La Battaglia dei Draghi

up-scale per Johanna

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    Quando il male si manifestò davanti a lei, Johanna strinse i denti e rinsaldò la posizione. Un drago, o meglio, un dracolich. Questo era quello che era venuta ad affrontare ad Asgard. La creatura era giunta, ma non in un corpo fisico, ma come oscurità condensata in una forma crudele e cattiva. Johanna si sentì male, attanagliata da un gelo che proveniva dal fondo della sua anima già intaccata dal precedente assalto. Spostò il piede sinistro per evitare di cadere dopo un lieve capogiro. Non poteva permetterselo, doveva guardare la bestia negli occhi senza battere ciglio. Ogni istante di distrazione, ogni microsecondo in cui non stava combattendo o pensando a combattere poteva rivelarsi fatale per lei. Una forma di cattiveria denti e fumo, questo era quello che aveva davanti. riassestò la presa sulle spade. Poteva colpirlo? Era veramente lì o si nascondeva nel buio delle illusioni che aveva usato su di lei fino a quel momento? Non poteva saperlo, non aveva nulla a che fare con le arti mentali, lei era una guerriera nuda e cruda. Poteva rigenerare il suo corpo, poteva chiudere ferite che mostravano il biancheggiare delle ossa al mondo, ma non poteva proteggere la sua mente.
    Il mostro scattò in avanti e Johanna non poté fare altro che difendersi come poteva, affidandosi alla speranza di reggere il colpo. Incrociò le spade davanti a sé caricandole di cosmo e facendo crescere il corallo su di esse, modificandone la forma e creando un grande scudo circolare che resse con entrambe le mani verso l'assalto. Inutile. Non era una illusione quell'attacco, operava su un livello più profondo, più intimo. Johanna urlò mentre il dolore le straziava l'anima e la tenebra le passava attorno, agganciandosi alla sua essenza come milioni di piccoli ganci. Fu orribile, il dolore e la sensazione di venire sbocconcellata via dal proprio corpo, dal punto in cui si è coscienti di esistere è qualcosa di inesplicabile. Continuando ad urlare Johanna pianse per la disperazione. Non poteva sconfiggere quel drago, era troppo potente e sapeva che stava solo giocando con lei. Ma doveva salvare il cucciolo di drago, o Asgard sarebbe stata in pericolo. E così si ritrovava lì, a rischiare di morire orribilmente per un paese che non era il suo, ma che l'aveva accolta con gentilezza e comprensione, che aveva riconosciuto il dolore di una madre che perde un figlio, anche se adottivo, e le aveva dato fiducia.
    Urlò ancora e ancora, cadendo in ginocchio. In quel momento vide qualcosa. Un timido bagliore, un pigolio luminoso nascosto dal buio. Strinse appena gli occhi per focalizzare l'immagine. Una struttura cristallina, una colonna...con qualcosa dentro. Sgranò gli occhi quando lo vide. Il cucciolo di Dama Urzla! L'aveva trovato!
    Si rialzò in piedi sulle gambe tremanti, il sudore gelido aveva appiccicato al suo corpo i vestiti sotto l'armatura. Si sentiva sporca e violata in un modo che non sapeva spiegare a parole, ma la sensazione rimaneva e sarebbe rimasta a lungo. Serrò la mascella arrancando all'indietro per mettere un po' di distanza tra la di lei e la creatura. Non poteva sconfiggere il dracolich, era vero, ma forse poteva tenerlo impegnato e permettere al cucciolo di scappare, sperando che fosse ancora vivo e non una semplice batteria per i poteri del mostro. Doveva distrarlo, tenerlo occupato. Mosse un passo, e poi un altro, cominciò a correre finché non mise il dracolich tra di sé e il cucciolo. Una posizione rischiosa, ma aveva un piano, nato nei recessi della sua mente esausta. Ansimò dentro l'elmo, in cui gocce di condensa colavano lungo le placche scivolando nel suo collo. Il cuore le batteva all'impazzata. Cominciò ad urlare, a ruggire per provocare il mostro, versi disarticolati che esprimevano tutto l'odio che Johanna provava per quel mostro. Se solo avesse potuto avrebbe fatto collassare quel gigantesco cranio a pugni, voleva cancellarlo dalla faccia della terra e tornare a casa. Lo scudo utilizzato per difendersi, invano, era ancora agganciato al suo braccio destro. Incendiò nuovamente il suo cosmo, diventando una fiaccola dorata nel buio della caverna, cercando di non gemere per il dolore che lo sforzo le causò. Spostò indietro la spalla destra, torcendo il torso con essa, caricando il braccio destro. Lo scudo sfolgorò di energia cosmica e con un roco grugnito Johanna slanciò in avanti l'intero braccio, scagliando lo scudo in avanti, diretto contro il muso del dracolich. Il disco luminoso sfrecciò in avanti. Per un attimo Johanna ebbe una mezza speranza che lo colpisse e lo ferisse, ma visto come la aveva attraversata prima non ci contava. No, quello non era un piano, era una scommessa azzardata. Aveva solo due possibili risultati, nessuno dei quali le assicurava la vittoria.
    L'attacco andò a vuoto, lo scudo rotante attraversò la creatura come aria e la colonna si illuminò nuovamente, ribadendo la seconda possibilità. Preparandosi a subire un secondo attacco Johanna gridò di rabbia mentre lo scudo continuò a sfrecciare nell'aria diretto verso la colonna, con l'intento di frantumarla e liberare il cucciolo.

    nYDvwNh

    Johanna Derham
    Sea Dragon [VI] - Energia Blu

    Stato fisico - fatica fisica e spirituale, tremori, disorientamento

    Riassunto azioni - Trasformo le due spade in uno scudo rotondo, subisco, mi sposto in modo da essere in linea di tiro sia col dracolich che la colonna, faccio casino per tirarmelo contro e lancio lo scudo carico di cosmo. Lo scudo passa attraverso il drago e fila dritto verso la colonna.

    Abilità - Reef

    Tecniche -
     
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    sZ0Hfuf La Battaglia dei Draghi

    up-scale per Johanna

    post IX



    Lo scudo disegnò una scia luminosa che passò attraverso il fumo nero, puntando dritto alla colonna di cristallo. Le sfere di luce seguirono l'oggetto, come se il drago avesse cercato di voltarsi per fermarlo ma era troppo tardi: l'impatto fece esplodere il cristallo, ed un tremendo ruggito seguì ad un lampo di luce.

    COSA... COSA HAI FATTO!!! TU SIA MALEDETTA, DONNA... MORIRAI!!!

    Un nuovo ruggito, l'oscurità inizia a condensarsi fino a definire la forma di un enorme rettile che risponde perfettamente alla descrizione di Urzla: il Dracolich ha preso forma decisamente fisica, forse a causa della distruzione del cristallo. Sembra inspirare, pronto ad emettere il proprio soffio. Johanna potrebbe non avere scampo, stavolta.

    gbVWvCJ
    Narrato • "parlato"°pensato°°telepatia°

    ANGOLO DEL GAME MASTER

    Note ed Eventuali • Ed eccomi qua, cercherò di essere all'altezza del mio maestro.

    Cosa Accade • ordunque, il figlio di Urzla non riesci a vederlo a causa della materializzazione del Dracolich, che è abbastanza alterato dalla situazione. Il suo attacco è un soffio, per dirla alla D&D un soffio conico stile fuoco nero (e quindi fuoco + cosmo oscuro... Energia Viola). Gestisci tu la difesa e il contrattacco, dopodichè ti rendi conto che sta per soffiare ancora ma stavolta attorno al muso vedi una sorta di luminescenza: intuisci, se ne hai il modo, che il prossimo soffio sarà anche spirituale, e percepisci un cosmo potente invadere l'area. Stoppa il post prima del soffio spirituale, e considera che, data la forza della bestiolina, sarebbe bello cogliere i pensieri di Johanna in merito.





     
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    Il suono che emise il cristallo rompendosi fu quello che Johanna si aspettava, chiaro, tintinnante come il vetro che si rompe, come le decine di bicchieri che aveva fatto cadere nella sua vita. Mentre quel suono faceva echeggiare nella sua memoria tutte le sgridate ricevute da sua madre per il suo essere maldestra, la mente stanca di Johanna fu incendiata dalla assoluta certezza che una volta tanto aveva rotto qualcosa che andava rotto.
    Lo slancio che aveva dato al suo braccio era troppo, e il peso dell'armatura accompagnò il suo movimento trascinandola a terra in una scomposta piroetta. Il ginocchio impattò dolorosamente contro un terreno che non vedeva, a malapena illuminato dalla luce dorata del suo cosmo. Si ritrovò a dare il fianco alla figura spettrale del dracolich, vedendo con la coda dell'occhio i frammenti di cristallo che cadevano con una lentezza ultraterrena nel buio, la loro luce che moriva gradualmente. Non vide più il cucciolo di drago, forse era perso nel buio, forse era caduto a terra in un punto celato dal terribile lampo di luce che ne seguì. Le urla del drago fecero vibrare le piastre del suo elmo, mentre una sensazione di gelo le attanagliò le scapole, dove il sudore gelido aveva deciso di scegliere verso la base della schiena. Non riuscì a trattenere un brivido continuando a ripensare all'orribile sensazione di avere la propria anima sbrindellata, mangiucchiata ai bordi in un modo che non dovrebbe esistere in quel pianeta.
    Strinse i denti dolorosamente e succhiò aria attraverso di essi. Fece forza sul piede destro per tirarsi nuovamente in piedi ma la sua stabilità fu incerta per un paio di passi in direzioni casuali. Le ci volle più di quanto fosse salutare in una battaglia tornare in quella che poteva ricordare una posizione di guardia. Era stanca, tanto stanca. Le sue braccia erano di piombo e le sue dita avevano perso gran parte della loro sensibilità. Il continuo stress fisico e mentale la stava spingendo verso luoghi dove la sua rigenerazione non poteva arrivare. Non aveva vere ferite sul suo corpo, perciò non aveva nulla da guarire per miracolo. Solo una grandissima voglia di stendersi e chiudere gli occhi. Magari piangere qualche minuto prima di addormentarsi per sempre e lasciare che il drago avesse la meglio su di lei.
    Ma questo non poteva permetterlo, no. Obiettivamente se l'era passata peggio contro lo spectre durante l'assalto di Atlantide. Sì, era vero. La sua palpebra sinistra pulsò rapidamente tre volte prima di fermarsi. Si ritrovò per un rapido istante a pensare se fosse stata peggio allora, mezza disciolta in poltiglia scura o ora. Ci avrebbe pensato a mente fredda, se ne fosse uscita viva.
    La bruma nera che costituiva il buio attorno a lei cominciò a vorticare, ammassarsi, solidificarsi. Il corpo del drago cominciò ad acquisire sostanza di fronte a lei, prima una vaga struttura ossea, poi i muscoli e poi la pelle putrefatta, che concluse la sua ricostruzione nel punto tra quegli occhi carichi di odio e privi di qualunque altra cosa. Lo aveva decisamente fatto arrabbiare. Lo aveva fatto tornare mortale e tangibile, ma lo aveva sopratutto fatto arrabbiare. Si leccò le labbra riarse, valutando le sue opzioni.
    La fuga non era tra queste. Non lo era mai. Se tenti di fuggire sprechi occasioni per colpire e uccidere prima di venire uccisa. Era una delle lezioni che Sephomel, l'undicesimo seadragon, le aveva spiegato una volta. La miglior difesa era l'assoluta e completa distruzione del suo aggressore, ma detta in quel modo era un po' troppo per lei. Anche se in quel caso avrebbe preferito essere un po' meno Johanna e un po' più Sephomel. Forse avrebbe avuto qualche idea migliore.
    L'aria divenne orribilmente fredda e la sua palpebra riprese a pulsare rapidamente. Quella dell'occhio storto! Era una distrazione orribile.
    Vide il drago inarcare il collo, lo spazio tra le sue fauci riempirsi di una luminescenza nera, un anticipo di ciò che stava crepitando nel fondo della sua gola e arrampicandosi in essa. Forse avrebbe dovuto lanciare qualcos'altro invece che il suo scudo. Evitare il colpo non era un'opzione.
    Le fiamme si rovesciarono su di lei come una cascata, ma la marine riuscì ad erigere una parvenza di difesa. Il suo cosmo dorato invase il terreno davanti a lei in linee regolari, simili a quelle che luccicavano sulla sua pelle e attraverso l'orialco vivo della scale. Da diversi puntoli luminosi si innalzarono arbusti di corallo spessi come il braccio di Johanna, ramificandosi in tutte le direzioni possibili creando una specie di pinna irregolare, lievemente protesa in avanti. Una massa fitta di pietra rossa sulla quale i polipi annaspavano all'aria con le loro piccole estremità, trovando poi sollievo nell'acqua che si arrampicò sul corallo andando a riempire tutti gli spazi vuoti lasciati, facendo da isolante e accumulatore di cosmo.
    Le fiamme impattarono duramente contro la barriera appena creata, sprizzando letteralmente dai fori non ancora chiusi a dovere e investendo Johanna in misura minore. Una colonna di vapore si innalzò dalla difesa disperdendosi nella vastità di quella stanza nera senza soffitto. Una colonna bianca che tagliava in due la fiamma nera che andava a disperdersi nel buio svariati metri oltre le spalle di Johanna. Tuttavia era troppo ottimistico pensare che l'attacco fosse stato completamente vanificato. Il drago era più forte di lei, era una verità innegabile: se non lo fosse stato qualunque altro asgardiano avrebbe potuto risolvere la questione, ed il drago non sarebbe stato in grado di ferire la dragonessa. Johanna nascose la testa dietro le braccia, offrendo il fianco alle fiamme che passarono oltre il corallo e l'acqua.
    La brutale potenza del cosmo di Seadragon veicolato dai suoi circuiti fece sì che il la differenza di potere tra i due non fosse così marcata, perciò la potenza di ciò che le rovinò addosso fu notevolmente ridotta. Rimaneva tuttavia in grado di infliggerle profondo dolore con la sua temperatura e la natura oscura del cosmo del drago nero. Non era da dimenticare inoltre la forza di impatto nuda e cruda. Il fuoco cosmico non è semplice gas incendiato, dopotutto, è materia solida e ardente che si rovescia su di te come una cascata di acqua incendiaria. Il colpo le arrivò sul fianco e sulle costole, buttandole fuori l'aria dai polmoni in uno spruzzo di saliva densa che si appiccicò sul visore interno dell'elmo. Con un rantolo finì a terra sul fianco opposto e scivolò per mezzo metro prima che le irregolarità della sua scale facessero troppo attrito col pavimento invisibile.
    Righe di fumo nero si sollevavano da vari punti della sua scale, dove il fuoco aveva in qualche modo intaccato il metallo atlantideo. Il calore crepitò su di esso, senza veramente passare oltre. Per l'ennesima volta nella sua vita Johanna ringraziò che la sua scale fosse estremamente robusta, non quanto le armature d'oro ma ci si avvicinava. Il fuoco non era in grado di fonderla e la sua copertura era pressoché totale, quindi non poteva venirne ustionata ma solo scottata dal contatto diretto col metallo sulla sua pelle.
    Il raffreddamento dell'orialco creò uno scricchiolio inquietante, coperto dal lungo gemito di dolore di Johanna. Tenendosi la mano sul fianco battuto e scottato, batté il pugno a terra. Non per rabbia o per disperazione, ma semplicemente per sfogare la tensione muscolare che si era accumulata in lei dopo che si era irrigidita una volta subito il colpo. Non andava bene, Syphon glielo diceva sempre. Irrigidirsi aumentava la resistenza offerta al colpo e quindi il dolore subito. A rinfrescarle la memoria aveva qualche costola probabilmente incrinata, in cui sentiva già il corallo all'opera. Prese grosse boccate d'aria mentre si rialzava, il suo fianco ramificato di dolore. Si leccò i denti, sentendo sapore di sangue nella sua bocca. Si era morsa qualcosa probabilmente, il sapore salato del suo corallo glielo indicava. L'occhio destro era chiuso, mentre quello pigro continuava a sfarfallare a causa della pulsazione impazzita nella palpebra.
    Ritrovò la stabilità sui due piedi. Vedendo gli ultimi rimasugli di materia infiammabile colare dagli angoli della bocca del drago, Johanna si rese conto di quanto poco tempo fosse passato in verità. Il drago aveva appena finito di attaccare e l'odore di fuoco nero permeava ancora l'aria.
    Ora toccava a lei, per quanto fosse stanca e dolorante. Richiamò a sé il suo cosmo ancora una volta, ed i margini più esterni di quella luminescenza dorata cominciarono a disperdersi in bolle, una vera e propria massa schiumosa di bolle d'acqua dai riflessi dorati che si dispersero nell'aria attorno a lei. Innocue all'apparenza, queste masse d'acqua ipercariche di cosmo cominciarono a roteare sul loro asse, schiacciandosi ai poli e allungandosi fino al punto in cui il bordo più esterno della rotazione divenne sottile come la lama di una sega circolare. Proprio così, le bolle si trasformarono in seghe rotanti che vennero scagliate contro il dracolich, per strappare brani di carne putrefatta, segare ossa, scalzare articolazioni e qualunque altro danno avrebbe potuto provocare al draco non morto davanti a sé.

    Tuttavia l'attacco non si dimostrò sufficiente, perché il dracolich era ancora davanti a lei, pronto a soffiare nuovamente. Tuttavia questa volta in fondo alla gola del drago comparve una luce spettrale, inquietante, che non presagiva fiamme e scottature come un attimo fa. No, stavolta JOhanna sentì i peletti del collo rizzarsi evocando una sensazione provata recentemente. Voleva assalire nuovamente la sua anima come aveva fatto poco fa!
    Johanna piegò le gambe, pensando all'eventualità di attaccarlo MENTRE soffiava, poiché non aveva nessun mezzo per difendersi da un attacco del genere.
    Esatto, pensò. Non poteva fare nulla contro quell'attacco. Non poteva pararlo, non poteva evitarlo, ne era certa. Quindi cosa poteva farci? Lasciarsi colpire e perire? Oppure, ripensò sogghignando senza rendersene conto, seguire fino in fondo il consiglio di Sephomel. Quel drago voleva attaccare la sua anima, ma aveva attaccato anche il suo corpo, le aveva dato dolore vero che anche se si era aggiunto a quello spirituale, l'aveva come riscossa dal suo torpore. Dopotutto il subire e infliggere dolore fisico era un linguaggio che Johanna conosceva fin troppo bene. E avrebbe fatto un bel discorsetto a quel drago, un discorsetto riguardo il prendere i figli di altre madri per i propri luridi piani. Ingoiò un grumo di sangue e scattò avanti.

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    Johanna Derham
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    Stato fisico - dolore spirituale diffuso, dolore fisico diffuso, vari danni da impatto al fianco, scottature lievi, estrema fatica

    Riassunto azioni - mi difendo con oceanic shield, il fatto di essere blu con cosmo straordinario attenua di un bel po' il dislivello energetico , poi attacco con le bolle, poi mi preparo per andare a menarlo mentre soffia, interrompendo il post

    Abilità - Reef, Tidehunter, Pendragon

    Tecniche -
    ■ Oceanic shield ■
    Per difendersi dagli attacchi nemici, Johanna crea una struttura di corallo impregnato di cosmo, tra le cui fessure è compressa acqua. La forma della difesa può variare a seconda delle esigenze, ma in ogni caso la marine shogun se lo trova utile può fare esplodere ciò che rimane della difesa per scagliare una ingente massa d'acqua e frammenti di corallo affilati in ogni direzione.

    ■ Bubbles ■
    L'attacco preferito di Johanna. Espandendo il proprio cosmo Johanna crea una massa d'acqua o impregna quella già presente nell'arena. Da essa cominciano a crearsi centinaia di bolle sature di cosmo e acqua pressurizzata, dall'aspetto leggero e leggiadro. Queste bolle possono poi venire impiegate in diversi modi. Possono essere scagliate contro l'avversario in un vero e proprio bombardamento esplosivo il cui impatto viene aumentato esponenzialmente dalle gocce d'acqua che vengono eiettata verso l'esterno come dei proiettili. Ritrovarsi in mezzo a un attacco tanto massiccio può concludersi con l'essere stritolati nell'intreccio di violente esplosioni. In alternativa possono essere utilizzate per creare una barriera difensiva estremamente malleabile o infine lanciate contro l'avversario in modo che esse ruotino su loro stesse ad altissima velocità. Tale movimento fa sì che la forza centrifuga ne alteri la forma rendendole simili a piccoli dischi volanti dal bordo estremamente tagliente, capaci di lacerare la carne con estrema facilità.

     
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    Narrato | Parlato | Pensato | Telepatia

    La Battaglia dei Draghi
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    Un cosmo immenso invase l'area, una luce celestiale si irradiò dallìalto alle spalle del Generale degli Abissi. Un urlo possente ruppe il silenzio, nel momento in cui il dragolich emise il suo attacco spettrale.

    VALHAAAALLAAAAAAAAAA!!!!

    Una enorme sfera di energia sorpassò la donna, senza che lei riuscisse realmente a rendersi conto di cosa stesse accadendo. Il soffio del drago si scatenò su di essa riuscendo a rallentarla per un attimo, per poi svanire alla violenza del colpo che andò ad abbattersi con forza contro la creatura del male, che da predatore si era di colpo trasformato in bersaglio.

    Con un balzo, un uomo avvolto in un'armatura nera atterrò al corpo quasi esanime di Camille, rivolgendosi con decisione alla guerriera dei mari mentre l'esplosione riecheggiava tutt'intorno generando una fortissima onda d'urto:

    Adesso! ATTACCALO ORA!!!

    L'elmo e lo spallaccio, raffiguranti teste di drago, non lasciavano dubbi sull'identità dell'ultimo arrivato: un altro Cavaliere di Asgard era giunto, un drago nordico per aiutare il drago del mare e salvare il figlio di Urzla.

    tPf3jSg

    NOME - Siegfried
    ENERGIA - Nera
    CASTA - God Warriors di Odino
    ROBE - Alpha Uma, Orion {VIII}
    STATUS ROBE - Indossata - Ottimo
    STATUS FISICO - Illeso
    STATUS MENTALE - Determinato e molto, molto arrabbiato

    RIASSUNTO AZIONI - Ecco qua, ti ho mandato il collega rettile. Dovremmo formare un club di draghi... Siegfried attacca a sorpresa usando il medaglione alla massima potenza, il dracolich ha attutito la botta con il proprio soffio (mi sono preso una licenza poetica, trattandosi di attacchi spirituali in entrambi i casi) ma ne ha risentito. Quindi Johanna deve farlo fuori adesso, tira fuori il meglio dell'arsenale :asd:

    tPf3jSg
    ABILITA'

    COSMO STRAORDINARIO - Siegfried è il favorito di Odino. Il mito vuole che riuscì a sconfiggere il Drago Bifronte grazie, oltre alle sue abilità in battaglia, ad una forza interiore superiore a quella dei normali esseri umani. Questa sua capacità gli permette di "produrre" una potenza cosmica superiore rispetto ad un cavaliere di pari forza; tuttavia non è in grado di raggiungere la forza di guerrieri con il cosmo a lui superiore.

    BARRIERA COSMICA PASSIVA - Caratteristica abilità di alcuni guerrieri del Nord, Siegfried possiede una eccezionale resistenza agli attacchi fisici e cosmici, dono ricevuto dopo essersi bagnato nel sangue del Drago Bifronte. La linfa vitale del drago ha ricoperto interamente il corpo del guerriero, eccezione fatta per una piccola area sulla schiena, all'altezza del cuore: una foglia si posò sulla pelle del cavaliere un attimo prima che egli si immergesse nel sangue del rettile, rendendo quel punto l'unica zona del corpo con una resistenza "umana".

    PRIVAZIONE SENSORIALE - Come dono del dio Odino in seguito alla battaglia dell'Armageddon, Siegfried ha acquisito sul campo l'abilità di privare l'avversario dei 5 sensi, nell'ordine che egli preferisce; unico limite a quest'ultimo aspetto è la privazione del sesto senso, che può essere rimosso solo dopo gli altri cinque.

    tPf3jSg
    TECNICHE


    Aiuto del Cielo: Versione asgardiana del Sekishiki Tenryo Ha di Hakurei dell'Altare. Grazie a questa particolare tecnica è possibile richiamare al proprio cospetto un'armata composta dagli spiriti di tutti i guerrieri fedeli ad Odino, che risiedono nel Valhalla. Gli spiriti convogliano la propria energia in una sfera di cosmo che viene quindi scagliata contro il bersaglio ad alta velocità, causando danni da cosmo e deflagrazione (di origine spirituale). Per utilizzare tale tecnica è necessario l'utilizzo dell'Amuleto del Valhalla, artefatto ottenuto da Celebrante durante il Ragnarok, ed è comunque concessa una sola volta per ogni duello.


     
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    Johanna riuscì a muovere solo quattro o cinque passi prima che si scatenasse il putiferio. Fu tanto sorpresa dal percepire il cosmo alle sue spalle che perse lo slancio acquisito, fermandosi quasi in oblio dell'attacco incombente del drago nero. La sfera di energia le passò oltre ad una velocità terrificante, Johanna riuscì solo a intravedere qualcosa, come quando un'auto ti sfreccia accanto. Sai che è passato qualcosa, ma riesci a discernerne i dettagli solo quando è ben oltre la tua posizione. Il grido rimbombò nella sua testa stanca, abituatasi ormai alla voce cavernosa del drago, che nonostante tutto non era violenta come quella che aveva letteralmente frantumato la tensione.
    La sfera che le era sfrecciata accanto impattò contro la fiamma spirituale del drago malvagio e la contrastò. Johanna sgranò gli occhi dentro il suo elmo, strabiliata da quella prova di immensa potenza. E non era tutto: l'attacco si dimostrò abbastanza potente da andare oltre e colpire il drago stesso oltre il suo attacco.
    Si schermo il volto con le braccia, temendo di finire coinvolta nell'esplosione e rimanerci secca una volta per tutte, ma non andò così. Fu in quel momento che realizzò che erano venuti ad aiutarla. O meglio, venuto. La nuova figura atterrò accanto al corpo di di Camille, del quale Johanna riconobbe con una stilettata di vergogna al cuore di essersi dimenticata. Stava succedendo troppo e troppo in fretta, il combattimento con il drago, il salvare il cucciolo, il portare a casa la pelle, il rendere il drago affrontabile distruggendo il cristallo, e ora un nuovo potentissimo cavaliere asgardiano che spuntava dal nulla. Una parte del suo cuore, quella che non stava già martellando violentemente nel suo petto, si riempì di angoscia e preoccupazione per il cavaliere con l'elmo a forma di tigre dai denti a sciabola. Sperava che stesse bene, e che i guaritori di Asgard fossero sufficientemente bravi con cose del genere. Non era completamente sicura che quelli di Atlantide sarebbero stati in grado di curare una condizione simile.
    Johanna guardò per un istante l'armatura del nuovo arrivato. Nera, con l'elmo a forma di testa di drago, e anche lo spallaccio a forma di testa di drago. L'asimmetricità di quella cloth le diede un attimo fastidio, abituata com'era ad armature perfettamente uguali sull'asse verticale. Uno dei suoi classici momenti di immotivata stupidità in situazioni di estremo stress. Spesso tendeva a sdrammatizzare il tutto focalizzando la sua attenzione in un breve e inutile istante. A volte era pericoloso, a volte era controproducente, ma riusciva a strappare la sua mente al fatalismo e al diventare rinunciataria. Certe volte lo stress era veramente troppo. La sua palpebra riprese a vibrare mentre prendeva grandi bocconi d'aria e rinsaldava la sua posizione. Era orribilmente stanca e dolorante, sia dentro che fuori. L'uomo le urlava di attaccare il drago, ma Johanna ebbe bisogno di un istante per riprendersi da tutto ciò, come il motore del suo corpo fosse sulla marcia lunga, con ingranaggi con tanti denti necessari a completare un giro.
    Mosse un passo, poi un'altro. Chiamò a sé il suo cosmo che ricominciò ad ardere attorno al suo corpo come una fiamma dorata. Cominciò a correre. I segni geometrici dei circuiti di orialco cominciarono a risplendere sulla sua pelle, visibili attraverso il metallo della sua cloth. Continuò a correre verso il drago nero come se si volesse gettare nella sua bocca, e effettivamente un balzo lo fece. Ma non saltò nella bocca del drago, anzi, spinse in avanti la gamba sinistra entrando in una violentissima scivolata sotto il ventre del drago. Una scia di scintille sprizzò dal tacco e dall'anca che sfregarono contro il terreno gelido in quel rapido e prepotente movimento. Appoggiò la schiena a terra mentre si fermava sotto il ventre del drago, aumentando le scintille. Sollevò le mani, tenendo i palmi l'uno verso l'altro mentre nello spazio tra di esse una sfera di cosmo cangiante sibilava in crescendo.

    GALAXIAN EXPLOSION!

    Urlò a pieni polmoni riversando verso il cielo l'orribile tecnica che lo spectre di Gemini le aveva insegnato. Un vero e proprio torrente di iperspazio eruttò dalle sue mani protese in avanti, allontanando l'aria con la stessa violenza di una esplosione atomica diretta verso l'alto, in modo da non coinvolgere i suoi amici presenti. Solo il drago, il cui pancione stava sopra di lei, avrebbe subito gli apocalittici effetti della Galaxian Explosion, una delle tecniche più potenti mai esistite.

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    Johanna Derham
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    Stato fisico - dolore spirituale diffuso, dolore fisico diffuso, vari danni da impatto al fianco, scottature lievi, estrema fatica

    Riassunto azioni - Entro in scivolata alla mark lenders sotto il drago e sparo una galaxian explosion (modello cannonata, non ad area ) verso l'alto, in modo da fargli un bel popopopopopo' di danni :zizi:

    Abilità -

    Tecniche -
    ■ Galaxian Explosion ■
    Segno del legame che c'è tra la cloth di Gemini e la scale di Seadragon, la Galaxian Explosion è una tecnica terrificante.
    Espandendo il suo cosmo al massimo Johanna indebolisce la struttura dello spazio che la circonda, creando una situazione instabile tra la nostra realtà e la dimensione oscura senza però attraversare veramente la soglia. Lo scenario che si manifesta sul campo di battaglia è da mozzare il fiato. Una infinita vastità oscura punteggiata da immense stelle e pianeti morti da milioni di anni. Al comando di Johanna i corpi celesti esplodono scatenando un cataclisma di proporzioni apocalittiche nella dimensione oscura, della quale si riversa solo una "piccola" parte nella nostra realtà attraverso le pareti dimensionali indebolite. Questa frazione di esplosione di cosmo primordiale è abbastanza potente da devastare completamente tutto quello che c'è nel suo raggio d'azione e fare impallidire qualunque altro attacco Johanna sia in grado di lanciare, senza però sconfinare nella energia successiva.
    In alternativa Johanna può limitare l'indebolimento dimensionale a zone più piccole come la sua mano o l'area di fronte a lei e scagliarlo in avanti. Tale colonna di energia instabile si trascina dietro l'immagine dei pianeti e delle stelle che esplodono sul suo percorso, prendendo l'aspetto di un vero e proprio torrente di iperspazio che rovina sull'obiettivo di questo assalto inumano.
     
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    Eternal Champion

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    La Battaglia dei Draghi
    XI
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    Il mostro aveva decisamente subito l'attacco del Celebrante di Odino, che a quanto sembrava era arrivato appena in tempo per dare una mano alla donna ed al ragazzo. Camille era in pessime condizioni e giaceva proprio di fronte a lui, mentre la combattente degli abissi si era lanciata sotto la creatura proiettandosi in una scivolata per attaccarla dal basso. Non aveva mai visto una tecnica del genere, e si chiese cosa sarebbe accaduto se ad usarla fosse stato un cavaliere potente come quelli che aveva già incontrato in passato.

    Il dracolich fu letteralmente investito dall'esplosione che lo passò da parte a parte, il suo corpo iniziò a diventare polvere prima ancora di sfiorare il terreno per poi dissolversi completamente. Il cucciolo di Urzla adesso era in salvo, e Johanna sembrava dover ancora riprendere fiato per la stanchezza e le ferite. Siegfried fece brillare il suo cosmo, cercando di infonderne una parte nel corpo di Camille; lui non era un guaritore, ma sperava che in qualche modo la sua energia potesse aiutare il principino a resistere un pò di tempo in più. Poi si alzò e si mosse verso la donna, che sembrava attendere il momento migliore per rimettersi in piedi dopo lo sforzo.

    Perdona il ritardo e la mia improvvisa comparsa. Il mio nome è Siegfried, cavaliere di Asgard. Lady Urzla ha convocato anche me per darvi man forte, ma... non sono arrivato abbastanza presto, a quanto pare.

    La situazione di Camille lo addolorava, ma sarebbe riuscito in qualche modo a riportarlo al castello tutto intero ed a salvarlo; probabilmente una parte della sua condizione era dovuta anche al potere del nemico ormai sconfitto.

    Devo portarlo ad Asgard il prima possibile: non un altro uomo deve morire a causa delle forze del male. Invece tu hai una missione da completare, dico bene?

    Il guerriero si voltò verso il lato opposto della sala, dove il figlio di Urzla era imprigionato fino a pochi istanti prima. A Johanna spettava l'ultimo atto di quella storia.

    tPf3jSg

    NOME - Siegfried
    ENERGIA - Nera
    CASTA - God Warriors di Odino
    ROBE - Alpha Uma, Orion {VIII}
    STATUS ROBE - Indossata - Ottimo
    STATUS FISICO - Illeso
    STATUS MENTALE - Determinato e molto, molto arrabbiato

    RIASSUNTO AZIONI - Bene, direi che possiamo andare al post del gran finale che lascio nelle tue sapienti mani. Quando Jo metterà l'artiglio al collo del piccolo (che sembra addormentato), una grande luce argentata lo avvolgerà e lo farà sparire nel nulla: in quella luce riuscirari a distinguere il volto di Urzla in forma di drago, che non dirà una singola parola ma ti lancerà uno sguardo carico di significato. Siegfried non aggiungerà altro, prenderà il corpo di Camille e se lo porta a casa sperando di fare in tempo a salvarlo. Se vorrai parlare ancora con lui e chiedergli qualcosa, ti risponderà semplicemente con questa frase:
    Mi spiace, non posso indugiare oltre. Ma sappi che un'alleata di Urzla sarà sempre la benvenuta ad Asgard. Lascia quindi sottintendere che quando vuoi puoi venire a farti una passeggiata liberamente. A questo punto devi solo ritornare a casa, e per la cronaca la tua moto è esattamente lì dove l'hai lasciata quindi puoi recuperarla tranquillamente. Good job :asd:

    tPf3jSg
    ABILITA'

    COSMO STRAORDINARIO - Siegfried è il favorito di Odino. Il mito vuole che riuscì a sconfiggere il Drago Bifronte grazie, oltre alle sue abilità in battaglia, ad una forza interiore superiore a quella dei normali esseri umani. Questa sua capacità gli permette di "produrre" una potenza cosmica superiore rispetto ad un cavaliere di pari forza; tuttavia non è in grado di raggiungere la forza di guerrieri con il cosmo a lui superiore.

    BARRIERA COSMICA PASSIVA - Caratteristica abilità di alcuni guerrieri del Nord, Siegfried possiede una eccezionale resistenza agli attacchi fisici e cosmici, dono ricevuto dopo essersi bagnato nel sangue del Drago Bifronte. La linfa vitale del drago ha ricoperto interamente il corpo del guerriero, eccezione fatta per una piccola area sulla schiena, all'altezza del cuore: una foglia si posò sulla pelle del cavaliere un attimo prima che egli si immergesse nel sangue del rettile, rendendo quel punto l'unica zona del corpo con una resistenza "umana".

    PRIVAZIONE SENSORIALE - Come dono del dio Odino in seguito alla battaglia dell'Armageddon, Siegfried ha acquisito sul campo l'abilità di privare l'avversario dei 5 sensi, nell'ordine che egli preferisce; unico limite a quest'ultimo aspetto è la privazione del sesto senso, che può essere rimosso solo dopo gli altri cinque.

    tPf3jSg
    TECNICHE


    Aiuto del Cielo: Versione asgardiana del Sekishiki Tenryo Ha di Hakurei dell'Altare. Grazie a questa particolare tecnica è possibile richiamare al proprio cospetto un'armata composta dagli spiriti di tutti i guerrieri fedeli ad Odino, che risiedono nel Valhalla. Gli spiriti convogliano la propria energia in una sfera di cosmo che viene quindi scagliata contro il bersaglio ad alta velocità, causando danni da cosmo e deflagrazione (di origine spirituale). Per utilizzare tale tecnica è necessario l'utilizzo dell'Amuleto del Valhalla, artefatto ottenuto da Celebrante durante il Ragnarok, ed è comunque concessa una sola volta per ogni duello.


     
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    CRIMSON DEFILER

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    La Galaxian Explosion è un attacco terrificante. Johanna l'aveva lanciata a piena potenza solo una volta, ed era stato per evitare che quella di Aizen la disintegrasse. La prima volta che tale potere aveva attraversato il suo corpo Johanna si era sentita bruciare, una sensazione orribile e meravigliosa allo stesso tempo. Johanna non sapeva se fosse vero o meno, ma era convinta che tale sensazione fosse quella di potere puro. Era la cosa più potente che Johanna fosse in grado di fare, e allo stesso tempo la cosa più potente che poteva essere fatta in Atlantide da un essere umano. Sapeva che c'erano numerosi cavalieri i cui attacchi normali erano più potenti della sua Galaxian, ma quella tecnica era la sua opera magna. Il suo massimo, non avrebbe mai potuto superare qualcosa del genere, poteva solo concentrarsi nel migliorare se stessa per aumentare i risultati.
    Il cosmo eruttò dalle sue mani come un fiume di pianeti stelle e supernove, un torrente di iperspazio che illuminò a giorno l'intera stanza per un breve ma brutale secondo, salvo per il punto in cui il dracolich si trovava, attraversato da parte a parte. Mentre il corpo del mostro si dissolveva in polvere e cadeva attorno a lei come neve, Johanna allargò le braccia e rimase stesa a terra, ansimando a pieni polmoni. Il piastrone pettorale della sua scale si alzava e si abbassava freneticamente, cercando di recuperare il debito di ossigeno creatosi fino a quel momento. La corsa, la sofferenza, e la sopracitata Galaxian Explosion. Tutto di seguito era un po' troppo rispetto a quello che un corpo, anche se robusto come quello di Johanna, poteva sopportare.
    Decise che sarebbe rimasta lì per qualche minuto, le faceva troppo male alzarsi. C'era il cavaliere di Asgard ad avvertirla in caso. Poco dopo sentì la sua voce. Si chiamava Siegfried, ed era stato mandato da Urzla stessa. Bene, bene. Le si stavano chiudendo gli occhi, come se il suo corpo avesse deciso che la posizione distesa era adatta ad addormentarsi all'istante. Aggrottò le sopracciglia, lottando con tutte le sue forze con il sonno e si portò seduta. Siegfried aveva ragione, doveva restituire il cucciolo di drago alla madre.
    Si alzò in piedi sulle gambe barcollanti e frugò nella gorgiera della sua cloth, tirando fuori l'artiglio che le era stato dato. La sua luce schioccò debolmente verso il piccolo steso a terra e Johanna vi si avvicinò il più rapidamente possibile, sollevandogli la testa. Si sfilò il ciondolo e facendo attenzione lo infilò al collo del piccolo drago. La luce lo avvolse, rendendo i suoi contorni sempre più confusi...nella luminosità distinse i contorni di Urzla.
    Non disse nulla, così come Johanna. Uno sguardo di intesa tra due madri. Le aveva riportato suo figlio.
    Siegfried se n'era già andato, per riportare Camille ad Asgard per fare sì che ricevesse cure adeguate. Con un gemito causato dalle gambe doloranti, Johanna si avviò per andare a recuperare la sua moto e tornare a casa.

    nYDvwNh

    Johanna Derham
    Sea Dragon [VI] - Energia Blu

    Stato fisico -

    Riassunto azioni -

    Abilità -

    Tecniche -
     
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