La Torre del Tempio Nero

Quest per Asgard, Saints & Black

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    II

    LA TORRE DEL TEMPIO NERO

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    Nòatùn non era stata poi tanto diversa da Rodorio, una cittadina di persone comuni sotto l'ombra di una grande roccaforte. Nessuno dei cittadini si sarebbe mai aspettato di rivederla in quello stato dopo solo qualche anno, ma la vita alle volte ti coglie di sorpresa. In quel mondo così freddo e distante perfino i sensi di Deneb si offuscarono un po'; aveva avvertito quelle presenze, ma non era riuscito a prevederne le intenzioni, avvertire la rottura di qualche lastra di ghiaccio troppo vicina a loro o il respiro affannoso di chi è in ansia. Erano mostri diversi dai soliti, ma non così diversi, non respiravano né gli pulsava sangue nelle vene ma avevano pur sempre qualcosa che gli permetteva di muoversi, vivere.

    Lasciò la prima mossa al giovane Yamato, infondo doveva ancora capire di che pasta era fatto quel ragazzo. Avevano combattuto insieme, questo era vero, ma mai fianco a fianco; avevano versato sangue nella stessa battaglia, ma mai per mano dello stesso nemico. Molte delle persone che avevano affrontato assieme a lui l'armageddon ne erano uscite distrutte, piegate dalle responsabilità o dai timori, doveva capire il giovane dragone se era della stessa pasta.

    Ben fatto.

    La risposta non tardò ad arrivare, con un sol colpo il suo compagno d'arme riuscì a spezzare il morale di un gran numero di nemici, e spezzare abbastanza ossa da poter riempire un museo di preistoria. Purtroppo per loro i gruppo che li stava attaccando era più folto di quanto il solo Yamato potesse gestire. Un sorriso, un misto tra gioia e condiscendenza, si dipinse sul volto del giovane leone quando vide quegli esseri tentare di lanciargli contro delle stalagmiti di ghiaccio.

    Ho fatto una promessa ed intendo mantenerla, lasciate fare a me.

    Centinaia di dardi partirono all'unisono verso i tre cavalieri, alzando un misto di neve, polvere e detriti al loro impatto. Solo quando il polverone si diradò quegli esseri poterono ammirare il potere del quinto custode dello zodiaco. I tre guerrieri di Athena erano esattamente dove si trovavano pochi istanti prima, nessuna ferita apparente a lederne la maestosità; solo Deneb si trovava piegato su un ginocchio con il palmo della mano destra appoggiata al suolo, il sudore che gli perlava la fronte nonostante il freddo gelido. Tutt'attorno a loro si erano erti scintillanti colonne di luce, denti aguzzi che dal terreno sembravano voler divorare i tre, soprattutto Dha che in quel momento sembrava venire ancora considerata come l'anello debole; cento e più artigli, uno per ogni stalagmite lanciatagli contro. Non era stato un attacco complesso ne tanto meno vi era stato un qualche tentativo di distrarre l'attenzione dei tre saint, fu facile per Deneb mirare perfettamente e distruggere i dardi di ghiaccio quand'erano ancora in aria.

    Un generale che manda i propri uomini al macello restandosene in disparte non è nient'altro che un codardo destinato alla sconfitta. Prega il tuo dio o qualunque cosa voi corrotti crediate di servire, tra non molto ti ritroverai al suo cospetto a subirne il giudizio.

    Senza muovere un muscolo, lasciò che il suo cosmo sprofondasse nella terra e nel ghiaccio, andando a ridare nuova vita a quegli artigli che poco prima li avevano difesi così bene. Ogniuno di quelle zanne di luce pulsò per un istante, diventando ancora più lucente di prima.

    Vi consiglio di chiudere gli occhi.

    Un rombo di tuoni, poi ogni artiglio di luce divenne lucente quanto il sole, fondendosi in unica gigantesca cupola. La neve attorno ai tre guerrieri si sciolse mentre la sfera dorata iniziò a gonfiarsi ad una rapidità incredibile, divorando con la sua luce ogni cosa nel suo cammino. Quello che rimase dei mostri fu solo cenere e corpi carbonizzati, perfino quello che era sembrato il loro comandante era scomparso. Eppure quando Deneb si alzò il suo volto non era diverso da quando avevano incominciato a combattere, dando le spalle ai suoi compagni e continuando ad osservare i restanti nemici che si raggruppavano andando ad immergere il loro cosmo nel suolo come per evocare il ghiaccio stesso da sotto terra per divorare i cavalieri di Athena.


    Ne ho lasciati un po' per te Dha, è arrivato il momento di smetterla di farsi portare in braccio e prendere di petto le proprie responsabilità.

    Non fece notare ai suoi alleati ai nemici il fatto che la sua difesa non era stata completamente perfetta – cosa che aveva fatto arrivare contro di lui due artigli di ghiaccio, niente che la sua armatura non potesse gestire, ma facevano comunque male – ne tanto meno fece notare che i nemici rimasti in vita non erano in quella situazione per sua volontà, ma per loro bravura. Doveva mantenere la sua figura intatta sia dinanzi ai nemici che dinanzi ai suoi compagni; doveva essere il faro in quella notte buia, e come tale indistruttibile ed infallibile.


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    Deneb
    Gold Leo [VII] - Energia Nera
    Narrato – ParlatoPensatoTelepatiaParlato altri

    Status Cloth – //
    Status Fisico – //
    Riassunto Azioni – Difendo il gruppo grazie al lightning fang e poi contrattacco con una semplice esplosione di luce e cosmo che brucia gran parte dei nemici. Non ricordando se dovessi descrivere io tutto l'attacco dei nemici o meno ho lasciato in parte sul vago così da lasciare spazio. Scusate il ritardo ma ho seri casini in real.

    Abilità
    I am a being of Heaven and Earth, of thunder and lightning, of rain and wind, of the galaxies


    //

    Tecniche
    With realization of one's own potential and self-confidence in one's ability, one can build a better world


    //

     
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    La Torre del Tempio Nero
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    POST II



    Era già stata nei territori nei pressi di Asgard, anche se non in quel luogo preciso denominato Nòatùn...tuttavia aveva ricordi contrastanti: all'epoca faceva meno freddo, c'era meno neve e meno desolazione. Sembrava che nel giro di un anno le cose fossero cambiate parecchio ed in peggio; il gelo e le raffiche di vento rendevano difficile il loro avanzare nella neve, sfiancandoli più di quanto un normale combattimento avrebbe fatto, inoltre il villaggio era completamente disabitato ricoperto solo da spesse lastre di ghiaccio che non avrebbero in alcun modo affievolito il loro malessere, né scaldato i loro corpi. Si ritrovò più volte a non riuscire a controllare i tremori del corpo, inoltre con quel freddo la ripresa dalla fatica del teletrasporto risultava più lenta. Era un peso per i suoi compagni; lo aveva capito dagli sguardi silenziosi di Deneb, che solo ogni tanto si voltava verso di lei per accertarsi che tenesse il passo. Non si scambiarono mezza parola, ogni fibra dei loro corpi era impegnata nella messa in atto di quei semplicissimi movimenti...anche se a Dha il conforto di qualche contatto, anche solo verbale, avrebbe giovato parecchio.

    Proseguirono nel loro incedere, decidendo di non fermarsi a Nòatùn...non c'era nulla lì per loro. Inoltre quel posto aveva un che di spettrale; Dha non si sentiva a suo agio, forse era per il freddo e la visuale non proprio libera, ma si sentiva perennemente osservata...e non intendeva le occhiate di rimprovero che le elargiva Deneb ad intervalli regolari.

    Dei rumori improvvisi la fecero sobbalzare; le porte delle case che avevano creduto abbandonate vennero scardinate e lanciate lontane, da esse emersero degli strani esseri umanoidi dalla pelle azzurra e blu come se fosse fatta di ghiaccio. Questi li circondarono immediatamente, erano tantissimi e più li guardava più sembravano aumentare di numero….tuttavia questi non li attaccarono subito, ma attesero facendo cozzare le armi contro gli scudi, in un rombo cadenzato che scandiva il tempo.

    Yamato diede voce allo stupore di tutti, ma fu anche il primo ad adoperarsi tempestivamente per mettere su una difesa; non appena il capo di quegli esseri diede il via all'attacco, i tre si sistemarono in posizione difensiva spalla a spalla. Il giovane Dragone non si fece pregare molto, caricò il pugno sprigionando un'ondata cosmica che prese subito la forma del leggendario drago protettore della sua costellazione. Fu un attacco bellissimo oltre che micidiale, con un solo colpo fece fuori un gran numero di soldati, ad eccezione del loro capo che in qualche modo era riuscito ad erigere una qualche forma di barriera difensiva. La maggior parte dei sottoposti parve arrendersi; buttarono le armi a terra e Dha sperò che fosse il loro modo di gettare la spugna. Invece volevano solo liberarsi le mani, per poter convogliare tutti assieme il loro potere in un unico attacco a distanza. Una miriade di dardi ghiacciati, dalle punte acuminate come frecce, saettarono verso i tre. La giovane gold mosse un piede all'indietro, le spalle incontrarono la solidità di quelle dei due compagni, ma in particolare quelle di Deneb che finalmente prese parola per avvertire loro che se ne sarebbe occupato lui. Tutto accadde in un battito di ciglia, la velocità del Leone era incredibile...pur avendolo a nemmeno una spanna di distanza, Dha non aveva percepito che un lieve spostamento d'aria. Quando il nuvolo di polvere e detriti finalmente si depose sul terreno, la giovane potè osservare cosa fosse accaduto: delle scintillanti colonne di luce li circondavano a 360 gradi, come denti si ergevano dal terreno arrestando l'avanzata di quei dardi..una colonna per ogni dardo.
    Dha si guardò attorno constatando la portata di quella difesa; lo sguardo però indugiò qualche istante sulla figura di Deneb in ginocchio...non capì perché si trovasse in quella posizione ma tenne per sé i suoi quesiti. Il Leone dorato non aveva ancora concluso: pronunciò la sua invettiva contro la codardia del comandante avversario e poi suggerì loro di chiudere gli occhi. Un rombo assordante accompagnò il tremore della terra, causato da un potentissimo rilascio di energia.
    Quando riaprirono gli occhi la neve attorno a loro era stata sciolta, del comandante di quegli esseri non c'era più traccia...soltanto alcuni soldati ancora erano rimasti in piedi e stavano affondando il loro potere nel terreno ghiacciato, forse alla ricerca di rinforzi.

    « Ne ho lasciati un po' per te Dha, è arrivato il momento di smetterla di farsi portare in braccio e prendere di petto le proprie responsabilità.»

    Le parole dell'uomo furono graffianti e provocatorie, Dha si sentì colpita come da uno di quei dardi ghiacciati. Non annuì, nè abbassò lo sguardo, sapeva esattamente cosa pensava di lei il Leone d'oro e non le serviva nemmeno più il potere della lettura del pensiero. Aveva creduto che diventare un gold saint bastasse come prova per dimostrare la sua tempra, ed invece a quanto pareva no...la vita era fatta unicamente di conferme, di responsabilità come aveva detto Deneb...ma l'essere portata in braccio, quando mai? Solo perché era crollata dopo ben 3 teletrasporti? Avrebbe voluto affrontare quella situazione con l'uomo, ma non c'era tempo: un gruppetto di quegli esseri si stava radunando nuovamente attorno a loro. Dha fece un passo avanti, congiunse i palmi al petto e cominciò a levitare; un luce, una piccola fiammella, cominciò a pulsare all'altezza dei suoi palmi crescendo ad ogni battito. Sopra la sua testa invece prese forma l'illusione di una donna, dall'aspetto etereo e celestiale, brandente un'enorme falce colante sangue. Non appena l'illusione della donna fu ben definita e delineata, la vergine strinse con più forza la falce e la fece saettare sopra la testa della saint. In concomitanza a ciò Dha spalancò gli occhi e rilasciò l'ondata cosmica che aveva fino ad allora accumulato; l'attacco ad area si propagò a 360 gradi nella zona circostante, investendo con il suo potere i corrotti ancora rimasti in piedi.
    Sembrava che la situazione si fosse calmata, il silenzio si espanse come una cappa sui tre che tuttavia non abbassarono la guardia.

    Un cigolio lontano ed ecco che dal villaggio alle loro spalle, da quelle bocche oscure che erano le porte delle abitazioni, fuoriuscirono a decine nuovi esseri corrotti. Questa volta il numero non sembrava cessare, un nuovo esercito si stava formando dietro di loro. I tre si prepararono ad uno nuovo scontro, quando il suono di un corno attirò la loro attenzione. Era un suono classico, inconfondibile...la giovane si voltò verso la collina giusto in tempo per osservare l'avanzata di un centinaio di guerrieri a cavallo caricare verso di loro. Sul momento, e da quella distanza, non potè capire se si trattasse di un supporto o di una nuova minaccia. Sembravano dall'aspetto umani...guerrieri di Asgard probabilmente, ma questa non era necessariamente una fortuna. Gli uomini del nord avevano fama di essere combattenti irruenti, senza scrupoli, con il cuore freddo come le stesse lande che percorrevano. Era impossibile prevederne gli intenti; la giovane saint rimase interdetta senza sapere cosa fare, era stupita per quell'intervento e non aveva la più pallida idea di come muoversi.

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    narrato ☼ parlatopensato*telepatia*parlato altri

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    Nome ☼ Dhawyth
    EnergiaBlu
    Cloth ☼ Gold Virgo (liv. VII)
    Status Fisico ☼ spossata ed infreddolita
    Status Mentale ☼ vario
    Status Cloth ☼ ottime

    Riassunto Azioni ☼ Varie considerazioni, attacco a mia volta con Deditionibus Daemonia (Tenma Kōfuku) e descrivo il formarsi del nuovo esercito di corrotti e la carica dei guerrieri del nord. Non ho descritto i particolari, né il raggiungimento della fortezza, sotto consiglio del Master.

    Note ☼Edit con il cambio Irina-Yamato.


    Abilità
    Ottavo senso.
    Fin dall'antichità l'uomo ha sempre pensato che i sensi fossero cinque: vista, udito, gusto, olfatto, tatto. Poi il verificarsi di eventi straordinari e inspiegabili ha indotto l'umanità a credere nella capacità di percepire la realtà in modo asensoriale: è nato il sesto senso. Tuttavia l'instabilità del sesto senso ha richiesto a gran voce il sostegno del settimo senso: la razionalità e l'intelligenza logica che contraddistinguono l'uomo da ogni altro animale.
    L'ottavo senso è però ancora più profondo; l'ultimo acquisibile da quegli uomini che superano la Morte salutandola come una vecchia amica. Esso è il senso dei sensi e per questo motivo non ha barriere fisiche, supera il degradarsi delle ere, diventa immortale. Per questo motivo tale senso permette al cavaliere di superare ostacoli ritenuti insormontabili e di raggiungere il regno dei defunti da vivi. Con l'ottavo senso vista, udito, gusto, olfatto e tatto si uniscono ad intuito, creatività e razionalità dando vita ad un nuovo universo di immagine e comunicazione.

    Illusioni Ambientali & Mentali.
    La manipolazione della realtà permette al cavaliere di dar libero sfoggio alla creazione; a seconda del livello energetico egli potrà creare fitte reti illusorie, spaziando da semplici miraggi a più complete e realistiche forme. Esse saranno in grado di influenzare tutti i sensi dell'osservatore, inclusa le mente, ma tranne il tatto poiché si tratta sempre di illusioni non tangibili. La destrezza e l'accuratezza dei particolari creati potrebbero essere così precisi e convincenti fino al punto di ingannare la mente stessa dell'avversario, che quindi crederà di percepire le consistenze, i sapori e gli eventuali danni. Le illusioni mentali sono più infime e complesse perchè più difficili da squarciare; il velo illusorio colpirebbe direttamente le connessioni nervose, alterando e modificando qualsiasi influenza.
    Tale capacità può essere usata anche con scopo difensivo preventivo; difatti permetterà al cavaliere di accorgersi delle menzogne altrui individuando qualsiasi forma di illusione, e di permettergli quindi di proteggere la mente da invasioni esterne atte ad influenzarla. (Per annichilire tali illusioni sarà necessario un consumo di cosmo e una tecnica difensiva appropriata).

    Tecniche
    Deditionibus Daemonia - Tenma Kōfuku.
    Attacco ad area, componente illusoria e cosmica
    Tecnica punitiva.
    Congiungendo le mani al petto e levitando in aria, il cavaliere concentrerà il proprio cosmo al centro dei palmi congiunti. Da qui, in risonanza ai propri battiti cardiaci, si sprigionerà una forte luce dorata che aumenterà di intensità di secondo in secondo fino ad avvolgere la sua figura nella sua totalità. Nel mentre sotto i suoi pedi si genererà l'immagine di un'enorme ruota dentata con dodici denti che ricoprirà l'intera area interessata generando innocui fasci di luce. Nello spazio sopra il cavaliere comparirà inoltre la figura di una donna dall'aspetto etereo e ridente, avvolta da una luce celestiale con in mano un'enorme falce sul cui manico si avvolgerà un viticcio spinoso grondante sangue. Tale illusione avrà lo scopo di confondere e rallentare le reazioni dei nemici per permettere alla successiva esplosione cosmica di causare il maggior danno possibile (i danni subiti saranno unicamente di natura cosmica ed interesseranno l'intera area; l'illusione non avrà alcun effetto mentale non causando danno alcuno, la sua funzione è unicamente quella di diversivo con lo scopo di ammaliare temporaneamente l'avversario.)
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    La Torre del Tempio Nero
    II
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    Non appena i due uscirono dalla sala, Siegfried scosse la testa. Quei due ragazzi erano in gamba, ma erano troppo concentrati sulla foglia e non cercavano minimamente di spostare il loro sguardo sull'intero albero. Così come per il loro atteggiamento... prima o poi avrebbe dovuto dar loro una lezione di umiltà probabilmente. Finn sembrava portargli un rancore infinito, trattenuto solo dalla figura istituzionale che rivestiva. Il giovane Hjorr invece era... semplicemente una testa calda.

    ...e tu sei uno STUPIDO.

    Valmhur "riposava" a suo modo sull'altare del dio Odino, ma al Celebrante sembrò quasi di sentire il suo richiamo: forse era vero, doveva rimettere in riga quei due semplicemente mostrandogli che non potevano fare tutto da soli. Ma non era il momento di impartire lezioni di rispetto o di disciplina: i Cavalieri di Athena si avvicinavano, e li avrebbe dovuti incontrare a Noatùn. Infoderò entrambe le spade sia Mimung, la sua zweihander, che quella piantagrane di Valmhur - sulla schiena, come era solito fare in caso di spostamenti, e scese giù verso le scuderie. Aveva dato in precedenza l'ordine di preparare il proprio destriero, un fiero animale dal manto nero con un'unica falce bianca sul lato sinistro della testa, che curiosamente somigliava ad una cicatrice di guerra; lo trovò già pronto per il viaggio, e dopo un paio di carezze sul muso montò in groppa per poi partire al galoppo.

    La sua corsa iniziò dalle scuderie, ed intravide con la coda dell'occhio gli altri due guerrieri che si apprestavano a lasciare il castello; giunto ai cancelli principali i soldati, già pronti al suo passaggio, aprirono il portale senza che il Cavaliere del Nord dovesse rallentare la propria cavalcata. L'aria gelida gli invadeva i polmoni, una sensazione che risvegliava la voglia di combattere e che induceva a mantenere i sensi all'erta, per quanto possibile; le creature della corruzione erano imprevedibili, potevano avere dei poteri tali da passare inosservati anche al più abile dei cacciatori o essere talmente violente e subdole da sorprendere combattenti esperti come Camìlle.

    Il viaggio tuttavia fu tranquillo, la scelta del percorso era stata volutamente tra le più sicure solo per giungere il più rapidamente possibile a destinazione e accogliere i visitatori. L'avamposto ad est di Noatùn era ben fortificato e piazzato strategicamente: riprendersi il villaggio era questione di tempo. Le sentinelle lo avvistarono e lo riconobbero immediatamente, aprendogli l'ingresso del forte. Siegfried sentì un pò di clamore al suo arrivo, ma era normale: i soldati dell'esercito erano sempre entusiasti quando il loro comandante in capo, che era stato uno di loro, passava a trovarli. Smontò di sella e si rivolse a colui che era venuto ad accoglierlo e che un tempo lo aveva addestrato come semplice soldato.

    Harad, amico mio. Gli strinse l'avambraccio in segno di saluto, un lusso che si concedeva solo sul campo di battaglia. Notizie dalla Grecia? I nostri alleati sono già arrivati?

    Il Generale Harad, un veterano a capo dell'esercito da pochi mesi dopo l'investitura di Siegfried a Celebrante, si inchinò al proprio re. Era un uomo segnato dal tempo e dalle battaglie, ma sembrava che fosse stato forgiato nell'acciaio puro dal dio dei Nani in persona.

    La loro imbarcazione è stata appena avvistata, mio Re. Stanno per approdare a Noatùn, contrariamente a quanto ci aspettassimo.

    Siegfried aggrottò le sopracciglia. Per quale motivo avevano deciso di passare attraverso il villaggio, rischiando un agguato della Corruzione? Possibile che Anita non avesse fornito le informazioni sulla situazione ai confini del regno del Nord? O peggio, che i Cavalieri di Grecia fossero così incoscienti da sfidare direttamente il pericolo pur potendo contare su una grande forza? Ci pensò su un momento, poi si rivolse al suo generale.

    Non mi piace. Probabilmente non ce ne sarà bisogno, ma non si può mai sapere... prendi cento dei tuoi e assicurati di tornare con neanche un uomo in meno. Porta qui i Cavalieri di Athena, e se fosse inevitabile uno scontro con quei dannati cadaveri ghiacciati fai vedere ai nostri amici di Grecia quanto può essere calorosa la nostra accoglienza.

    Harad ghignò a quelle parole, si inchinò rapidamente ed iniziò a distribuire seccamente i propri ordini ai subalterni: nello stesso istante in cui il Celebrante entrò nel salone del consiglio di guerra, nell'aria risuonò il rumore di un gran numero di zoccoli che impattavano sul suolo di pietra... quei guerrieri speravano certamente di fare brutti incontri, ognuno di loro aveva un conto preciso da mostrare e far saldare alle creature della Corruzione e questo li rendeva ancor più pericolosi del normale.

    Siegfried iniziò ad esaminare la mappa del territorio poggiata sul tavolo al centro della sala, quando udì bussare. Un messaggero fece capolino e si inchinò profondamente a lui, poi gli consegnò una pergamena e si dileguò immediatamente.

    Possibile raduno di forze del nemico, quattrocento leghe ad est da Noatùn e all'interno della foresta.

    Era un comunicato scarno ma che non lasciava dubbi: forse c'erano guai in vista, e magari Dragmor si sarebbe trovato proprio da quelle parti. Molto presto Siegfried avrebbe fatto una visita a quei maledetti mostri, e magari per regalo gli avrebbe portato una rapida e violenta morte.

    tPf3jSg

    NOME - Siegfried
    ENERGIA - Nera
    CASTA - God Warriors di Odino
    ROBE - Alpha Uma, Orion {VIII}
    STATUS ROBE - Indossata - Ottimo
    STATUS FISICO - Illeso
    STATUS MENTALE - Pensieroso

    RIASSUNTO AZIONI - Ok, ci siamo. Sono giusto arrivato alla fortezza dove mi incontrerò con i Saints e ho preparato qualcosina per il prossimo giro di post :asd:
    Già che c'ero ho allineato le sequenze temporali: io arrivo alla fortezza più o meno quando Deneb e soci stanno per sbarcare, in modo tale che la cavalleria arrivi nei tempi giusti :zizi:

    tPf3jSg
    ABILITA'

    COSMO STRAORDINARIO - Siegfried è il favorito di Odino. Il mito vuole che riuscì a sconfiggere il Drago Bifronte grazie, oltre alle sue abilità in battaglia, ad una forza interiore superiore a quella dei normali esseri umani. Questa sua capacità gli permette di "produrre" una potenza cosmica superiore rispetto ad un cavaliere di pari forza; tuttavia non è in grado di raggiungere la forza di guerrieri con il cosmo a lui superiore.

    BARRIERA COSMICA PASSIVA - Caratteristica abilità di alcuni guerrieri del Nord, Siegfried possiede una eccezionale resistenza agli attacchi fisici e cosmici, dono ricevuto dopo essersi bagnato nel sangue del Drago Bifronte. La linfa vitale del drago ha ricoperto interamente il corpo del guerriero, eccezione fatta per una piccola area sulla schiena, all'altezza del cuore: una foglia si posò sulla pelle del cavaliere un attimo prima che egli si immergesse nel sangue del rettile, rendendo quel punto l'unica zona del corpo con una resistenza "umana".

    PRIVAZIONE SENSORIALE - Come dono del dio Odino in seguito alla battaglia dell'Armageddon, Siegfried ha acquisito sul campo l'abilità di privare l'avversario dei 5 sensi, nell'ordine che egli preferisce; unico limite a quest'ultimo aspetto è la privazione del sesto senso, che può essere rimosso solo dopo gli altri cinque.

    tPf3jSg
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    La torre del tempio nero



    Voltate le spalle sia al celebrante che a Hjorr, Finn lascio' i due ancora nella grande sala per dirigersi fuori, avere un tetto sopra la testa non era male ma anche il cielo sanguigno della nuova e corrotta Asgard era meglio del palazzo in quel momento. A denti stretti passeggio' lungo la strada principale evitando gli sguardi e i richiami dei rifugiati che sciamavano in gran numero attorno a lui ogni volta che potevano, chiedevano informazioni su Siegfried, sui mostri, su qualsiasi cosa in realta'. La sola speranza di sopravvivere e tornare un giorno ai propri villaggi li faceva andare avanti, ma Thorfinn non si fermava mai o mai troppo, continuava a capo basso verso la taverna di Orri dove i profughi si tenevano alla larga per via delle baruffe. Piccolo posto e troppa gente non erano mai cose che andavano di comune accordo, cosi' insegnavano i patriarchi della sua tribu'. Fece provviste per tre giorni, poca carne, iniziava a scarseggiare, e altri cibi sotto sale, e sidro abbastanza da durare un giorno e mezzo, avrebbe bevuto acqua dalla neve sciolta e se lo sarebbe fatto bastare.
    Hildred lo tempesto' di domande ma quando ottene in risposta l'ennesimo grunito lo mando' alla malora con voce stizzita, la ignoro' ancora una volta e la vide sparire dietro la porta come una bambina offesa. Col nuovo peso di due bisacce e un'otre piena il barbaro ringrazio' il grasso taverniere e si diresse verso le stalle, li' alcuni uomini di frontiera vestiti di nero e alcuni nani stavano discutendo animatamente su come ferrare un cavallo ma quando videro il barbaro avvicinarsi e togliere dal capo il cranio di meta-lupo si zittirono. Solo uno di loro si fece avanti, Ketil, il vecchio capitano camminava ancora male dall'ultima sortita che lo vide ferito da una bestia corrotta.


    Thorfinn Thorsson, cosa posso fare per te? Esordi' in tono piatto come se prima non stesse urlando affatto. Il barbaro mise giu' lo scrigno contenente la pesante armatura di Sleipnir e prese in disparte il vecchio ranger, gli racconto' tutto mentre gradualmente le sue espressioni facciali mutavano da pacifico incuriosito a cupamente preoccupato.
    Dunque non dire altro, ragazzo. Prendi uno dei cavalli. Thorfinn scosse il capo e gli mise una mano sulla spalla in modo amichevole No, ne avete bisogno voi. Io correro'.

    I due si salutarono quando Finn riprese il suo pesante bagaglio, Ketil gli auguro' di essere veloce come Ullr e cosi' il viandante di ferro spari' dalla sua vista dirigendosi verso le porte della citta' fortificata. Le guardie, che gia' avevano ricevuto notizia, lasciarono che il god warrior passasse dai cancelli per richiuderli immediatamente alle sue spalle e lasciarlo di fronte allo strapiombo che ancora pareva portare col vento gli echi di morte delle mostruosita' che avevano assediato Asgard. Si tolse dalla mente i ricordi della sanguinosa battaglia e balzo' dall'altro lato dandosi la spinta iniziale in avanti atta ad accellerare dritto verso il sentiero di ferro. Solo entrandoci dentro si accorse che era da prima dell'assedio che non si addentrava in quella gola rocciosa, il vento ululava da ogni parte creando una sorta di tunnel di aria ghiacciata, la polvere si alzava in brevi turbini scuri per poi riposarsi per terra e ammassarsi lungo le pareti congelate.

    Piu' si addentrava nella gola piu' i postumi della grande battaglia si facevano evidenti, rocce erano crollate sul sentiero, carcasse semi-mummificate dal freddo giacevano ammassate in pile amorfe di qua e di la in numero sempre maggiore man mano che la sua corsa lo spingeva verso sud, grosse creature morte ai lati in alcove create dalla roccia spaccata marcivano e facevano da nutrimento a miriadi di larve grasse, bianche e purulente. Thorfinn passo' la prima notte permettendosi solo un breve dormiveglia e quando chiuse gli occhi, al calore di una fiamma da lui stesso generata sul poco legname che aveva con se, figure fumose gli si presentarono attorno, non si trattava di un incubo, lui sapeva che erano li', piccole ombre dagli occhi assassini che si tenevano alla larga dalla luce del piccolo falo', costeggiavano l'arancione tremolante dell'area dove si era accampato e si spostavano veloci come filamenti di buio e polvere, il vento gli sussurrava parole oscure, incomprensibili, inquietanti. La corruzione non era solo nei viventi, era nella terra inscurita, nell'aria che sapeva di ferro, in tutta Asgard. All'alba di un sole rossiccio il barbaro decise di indossare l'armatura per meglio bilanciare il suo peso e riprese la sua corsa, piu' volte venne attaccato da piccole manciate o singoli individui corrotti, e piu' volte li respinse finendo lievemente strapazzato, la puzza acre dei corpi che mandava a fuoco veniva subito smorzata da strati di ghiaccio, Finn correlava istintivamente quel cattivo odore alla corruzione e, per quanto gli fosse possibile, tentava di non respirare i fumi provenienti dai nemici bruciati, a suo dire quello non era il normale odore di una carcassa in fiamme e l'idea che quel male oscuro potesse infilarsi dentro di lui attraverso il respiro lo preoccupava non poco.

    Al calar del sole, quando accese un nuovo fuocherello, le ombre tornarono a trovarlo, ma quella volta non erano sole a danzare nel buio, un'ombra familiare si presento' al barbaro, con le orbite vuote e il volto cosi' scarno da esser ormai diventato un techio privo di mascella, uno straccio nero di carne putrida pendeva dove prima c'era la mascella e quella che doveva essere la lingua si agitava mentre la voce, ancor piu' roca di quanto la Finn ricordasse lo accuso' accompagnata da un indice accusatore adunco e scheletrico di un bianco che quasi rifuggiva l'abbraccio delle tenebre.

    Thorfinn Thorsson... Lo spettro di Faen era tornato a perseguitarlo, innocuo eppure cosi' maledettamente vero ...codardo, infame, traditore. Tu dovevi morire quella notte!

    Lasciami in pace, sorella. Il barbaro parlo' allo spettro come si parla ad un cane randagio troppo insistente, ma lo spettro non lo abbandono', anzi continuo' in silenzio la sua accusa, quel dito bianco che lo puntava come una spada pronta a trapassargli il petto. Nel sogno egli afferrava il braccio spolpato dello spettro, lo spezzava e con esso lo decapitava facendo rotolare il cranio spaccato al suolo ma ogni urto non produceva altro che una nuova accusa, ogni suo urlo era atterrito dalle parole tonanti del fantasma fin quando Finn non si ritrovava da solo ad agitare la sua spada spezzata contro il buio con la sensazione di muoversi letamente come se fosse immerso in acque profonde che gli toglievano la voce ed il respiro. In quel momento di pura follia alzava lo sguardo in alto e allora due corvi gli assaltavano gli occhi a beccate, quello era il segnale del risveglio.

    Turbato e scosso il god warrior si abbandono' ad un respiro pesante accorgendosi che era tornato il mattino e che ancora una volta le tenebre erano sparite. Quello era stato forse troppo, Thorfinn scalo' immediatamente la parete orientale della roccia con la forza delle sue mani e delle gambe come un animale, si lascio' alle spalle il sentiero in tutta fretta e inizio' a correre al margine sud della foresta e fu allora che il rumore di una schermaglia e di voci giunse al suo orecchio, lasciandosi dietro una scia semi trasparente di aria distorta il barbaro arrivo' appena in tempo per vedere alcuni uomini di Asgard, feriti in quel posto in compagnia di figuri in armatura nera, ne conto' tre, due dei quali emanavano una forte sensazione, simile a quella che provava in compagnia di altri god warriors. Quelli dovevano dunque essere i cavalieri neri di cui parlava Siegfried, e se cosi' fosse stato...dove erano i loro cavalli? Domanda inutile a comprendere il quadro della situazione, il barbaro non fermo' la sua corsa se non quando si trovo' in mezzo ai due gruppi di persone, una brusca frenata alzo' una montagnola di detriti ai suoi piedi mentre il cosmo caldo bruciava per non far si che il sudore gli si ghiacciasse addosso. La pelle di meta lupo gli copriva buona parte del corpo e del volto cosi' la tolse dalla fronte e rivolse uno sguardo prima ai suoi e poi ai cavalieri neri notando che questi ultimi erano decisamente "piccoli" per la loro fama.

    RANGER! Grido' al capitano degli uomini di Asgard presenti Mitä täällä tapahtui?






    Nome:Thorfinn Thorsson
    Cloth: God Robe di Beta UMA - Sleipnir (Indossata)
    Status: Guardingo
    Energia: Blu
    Rapporto danni: illeso
    Riassunto azioni:

    Tecniche e Abilità usate:
    Asgard Bless ~
    Il god warrior è sempre stato sottoposto alle intemperie, al potere del fuoco ed al gelo di Asgard. Presso la gelida terra ove risiede egli accoglie il sole del meriggio così come il gelo perenne dei ghiacci. In termini pratici il guerriero ha una naturale resistenza a condizioni di bassissime/altissime temperature dovute a cause naturali, come un vero asgardiano sfida la tempesta di neve mandata dagli Aesir e il fuoco dei vulcani così il guerriero rimane impassibile alla morsa del freddo di madre natura e dal calore del fuoco della terra potendo, però, restar comunque vittima degli elementi creati da un cosmo avverso.(passiva - "Resistenza a basse e alte temperature")




    Note: Scusate il mostruoso ritardo

     
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    Quest per Asgard, Saints & Black

    III

    ♦♦♦♦♦♦♦


    Black Chapter



    La vostra guida arriva in corsa, ed il fatto che sia un barbaro con addosso qualcosa di simile ad una pelle di lupo vi lascia un pò interdetti. Ad ogni modo è bene cercare di mantenere i rapporti in modo diplomatico, per quanto possa sembrare difficile a tutti quanti i soggetti presenti... Henrik risponde a Finn nella sua lingua, e poi indica la direzione da seguire all'interno delle montagne. Iniziato il cammino ci sono circa una decina di chilometri di marcia da fare, per poi ritrovarsi in una vallata dal cui margine riuscite a vedere le rovine che state cercando.

    Saints Chapter



    La cavalleria è arrivata in rinforzo per andare a distrarre e disperdere la seconda ondata di corrotti. Un piccolo distaccamento viene verso di voi con tre cavalcature libere e il loro comandante vi invita a seguirli verso il loro avamposto, situato più ad Ovest rispetto a Noatùn. Harad, l'ufficiale, vi guida al suo interno fino alla sala del comando dove troverete il Celebrante ad attendervi, intento ad esaminare le mappe dei dintorni.

    zBXLsaR


    Terzo capitolo... ci siamo persi Hjorr, se ricompare eventualmente vedremo di reinserirlo. Da adesso vi avviso: se non seguite PER BENE le istruzioni che vi dò, inizieranno ad esserci i malus per i player. E io so essere cattivo :asd:

    Gruppo Black + Thorfinn: Postate prima voi quattro, nell'ordine che preferite potete descrivere il vostro viaggio fino alla vallata, cercando di interagire tra black e l'unico asgardiano. Viaggiate con cautela ma non fate brutti incontri, dopodichè arrivate fino al castello; sembra senza aperture o punti deboli, ma dopo averlo esaminato senza successo sul più bello un portale che fino ad allora era invisibile si rivela ai vostri occhi. Questo si apre in risonanza con entrambi i tipi di cosmo contemporaneamente, vale a dire che se percepisce i cosmi di Finn e di almeno un cavaliere nero si aprirà (domanda: come farete a scoprirlo?). E a questo punto mi pare sia d'obbligo entrare tutti insieme...

    Saints + Siegfried: Qui la faccenda è un pò più complessa: il vostro post si articola in due momenti. Prima di tutto arrivate al castello (liberi di descriverlo come volete, tenete conto che è un avamposto militare) e descrivete il vostro incontro con Siegfried (Raf è l'unico che in precedenza lo ha visto almeno una volta), facendogli rapporto sulla situazione del Grande Tempio, dopodichè andate a riposarvi. Al vostro risveglio Siegfried si è già avviato all'avamposto ad est dove si pensa si stiano radunando i corrotti. Chiaramente decidete di raggiungerlo data l'alleanza con Asgard, e quando arrivate al luogo che sempre Harad vi avrà indicato troverete qualcosa di inaspettato: al posto di un esercito, troverete un castello in rovina (esattamente uguale a quello dove sono i black, ma non lo sapete). Decidete di avvicinarvi alla torre insieme a Siegfried, poi fermate il post. Prima posta il Celebrante e poi voi tre ;)

    Vediamo se riusciamo a recuperare il ritmo :zizi:


    Edited by Tygaer - 15/5/2016, 15:00
     
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    Black Crateris {III} Energia Rossa Black Saint

    Ruin
    III



    Ecco, nonostante avessi visto parecchie cose da quando avevo indossato per la prima volta l'armatura nera, quello che accadde fu la prova del fatto che non si smette mai di imparare. Quella che pareva essere la nostra guida altro non era che un armadio di uomo con indosso una pelle di lupo come se fosse una sciarpa; non posso certo negare di aver apprezzato la scelta stilistica, sebbene fosse un po' troppo da sboroni per i miei gusti, ma dopotutto non eravamo certo ad una sfilata d'alta moda. Quella era Asgard, qualunque cosa consentisse di sopravvivere era ben accetta, poteva facilmente capirsi come funzionassero le cose in quel luogo anche dopo pochi minuti di permanenza, poco ma sicuro.
    L'individuo con la pelle di lupo addosso scambiò qualche parola in una lingue forte e marcata con l'uomo di nome Henrik, lo stesso ci indicò il sentiero che dovevamo percorrere, poi ci incamminammo tutti con l'Asgardiano. Il posto era certamente non dei più allegri, alberi morti e avvizziti osservavano il nostro cammino come freddi guardiani e giudici, come se volessero dirci che presto anche noi saremmo finiti all'altro mondo a restare lì; c'era inoltre tensione nell'aria oscenamente gelida, pareva quasi che ogni cosa fosse sul punto di saltarci addosso e attentare alla nostra vita, ma dopotutto cosa mi assicurava che non era così? Cosa ne sapevo io di ciò che poteva annidarsi tra le ombre di quegli alberi nodosi? Niente di niente, però avevamo con noi qualcuno che era di quel posto e che, presumibilmente, aveva una conoscenza di quelle lande desolate molto maggiore rispetto tutti noi tre messi assieme... peccato che nessuno aveva ancora pensato di rivolgergli la parola! Maledizione, perché toccava a me espormi in quel modo? Che immensa rottura di coglioni.

    Asgardiano...

    Incredibile, mi uscì un tono di voce molto più fermo e controllato di quanto mi aspettassi, a pensarci meglio era effettivamente raro che lasciassi trasparire qualcosa di ciò che provavo veramente, ero sempre misurato oltre ogni limite, chissà se sarei mai giunto a perdere la pazienza per bene... mh, non avrei certo voluto scoprirlo. L'aria uscita dalla bocca si condensò in una nuvoletta di fumo bianco che, dopo essere apparso, venne immediatamente spazzato via dal vento gelido che sferzava le terre del nord. Passò un singolo istante, giusto il tempo di permettere a tutti di capire che avevo effettivamente deciso di interrompere il silenzio tombale che era calato sul nostro sgangherato gruppo, poi proseguii.

    Non che cambi qualcosa saperlo, ma c'è qualche creatura particolare che potrebbe attaccarci in questa specifica zona?

    Chiaro, diretto e conciso, ottimale. Generalmente tendevo a parlare molto di più, ma era l'aria di quel posto che spegneva ogni volontà di fare discorsi particolarmente lunghi, mi limitai a chiedere quello che volevo sapere e tornare nel mio silenzio impenetrabile di prima.

    Non mi resi conto di quanto il paesaggio stesse cambiando fino al momento in cui la vegetazione non si diradò sempre di più, fino a sparire del tutto. Mi resi presto conto che la nostra meta era, presumibilmente, raggiunta. Erano quelle le rovine che dovevamo controllare? Cavolo se erano tetre. Ma... come potevamo entrare lì? Non c'era nessuna porta. Scrollai le spalle, poi guardai i miei compagni di avventura, mi sarei messo a disposizione per qualunque cosa. Dopotutto il bello di fare le missioni in compagnia era proprio quello, non si era soli a pensare come si poteva uscire da quei rompicapi astrusi.

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    Stato Cloth Indossata, integra
    Riassunto Azioni //
    Abilità Corrupted Stream (Acqua Nera)

    CITAZIONE
    Il Cosmo del Saint di Crateris, quello "normale", è in grado di creare acqua con spiccate proprietà curative; viene quasi da sé che i Black Saint debbano sempre fare i bastian contrari, quindi ecco l'abilità di Black Silver di Crateris, il creare Acqua Nera con un potenziale offensivo spaventoso. Per utilizzare queste tecniche l'utilizzatore deve assumere la canonica posizione della Coppa, sebbene le abilità di base non richiedano questo requisito. Il Black Saint è in grado di generare e manipolare Acqua Nera a partire dal proprio Cosmo. L'utilizzatore può anche "corrompere" acqua naturale e manipolarla, sempre nei limiti della sua Energia.

    Freezing Sickness (Ghiaccio Nero)
    CITAZIONE
    Se l'inversione di poteri ha toccato l'Acqua Cosmica, perché fermarsi a quella e lasciare le cose a metà? Al diavolo l'avarizia, facciamo un lavoro completo, corrompiamo anche il Ghiaccio. Il Black Silver Saint di Crateris ha controllo sulle forze fredde, sebbene siano corrotti dal nero della Cloth. Il Ghiaccio nero non ha differenze rispetto al comune ghiaccio, sebbene i composti creati tramite tale abilità presentino delle venature nere a sottolinearne la corruzione operata dal Black Saint. Il Black Saint è in grado di abbassare la temperatura dell'ambiente circostante, portando a temperatura di congelamento liquidi non cosmici, inoltre può creare Ghiaccio Nero a partire dal proprio Cosmo, congelando l'umidità dell'aria, e manipolare l'elemento, sebbene nei limiti della sua energia.

    Tecniche

     
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    Preceduto da un rumore di corsa, quella che sarebbe dovuta essere la guida dei tre Black fece la sua comparsa: si trattava di un uomo alto, possente e massiccio, che indossava quella che sembrava una pelliccia di lupo. Inizialmente, si limitarono a guardarsi, come se entrambe le parti si aspettassero qualcosa di più l'una dall'altra. Per un attimo, Estelle irrigidì impercettibilmente la mascella a dopo un breve attimo decise di lasciar perdere: odiava essere sottovalutata, quello era vero, ma non era il momento di distrarsi. Era certa che avrebbe potuto dimostrarsi all'altezza della missione a breve. Salutò quindi l'asgardiano con un neutrale cenno del capo, presentandosi solo col suo nome. I titoli, in situazioni come quelle, erano del tutto superflui.
    L'assortito gruppo si mise poi in cammino ma, almeno da parte della ragazza, non vi furono particolari tetativi di intavolare una discussione: la strada era lunga, voleva stare all'erta e pronta a qualsiasi evenienza. Il silenzio era interrotto di tanto in tanto dal ranger o da uno dei suoi uomini, ma soprattutto dall'ululare incessante del vento gelido di quelle terre. Immersa nei suoi pensieri, il cavaliere si accorse tra il sì e il no della distanza percorsa o il tempo impiegato; si fermavano di tanto in tanto per assicurarsi di non essere seguiti, o per controllare che nessun animale corrotto o meno li volesse attaccare. Ad essere sinceri, la marcia proseguì senza intoppi, con grande sollievo di tutti. Camminarono per una decina di chilometri circa, facendosi strada tra la neve che aveva ricominciato a cadere e le montagne che minacciose e impassibili parevano quasi curvare sull'improbabile compagnia di esploratori. Avrebbe potuto abituarsi a questo ambiente, a questo sconfinato, freddo e silenzioso nulla, forse farci un pensierino per quando e se mai fosse andata in pensione. Il pensiero di quell'assurdità così umana, per molti versi, la fece sorridere tra sé e sé.
    Dopo un'ora abbondante di cammino giunsero infine a destinazione che, con suo disappunto, si scopì essere un vicolo cieco. Un'imponente struttura, forse un castello completamente in pietra nera che pareva nascere là dove la montagna si trasformava in vallata: sarebbe stato fin troppo facile sperare di entrarci al primo colpo. Non parevano esserci vie di entrata o di uscita, nessun portone, nessun ponte, nessuna feritoia....nulla insomma che lasciasse presagire un qualche punto debole dell'edificio. Una bella gatta da pelare.
    Rimanendo sempre in silenzio, la scozzese fece il giro delle mura un paio di volte, osservando con la coda dell'occhio i suoi compagni fare la stessa cosa.

    Non ha senso. - sussurrò piano.

    Perchè condurli fino a lì se non vi era modo di entrare? Che cosa avrebbero dovuto fare arrivati a quel punto?

    Ricapitolando. Sono stata chiamata all'ultimo secondo, costretta a viaggiare con gente che non conosco, ho fatto un volo interminabile per arrivare ad Asgard, fidarmi del primo sconosciuto con indosso una pelliccia di lupo per cercare una cosa che nessuno è sicuro che che esista in un posto dove non si può entrare. Poi la gente ha anche il coraggio di chiedermi perchè ogni tanto bestemmio.

    Per fortuna, Estelle si limitò solo a pensarle quelle cose: non era consono, per una Regina, perdere la testa davanti ad altre persone. Si riavviò i capelli con tranquillità, prima di andarsi a sedere su una roccia nelle vicinanze e rivolgersi agli altri cavalieri.

    Signori, se avete idee o suggerimenti sul come entrare là dentro prego, fatevi avanti ora o io me ne torno volentieri a casa. Idee migliori del: tiriamo tutti i nostri attacchi su una parete a casaccio sperando di sfondarla, chiaro.


    F5R3O9X
    Narrato | Parlato | Pensato | ● Telepatia ● | Altri

    coizxMQ

    Nome ● Estelle Mc.Queen
    EnergiaViola
    Cloth ● Black Pisces lv. VI
    Status Cloth ● Integra, indossata
    Condizioni Fisiche ● Ottime
    Condizioni Psichiche ● Meh
    Altre Info
    AbilitàTecniche

    ♦ Water of Life

    Penso sia una cosa risaputa da tutti: i pesci vivono nell'acqua. Non importa di che tipo: sia essa dolce o salata, questi simpatici animaletti fuori da essa sono spacciati. Ma non sono di certo qui per tenere un sermone sulla vita dei pesci - ci mancherebbe altro! Tutto questo mi serviva - probabilmente - per "giustificare" il mio controllo sull'elemento acqua. Sono in grado di controllarlo appieno, sia esso in stato gassoso, liquido o solido....il che significa essenzialmente che, se volessi, potrei creare da leggere pioggerelline a veri e propri monsoni, oppure far passare la sottile foschia mattutina in un denso banco di nebbia, tutto a mio piacimento. Posso creare l'acqua utilizzando il mio cosmo ma, generalmente, utilizzo quella presente in natura: dalle semplici acque superficiali [i mari, i laghi eccetera eccetera] a quelle sotterranee [ l'acqua presente nelle falde del terreno]. Inoltre, giusto per non farci mancare niente, sono in grado di "interagire" con il ghiaccio, purché non sia di natura cosmica, portandolo dal suo naturale stato solido a quello liquido.

    ♦ Aquatic Flora ♦

    Tutti al mare si preoccupano per il tocco urticante di una medusa, qualcosa che può lasciare un segno indelebile, un dolore indescrivibile quasi come se la pelle stessa si stesse staccando dai muscoli. Nessuno sembra preoccuparsi delle piccole alghe che sbocciano in tutto il mondo. Nei tetri e inaccessibili fondali la natura non cessa di esistere ,ma anzi si sbizzarrisce dando vita a piante di una bellezza unica, paragonabile solo alla loro tossicità; tossicità che può prendere di mira qualsiasi parte del corpo umano dal sistema nervoso alle vie respiratorie, dalla circolazione alle normali funzioni endocrine. Ho sviluppato una particolare "propensione" verso alcune di esse e, in quanto detentrice dell'armatura nera dei Pesci sono in grado di controllarle, di crearle semplicemente utilizzando il mio cosmo e di inglobarle nei miei attacchi per renderli più pericolosi. Tali alghe sono inoltre presenti all'interno del mio corpo le quali, oltre a rendermi di fatto immune alle tossine prodotte naturalmente da questi organismi, mi permettono di respirare sott'acqua senza bisogno di altri strumenti. L'immunità alle tossine è limitata solo a quelle prodotte dalle microalghe stesse, e non a tutti i veleni; oltre a queste mie predilette, posso comunque controllare anche alghe innocue.

    ♦ Trickster ♦

    Grazie all'utilizzo di un intreccio di cosmo e potere mentale, sono in grado di alterare la mia forma, quella di oggetti e individui consenzienti.Per farla breve sono dunque in grado di trasformarmi in qualsiasi cosa io voglia, purché la struttura basica rimanga quella umana; ciò significa che sono in grado di ricreare aspetti perfettamente realistici, sotto tutti i punti di vista: consistenza, odore, sensazioni tattili eccetera. Per non parlare poi dei cambiamenti di colore fino ad arrivare alla trasparenza. Questa insidiosa mi rende un'avversaria da non sottovalutare sul campo di battaglia; Sono infatti in grado di rendermi invisibile ai miei avversari, diventando praticamente introvabile ai più. C'e da aggiungere che non disdegno di utilizzare questa mia particolare capacità per celare alla vista altrui i miei attacchi; poco importa se, una volta scagliata l’offensiva, questa rivelerà la mia posizione, quello che conta è giocare sull'effetto sorpresa.

    ♦ Telepathy ♦

    Come gran parte dei cavalieri di un certo livello, sono in grado di comunicare telepaticamente con le persone che mi circondano.

    «Healing ~ Slànaich


    Non tutte le tecniche sono volte ad offendere anzi, in questo caso l'effetto è l'esatto contrario. Utilizzando il mio controllo sulle alghe sono in grado di creare una quantità variabile della specie Laminaria Digitata, da applicare direttamente sulle ferite - specialmente quelle da taglio, perforazione e abrasione - come se si trattasse di vede e proprie bende. Tra i vari utilizzi infatti, questo organismo è noto per le sue proprietà cicatrizzanti, le quali tenderanno a favorire la guarigione delle ferite stesse, alleviando e curando - almeno in parte - i danni fisici causati dai nemici.

    Area Azione: 50m | Velocità: Vicina a Luce | Danni: Cloth ≤ III
    Sometimes, human places
    create inhuman monsters. [S. King]
    SZfiDRp
     
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  8. Lars Stark
     
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    "Il portale che non si apre."



    L
    ars cercava di farsi vedere tra le ombre della foresta, e alla fine qualcuno arrivò e provò a vedere chi era.
    Dall’aspetto che l’individuo aveva era senz’altro il tipico guerriero vichingo delle terre del nord, con i suoi vestiti procurati scuoiando animali feroci e la stazza di un corpo ben allenato quasi quanto quello di Lars se non fosse anche meglio, tanto da indurre L’ex-ufficiale a provare un po’ d’invidia. Si toccò, senza farsi notare, il bicipite destro del braccio alzando un sopraciglio e riservandogli uno sguardo “competitivo”, come se dicesse : “ Ehi! bello guarda che non sei meglio di me.” , ma questo se lo riservò per se stesso senza proferire parola, anche perché quello parlava il finlandese o una lingua runica asgardiana e Lars non aveva voglia di impararla, infatti non capì un cavolo di quello che disse ai suoi uomini, ma si fece seguire.
    Ottimo, quindi lui era la guida che avrebbe portato il gruppo verso le montagne, bene Lars seguì il tutto .
    Ci vollero circa una decina di chilometri di marcia per arrivare nel luogo prestabilito, il percorso non sembrò particolarmente irto di ostacoli e non si videro fiere feroci e in quegli attimi di tranquillità Lars non avrebbe voluto insistere per un dialogo , ma per conoscere che intenzioni avevano questi asgardiani , visto che erano gli alleati temporanei come minimo qualche informazione strategica riguardo il territorio e su cosa era successo ad Asgard contro la Corruzione sarebbe stato interessante. Chissà se il loro Dio Odino era sopravvissuto? Non che fosse interessante per lui la questione, però lo era di più per sapere come era messa la formazione dell’esercito asgardiano poteva essere utile in futuro.
    Lars si avvicinò a fianco di Finn e cercò di chiedere qualcosa a riguardo, anche se lasciò libertà sul “segreto” di non rivelare delle informazioni riservate protette dal volere del loro Celebrante. Non era sicuro che capisse l’anglo-americano , anche se provò a sforzarsi di dire qualche parola in quella lingua nordica, ma la confondeva con il tedesco che aveva studiato in accademia aeronautica insieme ad altre quattro lingue, tra cui l’iracheno che gli servì molto quando andò in missione in Iraq.

    “Non avevo mai visto Asgard e non credevo neppure che potesse mai esistere, però ammetto che avrei preferito venire in un momento migliore di questo che stiamo vivendo .Posso permettermi una domanda naturalmente hai la libertà di non rispondere se sono informazioni “sensibili” per voi. Come siete messi a truppe?Il vostro Celebrante ha qualche strategia da proporre? La Corruzione si è estesa moltissimo in tutto il territorio globale, le maggiori città del mondo e anche molti Dei stessi non hanno più motivo di ritenere gli incubi “paurosi” visto ciò che è successo. Io stesso ho provato ciò che significa e… ho perso molto di più… ancora nessuno credo abbia trovato una soluzione al problema. Spero che per voi non abbia preso il sopravvento in maniera irreversibile.”

    Il verbo di Lars si fermò lì, anche perché sapeva di essere già scosso dalla scomparsa dei suoi genitori a New York , quindi era meglio non pensare alla Corruzione per ora per non compromettere la missione con la sua rabbia distruttiva, poi vide che il loro cammino li portò verso una vallata in cui i suoi occhi videro un paesaggio gotico e oscuro su cui c’era “dipinto” un castello in rovina dalle alte mura.
    Scesero verso la vallata e a quanto pare una volta arrivati avanti al castello non videro aperture di sorta per entrare , in effetti Lars si ritrovò d’accordo con la Mc.Queen , se era un posto senza un’entrata era un problema, ma per quanto quel “crucco” rossiccio di Gabriel fosse strafottente e non mostrasse, secondo Lars, rispetto neppure per la donna che amava , era pur sempre un Leder e non scomodava due bestie nere e un novellino solo per trovare un castello senza entrata .

    “Lord Von Faust non ci avrebbe fatti scomodare se questo posto non fosse importante. Deve esserci il modo per entrare.”

    Lars ispezionò bene la zona , in effetti non c’era nulla, poi vide che avanti a tutti invece c’era un portale dalla fattura articolata e dai bassi rilievi dal sapore nordico , forse era l’entrata, ma non si poteva aprire in nessun modo.

    “Eccolo questo deve essere l’entrata solo che non ho idee su come aprirlo, evidentemente deve esserci un ingranaggio nascosto che non possiamo vedere o magari è protetto da qualcosa che non sappiamo. In ogni caso non sarà un portale a fermarci dico bene?”

    Cercò un consenso dai suoi compagni , poi si concentrò sul problema, se la porta non si apriva e non c’erano entrate allora l’unica cosa migliore era sicuramente buttarla giù sperando che non nasconda trappole.
    Lars fece girare il braccio destro stringendo il pugno e facendo scricchiolare un po’ il collo come se si preparasse ad un incontro di box, poi diede uno sguardo d’intesa verso Finn e cercò un aiuto da parte sua visto che era così massiccio come un Panzer tedesco.

    “Ehi vichingo “boy” che ne dici di aiutarmi a buttare giù questa bella “porticina”?”

    Lars caricò il suo cosmo lasciando pure che l’energia cosmica e vulcanica di Black Leo gli avvolgesse il corpo.






    pfeo4

    narrato;parlato""; pensato°° & monologhi<<>>,telepatia<<>> Parlato Esterno Parlato Bestia.




    Dati & Riassunti

    Nome:Lars Stark
    Stato fisico:buono
    Stato Psicologico:buono.
    Armatura:Black Gold del Leone [livello 6]
    Stato armatura:intatto
    Energia:Energia Nera
    scheda: ENQpRXS



    Riassunto











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    La torre del tempio nero



    Avevano intrapreso il cammino, dirigendosi verso una meta per lui sconosciuta. Non si era mai trovato a pattugliare quella regione del regno, ma la cosa poco importava: Thorfinn avrebbe eliminato qualsiasi possibile minaccia. Aveva ascoltato i discorsi tra quegli stranieri, nei quali avvertiva una forza latente grande quanto la sua se non superiore, e la cosa non gli piaceva per niente. Aveva una pessima opinione degli stranieri, quasi peggiore di quella che aveva nei confronti del Celebrante, che riteneva responsabile della fine della sua gente. A Siegfried doveva obbedienza solo per il ruolo che ricopriva, ma un giorno forse non lontano avrebbe avuto un confronto con lui. Magari sarebbe morto, oppure lo avrebbe ucciso; ma si sa, ad Asgard i guerrieri non vanno tanto per il sottile, e Finn non era certo un diplomatico.

    Il problema che in quel momento lo impensieriva era se diffidare di quegli stranieri o meno. C'era una tregua tra i loro popoli, ma andava bene lasciarli entrare ad Asgard come se niente fosse? Uno di loro cercò di attaccar bottone chiedendo notizie in generale sull'esercito. Si limitò a rivolgergli un'occhiata di traverso, in parte per quella confusione che sentiva nel linguaggio, e in parte perchè non erano notizie che avrebbero dovuto interessarlo. Il suo lavoro era di scortarli fino alle rovine, e a quello si sarebbe limitato. Finchè il castello, un'ammasso spettrale di roccia che sembrava essere eruttato direttamente dalle viscere della terra, non comparve davanti ai loro occhi. Ognuno di quei guerrieri si avvicinò e si guardò intorno, non sapendo bene cosa fare; mentre ispezionavano l'esterno, e quel chiacchierone che gli aveva rivolto la parola stava facendo il giro del perimetro, l'entrata si materializzò praticamente sotto il loro naso.

    Adesso che il portale era comparso dal nulla, i tre Cavalieri Neri a cui era stato incaricato di far da balia stavano ancora cercando di capire come entrare. A quanto sembrava, Lingualunga aveva deciso di provare con la forza e avrebbe cercato di sfondare, ma si rivolse ancora una volta a lui.

    Finn lo guardò con indifferenza, poi si voltò verso il portale e sbuffò con il naso. Un pò di movimento serio non gli dispiaceva, soprattutto se di lì a poco c'era la possibilità di attirare avversari sgradevoli, quindi si mise al fianco del Cavaliere Nero che stava richiamando a sè un cosmo enorme.

    Un tipo pericoloso, dunque.

    A sua volta l'energia iniziò a bruciare dentro Thorfinn, la pelle di metalupo si increspò come se avesse avuto vita propria, ma prima che l'attacco seguisse accadde un fatto sorprendente. Il portale... si stava aprendo!!

    Un pensiero balenò nella sua mente, e probabilmente anche Lingualunga aveva avuto la stessa pensata. I due continuarono a mantenere i cosmi, come pronti per un attacco che non sarebbe mai avvenuto; e l'entrata, in risposta, lentamente si apriva davanti a loro. Centimetro dopo centimetro, sempre più vicini all'obiettivo; poi, una luce improvvisa dall'interno del castello.

    Fu l'ultima cosa che Thorfinn Thorsson, cavaliere di Asgard e custode della caverna vulcanica, vide.






    Nome:Thorfinn Thorsson
    Cloth: God Robe di Beta UMA - Sleipnir (Indossata)
    Status: Guardingo. Ma poi...
    Energia: Blu
    Rapporto danni:
    Riassunto azioni:

    Tecniche e Abilità usate:
    Asgard Bless ~
    Il god warrior è sempre stato sottoposto alle intemperie, al potere del fuoco ed al gelo di Asgard. Presso la gelida terra ove risiede egli accoglie il sole del meriggio così come il gelo perenne dei ghiacci. In termini pratici il guerriero ha una naturale resistenza a condizioni di bassissime/altissime temperature dovute a cause naturali, come un vero asgardiano sfida la tempesta di neve mandata dagli Aesir e il fuoco dei vulcani così il guerriero rimane impassibile alla morsa del freddo di madre natura e dal calore del fuoco della terra potendo, però, restar comunque vittima degli elementi creati da un cosmo avverso.(passiva - "Resistenza a basse e alte temperature")




    Note: Ho usato il Layout di Rave per cercare di non confondere troppo le acque. Dato il suo improvviso abbandono, faccio io al posto suo e poi riprendiamo la turnazione normale. Finn, in seguito alla luce che esce dal castello, svanisce praticamente nel nulla. Hjorr sopraggiunge giusto in tempo per vedere la scena, senza poter fare nulla; dopo aver incassato il colpo (ed eventualmente provare ad interagire con i black), deciderà se provare a seguirli dentro le rovine oppure no.


     
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    Black Saint
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    Per i suoi gusti, quel gruppo viaggiava parecchio veloce. Era stanco, stanchissimo di tenere quel ritmo, un ritmo che perse ben presto, vedendo svanire il grosso del gruppo - guidato da Thorfinn - via nell'esterno delle marche. Aveva, in quel manipolo di Black Saint, intravisto una sua vecchia conoscenza, il Cavaliere Nero della Coppa, che con lui aveva abbattuto un abominio di dimensioni colossali, un corrotto fatto di carne putrida e rottami. Un bastardo di cui soltanto insieme erano riusciti ad avere la meglio. L'altro ragazzo - forse ancor più pieno di sé di quanto già non lo fosse Hjorr Stesso - e l'unica femmina di quel gruppo emanavano un cosmo smisurato, almeno non alla portata del suo potere. Per fortuna c'era Thorfinn con loro: avrebbe potuto spazzarli via con un soffio del suo fuoco, si ritrovò a pensare. E in qualche modo, quella fantasia lo fece sentire un po' più al sicuro.

    Corse più veloce possibile per recuperare lo svantaggio, ripassando - passo dopo passo - il percorso che il Celebrante aveva mostrato loro prima della partenza. L'obbiettivo erano delle rovine che immaginava, a quel punto, essere ruderi risalenti all'età dei Primi Cavalieri Neri, un edificio che - fosse stato per lui - avrebbe raso al suolo seduta stante. La difficile arte della diplomazia non faceva per lui, anche se poteva provare ad abbozzare i motivi per cui Siegfried aveva concesso quel patto di non belligeranza ai Black Saint: da quel che sapeva, i cavalieri di Death Queen's Island superavano quelli di Asgard in numero e in potenza, e in quelle condizioni, doversi preoccupare di qualche nemico in meno era un vantaggio non indifferente. A metà fra i Santi di Athena e i Cavalieri Neri, dunque, con un solo obbiettivo in mente: proteggere la gente di Asgard dalla Corruzione. Un prezzo che anche Hjorr Skìrlaug si ritrovò disposto a pagare.

    Dopo una lunga corsa avvertì di avvicinarsi a quell'agglomerato di cosmi, evidentemente fermi nel luogo del loro obbiettivo. Non sapeva cosa lo attendesse: non immaginava ancora che di lì a pochi a istanti Asgard avrebbe perso uno dei suoi guerrieri, di certo il più forte - in quel momento storico - dopo il Celebrante. Fece in tempo a raggiungere una rupe che dava sulla spiana in cui il manipolo composto dai Cavalieri Neri e da Thorfinn, quando accadde. Sentì il cosmo oscuro di uno di quei tizi brillare, e con esso la forza spaventosa del God Warrior: fu questione di pochi istanti. La terra prese a vibrare, e il portone di quel tempio reagì con la stessa furia dalla quale si sentì minacciato: gli stipiti si aprirono, e il bagliore - accecante - che ne uscì, risucchiò l'ambiente circostante, negando ai presenti vista e coscienza di quegli attimi. Quando riaprì gli occhi ed ebbe la prontezza di mettere a fuoco la scena, qualcosa non tornava. I tre Cavalieri Neri erano lì, incolumi. Thorfinn no.

    Thorfinn Thorsson, God Warrior di Sleipnir, era sparito nel nulla.

    1Eg4fM9


    « Uno è andato. » Disse dall'alto di una roccia, ben visibile dal gruppetto di fronte al portone. La sua figura si stagliava poco più dietro, in alto, quasi fosse una sentinella messa da lì dal Celebrante in persona - e la faccenda non era poi troppo diversa da quella ricostruzione. Era sinceramente dispiaciuto per quello che aveva appena visto, ma non c'era spazio per il dolore, non ad Asgard. Non c'era spazio per le lacrime. Per di più, aveva scambiato si e no tre parole con Thorfinn in tutta la sua vita: ne aveva sentito le gesta, certo, ma questo non faceva di lui un compagno. Hjorr Skìrlaug era piuttosto un lupo solitario, a cui piaceva agire da solo, membro di una casta - quella dei Flagelli del Valhalla - meno incline al lavoro di gruppo rispetto ai più ordinari Guerrieri Sacri di Odino.

    Saltò giù dalla rupe, cadendo a pochi metri di distanza dal gruppo dei Cavalieri Neri, esattamente in mezzo fra lui e il portale che aveva appena risucchiato o fatto sparire Thorfinn. L'armatura risplendeva intorno al suo corpo, rispondendo al buio della zona con lampi e bagliori indaco, che il ceruleo del suo cosmo faceva brillare d'una sfumatura ancor più tetra. Mimung, la spada che aveva l'onore di brandire, assicurata al fianco, pronta ad essere estratta e menata contro il primo nemico che ne avesse richiesto l'intervento. Con un paio di colpi della mano sgrullò la polvere dalla coscia destra, scoperta dal ginocchio a qualche centimetro sotto l'inguine.

    Squadrò i presenti con occhi annoiati, lame di ghiaccio pronte a ferire chiunque lì intorno. Quindi si rivolse ai Cavalieri Neri e fece alcuni passi per ridurre la distanza tra loro. Passò attraverso la riga che formavano davanti al portale, camminando fra Yoshiro e la ragazza. Non aveva intenzione di lasciarli entrare in quella fessura senza di lui: « A questo punto » disse guardandoli negli occhi uno dopo l'altro, con voce ferma e chiara « Direi che ci sono dentro anche io, e fino al collo ». Emanava una strana calma, la stessa freddezza di chi è pronto a uccidere in un attimo. Un battito di cuore e via, per il mondo dei morti. « Sia chiaro: non esiste che entriate in quel coso senza di me. » Si fermò, allargò le braccia e sorrise.

    « Anche perché, in assenza di Thorfinn » abbracciò con un del dito e della mano il manipolo di Cavalieri Neri « tocca a me massacrarvi se doveste rompere i patti. »

    qWStJRS

    hjorr skìrlaug ~ ullr ~ en. rossa

    mente ~ --.
    fisico ~ --.
    cloth ~ indossata; intatta.
    note ~ spada assicurata al fianco. Come già detto da Tygaer nel suo specchietto, Hjorr sopraggiunge giusto in tempo per assistere alla scomparsa di Thorfinn, senza però poter intervenire; sorprendentemente, però, la sua reazione è più fredda di quanto ci si potesse aspettare..


     
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    Eternal Champion

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    La Torre del Tempio Nero
    III
    tPf3jSg


    Il Celebrante aveva iniziato a studiare le carte dei territori orientali per cercare di ipotizzare cosa la Corruzione stesse cercando di architettare. Voleva stanare Dragmor prima che potesse inventarsi altre diavolerie e assaltare nuovamente il castello, infierire ancora sul suo popolo. Poi, un brivido improvviso gli corse lungo la schiena; ebbe come un presentimento... una sensazione di morte incombente, accanto a lui. Vide il volto di un uomo avvolto nella luce del Valhalla. Thorfinn.

    Corse alla finestra e guardò verso l'Orsa Maggiore: Merak aveva perso il suo splendore, a malapena era possibile intravederla nel buio accanto alle altre stelle della costellazione. Sferrò istintivamente un pugno contro la roccia che costituiva il davanzale, affondando la mano per diversi centimetri nella pietra. Si concentrò, ma il cosmo di Finn sembrava scomparso nel nulla.

    ...per gli Dei! Che diavolo è successo?

    Era quasi certo che il barbaro non fosse morto e sapeva per istinto che non potevano essere coinvolti i corrotti; tuttavia non riusciva a percepirne l'essenza. Era come se fosse in un altro luogo, un posto ignoto e che lui non riusciva a raggiungere. Ma qualunque cosa fosse successa, doveva sperare che Hjorr riuscisse a cavarlo d'impaccio o che gli stessi Cavalieri Neri potessero aiutarlo. Il punto era che in quel momento non poteva agire personalmente, perchè i Cavalieri d'Oro stavano giungendo ad Asgard per lui. Come se non bastasse c'era la reale possibilità che anche Dragmor stesse preparando le sue mosse, e significava che tutto il Nord rischiava di crollare.

    Mentre pensava a tutto ciò, si voltò di colpo verso l'entrata della stanza e vide un soldato, bianco come un cencio, che aveva gli occhi inchiodati sul suo pugno ancora affondato nella roccia. Con naturalezza, si ricompose come se quei pensieri non lo avessero turbato minimamente.

    Parla, soldato.

    Quello rimase imbambolato, poi di colpo si riprese.

    Si... Signore! Harad e i Cavalieri di Athena sono arrivati al castello!

    Poi si voltò e corse via, evidentemente scosso alla vista del Celebrante adirato per qualcosa che era quasi certo di non aver commesso. Siegfried scosse la testa e inspirò a fondo l'aria gelida, poi tornò alle carte. Doveva fidarsi di Hjorr, e anche dello stesso Finn. Qualche minuto dopo, Harad aprì la porta a fece entrare i guerrieri alleati. Il Cavaliere del Nord alzò lo sguardo verso di loro, e riconobbe subito Deneb. Il giovane leone sembrava cambiato molto dalla sua ultima visita ad Asgard, sembrava in qualche modo più maturo anche se ancora non aveva aperto bocca. Per lui erano gli occhi a parlare, occhi che avevano visto sofferenza e guerra. Come era stato per lui. Lo sguardo passò ad un altro giovane cavaliere che non conosceva e che indossava l'Armatura di Bronzo del Dragone. Infine guardò la terza figura, e nel constatare che si trattava di un secondo Cavaliere d'Oro non potè fare a meno di sorridere tra sè e sè.

    Aveva riconosciuto la ragazza che la indossava, e che tempo prima era andata a caccia di corrotti nella Grande Foresta... solo che all'ora indossava una corazza ben diversa. Dhawyth, se la memoria non lo ingannava.

    Siate i benvenuti ad Asgard. O forse dovrei dire bentornati, dato che i Cavalieri d'Oro che ho di fronte non sono estranei a questi luoghi... sono tempi bui, e spero che non abbiate fatto più brutti incontri del dovuto.

    L'accenno di sorriso si attenuò ulteriormente. I segni della fatica erano ben distinguibili in almeno due tra loro.

    Devo chiedervi notizie del Grande Tempio. Lady Anita, con cui abbiamo avuto più contatti, ha smesso da qualche tempo di farmi avere notizie della vostra terra e la cosa mi preoccupa non poco. Quindi vi prego, aggiornatemi della situazione in Grecia; poi potrete riposare e rifocillarvi prima di prendere atto della situazione in cui versa il Nord.

    Si fermò, offrendo loro alcune sedie con un gesto della mano, e li guardò uno alla volta attendendo le loro parole. Ascoltò con attenzione i loro racconti, senza mai interrompere nessuno di loro. Quando ebbero finito di parlare, Siegfried li guardò nuovamente.

    Capisco, dunque la situazione non è esattamente delle migliori. Ora riposate, siete ospiti di Asgard... riprenderemo più tardi le nostre discussioni. Ora ho una faccenda urgente che richiama la mia attenzione, e vedrò di risolverla per poi aggiungerla alle notizie sul regno del Nord.

    Il suo tono non ammetteva repliche. In realtà avrebbe continuato subito, ma nella sua testa si stava delineando un quadro generale preoccupante e la faccenda di Finn lo aveva messo ancora più sul chi va là. Quindi decise: si sarebbe mosso senza perdere tempo, sperando di non recare offesa a chi aveva appena ricevuto.

    Non appena i suoi ospiti si ritirarono, chiamò Harad e gli mostrò il rapporto che aveva ricevuto in precedenza e indicò la zona interessata sulla mappa.

    Devo vedere con i miei occhi, questa storia non mi piace e ci sono troppe coincidenze. Lascia riposare i Cavalieri di Athena, poi informali che mi sono spostato ad est in questo punto. Fà loro le mie scuse, vedrò di far ritorno entro stasera: se però decidessero di raggiungermi, scortali tu stesso insieme ad una decina di soldati per farli giungere il più rapidamente possibile. Non voglio che i nostri alleati pensino ad una mancanza di fiducia.

    Quello annuì, e il Celebrante scese alle scuderie. Ripreso il suo cavallo, si mosse rapidamente verso est. Ma la sua testa continuava a cercare Finn nel cosmo.

    ***************



    Dopo circa un paio d'ore era giunto a destinazione, ma gli sguardi incerti dei suoi soldati attirarono subito la sua attenzione. Il tragitto era stato abbastanza tranquillo, e quella zona della foresta era spesso battuta dall'esercito quindi nessuna traccia di corrotti. Appena smontò, il comandante del reparto gli si avvicinò immediatamente per spiegargli la situazione.

    Signore, alcuni dei nostri esploratori sembravano aver avvistato diverse creature appartenenti alla corruzione muoversi in questa zona della foresta però vede... stanotte, e apparentemente dal nulla, è apparso quello. Non è possibile che sia stato costruito, è come se si fosse semplicemente materializzato. Da allora le creature non si sono più viste, ma gli esploratori parlano di fantasmi che si aggiravano intorno alla costruzione.

    Ci mancava solo questo: un castello in mezzo ad una foresta e i corrotti che ci sono ma che si divertono a sparire. Dubbioso, Siegfried iniziò ad esaminare tutto il panorama e fece chiamare le sentinelle.

    tPf3jSg

    NOME - Siegfried
    ENERGIA - Nera
    CASTA - God Warriors di Odino
    ROBE - Alpha Uma, Orion {VIII}
    STATUS ROBE - Indossata - Ottimo
    STATUS FISICO - Illeso
    STATUS MENTALE - Pensieroso

    RIASSUNTO AZIONI - Ho dovuto fare un pò di salti mortali per rimettere le cose a posto. Sieg ascolta i racconti dei cavalieri senza interromperli, poi li manda a riposo e decide di partire immediatamente perchè pensa che il rapporto ricevuto sia in qualche collegato alla scomparsa di Finn. A questo punto, i santini dopo aver riposato partono a loro volta. Faccio un piccolo edit per le vostre istruzioni: concorderete con Siegfried di scendere tutti insieme verso il castello, poi a quel punto fermate il post. Una nota per Dha: dato che tu riconosci a tua volta Siegfried e noterai che la sua armatura è leggermente imgliorata rispetto a quando lo avevi visto tu... e soprattutto scopri ADESSO che in realtà il Celebrante è lui... per ora incassa, non è il momento di fare le proprie rimostranze sulla lieve omissione di dettaglio di quando vi siete incontrati in precedenza.

    tPf3jSg
    ABILITA'

    COSMO STRAORDINARIO - Siegfried è il favorito di Odino. Il mito vuole che riuscì a sconfiggere il Drago Bifronte grazie, oltre alle sue abilità in battaglia, ad una forza interiore superiore a quella dei normali esseri umani. Questa sua capacità gli permette di "produrre" una potenza cosmica superiore rispetto ad un cavaliere di pari forza; tuttavia non è in grado di raggiungere la forza di guerrieri con il cosmo a lui superiore.

    BARRIERA COSMICA PASSIVA - Caratteristica abilità di alcuni guerrieri del Nord, Siegfried possiede una eccezionale resistenza agli attacchi fisici e cosmici, dono ricevuto dopo essersi bagnato nel sangue del Drago Bifronte. La linfa vitale del drago ha ricoperto interamente il corpo del guerriero, eccezione fatta per una piccola area sulla schiena, all'altezza del cuore: una foglia si posò sulla pelle del cavaliere un attimo prima che egli si immergesse nel sangue del rettile, rendendo quel punto l'unica zona del corpo con una resistenza "umana".

    PRIVAZIONE SENSORIALE - Come dono del dio Odino in seguito alla battaglia dell'Armageddon, Siegfried ha acquisito sul campo l'abilità di privare l'avversario dei 5 sensi, nell'ordine che egli preferisce; unico limite a quest'ultimo aspetto è la privazione del sesto senso, che può essere rimosso solo dopo gli altri cinque.

    tPf3jSg
    TECNICHE




     
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  12. Rafalel
     
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    III

    LA TORRE DEL TEMPIO NERO

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    Ogni volta che tornava ad Asgard non era il freddo che gli congelava lo spirito, era il pensiero di un popolo guerriero... per Deneb non poteva esistere un popolo fatto di guerrieri, i guerrieri dovevano difendere il popolo, sacrificarsi per permettere al resto della popolazione una vita pacifica e prospera. Ad Asgard invece la maggior parte delle persone erano temprate dalla guerra e quasi nessuno si godeva realmente i frutti della pace, una situazione che per il giovane leone equivaleva alla sconfitta della società civile.

    Siegfried, è un piacere rivederti anche se in circostanze così difficili... Anita purtroppo si trova in una sorta di coma e non sappiamo quando tornerà da noi. Il Grande Tempio è relativamente sicuro ma abbiamo sempre mostri sul confine, un po' come voi infondo... niente di straordinariamente pericoloso, soprattutto quando almeno due cavalieri d'oro restano sempre al grande tempio per sicurezza. Tentiamo qualche missione esplorativa e di salvataggio quando possiamo, ma oramai non c'è quasi più niente oltre le nostre roccaforti ed un altro paio di luoghi sicuri sulla terra...

    Parlò al celebrante con rispetto, ma senza quella patina di ufficialità che sarebbe stata necessaria considerando i ruoli istituzionali dei due. Sapeva che Siegfried era uomo più di risultati che di forma, e lo apprezzava per questo, non avrebbe perso tempo con orpelli lessicali. Il suo tono gioviali si spacco solo quando dovette riportare di Anita, ferita ancora aperta e sanguinante del suo cuore. Parlò al celebrante, dando anche il tempo ai suoi compagni di aggiungere dettagli o comunque interfacciarsi con Siegfried, fin quando Siegfried non li congedò. Avrebbe voluto ammonirlo, ricordargli che era inutile cercare di mantenere dei segreti quando lui era nelle vicinanze... ma alla fine preferì dargli lo spazio che chiedeva loro.

    Non smetterà mai di comportarsi come un ragazzino... dovrebbe capire che non ha più la nostra età e non può aggirarsi da solo nelle terre contese con la corruzione, ha un regno da mandare avanti.

    Le stanze che avevano ricevuto per riposarsi erano abbastanza spartane da ricordar loro di trovarsi ad Asgard, ma abbastanza lussuose da poter essere accettate anche dagli emissari più viziati. Non che a Deneb importasse qualcosa, aveva aspettato impazientemente che il messaggero di Siegfried venisse a portare loro le informazioni di cui aveva bisogno. Aveva deciso volontariamente di non spiare il celebrante con i suoi poteri, ne di scoprirne i segreti senza il suo permesso, ma non ci voleva un genio per capire che ad Asgard qualcosa stava andando storto e di li a poco avrebbe avuto bisogno di loro.

    Dhawyth, Yamato. Non abbiamo attraversato un Europa devastata dalla corruzione per venire qui a fare i turisti... Io dico di raggiungere Siegfried e risolvere questo problema il prima possibile. Ricordiamo agli Asgardiani che Athena non è solo un peso ma un alleato prezioso.



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    Deneb
    Gold Leo [VII] - Energia Nera
    Narrato – ParlatoPensatoTelepatiaParlato altri

    Status Cloth – //
    Status Fisico – //
    Riassunto Azioni – Parlo un po' con Siegfried. Quando riceviamo le informazioni da Harad do il mio voto sul come proseguire e mi fermo. Anche se al 99% saranno anche loro d'accordo non volevo forzare la mano ai miei compagni sul cosa fare, per questo non descrivo la partenza da Asgard o l'arrivo da Siegfried. Lascio al solito il mio personaggio in mano vostra per arrivare dove il master vuole farci arrivare.

    Abilità
    I am a being of Heaven and Earth, of thunder and lightning, of rain and wind, of the galaxies


    //

    Tecniche
    With realization of one's own potential and self-confidence in one's ability, one can build a better world


    //

     
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  13. ragnarok36
     
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    La Torre del Tempio Nero
    post III

    narrato | parlato | pensato | altri


    Quando Yamato vide arrivare la seconda ondata di corrotti iniziò a maledire tra sé e sé quelle lande desolate in cui la sfortuna lo aveva ficcato. Sia chiaro non era per nulla preoccupato di morire, mille di quegli affari non valevano uno di loro (anche due o tremila nel caso di Deneb e Dha), era solo che detestava il freddo fottuto in cui erano stati costretti a combattere. Doveva essere solo una rapida missione diplomatica, un breve viaggetto a portare un po' di novità al celebrante e via, si torna a casa nella calda Grecia! Invece no, miseria ladra, un villaggio di barbari corrotti gli impediva di finire velocemente.
    Fortunatamente per i tre saint però l'arrivo tempestivo della cavalleria asgardiana risparmiò loro l'ulteriore spreco di energie.
    I valorosi cavalieri del nord, forti del loro numero, dispersero con facilità quella massa di zombie di ghiaccio e, dopo aver offerto ai tre guerrieri altrettanti possenti cavalli del nord, enormi bestie impervie al freddo e già sellate, li scortarono al il loro accampamento in totale sicurezza.
    Mentre viaggiavano verso il campo Yamato notò in Deneb quella che interpretò come una sorta di inquietudine; sembrava guardingo nei confronti degli asgardiani, quasi non si fidasse di loro. Il Dragone, che dal canto suo non li aveva mai visti prima, aveva ammirato il loro coraggio e doveva certamente ringraziarli per l'aiuto ma decise che avrebbe comunque seguito l'esempio dell'amico, certamente più navigato di lui in queste situazioni, e avrebbe tenuto d'occhio gli autoctoni anche solo per sicurezza.

    Arrivarono al campo in poco più di mezz'ora facendo la felicità del cavaliere del Dragone che ipotizzò che senza il supporto dei cavalli, con il vento contrario e la neve alle ginocchia, ci avrebbero perso se non l'intera giornata almeno metà, a battere i denti tra quelle vallate bianche con temperature molto al di sotto dello zero.
    Per tutto il tragitto Yamato era convinto che li avrebbero scortati a un rudimentale avamposto militare, con tende di buona fattura avvinghiate alla meno peggio al terreno ghiacciato, per questo motivo quando fu difronte all'immensa fortezza di solida roccia nera che troneggiava imperiosa sulle distese di ghiaccio rimase a bocca aperta.
    La costruzione era chiaramente molto antica ma nonostante questo non sembrava minimamente impensierita dalle intemperie e e dai numerosi attacchi a cui doveva essere stata sottoposta, benché ne portasse visibilmente alcune cicatrici.
    Appena furono dinnanzi all'enorme portone in solido legno di un marrone così scuro da sembrare bruciato la loro guida lanciò un urlo per annunciare la sua presenza a cui la vedetta a guardia delle mura rispose rispettosamente, sottolineando ulteriormente come il loro accompagnatore dovesse essere un guerriero di rango piuttosto elevato.

    Dopo che ebbero lasciato i cavalli nel cortile principale della fortezza il guerriero asgardiano li accompagnò attraverso i gli stretti corridoi egregiamente illuminati da fiaccole a parete che davano un tocco alquanto lugubre al posto fino alla stanza dove il celebrante di Odino, la più alta carica asgardiana, stava consultando con malcelata agitazione delle carte geografiche.
    Era un uomo molto alto e muscoloso, sulla trentina, con lunghi capelli biondi e i lineamenti austeri da uomo del nord.
    Siegfried era il suo nome.
    I suoi occhi in cui solitamente doveva brillare la fierezza del più formidabile guerriero di asgard tradivano la sua ansia per qualcosa che ai tre guerrieri non sarebbe stato chiaro se non forse in futuro.
    Quando aprì bocca per accoglierli però la sua voce era calda e pacata, non lasciava minimamente trasparire l'agitazione che Yamato aveva letto nei suoi occhi, tanto che per tutta la durata del breve conciliabolo che tennero con lui si convinse di essersi sbagliato.
    Magari avrà avuto altri pensieri per la testa, essere essenzialmente il capo politico e religioso di Asgard doveva essere snervante, soprattutto in tempi di crisi come quelli.
    Durante la riunione Yamato preferì non proferire parola se non per presentarsi a Siegfried com'era uso tra cavalieri. Riteneva che non fosse il caso che un cavaliere di basso rango come lui mettesse bocca in quella delicata situazione diplomatica. In fondo il suo compito in quel frangente era più quello di dare man forte a Dha e Deneb in caso di momenti difficili com'era accaduto poco prima a Noatùn che fare il politico, senza contare che riponeva piena fiducia nelle abilità di oratore del cavaliere del Leone, fiducia che non venne tradita.
    Siegfried concluse il loro incontro accennando a un fatto di cui avrebbe dovuto occuparsi, fu in quel momento che a Yamato tornò il mente quello che aveva visto per un istante nello sguardo del guerriero del nord, che fosse quella "faccenda urgente" a preoccuparlo così tanto? Eppure sembrava piuttosto sicuro di potersene occupare in fretta. Decise che era il caso di chiedere ai suoi due compagni cosa ne pensassero ma non ce ne fu bisogno, appena furono portati nelle stanze a loro riservate, delle camere accoglienti e spaziose benché prive di troppe frivole comodità, Deneb espresse a parole quello che il Dragone stava pensando.

    Sono d'accordo vecchio mio.

    Rispose Yamato al guerriero d'oro. Tra loro non c'era bisogno di formalità nonostante la differenza di rango, avevano visto l'orrore in faccia così tante volte fianco a fianco che ormai gli orpelli linguistici erano cosa di poco conto.

    Il Signor Siegfried sembrava piuttosto sicuro di sé a parole ma ho notato che sembrava preoccupato per qualcosa, quella faccenda di cui ha parlato mi incuriosisce, secondo me dovremmo quanto meno indagare per metterci il cuore in pace. Non si sa mai che scopriamo qualcosa di utile.


    Si trovarono tutti e tre piuttosto d'accordo sul da farsi: lasciare il castello per recarsi da Siegfried e scoprire cosa bolliva in pentola prima che fosse troppo tardi, semplice ma efficace.
    Fu in quel momento che Harad, l'uomo che li aveva scortati fin lì, entrò dalla porta recando in mano una busta contenente le istruzioni lasciate per loro da Siegfried prima di partire.
    Il celebrante di Odino si era diretto verso est a un paio d'ore a cavallo da dove si trovavano in quel momento, in un altro avamposto asgardiano che in quel momento doveva essere vittima dell'assalto di numerosi corrotti.
    Deneb aveva ragione, il loro arrivo sul campo di battaglia sarebbe stato provvidenziale e avrebbe permesso loro di mostrare a Siegfried e agli asgardiani quanto Atene potesse davvero dar loro man forte in situazioni difficili.
    I tre guerrieri di Athena, dopo aver fatto scorta di viveri per il viaggio, si fecero sellare i tre cavalli usati in precedenza e con quelli partirono nella notte sotto la gelida brezza guidati dal meraviglioso cielo stellato di Asgard.

    lBjxplT
    Yamato Kujuro ♦ Energia Rossa ♦ Bronze Dragone [III]

    eMDjF8g
    STATO FISICO Buono
    STATO PSICOLOGICO Buono
    STATO CLOTH Integra, non indossata
    RIASSUNTO Arriviamo all'avamposto, seguo la riunione ma scelgo di non interferire. Una volta arrivati nelle stanze preparate per noi decidiamo di andare ad aiutare Sieg come da copione

    <div style="width: auto; background-color: #00554d; border-radius: 0px; -moz-border-radius: 15px; line-height: 100%; letter-spacing: 0px; text-align: justify; font-family: times; font-size: 15px; color: #FAF3E1; padding: 15px;">

    ABILITÀ


    LA FORZA DEL DRAGO: Benché il cavaliere del dragone non faccia affidamento su abilità particolari, se non sul proprio cosmo, la propria forza e la propria tecnica, la corazza del drago è dotata di uno scudo e di un pugno destro famosi per la loro leggendaria resistenza. Rimasti sotto le cascate di Goro-oh, in Cina, per migliaia di anni sono stati temprati dall'incessante flusso dell'acqua che, a livello GDR, li ha resi di un livello superiore al resto delle cloth di bronzo.

    IL RISVEGLIO DELLA BELVA: Quando la battaglia infuria da lungo tempo (3 turni o più) lo sforzo e il consumo di cosmo fanno manifestare sulla schiena del cavaliere il tatuaggio del dragone. Questo particolare frangente sta a significare che la costellazione del drago è disposta a cedere tutta la sua energia al Saint che in quel momento può liberarsi della parte superiore del Cloth per dare sfogo alla sua vera potenza, facendo aumentare a dismisura il proprio cosmo per tutta la durata della battaglia.
    Il cosmo straordinario donato da questa abilità permette al cavaliere di lanciare sempre colpi al massimo della propria forza, in questa condizione ogni tecnica può risultare letale e devastante per qualunque nemico.
    Quest'abilità è però un'arma a doppio taglio, infatti per quanto doni al cavaliere una furia senza paragoni lo lascia al tempo stesso privo di difese, una singola distrazione potrebbe uccidere il Saint a ogni nuovo attacco del nemico, l'unica possibilità che ha di difendersi infatti è rappresentata dallo schivare i colpi o contrattaccare molto rapidamente.

    TECNICHE









    Edited by ragnarok36 - 8/8/2016, 13:02
     
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    POST III



    Accadde tutto così velocemente che a Dha sembrava di vedere la scena compiersi davanti a sé come se non la coinvolgesse in prima persona; la cavalleria a quanto pareva era giunta in loro soccorso ed aveva sbaragliato in pochi istanti l'avanzata corrotta.
    Un piccolo distaccamento di uomini venne verso i tre saint che ancora si coprivano le spalle l'un l'altro; un uomo, che presumibilmente doveva essere il primo ufficiale di quella legione, offrì loro 3 cavalcature invitandoli così a seguirli in un loro avamposto più sicuro, situato più ad Ovest rispetto a quel terribile villaggio di morte.

    Il castello appariva esattamente per quello che era: un avamposto militare, scarno di abbellimenti o fregi di qualsiasi natura...sembrava che la gente di Asgard non pensasse ad altro che alla guerra, ma era troppo presto per fornire giudizi affrettati su un popolo che aveva appena conosciuto. In effetti, dopo quello che avevano dovuto affrontare, non le sembravano delle assurdità tutte quelle premure. Tenne però quei pensieri per sé, limitandosi a seguire Deneb senza fiatare...dopotutto era lui il loro portavoce, lei non sapeva nemmeno per quale motivo fossero lì...robe diplomatiche di certo, ma non era tenuta ad esserne informata a riguardo.

    Furono annunciati al Celebrante ed entrarono in una stanza fiocamente illuminata dove da un tavolo ricoperto di mappe si ergeva un uomo...non appena questi si voltò Dha non riuscì a frenare il suo sgomento: impallidì e la bocca le si dischiuse involontariamente. Davanti a lei c'era Siegfried, l'uomo che neanche un anno prima l'aveva aiutata nella sua missione nella Foresta...in quell'occasione non si era presentato come Celebrante, ma bensì solo come cavaliere di Asgard e Dha come tale l'aveva sempre trattato. Ora invece che se lo ritrovava davanti nelle sue vere vesti comprendeva tante cose: l'energia notevolmente superiore alla propria, l'agilità con la spada e la facilità con cui aveva sbaragliato i mostri ed infine la sua proposta di fornire lui stesso rapporto al Celebrante...tutto tornava, tutto filava. Lo stupore iniziale ben presto svanì, ricoperto da un senso di umiliazione e diffidenza...perchè Siegfried non le aveva detto subito che fosse lui il Celebrante?Perchè aveva volontariamente omesso la sua vera identità? Che non si fidasse di lei? Eppure le aveva salvato la vita, l'aveva aiutata e si era servito delle sue allora capacità per trovare la tana dei corrotti...che avesse voluto burlarsi di lei? La fronte le si corrucciò e lo sguardo si incupì mentre continuava a fissarlo, perdendosi nei suoi pensieri senza udire minimamente le parole di Deneb. Era arrabbiata...solo ora che aveva la gold cloth era degna delle attenzioni del Celebrante? Perchè si lui l'aveva riconosciuta eccome, esattamente come lei aveva riconosciuto lui.

    La riunione cessò velocemente perché Siegfried doveva occuparsi di qualcosa di urgente, qualcosa che lo impensieriva non poco e che Dha non aveva minimamente notato vista la natura del suo risentimento. In silenzio seguì Daneb e Yamato nelle stanze a loro dedicate per riposarsi e rifocillarsi, quando si accorse che i due avevano improvvisamente smesso di parlare e la stavano fissando.

    « Hm...come? »


    Cercò di recuperare le informazioni che le mancavano dai recessi della memoria e comprese tutto.

    « Sì, avete ragione, non ha alcun senso restare qui a crogiolarsi nel dubbio...raggiungiamolo! »

    Aveva parlato più rivolta a se stessa che agli altri, il dubbio era il suo non quello del Celebrante...in realtà ben poco le importava di cosa lo preoccupasse tanto, ma piuttosto voleva vederci chiaro ed interrogarlo sul trattamento ricevuto l'anno prima...e non avrebbe potuto farlo con lui lontano.
    Si unì ai suoi compagni ed all'ufficiale che li aveva scortati al castello, lessero le indicazioni che aveva lasciato loro il Celebrante e dopo essersi rifocillati e preparati partirono di nuovo a cavallo.

    n9mxtgM
    narrato ☼ parlatopensato*telepatia*parlato altri

    8Mpe39P
    Nome ☼ Dhawyth
    EnergiaBlu
    Cloth ☼ Gold Virgo (liv. VII)
    Status Fisico ☼ in ripresa
    Status Mentale ☼arrabbiata
    Status Cloth ☼ ottime

    Riassunto Azioni ☼Dha si estranea completamente da tutto non appena riconosce Siegfried, è lì che si domanda perchè e percome non le abbia detto subito che fosse il Celebrante, quindi egoisticamente è molto presa da questo più che da tutto il resto.

    Note ☼Scusate il ritardo!


    Abilità
    ☼//

    Tecniche
    ☼//
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    LA TORRE DEL TEMPIO NERO
    Quest per Asgard, Saints & Black

    IV

    ♦♦♦♦♦♦♦


    Black Chapter



    Un portale si è dunque aperto davanti a voi, inaspettatamente; impiegate qualche istante per realizzare che l'asgardiano Finn, che fino a quel momento vi aveva accompagnato, sembra essere scomparso in quella luce abbagliante... qualche trappola di chi ha costruito le rovine, forse? Non potete saperlo. L'unica cosa da fare al momento è entrare, e cercare di completare la vostra missione prima di fare la stessa fine di chi era con voi un attimo prima, qualunque essa sia stata. Cercate di orientarvi nelle rovine, inoltrandovi quanto più possibile verso l'interno. Non trovate nessuno, niente corrotti, niente resti di cadaveri o cose del generi... solo pietra liscia e nera. Finchè non vi ritrovate, svoltato l'ennesimo angolo, di fronte ad una porta metallica socchiusa. Potete immaginare che sorpresa quando guardando all'interno, vedete subito qualcosa che con Asgard decisamente c'entra poco: la stanza è piena di computers.

    Saints Chapter



    Giunti all'avamposto in rinforzo al Celebrante, si presenta davanti a voi uno spettacolo inconsueto: vi aspettavate foresta e desolazione, invece di fronte a voi sembra esserci ben altro, e a sentire i soldati si è materializzato dalla sera alla mattina. Sembra il luogo ideale dove trovare corrotti annidati, senza ombra di dubbio. L'occasione buona per fare un pò di repulisti?

    zBXLsaR


    Quarto atto, bentrovati tutti e speriamo di proseguire ad un ritmo più alto. Rimane solo il Celebrante a rappresentare Asgard, quindi amen. E adesso andiamo a noi...

    Gruppo Black: La stanza non è particolarmente grande, sarà si e nò una quarantina di metri quadrati per cinque di altezza. I computer sembrano tutti funzionanti, e a quel punto non rimane che esaminare il tutto con mani alle tastiere. Ognuno di voi tre riceverà seduta stante un REGALINO VIA MP: qualcosa che probabilmente vi sarà utile in seguito, quindi badate a non cancellarlo. Ma le cose non finiscono qua: mentre proseguite le vostre ricerche, parte una sirena di allarme, la porta si chiude sigillandovi dentro e sui monitor appare la scritta VIOLATION ALLERT. Nessuno di voi tre riesce a capire chi ha toccato cosa per far succedere quel casotto (quindi vi incolpate a vicenda), e parte il più classico dei conti alla rovescia da dieci secondi. Esaurito il conteggio, in un lampo di luce vi ritrovate qui, senza le vostre armature (ma con i vostri abiti civili) e con un gran mal di testa. Il luogo pare abbandonato da poco, ci sono tracce di veicoli in allontanamento e dai pochi indizi che ritrovate scoprite di essere in un posto chiamato Semipalatinsk, in Siberia... e su un giornale che sembra caduto da dove i veicoli sono partiti (e di cui non capite un'acca perchè è scritto in cirillico) notate una cosa importante: 11/09/1957.

    Gruppo Saints + Siegfried: Decidete di comune accordo di andare a vederci chiaro. Neanche a dirlo, un'ondata di corrotti in formato bestia vi circonda e cerca di assalirvi... non sono nulla di che (delle gialle tendenti al bianco), ve ne potete liberare facilmente ed autoconclusivamente ma in rinforzo ne arrivano altri tre più grossi (e più forti), che non perdono tempo e attaccano con un ululato di energia a testa (piccolo edit, per precisare: considerare il potere "suono"), rivolto ad ognuno di voi, da considerare ad una piena Energia Blu. Avendo Raf e Siegfried dalla vostra DOVRESTE riuscire a farli secchi tutti quanti senza troppi problemi, e sarà allora che si apriranno le porte del castello anche per voi...

    A quel punto ci sarà dell'altro, ma per facilitare le cose ve lo descriverò solo io nel post con Siegfried. E questo significa che Siegfried posta per ultimo :zizi:



    Edited by Tygaer - 20/10/2016, 20:54
     
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30 replies since 16/11/2015, 18:26   1060 views
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