#L'ultima lezione

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    L'ultima lezione


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    AAAAAH!

    L’urlo squarciò il silenzio di quelle terre desolate, così deciso e potente da far tremare le gambe persino al più coraggioso dei guerrieri. La potenza incontrollata del Toro aveva nuovamente investito l’oscuro nemico senza diritto di replica, imponendo ancora una volta la sua forza schiacciante. Il cosmo era esploso come una bomba ad orologeria allo scadere del suo timer, mettendo un punto fermo alla superiorità del Saint di Atena. La terra aveva tremato, per poi ribaltarsi contro la sua volontà e generare una distruzione senza precedenti. Uno sfogo terribile, un attacco prepotente portato da un omone baffuto con il sorriso sulle labbra.
    Bart, in quella missione in Mongolia con Ys, stava facendo quello che gli piaceva di più: spaccare. Senza se e senza ma, stava travolgendo quei dannati corrotti nonché servi del Dio Nandi. Il Titan’s Nova era stata l’ultima e forse più riuscita espressione della potenza cosmica del Cavaliere, così violenta da far tremare la terra stessa.
    Tutto normale fin qui: un prode guerriero di Atena che sconfigge il male con il suo cosmo indescrivibile. Poteva essere la trama di un qualche romanzo epico post-apocalittico, magari anche di successo dato il fascino del prode Bart e dei suoi baffi perfetti. Eppure c’era qualcosa che a prima vista poteva stonare; non qualcosa di negativo, sia chiaro, bensì qualcosa di inusuale da vedere sul volto di un guerriero nel bel mezzo dello scontro.
    Quel sorriso.
    Sì, esatto, il gigante buono stava sorridendo. Sorrideva alla morte come se fosse la sua compagna preferita e sorrideva perché quello che stava facendo gli piaceva.
    E chi mai avrebbe potuto divertirsi facendo a botte con la Corruzione? Bart, ovviamente.
    Sapeva che, gettandosi così a capofitto nel bel mezzo dei pericoli, con la sua forza avrebbe potuto proteggere molte persone. Avrebbe potuto cambiare le sorti di quella terra devastata dall’oscurità, dando un piccolo spiraglio di speranza a quel popolo dimenticato da Dio. Ne era orgoglioso, così come lo sarebbero stati i suoi figli ed Elena. Tutto bello, tutto assolutamente vero, ma quel sorriso non era dovuto solamente al bene che le sue azioni avrebbero potuto portare.
    Cacchio, stava prendendo a pugni la Corruzione. Cosa poteva esserci di meglio? Affondare i colpi in quel male senza forma e senza nome che stava attanagliando la terra intera, spaccare qualche faccia e restare per ultimo in piedi dopo aver sconfitto tutto e tutti. Una sensazione inebriante, che riportava facilmente a galla il Bart di un tempo. A piccole dosi, sia ben chiaro, ma quella foga del combattimento era un toccasana per quel suo carattere a volte troppo buono.
    Risultato di tutto ciò? Il nemico era stato annichilito da un Toro sorridente, abbattendo anche l’ultimo baluardo di quel Dio dalle scelte alquanto discutibili. L’avversario, rispecchiando forse la stessa follia di Nandi, se ne andò dispensando consigli sull’amore.

    Grazie per la dritta Mister Matassa.

    Il Cavaliere pronunciò quelle parole emergendo dalle macerie da lui stesso create. Qualche graffio superficiale qua e là ma era ancora tutto intero. Si scrollò di dosso la polvere a suon di manate e si guardò intorno per constatare il risultato delle sue azioni. Tutta l’area dell’attacco era devastata, ma quell’ammasso di corde che li aveva aggrediti era ancora visibile seppur chiaramente inoffensivo. La solita voce spiegò quale oggetto per Nandi rappresentasse l’amore – l’acqua, bah – per poi far comparire il quarto ed ultimo simbolo. Il gigante si avvicinò a ciò che rimaneva dell’ultimo avversario e prese fra le mani la sfera.

    Ys, è fatta!
    Adesso ce li abbiamo tutti.
    Andiamo a chiamare quel dannato…

    Ys?


    Bartolomeo si guardò attorno per cercare il suo compagno d’avventura, ricordandosi solo all’ultimo momento di averlo, come dire, “spinto” via dal pericolo.

    Oh mamma, Ys?
    Figliolo?
    Dove sei?


    Il Cavaliere del Toro sperava non fosse rimasto coinvolto nel Titan’s Nova, ma al contempo sperava di non avergli fatto troppo male scaraventandolo lontano dalla lotta. Nei momenti concitati avere la forza straordinaria può essere un’arma a doppio taglio: con la stessa forza con cui puoi colpire un nemico, puoi involontariamente far del male anche ad un amico.

    Oh, eccoti!
    Mi hai fatto prendere un colpo.
    Sei tutto intero?


    Fortunatamente il ragazzo era finito qualche metro fuori dall’area di attacco di Bart, senza rimanere coinvolto nelle esplosioni. Era a terra e dolorante, ma almeno era (più o meno) sano e salvo. Bart gli si avvicinò porgendogli una mano per rialzarsi e si prodigò come suo solito in una risata sincera e poderosa.

    Oh oh oh!
    Ce l’abbiamo fatta Ys, adesso abbiamo tutti e quattro i simboli.
    Con questa sfera d’acqua a simboleggiare l’amore…


    Il gigante fece una teatrale smorfia di disapprovazione.

    …possiamo evocare quel simpaticone di Nandi.

    Con il volto solare, la pelata un po’ meno lucente del solito a causa della polvere sollevata dal Titan’s Nova e il braccio sempre proteso per aiutare Ys, l’omone volle coinvolgere nuovamente il compagno di missione in quell’ultimo importante passo da compiere. Alla fine erano una squadra, certamente strana ma altrettanto incredibile ed efficace.

    Sei con me, figliolo?
    Andiamo a salvare queste terre dalla Corruzione.


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    Bartolomeo - Gold Saint del Toro - Energia Suprema
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    Riassunto:
    Spiego lo stato d’animo di Bart, mi scrollo di dosso la polvere, prendo l’ultimo simbolo e…dove è finito Ys? XD Lo recupero e gli offro un aiuto per rialzarsi, coinvolgendolo ancora una volta e sempre di più nell’incredibile impresa che stiamo compiendo.

    Condizioni:
    Tagli non profondi su braccia e gambe, ferite e ustioni su caviglia destra e mano sinistra.

    Abilità:
    -

    Tecniche:
    -

     
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    L'Ultima Lezione XI


    Credeva che non si sarebbe mai dimenticato di quel volo in vita sua.
    Era successo tutto in pochi istanti: aveva portato Bart fino al luogo in cui il Signore degli Animali aveva detto loro dove trovare l'Amore, e lì avevano trovato, beh... una "cosa" che avrebbe avuto bisogno di un bravo psicanalista. A Ys non era piaciuto minimamente quell'essere.
    Poi, poi... tutto. Si ricordava a malapena di aver avvertito il pericolo di un attacco imminente, quando un assurdo peso al busto lo aveva, beh... fatto volare via. Sul momento, non gli era neanche passato per la testa chi avesse fatto ciò, o perché: era sotto shock, e sapeva solo di stare volando... e che presto avrebbe toccato terra.
    Se non altro ebbe la prontezza di spirito di tentare la Telecinesi su se stesso: ciò attenuò la caduta... anche se di certo l'impatto gli ruppe le costole sul lato destro.
    ATENA. GRANDIOSA.
    Un Saint era abituato a botte e lividi, sì, ma... non per questo facevano meno male. La sua prima reazione fu dimenarsi, senza fiato e con l'arguzia che si muoveva disperatamente in circolo come un criceto sulla ruota. Ci mise un pò, prima di riuscire a formare pensieri coerenti.
    E quando ce la fece... era già tutto finito.

    ... Bart?

    Il Saint del Toro, si accorse alzando il capo, si stava avvicinando a lui, alle sue spalle una terra fortemente alterata. Che diamine aveva fatto? Ys decise che non gli interessava: l'Amore era svanito, ed era la cosa più importante.

    Ma certo... mi ha spinto via lui. Avrei... avrei dovuto Teletrasportarmi per tempo.

    Era bruciante sapere di essere stato una palla al piede: al di là del senso d'inutilità, aveva rischiato di distrarre Bart.
    Una magra prova, per un Gold Saint.
    Mandando giù l'amarezza, Ys alzò il braccio sinistro, il destro poggiato sulle costole rotte, e accettò la mano portagli; si alzò in piedi, e sorrise incerto a Bart.

    «Evocare Nandi... Ma certo...»

    Aveva ancora bisogno di tempo per riprendersi, le costole che bruciavano crudelmente. Forse avrebbe dovuto indossare la sua Cloth: il Signore degli Animali li aveva avvertiti che Nandi sarebbe potuto non essere bendisposto, una volta evocato. Avrebbe dovuto teletrasportarsi via per tempo, mentre Bart...

    ... Bart cosa?

    Stava riacquisendo lucidità, e con essa la capacità di pensare. Alzò bene gli occhi, e squadrò il Saint del Toro come mai aveva fatto prima d'ora.
    E si rese conto di una realtà crudele.

    E'... senza protezioni.

    Certo, lo era stato anche prima, ma... per quanto fosse arduo ammetterlo, dato che lui non aveva potuto muovere un dito contro quegli esseri, Bart aveva un Cosmo ben più ampio delle Creature di Nandi, e il problema non si era minimamente posto.
    Ma... poteva dirsi lo stesso per Nandi in persona?

    Per logica, un essere capace di emanare tre potentissimi Cosmi, capaci di rivaleggiare per ampiezza con Gold Saint migliori di lui, doveva essere... beh, assai più forte della sua progenie.
    E Ys non poteva sperare che Bart avrebbe avuto vita facile anche col Toro Bianco di Shiva. Non senza Armatura.
    Ora sapeva perché era giunto fin lì, anziché restarsene al villaggio.

    «... No. Questa volta dovrai fare da solo.»

    Fu amaro dirlo, e forse sorprese pure Bart. Ys alzò gli occhi, e cercò di star dritto per guardare il Toro in faccia.

    «Sono debole, Bart: lo scontro con Amore lo ha dimostrato definitivamente. Se rimanessi ad affrontare Nandi, potrei... potremmo non avere fortuna. E tu non puoi permetterti distrazioni contro un essere divino, per non dire che hai bisogno di me vivo abbastanza da ripararti la Cloth, poi.»

    Riuscì a incorniciare il suo volto con un sorrisetto timido: bel pretesto, per salvarsi la pelle.

    «La Cloth, già... Ascoltami bene: ho riflettuto, e temo che Nandi potrebbe essere ben più pericoloso delle sue creature; di contro, tu sei senza Cloth... e le Sacre Vestigia del Toro non sono più utilizzabili, lo sai bene quanto me. Però... Però, abbiamo comunque un'Armatura integra, e utilizzabile.»

    Così dicendo, si sfilò il Pandora Box dell'Ariete dalle spalle, e lo pose davanti a Bart.

    «Io non sarò un Gold Saint all'altezza... Ma la mia Gold Cloth è valida come tutte le altre. Usala, te lo permetto come suo proprietario: ti sarò più d'aiuto così che sul campo di battaglia. Fortunatamente, le Sacre Vesti sembrano non avere problemi di taglia... un metallo tremendamente interessante. Accettala: è l'unica cosa che posso fare per te, e lo sai bene pure tu.»

    Battè il palmo sinistro due volte sul Box, come a sottolineare il concetto. Dopodiché, fece un paio di passi indietro, stringendo i denti per il dolore alle costole.

    «Dunque... io tornerei al villaggio del Signore degli Animali, per farmi medicare queste costole. Atena ti protegga, Bartolomeo del Toro.»

    Detto ciò, attivò il Teletrasporto, lasciando Bart solo in quella landa desolata assieme ai Pandora Box dell'Ariete e del Toro, nonché a tutti e quattro gli elementi per invocare Nandi: Ys infatti aveva lasciato lì i suoi, senza prenderli con sé nel Teletrasporto, e ora giacevano a terra davanti al gigantesco pizzaiolo.

    Ys, l'Ariete Dorato
    1Inchum
    Nome Ys
    Energia Blu
    Stato della Cloth Ottimale [VII - A disposizione di Bart]
    Condizioni Fisiche Sei costole destre fratturate.
    Condizioni Psichiche Depresso ma determinato, felice di aver fatto la scelta giusta

    Note: Ok, ti lascio solo (sennò non l'avremmo finita più: "Rimani!" "No!" "Rimani!" eccetera XD). Lascio Bart libero di decidere se accettare la Cloth o no: se lo fa, l'Armatura dell'Ariete ti aderirà perfettamente, sii libero eventualmente d'inscenare la vestizione peggio del Seiya più tamarro. In ogni caso, puoi procedere con l'evocazione quando vuoi.

    P.S.: Grazie ad Atena mi son ritagliato una mattinata libera per postare :wacko:

    Abilità

    Telecinesi: E' la capacità di poter interagire con l'ambiente circostante attraverso la propria forza mentale anziché quella fisica; la forza che la muove è intangibile ed invisibile, pertanto è difficile notarla prima che agisca sul bersaglio o sul nemico. Nel caso se ne sia vittime, comunque, è possibile liberarsene espandendo con decisione il proprio Cosmo. La Telecinesi, in riepilogo, rende possibile spostare oggetti e persone, torcere arti e quanto sia similmente molle e snodabile, o emettere colpi psichici di varia forma.

    Teletrasporto: E' la capacità di sfruttare i propri poteri psiconici per scomporre atomicamente il proprio corpo e farlo riapparire in qualsiasi altro punto della realtà esistenziale presente praticamente nell'istante successivo. E' possibile, qualora non vi sia resistenza psiconica adeguata, teletrasportare terzi alla stessa maniera e secondo le medesime condizioni; data la delicatezza dello sforzo psiconico, però, è di fatto possibile farlo o dietro consenso, o tramite efficace distrazione capace d'inibire notevolmente le resistente psicofisiche del teletrasportando. Tale delicatezza non esula nemmeno l'atto su se stessi: pertanto è di fatto impossibile trovare la forza mentale di Teletrasportarsi entro distanze pure limitate durante la foga d'un combattimento per più d'una volta nel corso della battaglia.

    Tecniche

    Nessuna utilizzata

     
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    Atto XIV
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    No Ys, cosa stai dicendo?

    Era difficile sovrastare Bart durante una conversazione; di solito era lui quello chiacchierone, in grado di coinvolgere tutti nel suo travolgente modo di fare e con quella sua risata poderosa. Eppure, in quel momento, il Custode della Prima Casa sembrava un fiume in piena incapace di arrestare la sua avanzata dirompente. Il gigante cercava in tutti i modi di esprimere la sua volontà a rimanere uniti in quell’incubo, sperando di far capire all’amico che quella era la loro missione e non solo quella di Bart. Sì, ok, la Cloth in condizioni critiche era quella del Toro, ma l’aiuto di Ys era stato fondamentale sin da quando erano arrivati in quelle terre devastate.

    Ma no figliolo, non è assolutamente vero…

    Fece di no con la testa, cercando di gesticolare per rafforzare la sua idea, ma non c’era modo di fermarlo.
    Nulla. Era impossibile placare quell’esondazione di parole che uscivano sincere dalla bocca del ragazzo. Non c’era niente da fare: Ys si sottovalutava troppo. Era il suo carattere, e Bartolomeo aveva ormai imparato a conoscerlo bene, ma era eccessivamente severo con se stesso. Il suo incredibile teletrasporto era stato fondamentale per salvare la vita di molte persone, compresa la loro, permettendo ai due Cavalieri di muoversi istantaneamente in luoghi molto lontani. Inoltre la sua mente così acuta e curiosa aveva in poco tempo trovato indizi in grado di portarli sulle tracce di Nandi nascosti nei meandri dei testi antichi. Infine, nonostante i nemici affrontati fossero fuori dalla portata di molti Cavalieri d’Oro, il giovane Ariete non aveva mai mostrato dubbi o incertezze. Era sempre stato al fianco di Bart, consigliandolo in ogni situazione e indirizzando la forza di quel gigante buono ma un po’ zuccone nella giusta direzione.
    No no, così non andava affatto bene. Sembrava quasi che il compagno d’avventura non si sentisse nemmeno degno di far parte dei Dodici Custodi di Atena. Ormai non c’era dubbio: quell’argomento sarebbe stato un altro punto da trattare nella discussione che avrebbero avuto una volta tornati al Grande Tempio. Dopo la gara a suon di teletrasporti, sia chiaro.

    Non posso indossare…no, dove vai?

    Ed ecco che il tanto amato quanto odiato teletrasporto, in un batter di ciglia, riportò Ys al villaggio del Signore degli Animali. Bart rimase a bocca aperta per qualche istante, preso alla sprovvista da quel repentino cambiamento.

    Dannato Ys!
    Quando ci rivedremo, faremo quattro chiacchiere tu ed io!


    Strinse il pugno destro e lo rivolse al cielo con fare quasi minaccioso, ma in realtà un sorriso si era già fatto largo sul suo volto. Lo aveva lasciato da solo in quella terra malata di Corruzione, questo era vero, ma la sua presenza continuava a farsi sentire. Ys gli aveva donato temporaneamente la Cloth dell’Ariete, permettendogli persino di utilizzarla come protezione. Un gesto improvviso, senza quasi diritto di replica, che aveva spiazzato completamente l’omone e gli aveva provocato quel sorriso in apparente contrasto con le parole rivolte al cielo.
    Per un Cavaliere l’Armatura era la più fedele compagna di lotta, capace di marcare fermamente il confine tra vita e morte durante uno scontro. Il legame che si veniva a instaurare poteva essere così forte che l’impronta dello spirito di un Guerriero era in grado di rimanere per l’eternità all’interno della Cloth stessa, quasi a creare una memoria sempre viva.
    E Ys, quel dannato amico con la facile tendenza a sottovalutarsi, aveva deciso così su due piedi di mettere a disposizione la sua sacra protezione al compagno di missione.
    Ecco cosa rende davvero grande un guerriero. Non è il livello del cosmo o la forza dei suoi pugni, no. È la capacità di combattere insieme ai propri compagni come se fossero una cosa sola, pensando innanzitutto alla sicurezza degli altri. Come in un muro di scudi, dove ciascun uomo sostiene l’altro per creare un tutt’uno compatto e impenetrabile. Se uno scudo cade, un altro lo sostituisce immediatamente permettendo ai feriti di riprendersi.
    Il Cavaliere dell’Ariete era arrivato a una conclusione che andava oltre l’orgoglio personale. Aveva valutato la situazione in ogni suo aspetto, accantonando la voglia di combattere al fianco di Bart. Probabilmente avrebbe voluto gettarsi nella mischia assieme al Toro, ma aveva compreso che sarebbe stato un forte rischio per entrambi. Nandi, non dimentichiamolo, era una divinità e per di più influenzata dalla Corruzione. Non ci sarebbe stato alcuno spazio per gli errori e Ys, suo malgrado, aveva optato per la soluzione ottimale. Ricordate il concetto del muro di scudi? Ecco: il giovane Montone aveva dovuto cedere il passo, poiché ferito, per poi dare il suo scudo al compagno sprovvisto di difesa ma ancora in grado di combattere.
    Nonostante quello che poteva sembrare, Bart era convinto che quella sofferta decisione dell’amico li avesse avvicinati ancora di più. In futuro, quando anche il Custode della Prima Casa fosse riuscito ad esprimere tutto il suo potenziale latente, sarebbero diventati dei “vicini di casa” che gli eventuali nemici del Grande Tempio non avrebbero superato tanto facilmente.
    Abbassando il pugno ancora rivolto al cielo, il Toro guardò con indecisione i due box ai suoi piedi.

    Se corro rischi inutili e sopravvivo, ci penserà Elena a farmi fuori.
    Questo è poco ma sicuro.


    Corrucciò le labbra indeciso sul da farsi, frenato da quell’enorme rispetto che aveva per la Cloth di Ys. Inoltre si sentiva come se indossando l’Armatura dell’amico potesse tradire i sentimenti di quella del Toro.
    Tradire i sentimenti?
    Eh sì, non ditelo a nessuno ma Bart ci parlava con la sua Cloth. Erano discorsi unidirezionali, sia chiaro, ma lui riusciva comunque a percepire quel qualcosa che gli faceva pensare alla sua dorata protezione non solo come a un mero oggetto. In più, da quando l’Armatura si era irrimediabilmente danneggiata, il gigante passava le ore a lucidarla e sistemarla. Sentiva nel profondo del suo animo la sofferenza di quell’ “oggetto” e aveva lui stesso provato sincera angoscia. Trovarsi in quel momento ad un passo dalla soluzione lo rendeva teso.
    Quindi? Cosa fare?
    Indossare la Cloth dell’Ariete e fronteggiare Nandi al meglio oppure crogiolarsi nell’indecisione e nei dubbi?
    Un momento così importante esigeva una sola risposta, chiara e precisa. E quella risposta poteva essere una sola: combattere. Combattere per riparare la protezione del Toro, combattere per salvare quella terra divorata dai corrotti e ancora combattere per ritornare a essere quel Cavaliere completo e inarrestabile che avrebbe aiutato il Grande Tempio a salvare il mondo intero.
    Basta indugi. La decisione era stata presa.
    Bartolomeo si avvicinò al box dell’Ariete e questo, come a percepire la sua ferma volontà, si aprì generando una travolgente luce dorata. Il gigante non fece nemmeno in tempo a ripararsi gli occhi che fu subito avvolto da un potere tanto diverso dal solito quanto familiare. L’Armatura del Montone lo stava incredibilmente accettando, accogliendolo come suo temporaneo portatore.

    Grazie Ys.

    Fu quasi un sussurro in quel clamore splendente che stava illuminando tutto e tutti. Il totem dell’Ariete esplose violento e tutti i pezzi della sacra protezione si sparsero nel cielo formando la costellazione di appartenenza. Un istante dopo il corpo di Bart fu investito da un’ondata inarrestabile di potenza allo stato puro. Prima le gambe, poi la vita, le braccia e il petto. Infine le mani del gigante si protesero in avanti per accogliere l’elmo che era rimasto sospeso a mezz’aria, quasi fosse in attesa di un ultimo gesto di comunione. L’omone se lo infilò sulla sua lucente pelata e un’esplosione finale dalle tinte d’oro accompagnò l’epica conclusione di quell’insolita vestizione.
    Ed ecco a voi Bartolomeo del Toro, in tutta la sua possanza, vestito dell’Armatura dell’Ariete. Le braccia conserte a risaltare il possente petto, le gambe ben piantate a terra per dimostrare sicurezza e…

    Oh oh oh, quanto sono figo!

    Sì, vabbè, come rovinare un momento epico nell’inimitabile stile del nostro caro gigante buono. Ma alla fine Bart lo amiamo proprio per questo, no?
    Il Cavaliere del Toro prese anche lo scrigno della sua Armatura danneggiata e se lo infilò in spalla. Non voleva assolutamente che la sua Cloth si perdesse lo scontro decisivo che avrebbe decretato la loro sorte.
    Ariete e Toro. Prima e Seconda Casa dello Zodiaco. In quel momento, e forse mai più nella storia, sarebbero stati una cosa sola.
    Bartolomeo si sfilò dunque il fiore di cristallo che aveva sull’orecchio – esatto, aveva combattuto la Corruzione con un bel fiore all’orecchio – e posizionò tutti e quattro i simboli di Nandi in altrettanti posti per creare una sorta di rettangolo. Si rivolse al cielo con espressione decisa, cercando di contenere quell’incontrollabile sensazione di epicità che sprizzava da tutti i pori.

    Ecco i tuoi simboli.
    Ti sto aspettando.


    Il destinatario di quelle parole era fin troppo chiaro.

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    Riassunto:
    Abbastanza epica l'improbabile vestizione? XD

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    Tagli non profondi su braccia e gambe, ferite e ustioni su caviglia destra e mano sinistra.

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    I quattro cristalli, una volta posti a terra, iniziarono a brillare di luce accecante, e quattro colonne luminose si elevarono nel cielo.
    Ma, dove la luce incontrò la volta celeste, si formò una nube nera e densa. E da quella nube uscì un toro bianco.
    Nandi, pelo candido, grandi corna e zoccoli d'oro, galoppò nel cielo come su una prateria, avvicinandosi attimo dopo attimo sempre più a terra. Appena era apparso, Bart aveva potuto sentirne il potente Cosmo, ruggente nel silenzio, grande quanto il suo.
    Sì, Nandi era forte... ma forse non troppo forte.

    °Paradossalmente, la Corruzione lo ha indebolito.°

    Era la voce del Signore degli Animali a giungere nella mente di Bart.

    °Ha dissipato inutilmente le sue energie per creare quegli esseri, e ora non è più potente come dovrebbe esserlo un dio. La vostra pazienza è stata premiata.°

    Forse... ma rimaneva comunque un avversario di gran portata. Non sarebbe stata una passeggiata.
    Il Signore degli Animali tacque allora, e il Cavaliere del Toro dovette attendere pazientemente che il dio bovino raggiungesse terra. Cosa che accadde pochi minuti dopo.
    Nandi era enorme, della stazza superiore ad un elefante. I suoi bassi muggiti erano rombi nell'aria, e i suoi grandi occhi erano rossi ed irati. Il dio poggiò con inaspettata grazia le zampe sui quattro oggetti sacri, ora diventati piedistalli di luce, e rimase lì, sospeso su quel solo apparente poggiapiedi.
    Poi, alzò il capo, e incrociò gli occhi con Bart.
    Che vide una scintilla di odio e crudeltà avvamparvi.

    MOOOOOHHHHHHHH!!!!!!!!

    Muggendo a pieni polmoni, Nandi fece tremare l'intera zona, mentre il suo Cosmo esplose in un attacco per cancellare ogni cosa in superficie.
    Bart compreso.

    CITAZIONE
    Miracolosamente riuscito a postare.

    Nandi è Energia Suprema, e ha appena lanciato una bella ondata cosmica a tutto raggio, diretta ovviamente anche contro Bart.
    Buon combattimento :)
     
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    Lo sguardo rivolto verso l’alto, fisso su quello spettacolo terrificante. I pugni tanto stretti da tremare impercettibilmente. La mascella contratta a rimarcare la tensione. Tutto il corpo rigido e immobile, in attesa di quell’abominio.
    Persino il sole sembrava nascondersi, scappando dietro nubi oscure e cariche d’odio. La dorata Armatura dell’Ariete non riusciva più e riflettere la calda luce del giorno e una notte improvvisa sembrava voler inghiottire tutto.

    Nandi stava arrivando.

    Come un vero Dio stava discendendo dall’alto dei cieli, ma non avrebbe portato alcun messaggio di pace o amore. La sua venuta era tutt’altro che benevola e il repentino cambiamento atmosferico era un chiaro presagio di sventura.
    Bart sembrava un semplice spettatore pietrificato dal terrore di fronte a quella manifestazione di forza e rabbia. Nonostante fosse un gigante tra gli uomini, non poteva reggere minimamente il confronto con quella creatura dalle dimensioni mostruose. La sola presenza di Nandi bastava per intimorire e ridurre all’inutilità qualsiasi essere vivente.
    Non restava che abbandonarsi al proprio destino e rassegnarsi ad una fine ormai prossima.

    Pff… Oh oh oh!

    Ce l’aveva messa tutta per darsi un contegno, davvero. Aveva cercato di mantenere quell’atteggiamento epico da “fine del mondo” il più possibile, ma alla fine non era riuscito a trattenersi. Prima uno sbuffo per non farla esplodere, ma dopo qualche secondo la risata era scoppiata poderosa rompendo il silenzio tombale che si era venuto a creare in quel luogo. Il petto sobbalzò a ritmo con l’ilarità e l’espressione dell’omone tornò ad essere quella di sempre.
    Bartolomeo stava sorridendo, ancora una volta. Esattamente come di fronte al Dio della Guerra Ares in persona. Non c’era nulla da fare: il Toro di Atena era nato per combattere, per stare in mezzo alla battaglia, al sangue e al sudore. Non si sarebbe mai tirato indietro e non avrebbe mai perso l’occasione di prendere a cazzotti una dannata divinità corrotta.

    Il Cavaliere del Toro incrociò le braccia al petto in attesa della discesa del Dio, dispiacendosi nel frattempo del messaggio mentale ricevuto dal Signore degli Animali.

    Uhm, peccato.

    Come era accaduto per Ares, anche Nandi non poteva esprimere il suo pieno potere a causa della Corruzione. Una vera delusione per il povero Bart, ma quel depotenziamento rappresentava forse l’unica speranza per il gigante di uscirne vivo. Speranze che vacillarono prontamente alla vista di quel mastodontico bovino una volta che ebbe raggiunto il suolo. Nonostante la mole, si posò leggiadro sui quattro simboli recuperati con enorme fatica dai due Cavalieri di Atena.
    Non lo avrebbe mai ammesso, sia chiaro, ma Bartolomeo rimase decisamente colpito da quella manifestazione di potenza allo stato puro. Una potenza capace però di controllarsi, a differenza del cosmo dell’omone che conosceva solo il bianco o il nero. Ovviamente il gigante non si scompose, rimanendo nella sua posizione a braccia conserte, ma era facile intuire quale sarebbe stata l’ovvia conclusione di quella fase di innaturale stasi.
    Gli sguardi dei due avversari si incrociarono per un solo fugace istante, esattamente quell’istante di calma che precede ogni tempesta. Nandi fece letteralmente esplodere tutto il suo potere in un indistinto attacco ad area. Il suo obiettivo era tutto e allo stesso tempo niente in particolare, sembrava solo voler distruggere ogni cosa. La situazione si era fatta pericolosa e di certo una persona sana di mente sarebbe fuggita il più lontano possibile da quell’essere mostruoso.
    E invece no, dannazione. Quello zuccone di Cavaliere non pensava mai alle conseguenze e, quando vedeva la possibilità di scatenare a pieno tutta la sua potenza, partiva a testa bassa. Che si trattasse di un Dio o persino del creatore di tutto il mondo conosciuto, a lui non importava.

    Sono sempre più convinto che ci penserà Elena ad uccidermi se mai uscirò vivo da quest’inferno.
    Ma forse è meglio pensarci dopo… Oh oh oh!


    Ma sì dai, dimentichiamoci delle conseguenze e andiamo a fare a pugni con una divinità incavolata e grande come una casa. Buttiamoci a capofitto contro un Toro gigantesco che non vede l’ora di infilzarti come se fossi un torero. Forza Bart, affronta faccia a faccia un Dio per la seconda volta.

    E ovviamente fu proprio quello che il nostro caro Bart fece.

    Appena il possente nemico si palesò a terra in tutta la sua violenza, il Cavaliere della Seconda Casa lasciò la sua posizione di attesa per… fare la cosa più sensata in quella situazione? Certo che no. Puntò i piedi a terra e con uno slancio dalla forza incontenibile partì in una corsa sfrenata verso il Dio. Raccolse il cosmo intorno a sé formando una sfera difensiva che lo avvolse interamente.
    L’impatto fu devastante. L’esplosione avversaria frenò bruscamente la corsa dell’uomo verso il centro di quel finimondo, tanto da far vacillare la cosmica difesa. I piedi sprofondarono nel terreno fin quasi le ginocchia e, per non volare via, l’omone fu persino costretto a far presa con le mani sul terreno che si sfaldava sotto tutta quella violenza. La barriera dorata resse la maggior parte del colpo, anche grazie alla distanza ancora presente tra i due, ma proprio alla fine dovette cedere sotto l’ira del Dio. Rimasugli di cosmo e un forte contraccolpo travolsero Bartolomeo che diede fondo ad ogni fibra dei suoi muscoli per rimanere ancorato alla sua posizione. Numerose ferite, seppur superficiali, marchiarono ogni lembo di pelle non coperto dall’Armatura. Il corpo protetto dalla Cloth, invece, cominciò a costellarsi di lividi a causa dell’impatto con quella furia.
    Nonostante tutto, però, eccolo ancora lì. Quel beffardo sorriso era sempre stampato sul volto del gigante buono. Nonostante il sangue che sgorgava dalle ferite macchiava il candore dei suoi baffoni, la sua espressione comunicava tutta la sua determinazione. Avrebbe affrontato quel Dio a testa bassa e viso aperto. Nessuna scusa.
    Placato il putiferio generato dall’attacco di Nandi, Bart non perse nemmeno un istante. Sradicò letteralmente le gambe sprofondate nel terreno e riprese la corsa alla velocità della luce verso la divinità. Avrebbe sfruttato il probabile polverone di detriti generato dall’esplosione nemica per celare in parte la sua devastante avanzata. Giunto a pochi metri dal gigantesco bovino, avrebbe allungato il braccio sinistro scagliando una sfera di cosmo dorato alla destra del grugno nemico e oltre la sua figura. La luminosità di quel colpo totalmente innocuo avrebbe forse attirato l’attenzione in un momento di possibile scarsa visibilità, proprio come un faro che guida le navi nel porto. Peccato che quel faro non avrebbe guidato proprio nessuno alla salvezza, bensì avrebbe avuto il compito di distogliere l’attenzione dal vero attacco. Bartolomeo avrebbe quindi spiccato un balzo e caricato il pugno destro di un cosmo denso e concertato, convogliando la sua forza un in unico e devastante affondo: il Braccio Possente. Un gancio sulla parte sinistra del muso di Nandi, cercando di colpire l’orecchio appena al di sotto del rispettivo corno. Un colpo rischioso, ma che avrebbe permesso al Cavaliere di trovarsi in una situazione favorevole, fuori dalla portata della punta delle corna e con la possibilità di affondare in una zona estremamente sensibile.
    Provate a pensare ad un pugno scagliato dalla breve distanza con la Forza Straordinaria di Bart, supportato dalla capacità di generare onde d’urto e da un cosmo senza apparenti confini. L’orecchio, il timpano e più in profondità il cranio e il cervello avrebbero potuto subire danni tanto irreparabili da far terminare lo scontro in poco tempo. Minore la distanza, maggiore l’effetto. Ma anche in caso di allontanamento o spostamento più o meno involontario di Nandi, il colpo avrebbe potuto raggiungerlo grazie alle onde d’urto generate dall’incontenibile forza straordinaria.

    Il Toro dorato aveva sfoderato le corna e le stava incrociando con quelle del Dio infuriato, affrontandolo con una sfrontatezza disarmante. Il caro e schizzinoso Nandi aveva scelto come corpo terreno quello di un mastodontico bovino che, seppur abnorme, sembrava anch’esso fatto di carne ed ossa. Buono a sapersi.

    Presto il Dio avrebbe sperimentato la sensazione del dolore in tutte le sue sfumature e il Cavaliere di Atena avrebbe lottato a costo della sua stessa vita per liberare quel luogo da una Corruzione senza precedenti.

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    Bartolomeo - Gold Saint del Toro - Energia Suprema
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    Riassunto:
    Bart all'ennesima potenza!
    Si scaglia contro Nandi come se non ci fosse un domani e, dopo aver subito il colpo nemico smorzato dalla difesa, corre letteralmente incontro al Dio. Sfruttando il probabile polverone di detriti generati da tutto quel putiferio, crea una sfera di cosmo innocua per distrarre l'attenzione. Infine attacca con un Braccio Possente all'altezza dell'orecchio sinistro per sfruttare il potenziale danno devastante e la posizione favorevole.

    Condizioni:
    Ferite e ustioni su caviglia destra e mano sinistra. Tagli sulle parti non coperte dall'armatura. Lividi diffusi su tutto il corpo.

    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare ad un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro.
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza ed una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli attacchi di natura fisico-cosmica senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il cavaliere d'oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.

    Tecniche:
    Braccio Possente:
    Spesso l'efficacia risiede nella semplicità.
    Questa tecnica all'apparenza sembra quasi banale, ma non bisogna mai sottovalutare ciò che un toro inferocito può fare. Concentrando la potenza fisica e cosmica in un solo braccio, Bartolomeo scaglierà un pugno alla massima velocità consentitagli, dritto all'obiettivo. Semplice, no? La rapidità di esecuzione, unita alle doti del cavaliere faranno di tale affondo un martello quasi inarrestabile, allo scopo di ridurre all'inutilità con un solo colpo anche l'avversario più resistente.
    Una possibile variante consiste nel concentrare lo stesso potere in una gamba, oppure distribuire la forza distruttiva su tutti e quattro gli arti, diventando così una macchina da guerra senza rivali.

     
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    Lo stratagemma funzionò.
    Nandi fu chiaramente distratto dal bagliore emanato da Bart, e si accorse troppo tardi che il vero attacco era un pugno straordinario contro il suo occhio. Il Cosmo del dio naturalmente fornì protezione, ma senza una resistenza volontaria fu facile per Bart frantumare quelle difese e colpire l'occhio.
    E fu uno spruzzo di sangue rossastro.

    MMMMOOOOOOOOOOOOOOOHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!

    Nandi muggì e si dimenò con violenza, facendo volare via Bart son quella semplice reazione. Dopo aver scosso con violenza la testa, Nandi guardò con odio puro il Santo ora a terra, il suo unico occhio rimastogli ardente come non mai.
    Sicuramente non avrebbe commesso una seconda volta lo stesso errore.
    Ma il dolore e l'ira non lo fecero impazzire, tutt'altro. In pieno contrasto con l'umore infuocato del Toro Bianco, il suo Cosmo... sparì.
    Anzi, no.
    Si era concentrato nelle corna.
    Bart non ebbe difficoltà a riconoscere il successivo attacco che Nandi gli stava mandando contro, quell'incornata Cosmica gettata nell'aria alla velocità della luce.

    Il Great Horn.


    CITAZIONE
    FINALMENTE postato. Dato che stiamo a combattere, cercherò di fare post mignon pur di rispondere per tempo senza farti aspettare la Befana ogni volta.
     
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    Bleeeah!

    Pensò quel pazzo di Bartolomeo che si era lanciato a testa bassa contro il Toro più grande che il mondo avesse mai visto. Eh sì, bleah. Il suo pugno era sprofondato nell’immenso occhio della bestia, affondando fino a rendere impossibile la vista da quel lato. Il braccio penetrò fin quasi alla spalla, riemergendo con un rumore appiccicaticcio che avrebbe fatto rabbrividire chiunque. L’urlo che scaturì dal Dio fu tremendo e terrificante, tanto da far male ai timpani di chi lo ascoltava. Era come trovarsi a pochi centimetri da un amplificatore gigante e al massimo volume. Di certo un fastidiosissimo fischio alle orecchie sarebbe rimasto come ricordo per molto tempo.
    Il grido di dolore, però, era di certo l’ultimo dei problemi per Bart. Infatti, appena ritrasse il braccio, un incontenibile spruzzo di sangue scoppiò letteralmente dall’occhio di Nandi tingendo tutto di rosso. Il Cavaliere ne fu investito in pieno e il suo corpo, Corazza dell’Ariete compresa, furono colorate dall’abbondante liquido.

    Bleeeaaah!!!

    Ormai era un pensiero ricorrente, ma come dargli torto. Prima l’affondo nell’occhio, poi il conseguente fiotto di sangue; di certo non uno spettacolo per cuori deboli. Eppure, nonostante il disgusto, il volto di Bart era sorridente. Il suo bianco sorriso, seppur tinto del rosso altrui, era sempre più ampio e rimaneva il baluardo della sua determinazione. Purtroppo i baffi avevano perso la solita forma a causa del sangue, ma in qualche modo resistevano nonostante tutto.
    Il Cavaliere del Toro sembrava quasi un folle, coperto di rosso scarlatto mentre prendeva a pugni un Dio. Un completo folle, però, non sa nemmeno quello che fa. Bart, invece, era pienamente conscio di guardare dritto negli occhi la morte, anche se gli aveva appena accecato uno di quegli occhi. Giusto per precauzione, eh, non si sa mai.
    La gioia per il momentaneo successo, purtroppo, durò veramente poco. A Nandi bastò un violento scossone della sua poderosa testa per far volare l’omone a qualche metro di distanza. Il Cavaliere era ancora in grado di evitarsi una caduta da sacco di patate e, nonostante la sorpresa, riuscì a girarsi in volo per ricadere sulle proprie gambe. Ovviamente la sua forza, seppur incredibile, non era la stessa dopo le prime battute dello scontro. Quindi il gigante non atterrò alla perfezione, ma dovette flettere il ginocchio destro per poggiarlo a terra insieme alla mano corrispondente. In quello stesso istante alzò lo sguardo e vide quel dannato Toro furente come non mai. E il sorriso si allargò ancora di più.

    Ma cosa?

    Nel tempo di un solo batter di ciglia, l’espressione di Bart cambiò come dal giorno alla notte. Il cosmo del Dio non era divampato violento in risposta alla ferita ricevuta, ma al contrario si era in apparenza placato. No, placato non era la parola giusta; il potere di Nandi si stava velocemente concentrando in un punto ben preciso: le corna.

    No, non è possibile.

    Quel flusso di cosmo, quella concentrazione, quell’attesa e quella quiete che precede una tempesta senza paragoni. Il Cavaliere del Toro aveva già assistito a quella sorta di rituale tantissime volte, tanto da conoscerlo come se fosse suo. E infatti lo era. Quella era inequivocabilmente la preparazione per scagliare il colpo più potente del Custode della Seconda Casa: il Great Horn.
    L’incredulità fece presto spazio ad un orgoglio inarrestabile, come un volto che ritorna con occhi di fuoco a fissare colui che l’ha schiaffeggiato con un pesante guanto di sfida.

    Accetto la sfida.

    Pronunciò quelle parole mentre si rialzava in piedi, gridandole con tutta la forza che aveva in corpo per essere sicuro che il Dio le comprendesse. Incrociò le braccia al petto e nel momento in cui la bordata cosmica partì violenta dalle corna di Nandi, Bartolomeo innalzò un muro difensivo di fronte a sé. Nel frattempo anche sull’uomo era scesa una calma apparente, mentre l’attacco nemico s’infrangeva sull’argine dorato. Gli occhi rimasero fissi di fronte a quella forza travolgente, persino quando il muro collassò dopo aver disperso l’irruenza iniziale. Il residuo di quel colpo devastante lo investì frontalmente, facendo persino incrinare in più punti l’Armatura dell’Ariete.

    Scusa Ys.

    Un pensiero all’amico che gli aveva donato la Cloth, che in quell’istante era in pericolo tanto quanto il suo momentaneo possessore. Eppure, ancora una volta, la sacra difesa della Prima Casa aveva salvato il corpo di Bart da morte certa. Le conseguenze subite furono comunque ingenti, tanto da generare profonde ferite sulle parti non coperte dalla corazza nonché copiosi sanguinamenti nelle zone protette ma già piene di ematomi. I piedi sprofondarono nel terreno per la forza generata dall’impatto e l’omone venne fatto arretrare di qualche metro senza diritto di replica. Ormai il rosso di cui era macchiato Bartolomeo non era più solamente di origine divina, ma era il suo stesso sangue che lo ricopriva dalla testa ai piedi.
    La vista vacillò per un momento, il corpo parve tremare impercettibilmente, ma la posizione venne stoicamente mantenuta. Le braccia erano ancora conserte e la sua figura rimaneva a baluardo di una ferma determinazione.

    Adesso tocca a me.

    Santo cielo, quanto aveva aspettato quel momento.
    Mentre cercava in tutti i modi di sopravvivere al Great Horn di Nandi, la calma apparente scesa anche sul Cavaliere del Toro era foriera di una risposta altrettanto violenta. Al posto delle corna, il cosmo del gigante si era concentrato negli arti superiori, giacendo tranquillo e sopito. Chiuse gli occhi per un breve istante, inspirando e assaporando quell’aria carica di sangue e tensione. Poi li riaprì all’improvviso, tendendo allo spasmo tutti i muscoli del corpo e slanciando in avanti entrambe le braccia.

    Questo. È. Il. Great. Horn.

    Stringendo i denti per le ferite sanguinanti, rilasciò il suo potere alla massima potenza. Una bordata cosmica senza precedenti, eseguita con una tale velocità che il movimento fu quasi impercettibile. Come una miccia che si avvicina silente alla sua fine per poi detonare la carica esplosiva senza preavviso. Quell’attacco, così semplice e privo di strategia, aveva un unico obiettivo: abbattersi frontalmente sul grugno di quel dannato Dio corrotto, per fargli comprendere quale fosse il potere del vero Great Horn. L’attacco avrebbe dunque cercato di annichilire ogni cosa si fosse trovata sul suo cammino, generando distruzione travolgente e concentrandosi su quel bel bersaglio grosso rappresentato dal Toro corrotto. Forse l’occhio cieco avrebbe giocato il suo ruolo, limitando il campo visivo avversario e portandolo a sottostimare l’ampiezza e la violenza dell’attacco.
    D’altro canto essere grandi e grossi molto spesso aiuta, ma essere così spudoratamente immensi come lo era Nandi rende molto più facile prendere la mira.

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    Bartolomeo - Gold Saint del Toro - Energia Suprema
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    Riassunto:
    E no, eh! Fregarmi la trademark move no! XD
    Comunque qui ci prendiamo cosmicamente e metaforicamente a schiaffoni. Nandi mi lancia il suo Great Horn e io mi difendo come posso cercando di rimanere in piedi. Muro cosmico e cloth aiutano Bart a sopravvivere, ma adesso è bello conciato. Non contento, ovviamente, gli sparo io il mio Great Horn sul muso, contando anche sul fatto che adesso ci vede un po’ meno.

    Condizioni:
    Ferite profonde sulle parti lasciate scoperte dalla cloth e copiose perdite di sangue diffuse su tutto il corpo. Siamo messi male ç_ç

    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare ad un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro.
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza ed una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli attacchi di natura fisico-cosmica senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il cavaliere d'oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.

    Tecniche:
    Great Wall:
    Cosa c'è di meglio per schernire l'avversario se non incassare tutti i suoi colpi senza erigere alcuna difesa?
    Solitamente Bartolomeo predilige sfruttare la sua inesauribile resistenza fisica per logorare e scoraggiare i nemici intenti a combatterlo. In situazioni estreme, però, è sempre meglio avere un piano di riserva. Tale piano è proprio il Great Wall, un muro eretto dal cosmo abnorme del Cavaliere del Toro che si disporrà a difesa del suo creatore. La grandezza, lo spessore e la forma potranno variare (sempre nei limiti imposti dall'energia), potendo creare anche sfere, cupole o altri stratagemmi di difesa.

    Great Horn:
    Alcuni lo definiscono il colpo più veloce del Grande Tempio, altri come la tecnica che unisce perfettamente attacco e difesa; altri ancora non hanno potuto raccontarne gli effetti devastanti, essendo stati sconfitti senza nemmeno essersene accorti. Il "Grande Corno" è la tecnica principale del cavaliere del Toro, che prende nome dall'arma più pericolosa a disposizione dell'animale della costellazione. Esistono due varianti di tale incredibile esecuzione.
    Prima Variante: Bartolomeo si pone di fronte al nemico in una statuaria posizione eretta a braccia conserte. Tale impostazione permette di opporre una solida difesa fisica agli eventuali attacchi avversari, ma al contempo nasconde un'arma letale. Infatti con un rapidissimo movimento, il cavaliere potrà distendere le braccia verso l'avversario generando un'inaspettata e violentissima bordata cosmica che unisce velocità, potenza cosmica e fisica. Gli arti del guerriero si muoveranno così rapidamente da farlo sembrare immobile durante l'esecuzione, tanto che l'esatto movimento potrà essere percepito solo da cavalieri dotati di abilità particolari (agilità straordinaria) o capaci di raggiungere una velocità più elevata. Il potenziale distruttivo generato sarà immenso, in grado di mettere in difficoltà qualsiasi difesa o annichilire con decisione un avversario impreparato o colto di sorpresa.
    Seconda Variante: In ogni duello è sempre un vantaggio nascondere qualche asso nella manica per i momenti più difficili. Proprio questa seconda variante può essere considerata uno di questi metaforici assi. Infatti Bartolomeo potrà optare per liberare maggior energia dal suo corpo, sfruttando al massimo il già incredibile potenziale del Great Horn. Scagliando il colpo direttamente con le braccia distese, il cavaliere potrà perdere l'effetto sorpresa della prima variante, ma aumenterà di molto la quantità di energia sprigionata non dovendo partire dalla posizione di difesa a braccia conserte. Una potenza inimmaginabile che travolge e distrugge ogni cosa si trova sul suo cammino, caricando i malcapitati obiettivi come un toro inferocito.
    Infine, non bisogna dimenticare l'utilizzo che Bartolomeo può fare della sua immensa forza fisica. Infatti il Great Horn può essere ulteriormente potenziato sfruttando anche il plus fornito dalla prestanza muscolare del cavaliere, capace di generare onde d'urto di pura forza bruta in grado di colpire a distanza. Unite il tutto e capirete facilmente perché molti avversari non sono sopravvissuti per raccontare le potenzialità del "Grande Corno".

     
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    Inutile, la mia capacità di postare rimane quella di un paguro arteriosclerotico. Mi detesto da solo :facepalm:

    Occhio cieco o no, Nandi non sottovalutò l'attacco.
    Forse perché si era reso perfettamente conto di cosa fosse.

    MMMOOOOOHHHHHHHHHHHH!!!!!!

    Muggendo con forza e chiara rabbia, il Toro Bianco di Shiva espanse a sua volta il proprio Cosmo corrotto richiamando a sé ogni energia. Poi... lo ammassò sulle corna.
    Di nuovo.
    Intendeva ribattere al Great Horn con un altro Great Horn.

    MMMOOOOOHHHHHHHHHHHH!!!!!!

    L'onda d'urto partì a tutta forza, un vero scontro diretto di forza Cosmica e fisica. I due Great Horn si incontrarono a metà strada dopo aver spazzato via in aria ogni cosa intralciasse il loro cammino.
    E l'impatto fu tremendo.
    La terra tremò mentre i due grandi ammassi cozzavano, e l'aria fremette. Durò pochi istanti, quindi i due Cosmi si fecero una sfera lucente, una specie di Big Bang in piccola scala, ma che non voleva esplodere.
    Fu così per pochi, interminabili secondi.
    Poi, il collasso.
    Il Great Horn di Bart prese il sopravvento, ricacciando indietro quello di Nandi e generando una vera e propria voragine da metà spianata in avanti fino al Toro stesso. Il dio fu violentemente sbalzato indietro, e ruzzolò lontano con violenza per varie decine di metri, finché non riuscì a rimanere saldo sugli zoccoli e frenare.
    Essendo un colpo d'impatto, il Great Horn non gli aveva aperto ferite, ma... il mento candido era ora ampiamente tumefatto, e Nandi stava ansimando con una strana luce nell'occhio buono.
    Era scioccato. Era indubbiamente scioccato.
    Che fosse l'occasione buona? Certo, avrebbe dovuto superare una voragine e tutto il resto, ma... non era necessariamente un problema per un Gold Saint. E Nandi stava esitando.
    Bart forse poteva chiudere già lì la partita.
     
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    L’impatto fra i due Great Horn fu devastante.

    Questa volta ti faccio male sul serio, tarocco di un Nandi.

    Quel Dio corrotto – o tarocco che dir si voglia – stava proprio antipatico al solitamente mite Bart. Strano per lui provare sentimenti anche solo lontanamente negativi per qualcuno. Eppure il Cavaliere non aveva mai provato grande stima per quel gigantesco Toro infuriato. Se ci pensate bene, infatti, Nandi aveva rifiutato quasi ogni scelta dell’omone per i simboli di evocazione – oltre ad averlo malmenato per bene personalmente e attraverso emissari dal dubbio gusto, ovviamente.
    Non poteva certo correre buon sangue tra i due, dunque, ma già a pelle non sarebbero mai diventati migliori amici. Quello era poco ma sicuro.

    Nel frattempo le loro due forze incontrollabili stavano lottando per prendere il sopravvento l’una sull’altra, incuranti di quello che gli accadeva intorno.

    Vai giù, dannazione!

    Pensiero assolutamente lecito, sia chiaro, ma era tanto efficace quanto gridare a un muro di crollare a comando. Quel Dio corrotto non voleva saperne di cedere il passo e affrontava a viso aperto ogni cosa nonostante le ferite. Uhm, vi ricorda qualcosa? Ma certo, ecco perché Bartolomeo non riusciva a sopportare Nandi: lui e la divinità erano così simili da sembrare fratelli – di cui Bart era quello bello, non provate a dire il contrario.
    Pensateci bene.
    Entrambi simboleggiavano il Toro, espressione di una forza inarrestabile e senza paura. Entrambi si gettavano a capofitto contro tutto e tutti, puntando le corna contro qualsiasi pericolo. Entrambi erano dannatamente testardi e spesso si rifiutavano di accettare la sconfitta anche di fronte all’evidenza.
    Sì, ok, avete ragione. Nandi poteva essere visto come un Bartolomeo formato (ancor più) gigante, o meglio, il Cavaliere sembrava proprio la personificazione del Dio Toro. Ecco perché l’omone non poteva sopportare quella Divinità: si rispecchiava nell’avversario e lo vedeva come un ostacolo da superare a tutti i costi.
    Proprio per questi motivi il Guerriero di Atena sembrava ancora più determinato a prevalere in quello scontro. Nonostante le ferite e il Cosmo utilizzato, continuava a stringere i denti per non cedere neanche un millimetro di terreno al nemico. Le ferite sprizzavano sangue a intervalli regolari, e persino tenere le braccia tese di fronte a sé risultava complicato. Le forze lo stavano lentamente abbandonando e non avrebbe potuto sostenere quel ritmo ancora per molto.

    La perseveranza e la sofferenza, però, premiarono il caro Bart. Il suo Great Horn prevalse su quello di Nandi, generando un’esplosione dalle proporzioni titaniche. Una voragine si venne a creare tra i due avversari e il contraccolpo fu tremendo. Più per il Dio a dire la verità, che fu scagliato lontano e rimase incredulo, ma anche il Cavaliere dovette dar fondo a tutta la sua forza per ancorarsi al terreno con mani e piedi.
    Quando i detriti nell’aria si furono parzialmente placati, Bartolomeo alzò lo sguardo dimostrando una determinazione incrollabile. Il fisico non l’avrebbe sostenuto ancora per molto e sapeva perfettamente che lo scontro si sarebbe concluso in poco tempo, nel bene o nel male. Non poteva più attendere o sprecare energie e avrebbe concentrato tutto sé stesso in un ultimo attacco, altrimenti le ferite già ricevute sarebbero alla fine risultate fatali.
    O la va o la spacca. È così che si dice, no?
    La sua vita era ormai diventata una continua scommessa con la Morte, in cui puntare sempre su Testa nel lancio di una moneta è particolarmente rischioso. Per quanto puoi continuare a vincere? Forse in eterno, forse potresti perdere al prossimo lancio. Oppure puoi tagliare la testa al Toro – metaforicamente, eh – e spaccare la faccia a chi ha lanciato la moneta per poi decidere tu stesso qual è l’esito che più ti aggrada.
    Eh certo, che bel ragionamento. D’altro canto, però, a Bart non rimanevano più molte opzioni: spaccare la faccia all’ennesimo Dio in un ultimo e folle gesto, oppure lasciare che il Destino facesse il suo corso e permettere ancora una volta la sconfitta dell’umanità contro la Corruzione.
    La scelta non era nemmeno necessaria e ogni singola ferita di Bart gridava a gran voce una sola cosa.
    L’omone artigliò dunque la terra con le mani devastate. Strinse i denti sentendo fitte di dolore in ogni parte del corpo e richiamò il dorato Cosmo del Toro per chiedergli un’ultima volta di accompagnarlo in quella cosciente follia.

    Non poteva perdere nemmeno un istante.

    Con un ringhio furioso si lanciò in una corsa tanto disperata quanto determinata. Si avvicinò impunemente alla voragine per poi sfruttare quella peculiarità così unica della sua forza straordinaria. Spiccò dunque un salto verso l’alto, per poi deviare la traiettoria con poderose onde d’urto generate in volo dalle sue stesse gambe. L’obiettivo era chiaro: superare la voragine alla massima velocità per poi piombare inesorabile su Nandi. Una volta superato il profondo ostacolo che li aveva divisi, sfruttando i detriti che probabilmente offuscavano ancora parzialmente la vista, Bartolomeo avrebbe generato un bagliore innocuo con il potere delle stelle come diversivo. Nello stesso istante avrebbe ancora una volta cambiato direzione, spingendosi in picchiata verso il nemico. Con uno sforzo incredibile avrebbe richiamato il Cosmo nel pugno destro, caricandolo come se quello fosse l’ultimo colpo della sua vita. A prima vista il suo obiettivo sarebbe potuto sembrare ancora una volta il brutto muso di Nandi, replicando il Braccio Possente di poco prima, ma in realtà avrebbe puntato direttamente al terreno poco distante dal Dio per scatenare la vera distruzione indistinta: il Titan’s Nova. La terra avrebbe tremato scossa dal Cosmo dorato e si sarebbe ribaltata a causa delle miriadi di esplosioni verso l’alto. L’attacco avrebbe cercato di annichilire ogni cosa nel suo raggio d’azione, alla disperata ricerca dell’unica cosa che avrebbe potuto salvare il Cavaliere del Toro: un colpo decisivo.

    AAAAARGH!

    Un grido di forza mista a tremendo dolore. Il sangue del Guerriero avrebbe colorato di rosso scarlatto l’Armatura dell’Ariete, testimone del sacrificio di un uomo contro la Corruzione.
    Tutta la vita di Bart era in quel colpo.
    Uno dei due Tori avrebbe infine prevalso. Bisognava solo attendere quali corna sarebbero emerse fiere e orgogliose da tutta quella distruzione.

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    Bartolomeo - Gold Saint del Toro - Energia Suprema
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    Riassunto:
    Un bel Titan’s Nova è quello che ci vuole.
    In sintesi: corro verso la voragine, spicco un salto e cambio direzione in aria per superare l’ostacolo grazie al plus della forza straordinaria. Una volta giunto nelle vicinanze di Nandi creo un bagliore cosmico innocuo come diversivo e cambio nuovamente direzione per andare in picchiata contro il nemico. L’obiettivo sembra proprio il suo brutto muso, simulando il Braccio Possente usato poco prima nello scontro, ma alla fine scateno la violenza del nuovo attacco colpendo il terreno.
    Ormai Bart ha sprecato troppe energie nelle continue battaglie con Nandi e i suoi sgherri. È ferito ed è solo grazie alla sua resistenza straordinaria che riesce a muoversi per quell’ultimo colpo.
    Direi che, purtroppo ma onestamente, il caro Bart non ne ha più dopo il Titan’s Nova.

    Condizioni:
    Ferite profonde sulle parti lasciate scoperte dalla cloth e copiose perdite di sangue diffuse su tutto il corpo. Siamo messi mooolto male ç_ç

    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare ad un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro.
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza ed una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli attacchi di natura fisico-cosmica senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il cavaliere d'oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.

    Tecniche:
    Titan's Nova:
    La fine del Mondo. La terra si ribella a coloro che da millenni la calpestano senza rispetto, generando morte e distruzione.
    Appoggiando un palmo al terreno, oppure scagliandovi contro un pugno, il Cavaliere del Toro genererà un'incontenibile esplosione che ribalterà il terreno stesso. Il potente cosmo del fiero guerriero fluirà nel sottosuolo per poi distruggere tutta l'area compresa nel suo dominio cosmico. Enormi massi potranno levarsi a decine di metri, colpendo l'avversario durante l'ascesa o la discesa. L'effetto dell'ira della terra verrà accompagnato da fortissime esplosioni di cosmo che renderanno la difesa alquanto difficoltosa. Distruzione indistinta, insomma. Ciò che Bartolomeo predilige.

     
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    Vedendo Bart avanzare, Nandi muggì con forza, in un tono tra la sfida e la rabbia. Un muggito che fece fremere l'aria e tremare Bart stesso.

    MMMOOOOOOHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!

    Ma, nonostante ciò, il Cavaliere del Toro riuscì comunque ad avanzare a tutta velocità e forza, e in men che non si dica fu sopra a Nandi. Poté vederne l'occhio rabbioso, fisso su di lui, il Cosmo potente e ancora vigoroso.
    Per un istante, temette che il Sacro Toro sarebbe riuscito a rimediare in qualche modo al suo attacco.
    Ma, un istante dopo, vide in quello stesso occhio una palese incredulità.
    Ma Bart non poteva certo pensarci sopra in quel frangente: scaricò semplicemente il suo pugno su Nandi.
    Che lo subì in pieno.
    Il cranio del Sacro Toro si trovò allora tra l'incudine e il martello del pugno di Bart ed il terreno sottostante, e fu schiacciato dal Titan's Nova mentre ettari di terreno venivano divelti e un cratere si formava sotto i suoi piedi.
    Quando tutto fu finito, Nandi era immobile, una maschera di sangue.
    Bart aveva vinto il suo duello.

    Ti avevo detto che Nandi sarebbe stato troppo distratto dal tuo amico per prestare attenzione al tuo trucchetto, no?

    La voce proveniva da un'altura non distante da lì. Alzando la testa, Bart vi vide il Signore degli Animali e Ys, inginocchiato accanto al primo: il Saint dell'Ariete sembrava provato. Sorrise però timidamente a Bart.

    Lo sapevi che il tuo amico può creare piccole illusioni ambientali? Il Signore degli Animali questa volta si stava rivolgendo a Bart: si era teletrasportato accanto a lui con nonchalance, lasciando Ys solo sull'altura. Sapevo bene che Nandi sarebbe stato capace di qualche colpo di coda - è una potente divinità, dopotutto -, quindi ho convinto l'Ariete a cercare di ingannare la prospettiva del Toro Bianco alterando i colori dell'ambiente. Questo, credo gli ha fatto sbagliare il tempismo verso il tuo ultimo attacco. Senza togliere nulla al tuo gran bel pugno, naturalmente.

    Il Signore degli Animali era chiaramente esuberante, come se fosse appena finito un vecchio incubo. Estrasse una fiasca di vetro, che porse a Bart.

    Ecco, raccogli il sangue di Nandi: è quello di cui avevi bisogno, giusto? Poi sarà bene che torniate nello Jamir: mi occuperò io del Toro Bianco.


    CITAZIONE
    Ys ex machina per concluderla in fretta che sennò ti inchiodavo altri mesi, dando a Nandi l'onore delle armi. Avviso Gaz che tra poco si potrà fare la scena finale, tu posta pure nel frattempo (non faccio un post con Ys per ora per non perdere altro tempo).
     
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    Atto XVIII
    L'ultima lezione


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    Narrato - Parlato - Pensato - Telepatia - Elena - Bambini

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    Quando tutto sembra perduto e il corpo sta per cedere al dolore e alla stanchezza, sarebbe così facile lasciar perdere ogni cosa; dimenticarsi di tutto e tutti e crogiolarsi in un riposo immeritato. Tutto sarebbe molto più facile e di certo la vita sarebbe più lunga e felice.
    Ma chi stiamo prendendo in giro?
    Quando tutto sembra perduto, la cosa migliore da fare è fregarsene altamente della propria incolumità e prendere a pugni il colpevole di quella situazione finché non si rialza più. Semplice, no? Perché farsi tante domande e tanti problemi quando un bel pugno può risolvere ogni cosa?
    Sì, certo, sembra tutto così facile pensandola in questo modo, vero Bart? Peccato che una tale filosofia di vita porti inevitabilmente a prendere tante di quelle botte da farti persino dimenticare il tuo stesso nome. Affrontare a testa bassa qualsiasi pericolo è da incoscienti, non c’è alcun dubbio, e costringe a vivere un’esistenza costantemente sul filo del rasoio. Chi mai vorrebbe una cosa simile?

    Ah, che sensazione.

    Va bene, è ufficiale: Bartolomeo, Gold Saint del Toro, è decisamente un folle. Quando un uomo si trova di fronte ad un ostacolo ben più grande di lui cosa fa? Beh, logico: gira i tacchi e scappa a gambe levate per puro e naturale istinto di conservazione. E invece quel pazzo di omone sorrideva di fronte agli ostacoli insormontabili, sorrideva di fronte alla morte e rideva di gusto ad ogni difficoltà che la vita gli poneva di fronte.
    Per la seconda volta in poco tempo, infatti, il Cavaliere non si era minimamente tirato indietro al cospetto di un Dio corrotto. Prima era stato il turno di Ares, Dio della Guerra consumato dalla Corruzione, e poi di quel mastodontico toro bianco di nome Nandi. Due Divinità che avrebbero fatto tremare le gambe a chiunque con la loro sola presenza, dotate di un cosmo sconfinato e di una violenza incontrollabile. Eppure, nonostante tutto, Bart aveva riso in faccia ad entrambi. Una risata forte e profonda, spontanea e priva di ogni esitazione. E non si era limitato a sorridere, no. Aveva persino preteso di affrontarli faccia a faccia a suon di pugni e schiaffoni.
    Un atteggiamento folle, innanzitutto, ma anche alquanto strano. Ogni volta che il gigante lasciava i suoi pargoli e Elena al Grande Tempio il suo cuore si spezzava. Prometteva di non cacciarsi nei guai e lo diceva davvero con sincerità. Sapeva che tutta la sua famiglia e molte altre persone innocenti contavano su di lui e non poteva permettersi di gettare la sua vita al vento come se niente fosse. Eppure ogni pericolo e ogni sfida erano buoni per dimenticare qualsiasi cosa e fare a pugni con il mondo. Quanta incoerenza, dannazione. Sembrava davvero che Bartolomeo soffrisse di personalità multipla e scarsa volontà, incapace di trattenersi di fronte ad uno scontro fisico.
    La realtà, però, era alquanto diversa.
    Nonostante il suo atteggiamento, il Toro dorato aveva paura esattamente come tutti gli altri. Di fronte agli Dei ogni fibra del suo corpo tremava e gridava per scappare il più lontano possibile. Il problema è che non poteva farlo. Non avrebbe mai potuto abbandonare al loro destino le persone che contavano su di lui e sapeva che sulle sue spalle gravava parte del futuro dell’umanità intera. Per quel motivo rideva; rideva per dimenticarsi anche solo per un istante delle responsabilità che aveva e per stemperare una situazione umanamente insostenibile. Provate a vivere con il pensiero costante che se fallite nella vostra missione di vita, tutto il mondo potrebbe sprofondare nelle tenebre più oscure. Ecco, percepite il peso di questa responsabilità e vedrete che ve la sognerete anche di notte.
    L’atteggiamento di Bartolomeo era una sorta di meccanismo di difesa contro tutto quel casino che era diventata la sua vita di Cavaliere, a cui però vanno aggiunti alcuni particolari di contorno. Si dai, è inutile negare come quell’incurabile bonaccione fosse nato per combattere. La sua forza e il suo potere erano sempre stati un gradino sopra gli altri e quindi non aveva quasi mai la possibilità di sfogare tutta la sua violenza. Quando trovava un avversario più forte di lui, si esaltava come un bambino di fronte ad un giocattolo nuovo. Cominciava inconsciamente a stringere le mani a pugno e pensare a come sarebbe stato bello per una volta scatenare tutto se stesso contro qualcuno o qualcosa che meritava una sonora lezione.
    Ora: unite tutti i puntini di quel carattere così strano e otterrete il bel faccione di Bart che vi sorride allegro. Quello era lui, difficile da spiegare, ma bastava una sua risata per rendersi conto di quanto fosse spontaneo nella sua follia.

    Ah, a proposito di follia. Torniamo al presente. L’essersi lanciato nuovamente contro Nandi senza pensare alle ferite che aveva già subito, era una chiara e nuova conferma di quanto le sue azioni fossero comandate solo dal suo cuore. Bart aveva giocato d’azzardo in quel frangente, siamo onesti, mettendo tutta la forza rimasta in un unico e disperato colpo senza alcuna certezza. L’unica vera certezza era che quello sarebbe stato il suo ultimo attacco, ma non poteva sapere come il Dio avrebbe reagito.
    A volte, però, l’azzardo può riservare vincite inaspettate. Il Titan’s Nova, infatti, colpì in pieno il muso del toro bianco e lo lasciò a terra immobile.

    E siamo a due.

    Sì Bart, abbiamo capito. Questo è il secondo Dio che prendi a pugni sul grugno, ma non esagerare con i festeggiamenti. Sia Ares che Nandi erano indeboliti dalla Corruzione, quindi il fatto che…

    Quando torno a casa lo dico pure al biondo e ad Alisia, oh oh oh!

    Va bene, lasciamo perdere.
    Alla fine, in ogni caso, il risultato era stato ottenuto: quelle terre erano state momentaneamente liberate dalle tenebre e Ys avrebbe potuto continuare le sue ricerche.

    Dannazione che dolore.

    Era un pensiero assolutamente lecito il suo, e una naturale conseguenza di quella serie di combattimenti all’ultimo sangue. Il corpo del gigante era cosparso di sangue e ferite, e solo la sua resistenza fuori dal comune lo teneva ancora in piedi. Sbatté gli occhi un paio di volte per ritrovare la lucidità e soffermò lo sguardo sul corpo di quell’avversario tanto malvagio quanto degno di rispetto.

    Questa Corruzione divora proprio tutto.
    Persino l’orgoglio e la forza di un Dio.


    Stava quasi per chiedersi come avrebbe fatto a ritornare dai suoi amici in quelle condizioni, quando il Signore degli Animali e Ys comparvero dal nulla. Il Dio bambino prese la parola tutto entusiasta per raccontare meglio l’accaduto.

    Quindi non è stato tutto merito mio?
    Argh, dannato Ys!


    Strinse la mano destra in un pugno tutto insanguinato e lo rivolse all’amico Cavaliere quasi in segno di sfida. Un enorme sorriso, però, faceva intendere che dietro quel gesto si celava un sincero ringraziamento verso quell’insostituibile compagno d’avventura. Lasciò quindi cadere il braccio che sembrava ormai pesante come un macigno e prese con difficoltà la fiaschetta di vetro che gli porse il Signore degli Animali. Ormai anche quei semplici gesti sembravano difficili come scalare una montagna, ma di certo Bart non si sarebbe arreso proprio in quel momento.
    Fece qualche passo incerto e dolorante verso Nandi per poi stringere i denti e flettere un ginocchio per poggiarlo sul terreno. Mentre con la mano sinistra si reggeva al mastodontico corpo del Dio, con la destra raccolse un campione di quel sangue divino che forse poteva essere utile a Ys.
    Si voltò quindi verso l’amico, rivolgendogli un bel pollice alzato come a dire che finalmente ce l’avevano fatta. Batté, poi, lo stesso pugno sulla Cloth dell’Ariete che ancora lo proteggeva e che era stata fondamentale in quell’ultimo scontro.

    Questa è tua, figliolo, vieni a riprenderla.
    E scusa per le ammaccature.
    Oh oh oh.


    Come in risposta alla volontà di Bart, l’armatura dell’amico si staccò dal corpo e si ricompose nel totem dell’ariete di fronte al gigante. Il Cavaliere del Toro si alzò a fatica cercando di sopportare al meglio i dolori lancinanti e si appoggiò esausto alla divina protezione dorata.
    Guardò Ys e il Signore degli Animali con un sorriso sincero e insanguinato, per poi ringraziarli dal profondo del cuore senza però riuscire a pronunciare una sola parola.

    Grazie ragazzi, grazie di tutto.

    Sia lodata la telepatia in questi momenti.

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    Bartolomeo - Gold Saint del Toro - Energia Suprema
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    Riassunto:
    Dai che ci siamo ^^
    Ah Phos: se vuoi usare il sangue che ha perso Bart e che imbratta la tua Cloth per ripararla da eventuali ammaccature fai pure, eh. Alla fine è pur sempre sangue di Gold Saint, quindi potrebbe fare al caso tuo.

    Condizioni:
    Ferite profonde sulle parti lasciate scoperte dalla cloth e copiose perdite di sangue diffuse su tutto il corpo.

    Abilità:
    -

    Tecniche:
    -

     
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    L'Ultima Lezione XII


    Ys inspirò aria a bocconi, pesantemente, mentre il sudore gli colava lento sul volto. Era stato faticoso, soprattutto psicologicamente, usare i suoi poteri psichici su Nandi. E per fare cosa? Per far sbagliare al Sacro Toro il tempismo per schivare Bart.
    Non proprio risultati da sogno.
    Lasciò che l'aria gli entrasse nei polmoni: era comunque finita, se non altro. Vedendo Bart alzare un pugno verso di lui, gli sorrise timidamente: doveva essere ben più stanco di lui, eppure non era minimamente intenzionato a perdere quell'euforia giovanile così stridente col colore candido dei suoi baffi, il Gold Saint del Toro. Un uomo incredibile sotto tutti i punti di vista.
    Instabile sulle gambe, Ys si mise in piedi a fatica e con lentezza discese il rilievo per raggiungere Bart e il Signore degli Animali; la divinità pareva parimenti espansiva, notò, ora che Nandi si era acquietato.
    Gli ci volle un po' per raggiungerli, tra sassi e pendii, ma alla fine ce la fece. Giunto lì, per prima cosa si diresse verso il Totem dell'Ariete, fulgido eppure non indifferentemente crepato: sì, se l'era vista brutta. Meglio non pensare che ne sarebbe stato del Toro d'Oro se non avesse combattuto con essa.
    Ma scoprì che non era poi importante.

    «Troverò modo di ripararla.» Mormorò. «Ma la tua Cloth ha la precedenza.»

    Si sforzò a sorridere, ma subito si mise due dita sugli occhi per massaggiarseli: sentiva una gran stanchezza dentro.
    Se non altro era finita.

    «E' tempo di tornare nello Jamir, credo.» Disse infine. «Vediamo se riuscirò a far rinascere la Cloth del Toro con le mie modeste capacità.»

    Sì. Intervenne il Signore degli Animali. Andate, ci sarà tempo più avanti per rivederci. Oggi, però, dovete andare, perché il tempo non è sempre a nostra disposizione. Andate.

    Ys annuì: non che volesse fare malacreanza, ma era evidente che pure quel curioso dio bambino insistesse. Forse temeva che Nandi si sarebbe riavuto, chissà.
    Lasciò dunque la Cloth, e toccò un braccio a Bart.

    «Avrò bisogno di tempo per cercare i volumi giusti in biblioteca: prima torniamo e meglio sarà. Pronto?»

    Non che ci fosse bisogno di chiederlo, immaginò.
    Uno strappo all'ombelico tipico del Teletrasporto, ed i due Saint si ritrovarono nello Jamir assieme alle loro Cloth.

    Ys, l'Ariete Dorato
    1Inchum
    Nome Ys
    Energia Blu
    Stato della Cloth Pesantemente danneggiata [Non indossata - Aries - VII]
    Condizioni Fisiche Sei costole destre fratturate (steccate e fasciate)
    Condizioni Psichiche Stanco

    Riassunto: ORA TOCCA A GAZ. Ho finito in fretta qui che sennò vi faccio aspettare all'infinito coi miei tempi.

    Abilità

    Teletrasporto: E' la capacità di sfruttare i propri poteri psiconici per scomporre atomicamente il proprio corpo e farlo riapparire in qualsiasi altro punto della realtà esistenziale presente praticamente nell'istante successivo. E' possibile, qualora non vi sia resistenza psiconica adeguata, teletrasportare terzi alla stessa maniera e secondo le medesime condizioni; data la delicatezza dello sforzo psiconico, però, è di fatto possibile farlo o dietro consenso, o tramite efficace distrazione capace d'inibire notevolmente le resistente psicofisiche del teletrasportando. Tale delicatezza non esula nemmeno l'atto su se stessi: pertanto è di fatto impossibile trovare la forza mentale di Teletrasportarsi entro distanze pure limitate durante la foga d'un combattimento per più d'una volta nel corso della battaglia.

    Tecniche

    Nessuna utilizzata.

     
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    #L'ULTIMA LEZIONE | post II
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    Percepì chiaramente quello che stava accadendo, quella fenditura nello spazio e nel tempo, dopo anni di pratica poteva comprendere chiaramente un cosmo che si avvicinava, un cosmo che usava il teletrasporto per giungere in Jamir e quando apparvero non fu sorpresa di vedere i due cavalieri provati e stremati. Le scappò un sorriso di compiacimento nel vederli sani e salvi, ammaccati e acciaccati ma interi; del resto sapeva che recuperare del sangue divino non sarebbe stata impresa semplice.

    «Mi sa che dopo dovremo dare una sistemata anche alla tua Ys» disse sorridendo.

    Ma la sua attenzione era tutta rivolta verso l'armatura del Toro. La osservò, mosse la mano per far si che si mostrasse il Totem. Il Toro era ammaccato, pieno di crepe e ferito, privo di vita. Rimase qualche istante ad osservare l'armatura, la guardava come solo un costruttore sa fare. La sua mano si avvicinò e carezzò il muso della bestia.

    «Far rinascere un'armatura è qualcosa di molto complesso, qualcosa che richiede di entrare in sintonia con la natura stessa di quell'armatura, conoscerla nel profondo, comprendere esattamente la sua storia, i suoi propositi e quelli dei suoi predecessori. Solo facendo questo si è in grado di farla rinascere, di farla risorgere. Ma quando ciò avviene essa cambia, muta completamente, l'essenza che si cerca di usare per riportarla in vita diventa parte integrante di lei».

    Si fermò un istante e toccandola «Nandi. Sicuramente uno spirito affine col Toro ma per molteplici motivi».

    Fu allora che il cosmo di Anita cominciò a bruciare, espandendosi oltre ogni limite immaginabile mostrando un potere che non avevano mai visto in lei. Prese gli attrezzi dello Scultore che nelle sue mani divennero dorati e colpo dopo colpo il cosmo di Anita fluiva nel Toro, faceva da collante tra la Gold e l'anima del Dio.

    Andava avanti senza mai fermarsi senza sosta alcuna e rimodellava ogni millimetro della Cloth senza esitazione alcuna e ad ogni suo colpo si vedeva una scintilla, una scintilla vitale. Quel processo era faticoso e davvero difficile ma ella non si tirava indietro del resto era questo il grande insegnamento di Gaz, l'insegnamento da trasmettere a Ys.

    Un'aura dorata avvolgeva la ragazza, un'aura dorata che colpo dopo colpo si ampliava sempre di più inglobando perfino le montagne circostanti in un tripudio di bellezza e potenza. Qualcosa che un Saint raramente vedeva due volte nella propria esistenza. Passarono diverse ore, forse sei o sette e quando tutto ebbe fine Anita quasi svenne accasciandosi a terra e prima di svenire guardò quella creazione: il Toro era risorto.

    RuD1Bcs



    AbilitàTecniche

    ESP

    Cancer, forse uno dei maggiori esponenti di questo tipo di poteri, Anita dispone di capacità psichiche al di fuori della norma, seconde forse solo ad Aries: attraverso il suo immenso potere mentale, è in grado di comunicare mentalmente con ogni essere vivente che sta nel suo campo percettivo, oppure senza limitazioni di sorta con una persona da lei conosciuta, trascendendo di fatto lo spazio. Di pari passo con questa facoltà vi è da aggiungere le sue doti psicocinetiche. Grazie al potere della mente è in grado di sollecitare la materia come meglio desidera, arrivando a muovere sia un atomo che una montagna con lo stesso sforzo e non accusando la minima stanchezza. Le sue facoltà psichiche sono immense e non vi è limitazione di sorta se non la sua fantasia.

    Sekishiki


    Probabilmente questo è il vanto stesso di Cancer, ovvero la capacità di interagire con lo spirito e con le anime dannate. Il ruolo di cancer è quello di guardiano dello Yomotsu Hirasaka e grazie a questo ruolo può spostarsi istantaneamente dal mondo dei vivi a quello dei morti senza alcuno sforzo - tale capacità non è da considerarsi utilizzabile in duello. Il suo interagire con lo spirito è diverso da quello di Virgo in quanto non agisce in maniera sottile ma lo usa come una vera e propria arma di distruzione. Cosa può fare Anita dunque? Strappare l'anima da un corpo, distruggerla, incendiarla e tutto ciò che le passa per la mente. Legato a ciò vi è anche la capacità di vedere e percepire le anime presenti nell'ambiente circostante e interagire con loro. Il profondo legame di questo Saint con il mondo dei morti è tale da permetterle tutto ciò e molto altro, infatti gli è anche possibile richiamarli dal mondo dei morti, o spedire entità indesiderate nello Yomotsu.

    Fuoco Fatuo


    Anita è anche in grado di dar vita ad un fenomeno molto particolare che viene definito generalmente 'fuoco fatuo'. Tale capacità consiste essenzialmente nel riuscire a generare delle fiamme che hanno capacità molto particolari. Esse non emettono calore, esse non sciolgono il ghiaccio ma attaccano direttamente l'anima del bersaglio. Si tratta di una manifestazione molto particolare del suo potere spirituale che sono in grado di incendiare e dare fuoco a qualsiasi cosa abbia un'anima; che si tratti di aberrazioni, esseri viventi, evocazioni o attacchi di natura spirituale non ha importanza - ovviamente i costrutti non avendo un'anima non subiscono gli effetti di una simile offensiva.

     
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    L'Ultima Lezione XIII


    Fu bello tornare a vedere i verdi prati e le montagne innevate dello Jamir, per quanto il viaggio in quella landa desolata non fosse poi durato un'eternità; come altre volte, però, la durezza della missione aveva alterato la percezione sentimentale del tempo trascorso.
    Appena tornati si trovarono Anita davanti a loro ad aspettarli: aveva certamente percepito il suo movimento psichico e cosmico, si rese conto pur mantenendo un certo stupore; la donna appariva soddisfatta e raggiante, ma non rinunciò ad analizzare tutto, fino a notare lo stato malmesso dell'Armatura dell'Ariete.

    «Dopo.» Ansimò piuttosto provato. «Il Toro ha la precedenza: come procediamo?»

    Anita sembrava saperla lunga, si rese conto: Gazka l'aveva iniziata ai suoi misteri molto prima di Ys, per quanto entrambi fossero stati suoi allievi per lungo tempo; non per la prima volta, si chiese come mai il loro maestro non avesse deciso di affidare tutto ad Anita.
    La Santa del Cancro confermò questa impressione chinandosi sul Totem del Toro e analizzandolo con una perizia che lui poteva non far altro che invidiare senza malizia; fece qualche breve commento, dopodiché...
    ... Iniziò.
    Il Cosmo dorato di lei si espanse con forza e senza preavviso, creando con la Veste Dorata ed il sangue di Nandi una risonanza cosmica che, benché non udibile come quella che si diceva provocassero tutte e dodici le Gold Cloth riunite, fu evidente al Santo dell'Ariete: sentiva nella sua anima quella sensazione, e ne fu completamente rapito, quasi in estasi.
    A momenti nemmeno badò ai particolari, come le armi argentate dello Scultore farsi dorate al tocco di Anita come fosse stata il mitico re Mida, ma non perse nemmeno un colpo di scalpello, non un movimento di martello, non una crepa risanata, non una goccia di sangue assorbita.
    Era... diverso dai suoi lavori. Più alto, più nobile, più magnificente. Più. Più e basta.
    Il tempo passò lento eppure veloce. Il Sole si alzò e cadde al di là delle nubi mentre la fiamma vitale di Anita si indeboliva per lo sforzo; Ys se ne rendeva conto, ma non sapeva che fare. Esitava anche ad avvicinarsi: avvertiva la delicatezza del lavoro, e temeva di rovinarlo se si fosse intromesso.
    Come un concerto, la riparazione proseguì coinvolgendo nella sua potenza cosmica tutto lo Jamir e, per quanto l'attesa fosse lunga, Ys non si sentì mai stanco per ore intere: lo splendore dell'azione l'aveva riempito anima e corpo in maniera tale che non avvertiva fame, sete o stanchezza.
    E, alla fine, come era iniziato tutto finì.
    Un ultimo tocco, e come una diga che aveva retto fino all'ultimo la prepotenza delle acque, constatato di aver finito il lavoro Anita si accasciò, vinta dalla stanchezza.
    Questo ruppe l'incantesimo.

    «... Anita!»

    Ys si risvegliò così dal torpore, e si mosse per soccorrere la compagna; la Santa del Cancro era chiaramente distrutta, e senza forse nemmeno accorgersi di lui alzò un'ultima volta lo sguardo verso il Totem per poi chiuderli, e concedersi il meritato riposo.
    Alzando a sua volta lo sguardo seguendo quello della compagna, anche Ys si fermò allora a rimirare l'opera di lei: il Totem del Toro risplendeva forte e potente di un Cosmo orgoglioso, integra e unita come se nulla al mondo avrebbe potuto distruggerla.
    E lui, che in tutte quelle ore ne aveva assistito alla ricomposizione, non poté pensare che forse ora era davvero così.

    Ys, l'Ariete Dorato
    1Inchum
    Nome Ys
    Energia Blu
    Stato della Cloth Da riparare [VII - Non indossata]
    Condizioni Fisiche Sei costole destre fratturate (steccate e fasciate)
    Condizioni Psichiche Stanco ma rapito dalla riparazione.

    Riassunto Ys assiste alla riparazione, soccorrendo poi Anita che sviene e concedendosi una panoramica sul gran, bel lavoro.

    Abilità

    Nessuna utilizzata

    Tecniche

    Nessuna utilizzata

     
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    L'ultima lezione


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    Narrato - Parlato - Pensato - Telepatia - Elena - Bambini

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    Per le corna di quel dannato Nandi, avevano vinto?
    Davvero?
    Ormai il corpo di Bart non aveva più nemmeno la forza di sorprendersi. Era fisicamente devastato, con ferite che gli deturpavano una pelle già segnata dalle innumerevoli battaglie, e mentalmente spossato. Gli occhi sbattevano in continuazione per cercare di mantenere quel briciolo di lucidità che gli era rimasta e per non crollare come un salame di fronte a Ys e al Signore degli Animali. Aveva perso molto sangue, forse troppo per una persona normale, ma la sua resistenza gli permetteva ancora di rimanere appoggiato alla Cloth dell’amico.
    Quando, però, i suoi due compagni di avventura lo raggiunsero, una sorta di pace lo avvolse tutto d’un tratto. Si concesse, dunque, di sedersi a terra a gambe incrociate per cercare di non sprecare anche le ultimissime energie rimaste.
    Finalmente era tutto finito, almeno in quelle terre devastate dalla Corruzione. Avevano sconfitto il Dio folle che le infestava, donando una tregua insperata ma solo temporanea. Erano riusciti a unire le forze nonostante le loro differenze, combattendo come un unico uomo contro una minaccia comune. Erano riusciti persino a ottenere un campione del sangue di Nandi, così da avere una possibilità in più per riparare l’armatura del Toro.
    Insomma, avevano vinto. In tutto e per tutto. Ce l’avevano fatta.
    La soddisfazione era palese sul volto di tutti, specialmente su quello del Signore degli Animali. Il Dio infante sembrava entusiasta per quella vittoria e si era perfino proposto di occuparsi del Toro corrotto. Fu un sollievo, in realtà, perché era evidente che Nandi non fosse completamente in se. Sarebbe stato necessario depurarlo da tutte quelle tenebre e Bart aveva una voglia matta di rincontrarlo e conoscerlo per quello che era davvero.

    Spero di rivederti un giorno, dannato Nandi dai gusti difficili.
    Oh oh oh.
    E tu, Signore degli Animali, ricordati che potrai sempre contare sul nostro aiuto.


    Biascicò quelle parole e quella risata mentre spostava il suo sguardo verso Ys. L’espressione del gigante si fece preoccupata nel vederlo completamente esausto, ma percepì che la fiamma del cosmo era ancora forte in lui. Le parole del giovane ne furono la conferma e un flebile sorriso apparve sul volto dell’omone mentre si crogiolava nella soddisfazione di aver trovato un nuovo e vero amico.

    Sempre pronto, oh oh.

    In realtà non era assolutamente pronto per un teletrasporto e probabilmente non lo sarebbe mai stato. Era una sensazione così strana e travolgente. Non si sarebbe mai abituato a quella fitta allo stomaco e a quel senso di totale disgregazione. In ogni caso era necessario, perché non c’era mezzo in grado di riportarli allo Jamir in modo così istantaneo.
    Bart rimase seduto a gambe incrociate anche durante il viaggio spaziale, provando enorme fatica anche solo a respirare. Quando giunsero a destinazione, però, l’incredibile paesaggio montano della terra dei Lemuriani gli tolse anche il poco fiato che gli rimaneva. Fu una vista incredibile che rasserenò completamente tutti i pensieri che gli turbinavano per la testa.
    Infine la vide. Eh sì, anche lei era lì. Così come Ys, anche Anita era nel suo ambiente naturale tra quei monti. Entrambi erano riparatori di Armature, allievi del vecchio Gaz e condividevano quell’arte complessa tramandata dal loro maestro. Forse la giovane era più esperta del più insicuro Ariete, ma l’omone era certo che anche il ragazzo un giorno sarebbe diventato un grande esponente di quell’arte millenaria.
    Facendo fondo alle ultime forze rimaste, Bart sorrise ad Anita e fece trasparire un forte senso di accoglimento. Era felice di vederla lì con loro in quel momento così importante, ma soprattutto era felice di vederla sveglia e in forma. L’ultima volta che si erano incontrati, lei era incosciente e stesa morente su un letto freddo. I compagni Cavalieri, quindi, erano riusciti a salvarla? A quanto pareva sì, ma ci sarebbe stato tutto il tempo per le spiegazioni.
    Il gigante, già stremato da quel semplice sorriso, alzò il braccio e il pollice della mano destra. Un segno di felicità, approvazione e soddisfazione. Un gesto per esprimere quello che non riusciva a parole: ce l’avevano fatta.
    Anita non perse nemmeno un attimo e si preoccupò immediatamente della Cloth del Toro. La sua dedizione era incredibile e per un momento gli parve di vedere in lei alcuni atteggiamenti di quel Gaz che si era sacrificato per l’umanità intera. Il box dell’Armatura era tra lui e Ys, ma lei richiamò immediatamente il totem per costatarne le condizioni. A Bartolomeo venne un’ennesima fitta al cuore nel vedere la sua dorata protezione tanto devastata quanto lo era lui in quel momento. Per giorni e giorni aveva cercato di accudirla e lucidarla, ma a nulla era servito. Certo, non sapeva che era addirittura necessario sangue divino per darle sollievo. Qualche attenzione maniacale in più non era stata sufficiente.
    Poi tutto fu luce.
    La ragazza prese gli attrezzi tipici dello Scultore di Armature e quelli improvvisamente si fecero dorati. Con una precisione e un’esperienza del tutto innaturali rispetto alla sua giovane età, Anita cominciò a lavorare con passione sulla Cloth del Toro. Ogni colpo era un suono armonioso ma travolgente, ogni movimento un’esplosione di luce dorata. Pian piano il suo potere crebbe a livelli incredibili, avvolgendo tutto il paesaggio e persino le montagne in un abbraccio caldo dai colori dell’oro. Un processo che sembrava alquanto delicato, lungo e complesso che dopo i primi minuti non accennava minimamente a terminare.
    E fu così che, nonostante tutta l’epicità di quel momento, Bart si prodigò impunemente in un delizioso pisolino ristoratore.
    Perdonatelo, per favore, ma è fatto così. I formalismi proprio non fanno parte della sua natura e tutto il potere caldo e travolgente di quel leggendario processo di riparazione gli fece venire semplicemente sonno. Mentre Ys sembrava completamente rinvigorito e rapito da quello spettacolo, il caro gigante provò una sensazione di piacevole torpore. Guardò il suo amico con occhi stanchi e gli sorrise ancora una volta, prima di prodigarsi in uno sbadiglio prodigioso e senza ritegno. Allargò entrambe le braccia per stiracchiarsi a dovere, per poi lasciarsi cadere all’indietro e accasciarsi a terra con un tonfo sordo.

    Rooooonf!

    Sì, esatto, prese a russare appena ebbe appoggiato la schiena a terra. Chissà cosa avrebbe pensato Ys di quel comportamento, che ai suoi occhi sarebbe risultato molto irrispettoso. Ma Bartolomeo era convinto che anche il ragazzo avesse ormai imparato a conoscerlo e forse gli avrebbe perdonato quella mancanza di etichetta. “Suvvia Ys, fatti una risata”. Gliel’avrebbe detto di sicuro il nostro caro omone, se non fosse ormai sprofondato in un sonno sereno e profondo.
    I suoi pensieri vagarono lontano, verso la sua famiglia che aveva ancora una volta dovuto lasciare al Grande Tempio. Avrebbe abbracciato i suoi pargoli uno a uno o forse sarebbero stati loro a travolgerlo in un unico grande abbraccio. Poi avrebbe abbracciato anche Elena, quella santa donna che lo sopportava e lo sosteneva in tutto e per tutto. Quel loro amore platonico – e mai esternato – prima o poi avrebbe dovuto cambiare, ma sembrava che a loro andasse bene così.
    Infine, un’altra immagine apparve nella mente del gigante addormentato. Un ricordo vivido di Nandi, di quei suoi occhi che, dietro tutta a quella furia, sembravano celare un’incredibile bontà d’animo. L’avrebbe più rincontrato? Il Signore degli Animali era davvero in grado di curarlo dalla Corruzione? Bartolomeo in cuor suo sperava proprio di sì. Gli sarebbe piaciuto rivedere quel gigante di Toro nella sua forma naturale e non corrotta. Chissà Bart, un giorno forse...

    No dai, ancora cinque minuti.

    I suoi pensieri vennero interrotti dalle sue stesse parole. Farfugliò quella frase dopo aver percepito qualcosa. Ma cosa?

    Chi? Cosa? Come?

    Aprì gli occhi di scatto quando sentì chiaramente Ys pronunciare con preoccupazione il nome di Anita.
    Cosa era successo? Per quanto aveva dormito?
    Sembrava passata qualche ora e per tutto quel tempo la ragazza aveva lavorato per riparare la Cloth. Il totem del Toro era di nuovo perfetto ed emanava una luce mai vista prima. L’Armatura risanata non era stata solamente riparata, ma in qualche modo migliorata. Il potere che scaturiva dalle lamine d’oro era percepibile e quasi palpabile. Era stato fatto un gran lavoro, questo era fuori discussione. Certo, il sangue di Nandi aveva fatto da ingrediente, ma l’esperienza e la forza di Anita avevano fatto il resto.
    Sentendo il corpo un po’ più riposato, Bart si alzò di scatto – senza essere risparmiato da un capogiro nauseante e da dolori lancinanti – e si diresse il più velocemente possibile dai suoi due compagni Cavalieri. La sua espressione preoccupata si placò quando vide che la giovane era semplicemente esausta per l’enorme lavoro fatto e l’incredibile quantità di cosmo utilizzata.

    Grazie figlioli, ce l’abbiamo fatta.

    Poche semplici parole, ormai ricorrenti dopo la vittoria su Nandi, che esprimevano tutto il suo orgoglio per l’obiettivo raggiunto. Posò le mani sui ragazzi, una sulla spalla di Ys e una sulla fronte di Anita per scostarle un ciuffo di capelli.
    Ancora una volta i Saint avevano trionfato sulla Corruzione.
    Ancora una volta si erano dimostrati una vera famiglia.

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    Bartolomeo - Gold Saint del Toro - Energia Suprema
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    Riassunto:
    Ce l'abbiamo fatta! ^^

    Condizioni:
    Distrutto ma felice.

    Abilità:
    -

    Tecniche:
    -

     
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