò qualsiasi cosa, confermando anche qualche suo pregresso dubbio. Ade comandava, ma qualcuno ne indirizzava le scelte. Quel qualcuno era nel loro stesso gruppo. In quel momento non ebbe nemmeno il tempo di ragionare sulle implicazioni della cosa, ma sarebbe stato da puri ignoranti ignorarla completamente. Lui, come Minosse e Radamante, aveva dato la vita e l’umanità per il Dio degli Inferi. Scoprire, con frecciatine più o meno dirette, che fosse pilotato da quelli che per lui son sempre stati fratelli non l’avrebbe aiutato a mantenere troppo la calma. Ma una cosa per volta. Era certo che ci sarebbe stato un motivo per qualsiasi cosa. Si fidava di Hypnos, e di certo aveva aiutato molto più alla causa Spectre lui del loro Dio recentemente risvegliato.
    Lo guardò socchiudendo poco gli occhi, premiato dalla sua posizione in fondo al gruppo. Non avrebbe comunque salutato l’olimpica. Lei di certo lo aveva riconosciuto, essendosi rivolta a Minosse con estrema naturalezza. La firma cosmica è la più forte ombra che un guerriero possa proiettare nella trama dell’universo.

    Una cetra e un flauto rimandarono la piacevole conversazione unilaterale, accompagnati da due facce che sapeva essere famigliari, ma alle quali non sapeva perfettamente dare un proprietario.

    Ah, Hypnos e Thanatos. O due che ci somigliavano molto, usurpatori di troni antichi, ora con re fasulli sopra di essi.
    Preferiva di gran lunga i nuovi aspetti dei fratelli, molto più naturali e sinceri.
    Si introdussero con un teatrino coordinato che per poco non lo fece vomitare dallo schifo, aumentando sempre più il suo neonato desiderio di sfondargli la faccia a ginocchiate, a entrambi. Sapeva benissimo che in quello stato non avrebbe avuto alcuno scampo, men che meno possibilità di tenergli testa.
    Fortunatamente, dopo un veloce screzio verbale, tipico degli infantili olimpici, Ecate si gettò contro di essi, assumendo una forma più consona alla battaglia.
    Eaco rimase leggermente infastidito dallo sviluppo del siparietto, combattendo con tutte le sue forze per non interrompere la conversazione con un enorme vaffanculo urlato a pieni polmoni. Fortunatamente, un modo per ammazzare il tempo arrivò parecchio in fretta.

    Jqxt1hX
    Sean Murray - Russian Theme



    Dal terreno, abomini di fuoco e radici, a centinaia, spuntarono ringhiando nelle loro fauci infuocate. L’inferiorità numerica era talmente ovvia da ritenerla ormai una costante matematica sottointesa e quindi ignorabile, ma sarebbe stato da ingenui pretendere scontri alla pari, non arrivati così in fondo, così lontano nel cuore degli inferi.
    Ecate espanse il suo spaventoso cosmo, saettando ogni detrito della grotta negli immediati dintorni, devastando una buona parte del comunque combattivissimo esercito di mostri legnosi, uccidendoli sul colpo. Le restanti numerose migliaia di creature si riversarono immediatamente verso gli Spectre rimasti coi piedi piantati a terra, mentre la Dea si lanciava contro i due usurpatori ormai mutati in orribili e ripugnanti connotati.

    Non l’avrebbero scampata facilmente. Avevano però un vantaggio, giocavano in casa.
    Eaco poggiò il palmo destro sulla spalla sinistra, tamburellandoci due volte, accarezzandolo. Su quella spalla si era fatto tatuare il logo Grimoire, con il loro motto.

    Malis Extremis Extrema Remedia.

    E sia.

    Si schiarì la voce, cercando di rendere il proprio tono di voce il più professionale possibile, ma dal quale era palese decifrare una punta di imbarazzo e preoccupazione, chiaramente indirizzata all’incolumità dei suoi compagni di missione.
    Avanzò deciso fino a raggiungere Radamante da dietro, dandogli un’affettuosa pacca all’elmo, superandolo per portarsi quindi da Minosse, al quale poggiò la mano sulla spalla, avvicinando la voce al suo pallido orecchio, continuando a guardare avanti, verso il nemico.

    “Minosse ascolta, io mi sgranchisco un po’ le ali, tutte le ali. Mi scuso in anticipo se rovino ulteriormente qualcosa qui intorno, vorrei dover ristrutturare il meno possibile quando ci riprenderemo questo posto.”

    Lo superò, portandosi davanti a tutti, posizionandosi tra gli Spectre e i corrotti, corazzata volante di metallo divino, in procinto di mutare la propria forma in quella del genuino demone volante, Garuda.

    “È tempo di rinascere.”

    La surplice cominciò a fumare sottili rivoli neri mentre le prime fiammelle rosse avvolgevano l’alto corpo di Eaco, che nel mentre aveva già cominciato a fluttuare a qualche metro da terra.

    Poi, il fuoco avvampò totalmente, avvolgendolo completamente. Bruciò poco e tanto, come una reazione chimica improvvisa e imprevedibile. La luce emanata avrebbe bruciato le retine di qualunque occhio umano.
    Al termine del breve incendio, a mezz’aria rimase solo il minimo termine di un essere umano, il principio dell’esistenza.
    Un feto abominevole grosso quanto un pugno, ancora fiammeggiante, che nei suoi sporadici spasmi presentava caratteristiche umane e volatili, entrambe culminanti nel centro di esso, l’enorme testa con gli enormi occhi non sviluppati, collegata a una piccola e ossuta spina dorsale in continua agitazione.

    Guadagnò ancora una decina di metri dal terreno, bloccandosi poi immobile a mezz’aria.
    Poi, improvvisamente, un’esplosione simile all’incendio precedente, ovviamente molto più immediata, sconvolse nuovamente la zona, attirando una parte delle creature vaganti sotto essa vicino all’inverso epicentro, accalcandosi sotto di essa.
    Quando la luminosità tornò a livelli sopportabili, lo spettacolo presentatosi eccitò ulteriormente le fameliche bestie a terra.
    Garuda, il vero Garuda, fluttuava in tutta la sua enorme mole sopra il campo di battaglia.
    Un enorme creatura alata composta da misterioso metallo vivente, rosso cremisi in ogni sua superficie dall’apertura alare, otto di esse, pari alla lunghezza di un campo da calcio, alto quasi altrettanto.

    Una spessa e lunga coda di fasce metalliche completava la silhouette.

    Gli occhi, enormi e dallo sguardo profondo e penetrante, erano posti sul ventre del demone, sei in tutto.
    Ventre sovrastato da una struttura umanoide dalla lunga cresta ondulata posta sul cranio senza volto. Dieci le braccia attaccate al busto, completate da un altro paio, più grosso, accanto agli occhi.
    Sugli spallacci della struttura superiore delle gemme meravigliose, all’interno delle quali il cosmo del demone, in continua ebollizione, creava correnti di luce dall’ipnotico spettacolo.

    Le braccia superiori erano in perpetuo movimento, ricreando ogni paio un mantra diverso dell’infinità saggezza milionaria delle terre dell’est. Conoscenze e poteri ai quali lui stesso aveva partecipato nella loro creazione.
    Ad ogni culmine di movimento delle braccia e delle mani un cupo campanare, simile in tutto e per tutto a quello dei più antichi templi tibetani, accompagnava un diverso, terrificante attacco a terra.
    Colonne di fiamme alte come palazzi travolsero i numerosi gruppi di mostri sotto di lui mentre la sua intera stazza si muoveva avanzando a passo d’uomo, fluttuando alla stessa identica altitudine per tutta la durata della battaglia.
    Alcune coppie di braccia culminarono i loro movimenti delle dita in triangoli composti da pollici e indici, trasportando la loro energia nella folla inferocita di sotto, creando triangoli luminosi sul terreno all’interno dei quali una terrificante illusione avrebbe spinto i malcapitati al suo interno a sbranarsi a vicenda, e così fu.

    Tra colonne di infernali fiamme e trappole psichiche, qualche coraggioso si agganciò alla sua muscolosa e corazzata coda rossa, finendo solo qualche secondo dopo disintegrato sul terreno da una codata liberatoria del demone che aprì vari squarci nel terreno.

    Gli occhi, tutti e sei, guizzavano a coppie, da parte a parte, scandendo il terreno in cerca dei gruppi di nemici più numerosi, indirizzando gli attacchi successivi di conseguenza.

    Fu proprio grazie a una coppia di occhi, insieme all’avviso cosmico ricevuto in contemporanea che Garuda si accorse dell’enorme buco nero già creatosi per mano di Hypnos, anch’esso mutato in una forma più consona per il loro soggiorno nella loro ex-dimora.
    Vide chiaramente folle intere di mostri risucchiati al suo interno, sparendo nell’oblio. Non sentì però alcuna forza attrattiva su di sé, realizzando quindi di venire perpetuamente protetto dal Dio dei Sogni nei confronti del suo stesso attacco. Lo avrebbe ringraziato, se avesse avuto una bocca. Di certo non lo avrebbe disturbato telepaticamente nel mezzo di una tecnica così complicata.
    Garuda, dal canto suo, si dedicò con impegno al crowd control più tradizionale, sfruttando le sue enormi dimensioni come calamita di problemi e nemici, che però continuavano ad aumentare nei suoi dintorni.

    Continuando nei suoi perpetui movimenti tattili e perpetrando i suoi devastanti attacchi aria-terra, si voltò lentamente verso i suoi due fratelli, quelli veri, ormai tranquillamente definibili anch’essi Grifone e Viverna.

    “Vi dispiacerebbe darmi una mano? Credo che sei paia non saranno sufficienti”

    Comunicò mentalmente, cosciente del fastidio fisico recato dall’utilizzo di tale mezzo comunicativo in quel luogo e contesto, confermando però che le devastanti codate sganciate a terra come ordigni bellici non avrebbero tenuto a larga i corrotti ancora per molto.


    hiaAmxR

    Narrato ‡ “Parlato”“Pensato”“Parlato”

    NOME ‡ Ethan Bennet
    ENERGIABlu
    SURPLICE ‡ Garuda [VI]
    CASTA ‡ Spectre di Hades
    FISICAMENTE
    MENTALMENTE ‡ //
    STATUS SURPLICE ‡ //

    RIASSUNTO AZIONI


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    OPERATION L.O.V.E. ♦ III
    LINEA

    Quei maledetti bastardi, blasfemi figli di puttana. Osavano ancora mostrare quei loro brutti musi, osavano schernirli ed osannare il loro padrone corrotto. Avevano usurpato e profanato la loro casa, quelle bestemmie viventi. Brigitte serrò le mani fino a far sbiancare le nocche, lanciando uno sguardo carico di odio e disprezzo ai due falsi dei. Se solo fosse stata abbastanza forte da non rischiare di farsi ammazzare con uno schiocco di dita sarebbe andata a strappare loro la faccia personalmente a mani nude. Trattenne gli insulti, trattenne gli sputi, nascose i suoi occhi furibondi sotto l’ombra dell’elmo mentre guardava gli sciami di corrotti alzarsi in volo al comando delle due empie creature. Aveva posto la domanda sbagliata alla vecchia olimpica, ora se ne rendeva conto. La loro antica dimora martoriata era contaminata fino alle fondamenta come l’aveva lasciata l’ultima volta che ci aveva messo piede. Corrotta fin dove le radici di quel dannato albero riuscivano ad arrivare.

    Appena vide la grotta crollare sotto il colpo devastante della Triplice, la Loa scattò verso il giovane risorto della fenice per ripararlo dai detriti e dai primi corrotti che si stavano avventando verso di loro grazie alla propria armatura e ad un’esplosione del proprio cosmo, chinandosi su di lui mentre ancora era a terra.

    Ray!

    Lo afferrò per la vita e lo aiutò a rimettersi in piedi, avvolgendolo in un abbraccio per offrirgli la protezione della sua Surplice finché non fu pronto a reagire. Tra loro era il più vulnerabile, vuoi per la potenza del suo cosmo, vuoi per la robustezza della sua armatura, e lei non lo avrebbe lasciato solo.

    Ti copro la schiena, tu copri me! Se ti serve, riparati dietro di me!

    Gli disse mentre, passando alle sue spalle, scacciava un altro piccolo sciame facendo esplodere una cupola di energia sopra le loro teste, rovesciando su quelle mostruosità tutto il disprezzo di cui era capace. Ogni istante di più sentiva avvampare nel proprio petto un’ira folle, che ribolliva nel suo cosmo ardente quasi in risposta alla furia incontenibile di cui vibrava quello di Hypnos che ormai, liberatosi delle sue esili spoglie mortali e rivestitosi d’incubi, torreggiava su quello che stava per diventare un campo di battaglia; e di quello stesso furore ardente rilucevano le stelle che il Sovrano del Sonno aveva donato loro come benedizione, un urlo silenzioso che li incitava a seguirlo e a far piovere la rovina sui loro nemici. Insieme a quel grido che invocava guerra, però, alla mente di Brigitte giunse un dolce sussurro: un tocco freddo ma piacevole, gentile, una carezza lieve attorno all’indice della mano sinistra dove il piccolo anello a sei fili aveva iniziato a brillare dei colori dell’aurora, visibile persino sotto le spesse placche viola del guanto d’arme che lo ricopriva. Io sono con te, sembrava dirle, non avere timore. Lei rivolse in alto lo sguardo, verso la maestosa e terribile figura del Dio Antico che ai suoi occhi adesso appariva come un baluardo incrollabile in cui riporre fede e speranza. Il patto di amicizia di cui quel piccolo talismano era simbolo era più vivo e più saldo che mai. Portò per un istante la mano alle labbra per schioccare un rapido bacio sul guanto.

    Siete voi. Siete sempre stato voi, mio Signore.

    Mentre i tre Giudici si liberavano delle loro pelli umane per vestire quelle dei mostri che erano in realtà e si libravano in volo sulle loro teste, incitati dal richiamo di Hypnos, Brigitte fece divampare il proprio cosmo come non mai.

    Ray, guarda!

    Attirò l’attenzione del risorto e gli mostrò la grossa massa buia che stava iniziando a divorare velocemente tutto ciò che toccava, ad eccezione del suo creatore e degli Spectre presenti.

    Non sprecare energie: spingiamo verso il buco nero tutto quello che cerca di scappare. Io chiamo rinforzi.

    Ad un suo cenno una sottile crepa luminosa fendette lo spazio accanto a lei, ma con sua spiacevole sorpresa la vide rimarginarsi esattamente come si era formata.

    Ma porc-

    Riprovò, concentrando più energie sull’apertura del portale. La scia brillante si estese appena poco di più prima di iniziare a vibrare e collassare per la seconda volta. Decise di ripiegare sulla difesa per sé e per il compagno, dunque costruì attorno a loro un’alta barriera di fitte croci di cosmo perpendicolari al terreno intervallate da altre sporgenti che avrebbero funto da spuntoni e lame per impalare e tagliare i corrotti all’esterno, poi impresse un moto circolare alla struttura per aumentarne la capacità offensiva. Aveva bisogno di qualche istante per riflettere senza doversi preoccupare di difendere se stessa o la fenice. Da quando aveva indossato per la prima volta la Surplice di Guedé non le era mai capitato di fallire un’evocazione. Le era sempre risultato naturale; faticoso, certo, aprire uno squarcio tra le dimensioni per trascinare un’altra creatura attraverso lo spazio non era cosa da poco, ma non le aveva mai richiesto particolare concentrazione nemmeno sotto pressione.

    Ray, tienimeli impegnati per un po’!

    Appena fu certa che lui avesse capito, interruppe il flusso di cosmo verso le croci. Coperta dalle illusioni e dal fuoco della Fenice, Brigitte convogliò il proprio potere in un unico piccolo punto vicino a lei, dal quale iniziò a diramarsi un reticolo di crepe pulsanti, questa volta più estesa e che si spandeva in ogni direzione mano a mano che il suo cosmo la alimentava fino a raggiungere le dimensioni approssimative di un corpo umano. Solo a quel punto riuscì ad avvertire il tocco del cosmo di una delle sue figlie dall’altra parte del varco: i frammenti si dispersero in un’esplosione di scintille e, finalmente, Loraye fu libera.

    Grazie, chéri! Ora fuoco e fulmini sulle teste di quei figli di troia!

    Prima che lei finisse di parlare, l’aria tutta attorno si caricò di elettricità statica mentre un forte odore di ozono iniziò a spandersi attorno a loro, preludio di una pioggia di folgori che si abbatté con fragore sui corrotti che li circondavano. Al comando della piccola Loa bionda, sulla cui fronte Brigitte vide brillare una piccola stella simile quelle che il Dio del Sonno aveva impresso su di lei e i suoi compagni, strali di energia crepitante spaccarono il terreno intorno ai loro piedi fino a raggiungere le pareti della caverna più vicine, serpeggiando appena sotto la superficie e ricoprendo la roccia. A quel punto, una nuova e potente scarica elettrica si riversò sulle creature mutate dal perimetro del campo di battaglia e dalla terra sotto di loro, mentre uno scroscio di detriti sollevati dall’esplosione si disperdeva in ogni direzione. I corrotti più deboli, presi in trappola tra i fulmini di Loraye e le fiamme di Rayven, finirono bruciati in pochi istanti. Quelli appena più forti, invece, cominciarono la loro ritirata verso l’interno del campo di battaglia.

    Così, tesoro mio, brava!

    Urlò Brigitte a sua figlia, stringendola tra le braccia per offrirle riparo con la propria armatura, intoccata dalle scariche elettriche che la circondavano. Le saette della piccola Loa si allungavano come dita deformi verso il buco nero mentre lei, muta e con lo sguardo risoluto rivolto al centro gravitazionale, le lanciava con furore all’inseguimento dei corrotti fuggiaschi. La sentiva quasi vibrare sotto le sue mani, non solo per il quantitativo di energia che stava impiegando per portare a termine l’assalto. Negli occhi gelidi della sua bambina le parve di veder danzare la stessa luce, gli stessi colori di cui risplendeva l’anello benedetto.

    Confusa, volse nuovamente lo sguardo in alto e fu allora che il profilo sinuoso del corpo di Grifone che fluttuava sopra di lei le ricordò di ciò che le parole della Triplice e dei due dei impostori le avevano suggerito.

    Minosse!

    Gridò, sperando che pronunciare il suo nome avrebbe potuto attirare su di lei l’attenzione del Giudice. Non avrebbe potuto udire le sue parole, ma l’archivio gli avrebbe permesso di leggerle anche non potendone sentire il suono.

    È l’albero che si nutre di sofferenza, è LUI che li controlla!

    DIVISORE

    VEVE
    NOME ♦ Brigitte Lacroix
    ENERGIARossa
    SURPLICE ♦ Loa Guedé {IV}
    STATUS SURPLICE ♦ Indossata, intatta.
    STATUS FISICO ♦ Stanca.
    STATUS PSICOLOGICO ♦ HISSSSSSSSSS

    RIASSUNTO AZIONI ♦ Dopo un po' di botte di cosmo semplice mentre spiego il piano a Ray, evoco a fatica Loraye per far piovere fulmini lungo il bordo della caverna per far battere in ritirata i corrotti in direzione del buco nero.
    NOTE ♦ La questione dell'anello è in accordo con Alek, mentre la strategia è stata elaborata insieme a Rayven :zizi:
    ABILITÀ
    Elle est pour toi, maman, pour toi que j’aime tant
    [Régénération]
    Brigitte è in grado di attingere alla forza vitale dei suoi figli spirituali. L’energia che le trasmettono le consente di rigenerarsi continuamente, impedendole di invecchiare e permettendole di guarire più rapidamente del normale. Durante la guarigione, il suo corpo emana piccole scintille violacee fino al completamento del processo.

    Mes amis viennent de l’Au-Delà
    [Évocation]
    Il legame tra Brigitte e la sua famiglia adottiva è abbastanza forte da consentirle di ricevere aiuto immediato da uno dei suoi membri qualora ne avesse bisogno.

    TECNICHE
    Le Cauchemar de la Croix
    Brigitte utilizza il cosmo per plasmare croci di dimensione e numero variabile, con funzione difensiva ed offensiva. Possono essere disposte a formare una protezione attorno ad uno o più bersagli realizzando pareti o cupole rotanti, oppure utilizzate come arma, poiché il lato più lungo risulta tagliente lungo i bordi e la punta inferiore è acuminata. È anche possibile usarle per entrambi gli scopi nell'arco dello stesso turno, se il numero o la disposizione delle croci lo consente. Nel caso uno dei figli di Brigitte sia presente sul campo, quest'ultimo può apportare il proprio contributo alla tecnica infondendole con il suo potere, aggiungendo al danno che infliggerebbero normalmente effetti secondari diversi a seconda dell'evocazione che interagisce con esse. Il cosmo dei Guedé può essere sommato alle croci anche durante la difesa, se ciò può essere utile a rafforzarla: ad esempio, l'aggiunta del potere di Nibo può rendere le croci efficaci anche per contrastare attacchi spirituali.

    EVOCAZIONE
    †Loraye

    C’è chi la crede una sirena, chi la tempesta incarnata, ma la realtà è che la rinascita di Loraye avvenne in maniera decisamente meno romantica: un cappio al collo assai poco dignitoso e un ancor meno dignitoso pubblico ad assistere alla sua prematura dipartita, prima di essere scelta dal Barone e da Brigitte come loro figlia poco meno di tre secoli fa. Non ha memoria della sua vita precedente, se non il vago ricordo del blu intenso delle onde dell’oceano. Generalmente è calma e silenziosa, di poche parole, ma i suoi rari scatti d’ira sono esplosivi, letteralmente. È in grado di generare e controllare fulmini, che per molto tempo ha abbattuto su malcapitati marinai con la coscienza poco pulita.
    Il corpo con cui si manifesta al momento è quello di una ragazza poco più che adolescente, pallida e minuta, con occhi grandi azzurro ghiaccio quasi sempre spalancati e capelli corti e lisci di un biondo chiarissimo. Il suo abbigliamento usuale consiste in abiti bianchi (o, più raramente, viola pallido) con ampie scollature.


    narrato ♦ parlato Brigittepensatoparlato altri
     
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    Nemmeno per un solo istante lo sguardo di Minosse si levò da Ecate per posarsi sulla figura di Hypnos, a poca distanza da lui. Più di una volta aveva analizzato e ponderato il ruolo che i due antichi avevano avuto nella storia e nella resurrezione di Hades, ma sentir definire la cosa in quei termini era classificabile come...fastidioso. Soprattutto per lui che proprio tramite il Dio dei Morti aveva trovato la soluzione finale, quel rituale immenso e irreale che aveva portato al compimento del suo vero e più grande desiderio. Il Giudice rimase in silenzio: non era né nella posizione né nel momento giusto per ribattere a tali proclami, soprattutto quando il tempo stringeva e il discorso della Triplice necessitava attenzione.
    Hypomnesis. Si stava riferendo alla Magnolia? Minosse era fin troppo concentrato sul discorso per rischiare di perdersi in esso (l'aria così satura di Corruzione rendeva difficile anche pensare), ma una parte della sua attenzione venne comunque deviata nella ricerca frenetica di quel nome all'interno della sua vita dentro l'esercito infernale. Lunga, lunghissima, snodandosi attraverso millenni essa non portava tracce di quella parola associata all'albero infernale, per cui passò a quella precedente: a quella in cui alte conversazioni riempivano i soffitti di Creta, parlando di come la memoria si articola negli uomini.

    Né quei soffitti né quelle conversazioni ora esistevano più, sostituiti dall'eterna e immutabile volta dell'Averno. Al momento dell'occupazione degli Inferi, quando quel luogo di eterno dolore era diventato la loro casa, Minosse lo aveva esplorato sin nei più minimi recessi. Già strabordante di anime, il suo lungo corpo alato si era insinuato fra gli anfratti che costellavano l'intera superficie delle prigioni dalla Bocca al Muro del Pianto. Facendosi piccoli, grandi, sottili o immensi per coprire la sua grandezza, nei millenni i Giudici avevano percorso passo passo quel luogo per farlo diventare parte di loro. E c'erano molte cose a cui neppure il loro Signore era stato in grado di dare risposta, come riguardo alla natura della Magnolia: unica creatura vivente in un mondo dove l'accesso ai vivi era proibito - seppure nei millenni ci fossero state eccezioni degne di nota. Quell'albero era già lì e a lungo si erano interrogati a riguardo, prima di lasciare che altre questioni riempissero le loro giornate. Anche quando era stato usato...

    « Ah », disse semplicemente, spalancando appena gli occhi di fronte alla vastità di ciò che Ecate aveva rivelato. Erano informazioni di una densità preoccupante, che avrebbero meritato giorni, forse settimane di studio accurato per dissezionarle e farle proprie, confrontandole con il resto a sua disposizione. E la divinità le snocciolava con una disinvoltura disarmante: era stata in grado di scoprire così tanto, in così poco tempo? Era in momenti come quelli che Minosse si stizziva del proprio risveglio travagliato e, nel profondo della sua essenza, la consapevolezza di non vedere ancora abbastanza attizzava le braci del suo orgoglio e malsana curiosità. Dieci, venti ragionamenti diversi vennero calcolati e confrontati sul momento dietro quegli occhi a mandorla, non diversamente da un allievo che assiste a una complessa lezione da parte di un professore non propenso a ripetere o introdurre. Le nozioni andavano prese sul momento e rielaborate, ma servivano metodo e confronti per apprenderle al meglio. E al momento, Minosse aveva solo ciò che lo circondava e nessun metro di paragone. Il suo sapere era troppo doloroso da accedere e non poteva permettersi distrazioni. C'era fretta.

    Così tanta fretta, che essa acquistò suono e corpo. Ciò che avvenne dopo fu una confusionaria cacofonia di distruzione ad opera di ogni parte coinvolta e Minosse fu rapido a reagire. Un pensiero ad agire prima del corpo, descrivendo un ampio cerchio intorno al gruppo di soldati infernali e al Sonno: tagliò la nube di detriti dall'interno, manipolandola per offrire copertura e riparo come un ampio manto grazie all'energia cinetica che la impregnava. La visione dell'esercito che stava per abbattersi su di loro era stata abbastanza, esattamente come quella delle tre forze al momento impegnate nello scontro.
    Indifferentemente dal risultato, la loro direttiva era una sola ed era sopravvivere. Da generale, Minosse in quel momento si trovò a elaborare una scelta difficile: essere scoperti significava la fine della missione, ma i Giudici avevano previsto diversi piani di riserva. Uno era quello che, in una frazione di secondo e in un solo sguardo di intesa, portò la decisione finale.

    « Serrate i ranghi. »

    Fu la voce di Radamante, per una volta seria e venata di cruda e calda adrenalina. Nei suoi occhi c'era ciò che lo aveva colto poco prima, ma adesso era trasformato in furia gelida e gli scorreva nelle vene in maniera sempre più impetuosa. Non c'era spazio per i lazzi di fronte a quella massa di cacofonica vita che, in quel momento, si riversava come un maremoto verso di loro e poi fluiva verso l'unico, immenso gorgo spaziale che l'odio di Hypnos aveva generato di fronte a quel massimo, totale insulto.
    Fu Eaco a riportare il tutto sulla dimensione giusta. Su quella di chi aveva affrontato cento, mille, migliaia di battaglie e stava per affrontarne un'altra...ma insieme. Il lieve tocco metallico sullo spallaccio destro e la voce roca, velata di calma ironia, del fratello minore bastò. Erano tre e uno di loro assumeva sempre quel ruolo di limpida campana, un diapason in grado di accordare gli altri due sulla stessa linea d'onda. Minosse era ancora concentrato sulla difesa e un lieve sorriso, sincero, gli incurvò l'angolo sinistro delle labbra.

    « Mi scuso in anticipo se rovino ulteriormente qualcosa qui intorno, vorrei dover ristrutturare il meno possibile quando ci riprenderemo questo posto. »

    Crick.

    « Preoccupazione inutile. »

    Crick, crick, crick. La massa nera e semovente di capelli cominciò a saturarsi di Cosmo brillante, mentre la voce vibrava e sibilava, stirando ogni sillaba nel suo finale. Sentiva il potere concesso da Hypnos percorrerlo e realizzare il desiderio, quel così dolce e segreto desiderio di tornare a spiegare le ali.


    pBASR5N



    Quel desiderio condiviso dai suoi fratelli, che rintoccava fra loro acquisendo sempre maggiore forza. Sulla carnagione pallida del Magister Officiorum, una dopo l'altra, cominciarono a comparire lunghe e sottili crepe fumanti. Le stesse che percorrevano il terreno sotto i suoi piedi, le stesse che attraversarono le sue mani, la sua Surplice nel brillare intense, vibranti, costrette. Da quell'involucro che tanto rassicurava i mortali e tanto li terrorizzava quando da essa venivano commessi atti ai loro occhi efferati.

    « Non avremo ancora a̻̜͠v̢͉͚a̧̭̗̹͎n̯̭̰z̷i͚͉̯. »


    Non servivano rassicurazioni o terrore, ora. Serviva mostrarsi. E così quella fragile apparenza si infranse come un vetro e da quei frammenti emersero artigli, piume, pura e inadulterata energia cinetica che eruttò lungo un'immensa spirale concentrica da cui si alzarono ali. Un movimento di creazione semplice, così silenzioso che a urlare fu la materia stessa.


    KmI2EKE


    La figura sinuosa scorse in avanti, piegandosi nel posare i lunghi artigli ricurvi sul terreno, facendolo gemere sotto il peso di un'inconsistenza che non doveva avere massa, eppure esisteva. Premeva e si insinuava fra le pieghe del mondo con una forza tale da farne scricchiolare le fondamenta: un pensiero, esistente. Grifone era un essere di energia cinetica che non possedeva corpo, solo una fluida e densissima apparenza alata, vagamente umanoide, la cui lunghissima coda sottile si srotolò nell'aria accarezzandola, poi frustandola nel fremere fino alla punta. Rosso come pittura antica e vibrante di una vita che non aveva corpo, ma le cui le fauci affilate eppure schioccarono e le immense ali vibrarono nell'aria. Dominandola, esattamente come gli artigli avevano preso possesso della terra morta sotto di loro. Fra le piume sfrigolava lo stesso Cosmo accecante che ne animava gli occhi, incavati dentro l'unica parte definita del corpo, fumando fuori dalle fessure e fra le zanne mentre l'aria e la materia intorno agli Spettri cambiava e si dimenava.

    Le onde roventi e cremisi di Garuda e Viverna vennero accelerate e spinte contro i nemici, gettandone e centinaia su una morte orribile: staccandoli alla Vita che avevano bramato, spegnendo le loro esistenze per l'ultima volta in turbini che univano i poteri dei tre Giudici. Le lance di Radamante si conficcarono nei petti e negli ammassi di carne legnosa dei Corrotti, dissolvendosi nel rivelare i fili attaccati ad esse, mero tramite delle fiamme divoranti che mangiarono file di nemici; ne divisero i ranghi, bruciandone abbastanza perché altri attacchi potessero gettarsi in quei vuoti.
    Erano un numero difficile da calcolare, ma andavano tenuti a bada il più possibile. Reticoli di fili si aggrapparono al terreno, intrappolandoli per riposizionarli, dividerli, renderli più maneggevoli da falciare. Minosse sosteneva i suoi fratelli, potenziando e alleggerendo la portata e la distanza degli attacchi per permettere loro di combattere il più a lungo ed efficientemente possibile. E intorno al piccolo avvallamento dove gli altri due soldati erano rimasti, intrecci di fili si tendevano contro le masse di nemici che cercavano di romperle per avventarsi su di loro.

    Planò raso al campo di battaglia, la figura lunga e sinuosa che si snodava per metri e metri sfuggenti nell'erodere un'altra parte di esercito prima di spalancare le ali e virare intorno a Brigitte e Fenice per accertarsi delle loro condizioni: combattevano chi era riuscito, per mera massa numerica, a sfuggire all'attrazione verso il buco nero e assaltavano senza sosta. Loraye, la piccola e bionda Guedé, era riuscita a passare la barriera e fendeva con i suoi strali le ondate di nemici. Avrebbero resistito quanto bastava, ma non sarebbe stato a lungo se la battaglia fosse continuata su quei livelli. Vide il viso di Brigitte sollevarsi nel percepire la sua ombra: era lontano, ma non abbastanza per non riuscire a cogliere uno stralcio di ciò che la Guedé gli aveva gridato.

    Rallentò un istante solo e le lunghe catene d'oro che decoravano le corna vestigiali ebbero un lieve scatto quando riprese immediatamente quota, velocissimo dopo un potente battito delle ali che riversò un'ondata d'aria verso il basso: essa andò a dividersi in due esattamente sugli alleati, spazzando via con forza chi fra i Corrotti era riuscito ad avvicinarsi troppo e disgregandolo. L'albero? Possibile? Possibile che l'unica cosa viva all'interno dell'Averno fosse il centro di tutto ciò che era accaduto? Se era lì da prima dell'avvento di Ade...poteva essere solo qualcosa appartenuto all'epoca precedente. [...] Ci è superiore su un piano fondamentale, agisce ad un livello molto più completo e perfetto del nostro, ogni sua mossa è stata pianificata prima ancora della nascita della Vita. Le parole di Oceano echeggiarono nella sua mente.

    Parlare telepaticamente era doloroso. Estremamente doloroso, ma fu costretto a farlo per avvertire i fratelli e il Dio Antico. Parlò attraverso i sensi e i ricordi, un linguaggio di immagini facile da intuire che avrebbe ricollegato facilmente l'albero al concetto di vita, all'eternità passata ad accarezzare con le proprie radici i violenti immersi nel lago. Finché non aveva imparato a ritirare i propri rami quando cercavano di afferrarli.





    narrato ● « parlato »pensato| telepatia |« parlato altri »

    pseudonimo ● Kazue Satō
    surplice ● Stella del Cielo Nobile, Grifone {VII}
    energia ● Nera
    schieramento ● Spectre di Hades
    fisicamente ● Ottimo
    mentalmente ● Ottimo
    status surplice ● Non indossata

    riassunto azioni ● Vado full birb grazie ai mirabolanti poteri di trama e mi occupo della gestione del campo di battaglia su larga scala e del supporto agli altri Spectre. Comunico inoltre l'ipotesi di Brigitte agli altri.

    abilità ●

    ensō (telecinesi+) — La perfezione, l'equilibrio nell'esistenza delle cose, si crea quando le dualità vengono annullate. Un cerchio chiuso, creato da un'unica linea tracciata: al di fuori di esso, il vuoto; all'interno di esso, il vuoto. L'artefice è un pensiero semplice, limpido, in grado di manifestarsi tramite un unico movimento fluido sia all'interno che all'esterno della mente. Fluendo nella realtà la mente del Giudice eleva e trasforma in forma ideale: permeando ciò che lo circonda fino alla struttura atomica, prendendone il controllo e manipolandolo a proprio piacimento fino ai vettori di forza che muovono i propri attacchi o quelli avversari. Tale è la forza del Giudice che gli effetti della sua telecinesi trascendono il mero piano fisico e si avvertono fino alla mente avversaria, riverberando dentro di essa sotto forma di shock psichici repentini, in grado di destabilizzare e via via annichilire sempre di più le capacità di ragionamento, concentrazione e reazione avversarie (Bonus a Nera).

    bunraku (fili, arma cosmica) — C'è arte nel manipolare. Nel tendere, comprimere, forzare il corpo in posizioni innaturali, costringendo la mente alla dolce realizzazione dell'assenza di ogni via di fuga. Allo stesso modo, costrutti come morale, promesse, obblighi e giuramenti imprimono tracce visibili nella storia del singolo fugace umano: come in un labirinto, la corsa frenetica attraverso pareti sempre più solide e strette non porta altro che a un inevitabile destino. Pasifae, figlia del Sole e maga di eccezionale bravura, distillò questi limiti in manifestazione fisica, nella forma di fili cosmici e, da tempo immemorabile, essi costituiscono una delle armi più temibili dell'entità che divenne Giudice Infernale. Sottilissimi, pressoché invisibili a meno che egli non voglia altrimenti: essi si sono sempre rivelati lo strumento e l'arma ideale, in quanto possiedono una resistenza e una forza di trazione inimitabili anche a un pari energia (Forza Straordinaria e Resistenza Straordinaria); possono inoltre essere intrecciati in masse e barriere difficilmente superabili, conducendo il Cosmo e le abilità telecinetiche del Grifone per aumentare la versatilità.

    gamanzuyoi (resistenza straordinaria) — Quando tutto sembra perduto, è la capacità di sopportare a fare la differenza. La stoica, inamovibile volontà di compiere un ultimo passo prima di cadere, di comandare il corpo fino oltre i limiti e trascendere. Quello che era un retaggio della propria divinità si è trasformato, nel Grifone, in una vera e propria armatura interna che impregna totalmente il corpo, elevando la propria tolleranza al dolore e alla fatica fino a un livello senza pari e permettendo al Giudice di tollerare gli sforzi del combattimento più a lungo della stragrande maggioranza dei guerrieri.


    tecniche ●




     
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    ~NoPainNoGain~

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    III

    A7JJH6v
    narrato ♦ parlato<<pensato>>parlato altri



    Stupefacente! Era davvero una sensazione meravigliosa. Quasi incredibile vedere come il susseguirsi di eventi così surreali da superare la normale concezione umana potessero mettere costantemente a dura prova l’equilibrio mentale dello spectre della fenice. Si sentiva più forte, più agile, in possesso di una maggiore coscienza di mondi e dimensioni aliene che mai avrebbe immaginato di vedere. Eppure, quando proprio in quel momento iniziava a balenarsi la sensazione di aver raggiunto un livello importante di conoscenza tutto spariva, nulla aveva più senso e veniva tutto rimescolato catapultandolo in quello che si rivelava essere soltanto l’ennesimo punto di partenza verso la comprensione del cosmo, spostando nuovamente di un passo i propri limiti preparandolo al peggio o al meglio. Punti di vista…

    Adesso era lì, fermo, impassibile, come avvolto da un’enorme bolla di sapone mentre il mondo intorno a sé mutava senza sosta. “RAY!” Udiva voci lontane pronunciate come sottovoce mentre colonne di fuoco, raggi cosmici e intere dimensioni prendevano vita su quel che era a tutti gli effetti un campo di battaglia. Mostri famelici alti quanto grattaceli e orde sconfinate di corrotti si davano battaglia senza sosta mentre Salvatore faticava a sentire il freddo metallo della propria surplice sulla pelle. “RAY!” Stordito come una recluta catapultata sul campo di battaglia dopo solo un mese d’addestramento mentre l’interminabile fischio alle orecchie di una granata esplosa nelle vicinanze ti blocca i muscoli. Vorresti reagire, hai capito che devi reagire, ma il tuo corpo non risponde ed il capo squadra ti grida contro di imbracciare nuovamente il tuo fucile ed aiutare i compagni.
    Ma come diavolo c’era finito in quella situazione? Quella perpetua sensazione di forte nausea non accennava a placarsi mentre un gigantesco time-lapse di ricordi ripercorreva gli eventi in un istante terminando con un terribile squillo di tromba che partiva proprio dai timpani diramandosi fino al cervello per poi frantumarlo in mille pezzi come un martello contro un bicchiere di cristallo.
    Stava davvero male, forse come mai prima d’ora e la colpa era sicuramente di quell’essere mai visto prima, inquietante e terribilmente potente ma non eccessivamente ostile almeno per il momento. Rivolse la parola alla spedizione spectre ma tanto era il malessere provato dal risorto da non riuscire a seguire il discorso. Avrebbe potuto spiegare le regole del torneo di briscola a squadre o la fine del mondo. Per lui in quel momento non avrebbe fatto la minima differenza.

    L’intera situazione precipitò in men che non si dica con la comparsa di un’infinita orda di corrotti fiammeggianti che innescarono immediatamente la reazione dei tre giudici e del dio dei sogni che prontamente non esitarono a mostrare le loro capacità. Nel frattempo la grotta crollò su sé stessa, forse un’azione innescata dall’artefice della stessa che grazie a questo gesto diede un primo schiaffo pesante all’armata corrotta. Tuttavia i detriti della grotta avrebbero potuto coinvolgere persino i due spectre minori se non fosse stato per i riflessi pronti di Brigitte che come una sorella maggiore si prese cura di entrambi.
    Fu proprio in quel momento che quell’orribile sensazione di malessere si affievolì drasticamente. Forse grazie alle protezioni di Hypnos, forse per l’adrenalina nel sangue che fomentava l’istinto primordiale di sopravvivenza, forse perché era il caso di darsi una svegliata. La guedé a quel punto attirò l’attenzione del risorto sulla devastante tecnica del dio dei sogni e sulla numerosità esagerata dell’esercito nemico. Bastò un rapido scambio di sguardi per intendersi e capire subito quale sarebbe stata la mossa migliore da fare in quel momento. Gestire al meglio le forze e massimizzare i danni.

    Ray, tienimeli impegnati per un po’!


    Le difficoltà da parte della Guedé nel preparare la propria offensiva innescarono il risorto come una bomba pronta ad esplodere. Era giunto il momento di menare le mani. L’enorme quantità di adrenalina pompata nel sangue fece schizzare la pressione arteriosa alle stelle rendendo ben visibili le vene sul collo, facendo da contorno agli occhi ormai spiritati e accesi di un rosso intenso.
    Scattò con lo sguardo verso l’orda di nemici e si lasciò andare ad un urlo animalesco. La bocca si spalancò al massimo delle possibilità e da essa partì un enorme cono di fuoco che investì la prima fila di corrotti vaporizzandoli all’istante. Dopo l’impatto iniziale l’ex saint proseguì alimentando il cono di fuoco trasformato ormai in un muro alto circa dieci metri ma largo abbastanza da creare una barriera apparentemente invalicabile per costringere i corrotti ad aggirarlo per poter raggiungere la squadra spectre obbligandoli così ad avvicinarsi pericolosamente alla tecnica di Hypnos che aveva già sterminato una quantità indescrivibile di nemici.

    Grazie, chéri! Ora fuoco e fulmini sulle teste di quei figli di troia!


    Rispediamoli da dove sono arrivati!



    Brigitte diede sfogo alla sua tecnica sulla testa dei nemici chiusi in trappola dalle fiamme del risorto. Non esitò comunque ad assestare il colpo finale. Chiuse il pugno destro con forza mentre lasciò che l’energia cosmica dentro di sé divampasse liberamente in una grande sfera infuocata. Quest’ultima partì spedita dalla mano verso l’alto abbattendo la barriera del suono per poi esplodere e trasformarsi in una vera e propria meteora fiammeggiante dal diametro di metà campo da calcio. La meteora si abbatté con violenza verso l’orda di nemici che come una palla da bowling ne avrebbe schiacciato il più possibile unendosi al potere distruttivo della tecnica di Brigitte. Strike! L’attacco combinato dei due aveva più di un obiettivo: distruggere una gran quantità di nemici e dividere l’esercito in due così da obbligare i corrotti più vicini ad avvicinarsi alla tecnica del dio dei sogni e respingerne il resto ancora molto lontano.






    A7JJH6v
    RayvenSpecter della Fenice {III}Energia Rossa



    GUrUBol

    STATUS FISICO ♦ OK
    STATUS PSICOLOGICO ♦ Concentrato
    STATUS SURPLICE ♦ Indossata

    ABILITA'
    ▲ Padronanza del fuoco ♦ Lo spectre della fenice ha la capacità di accellerare bruscamente il moto atomico della materia intorno a se. Questo gli permette di creare e manipolare il fuoco a proprio piacimento. La massima temperatura raggiungibile è direttamente proporzionale alla grandezza del cosmo stesso in quanto piu ci si spinge a temperature alte, maggiore dovrà essere il dispendio di energia da utilizzare.


    TECNICHE




    NOTE
    L'offensiva consiste nella creazione di un muro di fuoco che oltre a danneggiare un buon numero di corrotti serve a prendere tempo prima che Brigitte sia pronta e spingere i corrotti verso il great annihilator di Hypnos. Una volta pronti uniamo le forze con le nostre due tecniche per distruggere la più alta quantità di corrotti possibile ma facendo in modo di spingere tutti quelli che non riusciamo a colpire in modo diretto contro la tecnica di Hypnos cercando di massimizzare i danni su larga scala.

     
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    Una vera e propria sinfonia della distruzione viene interpretata dai vostri poteri, strumenti di morte e devastazione.
    Chi ha la sfortuna di sopravvivere ai vostri attacchi coordinati viene risucchiato verso l'enorme buco nero, dove ad attenderlo ci sarà una morte che si ripete all'infinito, fino a disperdersi in un nulla di dolore.

    Il potere inizia a piegare gli immensi rovi che formano la cupola del luogo, ed anche i rami della Magnoglia si muovono squassati qua e là dalle onde d'urto della battaglia.

    Gli usurpatori ed Ecate si lanciano oltre la portata dell'assalto, mentre la dea via via diviene sempre più giovane man mano che la sua strana emanazione cosmica s'intensifica.

    I figli traditori di Erebo rispondono colpo su colpo, cercando però di fare ben attenzione a proteggere l'albero che, ad un certo punto, inizia a spezzarsi nel mezzo del tronco, sbalzando le tre divinità indietro di diverse decine di metri.


    Il suono della frattura è sordo e potente, come il più terribile dei tuoni.

    Ogni cosa si ferma, i danni dello scontro ed il buco nero svaniscono via via placidamente, in quella strana commistione tra panorami bucolici ed orrore eterno.

    L'albero prende a torcersi su se stesso, come se fosse vivo, come un bambino che a fatica riesce a liberarsi di un abito troppo stretto.

    Il legno, le foglie e i petali prendono a fondersi tra loro, in una massa indistinta. I rovi ovunque vibrano di energia, come fossero influenzati direttamente da quel prodigio.

    Lo sguardo di Ecate, ora quello di una ragazza appena adulta, si colma di sgomento e sorpresa, mentre con rapidità incredibile si avvicina a voi.

    Tenetevi pronti, qualsiasi cosa stia arrivando è l'origine dell'invasione dell'Averno e di molte altre opere luttuose...



    Di contro i due gemelli rimangono dove sono, inchinandosi profondamente come innanzi al loro signore.

    L'ammasso indistinto che era la Magnoglia ora è più definito, più chiaro.
    Una sagoma, dai lineamenti sinuosi e femminili, si completa.

    La sua pelle è corteccia che via via si alliscia divenendo come porcellana.
    Un volto bellissimo e puro, che quando incontra lo sguardo di Ecate ne causa il più profondo degli sgomenti.

    Non... non è possibile... tu sei morta, perduta...

    Un sorriso sincero e colmo di compassione compare su quella che pare l'origine della forza della Corruzione.

    Proprio tu, sorella mia, che più di tutti i figli di Zeus conosci i segreti del Cosmo, ti sorprendi della transitorietà della Morte? L'Amore è più forte di ogni cosa, più forte della Solitudine, più forte della Disperazione.

    Ora guarda voi, mentre il suo volto è sempre più riconoscibile, terribilmente famigliare.

    E voi, figli miei, siete giunti fin qui a rendere omaggio alla vostra regina? Per questo gesto di cortesia vi darò la possibilità di unirvi a me spontaneamente.

    Il suo cosmo erompe e travolge ogni cosa con la sua immensità, i rovi s'ingrandiscono e si torcono coprendo ogni possibile via di fuga, fisica e spirituale.

    Stende la mano destra verso di voi, sempre sorridendo.

    PrV3ccI


    Questo è il dono di Persefone.




    3Am36Fn




    Tutto procede per il meglio :zizi:.
    Reagite come desiderate, considerate che la forza attrattiva della Corruzione è altissima ora, è come se vi sentiste meno soli, come se ogni dolore della vostra vita immortale potesse giungere a consolazione tramite la sua condivisione.
    Persefone emana pace e tranquillità, come una madre adorata che invita i suoi figli a unirsi a lei per vincere la solitudine della vita :zizi:
    Divertitevi :yeye:
    PS: Ecate è sconvolta, mentre voi non avevate più notizie da vari secoli. Per quello che ne sapevate era reclusa nelle stanze di Ade o da sua madre. Da moltissimo tempo non si faceva più vedere, l'ultima volta che l'avete vista era la Guerra Sacra del 1240 dc. Sicuramente l'ultima cosa che potevate pensare è che fosse morta :yeye:





    Edited by Gorthaur - 28/4/2019, 16:38
     
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    Dopo un primo istante di smarrimento, Ecate si riprende e subito alza una barriera attorno a voi.
    Strani segni si incidono sul terreno e sentite la pressione ed il richiamo della Corruzione iniziare ad allentarsi.

    Sorella mia... cosa ti è accaduto? Cosa ti ha spinto verso questo orrore? Tu che incarnavi la purezza e l'innocenza della vita...

    La determinazione della dea non riesce a nascondere il profondo dolore che sta provando.
    I suoi cani iniziano a diventare giganteschi ed a ringhiare furiosamente contro l'immenso esercito che si sta andando nuovamente a formare oltre il sigillo di protezione.

    Persefone la guarda, sorridendo comprensiva.



    Mia cara Ecate, Ade ha tenuto nascosto il mio destino così bene da celarlo ad ognuno degli Dei dell'Olimpo. E' giusto che tu sappia, che tu capisca che la mia lotta è giusta.

    Gli orridi abominii corrotti si fermano, mentre la loro signora si avvicina al sigillo, facendolo sfrigolare pericolosamente.

    Era appena terminata una nuova guerra sacra, quella del 1240 del nuovo calendario dei mortali. Nuove morti inutili, nuovo dolore privo di senso. Non ne potevo più, non potevo più sopportare di essere prigioniera della volontà di mia madre e di Ade, a metà strada tra la morte e la vita... io che della vita ero Dea, come mia madre e sua madre prima di lei.

    Mentre parla il suo corpo continua a formarsi, le crepe si ricompongono e svaniscono, lasciando spazio ad una pelle liscia e candida.

    A nulla servirono le mie suppliche a nostro padre, l'equilibrio per lui era sacro, più di ogni cosa... più di noi, più della Vita stessa. Me ne privai.
    Annullai la mia forma fisica, sperando almeno nella pace dell'Elisio... ma qui Ade mostrò l'ultimo barlume di umanità e di amore che le vie Oscure non erano riuscite a cancellare.
    Mentre mia madre stava per portare il mondo verso una nuova glaciazione, impedita da Zeus e Gea, Ade era furioso.
    Ormai era più simile ad uno spettro che ad un essere vivente, ma allora ogni sua passione sopita esplose e si tradusse in odio... verso di me, che l'avevo abbandonato.


    Il suo volto si fa buio, mentre un silenzio irreale ammanta ogni cosa.

    Prese la mia essenza e le impedì di muoversi verso l'Elisio. Fui vincolata qui, nel fondo della Foresta dei Suicidi, ad alimentarne le radici col mio potere di dea della vita e della rinascita. Avrei sentito su di me l'ustione continua della violenza e dell'odio raccolti dal Flegetonte... ma soprattutto sarei stata fecondata in eterno dalle lacrime di sangue dei suicidi, che come me avevano trovato ormai insopportabile la vita.
    Qui era la sede a cui ero stata destinata, proprio accando all'Hypomnesis, l'albero che mia madre creò il giorno in cui fu decisa la mia "spartizione". Qui la piantò, foggiata sull'esempio dell'Albero del Mondo, trionfo della Vita e dell'Ordine. L'orrore di Ade non sarebbe mai stato in grado di scalfirlo ed i suoi rami avrebbero svettato per sempre sull'abisso delle Malebolge e sulla Giudecca, a perenne ricordo di quanto il suo potere avesse limiti invalicabili.


    Il sigillo stride sempre di più, ormai vicino a spezzarsi, mentre il suo racconto continua.

    Mentre Ade faceva intendere che stessi al suo fianco sperimentando le glorie dell'Elisio, ero prigioniera e sperimentavo ogni istante la disperazione e la solitudine degli uomini, pedine insignificanti nei giochi degli dei.
    La mia voce non riusciva ad arrivare alle radici dell'Hypomnesis ed il mio pensiero inziò a vagare in realtà insondate, alla ricerca di chi potesse giungere in mio soccorso. Persino alla vista di Gea fui celata, proprio a causa della vicinanza con l'Albero che coprire la mia tortura.
    Fu dopo non so quanto tempo che trovai una voce, anch'essa prigioniera. Ponto.
    Egli era vincolato dai sigilli di Gea, da lei sconfitto secoli prima. Un suo servo, Dragmor, era quasi riuscito a liberarlo, ma senza successo.
    Mi illustrò il suo piano, di come nella Vita - che lui aveva contribuito a creare - vi era un segreto, una forza che se risvegliata l'avrebbe resa insensibile alla Morte ed al Dolore, rendendola una creatura unica che mai avrebbe fatto percepire solitudine e scoramento alle sue singole manifestazioni.


    Ecate infonde ancora più cosmo nel suo incantesimo, sprigionando ulteriore potere e divenendo via via una bambina. Potete sentire il risentimento in lei crescere... evidentemente rivolto al vostro Signore.

    Decisi allora di aiutarlo, di sostituirmi a Gea al suo fianco nella creazione di una nuova realtà. Lo istruii sui segreti appresi da Demetra, da lei appresi da Rea, sulla struttura della Realtà e sui passaggi sconosciuti a quasi ogni altro dio e via via permisi alla sua volontà di influenzare più mortali, diffondendo la Verità.
    Poi i suoi vincoli si erosero e Gea nuovamente lo assalì, ancora senza sapere chi in realtà fosse. Grazie a me Ponto riuscì a insinuare in lei la corruzione e ad avviare il protocollo RAGNAROK, che si risolse in un fortissimo indebolimento della Realtà. Nel frattempo Ponto riuscì ad aiutare me ad estendere la mia volontà oltre i confini della mia prigione, approfittando della guerra che avevamo appena scatenato.
    Poi, appena il punto di rottura fu prossimo al cedere, riversai la forza della Corruzione sul maggior numero di anime possibile, che riversai sul mondo il 12 Dicembre 2012. Qui Ponto guidò l'estendersi di ciò che voi stoltamente ritenete una malattia, ed essa prese coscenza propria... presto anche altre realtà ne verranno toccate e la Vita regnerà su ogni cosa, priva della minaccia del Dolore, della Morte e della Solitudine... l'Amore abbraccerà tutto.


    FOLLIA!

    Ecate esplose in un urlo che fece arretrare di diversi metri Persefone, rinforzando il potere del circolo di protezione.

    Mia povera sorella, ogni resistenza è futile. Ora che proprio grazie all'Hypomnesis ho finalmente una nuova forma fisica, l'Averno sarà completamente sotto il mio controllo e tra non molto diverrà parte della Realtà Fisica, riversando miliardi di anime unite nella comunione con la Vita su ogni luogo.
    Gli Eoni mi hanno privato degli Elisi e degli Asfodeli unendoli ai loro regni eterei, ma è solo un ritardare l'inevitabile.
    Vieni da me mia cara, poni termine ad ogni sofferenza.


    Persefone solleva le braccia e saette dorate si schiantano a ripetizione sulla difesa di Ecate, mentre l'esercito dei corrotti riprende ad avanzare e a sbattere contro lo scudo invisibile.

    Spero abbiate sfruttato bene il tempo che vi ho guadagnato... dobbiamo uscire da qui!

    Il sussurro mentale di Ecate giunge alle vostre menti come una freccia, mentre di nuovo l'essenza della Corruzione torna a crescere e a tormentarvi l'anima.


    3Am36Fn




    Aggiunto questa parte di dialogo/Lore.
    Ecate prende tempo, permettendovi di accumulare cosmo/strategie/etc... per fare quello che volete fare. La sua barriera crollerà a brevissimo.
    Usate il condizionale :yeye:





    Edited by Gorthaur - 10/5/2019, 20:04
     
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    Oneiros l'eterno, Il Tessitore di Sogni.

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    SCENE IV

    L
    e infinite variabili che caratterizzavanola realtà, per quanto quell'ordine delle cose lo disgustasse, non cessavano mai di stupirlo. Miliardi di piccole e insignificanti azioni, un infinità di bivi, svolte, scelte che una volta intrecciate nel complesso disegno del destino andavano a formare l'eterno scorrere degli eventi. Hades, fin da qunado aveva stretto il suo patto con i Gemelli aveva aspirato ad trascendere la sua natura, a diventare più di quanto l'eredità di chi lo aveva generato poteva concedergli. La sua determinazione, la sua arguzia, lo avevano messo su una strada pericolosa al cui termine c'era la più grande delle ricompense: l'ascensione. Quello che ora governava sull'Universo Infernale era molto diverso dal figlio di Crono e Rea, dal dio olimpico che aveva guidato con i suoi fratelli la rivolta contro i Titani. Eppure in quel lungo processo che lo aveva portato a compiere il suo destino c'era stato un singolo momento di paradossale debolezza. Il dio che voleva diventare un Antico era stato vittima della più mortale delle passioni. Se il piano che stava intessendo da millenni non fosse stato a rischio, il Monarca Onirico avrebbe riso di tutta quella situazione, se la loro stessa esistenza non fosse stata sul punto di essere annichilita avrebbe trovato tutto molto più divertente. La corruzione aveva fatto breccia nella realtà grazie ad una donna fuoriosa e a un vecchio scontento. Quanti sogni aveva visto con quel tipo di trama, quante storie avevano scritto gli umani nei loro libri che condividevano quegli elmenti. Ma la vita e quella stessa realtà erano fallate dal principio. Lui e suo fratello lo sapevano bene e per questo avevano guidato la rivolta contro il folle piano di Phanes di regolare tutto sotto il suo dominio. Troppe regole tenevano in piedi quella sceneggiata, regole che finivano per impedire a coloro che potevano sistemare le cose di intervenire con il risultato che il tanto prezioso ordine cosmico che il dittatore aveva costruito con tanta fatica si stava sfaldando, sciogliendosi come neve al sole. La corruzione, il caos, i caduti tutti nemici di quell'ordine costituito che sfruttandone le crepe stavano spingendo per ottenere la loro rivalsa. Una massa di sciocchi che non conoscevano nulla del grande gioco. Loro invece, che c'erano quando il grande gioco fu ideato, sapevano benissimo cosa fare.

    Le opzioni a loro disposizioni erano estremamente poche. La potenza di Persefone stava distruggendo il sigillo protettivo di Ecate e, se quel sigillo divino non era sufficiente a tenerla a bada, non c'era nulla che Hypnos o i suoi compagni potessero fare per vincere quella lotta. La volta di rami d'altronde, sembrava un bersaglio ben più approcciabile. Quella volta blasfema, formata dai rami della magnolia era un gigantesco sigillo che li teneva intrappolati. Senza una breccia suo fratello non avrebbe potuto tirarli fuori da li e anche se Malabruma aveva i suoi mezzi per andarsene, non poteva dirsi lo stesso per i suoi compagni.

    Vi farò guadagnare quanto più tempo possibile. Aprite un passagio in quella cupola e dite a Thanatos di tirarci fuori di qui. Ecate, se lo desideri sarai mia gradita ospite nello Yumekai, sempre ammesso che tu non preferisca restare qui in compagnia di tua sorella.

    Aveva parlato simultaneamente alla mente di tutti i presenti. Un messaggio rapido e consegnato in un singolo istante affinché non andasse sprecata ne energia ne tempo, erano entrambe risorse molto scarse in quel momento. La realtà attorno a lui vibrò, si spaccò rumorosamente mentre il Dio Antico faceva la cosa per cui era nato all'alba del tempo. I mortali hanno una visione distorta delle guerre tra dei, adatta solo agli ultimi nati della genia celeste. Le guerre tra Dei Antichi non vedevano colossali figure scagarsli contro fulmini e saette o creare gigantesce sfere infuocate. Non c'erano epici duelli ne gradiose battaglie. Gli scontri tra Dei Antichi erano più simili a delle complesse e lunghissime partite a scacchi. Per eoni realtà venivano forgiate e distrutte in pochi istanti, in loro la vita nasceva e prosperava per poi finire al solo fine di fornire potere e gloria ai loro creatori. Ed in ogni realtà gli dei si davano battaglia cercando di sigillarsi e di sottarsi potere. Pensieri puri che portavano avanti la loro natura in una lotta eterna senza vinti ne vincitori. Dalle ceneri della guerra nasceva il nuovo e così sempre, in un infito ciclo. Se Persofone e i Cani di Erebo volevano atteggiarsi a Dei Antichi, era il momento di insegnargli come questi combattono.


    "̻͕̗̺͎̗̂͗̆ͥ̕A͙̳̣͂́̀r͍͍ͭ̕a̧͙̣̤̤̓̂ͭn̥͒ͮͤ̇ͤ́ ̷̹͕̼̝͓̱ͦ̿́͛ͣi̙͎̣̻g̨͕͈̼͊̈̐ͣ̉ͣͭͅí̳̱̺̬̮͎ͅr̸ͦ̾̋̊̓ͣ̿à̞̠̜̖̤̮͛ ̧͇͐̍ͧ͌m͍̞̱̲̞̻̅̂ͧ̾͒́ͅì̥͙ͩͣ̓͝ȍ͔̘̤̟̿͛̀̓̌͞p̢̤ͩͥ͗͑̾i̟̬̭̰̻ͯ̅ͣͧͪͅͅẵ͈̙r̙̘͂̋̽̍͗͑͆̕ ̳̂͊͑n̛̤ͣ̓ͧ̚a̸͔͖͚͎͚̐̃͌͂l̜͙͎̉͗̽̒̊ͬ̇!̩̫͔͓̮̦̂̌"͊̂ͯ



    ̴̞̙͗̎̌̐̎ͪ̈́ͅ
    ̨̟̫̟̹́̎͌̋͂̃ͮ
    ̶̐̓ͣ
    ͕̖̫̗̞͉̌͒͂̓"͇̻̳̜̻̥̿̄͛̑̑͋͜Ą̰͂͆̊ ̙̓̐ͫ̉ͬͮ̚n̳̏͛̾̃̕e̢̖͙͉͙ͯ̒͂͋̚ ͐̃̔ͦ̇pͥ̌́̕u͚̮̫͙̜̠̎̍͂ͮċ̦̝̣̞̤͇̩͊ͨ̏̉̍ͩ͜h̻̩̥ ̢̺̣̯̭ͨ͋̈ͥg̝̑̄͊́a̳͍̥̩d̖̳̺̏̃ͤ͆̃̀u̻̓͑ŗ̦̳͇̣̦m̀͞ ͇͓̮̗͔ͬ̎̉i͈͔̻̳̣̝͑͗ͅd͍̲̅́̉̇͛̏̔iͮ͂̅̔̍s͈͆̓͊̂͗ͧh̺̮̦̯̐ͥͫ!͋͑ͩ̄́ͅ"̺̘̠̪͕́̂͞




    ̶̳̠̭͗̏
    ̞̘̬̬̘̫ͯ̔́ͩ
    ̸̱͌͛̈́̃͑͗
    ͖͕̦̠͍̮̓̋̊"̧̻V̭͈͙͉ͨ͂̈́ȉ̦̤̗̹n̷̝̟̳̺͈̬̻͒̂̌̉ͦå̂̾̒̐̓q̫̰̦͇̰̪͝u͉̥͎̪̦̬̻͑i͍̻̪͆͐r̝̯̰̬͇͂e̷̲͇̅m͙̘̈͐̌ͯ̐ ̡̹̲͇̳͕̫̒̓͂ͬ͛ͅs͈̤̖̬͚̝̉ö̴̗͇͖͐̉̏ͤͥt̪͈̼͚̞̥̃ͭh̤̞͉̳̮͆̈͋̍ͣ͢ ̩̠̯̼̓̌̽q̪͚̠̖̮̱͎̈̅ͫ̔a͝z̄̏͟i̶̙̯͇̩̗̝̟ͫ͛̈́ͦ̌ͦe̞̫̿̍͋́m̘̬̞̟̳̟̣!̭̬̈ͭͤͥ͗̀"̶̉





    Richiamando ogni stilla del suo potere il Monarca Onirico stava sfaldando i caridini stessi della realtà, ne modificava le regole e le leggi e, seppur in uno spazio limitato, ne creava una nuova che rispetasse le sue regole. Il rumore, cacofonico per chiunque non fosse stato presente all'inizio dei tempi, quando la realtà non era unica, rassomigliava al lamento di un gigantesco mostro ferito. La voce del Signore dei Sogni risuonava in una cantilena impronunciabile per una bocca mortale e il cui solo suono avrebbe potuto condurre alla pazzia chiunque l'avesse ascoltata troppo a lungo. Il canto della craezione, la volontà che si impone sulla materia nel suo stadio più basilare. Lo spazio si sarebbe allargato, cercando letteralmente di stracciare i guerrieri dell'esercito nemico mentre rendeva le distanze per i suoi generali eterne e incolmabili. Labirinti non euclidei, si sarebbero dipanati innanzi a loro, cercando di costringerli in una eterna cerca per un uscita che non esisteva, labirinti che il Sovrano dei Sogni avrebbe allungato e intrecciato senza sosta per rendere la fuga da esso ancora più difficile. Il tempo stesso prese a fluire in maniera anomala e folle. Fermo per i nemici degli specter sarebbe invece scorso in maniera accelerata per loro e per Ecate in modo da concedergli un breve momento di vantaggio. La forma fisica di Hypnos cominciò a spaccarsi, crepe da cui fuoriusciva una luce cangiante ne ricoprivano tutto il corpo, mentre l'ars manga combatteva contro il peso devastante di una realtà che si ribellava a quell'imposizione, a quella rottura dei suoi pilastri fondametnali.




    kZBljWf
    narrato | parlato | pensato | parlato altri
    WGukgv1
    ARS MAGNA | Hypnos {Grado VIII}
    ENERGIA | Nera
    STATUS FISICO | Estremamente affaticato e con molte ferite interne.
    STATUS MENTALE | Furioso
    STATUS ARS MAGNA | Perfetto
    RIASSUNTO AZIONI | Vista la situazione abbastanza disperata Hypnos da fondo a tutto il suo potere e crea un cubo di 1.5 km di lato sotto gli effetti del weaver of reality prendendo il controllo di tempo e spazio (li considero come effetti che vengono applicati in momenti diversi e successivi a ripetizione, per quello li usa entrambi). Con spazio cerco di intrappolare i tre cattivoni ad una distanza infinita da noi, in un labirinto non euclideo che modifico, allungo e cambio di continuo per tenerli dentro mentre i piccolletti dell'esercito dovrebbe venirne semplicemente strappati a causa dello spazio attorno a loro che si contorce. Con il tempo rallento al massimo quello attorno ai nemici in modo da rallentarli mentre accelero i miei alleati per farli muovere e attaccare più velocemente. Lo sforzo fisico è immenso e la mia forma materiale comincia ad incrinarsi e spaccarsi a causa della realtà che si oppone alla mia influenza. Il tutto è fatto per farvi guadagnare abbastaza tempo da aprire un breccia che ci consenta una fuga. Non sprecatelo che se no son cazzi.

    I move from dreamer to dreamer,
    ABILITA' |
    from dream to dream,
    TECNICHE | WEAVER OF REALITY
    Imponendo la sua volontà sul piano materiale Hypnos riesce a modificare la realtà attorno a lui a suo piacimento, tessendola e deformandola in un contorto labirinto onirico. Questo sogno vivido si estende in ogni direzione attorno ad Hypnos e permette in un singolo turno di modificare solo uno dei seguenti aspetti, vista la grande quantità di energia richiesta al tessitore per piegare le leggi della fisica al suo volere:
    Spatium: Malabruna contorce lo spazio attorno a se, piegando le distanze e modificando le forme di ciò che lo circonda, mentre tutto si piega e si sovrappone attorno a lui. Potrà ad esempio ridurre un distanza a zero, spostandosi istantaneamente da un punto all'altro, o estenderla all'infinito. Potrà far cadere i nemici in pozzi senza fondo o distorcere la realtà in maniera tale da farli girare in tondo in un labirinto senza uscita dove i sentieri si piegano senza fine riportando la vittima sempre all'inizio o davanti ad un infità di vicoli ciechi. Potrà inoltre cambiare la direzione da cui proviene l'attrazione gravitazionale a suo piacimento (pur senza poterl auamentare o diminuire) per i singoli soggetti prensenti nell'area d'azione. L'abilità non permette di creare varchi dimensionali, seppur in alcuni casi si simuli un effetto comparbile ad essi, in quanto è la stessa realtà che viene deformata di volta in volta per soddisfare i capricci del signore del sogno.
    Temporis: Allo stesso modo il signore del sonno, seppur per brevi attimi, riesce a manipolare la realtà affinché persino il tempo si pieghi al suo volere. Hypnos può sia creare un accelerazione del tempo,influenzando i movimenti del monarca onirico e dei suoi alleati che si riusciranno a spostare con agilità e tempismo senza eguali (senza poter in ogni caso superare il limite di velocità massimo imposto dall'energia). In alternativa Hypnos può generare un temporaneo rallentamento del tempo nell'area , escludendosi da questo effetto, per schivare con maggior facilità una tecnica nemica o rendere il proprio bersaglio maggiormente vulnerabile ad una certa offensiva.

    hunting for what I need.


    Edited by Aleksander Seraf - 16/5/2019, 23:46
     
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    Dobbiamo andarcene.

    L'albero si scardinò da se stesso, eruttando in un tripudio di corteccia, rami, foglie rigide e frementi che diventarono braccia, pelle, mani, occhi. Vita. Come faceva paura, quella Vita, da quegli occhi pieni di un'esistenza totale. Tutto intorno a lei respirava all'unisono, pensava all'unisono e li guardava. Grifone atterrò di scatto insieme ai suoi fratelli, le piume irte lungo il corpo nel realizzare sempre di più qualcosa che scatenò una confusione incredibile. Fu l'insieme degli stessi concetti all'interno di una stessa frase a essere causa di uno sgomento, un orrore e una rabbia che strinse all'unisono i cuori degli Spettri.
    Ecate la riconobbe per prima, come poteva essere altrimenti?

    Persefone.

    Ramin Djawadi - The Night King (Game of Thrones Season 8 OST)



    I Giudici guardarono atterriti la figura posare gli occhi su di loro, come era accaduto rare, rarissime volte. La sposa del dio dei morti era una figura che calcava di rado la terra arida e vuota degli Inferi. All'inizio forse, poi sempre più di rado...fino alla sua scomparsa. A posteriori, Minosse ricordava una data precisa e una morte precisa, un punto dopo il quale non aveva più scorto la regina degli inferi. Ricordava il freddo innaturale che la rabbia di una dea aveva portato nel mondo. E sì, ognuno all'interno dell'esercito infernale era convinto che essa avesse distolto lo sguardo da chi continuava a spargere terrore sulla terra che lei tanto amava, prigioniera di un destino che andava dipanandosi sempre più infausto man mano che i secoli passavano, man mano che l'umanità dal suo sposo non sfumava in un lontano ricordo. E i giorni si facevano sempre più lunghi, il dolore sempre più sordo fino a spegnersi in un vuoto incolmabile...

    Erano troppe cose tutte in una volta e lui aveva già eretto una difesa. Schiena contro schiena, i due Spectre più vulnerabili in mezzo a loro, lo sguardo dei Giudici scattava da una parte all'altra dell'esercito che li stava nuovamente circondando, tenuto a bada dalla barriera di Ecate, da Hypnos, da Minosse stesso nel sentire la propria mente premere addosso a lui nello sforzo di contribuire a quel peso. I Corrotti erano sempre di più. Avevano combattuto a lungo, eppure non sembravano avere mai fine. Le anime dei dannati erano tante, in fondo.
    Minosse ricordava la loro storia una per una, prima del 2012. Ora doveva districarle, come si aprono con delicatezza le pagine di un libro bagnato, guardando alcune parole sciogliersi e sparire, perdute per sempre. In quel momento, però...la storia era una sola.

    Persefone era una vita, miliardi di vite perdute. Le collane di fiori che portava finché non erano appassite una dopo l'altra, nei grigi colori del mondo dove non rimaneva neppure la speranza. Era la storia di chiunque aveva varcato il portale che ammoniva di lasciarla, quella speranza. Di donarla al Tribunale sotto forma delle parole che componevano la propria vita, districandosi in ogni sillaba. Perché la speranza è un concetto immortale come l'anima. Non si può distruggere, solo consegnare ad altri. A quelle mani tese, a quel sorriso dolce. Allo stesso viso bagnato di lacrime al canto di Orfeo che aveva perduto l'amata per un vezzo del caso.
    E lentamente, la storia di Persefone, che erano tutte le storie, cominciò a scavare. La figura di Grifone si irrigidì e tremò, gli artigli scavarono a fondo in uno spasmo che, se fosse stato in un corpo umano, gli avrebbe tolto il respiro.

    Ricordi cosa vuol dire, vero?

    Ricordi cosa vuol dire

    i͇̩̤͈̭̩l҉ ̰͘ṿ̟̳͎̻͠ų͉̪o҉t̡ǫ̬̹͇̣̻̺ͅ


    BKhNVsV

    Ricordi cosa vuol dire

    quella non-vita

    che respira

    perché il cuore batte

    g̲̻͡i̗̱͓͖̗̹͟o̯̬̦͉̲̞̤̕r̷n҉̯̣̱͈̯̻o̤͔̙̘̻̗ ̘̱̹͚̩̣d̥̥̠ọ̡̳͖͔p͓̲̲̲̦̣͎͡ơ̬̯͔ ͙g͍̯̰i̸̠̭͇̥͖̜o̧̻̗̻̘r͕̜͚͠ń̜ó̳ͅ

    Vivere senza dolore è impossibile. Soffrire per esso è una scelta. Ma ci sono dolori che travolgono piano, affondando sempre di più dentro all'animo nel mangiare via tutto ciò che lo compone. Come certi insetti, che aspettano che il veleno abbia reso l'interno appetibile prima di mangiare. Si aspetta. Sordi all'esterno, fino a sparire. Fino a quando non si sente neanche più l'eco dei colpi di chi sta cercando di spezzare quella spessa parete intorno.

    Ma tu sai

    c̨osa si pr͟o҉v̕a

    A essere uno.

    djA7Rzw

    Sarà sempre così.

    Quella sensazione che ti porti dentro, hai paura che svanisca?
    Non sarà così. La ricorderai sempre.
    Sarà sempre meglio.


    Grifone ricordò di un tempo in cui custodiva qualcosa. Non sapeva cosa. Ma sapeva di dover rimanere lì, di dover essere a guardia di essa. E ricordava l'orrore bruciante, il Male Invincibile, aggredirlo e cercare di farlo suo, lui che era nato per guardare, non per combattere. Lui che era nato necessario. Ricordò il dolore di tutto ciò che non era lui pervaderlo e rimanere, una ferita che non sarebbe mai guarita, che lo avrebbe definito per sempre come qualcosa a metà.

    Sarai in linea con ciò che sei nato per essere.
    Non dovrai più essere sbagliato.
    Unico.




    s̛͟ơ̵l҉҉̷o̡͡





    Quando puoi essere un tutto.
    Quando puoi averli accanto, nel modo più giusto che esista.
    Quando puoi essere, invece di ricordare.



    La presa venne allentata. Come una spessa cortina di fumo tagliata dalla brezza raggiunge chi boccheggia a terra. Riuscì nuovamente a pensare, ad avere quello spiraglio di sé a cui si aggrappò con ogni stilla di forza, guardando chi lo circondava. Era di nuovo lì, era di nuovo con loro e avevano bisogno di aiuto. Sentiva lo sconforto di Radamante, la rabbia di Eaco. La paura di Brigitte e Salvatore.
    Quell'attimo di lucidità lo catturò, il tempo scorreva al rallentatore all'interno di sé e lo fece guardare dentro di sé.
    Cosa stava provando? A cosa si stava appellando la Corruzione, per trascinarlo a sé? Era qualcosa che non sarebbe dovuto esistere nel reale, l'amore che aveva portato a quell'atto congiunto, a quella concordanza di essenze che, a conti fatti, esistevano ed erano una cosa sola al punto tale da essere una continuum. Una storia che si dipanava all'interno del mondo e continuava a farlo, senza un prima o un dopo...

    Ed era questo il punto.

    Non esiste gloria più grande del riuscire quando sei destinato a fallire.
    Non esiste gloria più grande di conoscere le regole e superarle.



    Non esiste gloria più grande




    di ciò che hai tracciato per te stesso.




    Apocalyptica - Path

    RyYJHNO

    In quell'istante nello spazio e nel tempo, Grifone fu ogni storia. Tutte quelle opposte a quella immensa che si ergeva di fronte a loro, nella sua putrida conformità, la creatura che aveva scelto di essere canalizzò la loro opposizione e la Stella del Cielo Nobile arse con una forza folle, che creò crepe fra le piume lasciando trasparire energia pura e incontrollata all'interno del quale si dipanarono parole, suoni, ricordi di miliardi di vite che erano nate e si erano spente sotto quegli occhi che, fissi, guardavano Persefone con una rabbia gelida e controllata fra le crepe della maschera.

    cAc8mrI

    Intorno agli Spectre il Cosmo di Grifone spazzò lo spazio e le menti dei propri commilitoni, ricordando loro chi erano.
    Un breve, fugace istante di chiarezza assoluta e consapevolezza che avrebbe permesso loro di sfuggire alla morsa della Corruzione opponendo ciò che erano a ciò che essa voleva diventassero. Ricordando loro ciò che avevano scelto di essere, fino alla fine della realtà, attraverso le Surplici; e che ogni passo compiuto dal loro signore, era un passo in avanti per loro. Per ritornare ciò che erano prima che la Caccia li privasse del loro legittimo posto nel mondo. Ricordò loro cosa dovevano a chi aveva offerto loro la via verso un nuovo mondo e una nuova era, in cui sarebbero stati padroni assoluti del proprio destino e di quello di chi avrebbe deciso di seguirli.

    Sentì i loro Cosmi ardere e le Stelle bruciare con intensità mai provata, mentre la realtà intorno a loro si disfaceva e Hypnos canalizzava ogni stilla di potere insieme a Ecate. Gli strali scarlatti dei poteri uniti dei Giudici e degli altri Spectre si scurirono, diventando purpurei e poi viola, il colore delle surplici e dell'anima, premendo all'interno della cupola in maniera sempre più concentrata in un unico punto, aumentando di forza e intensità con il passare degli istanti. Era un'occasione unica e non andava sprecata. Grifone cominciò a parlare e non lo fece con le parole, bensì con la propria essenza stessa. Le maledizioni sono un concetto labile e pericoloso, ma il richiamo doveva essere cristallino per permettere a Thanatos di riallacciare il collegamento del portale.


    I̶͠Ơ ̵̢ÉVOC̸̨͘Ơ ̸̢Ų͢N͡͡ ́MÓ̧N̴̨͞D̷̢O̸͢ ̢̛IN̕ ҉͝C͟U̶I͝͞ ̢͞L̢͘À̧ ̵̨V̧́I̵͡T̢́͘A̶̡ ̴̡̡S̶̨͢I̶͝ ̵̷͢C͠O̸̵̡S͜T͠҉̡RU̧I̶R͏A̡'͟ ̸͝SU̶ ͘͢͝ƯN̸ ͞NŲ̕͢O̴͢V̡͘O̡͝ ͟͠͠Ç͘Á́͝Ŗ͠D҉I̷N̵̛͜E
    ̡
    ̸̡I͘͟͝O ̶EV͜O̡C͜O̸ ́͞L͘Ą F̢Ì̡̧NE̢̧ ̧͟D̕͢I̡͘ ͢O̕G̢͠N̸̢͏I̧ ̨̀͜AT̶OM̛͠Ơ ̨͜Ȩ ͏́CH̴̢͡É̵ ̕IĹ͟ ̧͠D̴̢͜O̵͢L̵͝OR̢͠E͢͞ ́D̷I̡̕ O͘G̡̀ŃU͡Ń̸O̢͞ ̨D̢Ì͝ ̢́EŞ͢S̢I ҉A̢L̕I̷̷M̡̀E͢͜N͠T̢͡I ̢̀͠L͟͡'͘ER҉A ͡͡C̀͞H͏̛͢E ̨͝V̸͝ER̢̧RA̴͞͝'̸̢
    ̀
    ͟͞͝Í̧O͟ ̧͠E͜҉VO͢C̴Ò̶͜ ̶͜N̡O̶̸N̸ ͏̕L҉͏A̵ ̵M͡O̶͘R̢҉́T͘E͢,̡̛ ͢
    P͜͝O̕͠I͜Ć̴H̵̀Ę̵'͝ ̨E̕͜S̀͡͝S͡͞A ͘E'̨̕͝ ͝͠Ư͡N̛ ̨̛̀SǪL͡͞ĻÌ͏E͢V̷͢O


    I͜Ǫ̸ ̷͘͢Ȩ̀V̶͘O͏̶̀CƠ͢ Ļ͜A ̢

    F̢͠I̢Ǹ̕E̛ ҉̨

    DI͟͏ ̨̛̀Ò͜͢G̢Ń̕͜I͟ ̶̕C̷Ò̡͡SA̛͠



    L'urlo delle Stelle Malefiche avrebbe attraversato i mondi, percorrendo la materia in un'onda la cui rabbia e forza avrebbe riverberato nella realtà e oltre, per giungere in quella dove da cui un giorno avrebbero guardato gli ultimi istanti di questa spegnersi.

    narrato ● « parlato »pensato| telepatia |« parlato altri »

    pseudonimo ● Kazue Satō
    surplice ● Stella del Cielo Nobile, Grifone {VII}
    energia ● Nera
    schieramento ● Spectre di Hades
    fisicamente ● Ottimo
    mentalmente ● Ottimo
    status surplice ● Non indossata

    riassunto azioni ● Uso la barriera fiqua per aiutare gli altri a liberarsi meglio dall'influenza e canalizziamo insieme il potere della spirale :riot:

    abilità ●

    ensō (telecinesi+) — La perfezione, l'equilibrio nell'esistenza delle cose, si crea quando le dualità vengono annullate. Un cerchio chiuso, creato da un'unica linea tracciata: al di fuori di esso, il vuoto; all'interno di esso, il vuoto. L'artefice è un pensiero semplice, limpido, in grado di manifestarsi tramite un unico movimento fluido sia all'interno che all'esterno della mente. Fluendo nella realtà la mente del Giudice eleva e trasforma in forma ideale: permeando ciò che lo circonda fino alla struttura atomica, prendendone il controllo e manipolandolo a proprio piacimento fino ai vettori di forza che muovono i propri attacchi o quelli avversari. Tale è la forza del Giudice che gli effetti della sua telecinesi trascendono il mero piano fisico e si avvertono fino alla mente avversaria, riverberando dentro di essa sotto forma di shock psichici repentini, in grado di destabilizzare e via via annichilire sempre di più le capacità di ragionamento, concentrazione e reazione avversarie (Bonus a Nera).
    kenshō — Il fugace attimo di realizzazione che conduce all'Illuminazione. La consapevolezza della vera natura delle cose, dell'eterno presente che rimuove ogni distinzione. Una volta a duello, Minosse può far fluire dentro di sé ogni propria conoscenza sull'avversario affrontato per ergere una difesa impenetrabile, in grado di contrastare qualsiasi tipo di attacco di potenza pari o inferiore alla propria, di qualsiasi natura esso sia. Infatti, mente, spirito e Cosmo del Giudice si allineeranno con precisione sulla più corretta ed efficace reazione all'assalto, permettendogli di uscirne indenne.

    gamanzuyoi (resistenza straordinaria) — Quando tutto sembra perduto, è la capacità di sopportare a fare la differenza. La stoica, inamovibile volontà di compiere un ultimo passo prima di cadere, di comandare il corpo fino oltre i limiti e trascendere. Quello che era un retaggio della propria divinità si è trasformato, nel Grifone, in una vera e propria armatura interna che impregna totalmente il corpo, elevando la propria tolleranza al dolore e alla fatica fino a un livello senza pari e permettendo al Giudice di tollerare gli sforzi del combattimento più a lungo della stragrande maggioranza dei guerrieri.


    tecniche ●




     
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    III


    E la storia si compì. Quante volte c’era stato quel copione nel corso dei secoli? Quante volte le pagine dei secoli si erano macchiate di inchiostro fuoriuscite dalle penne di chi voleva dire la propria, di chi professava il proprio amore più giusto di un altro. Da quando erano giunti in quel mondo così simile a quello che ricordava e, al contempo, così diverso; Radamante aveva portato con sé la fermezza di qualcuno che crede in quello che fa. Aveva perso qualcosa di caro. Gli avevano tolto non solo delle anime, ma degli amici, una parte della sua famiglia. Non era il legame del tesoriere che lo legava ai luoghi che non erano più lì. Era qualcosa che non poteva essere descritto. Ma aveva resistito. Si era piegato, ma non si era spezzato. Era tornato subitamente in piedi. Perché anche se il suo animo era quello di un romantico riconosceva l’importanza della missione. Aveva proseguito.

    Era rimasto in silenzio al vedere il susseguirsi degli eventi. Ecate prima e Persefone ora. Tutto era stato assimilato dallo spettro. Tutto era stato giudicato dai suoi occhi. Tutto stava trovando la giusta connotazione: Radamante stava perdendo la pazienza. Ogni nuovo passo lo portava a scoprire una nuova perdita. Ogni cosa in quella missione era preziosa, ma il Generale Infernale preferiva fare un’analisi a tutto tondo. L’amore era la causa di tutto. Di tutto quello che era accaduto. L’amore da e l’amore toglie. Sentimento annichilatore per tutti, anche per chi lo vive nelle forme più smussate. Perché l’amore è tutto e mutevole. Può essere la candida carezza di una madre o l’intrecciarsi di due corpi d’amanti. Radamante lo sapeva bene ed accoglieva quel sentimento nelle forme che più riteneva opportune. Egli stesso se ne diceva fautore. Per lui l’amore era il motore primigenio che lo aveva legato alla causa degli spettri.

    L’amore per i fratelli. E da lì aveva portato avanti le sue battaglie. L’amore di una madre lo aveva condotto a prendere un fanciullesco Zeus sotto la sua ala. Tutte le scelte della vita di Radamante si poteva rifare a quel sentimento, perché lui lo anelava. Lo cercava come un’ape che cerca un fiore. Perché senza amore, per Radamante, non valeva la pena di andare avanti. Perché l’amore è capace di guidare e dare forza ai guerrieri valorosi. Quelli che scendono in guerra per l’amore della patria, o anche per amore dei propri cari, per difenderli. Radamante in quel momento si ritrovò solo emotivamente di fronte alla consapevolezza che l’amore li aveva condotti alla rovina. Ed ora, quel medesimo sentimento, si instillava dentro di lui con un’offerta tanto allettante.

    Sentiva il richiamo. Sentiva il corpo farsi flaccido, calmo e quieto. Come dentro un caldo abbraccio. La sua mente non voleva cedere. Non voleva essere una mera pedina in mano a qualcuno che aveva tradito tutto e tutti. Non voleva essere uno dei tanti messo lì a caso. E fu allora che accadde. Il cuore di Radamante ruggì. Emise un grido come mai prima di allora e fu l’inizio del contrattacco. Perché l’amore portava con sé sempre gli strascichi di ciò che si opponeva a lui: l’odio, la rabbia. La rabbia cieca di Radamante che in quel momento iniziò a destarsi dal sonno. Iniziò ad allontanarsi da quella condizione di malsano amore, perché l’aveva percepito, ma non lo sentiva proprio. Non lo sentiva adatto.

    Perché alle volte si cerca l’amore per tutta la vita e quando lo si trova non è come ce lo si immagina. È qualcosa di caldo, ma che non scalda. È qualcosa di morbido, ma che non ci sostiene. È qualcosa di diverso da noi. Che non combacia. E quel tipo di amore a Radamante faceva orrendamente schifo. Se ne rese conto nel momento in cui percepì la furia del fratello. Lo percepì vicino, preoccupato, rabbioso. Sentimenti che presto anche Radamante iniziò a provare. Perché doveva svegliarsi. E lo fece.

    BC5

    Con divampo d’odio e rabbia Radamante ricordò il sentimento che più teneva da parte. Quel sentimento che annebbiava la vista e che metteva da parte la saggezza. Perché non ci si può permettere, da parte del più saggio tra i saggi, di arrivare a sentenziare qualcuno con il cuore colmo di rabbia o odio. Come un padre amorevole che decide di abbandonare tutto per dedicarsi alla propria parte più bestiale. Amore non chiama sempre Amore. Sentì il proprio corpo irrigidirsi e spaccarsi. Con un clangore di metallo che si accartoccia il corpo di Radamante si ripiegò su se stesso fino a diventare una vera e propria palla di cannone… anzi no, un uovo. Un uovo da cui iniziò a fuoriuscire un’entità rabbiosa. Radamante aveva definitivamente lasciato il campo lasciando adito alla Viverna di avere più voce in capitolo. La sua indole non era cambiata, era solo una parte sopita dietro la facciata di benevolenza. Ma si sa che un guerriero è pur sempre un guerriero.

    La viverna fuoriuscì furente con il cosmo color cremisi che avvampava tutt’intorno. Figure spettrali si ammantavano e si muovevano dentro il cosmo dello spettro. Le anime che avevano combattuto al suo fianco vennero richiamate in quel nefasto giorno, per sentirne la vicinanza e per essere utilizzate al meglio. Quel giorno sarebbero sopravvissuti, ma avrebbero anche fatto un enorme casino. La voce cavernosa di Radamante gracchiò. Non era qualcosa di senso compiuto. Era un ruggito vero e proprio.

    giphy

    ‹‹SKREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEONK!››



    Il corpo si irrigidì. Da esso si dipanarono altre lance, a miriadi. Fuoriuscivano dal corpo dello spettro ad un ritmo incredibile, il tutto mentre attorno a Radamante, che stava iniziando a ruotare su se stesso, ruotavano a loro volta le anime chiamate a raccolta. La Viverna aveva detto addio ad ogni forma di auto conservazione. Quella storia doveva finire lì e subito.

    Se le sue lance non fossero bastate.
    Se i suoi guerrieri non fossero bastate.

    Allora lui stesso sarebbe divenuto la sua stessa lancia. Sarebbe divenuto il fendente mortale capace di distruggere tutto. Perché l’amore lo aveva tradito in quel frangente. Lo aveva deriso e derubato. E non ci sarebbe stato spazio per il perdono. Perché a Creta una delle cose più temute era l’ira di Radamante e oggi la Corruzione tutta avrebbe capito il perché. Si scagliò contro il suo obiettivo senza esitazione alcuna.

    maDR8pz
    narrato — ‹‹parlato››pensato°telepatia°

    NOME → Radamante
    ENERGIABlu
    SURPLICE → Viverna
    FISICAMENTE → Ottimale
    MENTALMENTE → MADamante
    STATUS SURPLICE → Integra

    RIASSUNTO AZIONI → Divento la lancia di me stesso e mi scaglio all'attacco con TUTTE le mie forze.


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    IV

    Invidiava la pacatezza dei suoi fratelli. Cioè, erano imbestialiti quanto lui, ma era sempre lui quello che solitamente manteneva la calma in ogni occasione; tanto quanto Minosse, forse di più.
    Però no, Eaco era incazzato nero, che messo a parole è anche diminutivo, forse dispregiativo. Era talmente incazzato che per qualche secondo perse completamente la persistente sensazione cosmica che si prova stando accanto a, in ordine: Un guardiano planetario, un Saint risorto, un dio antico e due giudici infernali, suoi fratelli.
    Era, semplicemente, talmente incazzato da dimenticare quasi chi fosse, dove si trovasse, cosa stesse facendo in quel momento.
    Era talmente incazzato che nemmeno percepiva altre presenze oltre a sé stesso e la fonte di tanta rabbia.
    Persefone.

    Si fece passare quel nome un paio di volte per i convulsi meccanismi che componevano la sua vecchia e stanca mente. Una mente che di robe ne aveva assimilate e processate senza mai perdere troppo la corretta via della razionalità.
    Eppure. Eppure, quelle due volte che si fece passare per i neuroni la parola PERSEFONE, sentì ad ogni singola lettera, ad ogni fonema mentalmente riprodotto, un senso di assoluta e persistente impotenza.
    Era lì da tutto quel tempo. Da, Dio, troppo tempo.
    Dio, Hades. Hades avrebbe dovuto spiegare parecchie cose ai suoi stramaledettissimamente fedeli servitori. Ma Hades non avrebbe mai spiegato un bel cazzo di niente dato che, Hades, fratello di Zeus, signore degli inferi, imperatore del Lost Canvas, non doveva spiegare proprio un bel niente a nessuno, se non a sé stesso.

    Fu questo mix letale di eventi catastrofici, rivelazioni esplosive e una situazione che definire mortale sarebbe stato un complimento che il cervello di Eaco, quel povero, povero ed impegnato cervello millenario, grippò.
    Come un motore, si bloccò. Fermo. Per un secondo buono. Gli si bloccarono i sensi persino. Il gigantesco behemoth che era diventato, nella sua vera forma, si spense per un secondo, tornando di un rosso scuro, quasi bordeaux, mentre le fiamme si spensero momentaneamente in un disperato tentativo dell’intero suo organismo di capire cosa diavolo successe e stesse succedendo.
    Il problema, il fattaccio, fu che, in tutto questo, per qualche strano fenomeno inspiegabile, l’unica cosa che trapassò il suo corpo come milioni di lance acuminate fu la voce di Persefone, che non fece altro che aumentare la pressione intracranica di quel ordigno nucleare che stava diventando il Magister Occidentis.

    Pian piano, con estrema calma e rigoroso ordine, il sangue cominciò a tornare negli emisferi cerebrali del giudice. O comunque qualsiasi altro liquido o sistema garantisse a quel corpo alato di computare.
    Sentì, sì, vagamente, la voce di suo fratello Minosse. Donava, nella sua perenne grazia ed eleganza, un monito forbito a Persefone, con parole ricercate, con tempistiche corrette e apprezzabili.
    Eaco non avrebbe fatto nulla di tutto ciò.

    “ALLORA.”

    Tuonò. Questa volta senza telepatia. Erano le fiamme, divampate più forti di prima, a parlare.

    “MI STAI DICENDO CHE.”

    Gli occhi si spalancarono di più. Tutti quanti.

    “TUTTO QUESTO.”

    Spalancò le ali, muovendo quelle di un lato gradualmente, platealmente, per mostrare ai presenti lo stato in cui era ridotto l’Inferno.
    “TUTTO IL PUTTANAIO DEL 2012”

    Le fiamme aumentarono ancora, avvolgendo ora tutto il mostro alato.

    “LO HAI CAUSATO TU. PERCHÉ TI SEI ALLEATA CON PONTO. TU. MOGLIE DI HADES. PERCHÉ ERI STANCA DELLA TUA ESISTENZA? DEL TUO ESSERE? PER QUESTO? UN CAPRICCIO DA RAGAZZINA?”

    Si prese una pausa in cui i decibel calarono sensibilmente, come il momento di imbarazzante silenzio sporadico che ogni tanto si può sentire in un’aula piena di gente.

    “GUARDAMI.”



    Esplose, rilasciando un’ondata di cosmo che spazzò via altre centinaia di corrotti sotto di sé.

    “HO ABBANDONATO TUTTO CIO’ CHE AVEVO PER DIVENTARE QUESTO. E DIMMI, PERSEFONE, LURIDO SCHIFOSO PEZZO DI RIFIUTO COSMICO, MI SONO MAI, MAI E POI MAI LAMENTATO DELLA COSA? TU OFFENDI IL MIO DOLORE.”

    "GUARDAMI."



    "ED ORA ASCOLTAMI BENE. IO TI TROVERO’, NON MI IMPORTA IN QUALE SCHIFOSO ANGOLO DELLA REALTA’ ANDRAI A NASCONDERTI, MA IO TI TROVERO’, E TI SMANTELLERO’ A MANI NUDE. È UNA PROMESSA DI UN GIUDICE INFERNALE.”

    Espressa la sua pacata opinione, la creatura Garuda unì le proprie ali orientando tutte le punte verso la direzione della cupola, cominciando a roteare al massimo della velocità, circondandosi di fiamme scarlatte, ruggendo tutta la propria disperazione e attaccando la limitante barriera assieme ai compagni.


    hiaAmxR

    Narrato ‡ “Parlato”“Pensato”“Parlato”

    NOME ‡ Ethan Bennet
    ENERGIABlu
    SURPLICE ‡ Garuda [VI]
    CASTA ‡ Spectre di Hades
    FISICAMENTE
    MENTALMENTE ‡ //
    STATUS SURPLICE ‡ //

    RIASSUNTO AZIONI


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    OPERATION L.O.V.E. ♦ IVLINEA

    Se per qualche miracolo fosse riuscita a tornare a casa tutta intera, o con una buona base da cui ripartire per rimettersi in sesto, Brigitte sarebbe stata debitrice di un sonoro ceffone a Nasir, dritto su quel bel visino pallido che si ritrovava. Chissà per quanto tempo aveva progettato quel disastroso assalto all’inferno corrotto, quanto gli ci era voluto per mandare in avanscoperta i suoi tirapiedi e portare lì un intero accampamento militare, e in tutto quell’ordire e pianificare non si era accorto di quanto fosse spropositatamente potente e inattaccabile quell’albero? Nemmeno con un esercito di vampiri come supporto e Bheram al loro fianco erano riusciti ad avvicinarsi più del tempo necessario a recuperare uno dei frutti, prima di venire travolti da uno sciame di corrotti ed essere costretti ad una fuga ingloriosa. Guardando la magnolia contorcersi orribilmente, attendendo con il cuore in gola qualsiasi cosa stesse per schiudere quel bozzolo di corteccia, si chiese se allora non ci fosse stata davvero l’occasione di evitare ciò che si stava compiendo sotto i loro occhi in quel momento. Se solo lui si fosse degnato di infilarsi la Surplice e scendere in battaglia insieme a loro, invece di tenere in caldo il suo nobile scranno sul Cielo di Mercurio. Se solo avesse affidato loro più uomini. Se solo lei avesse deciso di immolarsi pur di compiere un ultimo tentativo, magari non ci sarebbe più stato alcun albero di cui preoccuparsi: un sacrificio per un bene più grande. Forse tre anni prima sarebbe stato possibile distruggere quella culla sacrilega prima che potesse rivelare il volto della creatura che custodiva.

    Tu te fous de ma gueule…

    Di tutto ciò che avrebbe potuto aspettarsi di trovare sotto la corteccia della magnolia lei era l’ultima tra le ultime. Brigitte scosse la testa. Non era possibile che fosse lei, rifiutava di crederlo. Lei, unica luce che rischiarava le tenebre infernali, unico sprazzo di vita in un regno di sofferenza.

    Maman, qui est-elle?

    Elle est… notre Reine.


    Loraye era troppo giovane per riconoscerla, di mezzo millennio almeno. Dopo quasi otto secoli di assenza, ora si mostrava a loro con una nuova corona: non quella di regina consorte, ma di sovrana di quell’essenza perversa che univa la vita e la morte in un unico corpo e un’unica mente.

    Ma come poteva essere sporco, malato, il dono di una creatura tanto pura e innocente? Forse sua sorella aveva ragione. Forse il nome con cui l’avevano sempre definita era sbagliato, una forzatura per convincersi che fosse una minaccia da annientare prima che distruggesse ciò che erano ed erano sempre stati. Forse, tra tutte le menzogne pronunciate per bocca di Anaïs, Erzulie aveva nascosto una verità. L’unico modo per salvarsi era cedere al mutamento, rinunciare a quell’identità per cui aveva lottato così strenuamente e scegliere di diventare parte di qualcosa di nuovo. Di qualcosa di buono.

    Dimmi se ancora credi che la tua fiducia sia ben riposta.
    Dimmi se la tua fedeltà ha ancora valore.



    Non avrebbe più avuto bisogno di inchinarsi a quel padrone crudele in cerca di protezione per sé, per suo marito e per i suoi figli, nel perenne timore di perderli per mano sua per un suo capriccio o un suo errore. Quanto dolore si sarebbe risparmiata se avesse dato ascolto a sua sorella. Dal combatterla aveva guadagnato solo piaceri effimeri dal retrogusto di cenere. Ora Persefone le stava offrendo il suo amore, un amore che avrebbe potuto condividere con la sua famiglia per l’eternità. Le sarebbe bastato prenderle la mano ed ogni pena, ogni affanno sarebbero svaniti. Un solo passo, un salto nel vuoto…

    Maman, allons-y.

    L’invito della pallida Signora era giunto a Loraye come una carezza affettuosa, tanto soave da placare la collera con cui alimentava le sue saette. Le avevano raccontato che quella che conosceva con il nome di Corruzione poteva presentarsi anche con così amabili sembianze, ma finché non l’aveva visto con i propri occhi non ci aveva creduto. Nemmeno la voce di sua madre le era mai sembrata tanto dolce, neanche quando con quella voce l’aveva strappata all’oblio e le aveva donato una nuova vita e un nuovo nome. Dopo tanto tempo passato a combattere, stava offrendo loro una speranza con quella promessa d’amore senza confini.

    Si sciolse dall’abbraccio di Brigitte e le prese la mano.

    C’est bon, maman. Elle peut nous donner la paix.

    Le accarezzò la guancia scoperta, sorridendo. Ma il suo sorriso non fu ricambiato a lungo. La stella sulla fronte di sua madre brillò di una luce rossastra, un lampo brevissimo che accese sul suo viso un’espressione di puro terrore.

    Non, Loraye, non!

    Brigitte strattonò sua figlia e la premette di nuovo contro il suo petto, stringendola a sé più che poteva con le mani che tremavano. Una piccola esitazione aveva aperto uno spiraglio per il dubbio, e al dubbio era subentrata la paura, che aveva mandato in frantumi il gioco di specchi di quella maledetta strega. Già una volta aveva commesso l’errore di credere a così languide promesse, recitate ad arte da una lingua fin troppo abile a suscitare desideri inopportuni. Ora lo vedeva, il putridume che cercava di nascondere sotto le sue belle parole, l’orrore da cui aveva cercato di distoglierli. Ora che il cosmo di Grifone l’aveva raggiunta, spazzando via anche l’ultimo strascico delle velenose lusinghe della regina corrotta, tutto le apparve più chiaro.

    Rispose alla chiamata del Giudice facendo avvampare il proprio cosmo all’unisono con quello delle altre stelle malefiche, in un vortice che avvolse lei e sua figlia, così impetuoso da far vibrare e stridere il metallo della sua Surplice. Prese il viso della sua bambina tra le mani e le accarezzò la fronte, dove la luce della benedizione di Hypnos non smetteva di brillare.

    Regarde-moi, ma petite. Ce sont des foutaises!

    La vide annuire, mentre ogni traccia dell’incanto abbandonava il suo volto e quel sorriso estatico lasciava il posto ad una smorfia carica di disprezzo rivolta alla regina corrotta e ai suoi due servi oltre la barriera di Ecate. Piccole scintille punteggiarono il turbine di cosmo violetto, poi si allungarono sempre più in striature contorte assecondando il flusso di energia, facendo ondeggiare i loro capelli e l’orlo delle loro vesti e proiettando forme grottesche sulle scanalature del metallo dell’armatura di Brigitte.

    Il ne te faut pas de sa paix, ma fille. N’oublie pas ton nom: tu es rage et foudre!

    E di collera e di fulmini si rivestì Loraye, quando tese le mani verso il turbine di cosmo e saette per farne fluire ogni minima stilla lungo le braccia fino a pervadere il suo intero corpo di energia. Immaginò di avere il collo secco di quella serpe ingannatrice tra le proprie dita, di stringerlo fino a farle esalare l’ultimo sospiro, godendo di ogni spasmo mentre guardava la sua pelle bianchissima sfigurarsi e diventare carbone sotto la sua presa. Non sarebbe stata lei ad infliggerle il castigo che meritava, ma avrebbe usato la stessa furia devastatrice per sperare di aprire una breccia nella volta di rami sopra le loro teste. Guardò le imponenti figure di Garuda e della viverna gettarsi contro la cupola, l’una rivestita di fuoco e l’altra ammantata di lance e di spiriti, e decise che non li avrebbe lasciati soli.

    Jette-moi, vite!

    Gridò Loraye, con un tono che non ammetteva repliche, mentre si scioglieva dall’abbraccio di sua madre e correva alle sue spalle. La confusione di Brigitte durò appena un istante, il tempo di rendersi conto di cosa esattamente le stesse chiedendo. Era rischioso, ma se ciò che aveva in mente avesse avuto successo sarebbe stata più vicina all’unica via di fuga che avevano, perciò valeva la pena tentare. Abbassò il baricentro e si mise in posizione, ruotando il busto verso di lei e spostando il braccio piegato all’indietro per offrirle la mano come punto d’appoggio, aperta all’altezza dello spallaccio. Non appena sua figlia posò i piedi sul suo palmo, Brigitte slanciò il braccio verso l’alto con tutta la forza che aveva, scagliandola dritta verso la cupola. La piccola Guedé sfrecciò a tutta velocità accanto ai due giganteschi mostri alati, diventando il nucleo di un’abbagliante cometa di fulmini che schioccava e strideva, irrequieta. Quando fosse riuscita ad avvicinarsi abbastanza all’intreccio di rami della magnolia, tutta l’energia che l’avvolgeva sarebbe detonata fragorosamente in una grossa esplosione di cosmo e saette, il più vicino possibile al punto di impatto dei due Giudici.

    Mio Signore Hypnos, proteggila.

    DIVISORE

    VEVE
    NOME ♦ Brigitte Lacroix
    ENERGIARossa
    SURPLICE ♦ Loa Guedé {IV}
    STATUS SURPLICE ♦ Indossata, intatta.
    STATUS FISICO ♦ Stanca, danno mentale
    STATUS PSICOLOGICO ♦ QUELLA GRANDISSIMA-

    RIASSUNTO AZIONI ♦ Appena Bri e bambina si ripigliano dal bel trucchetto di Persefone, Loraye si fa buttare contro la cupola per un'esplosione di cosmo e fulmini.

    ABILITÀ
    Elle est pour toi, maman, pour toi que j’aime tant
    [Régénération]
    Brigitte è in grado di attingere alla forza vitale dei suoi figli spirituali. L’energia che le trasmettono le consente di rigenerarsi continuamente, impedendole di invecchiare e permettendole di guarire più rapidamente del normale. Durante la guarigione, il suo corpo emana piccole scintille violacee fino al completamento del processo.

    Mes amis viennent de l’Au-Delà
    [Évocation]
    Il legame tra Brigitte e la sua famiglia adottiva è abbastanza forte da consentirle di ricevere aiuto immediato da uno dei suoi membri qualora ne avesse bisogno.

    TECNICHE
    EVOCAZIONE
    †Loraye

    C’è chi la crede una sirena, chi la tempesta incarnata, ma la realtà è che la rinascita di Loraye avvenne in maniera decisamente meno romantica: un cappio al collo assai poco dignitoso e un ancor meno dignitoso pubblico ad assistere alla sua prematura dipartita, prima di essere scelta dal Barone e da Brigitte come loro figlia poco meno di tre secoli fa. Non ha memoria della sua vita precedente, se non il vago ricordo del blu intenso delle onde dell’oceano. Generalmente è calma e silenziosa, di poche parole, ma i suoi rari scatti d’ira sono esplosivi, letteralmente. È in grado di generare e controllare fulmini, che per molto tempo ha abbattuto su malcapitati marinai con la coscienza poco pulita.
    Il corpo con cui si manifesta al momento è quello di una ragazza poco più che adolescente, pallida e minuta, con occhi grandi azzurro ghiaccio quasi sempre spalancati e capelli corti e lisci di un biondo chiarissimo. Il suo abbigliamento usuale consiste in abiti bianchi (o, più raramente, viola pallido) con ampie scollature.


    narrato ♦ parlato Brigittepensatoparlato altri
     
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    ~NoPainNoGain~

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    IV

    A7JJH6v
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    Le parole di Persefone risuonarono rassicuranti, soavi, eliminando dalla mente di Salvatore ogni genere di pensiero bellicoso. Rimase ad ascoltare il monologo della dea cullandosi sulle sue parole come un bimbo con le carezze di una madre poco prima di addormentarsi. Sarebbe rimasto volentieri in quello stato per sempre se non fosse che in un modo a lui inspiegabile qualcosa lo risvegliò da quello stato catartico di ipnosi, scuotendolo come un gancio portato da Tyson in pieno volto senza alcun tipo di protezione. Quelle parole sembrarono ora riordinarsi nella sua mente mostrandone il vero significato in modo da non lasciare libere interpretazioni.

    È… disgustoso…


    Lo sguardo di Salvatore era un mix di incredulità e tristezza.
    Le sue labbra dipingevano un’espressione confusa di disgusto che si evolveva rapidamente secondo dopo secondo nel tentativo di trovare le parole giuste per esprimere quel che provava senza mai riuscirci. Il disappunto per quelle parole era tale da generare un senso di nausea così forte da entrare così tanto nel profondo nella psiche dello spettro da sentirne quasi “l’odore”, odore di vacca in putrefazione sommersa in una vasca di letame. Non provò rabbia e questo lo sorprese.

    Provò pena. Una pena infinita verso sé stesso e l’intera razza umana. Minimizzò le parole di Persefone ad un banale discorso infantile. Nessun sentimento avrebbe potuto giustificare il disastro creato il 12 dicembre 2012. Nessuna scusa sarebbe stata valida. Il solo pensiero di essere assoggettato in quanto uomo, fin dall’alba dei tempi, da entità così infantili quanto travolte dall’isteria e comandate dall’istinto gli dava il voltastomaco. Si rifiutava di credere a quella realtà tanto inevitabile quanto scomoda da accettare. Rinchiudi un bimbo capriccioso nella sua stanza e privalo del suo giocattolo, dagli una bomba atomica ed un tasto per azionarla e poi attendi. Pensieri superficiali, certo, ma la delusione del momento annebbiava completamente la mente del risorto impedendogli di effettuare una disamina completa delle parole della dea. In quel momento avrebbe voluto essere un demone alato forte e agile abbastanza da scattare in alto nel cielo infernale sopra la testa della dea, inarcare all’inverosimile la schiena tanto da spezzare le vertebre lombari e caricare uno sputo cosmico così potente da perforare quella divina testa di cazzo in mezzo agli occhi e annientare la sua essenza dalla realtà e da ogni altra dimensione esistente.

    Osservò per un attimo le sue mani. Tremavano. Non per paura. Per il nervoso. Non poteva accettare la realtà del fatto di essere soltanto uno dei tanti, incapace di opporsi al volere capriccioso di una divinità la quale sarebbe bastato uno schiocco di dita per scrivere la parola fine all’esistenza del risorto se solo non fosse stato protetto da Ecate e dai suoi compagni. Quanto divario c’era? Incalcolabile. Era in squadra con i migliori spectre dal potere sconfinato e una saggezza invidiabile, probabilmente tra i migliori anche al di fuori della dimensione infernale. Addirittura tra loro vi era un dio antico come Hypnos in persona, eppure tutti insieme lottavano per la sopravvivenza e per riportare a casa la pelle piuttosto che sconfiggere il nemico. Non voleva crederci, si opponeva al destino come un bambino bullizzato dalla vita stessa. “Possibile che io sia nato schiavo in quanto uomo e sia impossibile alzare la testa?” Era ormai diventato un chiodo fisso che rimbombava nella sua mente infinite volte. Dei ci si nasce, è vero, ma in alcuni casi la quantità di vizi in loro possesso li rende molto più simili all'uomo più di quanto si possa immaginare. Gli dei in quanto tali, nonostante la loro natura sovrannaturale e inspiegabile per una mente semplice fanno comunque parte di un sistema, un sistema che osserva delle regole impossibili da modificare persino per loro. L’esistenza dell’uomo stesso è la prova che per sopravvivere non è necessario essere i più forti ma godere di un infinito spirito d’adattamento ed essere quindi incrini ad evolversi. Hades gli aveva dato questo, una seconda possibilità e la capacità di ottenere uno stato superiore di coscienza. Ne aveva illustrato la via ed ora toccava a lui seguirla. Così come una retta ottiene la coscienza di una seconda dimensione evolvendosi in una figura bidimensionale per poi ottenere un nuovo stato di coscienza di una terza dimensione ed evolversi nuovamente in una figura tridimensionale, il risorto avrebbe spostato i propri limiti più in là un passo alla volta, illudendosi di riuscire prima o poi a chiudere il gap che separava quell’entità divina da un semplice uomo. Si trattava di un semplice stato psicologico necessario per permettergli di vivere e di evolversi senza sosta senza rischiare di ammattire.

    Socchiuse gli occhi e lasciò libera tutta la sua energia generando un fascio verticale di luce rossastra che avvolse l’intera figura di Salvatore. Nell’istante successivo colonna energetica si circondò di fiamme che iniziarono a ruotare su sé stesse sempre più velocemente formando un tornado di fuoco ed energia cosmica violento e apparentemente instabile. Prese con la mano destra una piuma metallica dalla propria surplice, la osservò e dopodiché spalancò le braccia lasciando che tutta l’energia accumulata utilizzasse il proprio corpo come catalizzatore per convogliarsi alla massima potenza in un unico punto. Quella piuma ora ardeva di fiamme divoratrici pronte a sfociare in un inferno senza fine. Caricò all’indietro la mano destra per poi lasciar partire a mach 5 la piuma metallica pregna del cosmo della fenice contro il punto focalizzato dai compagni. Una volta conficcata sarebbe esplosa un secondo dopo.
    La deflagrazione qualora fosse avvenuta sarebbe stata un’opera d’arte. Stupenda nella sua semplicità e grandiosa nella sua famelica voglia di distruzione.



    Vai a fare in culo Persefone…


    Si perché “vai all’inferno” sarebbe stato tanto teatrale quanto inappropriato in quella circostanza.






    A7JJH6v
    RayvenSpecter della Fenice {III}Energia Rossa



    GUrUBol

    STATUS FISICO ♦ Debilitato per lo sforzo fisico
    STATUS PSICOLOGICO ♦ Sotto stress
    STATUS SURPLICE ♦ Indossata

    ABILITA'
    ▲ Padronanza del fuoco ♦ Lo spectre della fenice ha la capacità di accellerare bruscamente il moto atomico della materia intorno a se. Questo gli permette di creare e manipolare il fuoco a proprio piacimento. La massima temperatura raggiungibile è direttamente proporzionale alla grandezza del cosmo stesso in quanto piu ci si spinge a temperature alte, maggiore dovrà essere il dispendio di energia da utilizzare.

    ▲ Piume della Fenice ♦ Le tre code della sua armatura sono formate da componenti a forma di piume che possono essere usate dallo spectre come lame taglienti.


    TECNICHE
    ▲ Minefield ♦ Rayven utilizza la capacità della sua cloth di utilizzare le proprie piume lanciandole per potersi conficcare nel terreno o nelle strutture (eventualmente anche nelle cloth se si possiede la capacità di incrinare il grado della cloth avversaria). Queste, prima di essere lanciate, vengono caricate del potere cosmico dello spectre avendo la proprietà di collassare in un'esplosione di fuoco qualora un'altra presenza cosmica dovesse avvicinarsi a 50cm oppure essere attivate a distanza da Rayven stesso. Danni da impatto e ustione.




    NOTE
    FIRE IN THE HOLE!



    Edited by Rayven - 29/6/2019, 04:36
     
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    Protogenos of Death

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    La lancia infuocata che unisce tutti i vostri assalti si conficca nell'impenetrabile cupola di rami.
    Per una frazione di secondo tutto tace, dopo di che un lampo di fiamme e cosmo vi abbaglia ed un tuono terrificante vi scaglia al suolo.

    Quando riaprite gli occhi vedete la tanto desiderata crepa, uno squarcio in quella prigione d'orrori.

    La vede anche Persefone.

    Pensate che qualcuno possa venire in vostro aiuto? Ade? Non siate sciocchi, avete servito il vostro scopo ai suoi occhi, vi abbandonerà qui... ed anche se arrivasse qualcuno, nessuno lascierà questo nuovo paradiso... nessuno.

    La sua voce cambia ed i suoi lunghi campelli neri mutano in lunghissime radici.
    La pelle di porcellana si inspessisce fino a divenire corteccia.
    Ogni ramo di quella immensa foresta si muove, mostrandosi per quello che realmente è: una parte della nuova Signora degli Inferi.

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    Le sue legioni abominevoli tornano a sciamare verso di voi, quando con la coda dell'occhio notate una scintilla rossastra che precipita sul terreno, tra voi e Persefone.

    Dal punto d'impatto vengono emanate migliaia di saette cremisi, simili a serpenti frenetici che sferzano con violenza inaudita i corrotti.
    Alcune di queste serpi vi circondano, andando poi ad unirsi e a formare demoni giganteschi, a voi famigliari.

    Dove la scintilla ha toccato il terreno vi è un lungo tridente confitto ed una donna che via via prende forma dall'ombra.

    Il dolore che tu rifuggi è il vero segreto che guida la realtà, il segreto che mi ha permesso di vincere la vostra corruzione.

    Pandora è diversa, più determinata e potente.

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    Strane rune ricoprono la sua pelle ed energie purpuree l'avvolgono e si dipanano dalla sua schiena come ali.
    Con una nuova tempesta di saette arcane respinge l'ennesimo assalto, mentre i corrotti si fanno sempre più numerosi attorno a voi.

    Il mostro che è ora Persefone emette un grido agghiacciante e subito un latrato altrettanto terrificante compare in risposta, anticipando la furiosa cavalcata del guardiano degli inferi che subito si pone al fianco degli spectre.
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    Cerbero mastica famelico decine dei corrotti travolti, lanciandosi uno sguardo d'intesa con i segugi di Ecate.

    Il caos delle scontro aumenta sempre di più, con i demoni di Plutone e Cerbero che cerca di favorire il vostro raggrupparsi, respingendo le ondate nemiche.

    I figli di Erebo ingaggiano presto lo scontro con Ecate e Pandora, mentre rovi giganteschi sorgono e precipitano su di voi con frequenza sempre più elevata.

    Poi un nuovo urlo di Persefone guida centinaia e centinaia di rami verso la fessura per richiuderla.
    Il mantello di Pandora inizia allora a muoversi e dimenarsi, spezzandosi in migliaia di bocche e occhi, mentre una forza invisibile inizia a deviare i rami che si conficcano giusto a pochi centimetri dal bersaglio.
    Gli oscuri frammenti danzano nell'aria fino a raggrumarsi in una tetra figura.

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    Ombre e cenere del passato, nessuno di voi ha la forza di abbattermi...

    Persefone sibila, mentre altri rami si alzano pronti per colpire.

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    N̟̜̦̩̻̮o̺̤̤̹n͚̜̕ ̨͍̲͔s̯͔͟e͞i̡̩ ̤̟̱͢t̠̼̭͉̳u ̴̳c͎͓̮i̫̪͈ò̱̫ ̭c̣̙̣̞̱̣̭͘h̢̖̰̺̤̩̟e̺̗̹̥͙ ̬̕de̠ͅv̙̗̙ͅͅo͖ ͎̠͙̮͙̳͢à̟b͓̟̲́b͡a̫̲̯̱͔͍̞t̨t̳̱̳̩̰e̥̭̻r͏͔̜͇ͅḛ͖



    Una stranissima fiamma nerastra avvolge il corpo di Gorthaur ed il suo ghigno è l'ultima cosa che riuscite a vedere chiaramente.
    La realtà attorno a lui inizia ad accartocciarsi come carta troppo vicina al fuoco, per chilometri e chilometri.

    [Annientamento Infinito]


    Tutto inizia a collassare su se stesso, in modo che non riuscite ne a concepire ne a descrivere.
    Lo spazio si spezza come vetro in infiti frammenti.

    L'onda di distruzione disintegra letteralmente i corrotti, mentre i figli di Erebo vengono colti da spasmi incontrollabili nel tentativo di mantenerse la propria integrità.

    Persefone ruggisce di rabbia nel tentativo di ricomporre il suo regno ed i suoi figli, prima che tutto diventi nulla.

    Fratello, guidali al sicuro, non riuscirò a tenerli impegnati a lungo...


    3Am36Fn




    Succede un gran casino.
    Persefone si trasforma in un gigantesco albero che tutto avvolge.
    Arriva Pandora con i suoi Diabolos, i demonazzi che le fanno da guardia su Plutone, e con Cerbero inizia a dare le botte e a cercare di coprirvi la fuga verso di lei.
    Ecate si unisce a Pandora per contrastare gli attacchi dei gemelli corrotti.
    Arriva in fine Gorthaur che usa il potere "the flor is nothing" per costringere Persefone a concentrarsi sull'Averno prima che questo diventi niente con tutte le sue miliardate di anime.
    Hypnos vi guida attraverso la Superdimensione illesi (anche se l'esperienza è allucinante).

    Vi risvegliate sul Cielo di Plutone, in uno dei saloni del Palazzo di Ade.
    Ecate, Pandora e Gorthaur non sono con voi.
    Cerbero è addormentato nella stanza, ricoperto da numerose ferite che si stanno via via cicatrizzando.

    NOTA: La quest avviene dopo il completo risveglio di Hypnos e il test di Gorth, quindi il colpo che lancia è una Absolute a energia suprema.






    Edited by Gorthaur - 30/6/2019, 23:08
     
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    Oneiros l'eterno, Il Tessitore di Sogni.

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    SCENE V

    S
    uo fratello aveva sempre adorato gli ingressi trionfali, l'arrivare all'ultimo istante utile mostrando tutta la sua potenza. Hypnos aveva sempre attribuito questo suo vezzo al paradigma che muoveva il distruttore di mondi, un concetto come la morte che per sua natura arrivava solo quando tutto il resto doveva cessare. Nell'ultimo istante utile, per l'appunto. Mai come in quel momento però fu felice del suo tempismo. Attraverso la breccia lui, Pandora e Cerbero giunsero in loro soccorso frangendo l'orda nemica e condendogli il tempo necessario ad una fuga. Hypnos avrebbe sorriso in quel momento, se tutta la sua concentrazione non fosse stata rivolta ad evitare che la sua complessa creazione non gli sfuggisse di mano. Il problema nel creare delle realtà all'interno di una realtà con regole ben definite era che, inevitabilmente, queste regole avrebbe finito per prendere ii sorpavvento. Era una cosa naturale, decisa all'alba dei tempi. Una cosa che odiava.

    Bene bimbi, direi che è giunto il momento di tornare a casa. La gemma vi consentirà un passaggio sicuro attraverso il sentiero degli dei, non posso garantire che sarà piacevole.

    Cominciò a muovere le mani mentre le spaccature sulla sua forma fisica si accentuavano lasciando fuoriuscire un bagliore cangiante e ipnotico. Estese il suo cosmo raggiungendo i suoi compagni d'arme e per un attimo il potere suo e di suo fratello si sfiorarono. Per chi avesse potuto cogliere quelle frazioni di secondo, quel piccolo istante nel caos più assoluto, sarebbe stato uno spettacolo incredibile. Il potere di due Protogenoi agli antipodi ma allo stesso tempo legati, che si sfiora generò una serie di diramazioni quantiche che si estero nello spazio e nel tempo riverberando come impazzite per poi spegnersi. Un aurora boreale infinita che avrebbe risuonato per l'eternità racchiusa in quel momento.
    Li prese uno ad uno, spostandoli, intessendo i punti in cui si trovavano con quelli in cui era possibile accedere alla Superdimensione mentre li proteggeva con delle emanazioni di energia. Avrebbe potuto attraversare lui stesso quel portale, la via indicata dal gemello ma forse per orgoglio, forse per abitudine, percorse una strada a lui più consona.

    Dobbiamo parlare fratello, da soli e come si confà a due esseri del nostro rango. Vieni nel mio castello quanto prima. Ti attenderò li quando tutto questo sarà finito.

    Svanì in un istante per ritrovarsi su Plutone dove tutti gli altri specter dormivano storditi e stremati dalla battaglia prima e dallo spostamento poi. Anche Cerbero era tornato a casa e riposava le sue gigantesce membra mentre la carne demoniaca si rigenerava in maniera lenta ma costante. Durante il tragitto era tornato ad essere un piccolo bambino dalla pelle color latte e gli occhi neri come la notte. Lungo tutto il corpo, lunghe spaccature nere si aprivano come rami di alberi in autunno, segno di quanto quella battaglia avesse provato il dio antico. Un tempo avrebbe potuto schiacciare quegli insetti con un solo gesto della mano mentre ora era costretto a leccarsi le ferite e sperare di avere eguale fortuna al loro prossimo impegno. Aveva bisogno di più potere, di indebolire i sigilli che i Titani avevano imposto sulla sua manifestazione. Il punto era capire come. Si adagiò sul ventre del gigantesco cane che lo guardò sottecchi prima di tornare a riposare. Mentre era disteso a pensare alla sua prossima mossa si dedicò per un istante ai suoi amici stesi al suolo. Gli donò dei sogni, fugaci ed effimeri ma bellissimi. Se lo erano meritato infondo.

    kZBljWf
    narrato | parlato | pensato | parlato altri
    WGukgv1
    ARS MAGNA | Hypnos {Grado VIII}
    ENERGIA | Nera
    STATUS FISICO | Estremamente affaticato e con molte ferite interne.
    STATUS MENTALE | Furioso
    STATUS ARS MAGNA | Perfetto
    RIASSUNTO AZIONI | Poco da spiegare direi. Vi porto fuori e poi, per spiegare come mai io non svengo, mi teleporto in maniera indipendente una volta che siete al sicuro. Quando arrivò nella sala, a causa dello sfasamento che generano i due sistemi di spostamento, vi trovo che dormite a terra (probabilmente un effetto collaterale del contattato proluganto col mio potere usato per proteggervi). Mi stendo su Cerbero e mentre rifletto dono ad ognuno di voi i sogni più belli che il vostro personaggio possa desiderare, una sorta di ricompensa di Hypnos per il grande impegno che avete messo nella missione.

    I move from dreamer to dreamer,
    ABILITA' |
    from dream to dream,
    TECNICHE | WEAVER OF REALITY
    Imponendo la sua volontà sul piano materiale Hypnos riesce a modificare la realtà attorno a lui a suo piacimento, tessendola e deformandola in un contorto labirinto onirico. Questo sogno vivido si estende in ogni direzione attorno ad Hypnos e permette in un singolo turno di modificare solo uno dei seguenti aspetti, vista la grande quantità di energia richiesta al tessitore per piegare le leggi della fisica al suo volere:
    Spatium: Malabruna contorce lo spazio attorno a se, piegando le distanze e modificando le forme di ciò che lo circonda, mentre tutto si piega e si sovrappone attorno a lui. Potrà ad esempio ridurre un distanza a zero, spostandosi istantaneamente da un punto all'altro, o estenderla all'infinito. Potrà far cadere i nemici in pozzi senza fondo o distorcere la realtà in maniera tale da farli girare in tondo in un labirinto senza uscita dove i sentieri si piegano senza fine riportando la vittima sempre all'inizio o davanti ad un infità di vicoli ciechi. Potrà inoltre cambiare la direzione da cui proviene l'attrazione gravitazionale a suo piacimento (pur senza poterl auamentare o diminuire) per i singoli soggetti prensenti nell'area d'azione. L'abilità non permette di creare varchi dimensionali, seppur in alcuni casi si simuli un effetto comparbile ad essi, in quanto è la stessa realtà che viene deformata di volta in volta per soddisfare i capricci del signore del sogno.
    Temporis: Allo stesso modo il signore del sonno, seppur per brevi attimi, riesce a manipolare la realtà affinché persino il tempo si pieghi al suo volere. Hypnos può sia creare un accelerazione del tempo,influenzando i movimenti del monarca onirico e dei suoi alleati che si riusciranno a spostare con agilità e tempismo senza eguali (senza poter in ogni caso superare il limite di velocità massimo imposto dall'energia). In alternativa Hypnos può generare un temporaneo rallentamento del tempo nell'area , escludendosi da questo effetto, per schivare con maggior facilità una tecnica nemica o rendere il proprio bersaglio maggiormente vulnerabile ad una certa offensiva.

    hunting for what I need.
     
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