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Nasir Samsu | Spectre di Shaytim {VIII} | Energia ViolaMAELSTROM OF CHAOS: HADES CHAPTER
Bastava poco per rendersi conto di che persona - insopportabile - fosse Nasir, quante cose odiasse quell'uomo e quante cose lo portavano a comportarsi in maniera folle e irresponsabile. Odiava profondamente che gli venisse detto per filo e per segno cosa doveva fare ma non lo diede a vedere, la sua espressione restò immutata, solo qualche istante più tardi, quando Hades era ormai impegnato a giocare a chi lo aveva più grande si fece scappare un sorrisetto che trasmetteva sensazioni di disgusto e irritazione.
post VI
Sensazioni ben diverse da quelle che aveva provato un attimo prima, quando Bheram e i geni in una riunione che s'era svolta nella sua testa avevano comunicato al Principino cosa era cambiato per lui. In quella sua visione aveva recuperato la memoria e poteva osservare i Jinn, li vedeva uno di fianco all'altro e come al solito fu Bheram a prendere parola.
«Nasir saremo concisi» disse la donna «non so cosa sia successo sull'Obelisco di Mnar ma gli altri Jinn non riescono più a materializzarsi in questo mondo, nessuno di loro a parte me»
Nasir li osservava e capì immediatamente che questo inconveniente non appariva un grosso problema per quegli spiriti, sembrava che avessero già architettato un sistema alternativo per aiutare il loro amico. Perché si, tra di loro non c'era alcun rapporto di sudditanza, alcuni erano stati costretti - in principio - altri si erano uniti a Nasir volontariamente ma col tempo, alla fine tra tutti loro si generò un legame estremamente forte. Un legame che non poteva essere paragonato a quello che lui aveva con Bheram.
«E tu invece?» esordì quasi disinteressato lo Spectre «Non preoccuparti, per me è diverso, potrai ancora trastullarti con me» rispose Bheram con fare lascivo.
Erano giunti ad una soluzione: i Jinn avrebbero prestato i loro poteri a Nasir. Avrebbero permesso al Signore di tutti i Jinn di usare i loro poteri come se fossero suoi ma uno per volta.
Quando Nasir arrivò vicino a Gorth aveva imparato a distinguere le luce, a capire che il Viola rappresentava il colore degli Spectre, il bianco quello delle Anime e il Nero quello della corruzione. Si fermò un istante a guardare il suo compagno di squadra, lo osservò e capì. Molte cose stavano per cambiare ma in quel momento c'era un Universo da salvare, un Regno da riconquistare.
«Gorth, c'era bisogno davvero di distruggere mezzo Tribunale? Da te mi sarei aspettato qualcosa di diverso», cominciava Nasir, faceva il suo ingresso in campo scoccando una freccia che non avrebbe mai raggiunto il bersaglio. Conosceva troppo bene Gorth e lui conosceva bene Nasir, sapeva che dietro quel suo fare v'era un guerriero come pochi.
«Gorth, azzera il cosmo, fingiti morto fai quello che ti pare ma non farti scorgere, seguimi e quando sarai pronto uccidi»
Sapeva bene che aveva al suo fianco la Morte, sapeva bene che l'alito gelido di Druji lo avrebbe accompagnato fino ad arrivare al suo obbiettivo e sapeva fin troppo bene che insieme quei due erano inarrestabili. Nasir si mosse, avanzava verso il suo obbiettivo, inutile cercare di bloccarlo o ingannarlo conosceva il suo opponente, lo aveva visto e lo vedeva nella sua reale forma: una chiazza nera che presto sarebbe stata annientata.
Si avvicinò senza pronunciare alcuna parola, odiava parlare quando combatteva, consumava inutili energie. E fu allora che cominciò la lotta, fu allora che Nasir, venne invaso dai Jinn che lo accompagnavano da secoli, fu allora che capì cosa intendevano con 'prestare'. No, non stavano prestando niente, si impossessavano del corpo del Principe e tramite esso usavano i loro poteri. Bella merda pensò il Principino, solo diverso tempo dopo avrebbe compreso quanto grande fosse stato quel mutamento.
Combatteva con foga e determinazione.
Si dimenava, saltava, evitava attacchi, evocava poteri differenti. Tutto inutile. Quello che aveva di fronte era troppo per lui ma Nasir questo lo sapeva, voleva portarlo ad essere arrogante, ad esser certo di avere la vittoria in pugno. Non emise alcun grido nemmeno quando il suo avversario gli lacerò il volto, non disse nulla quando sentì le costole spaccarsi, il braccio destro piegarsi in maniera innaturale e le due spade cadere.
«Sei finito»
Il tempo si fermò.
Non fu Naima ma Khordar a bloccare la realtà, la bloccò per tutti tranne che per Gorth. Nasir non era abbastanza forte per tenere quel blocco a lungo, un istante un attimo in cui si giocava tutto un momento in cui si sarebbe visto se la Morte era veramente alle sue spalle se la falce si sarebbe calata in maniera inesorabile sulla testa di quel nemico.
Cadde a terra Nasir, svenne.narrato | « parlato » | « bheram » | telepatia
SCHEDA © GAZ
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~ Maelstrom - VI ~
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Ω Legenda: *Narrato* Pensato Parlato
Ω Surplice: Druj Nasu, Liv VI
Ω Energia: Viola [Suprema Temporanea]
Ω Riassunto: Seguo Nasir e colpisco l'Evocatore che però è troppo potente e mi mena. Grazie allo stratagemma di Nasir però non può più nascondersi, Ade mi boosta, ci meniamo di brutto con quello che si scopre essere Solitudine e vinco dando fondo a tutte le mie forze.
Ω Stato: Privo di energia e di sensi
Ω Abilità: Un po' tutte, ho considerato il potenziamento a suprema per creare combinazioni e potenziamenti delle tecniche di base. -
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☣ Maelstrom of Chaos: Hades Chapter
L'impatto fu simile a quello di due treni merci che impattano alla massima velocità uno contro l'altro, di punta, senza dare una minima possibilità al destino per evitarsi in qualche modo.
Post 6
La cosa divertente è che il tutto avvenne pochi metri al di sopra delle teste di Grim e Kasimir.
Il texano istintivamente si portò le mani sopra la testa in un umanissimo quanto inutile tentativo di proteggersi da quello che se l'avesse colpito lo avrebbe ridotto in omogeneizzato per neonati.
Ringraziò il suo Dio mille e più volte quando lo vide piazzare un potentissimo gancio dritto nel petto dell'enorme diablos recentemente creatosi dietro di loro.
Quando sentì il pesante botto Ethan aprì gli occhi, solo per vedere un enorme corpo composto da orribili pezzi di carne e ossa amalgamati alla peggio maniera, era terrificante, e pericoloso. Cosa più importante, i due falsi Pandora e Modrock erano scomparsi. Si era fatto fregare con la sua stessa moneta. Ottimo. C'era una cosa però che gli mantenne elevato il contatore della speranza.
Loro avevano un gigante, avevano un intero esercito.
Ma i cavalieri purpurei avevano Hades, che per i meno letterati era un Dio. Un vero e proprio Dio in carne e ossa, infuriato e imbestialito come non mai.
“Tu. Sali sulla mia spalla.”
Ramin Djawadi - Pacific Rim Theme
La mente del Gashadokuro fece 0-100 in meno di una frazione di secondo. Lui, l'ultimo imbecille arrivato controvoglia e nel peggiore dei modi nelle fila del Dio oscuro, lui che a malapena riusciva a sopravvivere da una qualche decina di corrotti solo e soltanto perdendo parte della sua già fragile sanità mentale, lui che se non guadagna almeno una manciata di metri dal suo avversario non è minimamente capace di sferrare neanche il più semplice degli attacchi corpo a corpo, lui che passò la quasi totalità della sua vita in futili crimini alle tasche di chi senza ombra di dubbio aveva una dignità di parecchie volte maggiore alla sua, lui che effettivamente non si meritava neanche lontanamente di VEDERE il suo signore.
Eppure, senza neanche accorgersene era già salito sull'enorme palmo della mano. La sua intramontabile faccia tosta da criminale però lo costrinse a girare velocemente verso l'amico del Basilisco mentre il gigante divino sollevava il braccio. Gli rivolse uno sfuggente sorriso a 32 denti, compreso di sopracciglio alzato, il tutto modificando direttamente le fattezze della maschera scheletrica.
“È in momenti come questo che mi sarebbe servita una GoPro.” pensò il texano per auto convincersi tramite l'ironia auto inflitta che sarebbe stato effettivamente capace di eseguire l'imminente ordine.
“Al suo servizio mio signore.”
Il Dio istruì velocemente Kasimir sulla sua missione di recupero prima che Grim sentisse le fatidiche istruzioni.
“Le vedi quelle cose che volano. Abbattile. Tutte.”.
Questa fu senza ombra di dubbio un'enorme spinta alla concentrazione e alla determinazione del ladro, che rispose a voce una ferma e sicura conferma. Ethan era un uomo insicuro, con certezze su pochissime cose al mondo, ma una di queste era la sua mira, la sua abilità da tiratore. Era abbastanza convinto che non fosse rimasto quasi nessuno nel mondo conosciuto capace di colpire bersagli distanti con la sua precisione. Non vedeva l'ora di dimostrarlo.
Gradualmente sentì il proprio cosmo ribollire impetuoso fino a livelli quasi dolorosi da sopportare per il suo corpo e la sua mente, un incremento rapidissimo che fece tremare per qualche istante i pezzi dell'armatura. Una volta assestatosi Ethan strinse guardandole qualche volta le proprie mani, tastando in prima persona la sua nuova potenza, immaginando selvaggiamente cosa sarebbe stato in grado di fare di lì a poco.
Prendere la mira era complicato ma non impossibile, il suo signore combatteva senza sforzo contro l'enorme mostro sballottando il piccolo insignificante cavaliere da una parte all'altra della spalla corazzata del Dio.
Riuscì dopo pochi secondi a contare la totalità dei bersagli, dieci esatti. Volavano uno in fila all'altro a gruppi da quattro formando un otto nella loro traiettoria, un gruppo più in alto e l'altro ad altitudine minore. Facile.
Appoggiò un ginocchio al metallo della spalla di Hades e creò un lungo, grosso, esagerato e americanissimo M82 anti-materiale, prese la mira in meno di un secondo e rilasciò una quantità di cosmo tale da colpire e disintegrare come alluminio nel microonde due dei grossi corvi che svolazzavano tranquilli insieme ai loro fratelli. A terra caddero solo due fumanti scheletri.
“This won't do, we're too strong Gashi.”
“What did you call me?”
“Shut the fuck up.”
“Excuse me!?”
In quell'esatto momento, con tutte quante le funzioni mentali in ordine, Ethan Bennet nato a Dallas nel 1985, divenne a tutti gli effetti il Gashadokuro, la forma completa di ciò che doveva essere.
Il demone divora teste, invincibile, invisibile. Almeno nella sua testa.
“Signore, se non disturbo sarebbe gradito un incentivo altitudinale, se possibile.”
A malapena finì la frase, per un dio non è difficile prevedere i pensier dei sottoposti, e in un attimo lo scheletro d'acciaio era nel cielo plumbeo del Lost Canvas, con lo stracciato mantello nero svolazzante.
Si impuntò assumendo una posizione dritta sfruttando così la propria massa e la propria velocità, trapassando da parte a parte in un cruento quanto interessante spettacolo un altro dei corvi del gruppo in basso, arrivando all'altitudine dell'altro piccolo stormo, a pochi metri da un altro dei corvi di quest'ultimo gruppo.
Provò a frenare in volo, agitando maldestramente le ali in direzione del cavaliere sperando in un rapido dietro-front, senza speranza alcuna. Grim si aggrappò fermamente con la mano alla punta del becco bloccando e trascinando la creatura con se verso un suo simile più in basso rispetto a loro.
Con forza fece schiantare i due mostri uno contro l'altro, testa contro testa, becco contro becco.
Pezzi della bocca dei due finirono reciprocamente nei cervelli dell'altro, iniziando così la loro ultima picchiata verso il terreno. Prima che cominciassero a cadere però lo Spectre riuscì a lanciarsi per qualche metro verso l'alto appoggiandosi all'ammasso di membra in procinto di precipitare.
Si aggrappò a un altro corvo che gracchiò terrorizzato per poco finchè non si aggrappò al suo collo, trascinandolo con se in un'improvvisata mossa da fake wrestling americano.
A pochi metri da terra Grim si sganciò lasciando che l'animale si spappolasse al terreno grazie alla cara vecchia amica fisica.
Hades era già pronto per prenderlo al volo; Ethan si appallottolò raggruppando le ginocchia al petto, il suo signore lo ricevette come una buona palla da baseball e con le stesse movenze richieste da un lanciatore di tale sport lo rilanciò nella stessa direzione.
A mezz'aria si aprì come una stella marina per aggiustare la traiettoria verso la sua settima vittima.
La superò di un metro e ci saltò in groppa. Poi, con estrema soddisfazione strappò alla velocità della luce tutte le piume e le penne delle ali del malcapitato, che si ritrovò in un batter d'occhio senza superfici aerodinamiche.
“Oh don't thank me, just doin' mah job.” sussurrò in spiccato accendo sudista.
Cadendo, si aggrappò cavalcando uno dei tre corvi rimasti, domandolo e portandosi in volo verso l'ultimo del gruppo superiore.
“Now, what about a nice brotherly hug? Huh? Who's with me? You guys, of course you are!”
Avvolse il braccio intorno al collo di quello ancora libero, portando le teste dei due una accanto all'altra, trapassandole con un proiettile di cosmo sparato da una grossa e rumorosa revolver. Copiosi schizzi di sangue finirono sulla vedetta restante, che intanto tentava una fuga disperata, rassegnata alla fine del suo lavoro di spia. Lo Spectre non aveva più appigli quindi si limitò a portare due dita davanti ai propri occhi per poi rivolgerle all'animale che guardava terrorizzato.
“I'll be back.”.
Cadde acquisendo pericolosa velocità. Aprì vari pezzi dell'armatura in successione controllandoli con maestria azzardando un improvvisata funzione di flap aerei, come un aeroplano riuscì a portarsi proprio sopra al suo signore oscuro che lo aspettava senza neanche guardarlo con il braccio destro rivolto verso l'alto a mano aperta, fornendogli una rampa d'atterraggio. Nuovamente, il Gashadokuro si raccolse a sfera. Arrivato rotolando alla fine della spalla di Hades, il Dio portò il braccio sinistro dritto di fronte al grosso diablos. Così, come in un famoso trick da basket, Grim rotolò dietro al collo di Hades passando per tutto il braccio sinistro, schiantandosi sulla faccia dell'enorme nemico, rotolando ancora e grattuggiando per bene il suo muso.
Finito il momentum scattò con la potenza rimasta verso l'alto, aprendosi di nuovo per raggiungere l'ultimo volatile.
Hades, approfittando dell'attimo di confusione e dolore del demone, caricò un altro dei suoi famosi pugni in faccia. Il diablos aprì gli occhi proprio per vedere le quattro nocche del destro del Dio arrivargli dritto sull'ormai martoriato naso.
Il corvo volava, sbatteva quelle povere ali con tutte le sue forze, forse troppo forte, dato che non si accorse dello Spectre che senza pietà alcuna gli piombò da sopra avvolgendo il braccio attorno al collo. Di nuovo, la trash tv americana influenzò pesantemente lo svolgersi degli eventi.
Piombarono giù come una meteora, schiantandosi rumorosamente sulla sabbia del campo di battaglia, sollevando un enorme polverone che ben presto nascose le loro figure.
Cinque, dieci, venti secondi passarono.
Dalla nuvola di detriti un elegante signore uscì indossando una viola e tetra maschera, sistemandosi i polsi dell'elegante vestito incravattato.
Con ritrovata calma e sicurezza, fu ben lieto di dichiarare:
“Lavoro compiuto, mio signore.”.
Narrato - "Parlato" - "Pensato" - "Parlato Altri"Nome - Ethan Bennet
Energia - Verde
Surplice - Gashadokuro {IV}
Casta - Spectre di Hades
Status Fisico - hell yeah
Status Mentale - HELL YEAH
Status Surplice - Indossata
Riassunto Azioni -
RKO OUTTA NOWHERE
AbilitàSPOILER (clicca per visualizzare)Inside Man: Sfruttando il cosmo intorno a se e sintonizzandosi perfettamente con la sua armatura, Ethan riesce a modificare il proprio aspetto fisico o quello di una persona consenziente semplicemente guardandola, garantendo l'alterazione di voce/odore/sensazioni tattili. All'occorrenza riesce anche a diventare quasi trasparente, diventando limpido e riconoscibile a occhio nudo solo se esposto a luce solare e/o diretta.
Iron Man: Dopo tutti questi anni a schivare e accogliere pallottole in posti scomodi della gabbia toracica, grazie alla sua armatura Ethan ha sviluppato un'incredibile resistenza ai colpi di vario genere, che siano da fuoco, taglio o contundente. Ciò gli permette di fare uno sforzo in più rispetto a chi, come succede il più delle volte, cade al primo 9mm nella spalla, o martellata sulla fronte, o coltellata nella pancia; cosa non deve fare un onesto rapinatore al giorno d'oggi per restare vivo!
TecnicheSPOILER (clicca per visualizzare)Pumping-Iron:
Grim odia rivelare la sua vera forma, ma se la situazione lo richiede, se è sommerso di nemici o se vuole solo fare spettacolo, un mezzo busto gigante di Gashadokuro esce dal corpo del ladro come un'aura esplosiva, flettendo i muscoli delle braccia verso l'alto. Consumatasi l'esplosione di cosmo, lo scheletro scompare.
Overkill: Grim non sa cosa significhi lanciare palle di cosmo, quindi si rifugia nelle forme ben impresse nella sua mente, forme che prendono sembianze solo estetiche nelle mani del ladro, come fumo nero condensato. Le armi che crea non sono costrutti, ma solo un ricordo visivo di ciò che usava al lavoro, per avere una maggiore familiarità in fase di mira e dosaggio del cosmo. La varietà delle sagome spazia nella categoria di tutte le armi da fuoco da fanteria moderne e non. I proiettili sparati con tale tecnica possono avere effetti penetranti e successivamente deflagranti nel caso il bersaglio venga colpito.
Counter-Strike:
Metà dell'enorme gabbia toracica del Gashadokuro si crea attorno al fianco desiderato di Grim, un enorme braccio scheletrico collegato alla clavicola. Chiudendo le dita, può sferrare un potente pugno con range pari a quello consentito dal livello di energia attuale del ladro. Una volta completato il movimento, sia che vada a segno o meno, il braccio scompare. L'effetto è solo contundente.
Hard-Boiled:
Variante di Counter-Strike: Il pugno parte verso l'avversario aprendo la mano all'ultimo momento esattamente sopra di esso. Sfruttando l'effetto sorpresa, falangi e metacarpi si smontano cadendo a terra, esplodendo all'impatto.. -
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Modrock ♦ Minotaurus {IV} ♦ Energia Verde
Maelstrom
Epilogo
Aprì gli occhi e vide ciò che di più caro e più bello avesse mai conosciuto in tutta la sua esistenza.
Il viso di Pandora, il suo profumo, insieme ad una piacevole brezza che accarezza la sua pelle. La sua mente era sgombra, aveva trovato una forma di pace che non gli era stata concessa in vita ma quanto era lunga quella calma? Si guardò intorno. Era tutto così diverso da quello scenario che aveva abbandonato nel mondo dei vivi, così cupo e pieno di morte e corruzione. Era davvero morto o tutto quello che era successo non era nient’altro che un sogno? Provò a mettersi seduto. Era tutto così … idilliaco …
«Mia Signora … cosa ci fate qui?»
Ancora non aveva compreso cos’era accaduto. Il suo sguardo raggiunse il giardino all’esterno. E lui sorrise, un evento così unico nella sua esistenza di prigionia e violenza. Quel luogo era ciò che aveva sempre desiderato per se stesso: un luogo calmo, con il sole a carezzargli la pelle assieme alla piacevole brezza e un giardino stupendo come quelli che suo padre gli aveva negato per anni. E la presenza di Pandora rese ancora più bello quel luogo pacifico. Era assuefatto da quel Paradiso che la sua mente sembrava nascondergli tutto ciò che gli era accaduto prima di ritrovarsi a godere della bellezza del mondo. Abbassò lo sguardo sul proprio corpo e si trovò dentro una tunica … il suo corpo enorme dentro una stupenda tunica bianca … si sentì così ridicolo e compiaciuto allo stesso tempo. Scosse il capo, non stava ragionando, si stava lasciando andare a quella visione così serena. Mise la mano sul volto mentre cercava di portare alla mente le sue ultime memorie, quegli attimi di dolore che avevano preceduto la sua dipartita. La sofferenza provata mentre Pandora gli diede in mano la sua arma e attese la sua caduta, il momento in cui si puntò al cuore il tridente e affondò nella sua carne sacrificando la sua vita piuttosto che compiere l’omicidio peggiore della sua vita. Prese coscienza di tutti quegli eventi, della sua morte e ora … di quella di Pandora perché se lei era lì, gli diceva proprio quelle parole … il suo sacrificio era stato vano.
«Così ho fallito … se voi siete qui … e io …»
Le sue parole si interruppero, le lacrime sgorgarono dai suoi occhi rossi, senza pupille, eppure pieni di esperienze ed emozioni difficili da esprimere a parole. Le sue membra tremavano mentre lui stringeva i denti tentando di trattenere quel pianto invano tanto era forte la delusione che aveva dentro di sé. La sua morte non aveva che peggiorato la situazione e Pandora era morta insieme a lui. Non aveva rimorsi per quel che riguarda l’Ade, non aveva nessun interesse nel salvare quel mondo perché lui non era legato a quell’esistenza. Ma Pandora, non poteva credere di averla abbandonata sino a lasciarla morire mentre il suo unico desiderio era salvarla da quell’orribile destino. Strinse così forte i pugni tanto da spingere le unghie sul palmo e penetrare la carne. L’unico dolore che sentiva era quello che attanagliava il suo cuore, il suo animo decaduto, debole, che aveva permesso la morte di Pandora. Si inginocchiò di fronte a lei, il capo chino e la fronte appoggiata al pavimento.
«Vi chiedo perdono. Non sono stato neanche capace di difendervi. Non sono neanche riuscito a pagare il mio debito per tutto ciò che mi avete donato in vita. Io … non volevo che finisse così … mi dispiace …»
Disse in un mare di lacrime. Niente avrebbe potuto fargli più male. Quella sensazione di inutilità … che avesse ragione suo padre che lo aveva abbandonato nel Labirinto alla nascita? Che fosse davvero motivo di imbarazzo la sua esistenza su questo mondo? Stava ancora tremando e piangendo, nulla avrebbe potuto placare quella tenaglia che aveva intorno all’animo. E avrebbe sacrificato la sua anima stessa pur di non arrivare a quel punto. Ma forse era stato troppo arrogante al pensiero di potersi sostituire a Pandora, come se il suo sangue e la sua vita impura potessero sostituire quello di essere angelico come lei. L’arroganza stessa lo aveva punito e ora lei era con lui, imprigionata in un mondo sì bello ma pur sempre sarebbe stata una prigione.
narrato ♦ parlato ♦ pensato ♦ parlato altriStatus Fisico; ♦ Morto
Status Psicologico: ♦ Crollato
Status Cloth: ♦ Tunica gaia
Riassunto Azioni: ♦ Ma poraccio, si è sacrificato e ora vede che Pandora è morta con lui. Povero cucciolo ç.ç
Abilità: ♦ I pugni nelle mani, Resistenza straordinaria, Grand Axe
Tecniche: ♦. -
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Maelstrom of Chaos: Hades Chapter
Il Signore dell'Oltretomba finisce il mostro corrotto sfondandogli la cassa toracica e strappandogli il cuore senza alcuna esitazione, polverizzando l'artificiale organo nella sua mano. Un secondo dopo che il tonfo del corpo della bestia risuona nell'universo infernale, anche il tribunale crolla con le menzogne dell'Evocatore o meglio l'incarnazione della Solitudine.
Il Dio degli inferi emette un bagliore di cosmo che illumina l'area intorno a sé, purificandola dalla corruzione: i cadaveri corrotti o ancora vivi e rantolanti sul campo di battaglia si riducono in nient'altro che cenere.
Lo stesso cosmo di Hades dona sollievo agli spectre presenti arricchendo la loro linfa vitale. Il Dio rivolge il suo sgurdo verso i corpi di Pandora e Modrock, e ancora senza indugio, se li mette in spalla.
Ripulite tutto e ispezionate la zona. Rimetti in sesto il tuo padrone il prima possibile, bisogna officiare il rituale.
Comanda Hades al Nasu inviato dallo spectre prima di collassare, poi si rivolge agli spectre rimasti coscienti, guardando il tribunale in fiamme.
Grazie a questo giorno il Male senza nome sa cosa siamo in grado di fare. E presto lo saprà il mondo intero.
- pronuncia serio, tenendo i due saldamente sulle sue spalle.
Prima però bisogna riportare indietro l'oracolo e il Minotauro o per loro vi sarà una sorte peggiore dell'oblio.
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Pandora inaspettatamente abbraccia Modrock, sorridendo dolcemente.
Non avresti potuto fare nulla. Eravamo necessari entrambi, temo. Ma avrò modo di spiegarti...Tu non senti questo strano...sollievo? Mi sento...quasi come se fossi felice di essere qui. Con te.
Pandora non ha visto che fuori nel cortile c'è un grosso vaso in terracotta con un coperchio. Chiuso..