[mega quest black] back in black - parte 8 - True Colors

In the Court of the Crimson King

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    Protogenos of Death

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    I
    l Re Rosso guarda Gab e sorride, sollevando le spalle.

    Non ne ho idea.

    Poi si muove lentamente verso Candice, osservando la sua resistenza e gli sforzi di Black.
    Il suo visto è colmo di gioia e di eccitazione, come se quella resistenza e quegli sforzi l'avessero nutrito.

    Candice, la tua resistenza rende il tutto ancora più interessante... ora... mi è venuta fame.

    Di colpo ferma il suo avanzare e punta la mano aperta verso Gabriel.
    Dal palmo erompono una selva di saette rosse dal potere incredibile, saette che si fermano a un metro dal bersaglio.



    Uno scoglio invisibile le sta contrastando e più il Re Rosso impone forza, più i suoi commensali sembrano deperirsi e venir presi da convulsioni.

    Dopo un primo istante di sorpresa, il Dio del Caos ride di gusto.

    Sei bravo! Vediamo quanto sei bravo...


    Le due forze raggiungono il punto di rottura e l'esplosione conseguente spazza via ogni cosa e incenerisce le carcasse degli abomini di Slaanesh.

    Avvolto da fumi eterei, Ben compare brandendo la Mietitrice ormai quasi semi solida.
    La impugna in guardia laterale, mentre il suo sguardo è fisso sull'avversario.

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    Oltre le fessure oculare dell'elmo gli occhi sono colmi di energia spettrale, ma non c'è odio, non c'è ferocia, è come se ogni emozione fosse sospesa nell'attimo eterno prima del colpo, prima del taglio.

    Sul piatto della Mietitrice scorrono innumerevoli volti, di umani e di non umani, che osservano con lo stesso sguardo la divina preda.

    Nevan, finalmente l'hai portata. E' passato molto tempo dall'ultima volta che sei stato nelle mie stanze Ben... sei cresciuto.

    Il suo sorriso inizia ad estendersi in modo innaturale vino quasi a toccare le orecchie.
    Dagli angoli della bocca inizia a colare uno strano liquido che sfrigola al contatto del pavimento.
    Ben di suo non risponde, non reagisce, immobile nell'attimo eterno in cui si trova.

    Con uno scatto l'attimo viene infranto e la lama viene calata sull'avversario squarciando i vincoli del mondo spettrale.
    Slaanesh viene circondato da una sorta di distorsione spaziale che assorbe il fendente.

    Altre distorsioni si aprono in ogni angolo della stanza e da esse l'energia spirituale dell'attacco del Capricorno viene rivolta verso di lui... e lui non fa nulla per evitarla.
    L'essenza rientra nel suo corpo ed altri squarci si aprono... questa volta non a opera del Dio del Caos.

    Centinaia di mani spettrali, con altrettante spade, si abbattono con una foga incredibile sull'avversario, bloccato al suolo da altri spettri.
    Il corpo del Re Rosso inizia a sfasare, moltiplicando braccia e gambe per intercettare ogni attacco, mentre lo sguardo di Ben non si stacca da lui.
    Nessun grido guerriero, solo l'assordante suono del silenzio accompagna l'inizio dello scontro finale.

    eqoBy1Q




    Iniziamo con le botte :zizi:
    L'intervento di Ben vi permette di iniziare per primi l'attacco.
    Capite che Ben ha usato un sacco di energia per fare questo numero (Ben ha il bonus sulla Mietitrice ovviamente).
    A voi :zizi:

    Termine mercoledì 11 ottobre

     
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    CRIMSON DEFILER

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    IV

    H53UqXK

    Non sento niente.
    Questo pensò Gabriel nel momento in cui Benoit si palesò davanti a loro. Il capricorno era lì, sentiva la sua presenza fisica occupare lo spazio che fino a quel momento era occupato dal proprio cosmo. Sentiva il cosmo del capricorno nero, più ampio e deviato che mai, carico di un qualcosa che la sua mente non aveva mai compreso, segreti su cui non aveva mai posato gli artigli.

    Benoit era lì, davanti a lui, eppure non sentiva niente. Era immobile come una statua, l’unica cosa che si poteva vedere osservandolo e che fosse in guardia, con la mietitrice più concreta di quanto l’avesse mai vista. Non era più una estensione eterea della sua forza cosmica, espansa dalla sua mano tesa come un alito di distruzione. No, era diventata molto più simile ad una delle due lame che stringeva nelle mani. Una massa concreta, capace di recidere la carne e le materie più sottili oltre il discernibile dai comuni studiosi delle vie del cosmo.
    Un brivido gelido scorse lungo la schiena del cancro nero, che riaggiustò la guardia doppia che aveva assunto. Con l’attacco di Furoris i convenevoli erano finiti, e ora che Benoit era con loro, lo scontro finale poteva cominciare. Sperò solo che gli altri black saint si stessero occupando dell’altro dio del caos. Batterne uno aveva un certo margine di successo. Quasi nullo, ma esisteva. Due era impossibile.

    Nell’esatto istante in cui l’attacco di Benoit iniziò, il cosmo di Gabriel collassò su se stesso. Smise di ardere espandendosi verso l’esterno come un fuoco, come fumo nero. No, si estese verso l’interno, raggiungendo il più recondito spazio nero nella sua anima in cui era custodita la goccia di Erebo, il dio antico dell’oscurità e signore del Tartaro, di cui Gabriel controllava una frazione del suo potere.
    Come quando combatté Oculus, la figura di Gabriel si sgretolò, diminuì, divenendo filiforme. La luce divenne completamente incapace di rifrangersi sulla superficie del corpo di Gabriel, creando l’illusione di una creatura dalle proporzioni impossibili, senza abbastanza spazio nella gabbia toracica e nell’addome per contenere organi vitali. Le gambe terminavano in propaggini aguzze prima ancora di toccare il pavimento, mentre le braccia terminavano prima di mostrare la presenza di mani o appendici prensili di qualunque genere. Le corna della sua god cloth erano poco più di uno sfarfallamento visivo e le sue ali si afflosciarono in un lungo mantello che danzava su venti siderali invisibili e nascosti. Le due spade, una nera e l’altra dal colore cangiante e non classificabile, danzavano nell’aria, serrate in artigli che la luce del programma dell’universo non riusciva a raggiungere.

    Un unico frammento di coscienza spiava da oltre l’abisso dello stato alterato della spada nera, ma non era abbastanza. Aveva bisogno di più potere, così con un sospiro silenzioso Gabriel tentò di scendere ulteriormente all'interno dell'abisso della spada. La figura di Gabriel divenne silenzio solidificato.
    Balzò di lato, allontanandosi dalla sua posizione precedente. Le due propaggini superiori si avvicinarono, causando il contatto delle due lame antiche. Ci sarebbe dovuto essere un qualche stridore metallico, ma tutto ciò venne annullato dalla massima cosmica aliena che era Gabriel in quell’istante. La massa di tenebra che era il suo mantello si sfaldò in strutture tentacolari annaspanti nell’aria.

    All’interno del cosmo di Gabriel, a velocità luminali stava avvenendo un tentativo di interfaccia tra la matrice cosmica delle due spade. La spada nera Gabriel la conosceva bene, durante il Ragnarok aveva dovuto scegliere tra la sconfitta e l’interfacciare la propria essenza cosmica con l’arma, per ottenere nuovo potere e il rinnovamento della propria struttura d’esistenza. Divenne il drago nero, con cambiamenti ben più profondi della semplice trasformazione fisica. Ma in quel momento non aveva bisogno di essere un drago.
    Della spada viola sapeva poco o nulla, se non quello detto da Furoris. Era una parte della soma di Giapeto, il titano, lasciata lì per qualche oscuro motivo, e protetta dall’ecatonchiro che ora poteva controllare.
    Le lame erano due fonti di potere completamente diverse tra di loro, e costringere le due forze ad armonizzarsi richiese a Gabriel un enorme sforzo di concentrazione. Nel suo intero corpo dalla sensibilità ridotta piombò un grande gelo. A quel punto, la coscienza della propria esistenza di Gabriel divenne un esercizio di pensiero, piuttosto che una questione di registrare informazioni sensoriali dall’ambiente. Gabriel rimase conscio del proprio esistere in virtù della sua rovente volontà di distruggere e assorbire Slaanesh. Una parte della sua mente, frammentata in numerosi micro-compiti, registrò lo strano bilanciamento della spada viola quando la sollevò sopra la testa, proiettando i propri cosmi verso l’ecatonchiro.

    Così, mentre le lame spettrali si abbattevano su Furoris, in un clangore metallico e un cupo rombo proveniente da ere lontane il gigante si mosse. Avanzò e si chinò in avanti, sovrastando il campo di battaglia.
    Le propaggini sulla schiena di Gabriel si agganciarono al tessuto della realtà e cominciarono ad assorbirla, a smontarla brutalmente in modo da mescolare Khaos all’interno della sua essenza più intima, l’energia distruttiva che costituisce la materia sottile degli dei esterni. La nozione arrivò a Gabriel come un proverbio: Combatti il veleno con il veleno.
    Le Tenebre assolute di nero e di candido si arrampicarono sul corpo dell’ecatonchiro, scendendo lungo le sue braccia ed invadendo i suoi cento palmi.
    L’ecatonchiro schiantò novantanove delle sue mani sul pavimento attorno ai presenti, formando così un circolo di mani il cui interno era rivolto verso il centro ideale costituito da Furoris. Il cosmo di Gabriel si diffuse lungo le braccia dell’ecatonchiro in filamenti e sul pavimento, creando un reticolo fitto e crepitante di energie aliene. Nei filamenti pulsavano in faticoso equilibrio le capacità dimensionali della spada e la bramosia di divorare energia di Nidhoggr. Così facendo Gabriel aveva creato una zona di contenimento le cui pareti avrebbero assorbito ogni energia dispersa dal combattimento, oltre a mescolare il potere di Nidhoggr.

    Una gabbia di Faraday dimensionale. Creata nella speranza di intaccare – o almeno tentare di contenere – con la forza bruta qualunque strana finezza del cosmo il dio del Chaos fosse in grado di tirare fuori. Deviò la propria traiettoria, seguendo le occulte correnti dimensionali e proiettandosi in avanti in quel momento Gabriel si sentì tuttuno col Ka, una azione in esecuzione il cui scopo era quello di cancellare una minaccia dall’intera realtà che era sua di diritto di crudeltà ed ingegno. Ad accompagnare la spada viola Gabriel sollevò ancora Nidhoggr e le portò di nuovo a contatto, smantellando altre porzioni di realtà mentre avanzava e le propaggini sulla sua schiena crescevano in vigore e prepotenza. Una cascata di Khaos si rovesciò lungo le braccia di Gabriel e inglobò le due spade in un orrido costrutto nero, con il quale Gabriel sferzò l’aria in direzione di Furoris. Un’ondata di morte si proiettò in avanti, mescolando ogni potere offensivo di cui Gabriel era capace. Chaos, anticosmo, tenebre del tartaro ribollenti di uncini ipersolificiati, il tutto compresso dalle energie dimensionali della spada viola.
    Al momento dell’impatto Gabriel avrebbe torto il corpo a mezz’aria, trasformando il fendente in un violento colpo di frusta, con lo scopo di spingere Furoris verso la mano rimasta inerte dell’ecatonchiro, le cui dita erano spalancate e sfrigolanti di energie dimensionali e assorbimento. Se il piano di Gabriel fosse andato a buon fine, Furoris si sarebbe ritrovato, dopo la massima potenza offensiva di cui era capace Gabriel, nella seconda gabbia di faraday formata dalla centesima mano, la quale avrebbe cercato di fare interferenza ed impedire di sfruttare appieno i propri poteri per contrastare le prossime offensive.

    H53UqXK
    IT'S AN ACQUIRED TASTE

    E8jlSll
    NOME ♦ Gabriel F.O.N. Faust III
    ENERGIA ♦ Suprema
    CASTA ♦ Black Saint
    CLOTH ♦ Black Cancer {VIII}
    STATUS FISICO ♦ Danni generali dall'ecatonchiro
    STATUS MENTALE ♦ void
    STATUS CLOTH ♦ Integra

    RIASSUNTO AZIONI ♦Come detto nel post, con novantanove mani, potere di nidhoggr e dimensioni creo una gabbia di faraday per contenere il bastardo dentro l'arena definita, poi lo attacco con un mega fendente solido di tutti i miei poteri, (attacco forte) per poi frustarlo tra le dita della centesima mano per intrappolarlo (attacco debole)

    ABILITA' UTILIZZATE ♦ ///

    TECNICHE UTILIZZATE ♦ ///


    Edited by ~Gabriel~ - 6/10/2017, 23:57
     
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    issava il dio del Chaos negli occhi con una rabbia che sgorgava dal disgusto più profondo. Poteva ancora sentire i residui del suo tocco addosso e sapere che strapparsi la pelle di dosso non sarebbe bastato la faceva infuriare ancora di più. I suoi artigli erano affondati più a fondo, dove non poteva fisicamente arrivare, e le sensazioni che l'avevano squassata echeggiavano in un brivido lì, un formicolio altrove.

    Fidati, sarò indigesta.

    Lo sentì arrivare appena prima che il vento arrivasse a proteggere Gabriel dall'attacco. C'era qualcosa a distorcere lo spazio, come una presenza pesante e gonfia appena oltre il visibile. Il velo si squarciò rivelando Benoit, ormai completamente unito alla Mietitrice salda nella sua mano. Fisica, come fatta di tutto ciò che aveva assorbito...Candice non riuscì a fare a meno di pensare che forse c'era stato un prezzo più alto.
    Non era più Ben. O forse era semplicemente ciò che Ben era sempre dovuto essere, come una lama che finalmente acquisisce la forma definitiva dopo la forgiatura.

    L'ondata offensiva che Black Capricorn sfoderò fu immensa e sembrò brevemente cogliere di sorpresa persino il dio del Chaos, che per un attimo sembrò esclusivamente concentrato su di lui. Gabriel ne approfittò immediatamente e l'immensa mole dell'Ecatonchiro si schiantò sul campo di battaglia. Candice intuì la tattica di suo marito: stava cercando di ridurre il campo di battaglia, tenendo conto delle abilità sullo spazio del nemico: dovevano riuscire a causargli il maggior danno possibile, approfittando dell'attacco di Ben.

    Il vento squassò la sala mentre il sangue colato dalle ferite di Candice si avvolgeva su se stesso e si moltiplicava in una massa nera e viscosa, aprendosi per dirigersi verso il pavimento e lo spazio appena sotto l'Ecatonchiro: il pavimento sarebbe stato completamente ricoperto ed entrambe le onde liquide, rincorrendo l'attacco di Gabriel, avrebbero oscurato il campo di battaglia per una frazione di secondo prima di abbattersi su di esso. Il sangue si sarebbe diviso in milioni di microaghi, sospinti e avvolti dal vento, che come una pioggia di affilatissimi denti si sarebbe abbattuta da sopra e sotto l'interezza dello spazio interno alle mani dell'enorme bestia titanica. La folle velocità del vento intorno a ogni ago e lo spazio di pochi millimetri fra ognuno di essi avrebbe avuto l'effetto di erodere istantaneamente ciò che l'offensiva avesse incontrato, mettendo immediatamente in circolo una dose di veleno concentratissima. Ogni ago avrebbe evitato accuratamente i tre Black Saint, la cui posizione era sempre e completamente chiara alla Black Scorpio: gli aghi attorno a loro si sarebbero invece abbattuti gli uni con gli altri, spruzzando le armature per creare una patina lucida su di esse che, per intercettare meglio eventuali colpi successivi o inoculare velocemente un trattamento d'emergenza.

    La scelta del veleno era ricaduta su qualcosa che non usava da parecchio, se non come emergenza per superare i limiti del dolore. Avrebbe intorpidito i tessuti, impedendo di provare dolore e inducendo una sensazione di rilassamento generale che, Candice sperava, avrebbe potuto indurre una percezione errata della propria condizione nel loro folle avversario. Un lento, ma costante avvelenamento delle percezioni insieme al corpo che sperava di colpire.

    narrato | « parlato » | pensato | « parlato altri » | ? telepatia ?
    raozhc7

    NOME • Candice P. Hayez
    ENERGIASuprema+
    CLOTH • Black Scorpio {VIII}
    STATO DELLA CLOTH • Perfetta
    FISICO • Ottimo
    MENTALE

    RIASSUNTO AZIONI • Spero si capisca dal post :ehsi: [cit.]
    ABILITÀTECNICHE

    Toxicity

    Nei secoli la Black Cloth di Scorpio lascia una scia di sangue che lega assieme tutti i precedenti proprietari come un filo rosso. L'abilità principale che contraddistingue i detentori di questa armatura è il possedere un particolare controllo sul sangue, contaminato da un'antichissima maledizione che lo rende un veleno mortale. Il dominio di questa abilità permette di creare, sotto dispendio di Cosmo, quantità di sangue velenoso o utilizzare quello già presente (dentro al corpo o schizzato fuori a causa di ferite) per creare attacchi letali, armi o barriere difensive. Inoltre, grazie ad un limitato controllo sulle componenti biologiche del sangue, Candice può fermare emorragie, proprie o altrui usando il proprio sangue coagulato come barriera fisica sulla ferita.
    Diversamente dal Saint di Pisces, il veleno che satura il sangue del possessore scorre normalmente inerte nelle vene; essendone però ogni cellula impregnata senza rigetto, questo rende il possessore immune ai normali veleni naturali e artificiali presenti nel mondo [ESEMPIO: cianuro di potassio, curaro, veleno di scorpioni, rane, serpenti..] e anche alla maggior parte delle malattie (!!! ma ovviamente ciò non si applica nel modo più assoluto ai veleni o in generale agli agenti di natura cosmica).
    Reagendo con un aumento di Cosmo del corpo ospitante esso diventa in grado di distinguersi in varie composizioni:
    Opium ~ la presenza di questo veleno nel corpo dell'avversario implica un rilassamento generale dei muscoli e della mente, accompagnato ad una percezione sempre più debole del dolore fisico. Man mano che entra in circolo in quantità sempre maggiori, l'avversario potrebbe provare una crescente sensazione di pace e perdita della voglia di combattere, ma il rilassamento sempre maggiore delle funzioni corporee potrebbe portare a problemi respiratori. [Only GdR: una dose massiccia di questo veleno potrebbe portare alla morte dell'avversario per insufficienza respiratoria]

    Walkin' on Air

    Il controllo completo sull'elemento Vento da parte della Black Saint è un'altra abilità legata alla Black Cloth: gli attacchi che da esso derivano, spesso e volentieri combinati con il sangue velenoso di Candice nelle sue varie composizioni, la rendono una temibile avversaria specializzata nel combattimento a distanza - sebbene non sia da sottovalutare la versatilità di questo potere anche nel combattimento ravvicinato. Il livello di abilità raggiunto è ormai tale da permettere a Candice di manovrare la pressione e la quantità di ossigeno all'interno del suo campo d'azione [in seguito all'up dell'abilità a Energia Nera], ampliando ulteriormente la gamma pressoché infinita di attacchi o azioni possibili; partendo da semplici lame di vento, così sottili e veloci da potersi insinuare nelle giunture dell'armatura avversaria, fino ad arrivare a tifoni di proporzioni immense a causa dei quali persino l'ossigeno scompare, non c'è limite alla fantasia con questo elemento caratterizzato dall'essere pressoché invisibile e letale allo stato naturale.
    Inoltre Candice, manovrando le correnti sotto di lei, può utilizzarle per volare [Only GdR e da ritenersi come "camminare/correre sostenuto dalle correnti"] o compiere balzi ad altezza spropositata, spostamenti laterali improvvisi o addirittura, opponendo un forte vento contrario, rallentare e deviare colpi di tipo fisico o Cosmico.

    Animal I Have Become

    Lo scorpione è un predatore, e come tale deve servirsi di sensi superiori alla norma per cogliere di sorpresa le proprie prede: è così che Candice ha acquisito una vista, un udito, un odorato, un tatto e un gusto superiori alle normali capacità di un essere umano e di anche di un normale Cavaliere. Questa abilità la rende in grado di percepire l'avversario o i suoi attacchi semplicemente dalla vibrazione che essi producono nell'aria o sul terreno non appena entrano nel suo campo d'azione, rendendola un avversario difficile per chi usa le Illusioni Ambientali [non è da considerarsi un'immunità, bensì una leggera resistenza ad attacchi di questo tipo, inversamente proporzionale all'Energia avversaria]; inoltre, la sua vista potenziata le permette di vedere anche nella penombra più oscura, purché ci sia una fonte di luce, ma non nella totale oscurità (dove invece entrano in gioco gli altri sensi in maniera altrettanto efficace per compensare la mancanza). L'udito fuori dalla norma le permette invece un'equilibrio impressionante.
    N.B. Questa abilità influenza sì i sensi, ma non il tempo di reazione o in generale i riflessi, a differenza dell'abilità Istinto Animalesco.

    Toxicity

    Nei secoli la Black Cloth di Scorpio lascia una scia di sangue che lega assieme tutti i precedenti proprietari come un filo rosso. L'abilità principale che contraddistingue i detentori di questa armatura è il possedere un particolare controllo sul sangue, contaminato da un'antichissima maledizione che lo rende un veleno mortale. Il dominio di questa abilità permette di creare, sotto dispendio di Cosmo, quantità di sangue velenoso o utilizzare quello già presente (dentro al corpo o schizzato fuori a causa di ferite) per creare attacchi letali, armi o barriere difensive. Inoltre, grazie ad un limitato controllo sulle componenti biologiche del sangue, Candice può fermare emorragie, proprie o altrui usando il proprio sangue coagulato come barriera fisica sulla ferita.
    Diversamente dal Saint di Pisces, il veleno che satura il sangue del possessore scorre normalmente inerte nelle vene; essendone però ogni cellula impregnata senza rigetto, questo rende il possessore immune ai normali veleni naturali e artificiali presenti nel mondo [ESEMPIO: cianuro di potassio, curaro, veleno di scorpioni, rane, serpenti..] e anche alla maggior parte delle malattie (!!! ma ovviamente ciò non si applica nel modo più assoluto ai veleni o in generale agli agenti di natura cosmica).
    Reagendo con un aumento di Cosmo del corpo ospitante esso diventa in grado di distinguersi in varie composizioni:
    Lysergium ~ quando entra in circolo, questa composizione agisce principalmente come un potentissimo allucinogeno; i suoi effetti coinvolgono tutti e cinque i sensi in spaventose illusioni molto reali con un effetto simile ai "bad trip" causati da alcune sostanze presenti in natura, accompagnati da forti sensazioni di ansia e paranoia. Lo scompenso sensoriale inoltre può causare ipersensibilità al dolore crescente, che insieme alla paranoia possono condurre alla follia.
    [Precisazione: diversamente rispetto all'abilità Illusioni Mentali, la percezione e la reazione al trip stanno all'avversario; il possessore dell'abilità non può controllare le visioni.]
     
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    Back In Black - PART 8

    » Black Star

    V

    La concentrazione di Black è rivolta quasi totalmente al cristallo che sta scavando dentro Candice, sente attraverso di esso il suo dimenarsi, i muscoli irrigidirsi e rilassarsi, mentre il folle dolore dell'orium la tortura e la cura contemporaneamente. E' terribile e doloroso, un metodo estremo, ma funziona.
    Il furore di Candice è immenso, Black riconosce il suo intento omicida nel suo sguardo, nei suoi gesti, ben distinto dal dolore che ancora la pervade. Elimina subito il suo cristallo dall'interno del corpo della donna, facendolo ritrarre istantaneamente, ma lasciando lo strato sulla cloth e riparandolo nei punti dove la mutazione ha danneggiato l'uniformità della protezione.
    Non è necessario che Candice sappia della sua risolutezza nel farla fuori in caso di fallimento, anche se, conoscendola, probabilmente ne è consapevole.

    -Dunque significa anche questo avere degli alleati: qualcuno pronto a tagliarti la gola se le cose si mettono male, ma che con lo stesso coltello ti può salvare la vita-

    La definizione che gli balza in mente gli sembra piuttosto calzante. Al suo ritorno alla nave intende annotarsela da qualche parte, soddisfatto dalla propria mente.
    Ma mentre è occupato a rimettere in piedi Candice, il Re Rosso sa a sua volta ciò che sta accadendo alla donna che cerca di corrompere e fa per muoversi verso di loro, probabilmente per impedirgli di ostacolarlo nella sua opera di corruzione.

    -Forse ho cantato vittoria troppo presto-

    E' già pronto a contrattaccare, magari nel momento in cui si concentrerà su Candice per riprendere il processo, ma c'è qualcosa che blocca Furoris, intrappolandolo alcuni istanti in uno scontro di energie con un avversario invisibile. Lo scontro inaspettato è un crescendo di potenza, finchè le energie in gioco non superano il punto di rottura, travolgendo le immediate vicinanze in un'esplosione e spazzando via gli abomini nei dintorni.
    Uno scudo di cristallo sottile come un foglio ma resistente quanto la sua corazza protegge Black, lasciando che l'onda d'urto passi oltre senza scalfirlo. Immediatamente dopo, dissolve la sua difesa, pronto a tramutare quelle energie in forza offensiva, ma si trattiene quando realizza di aver già visto colui che ha sferrato il primo colpo contro il dio del caos: è il Black Capricorn che ha visto durante gli scontri sull'isola, sia davanti all'Archivio che lungo le pendici del vulcano, ma che poi ha perso di vista una volta bloccato dalla Sagitter all'ingresso della Lacrima. Non si è chiesto che fine avesse fatto, semplicemente ha dato per scontato che fosse morto o rimasto ferito negli scontri con gli antichi alchimisti. Eppure è lì davanti a loro e sembra essere anche lui all'apice del proprio potere. Il cosmo che emana ha un che di sinistro, letale, come la lama che brandisce.
    Non ha importanza, è un alleato. L'istante in cui il suo scambio di colpi con Furoris inizia è per tutti i presenti il segnale tanto atteso per attaccare quel mostro, che finalmente comincia a mostrare la sua vera natura.

    Gabriel evidentemente ha ottenuto il controllo sul gigante centimane, perchè le sue mani si schiantano a terra tutto intorno, formando una sorta di arena. Al ragazzo sfugge il senso di quella mossa, dato che sicuramente con il controllo dello spazio esercitato dall'antico Gemini la fuga da quell'area circoscritta sarebbe uno scherzo, ma il tempo a loro disposizione mentre Capricorn tiene impegnato Furoris è troppo poco per sprecarlo a farsi domande sullo scopo delle tattiche altrui.
    Deve colpire duramente e subito.

    Il corpo del maledetto continua a sfasare, modificando la sua posizione nello spazio per evitare i colpi, ma è possibile schivare solo ciò che si percepisce.
    Una gigantesca lancia di cristallo nero sbuca dal nulla a fianco di Black, muovendosi a velocità luce verso Furoris. Impossibile non notare un colpo del genere, giusto?
    Più difficile sarebbe notare il minuscolo frammento appoggiato su di essa, grande meno di un sassolino, perfettamente mimetizzato sul profilo irregolare del cristallo nero. La vera potenza del colpo è concentrata tutta lì, in un frammento talmente piccolo da essere solo un'infinitesima parte della massa scagliata, ma con talmente tanto cosmo all'interno da avere la forza di spazzare via Furoris.
    Sicuramente un dardo lungo qualche metro verrà parato da un dio del caos, ma basterà che quel singolo frammento continui la sua corsa, mosso da tutta quell'enorme energia che possiede e gli arrivi vicino, per generare un'esplosione telecinetica che andrà a disintegrare qualsiasi traccia di Black Gemini, spaccando in un istante ogni singolo legame tra gli atomi che lo compongono, tramutandolo letteralmente in polvere e nient'altro. Avrebbe cercato di risparmiare gli altri da quel colpo, compresi i loro attacchi, ma il resto della materia sarebbe stato travolto indiscriminatamente.
    Potrà essere in grado di resistere ad accoltellamenti, colpi, frustate, ustioni e continuare a combattere, ma Black Star non ha intenzione di permettere a quel mostro di usare appieno i propri poteri divini. Vuole cancellarlo e dimenticarsi anche soltanto della sua esistenza.

    6sZ7AfQ

    Nome ★ Black☆Star
    Energia ★ Suprema+
    Cloth ★ Black Aries
    Status Cloth ★ Indossata - Grado 8
    Status Fisico ★ Perfetto
    Status Psicologico ★ Concentrato
    Riassunto ★ Approfitto dello scontro tra Ben e Furoris per scagliargli contro una lancia di cristallo bella grossa e vistosa, ma che in realtà è quasi priva di cosmo. Tutta quanta la potenza cosmica dell'attacco è in una minuscola scaglia di cristallo, che ha l'intera propulsione del colpo e che una volta raggiunto il bersaglio esplode in un'ondata telecinetica che disintegra tutto ciò che non è alleato.

    ABILITA’ ★ ORIUM NERO
    La furia istintiva di Black Star, unita al suo cosmo, si manifesta al suo comando sotto forma solida, tramutando il suo intento omicida, la sua ira e più in generale tutte le sue emozioni più violente in un cristallo nero come la notte e incredibilmente duro. Scoperto in tempi antichi, si tratta di un materiale molto pericoloso, capace di immagazzinare l'energia mentale al proprio interno, sia per scopi offensivi che difensivi. Questo cristallo, non solo è una incredibile arma di offesa e difesa grazie alla sua durezza incomparabile ad uno costrutto generato da un cosmo di pari livello, ma possiede qualità nascoste che lo rendono ancora più temibile sia in attacco che come protezione. Essendo generato da pensieri ed emozioni tanto violente, che il cristallo trattiene al proprio interno, il contatto con qualsiasi altra entità diversa dall'Ariete Nero causerebbe danni alla mente della vittima, privandola di energie mentali in modo doloroso, con conseguente disorientamento e debolezza. Le qualità del materiale, oltretutto, gli consentono di assorbire le energie mentali di eventuali attacchi, risultando un'efficace difesa contro gli avversari che cercano di colpire con offese mentali. Ogni cristallo, essendo legato alla mente del suo creatore in modo diretto, oltre ad arrecare danni alle altre menti può anche sopraffarle; se il cristallo è ancora in contatto con il bersaglio, può agire come un vero e proprio parassita aggressivo, invadendolo e prendendo il controllo di parti più o meno estese del corpo a seconda della quantità di cristallo e delle differenze di potere cosmico, rivoltando il nemico contro se stesso.

    ★ TELECINESI
    La volontà di Black Star, grazie al cosmo, è capace anche di modificare il mondo attorno a lui, imponendosi sul regolare corso degli eventi. I comandi che impartisce alla materia vengono eseguiti; se ordina ad un masso di sollevarsi esso lo fa, se un avversario deve piegarsi al suo cospetto una violentissima pressione lo schiaccerà al suolo. Al suo volere, la materia può esplodere o comprimersi, spostarsi o rimanere immobilizzata, essere scagliata in cielo o premuta per terra fino a ridursi in polvere. In termini pratici, questo potere rende anche Black Star capace di levitare, deviare colpi diretti a lui o persino respingerli e utilizzare l’intero campo di battaglia come un’estensione di sé.

    Bonus nera: Il potere telecinetico di Black Star ha raggiunto una potenza e una precisione tale da poter arrivare a scuotere gli atomi che compongono la materia singolarmente, annullando la forza dei legami che li tieni uniti. Di fatto, i suoi colpi telecinetici riescono letteralmente a distruggere la struttura della materia, qualunque essa sia: armi, difese, persino esseri viventi. Subire quei colpi significherebbe vedere il proprio corpo essere frammentato e cancellato, rendendo, quindi, il potenziale offensivo e difensivo della telecinesi enormemente maggiore. Solamente un potere cosmico sufficientemente potente può prevenire questi effetti, o quantomeno mitigarli per renderli meno dannosi.

    ★ TELETRASPORTO
    Se normalmente un corpo ci metterebbe del tempo a raggiungere un luogo diverso da quello di partenza ma comunque nelle vicinanze, Black Star ha invece il potere di compiere, anche se con un certo dispendio di energie, il tragitto in meno di un istante, non importa quale siano gli ostacoli che lo separino dalla sua meta. Questo vero e proprio teletrasporto consiste nella scomposizione completa della materia che compone il corpo di Black e la ricomposizione praticamente nello stesso istante, soltanto in posti diversi. E’ comunque possibile che un colpo molto ampio e devastante sia in grado di arrecargli danni persino durante lo spostamento dei suoi atomi. Inoltre, per quanto utile e versatile questa sua capacità possa essere, la quantità di energia richiesta per compiere il teletrasporto lo rende troppo rischioso da eseguire più volte durante un combattimento, costringendo Black a farne un uso limitato.

    ★ TELEPATIA Con un minimo di concentrazione e cosmo, Black riesce a fare a meno della comunicazione verbale e ad accedere alla forma superiore di dialogo: quello tra menti. Nel remoto caso che il suo pensiero sia rivolto a qualcuno all'infuori di se stesso, può direttamente parlare direttamente con la mente di quest'ultimo, con uno scambio di informazioni immensamente più rapido ed efficiente del normale parlare, nonché più discreto.


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    mentre alcuni colpi riescono a raggiungere il corpo del dio, molti altri subiscono strane alterazioni.
    Alcuni di essi sembrano non riuscire a raggiungerlo mai, come se la linea di spazio da loro percorsa si fosse allungata all'infinito, altri invece lo mancarono non riuscendo ad intercettarlo al momento giusto come se lo spazio da percorrere fosse estremamente ridotto.

    Poi lo spazio attorno a lui iniziò a ripiegarsi e a stridere, come metallo che si torce.
    Un globo di pura distorsione dimensionale inizia a espandersi inglobando e distruggendo ogni cosa sul suo cammino.

    Dopo il suo passaggio tutto è nero, tutto è vuoto.

    Tranne il luogo percepibile come centro di quello spazio senza fine.

    Un grande monolite diviso in due parti, una superiore ed una inferiore.
    A separarle vi è una sfera dal diametro di circa due metri.
    Non riuscite a vedere cosa c'è nella sfera, per quanto vi sforziate non è percettibile per la vostra struttura fisica e cosmica.
    Il monolite è circondato da una serie di simboli, simili a quelli presenti all'esterno della Torre Nera.
    Il circolo di simboli è interrotto da un altro cerchio, una sorta di luogo dove sembra possibile controllare la sfera.

    Eccoci, il centro del Multiverso, la Tomba di Urano.
    Qui le vostre armi mi permetteranno di manipolare i sigilli e rivolgere l'Ordine contro se stesso.
    Qui sarà anche più facile liberarmi di voi.


    Parte del suo viso è completamente cambiata, colma di squame, mentre dalla schiena fuoriescono tentacoli e braccia.
    Sono visibili le ferite infertegli, ma non sembrano impensierirlo in nessun modo.
    Lo spazio attorno a voi inizia nuovamente a muoversi, questa volta vi sentite come avvolti da vetro liquido, che cerca di soffocarvi, stritolarvi e torcervi ogni articolazione ben oltre il punto di rottura.

    eqoBy1Q




    La sua difesa consiste nell'alterare lo spazio di ogni singolo colpo, scoordinando completamente il momento d'impatto rispetto ai suoi movimenti.
    Non riesce a farlo con ogni cosa e per questo viene comunque colpito, ma ogni tentativo di prenderlo etc... va a vuoto.

    La bomba dimensionale immaginatela come l'arx geminanga al contrario, cioè una sorta di esplosione disgregante.

    La zona in cui siete è il centro della Torre Nera, sentite che il caos è molto forte, ma le Regole in generale sono indebolite, quindi potreste forse avvantaggiarvene anche voi? Boh. E' comunque rischioso verificarlo :ehsi:

    Il secondo attacco è telecinesi dimensionale semplice semplice.

    Per Gab: Senti il Drago, ormai sempre più vicino a te, parlarti. "Uniamo le forze, spezza le catene che mi vincolano e spazzeremo via questo abominio..." Ti parla nella testa con il suono della tua voce :zizi:

    A voi :zizi:

    Termine sabato 21 ottobre

     
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    Vedendo che la sua struttura dimensionale creata con l’ecatonchiro non ebbe alcun effetto, Gabriel ritirò l’enorme creatura e la portò più vicina a loro tre.
    Prendendo nota mentalmente di cosa aveva appena visto fare da Slaanesh, Gabriel impartì nuovi ordini al gigante centimane, facendogli schiantare il taglio di svariate mani davanti a loro, e sovrapponendone altre con il palmo, in modo da creare una serie di testudo di mani metalliche a proteggere i tre black saint

    L'ondata dimensionale distruttiva di Slaanesh impattò contro le dita dell'ecatonchiro e nonostante una parte di essa si fosse arrestata, filtrò oltre la materia in strani modi, avanzando su piani più sottili di quelli dei semplici atomi, trascinando in avanti la sua potenza distruttiva. Così Gabriel continuò a materializzare khaos, approfittando dei brandelli di realtà che avevano cominciato a sfaldarsi attorno a lui per lambire ulteriore energia dia convertire. La realtà disintegrante si abbatté sulle sue difese e l'intera struttura molecolare del cancro nero cominciò a vibrare. Fu una sensazione distinta e per un istante ogni fibra dell'essere di Gabriel fu convinta di essere stata smantellata a livello subatomico. Gli effetti, mitigati dal potere di Gabriel e dalle difese fisiche dell'ecatonchiro e delle piastre della sua god cloth, furono tuttavia più mondani. L'impatto furioso contro l'armatura ed il dolore che ne conseguì fu come una scossa per risvegliarlo e quando tutto divenne nero a livelli che non poteva normalmente comprendere smantellò le proprie difese.
    L'ecatonchiro tornò in posizione neutrale e Gabriel osservò lo scenario che li circondava. Nulla. Erano nel nulla.

    Lo sguardo di Gabriel venne immediatamente attirato dall'unica cosa presente in quell'ambiente sconfinato. Il centro del multiverso. Una struttura la cui comprensione esulava completamente la costruzione e la programmazione di una creatura inferiore come Gabriel. I simboli avevano un qualche significato di cui poteva solo intuire lo scopo, o meglio fare selvagge ipotesi, ma la sfera al centro era un mistero assoluto. Qualunque cosa cercasse di immaginare non era adatta, semplicemente. Era qualcosa che non capiva, una formica che cercava di capire cosa ci fosse oltre la suola che costituiva tutto il suo cielo prima dello schianto.
    SLaanesh richiamò la sua attenzione.
    Era lì che voleva portare le armi, e ne aveva trovate ben tre. Un brivido gelido scorse lungo la schiena di Gabriel, che fin troppo inabissato nello stato alterato della spada non lo sentì.

    Il dio del chaos aveva finalmente mostrato la sua forma, o almeno aveva cominciato a dimostrare quanto poco veramente fosse rimasto di Furoris. Poi sferrò il suo attacco. Mostrando quanto fosse radicato il suo controllo sul tessuto spaziotemporale che costituiva ogni cosa che li circondava lo ripiegò e lo usò per attaccarli. L’energia caotica che ricopriva Gabriel stridette in protesta al contatto forzato con la realtà e parte di essa venne smantellata e divorata da Nidhoggr. Ma la massa impiegata era troppa per annullarla completamente e il corpo di Gabriel venne compresso in un involucro di realtà traslucida. Gli venne a mancare l’aria e su tutto il suo corpo si venne a generare una pressione tremenda. Le sue articolazioni e le sue ossa cominciarono a scricchiolare in modo angosciante ed i suoi polmoni a bruciare a causa dell’apnea. Muscoli di tenebre si andarono a creare sotto la sua god cloth, cercando di esercitare trazioni inverse ai movimenti inflitti dalle torsioni dimensionali. Riuscì in parte a ridurre il carico di stress meccanico che stava venendo inflitto al suo corpo, ma qualche muscolo e osso ne venne sicuramente danneggiato in modo serio. Tuttavia non seppe dire con precisione cosa, il sentire il suo corpo era un ricordo lontano in quel momento, una sensazione fugace che gli permetteva sì di registrare il fatto di essere danneggiato, ma non di interessarsene abbastanza da indagare. Bastava che il suo cosmo e le sue tenebre continuassero ad esistere per muoverlo e farlo combattere, in quell’abbandono quasi assoluto di caotico fervore.
    I muscoli di Gabriel, veri e falsi, si tesero e con un grido il suo khaos esplose con violenza, dall’interno del suo essere verso l’esterno, infiltrandosi nelle crepe della realtà già provocate dal suo potere disintegrante e in un unico fragoroso schianto lo spazio accumulatosi attorno a lui andò in frantumi, schegge di esistenza vetrificate volarono in ogni direzione andando a dissolversi in masse fibrose. Incurvato in avanti, con le spalle che si alzavano ed abbassavano seguendo il ritmo del suo respiro affannoso, Gabriel guardò in avanti, come se perso nei suoi pensieri.

    La voce del drago, usando la sua, lo esortò a rompere l’ultima barriera, ad andare oltre, eliminare il sottile confine rimasto tra Gabriel e Nidhoggr, quel qualcosa che permetteva di considerarli ancora come cose distinte in una frase. In tutto questo aveva anche percepito anomalie nella realtà che li circondava. Il Khaos era estremamente circondato, ma non in senso di negatività ma come materia neutra ed indifferenziata, al centro del multiverso la realtà come era progettata dagli dei esterni era più debole e Gabriel lo percepiva chiaramente. Poteva utilizzarlo a suo vantaggio, sovvertire le normali regole sotto la quale era stato schiavo per millenni.

    Sollevò la spada viola sopra la testa e l’ecatonchiro scattò in avanti nel vuoto e cominciò a sferrare i propri cento pugni nel vuoto, rapidamente, ed ognuno di esso penetrò in un portale apertosi davanti alla mano. La massa cosmica di Gabriel si espanse, divenendo confusa in masse tentacolari uncinate e occhi di cupo rosso spalancati nella carne di tenebra. I tentacoli si ramificarono, ancorandolo nel vuoto come un tumore che si espande, mentre cercava di infiltrarsi nelle normali regole della logica e dell’azione e della conseguenza.

    I portali si riaprirono attorno a Slaanesh e la mostruosa vastità di quell’assalto di giganteschi pugni metallici si riversò su di lui. Ma Gabriel aveva imparato dall’errore fatto prima. Un colpo per giungere al bersaglio deve attraversare una porzione di spazio, per quanto misera, e Slaanesh aveva dimostrato di poter sfruttare ciò a suo vantaggio. Quindi per forza di cose poteva alterare l’effetto dell’azione di scagliare il colpo, che esiste sulla normale forma della realtà.
    Tutto ciò in condizioni normali, per l’appunto.

    Perciò Gabriel doveva andare oltre, alterare la formula classica in cui l’effetto si ottiene lanciando il colpo. In un enorme slancio di improvvisazione e intrichi logici e cosmici, Gabriel tentò di invertire direttamente il rapporto di causa/effetto intrinseco nell’assalto dell’ecatonchiro appena iniziato.
    Tentò di creare una distorsione dimensionale che portava a diventare Slaanesh colpito dall’assalto dell’ecatonchiro la sua azione originale, mentre l’atto di lanciare l’attacco sarebbe diventato la CONSEGUENZA di Slaanesh che viene colpito dai pugni dell’ecatonchiro e straziato dall’enorme forza e violenza che il gigante centimane era capace di scatenare. A quel punto lo sferrare l’attacco sarebbe divenuta una pura formalità in quanto l’effetto finale sarebbe già avvenuto ancora prima di cominciare. In tale azione Gabriel infuse tutto quello che aveva imparato nei suoi anni di studi e nei suoi esperimenti. L’apice delle sue teorie e di ciò che aveva compreso dell’universo.

    Vuoi questa spada? VIENITELA A PRENDERE! – Gridò sprezzante, sollevando l’elsa di Nidhoggr sopra la testa, con la lunga lama rivolta verso il basso. Poi con un unico gesto fluido conficcò la lama nel suo addome, rilasciando gli ultimi sigilli che tenevano il drago sotto controllo.

    I am the dragon of darkness, eating my own wings to keep myself tame.

    H53UqXK
    IT'S AN ACQUIRED TASTE

    E8jlSll
    NOME ♦ Gabriel F.O.N. Faust III
    ENERGIA ♦ Suprema
    CASTA ♦ Black Saint
    CLOTH ♦ Black Cancer {VIII}
    STATUS FISICO ♦ danni ossei, articolari e muscolari, principio disoffocamento
    STATUS MENTALE ♦ ///
    STATUS CLOTH ♦ ///

    RIASSUNTO AZIONI ♦

    ABILITA' UTILIZZATE ♦ dimensioni, tenebre,
    khaos, anticosmo, ecatonchiro

    TECNICHE UTILIZZATE ♦ ///
     
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  7. » Black Star
     
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    Back In Black - PART 8

    » Black Star

    VI

    Black ha preso in considerazione la possibilità che un avversario come quello avrebbe sicuramente distorto lo spazio e deviato gran parte dei colpi, com'è ovvio data la natura dei suoi poteri, ma quando il collasso dello spazio non si arresta ma continua a propagarsi capisce che tutti quanti hanno sottovalutato la reale estensione delle sue capacità. Mentre i colpi a lui diretti sembrano in gran parte finire perduti nello spazio, qualunque cosa tra loro e Furoris si sgretola e viene inghiottito dal nulla.
    Lo stridere dello spazio che si dissolve crollando su se stesso si fa sempre più vicino, finchè anche la porzione di realtà in cui si trovano non viene inghiottita, lasciando spazio solo ad un abisso più nero del nero, totalmente vuoto se non per un singolo e peculiare punto di riferimento.

    -Che cos'è? E dove siamo finiti?-

    Black è confuso da quel repentino cambio di terreno di scontro, ma è come se le sue domande gli siano uscite dalla mente e il dio del caos le abbia udite.

    -Eccoci, il centro del Multiverso, la Tomba di Urano. Qui le vostre armi mi permetteranno di manipolare i sigilli e rivolgere l'Ordine contro se stesso. Qui sarà anche più facile liberarmi di voi-

    Il volto da cui scaturiscono queste parole, però, sta perdendo rapidamente il suo aspetto umano, lasciando posto alla vera natura che i ricordi e le immagini trasmesse da Oculus avevano fatto intuire al ragazzo, ovvero quella di un mostro che ha abbandonato qualsiasi traccia della sua precedente esistenza se non per mantenere una mera facciata.

    -Presto questo posto sarà anche la TUA tomba!-

    Black non è effettivamente in grado di comprendere appieno il reale significato ed importanza del luogo dove lo scontro sta continuando, né delle reali implicazioni che avrebbe una loro sconfitta, ma non ha nemmeno importanza per lui.
    Non è contemplata la sconfitta, non è contemplata la distruzione se non quella del suo nemico. Forse il progetto degli scienziati che hanno lavorato su di lui non si è realizzato al 100% come sperato, forse nemmeno Gabriel ha ottenuto quello che voleva, ma il vero successo dell'unità sperimentale Black Star è la sua totale e incrollabile convinzione che la vittoria è sempre a portata di mano, anche quando tanti altri si getterebbero a terra disperati.

    Mentre lo sguardo di tutti gli altri è probabilmente attratto dalla strana costruzione, lui preferisce studiare Slaanesh, che oltre alla notevole mutazione presenta quelle che sembrano proprio ferite subite nel tentativo di difendersi pochi attimi prima. Lui avrà anche il potere di un dio, ma forse contro così tanti Black Saints all'apice delle proprie forze ha commesso pure lui l'errore di sottovalutare i reali poteri dell'avversario.
    Black sorride, mentre manda un breve e sintetico messaggio telepatico agli altri tre

    -Guardatelo. Possiamo ferirlo. Possiamo ucciderlo-

    Furoris, però, non sembra molto incline a lasciar loro troppo possibilità per farlo, perchè mentre questa comunicazione avviene, espande il suo cosmo divino, prendendo il controllo di quello spazio vuoto per rivolgerglielo contro.
    Come un velo invisibile, la pressione esercitata dallo spazio sul corpo di Black si fa incredibilmente più intensa, costringendolo subito ad opporre il suo potere telecinetico per non rimanere schiacciato. L'inerzia del colpo è tale che, prima di riuscire ad arrestare la compressione, si ritrova quasi rannicchiato, mentre la sua corazza stride e preme a sua volta sul suo corpo. Anche respirare è impossibile, forse la sua cassa toracica è troppo schiacciata per poterlo fare, e si ritrova per dei lunghi istanti ad annaspare mentre raccoglie quanto più potere per invertire la spinta. L'esoscheletro di cristallo sulla cloth si modifica, in modo tale da aiutare il suo corpo nel movimento di allargare quella pressa telecinetica, mentre anche la sua mente spinge con forza per riportare lo spazio intorno a lui al proprio posto. Gli arti sono terribilmente doloranti, probabilmente a causa dell'eccessiva pressione sulle articolazioni, ma almeno la corazza ha fatto un buon lavoro nel salvarlo da una fine ben peggiore.
    Anche gli altri sono riusciti a scamparla e mentre Gabriel si lancia all'attacco con rinnovato furore, Black contatta immediatamente Candice, che sta preparando il suo prossimo colpo sotto forma di una miriade di piccole sfere scarlatte.

    -Che ne diresti di un piccolo "power up" al tuo colpo? Ho come l'impressione che potremmo fare dei bei numeri in questo posto-

    In quel punto, dove lo spaziotempo sembra essere contemporaneamente dilatato e compresso, il pensiero è libero di forgiare strategie che esulano dall'ordinario, o almeno questa è l'idea che ha Black. Non resta loro che provare se è davvero così.
    Quando i piccoli proiettili di sangue partono a gran velocità verso Furoris, all'interno di ciascuno si è formato una sorta di piccolo nocciolo di cristallo, una sorta di cuore di orium, perfettamente celato allo sguardo del dio. Ogni colpo che avrebbe raggiunto Furoris non solo avrebbe arrecato un notevole danno per via della natura stessa dei proiettili, ma avrebbe anche conficcato nel suo corpo quei piccoli cristalli, che in pochi attimi darebbero vita ad una vera e propria infestazione, cercando di espandersi in ogni anfratto del corpo di Slaanesh e contorcerne i muscoli, bloccandolo, ferendolo e nel frattempo trasmettendo al suo sistema nervoso un tremendo dolore. Probabilmente lui si aspetta che quelli siano dei banali proiettili, un semplice colpo da deviare come ha fatto prima con i suoi poteri spaziali, ma è qui che entra in gioco l'idea di Black Star. Il suo potere telecinetico è unito alla propulsione fornita da Candice per quel colpo, nel tentativo di renderne addizionale la velocità e portarla ben oltre il limite concepibile, oltre il limite imposto dalla natura del loro mondo, oltre la velocità della luce. Un colpo così veloce che nemmeno un dio potrebbe evitare.

    6sZ7AfQ

    Nome ★ Black☆Star
    Energia ★ Suprema+
    Cloth ★ Black Aries
    Status Cloth ★ Indossata - Grado 8
    Status Fisico ★ Articolazioni molto doloranti, un paio di costole leggermente incrinate, carenza d'ossigeno
    Status Psicologico ★ Concentrato
    Riassunto ★ Mi difendo dalla sua telecinesi con la mia, mentre il cristallo che ho sulla corazza cerca di combattere la compressione. Una volta arrestata, mi libero e insieme a Candice sferro un assalto combinato, inserendo cristallo parassita nei suoi colpi e accelerandoli con la mia telecinesi nel tentativo di oltrepassare le "regole" e ottenere una velocità superiore a quella massima

    ABILITA’ ★ ORIUM NERO
    La furia istintiva di Black Star, unita al suo cosmo, si manifesta al suo comando sotto forma solida, tramutando il suo intento omicida, la sua ira e più in generale tutte le sue emozioni più violente in un cristallo nero come la notte e incredibilmente duro. Scoperto in tempi antichi, si tratta di un materiale molto pericoloso, capace di immagazzinare l'energia mentale al proprio interno, sia per scopi offensivi che difensivi. Questo cristallo, non solo è una incredibile arma di offesa e difesa grazie alla sua durezza incomparabile ad uno costrutto generato da un cosmo di pari livello, ma possiede qualità nascoste che lo rendono ancora più temibile sia in attacco che come protezione. Essendo generato da pensieri ed emozioni tanto violente, che il cristallo trattiene al proprio interno, il contatto con qualsiasi altra entità diversa dall'Ariete Nero causerebbe danni alla mente della vittima, privandola di energie mentali in modo doloroso, con conseguente disorientamento e debolezza. Le qualità del materiale, oltretutto, gli consentono di assorbire le energie mentali di eventuali attacchi, risultando un'efficace difesa contro gli avversari che cercano di colpire con offese mentali. Ogni cristallo, essendo legato alla mente del suo creatore in modo diretto, oltre ad arrecare danni alle altre menti può anche sopraffarle; se il cristallo è ancora in contatto con il bersaglio, può agire come un vero e proprio parassita aggressivo, invadendolo e prendendo il controllo di parti più o meno estese del corpo a seconda della quantità di cristallo e delle differenze di potere cosmico, rivoltando il nemico contro se stesso.

    ★ TELECINESI
    La volontà di Black Star, grazie al cosmo, è capace anche di modificare il mondo attorno a lui, imponendosi sul regolare corso degli eventi. I comandi che impartisce alla materia vengono eseguiti; se ordina ad un masso di sollevarsi esso lo fa, se un avversario deve piegarsi al suo cospetto una violentissima pressione lo schiaccerà al suolo. Al suo volere, la materia può esplodere o comprimersi, spostarsi o rimanere immobilizzata, essere scagliata in cielo o premuta per terra fino a ridursi in polvere. In termini pratici, questo potere rende anche Black Star capace di levitare, deviare colpi diretti a lui o persino respingerli e utilizzare l’intero campo di battaglia come un’estensione di sé.

    Bonus nera: Il potere telecinetico di Black Star ha raggiunto una potenza e una precisione tale da poter arrivare a scuotere gli atomi che compongono la materia singolarmente, annullando la forza dei legami che li tieni uniti. Di fatto, i suoi colpi telecinetici riescono letteralmente a distruggere la struttura della materia, qualunque essa sia: armi, difese, persino esseri viventi. Subire quei colpi significherebbe vedere il proprio corpo essere frammentato e cancellato, rendendo, quindi, il potenziale offensivo e difensivo della telecinesi enormemente maggiore. Solamente un potere cosmico sufficientemente potente può prevenire questi effetti, o quantomeno mitigarli per renderli meno dannosi.

    ★ TELETRASPORTO
    Se normalmente un corpo ci metterebbe del tempo a raggiungere un luogo diverso da quello di partenza ma comunque nelle vicinanze, Black Star ha invece il potere di compiere, anche se con un certo dispendio di energie, il tragitto in meno di un istante, non importa quale siano gli ostacoli che lo separino dalla sua meta. Questo vero e proprio teletrasporto consiste nella scomposizione completa della materia che compone il corpo di Black e la ricomposizione praticamente nello stesso istante, soltanto in posti diversi. E’ comunque possibile che un colpo molto ampio e devastante sia in grado di arrecargli danni persino durante lo spostamento dei suoi atomi. Inoltre, per quanto utile e versatile questa sua capacità possa essere, la quantità di energia richiesta per compiere il teletrasporto lo rende troppo rischioso da eseguire più volte durante un combattimento, costringendo Black a farne un uso limitato.

    ★ TELEPATIA Con un minimo di concentrazione e cosmo, Black riesce a fare a meno della comunicazione verbale e ad accedere alla forma superiore di dialogo: quello tra menti. Nel remoto caso che il suo pensiero sia rivolto a qualcuno all'infuori di se stesso, può direttamente parlare direttamente con la mente di quest'ultimo, con uno scambio di informazioni immensamente più rapido ed efficiente del normale parlare, nonché più discreto.


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    onostante l'assalto congiunto, solo alcuni degli attacchi riuscirono a raggiungere Furoris. In una situazione diversa, Candice avrebbe probabilmente ammirato la sottigliezza del controllo dimensionale di Black Gemini: era come se le maglie intessute nello spazio avessero vita propria, sfaldandosi o restringendosi nel disegnare un'illustrazione così complessa da risultare difficile anche per uno sguardo come il suo.
    Indietreggiò appena dietro l'enorme mano dell'ecatonchiro, senza fare a meno di domandarsi - con una punta di preoccupazione - come fosse possibile per Gabriel controllare una creatura del genere tramite il mero utilizzo di quell'arma...con cui era effettivamente entrato in contatto da meno di qualche minuto. Certo, per uno abituato a ragionare per multipli (di essenze, personalità, strategie) poteva essere più accessibile che ad altri, ma...anche la tecnologia titanica doveva avere un prezzo, no?
    No, non aveva tempo per ragionamenti del genere. Non in quel momento.

    Spostò il peso in avanti, preparandosi ad un assalto che percepì solo, oltre gli arti del Centimani, come una spinta generale, totalizzante, oltre il quale i suoi sensi non arrivavano. Strinse i denti, intensificando la propria difesa su se stessa e sugli altri: il sangue nero e denso si arrampicò e si solidificò sulle armature dei Black Saint, mescolandosi con il khaos di Gabriel e la telecinesi di Black Star.
    Ciò che provò fu indescrivibile a parole: le percezioni di Candice amplificarono ogni attimo della distorsione che lei e gli altri provarono nell'essere attraversati da quell'ondata in modi che solo lei riuscì a comprendere, ma soprattutto a ricordare successivamente.
    Si ricordò di respirare solo quando si accorse che intorno a lei non c'era più niente.

    Si guardò intorno, aprendo e stringendo ripetutamente i palmi delle mani per assicurarsi di avere ancora sensibilità e si accorse con orrore che ciò che percepiva non aveva senso: non le ritornò eco dal gesto, né da tutto ciò che sapeva stare accadendo intorno a lei; i respiri, i cigolii delle armature, l'interagire del loro essere nel vuoto non avevano alcun ritorno spaziale. Era in piedi su qualcosa che non riusciva a percepire o a comprendere, ma era effettivamente in piedi e qualcosa di simile, ma non uguale, alla gravità rendeva la scena orizzontale.
    Solo un autocontrollo granitico impedì al suo respiro di accelerare al livello dell'iperventilazione, tenendo a bada il senso di panico che si stava arrampicando su di lei.

    « Eccoci, il centro del Multiverso, la Tomba di Urano. »

    Il Centro del Multiverso.
    Socchiuse leggermente la bocca, desiderando avere più tempo per ponderare l'enormità del concetto che Slaanesh donò loro con assoluta disinvoltura. Fu doloroso essere costretta semplicemente ad accettarlo così com'era, ma era anche l'unica soluzione al momento e le venne quasi da ridere nel pensare che, forse, un'altra ragione per cui sopravvivere era il poter effettivamente sedersi a riflettere su ciò che era accaduto.
    Aveva visto dèi combattere sul Vigrid, eppure niente aveva potuto prepararla a questo. Di fronte a lei, appena oltre Slaanesh che finalmente cominciava a gettare la maschera, c'era una costruzione il cui significato le era completamente e terribilmente oscuro. Era perfetta, ma ai suoi occhi umani...priva di senso. Come tutto ciò che la circondava.
    Accantonò anche la realizzazione che, molto probabilmente, non sarebbe mai riuscita a comprenderlo. Accantonò anche la rabbia che l'avrebbe spinta a provarci in ogni caso, qualunque fosse stato il prezzo.

    Guardatelo. Possiamo ferirlo. Possiamo ucciderlo.

    Sì, Slaanesh era ferito. L'entusiasmo di Black Star le vibrò dentro, facendola quasi sorridere prima che il suo viso si indurisse, notando l'attacco incombere. Lo spazio vibrò intorno a lei e si contrasse, facendo stridere le giunture dell'armatura in un movimento del tutto innaturale che le mozzò il respiro: lo strato superficiale di sangue sulla sua armatura venne respinto e lacerato come un tessuto, esponendo il nudo metallo sotto. Era l'unica difesa a proteggere il corpo di Candice in quella torsione terrificante, a cui si oppose generando altro sangue nella direzione opposta: il moltiplicarsi frenetico del liquido nero fu pari solo alla pressione dell'aria che accompagnò l'atto. Sentì ogni osso piegarsi quasi fino al limite della flessibilità, facendo scricchiolare le articolazioni e i tendini in un disarticolarsi agghiacciante che, secondo dopo secondo, minacciava di finire il combattimento nel momento stesso.
    Non riusciva a gridare, non riusciva a respirare, sentiva solo ogni cellula tirare e quasi scollarsi in direzioni casuali, a cui cercava disperatamente di porre sollievo: con un urlo di sollievo, riuscì a spezzare la situazione di stallo imponendo più forza del necessario e l'aria e il sangue vorticarono un istante intorno a lei prima di perdersi all'interno del nero.

    Barcollando un istante prima di riprendere l'equilibrio, sì asciugò bruscamente il sangue che le era colato dalle narici sul labbro, cercando di venire a patti con il dolore sovrumano che la stava assaltando: non c'era un singolo centimetro del proprio corpo che non stesse bruciando internamente e respirare le doleva. L'altra mano si contrasse e, dal nero, il sangue sparso intorno gravitò intorno a lei, formando minuscole sfere completamente indistinguibili da ciò che la circondava:

    Che ne diresti di un piccolo "power up" al tuo colpo? Ho come l'impressione che potremmo fare dei bei numeri in questo posto.

    Guardò Black Star, sul cui viso era dipinta un'espressione intrigata: il suo intelletto biologicamente superiore era già al lavoro e non gli ci era voluto molto per capire ciò che lei aveva sentito sin dal primo istante. Quel posto aveva regole tutte sue...o forse non ne aveva. Candice vide mentalmente l'immagine della sfera sospesa fra le due metà della costruzione sospesa nel vuoto, chiedendosi quanto effettivamente quella del Black Aries fosse una buona idea. Se Slaanesh li aveva portati lì invece di prendere le armi per sé, poteva voler dire che non poteva impugnarle di persona...oppure che aveva qualcos'altro in mente. Aveva avuto millenni per pensare il suo piano, in fondo, mentre loro stavano improvvisamente giocando con il pulsante di una bomba atomica.
    Gabriel sollevò la spada violacea e l'Ecatonchiro rispose ai comandi silenti come un automa: come ognuno dei presenti, stava versando ogni atomo di se stesso in quella battaglia. Stavano effettivamente vivendo barlumi della loro vita che rischiavano di spegnersi da un momento all'altro, come candele in un uragano. Suo marito aveva abbandonato ogni remora, ogni emozione in favore del risultato: l'annichilimento del nemico.

    Perché lei era ancora indecisa? Cosa la stava fermando?
    Se dovevano morire, lo avrebbero fatto sfruttando ogni possibilità che il campo offriva. Annuì, lasciando che il cristallo nero si unisse alle sfere prima di scagliarle all'unisono: il vento le avrebbe avvolte il volo, propellendole fino alla massima velocità - e oltre, se il piano di Black Star avesse avuto effetto - per colpire il dio del chaos da ogni direzione. Alcune di esse lo avrebbero forse colpito, mentre le altre si sarebbero limitate ad agire a poca distanza da lui, quando la pressione attorno ad esse avrebbe raggiunto una velocità critica tale da causarne l'implosione. Slaanesh si sarebbe trovato circondato da vortici in ogni direzione, che avrebbero cercato di contrastare il suo dominio sullo spazio sovraccaricando la gestione della difesa, ritrovandosi a gestire implosione e conseguente esplosione in una volta sola insieme all'attacco dell'Ecatonchiro.

    « Vuoi questa spada? VIENITELA A PRENDERE! »

    Come fu possibile che, da un momento all'altro, Candice si ritrovasse a fissare la punta della lunga lama nera fuoriuscire dalla schiena dell'uomo della sua vita?

    narrato | « parlato » | pensato | « parlato altri » | ? telepatia ?
    raozhc7

    NOME • Candice P. Hayez
    ENERGIASuprema+
    CLOTH • Black Scorpio {VIII}
    STATO DELLA CLOTH • Perfetta
    FISICO • Dolore articolare generale, incrinature ossee e stiramenti muscolari
    MENTALE • wut

    RIASSUNTO AZIONI • Cerco di dare a Slaanesh un po' da pensare rendendogli lo spazio attorno un inferno: le sfere cercando di implodere sia addosso a lui che intorno, scatenando un enorme risucchio prima dell'ovvia esplosione. Se la strategia di Black Star di propellere il colpo oltre la velocità della luce funziona, l'attacco dovrebbe arrivare prima di quello dell'Ecatonchiro.
    ABILITÀTECNICHE

    Toxicity

    Nei secoli la Black Cloth di Scorpio lascia una scia di sangue che lega assieme tutti i precedenti proprietari come un filo rosso. L'abilità principale che contraddistingue i detentori di questa armatura è il possedere un particolare controllo sul sangue, contaminato da un'antichissima maledizione che lo rende un veleno mortale. Il dominio di questa abilità permette di creare, sotto dispendio di Cosmo, quantità di sangue velenoso o utilizzare quello già presente (dentro al corpo o schizzato fuori a causa di ferite) per creare attacchi letali, armi o barriere difensive. Inoltre, grazie ad un limitato controllo sulle componenti biologiche del sangue, Candice può fermare emorragie, proprie o altrui usando il proprio sangue coagulato come barriera fisica sulla ferita.
    Diversamente dal Saint di Pisces, il veleno che satura il sangue del possessore scorre normalmente inerte nelle vene; essendone però ogni cellula impregnata senza rigetto, questo rende il possessore immune ai normali veleni naturali e artificiali presenti nel mondo [ESEMPIO: cianuro di potassio, curaro, veleno di scorpioni, rane, serpenti..] e anche alla maggior parte delle malattie (!!! ma ovviamente ciò non si applica nel modo più assoluto ai veleni o in generale agli agenti di natura cosmica).
    Reagendo con un aumento di Cosmo del corpo ospitante esso diventa in grado di distinguersi in varie composizioni:
    Opium ~ la presenza di questo veleno nel corpo dell'avversario implica un rilassamento generale dei muscoli e della mente, accompagnato ad una percezione sempre più debole del dolore fisico. Man mano che entra in circolo in quantità sempre maggiori, l'avversario potrebbe provare una crescente sensazione di pace e perdita della voglia di combattere, ma il rilassamento sempre maggiore delle funzioni corporee potrebbe portare a problemi respiratori. [Only GdR: una dose massiccia di questo veleno potrebbe portare alla morte dell'avversario per insufficienza respiratoria]

    Walkin' on Air

    Il controllo completo sull'elemento Vento da parte della Black Saint è un'altra abilità legata alla Black Cloth: gli attacchi che da esso derivano, spesso e volentieri combinati con il sangue velenoso di Candice nelle sue varie composizioni, la rendono una temibile avversaria specializzata nel combattimento a distanza - sebbene non sia da sottovalutare la versatilità di questo potere anche nel combattimento ravvicinato. Il livello di abilità raggiunto è ormai tale da permettere a Candice di manovrare la pressione e la quantità di ossigeno all'interno del suo campo d'azione [in seguito all'up dell'abilità a Energia Nera], ampliando ulteriormente la gamma pressoché infinita di attacchi o azioni possibili; partendo da semplici lame di vento, così sottili e veloci da potersi insinuare nelle giunture dell'armatura avversaria, fino ad arrivare a tifoni di proporzioni immense a causa dei quali persino l'ossigeno scompare, non c'è limite alla fantasia con questo elemento caratterizzato dall'essere pressoché invisibile e letale allo stato naturale.
    Inoltre Candice, manovrando le correnti sotto di lei, può utilizzarle per volare [Only GdR e da ritenersi come "camminare/correre sostenuto dalle correnti"] o compiere balzi ad altezza spropositata, spostamenti laterali improvvisi o addirittura, opponendo un forte vento contrario, rallentare e deviare colpi di tipo fisico o Cosmico.

    Animal I Have Become

    Lo scorpione è un predatore, e come tale deve servirsi di sensi superiori alla norma per cogliere di sorpresa le proprie prede: è così che Candice ha acquisito una vista, un udito, un odorato, un tatto e un gusto superiori alle normali capacità di un essere umano e di anche di un normale Cavaliere. Questa abilità la rende in grado di percepire l'avversario o i suoi attacchi semplicemente dalla vibrazione che essi producono nell'aria o sul terreno non appena entrano nel suo campo d'azione, rendendola un avversario difficile per chi usa le Illusioni Ambientali [non è da considerarsi un'immunità, bensì una leggera resistenza ad attacchi di questo tipo, inversamente proporzionale all'Energia avversaria]; inoltre, la sua vista potenziata le permette di vedere anche nella penombra più oscura, purché ci sia una fonte di luce, ma non nella totale oscurità (dove invece entrano in gioco gli altri sensi in maniera altrettanto efficace per compensare la mancanza). L'udito fuori dalla norma le permette invece un'equilibrio impressionante.
    N.B. Questa abilità influenza sì i sensi, ma non il tempo di reazione o in generale i riflessi, a differenza dell'abilità Istinto Animalesco.

    Toxicity

    Nei secoli la Black Cloth di Scorpio lascia una scia di sangue che lega assieme tutti i precedenti proprietari come un filo rosso. L'abilità principale che contraddistingue i detentori di questa armatura è il possedere un particolare controllo sul sangue, contaminato da un'antichissima maledizione che lo rende un veleno mortale. Il dominio di questa abilità permette di creare, sotto dispendio di Cosmo, quantità di sangue velenoso o utilizzare quello già presente (dentro al corpo o schizzato fuori a causa di ferite) per creare attacchi letali, armi o barriere difensive. Inoltre, grazie ad un limitato controllo sulle componenti biologiche del sangue, Candice può fermare emorragie, proprie o altrui usando il proprio sangue coagulato come barriera fisica sulla ferita.
    Diversamente dal Saint di Pisces, il veleno che satura il sangue del possessore scorre normalmente inerte nelle vene; essendone però ogni cellula impregnata senza rigetto, questo rende il possessore immune ai normali veleni naturali e artificiali presenti nel mondo [ESEMPIO: cianuro di potassio, curaro, veleno di scorpioni, rane, serpenti..] e anche alla maggior parte delle malattie (!!! ma ovviamente ciò non si applica nel modo più assoluto ai veleni o in generale agli agenti di natura cosmica).
    Reagendo con un aumento di Cosmo del corpo ospitante esso diventa in grado di distinguersi in varie composizioni:
    Lysergium ~ quando entra in circolo, questa composizione agisce principalmente come un potentissimo allucinogeno; i suoi effetti coinvolgono tutti e cinque i sensi in spaventose illusioni molto reali con un effetto simile ai "bad trip" causati da alcune sostanze presenti in natura, accompagnati da forti sensazioni di ansia e paranoia. Lo scompenso sensoriale inoltre può causare ipersensibilità al dolore crescente, che insieme alla paranoia possono condurre alla follia.
    [Precisazione: diversamente rispetto all'abilità Illusioni Mentali, la percezione e la reazione al trip stanno all'avversario; il possessore dell'abilità non può controllare le visioni.]
     
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    entre lo spazio si distorce per contrastare la pressione dei vortici e le esplosioni conseguenti, il corpo del Re Rosso inizia ad accartocciarsi.
    Migliaia di pugni avvolti dall'energia spirituale della Mietitrice appaiono su di lui per poi ritirarsi verso l'Ecatonchiro.

    A quel punto la difesa spaziale cede ed un'esplosione terrificante erompe spazzando via il Dio del Caos.

    Nel frattempo il sangue di Gabriel gronda dalle ferite, un sangue nero e denso come fosse catrame.
    La sua armatura ne viene rivestita, mentre la spada scompare come assorbita dalla sua carne.

    Percepisci l'essenza della Spada, la sua natura, la sua origine.
    Quando il tempo era ancora giovane molti dei pensieri che crearono tutto iniziarono a dissociarsi dagli altri.
    Uno di questi desiderava il dominio su ogni cosa, Yimir sarebbe stato poi il suo nome.
    Creò, fondendo pensieri inferiori nella materia, entità gigantesche ed orribili.
    Una di queste divorava le essenze rilasciate dalla morte dei viventi per diventare pià forte e creare egli stesso orribili seguaci.
    La forma univa alcuni aspetti delle creature di Gea, una forma che poi sarebbe stata associata a quella di "drago".
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    Molti Ymir ne creò, ma nessuno terribile come Nidhoggr.
    Quando la progenie di Bùri si ribellò al dominio di Ymir, egli seppur ancora temibile era costretto a combattere in una prigione di carne a seguito della maledizione dei suoi fratelli.
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    A costo di grandi perdite fu sconfitto e sigillato nel suo regno di ghiaccio, assieme al suo fedele servitore Nidhoggr.
    Il sangue del drago, ottenuto dal sacrificio di uno dei campioni di Odino, fu poi usato per creare un arma d'incommensurabile potere, arma che avrebbe protetto il mondo da minacce ad esso esterne.
    Tre spade furono così forgiate dopo quella guerra.
    Nel tempo passò di mano in mano, poiché il sangue di Nidhoggr più di ogni altra cosa desiderava servire il suo signore divorando anime e carne, per acquisire nuova forma e tornare al mondo per vendicarsi degli Asir.


    L'armatura divina di Gabriel diviene più massiccia e colma di spuntoni, quasi completamente simile ad un drago di metallo nero.
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    Il suo ruggito scuote lo spazio creando in esso increspature come fosse un mare.

    "Non è ancora finita Gabriel, dovremo dare fondo al nostro potere...

    Prima che il discorso del drago termini nella testa di Gabriel, gli squarci nello spazio si ampliano ancora di più, facendo fuoriuscire da essi una lontana musica discordante composta da quelli che sembrano flauti, fiati... e tamburi.



    Aaaah la musica della Verità, la sinfonia del Caos. Vedo che il cane di Ymir si è svegliato per assistere allo spettacolo.

    La voce del Re Rosso proviene da ogni dove ed una sua immagine fuoriesce da ogni portale.
    Ognuna è diversa e terribile ed ognuna si fonde in un'unico groviglio di tentacoli ed orrore.
    gmxbMqF

    Qui, dove Azathoth fu sconfitto, sigillato e precipitato nel suo sonno senza fine, le vostre Regole solo deboli... ma solo voi avete il potere di strapparle... e chi è toccato dal potere degli Dei Antichi può manipolarle con effetti ancora maggiori.
    Ora che le avete indebolite anche senza le vostre spade il processo di decadimento della prigione è vicino al punto di non ritorno.
    Forse serviranno mille o duemila anni... ma qui il tempo non ha particolare significato.
    Quindi ora si tratta solo di decidere se far accadere subito l'inevitabile o attendere millenni di eterno dolore


    Migliaia di tentacoli avvolti da energia caotica fuoriescono dai portali e si abbattono su di voi.

    Lasciate che vi dia un assaggio di cosa intendo per "dolore", così da aiutarvi nel prendere la vostra decisione.


    eqoBy1Q




    Dunque, usando i trucchi il gioco si è buggato del tutto, permettendo al Re Rosso di far arrivare i se stesso delle altre realtà per ricomporsi dopo il vostro attacco.
    E' energia divina, con energia vitale rifullata.
    Il suo attacco è fisico, come se avesse forza straordinaria.
    Inoltre se vi colpisce subite l'effetto dell'anticosmo e di un allucinante shock mentale che vi causa un dolore incredibile.
    I flauti/tamburi/trombette vi danno un malus di resistenza mentale, quindi se vi becca sono cazzi.

    In compenso Gab può sparare colpi ad energia divina, ha una corazza liv 10.

    Per Gab: la scritta in grigio in cui si racconta la storia della spada non ti viene raccontata vocalmente, percepisci le immagini come una serie di ricordi.
    Sei fuso col Drago e ne condividi i poteri tipo Arthas e Ner'Zhul.
    Anche tu sei rifullato.
    Oltre alle tue abilità hai anche forza straordinaria e puoi usare i poteri della spada come normali abilità, senza quindi il grosso consumo di energia normalmente richiesto.

    Inoltre capisci che il suono dei tamburi che sentivi era una combinazione dei cazzottoni dell'Ecatonchiro e dei tamburi di Azathoth.
    Fondamentalmente un miscuglio di flashback del vietnam.
    Attualmente l'unica spiegazione che puoi darti è che sia derivante o dall'uso dell'anticosmo o dall'uso del Kaos. Cosa centrino i cazzotti dell'Ecatonchiro ti è ignoto.

    A voi :zizi:

    Termine venerdì 3 novembre

     
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    CRIMSON DEFILER

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    VI

    H53UqXK


    E così Gabriel capì.
    Fu come comprendere una battuta sporca sentita anni prima, quando la mente era ancora innocente per comprendere perché gli adulti attorno ridevano. Nel giovane in quell’istante si crea un desiderio di capire, un movimento, una nota mentale che porta al desiderio di essere come loro, di avere accesso a quelle piccole conoscenze proibite.
    Mentre il suo sangue nero colava dalle ferite per andarsi a disperdere nelle correnti del caos, Gabriel finalmente capì.

    Capì la grande menzogna con la quale si era vestito, la terribile verità nascosta tra gli atomi della spada Nidhoggr. Un’arma forgiata con il sangue di un male primordiale per combattere ciò che si nascondeva oltre il velo della realtà. Un’arma forgiata con il principio ideale del fuoco per combattere il fuoco. Le informazioni inondarono la mente di Gabriel e l’anima ed il cosmo si intrecciavano ad un livello più intimo con il servitore di Ymir, domato dagli Aesir, ma a malapena. Nidhoggr non era semplicemente una spada forgiata dagli Aesir per combattere i giganti nel tempo del mito, ma una reliquia, una mina inesplosa di quella atroce guerra primordiale tra le entità esulavano la comprensione mortale di Gabriel.

    Diventando Nidhoggr, Gabriel capì di non esserlo mai stato. Tutto quello che aveva fatto, gli atroci atti, il collezionare vite che reputava interessanti, l’abbeverarsi dei succhi mentali emessi nel momento in cui la psiche delle sue vittime si spezzava. Persino il lasciare le proprie prede a marinare nel terrore assoluto per tempo indeterminato, per ottenere quel sapore intossicante di follia. Tutto questo era Nidhoggr, era l’esprimersi del suo desiderio di nutrisi e crescere, di recuperare le forze in modo da tornare a portare distruzione nell’universo e ottenere la sua terribile vendetta. Gabriel aveva adorato ogni istante di tutto ciò, ma mentre le immagini del passato inondavano la sua conoscenza venne posto di fronte alla verità.
    Non si era abbandonato ai suoi appetiti, giustificandolo come necessario a mantenere la propria sanità mentale squassata da orribili brame. Aveva solamente nutrito la bestia parassita che si era portato dietro, raccogliendo le briciole di un potere che era solo una misera frazione dell’origine. La spada Nidhoggr era l’antenna con cui il drago nero raccoglieva forza sondando l’universo materiale.

    Alas poor Gabriel, pensò il cancro nero. Un pensiero soffocato dall’immane quantità di potere che lo stava inondando. Non un semplice accumulo di potenza cosmica, ma una evoluzione. Stava fondendosi completamente all’identità di Nidhoggr che si manifestava in quel punto, recidendo completamente il confine che li distingueva. Il drago nero ed il cancro nero coincisero in quella massa di metallo in crescita. La god cloth si espanse, divenne crudele, perse l’opulenza di un’armatura e cominciò ad ottenere l’utile di una evoluzione forzata. Le piastre si rimodellarono seguendo una struttura anatomica che non era propria del suo corpo, la coda decorativa divenne articolata e le braccia divennero appoggio per grandi ali e artigli capaci di recidere. Nella piena comprensione di cosa era diventato, la sua consueta forma draconica gli parve rozza e d’insulto. Un fantoccio che indossava una pelle di ciò che non aveva mai veramente visto. Oh, che folle fui, a fregiarmi di titoli e richiedere onori che non mi erano propri.
    O che non merito, realizzò Gabriel.


    Poiché la verità è che i draghi non sono l’apice evolutivo, la sacra bestia che ha il diritto di predare sui senzienti ad essi inferiori. Oh quanto sangue è stato versato nel suo universo di origine perché Gabriel potesse raggiungere una semplice verità.

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    I draghi sono mostri.

    Così il mostro al centro del mondo gridò, e la realtà stessa tremò alla sua voce. La risposta fu terribile. Le infinite forme del re rosso collassarono in un'unica massa caotica, un qualcosa che non aveva senso ma che allo stesso tempo aveva tratti che facevano capire che quel qualcosa ESISTE. Le propaggini sembravano danzare al ritmo della discordanza di flauti di strani metalli non visti e tamburi, il cui effetto sulla mente di Gabriel era ben più che percepibile. Quella non era musica in senso proprio, a Gabriel diede l’impressione che fosse quasi una coincidenza che quell’enorme qualcosa potesse essere percepito come “musica”. Una coincidenza che ciò qualunque cosa stesse generando tali suoni potesse avere qualcosa in comune con le specie all’interno dell’universo.

    Cosa. – Quella di Gabriel non era veramente una domanda. Non sapeva nemmeno come formulare tale pensiero. I tamburi, i tamburi erano ancora lì, echeggiavano dalle faglie dimensionali create dal loro giocare a fare dio, seguivano sempre quel ritmo fin troppo familiare, ma anche allo stesso ritmo con cui i colpi dell’ecatonchiro abbattevano le creature del chaos in quella stanza. Ma quel suono nella sua mente era troppo peculiare per appartenere a solo una delle due fonti…uno strano duetto era il pensiero più naturale che sorgeva nella sua mente, ma quale ne era il senso?
    Tra le infinite ipotesi che stavano scorrendo nella sua mente la più realistica era che parte di quei tamburi fosse la nefasta influenza dell’anticosmo – o del khaos – sulla sua anima, l’abusare di poteri nocivi per la realtà e unici nel loro genere tra i guerrieri mortali.
    L’ecatonchiro rimaneva un’incognita ed in ciò concordava con Furoris. Il piano del titano Giapeto era sconosciuto.

    L’assalto di Slaanesh ebbe inizio, con la promessa di un dolore che esulava la normale definizione della parola. Come già aveva fatto Gabriel impresse la propria volontà nell’ecatonchiro e i suoi cento arti andarono a disporsi in difesa di Candice e Black Star. Varie mani si incrociarono disponendosi attorno a loro, coprendo gran parte dell’area possibile ma lasciando comunque spazio per la visibilità e per poter decidere le loro manovre. Si trattava di un compromesso necessario per permettere loro di agire. Avvolgerli completamente li avrebbe protetti con più efficienza ma li avrebbe lasciati ignari di ciò che li circondava. Ciò che sarebbe passato oltre le dita sarebbe stato loro compito respingerlo.

    Gabriel si avvolse nelle ali metalliche. Ad una decina di metri di distanza dal suo corpo si formarono innumerevoli simboli alfanumerici, incisi nel tessuto della realtà e intrecciati in complicate forme geometriche ad elevata intensità formando la difesa più adatta ad un tale assalto. Quello che un tempo richiedeva un pensiero cosciente ora era istinto, l’immensa capacità di convertitore propria della spada ora era parte integrante della sua generazione cosmica. Il khaos divenne la sua perfetta difesa contro un attacco analogo e otto mani dell’ecatonchiro si disposero attorno alla sua posizione. Altrettante propaggini di tenebre intrise di simboli dimensionali divennero la messa a terra di Gabriel, per impedire che energie residue andassero in direzioni che non poteva controllare o prevedere.
    I tentacoli impattarono contro la sua difesa, ed in quel momento, sotto l’assalto di un vero e proprio dio Gabriel comprese appieno il fatto che la sua potenza ora era eguale. In quell’istante Gabriel era un Dio. Non un limite asintotico che non poteva mai eguagliare la potenza offensiva di un dio. Era all’apice, al centro del multiverso, vicino al dormiente Azathot, Gabriel aveva raggiunto il limite finale.

    Manipolando abilmente le dimensioni ed il Khaos che regnava sovrano in quel punto, Gabriel ridistribuì dinamicamente le proprie energie lungo il complesso schema della sua difesa, opponendo sempre nel momento giusto la ideale quantità di energia.
    Tuttavia il suo schema di pensiero era pur sempre limitatamente umano, perciò falle nei suoi calcoli erano inevitabili. Alcuni tentacoli impattarono contro la sua armatura, scaricando sul suo corpo l’orribile potenza di un dio del caos e squassando la sua struttura neurale.
    Ritornato nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali, Gabriel fu pienamente capace di provare quell’immenso dolore, che faceva impallidire qualunque cosa avesse provato nella sua intera esistenza. Un dolore che andava oltre il semplice concetto di sofferenza fisica. Il dolore archetipico era stato iniettato nella sua mente, già provata dall’influenza nefasta dei flauti e dei tamburi di Azathoth.
    Non poté trattenere un ruggito di dolore mentre i suoi nervi venivano squassati fin nel principio fondamentale.

    Altri tentacoli tentarono di avvolgersi sul suo corpo, ma Gabriel aveva già pronta una contromisura. Imprimendo la propria energia nella struttura difensiva creò un collasso dimensionale disintegrante che respinse i tentacoli più vicini in una cataclismica esplosione, in cui ogni colore si rimescolava forsennatamente in una cacofonia visiva.
    Da essa il drago sfrecciò fuori ad ali spalancate, tracciando una ampia traiettoria ad arco avvicinandosi a Slaanesh.
    Eruttando energia caotica da ogni fessura dell’armatura, il drago nero emise una immensa massa di potere distruttivo che lo circondò come una meteora di entropia, ben più grande di qualunque attacco un umano fosse in grado di generare. Un istante prima dell’impatto la massa di energia si sfibrò, sfilacciandosi in infiniti filamenti che si allargarono evitando l’impatto ma orbitando attorno all’immensa figura di Slaanesh, invadendo la realtà in infinite ramificazioni. Gabriel continuò a volare, superando alla velocità della luce e nello stesso istante le grandi mani dell’ecatonchiro comparvero con grandi lamenti metallici da altrettanti portali, cercando di afferrare il corpo deforme di Slaanesh e limitare i suoi movimenti, in modo da costringerlo a rimanere all’interno della struttura energetica che Gabriel aveva creato attorno a lui.
    Oltrepassato il dio del Khaos, Gabriel spalancò le fauci, vomitando sulla struttura cosmica una quantità immane di energia caotica e distruttiva, generata assorbendo direttamente quella che si agitava attorno a loro, nell’instabilità totale di quella battaglia. Quando il suo colpo andò a colpire il suo immenso costrutto, l’impalcatura formata attorno a Slaanesh, questa esplose in una reazione a catena di proporzioni apocalittiche, degna del potere divino che ora possedeva. Una serie di esplosioni a massima potenza e senza vera distanza l’una dall’altra, nella quale l’ecatonchiro avrebbe cercato di trattenere il dio del caos abbastanza a lungo da provocare danni considerevoli.

    H53UqXK
    IT'S AN ACQUIRED TASTE

    E8jlSll
    NOME ♦ Nidhoggr
    ENERGIA ♦ Divina
    CASTA ♦ Black Saint
    CLOTH ♦ Nidhoggr {X}
    STATUS FISICO ♦ ///
    STATUS MENTALE ♦ ///
    STATUS CLOTH ♦ ///

    RIASSUNTO AZIONI ♦ completo il layout domani sera

    ABILITA' UTILIZZATE ♦ ///

    TECNICHE UTILIZZATE ♦ ///
     
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    Back In Black - PART 8

    » Black Star

    VII

    Il fuoco della battaglia arde più intenso che mai nello spirito di Black Star mentre i suoi attacchi combinato con quelli di Candice bombardano il Re Rosso, messo in difficoltà anche dall'inusuale attacco di Gabriel.

    -MUORI! SCOMPARI!-

    Le urla di Black Star si perdono nel vuoto quando il tessuto dello spazio si ripiega su se stesso e poi esplode con violenza inaudita, scuotendo l'intero campo di battaglia con la sua onda d'urto e facendo sparire dalla loro vista l'immondo dio del caos.
    Black vorrebbe pensare di averlo davvero spazzato via, ma il suo immondo cosmo non è minimamente sparito, anzi, sembra essere ancora più diffuso, una presenza soffocante e infida che ricorda a tutti loro quanto orrendo sia l'essere che stanno affrontando.
    Sull'attenti, cerca di pensare a quale potrebbe essere la prossima mossa, ma viene distratto inevitabilmente da quello che sta accadendo a Gabriel: nella foga dello scontro non gli ha prestato la dovuta attenzione e si accorge della mutazione del Cancro solo quando ormai ha abbandonato totalmente le sembianze umane e non solo quelle.
    Il ragazzo ha già visto Gabriel in forma di drago in svariate occasioni, sia a giro sull'isola che in battaglia, ma quello che sta diventando adesso non sembra avere nulla a che spartire con quella forma draconica che il rosso ha assunto più volte. Basta uno sguardo per capire che quello in cui sta mutando è qualcosa di molto di più. Quell'empietà alata è talmente impressionante da far dimenticare per un attimo a Black chi stiano realmente affrontando, perchè l'istinto lo porta quasi ad attaccare anche quello che adesso è diventato Gabriel, qualunque cosa sia.

    Sin dall'inizio degli scontri sulla Death Queen Island, Gabriel si è spinto sempre di più oltre il normale limite umano del suo corpo e dei suoi poteri, tanto che durante lo scontro con Ataraxia è stata letteralmente la spada l'unica cosa a portarlo avanti attraverso il costante scambio di colpi. Black ha sempre saputo che quel momento sarebbe arrivato dopo aver visto il comportamento di Gabriel per tutto quel tempo. Ormai il confine che lo ha separato dal diventare uno con la spada è scomparso, probabilmente è stato lui stesso a distruggere quel che ne è rimasto fino a pochi istanti prima.

    -Cosa hai fatto, Gabriel..-

    Sembra impossibile, ma perfino la straordinaria trasformazione di Gabriel in dragone passa in secondo piano negli istanti successivi, perchè la mossa di Furoris è quasi paragonabile ad uno scacco matto. Come immaginato da Black, non è certo stato distrutto e la sua voce adesso echeggia in quello spazio vuoto, zittendo perfino il ruggito del drago. Mentre gli squarci dimensionali provocati dall'ultima pioggia di colpi improvvisamente iniziando ad allargarsi come macchie di olio nella realtà, una cacofonia difficilmente definibile musica si diffonde per fare da accompagnamento al grande ritorno del Re sulla scena. Ne compare un primo, un secondo e poi un terzo. Senza fermarsi innumerevoli copie dello stesso dio cominciano ad apparire da ogni parte, dirigendosi di fronte alla tomba per unirsi in quello che agli occhi di Black sembra sempre di più una mostruosità inconcepibile per una mente come la sua.
    Quel corpo talmente orrendo e sbagliato da ferire la vista si completa più rapidamente di quanto si potrebbe credere, ma la voce di Furoris non è cambiata nonostante il suo corpo adesso non abbia nemmeno il vago ricordo di una forma umana.

    E cosa può fare una creatura semplice e nuova a simili eventi come Black Star? Solamente una cosa: accettare la natura delle cose per com'è. Potrebbe passare il resto dell'eternità ad interrogarsi su cosa sia realmente l'orrore che è diventato Furoris, su che cosa significhi essere giunti alla fine dell'esistenza dell'universo come lo conosce e che fine faranno tutti loro, ma non è il momento e a lui non interessa davvero. Come Gabriel ha accettato la sua natura di mostro fino alla fine e tutto quello che ciò comporta, Black deve abbracciare la sua in un momento come quello: lui è un'arma. Un'arma non si fa domande, non si preoccupa delle sorti dell'universo, si preoccupa esclusivamente di se stessa, del proprio obiettivo e di tutto quello che sta nel mezzo.
    Che sia Candice ad impazzire per quello che è successo al marito e per l'orrore cosmico che adesso si staglia di fronte a loro minacciando la morte stessa dell'universo, quello non è affare suo. L'unica realtà nella mente di Black Star ormai è solo il combattimento e nient'altro.

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    La massa di tentacoli che si abbatte su di lui trova ad ostacolarla alcune delle mani dell'ecantochiro, poste lì da Gabriel il sua difesa. Evidentemente, anche se ormai è andato oltre il punto di non ritorno, è ancora capace di distinguere amici e nemici, almeno per il momento. La difesa poderosa offerta dal gigante è vitale, ma non tutti i colpi vi rimbalzano sopra e ad aspettarli c'è una sfera di cristallo rotante che avvolge completamente Black Star. La superficie di quella sfera è composta da una miriade di cristalli affilati e taglienti, rendendo il suo moto rotatorio una vera tempesta di lame pericolosissima per qualunque cosa si avvicini ad essa. Poco importa, però, ai tentacoli, che incuranti di tutto si schiantano su di essa con una forza impressionante, tanto che un singolo colpo è già sufficiente a mettere a dura prova l'integrità del costrutto. Il cristallo è stato disposto in più strati che possano muoversi tra di loro, ma anche in quel modo la difesa del ragazzo viene quasi polverizzata dalla rapida successione di attacchi che gli piovono addosso, incuranti almeno all'apparenza di cristalli affilati che volano ovunque e si conficcano nella carne.
    In mezzo a quella serie di colpi, con la sua difesa totale in frantumi, Black è costretto a cercare di deviare i colpi successivi con l'asta della sua arma e la telecinesi, ma la forza di quei colpi è troppa. L'urto con uno dei tentacoli spedisce Black direttamente contro una delle mani del gigante centimane, strappandogli tutta l'aria dai polmoni e rompendogli le costole incrinate, oltre a spaccargliene qualche altra. Il sapore di sangue torna a farsi sentire per l'ennesima volta nei suoi polmoni, ma tutto quanto il suo essere è divorato da un dolore talmente atroce da impedirgli persino di respirare per lunghi istanti. Il suo sistema nervoso è come arso vivo, mentre il dolore rimbalza da un capo all'altro del suo corpo.
    Quando finalmente l'effetto si placa, Black inspira finalmente, riempiendo i polmoni vuoti. Le costole rotte fanno un male cane, ma rispetto a quello che ha appena provato sembrano quasi piacevoli.
    Più indemoniato di prima, Black si volta verso il corpo abominevole di Furoris, richiamando a sé il proprio cosmo con tutta la forza che il suo potere preso in prestito gli consente. Tutti i frammenti di cristallo sparsi nel vuoto dalla furia dell'ultimo attacco del dio del caos si riordinano, dirigendosi in un istante verso le braccia distese di Black Star, unendosi tra di loro e al cristallo che intanto lui sta creando per colmare gli spazi. Prima ancora di aver ripreso fiato, afferra saldamente l'asta della sua alabarda, che adesso è diventata la minuscola elsa di un'arma ben più grande: uno spadone di cristallo grosso letteralmente un centinaio di metri composto da tutto il cristallo sparso fino a quel momento per il terreno di scontro e anche di più.

    -Puoi diventare grosso quanto ti pare, mi basta creare un'arma abbastanza grande da ucciderti lo stesso-

    Con l'aiuto di una poderosa spinta telecinetica, la lama si abbassa in verticale a velocità luce, abbattendosi sul corpo mostruoso di Slaanesh con l'obiettivo di tagliarlo in due e poi far esplodere la lama in milioni di frammenti nelle sue carni lacerate.

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    Nome ★ Black☆Star
    Energia ★ Suprema+
    Cloth ★ Black Aries
    Status Cloth ★ Indossata - Grado 8
    Status Fisico ★ Articolazioni molto doloranti, svariate costole rotte, senza fiato
    Status Psicologico ★ Killing machine
    Riassunto ★ Mi difendo dai tentacoli sia con le mani dell'ecantochiro che con una sfera a più strati di cristallo rotante, che però non regge ai colpi e si frantuma in mille pezzi. Cerco di difendermi in extremis con l'asta dell'arma, ma non riesco a bloccare e vengo sbattuto via contro una delle mani da un tentacolo, che mi spacca un po' la cassa toracica. Soffro come un cane, ma finito l'effetto dello shock mi giro verso il bastardone e, dopo aver creato la spada più fottutamente grande che posso, provo ad affettarlo in due e poi fargli esplodere la lama dentro.

    ABILITA’ ★ ORIUM NERO
    La furia istintiva di Black Star, unita al suo cosmo, si manifesta al suo comando sotto forma solida, tramutando il suo intento omicida, la sua ira e più in generale tutte le sue emozioni più violente in un cristallo nero come la notte e incredibilmente duro. Scoperto in tempi antichi, si tratta di un materiale molto pericoloso, capace di immagazzinare l'energia mentale al proprio interno, sia per scopi offensivi che difensivi. Questo cristallo, non solo è una incredibile arma di offesa e difesa grazie alla sua durezza incomparabile ad uno costrutto generato da un cosmo di pari livello, ma possiede qualità nascoste che lo rendono ancora più temibile sia in attacco che come protezione. Essendo generato da pensieri ed emozioni tanto violente, che il cristallo trattiene al proprio interno, il contatto con qualsiasi altra entità diversa dall'Ariete Nero causerebbe danni alla mente della vittima, privandola di energie mentali in modo doloroso, con conseguente disorientamento e debolezza. Le qualità del materiale, oltretutto, gli consentono di assorbire le energie mentali di eventuali attacchi, risultando un'efficace difesa contro gli avversari che cercano di colpire con offese mentali. Ogni cristallo, essendo legato alla mente del suo creatore in modo diretto, oltre ad arrecare danni alle altre menti può anche sopraffarle; se il cristallo è ancora in contatto con il bersaglio, può agire come un vero e proprio parassita aggressivo, invadendolo e prendendo il controllo di parti più o meno estese del corpo a seconda della quantità di cristallo e delle differenze di potere cosmico, rivoltando il nemico contro se stesso.

    ★ TELECINESI
    La volontà di Black Star, grazie al cosmo, è capace anche di modificare il mondo attorno a lui, imponendosi sul regolare corso degli eventi. I comandi che impartisce alla materia vengono eseguiti; se ordina ad un masso di sollevarsi esso lo fa, se un avversario deve piegarsi al suo cospetto una violentissima pressione lo schiaccerà al suolo. Al suo volere, la materia può esplodere o comprimersi, spostarsi o rimanere immobilizzata, essere scagliata in cielo o premuta per terra fino a ridursi in polvere. In termini pratici, questo potere rende anche Black Star capace di levitare, deviare colpi diretti a lui o persino respingerli e utilizzare l’intero campo di battaglia come un’estensione di sé.

    Bonus nera: Il potere telecinetico di Black Star ha raggiunto una potenza e una precisione tale da poter arrivare a scuotere gli atomi che compongono la materia singolarmente, annullando la forza dei legami che li tieni uniti. Di fatto, i suoi colpi telecinetici riescono letteralmente a distruggere la struttura della materia, qualunque essa sia: armi, difese, persino esseri viventi. Subire quei colpi significherebbe vedere il proprio corpo essere frammentato e cancellato, rendendo, quindi, il potenziale offensivo e difensivo della telecinesi enormemente maggiore. Solamente un potere cosmico sufficientemente potente può prevenire questi effetti, o quantomeno mitigarli per renderli meno dannosi.

    ★ TELETRASPORTO
    Se normalmente un corpo ci metterebbe del tempo a raggiungere un luogo diverso da quello di partenza ma comunque nelle vicinanze, Black Star ha invece il potere di compiere, anche se con un certo dispendio di energie, il tragitto in meno di un istante, non importa quale siano gli ostacoli che lo separino dalla sua meta. Questo vero e proprio teletrasporto consiste nella scomposizione completa della materia che compone il corpo di Black e la ricomposizione praticamente nello stesso istante, soltanto in posti diversi. E’ comunque possibile che un colpo molto ampio e devastante sia in grado di arrecargli danni persino durante lo spostamento dei suoi atomi. Inoltre, per quanto utile e versatile questa sua capacità possa essere, la quantità di energia richiesta per compiere il teletrasporto lo rende troppo rischioso da eseguire più volte durante un combattimento, costringendo Black a farne un uso limitato.

    ★ TELEPATIA Con un minimo di concentrazione e cosmo, Black riesce a fare a meno della comunicazione verbale e ad accedere alla forma superiore di dialogo: quello tra menti. Nel remoto caso che il suo pensiero sia rivolto a qualcuno all'infuori di se stesso, può direttamente parlare direttamente con la mente di quest'ultimo, con uno scambio di informazioni immensamente più rapido ed efficiente del normale parlare, nonché più discreto.


    TECNICA //
     
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    on il potere che ancora si stava scatenando dalle sue mani, Candice percepì un suono metallico e liquido, quasi di risucchio; il respiro mozzato; il metallo che sgretolava altro metallo e il sangue nero e colloso cadere dalla lama e perdersi in quel buio infinito dove stava chissà come poggiando i piedi.
    Per un attimo, la figura di Gabriel si confuse con tutto ciò che li circondava. Poi cominciò a distinguerne i contorni, in un modo che non riuscì neppure lei a spiegarsi (abitudine? proiezione mentale? immaginazione?) e li percepì stirarsi dolorosamente, allungarsi nella figura draconica a cui era abituata ma...ma stavolta, non la riconosceva. Non c'era più familiarità in essa e faceva fatica a percepirvi Gabriel all'interno, nonostante fosse sicura che fosse ancora lì, da qualche parte. O forse era lei che si stava facendo troppe illusioni, dopo tanto tempo passato al suo fianco?
    Sospirò, ebbe il tempo solo di quel semplice gesto per esprimere il proprio dolore. Potevano essere gli ultimi momenti in quella realtà e non aveva occasione neanche di piangere, di disperarsi o, semplicemente, di chiudere gli occhi e lasciarsi cadere. Chissà dove sarebbe atterrata, in quel vuoto al centro del multiverso?

    Poi il drago ruggì e la realtà si crepò di fronte a quella dimostrazione di forza e liberazione. Non fu un qualcosa di volontario, come il taglio sulla tela di un artista che ha deciso di averne abbastanza dei normali mezzi espressivi; no, fu come tessuto che raggiunge il limite e le fessure cominciarono a sfilacciarsi e squarciare il nero intorno a loro, dando su uno spazio ulteriore e ancora più vuoto. Candice percepì il freddo fuoriuscire da quei tagli, percepì l'assenza come veri e propri buchi nella propria percezione e indietreggiò di riflesso nel sentire che, contrariamente a ogni buonsenso, in quel vuoto c'era qualcosa.
    Qualcosa la cui semplice percezione la paralizzò completamente. Si dimenticò di respirare, mentre il cuore si tuffava da un'altezza indefinita e precipitava sempre più giù, sempre più lontano nel tentativo di non sentire cosa seguiva quella cacofonia agghiacciante di cui lei riusciva a percepire le sfumature più sottili: erano fiati di mille bocche in un solo strumento, tamburi suonati senza avere le mani, un'orchestra che non aveva il minimo senso di esistere e che non doveva suonare per orecchie umane.

    Smettila...

    Pensò, quasi sconnessamente mentre fissava quel vuoto e il freddo le artigliava la schiena e cercava di distogliere lo sguardo da quel vuoto e da ciò che risiedeva al suo interno.

    Smettila...!

    Il Re Rosso ritornò, nella sua vera forma, e ne pronunciò il nome. Candice si prese la testa fra le mani e strinse, cercando di impedire la sensazione di pressione al suo interno. Forse se la stava immaginando, ma ogni parte del suo corpo aveva realizzato e in quel momento voleva muoversi in direzioni casuali, opposte, in un istinto di autoconservazione che era solo motivato dalla disperazione purissima.
    Accolse il dolore quasi con sollievo: le impedì di pensare oltre e forse fu quello che salvò la sua psiche dal collassare su se stessa, seguendo il ritmo di quei tamburi folli in un lento circolare che ogni creatura dell'universo doveva solo sperare fosse eterno. Le impedì di pensare a quello che stavano facendo, a come fossero completamente soli nel farlo.

    Non doveva forse essere quella una battaglia da affrontare insieme? In cui guerrieri di ogni schieramento si univano contro una minaccia totale, che minacciava di annichilire ogni frammento del mondo in cui si stavano combattendo?
    Erano soli. Erano in tre e stavano affrontando il nemico a pochi passi dal bottone che avrebbe decretato la parola Fine e a tutto.
    Ma non riuscì a pensare a questo. Non riuscì a pensare neppure che, prima di morire, avrebbe voluto dare un bacio sulla fronte di suo figlio e stringerlo forte, dirgli che non c'era niente da temere.

    Ci fu solo il dolore e Candice da quel momento smise di considerare la sofferenza come prima. Non sarebbe mai più esistito niente in grado di causarle un dolore simile a quello che Slaaneesh inflisse a lei e ai suoi compagni. Fu per pochi istanti - la difesa si erse quasi in automatico quando gli immensi palmi dell'Ecatonchiro si schiantarono intorno a loro - ma bastò un singolo frammento andato a segno per farle desiderare che Azathoth, il Folle Dormiente, si svegliasse davvero e ponesse fine a tutto questo.
    Si riprese con il sapore del sangue nella bocca e il corpo piegato in una posizione innaturale, schiantato contro la creatura mitologica senza la cui barriera sarebbero stati cancellati dall'esistenza.

    Vide Black Star rialzarsi, il respiro rotto come parte del suo corpo. Per un attimo la donna si chiese a che pro. Che cosa spingeva quel ragazzo, che a conti fatti aveva cominciato a vivere da poco, a non arrendersi anche di fronte all'evidenza?
    La domanda fu talmente sciocca che la risposta le si palesò da sola e, se farlo non le avesse fatto male, sarebbe scoppiata a ridere a crepapelle in mezzo a quel combattimento.
    Perché erano loro l'unica speranza per il mondo. Black Star probabilmente non la pensava così, ma una parte di lui un giorno avrebbe compreso cosa aveva spinto quei tre Black Saint a combattere fino all'ultimo una battaglia senza senso. Era quello che stavano facendo da sempre, quello che si erano prefissi di fare fin dall'inizio.

    Gli uomini stavano combattendo gli dèi.

    Strinse il pugno e fece leva su di esso per alzarsi, con il sangue che sgorgava dal sorriso che le si era aperto sul volto.

    Mi senti, my love? Sei ancora lì? Mi avevi promesso che un giorno avrei affrontato un dio...è stata una delle poche cose a cui non ho mai creduto.

    Fece un passo in avanti e l'aria cominciò a vorticare intorno a lei in direzioni casuali, avvolgendola come una statua salda in mezzo a una tempesta. Le mani si sollevarono, la sinistra aveva un angolo strano ma non vi badò.

    Ora lo stiamo facendo. Siamo alla fine dell'universo e non vedo nessuna armatura d'oro.
    Vedo solo nero.


    Forse stava diventando pazza sul serio. Ma come biasimarla? Lei però non si era mai sentita più lucida mentre l'aria veniva liberata intorno a lei in fasci precisi, perfettamente calibrati per trafiggere ognuno dei singoli portali ancora boccheggianti su quella dimensione e impalare sul colpo qualunque cosa fosse uscita da essi. Tuttavia, i fasci si sarebbero aperti dopo essersi gonfiati alla fine, prima di esplodere in un folle turbine che avrebbe cercato di riempire ogni fessura, rimanendo appena sul bordo di essa eppure quasi dentro, e triturare fino all'ultimo frammento.

    Vedo solo noi.

    narrato | « parlato » | pensato | « parlato altri » | ? telepatia ?
    raozhc7

    NOME • Candice P. Hayez
    ENERGIASuprema+
    CLOTH • Black Scorpio {VIII}
    STATO DELLA CLOTH • Perfetta
    FISICO • Braccio sinistro rotto, costole rotte, stiramenti e strappi muscolari generici
    MENTALE • Back to black

    RIASSUNTO AZIONI • Mentre i ragazzi si occupano del nostro dio, io mi occupo dei portali: non passeranno :addit:
    ABILITÀTECNICHE

    Toxicity

    Nei secoli la Black Cloth di Scorpio lascia una scia di sangue che lega assieme tutti i precedenti proprietari come un filo rosso. L'abilità principale che contraddistingue i detentori di questa armatura è il possedere un particolare controllo sul sangue, contaminato da un'antichissima maledizione che lo rende un veleno mortale. Il dominio di questa abilità permette di creare, sotto dispendio di Cosmo, quantità di sangue velenoso o utilizzare quello già presente (dentro al corpo o schizzato fuori a causa di ferite) per creare attacchi letali, armi o barriere difensive. Inoltre, grazie ad un limitato controllo sulle componenti biologiche del sangue, Candice può fermare emorragie, proprie o altrui usando il proprio sangue coagulato come barriera fisica sulla ferita.
    Diversamente dal Saint di Pisces, il veleno che satura il sangue del possessore scorre normalmente inerte nelle vene; essendone però ogni cellula impregnata senza rigetto, questo rende il possessore immune ai normali veleni naturali e artificiali presenti nel mondo [ESEMPIO: cianuro di potassio, curaro, veleno di scorpioni, rane, serpenti..] e anche alla maggior parte delle malattie (!!! ma ovviamente ciò non si applica nel modo più assoluto ai veleni o in generale agli agenti di natura cosmica).
    Reagendo con un aumento di Cosmo del corpo ospitante esso diventa in grado di distinguersi in varie composizioni:
    Opium ~ la presenza di questo veleno nel corpo dell'avversario implica un rilassamento generale dei muscoli e della mente, accompagnato ad una percezione sempre più debole del dolore fisico. Man mano che entra in circolo in quantità sempre maggiori, l'avversario potrebbe provare una crescente sensazione di pace e perdita della voglia di combattere, ma il rilassamento sempre maggiore delle funzioni corporee potrebbe portare a problemi respiratori. [Only GdR: una dose massiccia di questo veleno potrebbe portare alla morte dell'avversario per insufficienza respiratoria]

    Walkin' on Air

    Il controllo completo sull'elemento Vento da parte della Black Saint è un'altra abilità legata alla Black Cloth: gli attacchi che da esso derivano, spesso e volentieri combinati con il sangue velenoso di Candice nelle sue varie composizioni, la rendono una temibile avversaria specializzata nel combattimento a distanza - sebbene non sia da sottovalutare la versatilità di questo potere anche nel combattimento ravvicinato. Il livello di abilità raggiunto è ormai tale da permettere a Candice di manovrare la pressione e la quantità di ossigeno all'interno del suo campo d'azione [in seguito all'up dell'abilità a Energia Nera], ampliando ulteriormente la gamma pressoché infinita di attacchi o azioni possibili; partendo da semplici lame di vento, così sottili e veloci da potersi insinuare nelle giunture dell'armatura avversaria, fino ad arrivare a tifoni di proporzioni immense a causa dei quali persino l'ossigeno scompare, non c'è limite alla fantasia con questo elemento caratterizzato dall'essere pressoché invisibile e letale allo stato naturale.
    Inoltre Candice, manovrando le correnti sotto di lei, può utilizzarle per volare [Only GdR e da ritenersi come "camminare/correre sostenuto dalle correnti"] o compiere balzi ad altezza spropositata, spostamenti laterali improvvisi o addirittura, opponendo un forte vento contrario, rallentare e deviare colpi di tipo fisico o Cosmico.

    Animal I Have Become

    Lo scorpione è un predatore, e come tale deve servirsi di sensi superiori alla norma per cogliere di sorpresa le proprie prede: è così che Candice ha acquisito una vista, un udito, un odorato, un tatto e un gusto superiori alle normali capacità di un essere umano e di anche di un normale Cavaliere. Questa abilità la rende in grado di percepire l'avversario o i suoi attacchi semplicemente dalla vibrazione che essi producono nell'aria o sul terreno non appena entrano nel suo campo d'azione, rendendola un avversario difficile per chi usa le Illusioni Ambientali [non è da considerarsi un'immunità, bensì una leggera resistenza ad attacchi di questo tipo, inversamente proporzionale all'Energia avversaria]; inoltre, la sua vista potenziata le permette di vedere anche nella penombra più oscura, purché ci sia una fonte di luce, ma non nella totale oscurità (dove invece entrano in gioco gli altri sensi in maniera altrettanto efficace per compensare la mancanza). L'udito fuori dalla norma le permette invece un'equilibrio impressionante.
    N.B. Questa abilità influenza sì i sensi, ma non il tempo di reazione o in generale i riflessi, a differenza dell'abilità Istinto Animalesco.

    Toxicity

    Nei secoli la Black Cloth di Scorpio lascia una scia di sangue che lega assieme tutti i precedenti proprietari come un filo rosso. L'abilità principale che contraddistingue i detentori di questa armatura è il possedere un particolare controllo sul sangue, contaminato da un'antichissima maledizione che lo rende un veleno mortale. Il dominio di questa abilità permette di creare, sotto dispendio di Cosmo, quantità di sangue velenoso o utilizzare quello già presente (dentro al corpo o schizzato fuori a causa di ferite) per creare attacchi letali, armi o barriere difensive. Inoltre, grazie ad un limitato controllo sulle componenti biologiche del sangue, Candice può fermare emorragie, proprie o altrui usando il proprio sangue coagulato come barriera fisica sulla ferita.
    Diversamente dal Saint di Pisces, il veleno che satura il sangue del possessore scorre normalmente inerte nelle vene; essendone però ogni cellula impregnata senza rigetto, questo rende il possessore immune ai normali veleni naturali e artificiali presenti nel mondo [ESEMPIO: cianuro di potassio, curaro, veleno di scorpioni, rane, serpenti..] e anche alla maggior parte delle malattie (!!! ma ovviamente ciò non si applica nel modo più assoluto ai veleni o in generale agli agenti di natura cosmica).
    Reagendo con un aumento di Cosmo del corpo ospitante esso diventa in grado di distinguersi in varie composizioni:
    Lysergium ~ quando entra in circolo, questa composizione agisce principalmente come un potentissimo allucinogeno; i suoi effetti coinvolgono tutti e cinque i sensi in spaventose illusioni molto reali con un effetto simile ai "bad trip" causati da alcune sostanze presenti in natura, accompagnati da forti sensazioni di ansia e paranoia. Lo scompenso sensoriale inoltre può causare ipersensibilità al dolore crescente, che insieme alla paranoia possono condurre alla follia.
    [Precisazione: diversamente rispetto all'abilità Illusioni Mentali, la percezione e la reazione al trip stanno all'avversario; il possessore dell'abilità non può controllare le visioni.]
     
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    L
    a folle energia del Caos ruggisce e si espande priva di controllo.
    La forza della collisione divina è indescrivibile.
    Lo spazio viene percorso da una serie rapidissima di onde, come fosse un mare in tempesta, mentre le crepe dimensionali si estendono.
    Legami cosmici si rompono e si riformano, in un groviglio primordiale che nessun occhio mortale ha mai visto.

    I tentacoli del Re Rosso si disintegrano e si riformano, vincendo via via il contrasto con l'Ecatonchiro.
    Il mare oscuro di del Drago Nero continua a ribollire e a rovesciarsi sul Dio del Caos, che risponde con un maelstrom di saette rossastre.

    Mentre lo scontro titanico è in atto alcuni suoi tentacoli vengono recisi appena fuoriusciti dai portali, dai vortici mortali creati da Candice e potenziati dall'essenza della Mietitrice.

    Approfittando della distrazione causata dall'evento, Black scaglia l'enorme costrutto di cristallo colpendo al petto Slaneesh.

    Le sue grida di dolore e piacere squarciano lo spazio e le menti, ed il suo corpo inizia a scomporsi in milioni di filamenti nerastri.

    Come un esercito infinito di serpi corrono verso l'alto e rompono il velo dello spazio.
    Le crepe si estendono fino a creare un enorme voragine oltre la quale è l'orrore più assoluto.
    Il centro della Dimensione Oscura, il groviglio di energia dimensionali in cui il Caos regna incontrastato.

    Il Dio del Caos intesse nuovamente i suoi tentacoli in una forma - se possibile - ancora più orribile.
    bf16a46c502ebd8295287050a53d1fb7

    Aaaah... niente è come la propria casa ahahahahahah

    Tra quelle che dovrebbero essere le sue colossali mani inizia a concentrarsi una quantità considerevole di energia caotica.

    Potrei stare qui tranquillamente ad attendere l'arrivo di Malal dal Sottosopra, ma ho deciso di mostrarvi un frammento dell'immenso potere racchiuso in quella che così prosaicamente chiamate Dimensione Oscura

    Lo spazio inizia ad irrigidirsi attorno alle vostre membra e a raggrupparvi come in una prigione invisibile.

    E' stato divertente, spero che le vostre essenze sopravvivano al contatto con il Caos Vivente, così che possa gioire della vostra compagnia per sempre...

    L'energia viene vomitata verso di voi, ma non come una normale colonna di anticosmo.
    Sembra più un enorme serpente... o peggio.
    L'anticosmo sembra animarsi in una sorta di verme colmo di fauci fameliche, ognuna delle quali grida nomi blasfemi che frantumerebbero le menti di chiunque non abbastanza potente.
    SqfnGDx

    Persino lo spazio si piega e si ritrae all'approssimarsi di quella che è la somma degli orrori cosmici, l'essenza stessa della sacrilega energia chiamata Anticosmo...

    eqoBy1Q




    Bon, l'attacco """""""""debole""""""""" è la prigione spaziale con cui cerca di bloccarvi per fare strike con l'attacco potente che altro non è che un'evocazione.
    L'evocazione è energia divina e consiste in un elementale di anticosmo con forza straordinaria.
    Praticamente è un treno di dolore assoluto che sta per piombarvi addosso, treno potenziato dalla prossimità con l'origine del Caos, quindi non basta la sola energia di Gab a contrastarlo.
    E' il colpo finale :zizi:

    A voi :zizi:

    Termine mercoledì 15 novembre

     
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    Last Argument of the King



    Tu l'hai deciso.

    Sosteneva una vocina profonda, soffocata, come un suono che viene attutito dalle onde del mare e scende sempre più in profondità fino a svanire.

    Essi non sono altro che un mezzo non è vero?

    Continuava nonostante la distanza. Si infilava come una serpe viscida tra i suoni cacofonici fino ad arrivare ad intaccare una parte ormai incrostata di quello che prima doveva essere l'ultima brace di vita umana rimasta nel corpo mosso a marionetta dalla sola determinazione cieca.

    Il dio del caos, l'interminabile numero di entità che ne componevano un unicum impossibile da comprendere per una mente semplice, si agitava frenetico al di fuori mentre dentro il capricorno nero vigeva un silenzio assoluto di poco disturbato da quella vocina il cui arrivare causava piccole scosse e un lieve riverbero nel suo essere.

    Come isolato, chiuso in una teca di oricalco nero ed anime e aberrazioni e mostruosità, egli non era più. Oramai fuso indissolubilmente a tutto ciò che aveva assorbito, a cominciare dalla mietitrice d'anime, Ben aveva soffocato anche il suo nome, quelle poche sillabe in cui nemmeno chi lo vedeva da fuori poteva riconoscerlo. Quello era il destino di chi, con estrema volontà e solo di essa armato, vuole raggiungere l'apice della potenza. Non un dio che è carburato da se stesso e dalla venerazione altrui, non un uomo, perché non più tale poteva dirsi, né un mostro, come la maestosamente terribile creatura in cui Gabriel si era infine tramutato o meglio era ritornato. No.

    Egli era qualcosa di alienamente estraneo a tutto ciò.

    Quanto ancora vuoi divorare? Quanto ancora vuoi assimilare fino a perdere completamente te stesso?

    Ancora una volta la voce serpeggiò nel caos esterno che oramai risuonava come ovattato e anch'esso distante.
    Le gambe si mossero, spinte da quella nuova energia esse non sostenevano alcun peso, il corpo era solo l'ennesimo vettore, l'ennesima arma, una spada senza filo e senza punta, senza manico e senza inizio né fine. Quel disarmonico e comunque esteticamente logico ammasso di muscoli, organi e budella, rinchiuso in quell'armatura corrotta dall'abominio dell'Underworld e dalla sua profonda conoscenza, quei sensi così innaturalmente acuiti e quel cosmo, se tale poteva definirsi l'energia che scaturiva, erano l'apoteosi del concetto di taglio. Non più un cavaliere, un mostro o un dio dunque, ma un concetto incarnato. La scintilla primordiale che diede l'idea di dividere, separare, tranciare, squarciare per poi divenire atto in se.

    Dunque è questa la tua decisione.

    Non una domanda ma un'affermazione. L'idea superò la corteccia, il manto rigido, l'incrostazione e la corruzione, evitò il morbo e raggiunse quella brace umana, ultima superstite e completamente inconscia.

    Un turbinio nero di immateria dell'Underworld preannunciò la sua apparizione sul dorso del drago nero. Mosso a velocità indicibile lo usò come trampolino di lancio, senza considerazione della sua presenza se non come di vettore fisico. Un singolo grugnito a indicare l'aria pesante, il caos che ne rallentava i movimenti, gli occhi puntati sull'enfiata mostruosità che veniva vomitata sotto di lui dal dio del caos, il balzo fu il vero sforzo. Poco controllato per via delle energie caotiche quasi rischiava di essere spazzato via, il corpo resistette come poteva, il dolore...quello era una costante ormai dimenticata. La parabola discendente iniziò poco prima di quanto la parte puramente analitica del suo nuovo se avesse calcolato. Evidentemente le energie sfruttate anche solo per muoversi in quel frangente dovevano essere molte più delle previsioni fatte alla velocità superiore a quella della luce, ma sapeva come adattare la cosa. Invece di puntare all'apice più alto della creatura divina e tranciarne quella parte avrebbe puntato ad un affondo.

    COSA SEI TU?

    L'ultima voce giunse dal profondo con una sorta di esplosione. L'ultimo colpo di coda di una bestia morente un tempo maestosa e potente ed ora soppiantata dal giungere della fine del suo tempo. Per un attimo la brace si tramutò in fiamma, colpita come un ovulo da un seme di vita. Il corpo agì d'impulso, le mani rotearono la lama verso il basso, i piedi si rannicchiarono in avanti quasi a voler toccare la guardia della spada in una posizione animalesca che nulla aveva a che vedere con l'eleganza, uno sforzo di energia tale che quasi sfibrò ogni parte della sua entità fisica incastrata nell'armatura nera. E quella voce roca che si espanse nell'aria come a rispondere al caos che lo circondava quando invece rispondeva proprio a quella domanda.

    SILENZIO!







     
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    VII

    H53UqXK

    Gli eventi precipitarono con violenza.
    Gli attacchi combinati dei black saint ebbero il loro effetto nel lacerare la forma enfiata di Slaanesh, dio dei piaceri carnali di quella gorgogliante oscenità che veniva chiamata Chaos. Fondamento portante della realtà come era conosciuta da loro, la massa gorgogliante di tentacoli gemettero e godettero squassati dalle sensazioni fisiche, in coro con i toni monotoni e devastanti provenienti dalla sfera al centro del multiverso. Qualunque cosa, qualunque sultano demoniaco si trovasse a schiumare e bestemmiare all'interno di quella singolarità, Nidhoggr era assolutamente votato ad impedire che venisse liberato dagli sforzi congiunti dei due dei del Chaos. Il drago nero aveva cominciato a percepire Malal, attraverso le vibrazioni dimensionali comandate dalla spada viola, in continuo avvicinamento ed il suo grande cuore nero cominciò a battere più rapidamente. Eccitazione, ansia, panico. Nessuna di queste era una emozione valida al momento in quel costrutto spirituale che era diventata l'unione di Gabriel con la spada maledetta. Aveva perso qualunque metodo di riferimento dalle normali costruzioni mentali e sociali della sua precedente specie, in quanto il drago nero originava da al di fuori dell'universo abitato dalle normali creature mortali e divine.

    Lo spazio si torse sotto la carne di Slaanesh, spalancando una voragine che le conoscenze di Nidhoggr identificarono subito come la dimensione oscura, in cui il dio del Chaos ottenne una nuova ed empia forma. Colossale e in grado di mettere alla prova l'integrità cerebrale del recipiente del drago nero. Le squame della sua armatura metallica cominciarono a vibrare in risposta ad una alterazione così violenta ed ingiusta della realtà che li circondava. Torreggiando su di loro il dio accumulò potere così vasto da mettere definitivamente in forse la sopravvivenza di quel gruppo, e Nidhoggr contemporaneamente fece fluire il suo Khaos a sua volta, smantellando la realtà in un processo dinamico e controllato e continuando ad emettere Khaos e tenebre in quantità illimitate.
    Ancora una volta lo spazio si ripiegò sulle sue membra per bloccarlo e sibili di rabbia uscirono dalle zanne del drago nero, sibili di rabbia e frustrazione, ferite nel concetto chiamato suono poiché quei suoni non erano di creature esistenti.

    Benoit, apparentemente libero da costrizioni balzò sul suo corpo sfruttandolo come trampolino di lancio per balzare contro il dio e attaccarlo durante il suo scagliare l'immondo attacco. In altre circostanze, probabilmente Gabriel si sarebbe offeso, ma Gabriel non era lì, e ormai nemmeno Benoit. Questo dicevano le sensazioni aliene di Nidhoggr al frammento recondito rimasto del drago nero. Di umani in quella battaglia ce n'erano rimasti solamente due, oltre ad un dio e due spade animate dal desiderio di recidere carne e suggere nutrimento dall'essenza di un dio malevolo.

    L'ammasso ribollente di energia scagliato da Slaanesh energia in verità non era, era materia, materia caotica ghignante e masticante emessa in loro direzione come uno pseudopodo famelico. Prodotto dei naturali istinti alieni della creatura divina davanti a loro, quel serpente di bocche, di già estendeva le proprie lingue ed i propri denti vibranti verso l'essenza del gruppo.
    Poi avvenne l'evento. Come se nella sua ossessione sulle strane scienze Gabriel avesse in qualche modo bucato il velo che cela il futuro dell'umana specie, azioni e piani del drago nero culminarono in risultati che permisero la sopravvivenza dell'umana specie e dell'integrità strutturale dell'universo. Forse guidato dal Ka o da strutture più sottili dell'umana decisione Gabriel aveva fornito al cosmo sintetico di Black Star la capacità di traslare la propria forma fisica nello spazio. Capacità che ora, potenziata dall'essenza condivisa dei dieci alchimisti originali si estese come un velo attorno al gruppo. In un miracolo di concentrazione e controllo di assoluta precisione, le capacità psioniche dell'ariete nero si dimostrarono nella sua complessità. Strappando i tre al giogo dimensionale creato attorno a loro da Slaanesh, Black star teletrasportò i combattenti altrove, in una posizione più strategicamente vantaggiosa e ben lontana dal punto di impatto di quell'abominio che viveva e non viveva. Di sicuro tale atto anche se degno di gloria aveva richiesto un costo da pagare al giovane ariete, ma Nidhoggr era più che disposto a pagarlo.



    E così come se tutto ciò fosse stato parte di un piano progettato da volontà che esulavano dall'intera struttura che li circondava, Nidhoggr agì senza un istante di sparrimento, in un naturale fluire di reazioni che potevano sembrare pianificati da giorni. Il controllo del caos caotico di Nidhoggr si fece materia in istanti, tenebra e anticosmo. Strutture aliene di reminiscenza biologica e meccanica si crearono in contemporanea attorno ai tre. Manifestazioni delle strane scienze conosciute dal drago nero, in cui le tenebre e l'anticosmo si insinuarono in livelli così sottili da poter sondare lo spazio tra gli atomi. Ed in esso il potere emesso in congiunzione dagli altri guerrieri andò a riversarsi. I venti sanguinei di Candice andarono a vorticare nelle seicentosessantasei turbine disposte secondo la regola aurea attorno al centro ideale in cui si trovavano, accelerati a violenza divina dal movimento di ciò che era sia vivente che Darkling. La furia psionica di Black star andò accumulandosi fluendo seguendo la naturale disposizione dei circuiti stampati di tenebra che puntavano alla immensa bocca di fuoco costruita secondo schemi antichi. La realtà si piegò e si riversò negli immensi accumulatori disposti radialmente attorno alla struttura, generando una pressione tanto elevata da minacciare di far collassare l'intera megastruttura in un istante, ma la volontà del drago nero sottometteva l'esistenza. Nelle tubature che erano anche vene la materia liquida di veleno e Khaos venne iniettata nel canale di focalizzazione, mentre le tenebre insinuate tra i loro atomi scorrevano meccanicamente accelerandone il moto fino ai limiti permessi da quella realtà.
    Ma non era abbastanza

    [ V I G O R E O S C U R O ]



    I limitatori inconsci di Nidhoggr saltarono e con essi una parte della sua psiche esplose letteralmente, ed il suo corpo cominciò a vibrare e sfaldarsi sotto l'immensa carica cosmica emessa. Sangue colò dalle sue fauci e dall'articolazione della armatura nera, mentre il corpo al suo interno cominciava a cedere sotto lo sforzo. La direttiva del drago nero era nutrirsi e guadagnatre abbastanza forza da potersi nuovamente manifestare nella realtà, ma quella era un'eccezione. Si trattava di combattere il Nemico universale, avversario di ogni progetto e schema che lui ed il suo sovrano Ymir potevano mettere in campo, perciò la sua eliminazione era una priorità assoluta. Come aveva detto Slaanesh stesso, era una questione di tempo, e nonostante il drago fosse alieno al concetto di tempo, era la probabilità stessa che il piano riuscisse il pericolo assoluto da eliminare. Slaanesh doveva essere distrutto, ricacciato nella sostanza primordiale che componeva la realtà e zittirlo in modo che potesse tornare ad essere quello a cui gli dei antichi lo avevano costretto, un principio.
    Con un suono simile ad un tuono, ma dilatato in eoni inesistenti tutta l'energia accumulata cominciò a sorgere dalla piattaforma, roteando in modo perfetto seguendo la regola aurea e tendendo ad un centro sempre più perfetto e asintotico. Veicolata dalle strutture più esterne verso la bocca di fuoco, i venti accelerati in tornadi di potenza divina si fusero al flusso di energie tossiche creando -assieme a schegge di tenebra e anticosmo, una massa perforante spinta dalle ribollenti energie tossiche che racchiudeva. Cosmo, anticosmo, sangue venefico e tenebra in una massa semisolida spinta in avanti in modo comicamente simile all'attacco di Slaanesh. Uno strumento di carotazione generato dalle capacità distruttive dei tre Black Saint, dentro la quale risplendeva un singolo nucleo nanometrico, sfilacciato ai limiti della fisica dai poteri dimensionali della spada viola. Una massa di potere psionico disintegrante generato da Black Sar, la quale una volta devastati gli strati più esterni del corpo di Slaanesh sarebbe stato iniettato direttamente all'interno della sua forma, espanso e veicolato dalle tenebre in ogni direzione in modo che ogni singolo nonatomo di Slaanesh ne venisse disintegrato e cancellato per sempre. Nel frattempo la parte più esterna di quell'attacco si sarebbe srotolata e avvolta attorno al corpo di Slaanesh per compiere la stessa azione sulla superficie del suo corpo e poi avanzare verso l'interno, fino a che le due forze distruttive non si sarebbero incontrate in un cataclismico collasso energetico.

    Ma in tutto questo Nidhoggr non disse nulla. Nessuna frase sprezzante, nessuna esclamazione, nessun Oneliner. In esso, nella fusione Gabriel-spada, aleggiava la consapevolezza di stare vivendo con del tempo preso in prestito. Non era un risultato quello che aveva ottenuto, e il fu Gabriel ne era pienamente consapevole. Quello non era il suo potere, quello non era la sua conoscenza. Aveva fallito nel raggiungere la gloria del suo mentore, distruggerla e superarla completamente, no. Aveva trovato uno strumento per facilitare i suoi scopi e ne aveva abusato fino a diventare egli stesso lo strumento. Era solo una questione di tempo prima che la sua essenza venisse completamente consumata da quell'oggetto nero forgiato dagli Aesir.

    H53UqXK
    IT'S AN ACQUIRED TASTE

    E8jlSll
    NOME ♦ Gabriel F.O.N. Faust III
    ENERGIA ♦ Suprema
    CASTA ♦ Black Saint
    CLOTH ♦ Black Cancer {VIII}
    STATUS FISICO ♦ XXX
    STATUS MENTALE ♦ fuck you i'm a dragon
    STATUS CLOTH ♦still a dragon

    RIASSUNTO AZIONI ♦ Black star da il massimo per teletrasportare tutti e tre, poi tutti e tre vigoriamo oscuro per combinare TUTTO quello che abbiamo nel cannone di navarone ed esplodere Slaanesh da dentro e fuori

    ABILITA' UTILIZZATE ♦ Anticosmo, Chaos,
    Tenebre, Nidhoggr, vigore oscuro

    TECNICHE UTILIZZATE ♦ ///
     
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