[Trama] La Via del Dolore

Quest per Pandora e Modrock

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    La via del dolore
    Atto VII



    Eris aveva scansato il suo colpo. Qualsiasi sua parola era inutile, lui era ancora turbato da quell’istinto protettivo verso colei che non era che una sconosciuta eppure il fuoco della sua rabbia non faceva che ardere. Sentiva che da un momento all’altro sarebbe esplosa ma non aveva idea di cosa sarebbe potuto accadere. La spiegazione della discordia non aveva alcun senso per lui, nessun interesse se non cercare di trovare una soluzione al problema e risolvere il caos che si era creato tirando via Pandora da quella situazione. Il suo compito era portarla da suo padre e lui avrebbe fatto di tutto pur di assolvere il suo volere. Il guerriero non poteva tradire la fiducia del Re.
    Passi pesanti portarono alla morte ogni sua speranza. Nello sfidare Eris aveva dato le spalle ad Ares. Poteva sentire il suono dei suoi stivali e il terreno vibrare. Prese un lungo respiro e si girò verso il dio della guerra. Aveva una spada di cosmo in mano e lui non aveva neanche il tempo di difendersi. Aveva gli occhi sul suo nemico con la consapevolezza che a breve il suo corpo sarebbe stato tranciato in due senza che lui potesse fare niente per fermarlo. D’istinto alzò le braccia a protezione del corpo, un gesto inutile a quel punto.

    “Sono morto, tutto per lei, chiunque ella sia …”

    Fu il suo ultimo consapevole pensiero.
    In quel momento tutto vide ogni cosa rallentare sino a diventare immobile. Che la morte potesse essere infinita per chi la subisce? Davvero era condannato a osservare il momento della sua fine per il resto della sua esistenza? Solo dopo si accorse che poteva muoversi e che non era solo.
    Si girò di scatto quando sentì la voce della prima figura. La osservò a lungo senza riconoscerla mentre i suoi muscoli si rilassarono a tal punto da perdere ogni forza. Cadde con il ginocchio sinistro sul terreno, il cuore che batteva all’impazzata. Aveva scansato la morte grazie all’intervento di quell’oscura figura. Dopo qualche attimo si accorse che non era il solo ad essere intervenuto ma un altro, ben più inquietante, aveva ruggito accanto a lui.
    Rimase ad osservare la croce sulla sua fronte abbastanza a lungo da essere fuori luogo. Il suono della sua voce fece vibrare tutto il suo corpo e si accorse che la sua sola presenza era bastata a farlo grondare di sudore. Era come se si trovasse a qualcosa di superiore, a qualcuno molto più pericoloso e spaventoso di quanto potessero essere Eris e Ares insieme.

    «Che cosa …»

    Non fece in tempo a parlare. I due avevano ben altri piani per lui. L’ammantato con la croce si avvicinò al guerriero e puntò la mano sul suo cuore. Gli donò la scintilla per far esplodere tutta la rabbia dentro di sé. Il tempo tornò a correre. Delle fiamme di energia rossastra avevano circondato il suo corpo e un dolore sempre più forte stava bruciando le sue ossa e la sua carne ma allo stesso tempo sentì quel nuovo potere, qualcosa di immenso che non aveva mai percepito e che forse nessun essere come lui avrebbe mai potuto raggiungere da solo. Non poteva che sorridere e lasciare che il suo istinto prendesse il sopravvento, che la rabbia e la vendetta diventassero l’energia del suo nuovo potere.

    «Accetto volentieri il vostro dono. Voglio questo potere!»

    Il suo corpo stava mutando. Non aveva idea di cosa sarebbe diventato ma percepiva il potere crescere a dismisura mentre le fiamme ancora circondavano il suo corpo. Le sue membra crebbero sino a raddoppiare la sua stazza e strappare vestiti e corazza, con una muscolatura possente e la pelle coperta di una peluria scura e folta, proprio come quella di un animale.
    Il suo viso mutò e si trasformò nel muso di un felino mentre delle corna di toro aprirono il suo cranio provocandogli un fortissimo dolore. Aprì le fauci e ruggì talmente forte da far tremare la terra stessa. Un lungo e prolungato ruggito come quello di un leone che vuole ristabilire il suo dominio sulla savana intera.
    Non aveva più i piedi ma degli zoccoli d’acciaio che schiacciò contro la terra lasciando la sua impronta. La pelle della schiena si squarciò e due ali di pipistrello uscirono dal suo corpo sanguinante aprendosi in tutta la loro estensione. Sotto di esse, una lunga coda si materializzò, concludendo il processo di trasformazione dell’uomo in bestia.
    Aveva gli occhi rossi, iniettati di sangue e mani grosse e artigliate che avrebbero strappato la carne di qualsiasi essere esistente. Ogni ferita si richiuse e il minotauro prese le sue vere sembianze diventando l’abominio che era sempre stato.



    «Sei MIO!»

    Ruggì lanciandosi subito su Ares. Le sue mani e i suoi artigli, così come le sue fauci, tutto sarebbe servito per afferrare il dio della guerra. Voleva prendergli le braccia con le sue mani e azzannarlo direttamente tra la spalla e il collo anche se avrebbe probabilmente preso tutto con la grandezza dei suoi denti. Aveva fame di sangue e lui era il più vicino. Sistemato il dio della guerra, si sarebbe lanciato contro Eris.

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    Status Fisico; ♦ Forma bestiale
    Status Psicologico: ♦ Fiducioso
    Status Cloth: ♦ C’ho la pelle dura!

    Riassunto Azioni: ♦ Modrock prima rimane sorpreso, poi accetta volentieri il dono che gli viene fatto. Si trasforma (porca troia) e si lancia subito verso Ares. Vuole prendergli le braccia e strappargli il petto a morsi, giusto una cosettina da niente u.u

    Abilità: ♦ I pugni nelle mani, Resistenza straordinaria, Grand Axe

    Tecniche:

    Nessuna tecnica, solo tanto sangue bestiale!


     
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    Modrock

    Con incredibile furia ti scagli su Ares.
    Il dio è preso alla sprovvista dall'improvvisa trasformazione e riesci a prenderlo.
    Tuttavia egli inizia a ergere uno scudo cosmico per far fronte ai tuoi ripetuti morsi, fino a che con un balzo si distanzia di circa trenta metri.
    E' sanguinante e colmo d'ira e stupore.

    "Maledetto abominio... ti cancellerò dall'esistenza!"

    Giungendo le mani innanzi a sé il dio scatena un'immensa scarica di energia cosmica che crea una profondissima crepa nel terreno al suo passaggio, con l'evidente scopo di distruggerti una volta per tutte.

    Pandora

    Eris, distratta dal prodigio accaduto ad Asterione, non nota che innanzi a lei Pandora è sveglia e in piedi.
    Un'energia oscura e crepitante avvolge la donna, come fosse una massa indefinita di serpenti.

    "Saresti dovuta morire... com'è possibile?!"

    La dea è furibonda e la sua forza divina erompe dalla sua corazza pronta a colpire.

    "Sono sveglia dal Sonno ora, e la Morte è con me... sono stata la vostra chiave... la chiave della vostra rovina..."

    La voce di Pandora è tenue e tesa allo stesso tempo, come una freccia incoccata pronta a colpire.
    Il suo corpo viene coperto da una massa nera che va a formare un'armatura dello stesso colore, mentre l'energia che l'avvolgeva si concentra fino a divenire un tridente che, impugnato, scaglia contro la Dea della Discordia un raggio oscuro.
    Eris cerca di difendersi con la sua arma, venendo scagliata lontano.

    "Avrò la mia vendetta... vedrò Zeus cadere, non importa tra quanti millenni, ma vedrò ognuno di voi cadere nella polvere!"

    Ora la voce è simile all'infuriare di una tempesta, mentre migliaia di serpenti di cosmo si abbattono su Eris, che risponde con altrettante strali di energia...






    Bon, colpo finale.
    Dopo il tuo post abbiamo finito la parte quest :deathmetal:
    Assisti a tutto quello che succede a Pandora se vuoi descrivere la tua reazione :zizi:


     
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    La via del dolore
    Atto VIII



    Mai avrebbe pensato di combattere alla pari con un dio. La forza che scorreva in lui era così potente da sentirsi invincibile. Le due oscure figure gli avevano fatto un immenso dono e vedere il viso stupito e furente di Ares non aveva prezzo alcuno. Il sapore del suo sangue era ancora più dolce di quanto pensasse e desiderava assaporarlo ancora. La sua vera natura aveva la forma di un demone assetato della linfa vitale dei suoi nemici e quell’idea non faceva che esaltarlo. Quale piacere nel riuscire ad affondare artigli e denti nella carne di un dio.
    Ares aveva intenzione di contrattaccare dopo averlo respinto con uno scudo cosmico ed essere fuggito lontano. Non sembrava avesse neanche il coraggio di stargli a pochi passi. Doveva essere molto spaventato per andarsene a trenta metri da lui. E Modrock sorrise, per quanto un essere mostruoso come lui potesse farlo. In realtà assomigliava più al ghigno di una bestia affamata e divertita.

    «Sì, Ares, sono l’abominio che si ciberà del tuo sangue!»

    Urlò il guerriero. Con la coda dell’occhio notò che Pandora era di nuovo in piedi, più potente che mai, alle prese con la megera divina. Non aveva tempo per girarsi e controllare meglio la situazione, doveva fidarsi di lei e una voce nella sua testa continuava a dirgli che poteva farlo. Lei avrebbe risolto la situazione e non doveva avere dubbi sul suo operato. Strano come in un viaggio solo tutti quei meccanismi erano saltati fuori e l’avevano avvicinato alla donna dai capelli scuri. Chiunque ella fosse, il suo inconscio la conosceva già. E lui avrebbe seguito l’istinto concentrandosi solo sul dio della guerra.
    Ares gli lanciò un tremendo attacco cosmico. Voleva distruggerlo a tutti i costi eppure lui non aveva paura. Adesso combattevano con lo stesso potere e non c’era più quel divario tra l’uomo e il dio. Il suo cosmo riusciva a risuonare sulla stessa frequenza di quello di Ares e questo diede un coraggio immenso al guerriero. Avrebbe potuto combattere ad armi pari con lui e strappargli le braccia dal corpo.

    «Sei solo un bambino viziato che gioca alla guerra ma non hai mai dovuto temere per la tua stessa vita. Non sarai mai al mio livello, Ares!»

    Ruggì la bestia. Si lanciò contro il colpo di Ares, come se fosse impazzito. Quasi fosse conscio di tutto il suo potere, la pelle dell’abominio si indurì incredibilmente, più di quanto non lo fosse già, e Modrock si scontrò con il raggio cosmico. Si sentì esaltato dal poter fare una cosa così pericolosa. Per quanto l’attacco di Ares fosse potente, riusciva a contrastarlo con il suo corpo, attraversando quell’energia immensa. Portò le braccia di fronte a sé protette dall’energia cosmica che aveva indurito la sua pelle mostruosa. Sentì parte della sua pelle andare a fuoco, ustionarsi, ma non abbastanza da convincerlo che fosse una cattiva idea.
    Aveva fatto tutto quello per azzerare di nuovo le distanze e riuscì a farlo. Il corpo faceva male, sentiva le ossa e i muscoli doloranti, parte della sua pelle ustionata e zone in cui la peluria era andata a fuoco producendo un odore nauseante. Eppure era ancora in grado di attaccare e combattere. Non ci sarebbe mai riuscito senza il potere donatogli dalle figure oscure che aveva incontrato. Il loro dono gli aveva permesso di fare quello che un uomo non avrebbe mai potuto fare. Gli avevano concesso un miracolo.

    «Ricordati il mio nome, Ares! Ricorda in eterno il nome dell’essere umano che ti ha tenuto testa!»

    Ruggì di fronte a lui, con il braccio destro alzato e la zampa destra stretta intorno all’altra. Lanciò il suo colpo più potente, un immenso fendente cosmico che avrebbe schiacciato tutto ciò che aveva di fronte a sé. Un colpo netto sferrato con entrambe le mani che avrebbe creato una fossa su quel terreno così fragile per il nuovo potere del guerriero dell’Ade. Poteva sentire l’odore del sangue che avrebbe versato il dio e che avrebbe bagnato la sua pelle fumante.
    Scaricò tutto il cosmo possibile in quel corpo, voleva distruggere quel dio che tanto si era preso gioco di lui, insieme alla rabbia per aver sfiorato Pandora. Non aveva idea del perché ma c’era solo quello nei suoi pensieri. Aveva osato toccare proprio la donna dai capelli scuri e dentro di sé aveva sentito un fuoco esplodere. Non si sarebbero mai dovuti permettere di attaccarli. Riversò ogni emozione in quel fendente con il preciso scopo di vincere la sua battaglia. Per se stesso ma soprattutto per lei. Chiunque ella fosse in realtà.

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    Riassunto Azioni: ♦ Modrock, infogato dal suo nuovo potere, si lancia contro la tecnica di Ares indurendo la sua pelle con il Minotaur’s defense e si ustiona parte del corpo, dolori ovunque, ma la Resistenza straordinaria gli permette di trovarsi a tu per tu con il dio e lanciargli il Two-Handed Grand Axe in faccia con tutta l’energia di cui dispone.

    Abilità: ♦ I pugni nelle mani, Resistenza straordinaria, Grand Axe

    Tecniche:

    Two-Handed Grand Axe: Tenendo impugnato uno dei polsi, come se fosse l'impugnatura dell'arma, calerà un fendente dall'alto verso il basso. La potenza è maggiore rispetto al colpo ad una mano, propenso a distruggere ogni cosa che trova di fronte. Proprio come se stesse usando la sua arma con due mani, pronto ad abbattere tutte le difese dei guerrieri ignari che provano a combattere la bestia.

     
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    Modrock

    Un'incredibile esplosione erompe dal tuo attacco, come se altre forze oltre la tua vi siano infuse.
    Entrambi gli dei cercano di difendersi come possono sprigionando altrettanta forza, fino a disintegrare l'area del combattimento.
    Una luce violacea avvolge ogni cosa ed i tuoi sensi iniziano a perdere di efficacia.

    "Porteremo te e Pandora da tuo Padre, lì verrete istruiti su come creare l'esercito che Ade desidera, un esercito immortale ed inesorabile."

    Le due voci, una d'angelo e una di leone, si alternano nella tua testa mentre lo spazio perde di senso e di forma attorno a voi.

    "Proteggila. Lei è la prima donna, la prima mortale creata dai Titani usando la carne e l'anima dei daimon loro nemici. Zeus ed i suoi alleati l'hanno sottratta alla stasi imposta dai suoi creatori e le hanno fatto credere di essere una titanide, con lo scopo di giungere al Vaso e di morire nell'atto di aprirlo... stolti.

    Ora è libera e conosce istintivamente le arti che vi serviranno... e tu sarai il primo di questo funesta armata.

    Ci rivedremo nel volgere delle prossime ere, quando l'era degli Dei cadrà in cenere e l'era degli Uomini sorgerà dal fango e dal sangue."


    Poi il nulla.

    Quando riapri gli occhi sei steso su un freddo letto di marmo nero.

    Accanto a te, su un simile letto, si trova Pandora. Respira ma è ancora priva di coscienza.

    Tra voi riconosci Gorthaur, che ti sorride.

    "Finalmente eccovi di ritorno."

    Cerchi di rispondere ma sei privo di ogni forza.

    "Riposati, avremo modo di parlare di ciò che hai visto. A presto.*

    Lo spectre ti sorride e, per un istante, ti sembra di vedere sulla sua fronte una cicatrice a forma di croce...






    Fine :zizi:
    Essendo ambientata prima del risveglio dei poteri di Thanatos Gorthaur qui è ancora Druj.
    Sei tornato all'esistenza e puoi menare tutto e tutti :deathmetal:


     
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