L'antico dio egizio si era dimostrato astuto e letale in combattimento. Sovente gli bastava la combinazione di un paio di semplici mosse per ottenere dei risultati schiaccianti, ma... nemmeno questo sembrò sufficiente per avere la meglio sull'ostico legionario. Fate aveva sottovalutato il proprio antagonista o, quantomeno, non era a conoscenza di tutti i suoi assi nella manica. Il soldato possedeva ben più di una singola potente arma offensiva. Egli sembrava avere un potere che gli consentiva di annichilire la materia. Il nemico usò tale proprietà per disfarsi dell'infida sabbia grigiastra che tentava di mettere fine alla sua esistenza terrena. Lo scontro non si poteva ancora definire "concluso" in ragione di tale sorprendente sviluppo.
Tuttavia, credere che il Guardiano del Cielo della Terra potesse farsi cogliere in fallo dal contrattacco del suo sfidante, significava non conoscere affatto la psicologia di Fate Averruncus. Stavano combattendo in un terreno a lui perfettamente congeniale. Lo specter aveva tutte le risorse che gli occorrevano per far fronte ad ogni genere di minaccia fisica. Dunque, non appena si accorse della pericolosa svolta degli eventi, l'albino fu lesto nell'ergere davanti alla propria persona la sua Absolute Defense, facendo appello alla più resistente variante frontale. Il legionario aveva un margine di manovra assai limitato con la lancia; egli non era nelle condizioni di far arrivare gli attacchi da molteplici direzioni, pertanto bastava concentrarsi su un unico lato da salvaguardare.
Per quanto l'arma dell'oppositore fosse veloce e potente, quella di cercare di sfondare lo spesso strato di sabbia indurita creato dal custode celeste, era un'impresa tutt'altro che scontata. Da quando l'albino aveva riottenuto anche il controllo sull'elemento terra, le sue tecniche raggiunsero un nuovo livello di efficacia. Alla classica miscela di sabbia, bastava aggiungere del materiale ferroso per incrementarne la durezza oltre l'immaginabile. Il furioso assalto di lancia del legionario si infranse contro la più ostica delle difese di Fate, riuscendo a creare dei vistosi buchi sulla superficie dello scudo medesimo. Eppure, il nemico non riuscì a distruggere completamente l'ostacolo che lo separava dal bersaglio. Il massimo che ottenne fu di sfiorare la surplice violacea del guerriero degli inferi.
Ci sei andato vicino, ma ora basta "giocare"... Geb non ha tempo da perdere con un misero burattino di Aton.
Lo sguardo di Fate si oscurò, segno che stava per impiegare le "maniere forti". Data la pericolosità intrinseca del centurione e la completa inefficacia delle mosse di natura fisica (vuoi per l'alto grado difensivo della sua armatura forgiata con gli strumenti di una divinità, vuoi per la sua abilità di uccidere la materia), Fate Averruncus optò per l'esecuzione della sua più devastante maledizione del proprio repertorio. La distanza fra i due duellanti era minima. Per qualcuno come quel soldato che faceva unicamente affidamento sulla resistenza della sua armatura e sulle proprie capacità di elusione, non c'era mezzo per sottrarsi dal letale Ammit. Dopotutto, tale assalto spirituale non poteva essere bloccato da protezioni fisiche di alcun tipo e veniva scagliato quasi alla velocità della luce, impiegando una grandissimo dispendio di cosmo.
La "Bestia" ti metterà alla prova, guerriero. La tua anima sarà degna degli strumenti che porti?
L'albino scagliò la sua tecnica definitiva. Era sicuro di colpire nel segno, ma non poteva esattamente sapere quanto fosse coriaceo lo spirito di questo legionario. Magari era un "prescelto del destino", degno di proseguire a vivere, anche se sotto il controllo del corrotto dio Aton. Si trattava dunque di un pericoloso gioco d'azzardo per Fate Averruncus. Poteva costargli molto caro l'insuccesso, poiché egli si era privato di molte delle proprie energie cosmiche, pur di sferrare quella letale maledizione. Ora non restava altro da fare che attendere il verdetto finale... vittoria o sconfitta per il dio egizio?
Riassunto Azioni ☥ Fate si ripara dai colpi di lancia grazie alla variante a scudo dell'Absolute Defense, forte del fatto che poteva rafforzarla con materiali molto più duri e resistenti del normale, avendo anche l'elemento terra dalla sua parte. Risponde in seguito con l'Ammit, in quanto una maledizione non dovrebbe essere ostacolata né dalla sua armatura né dal suo potere di annichilimento della materia.
Nome ☥ Fate Averruncus
Energia ☥ Blu
Casta ☥ Specter
Cloth ☥ Surplice della Terra Obbligata [Grado V]
Status Cloth ☥ Lieve taglio trasversale sul pettorale, profonda lacerazione laterale all'elmo
Status Fisico ☥ Decisamente in affanno
Status Psicologico ☥ Preoccupato a causa dell'equipaggiamento posseduto dal legionario e dal suo potere di annichilimento, ma ha fiducia nelle sue maledizioni
Abilità Utilizzate ☥ ///
Tecniche Utilizzate ☥
Absolute Defense (C/S)
Lo specter di Geb sfrutta il suo potere di manipolazione della sabbia, per attingere a suddetto materiale, indurirlo tramite il suo cosmo e modellarlo fino a costituire una perfetta sfera di colorazione grigia. Questa prodigiosa difesa solida, che isola alla perfezione il corpo del cavaliere al suo interno, è in grado di sopportare gli attacchi più violenti ed insidiosi dei propri avversari. Se il globo poggia su di una superficie solida, praticherà su di essa un ancoraggio molto vasto e profondo in modo da non venire spazzata via facilmente. La sfera può essere tranquillamente sciolta dallo specter di Geb in qualunque momento egli desideri. Non è richiesto di assumere alcuna posa o di eseguire alcun gesto particolare per attivare questa tecnica.
Variante a scudo = Lo specter di Geb può anche limitarsi a creare uno scudo di sabbia davanti alla sua persona, in modo da concentrare il suo potere cosmico/elementale su una minore superficie e renderla di fatto molto più robusta della difesa a 360 gradi.
Ammit, the Devourer of Souls (M)
[Secondo il Libro dei Morti egizio, il test finale che doveva necessariamente sostenere e superare con successo lo spirito del trapassato prima di ascendere al cielo, consisteva nella rinomata “Pesatura del cuore”. Il cuore del defunto (che in definitiva rappresentava la sua stessa anima) veniva posto su di un piatto della bilancia per poi essere messo a confronto con la piuma della verità di Maat, la dea che presiede all’ordine cosmico. A noi interessa di sapere che, chi falliva la prova suprema senza riuscire a tenere in perfetto equilibrio i piatti della suddetta bilancia, veniva giudicato colpevole e prontamente divorato da Ammit: una spaventosa entità il cui corpo era la somma di diversi animali feroci che vivevano in Africa. Alcune fonti lo sintetizzano come un mostro quadrupede con la bocca di un coccodrillo, la parte anteriore del corpo da leone e quella posteriore da ippopotamo.]
Lo specter di Geb trae dunque spunto da Libro dei Morti egizio per creare la più terrificante delle sue maledizioni del proprio repertorio. Egli scaglierà verso il suo nemico una violenta e potente ondata di energia spirituale che assumerà di fatto le stesse orribili sembianze del “Divoratore di Anime”, il cui intento sarà quello di colpire il suo bersaglio e di infliggergli costanti danni di natura spirituale ad ogni turno di combattimento fino al suo collasso definitivo. L’anatema di Ammit viene di fatto scagliato dal caster come “prova finale” per saggiare le qualità del suo antagonista. Se quest’ultimo dovesse difatti sopravvivere al “Divoratore di Anime” pur venendone centrato, lo specter di Geb lo riterrebbe degno di proseguire a vivere, ritirandosi dallo scontro *. Per attivare questa maledizione, il caster deve essere rivolto in direzione della potenziale vittima, allungare in avanti ambo le mani unite, piegarle a coppa e successivamente scagliare l’anatema.
* A meno che, non vi siano condizioni particolari che impediscano allo specter di cedere il passo al suo antagonista, come ad esempio il tentativo di invadere il regno degli inferi.