La Ricostruzione

Role post Arma per i Saint

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  1. Rafalel
     
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    IV
    La ricostruzione
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    Ogni cavaliere rispose ad Alisia; no, ad Atena, a modo suo. Ognuno diverso dall'altro eppure ognuno pronto a rinnovare quel giuramento. QUando fece il suo primo giuramento, Deneb lo fece in privato a Stephane, qualcosa di piccolo e mesto eppure consacrato dall'armatura dorata. QUesta volta, questo giuramento era non solo solenne, ma anche immenso. Chiunque, anche coloro che avevano deciso di tentennare, si sarebbero ricordati per sempre di quel momento quando la Dea aveva aperto loro il cuore, quel momento in cui tutti i loro cuori batterono all'unisono creando una splendida melodia di speranza.

    Perché è di speranza che si parlava, ognuno di loro a proprio modo certo, ma tutti vivevano di speranza. Non solo quelli che avevano espresso le loro emozioni in modo diretto o meno; la speranza era la linfa vitale di quelle centinaia di persone che mangiavano con loro. Centinaia e centinaia di occhi che stavano guardando i cavalieri, centinaia di orecchie che ascoltavano le loro parole, centinaia di altri cuori che fecero da coro a quella melodia.

    E Deneb? In quel momento si sentiva quasi perso. Prima era stato duro, arrabbiato; poi la rabbia aveva lasciato spazio alla voglia di rivalsa, ed ora... beh, ora sentiva dentro di sé un'incredibile voglia di sorridere. Le parole di Atena, quelle di Daya, perfino quelle di Anita, quelle che ogni altro cavaliere aveva proferito gli avevano fatto vedere il mondo sotto un'altra luce. QUell'unico istante in cui aveva sentito la melodia che i loro cuori avevano creato gli aveva fatto ricordare che dovevano ricostruire, ma l'avrebbero fatto. Assieme.

    Tanto tempo prima, aveva incontrato una ragazza, si chiamava Beatrix. Quella ragazza gli cambiò la vita con la sua dolcezza e la sua semplicità. Quella ragazza gli insegnò anche qualcosa di molto meno importante: apprezzare i fiori. Ogni mattina, durante il suo periodo di degenza in quel piccolo villaggio, gli posava dei fiori freschi sul comodino. Qualcosa che <"serviva per profumare l'aria"> ma che rendeva anche le sue giornate più... felici. Quando guarì dalle sue ferite andò a prenderle dei fiori, dei gigli selvatici, bianchi e candidi... purtroppo quando tornò al villaggio lo trovò sotto attacco. Quel mondo venne distrutto, e da quella distruzione solo una cosa si salvò... un mazzo di gigli piantato su delle tombe appena scavate.

    E di cosa poteva essere la girlanda di fiori che Deneb vide crearsi attorno al proprio polso se non di gigli selvatici? Gli stessi gigli che quel giorno, con le mani sporche di terra e sangue, piantò su delle tombe. C'era qualcosa di incredibilmente bello e romantico in queste coincidenze; erano dei motivi ricorrenti nello spartito della sua vita, dei fili rossi che continuavano ad intersecarsi col suo cammino. Il giglio era il suo fiore ed Alisia lo sapeva; gli aveva raccontato tutto di quei giorni durante i loro lunghi pomeriggi passati a lucidare i pavimenti della tredicesima casa. Ed i gigli l'avrebbero accompagnato da quel momento, fino alla fine di quella lunga strada di ricostruzione. Glielo doveva a Beatrix...

    Per me il pranzo è finito qui... ci vedremo nei prossimi giorni per parlare di Rodorio.

    Poche parole, non aveva voglia di mettersi in mostra, già c'erano stati troppi momenti tesi per gli altri cavalieri; quello che doveva dire l'aveva detto. Avrebbe potuto finire il pranzo con gli altri, per dare un'immagine di unione e comunione ai cittadini del Santuario... ma non sarebbe potuto più essere il tenero fanciullo che rideva sempre. Il peso delle loro vite era sulle sue spalle, avrebbe trattenuto le lacrime per dopo, per quando sarebbero potute diventare lacrime di gioia.
    Nel frattempo, tra i ruderi della quinta casa, un piccolo vaso di gigli tornava a fiorire dopo tanto tempo.

    Oy1b3GU

    Deneb
    Gold Leo [VI] - Energia Viola
    Narrato - Parlato - Pensato - °Telepatia°

    Status Cloth - //
    Status Fisico - //
    Status Psicologico - //
    Riassunto Azioni - //

    Abilità

    //

    Tecniche

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    « La Ricostruzione »
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    Parlare con Irina e cercare di comprendere le sue battute, era più complicato che con il suo maestro Crystal...almeno con lui dopo un po' ci si faceva l'abitudine.

    °Club dei pessimi maestri?°

    Dha non nascose una leggera contrarietà e la evidenziò scuotendo appena la testa. No, Dha non faceva parte di quel club: lei apprezzava il suo maestro, gli era grata per l'aiuto che le aveva dato...certo avrebbe voluto approfondire di più il rapporto tra allievo e maestro, ma questo era un suo desiderio personale che non rientrava negli obblighi di Crystal. La giovane era pienamente soddisfatta dell'addestramento ricevuto e si rammaricava per Irina per non aver ricevuto lo stesso trattamento.

    °Ad ognuno il suo...però mi dispiace, sembra così...°

    Non concluse la considerazione mentale; la saint della mosca non solo possedeva animali totemici pronti a consigliarla, ma anche altre voci di dubbia provenienza. Non appena proferì le sue parole Dha se ne pentì immediatamente: fino a quel momento erano in pochi quelli a conoscenza della sua abilità di lettura del pensiero e, in quel modo, si era appena smascherata davanti ad una sconosciuta che la inquietava e metteva a disagio.

    °Dannazione, che mi è saltato in mente?°

    Abbassò lo sguardo sul tavolo pronta ad accusare una ramanzina o la solita strapazzata sul rispetto dei pensieri altrui, ma ciò non avvenne. Fu lo stupore e le parole del moscone a sorprenderla ulteriormente, era stato lui a parlarle direttamente chiedendole se riuscisse a vederlo. La giovane annuì di rimando non proferendo parola, era meglio non peggiorare ulteriormente la situazione; fu a quel punto che colse l'occasione per alzarsi e raggiungere gli altri saint, già in piedi dinnanzi ad Athena, per prestare il giuramento.

    […]

    Dopo la giovane Dha ad uno ad uno tutti i saint presenti compirono il loro giuramento: il maestro di Irina, Suykyo, che sembrava aver riacquistato il controllo di se stesso, il cavaliere d'Andromeda Nesyos, il suo conterraneo cavaliere del Dragone, Achille con il suo cosmo impetuoso e irruento ma al contempo buono e genuino. Poi fu il turno di Krios e il suo cosmo furente, sembrava quasi arrabbiato o forse era proprio dall'ira che traeva la propria forza; il cavaliere dell'Ariete che al contrario di tutti rimase al suo posto e non fece divampare il proprio cosmo, una scelta particolare che incuriosì non poco la giovane saint. Ed a finire tutti gli altri, compreso il suo maestro Crystal, le cui strane parole riferite a persone che Dha non conosceva, le infusero uno strano senso di malinconia...ma comunque anch'egli rinnovò il suo giuramento. Tra tutti questi fu proprio Irina però a concludere il cerchio: ella si era presa qualche istante per ponderare su quella richiesta di rinnovamento, Dha potè percepire le varie voci della sua indecisione e la lotta interiore che combatté per giungere alla decisione finale. Il tormento interiore della ragazza si concluse; il giuramento che pronunciò non era esattamente come quello degli altri, ma anch'ella era intenzionata a prestare aiuto nei limiti delle sue facoltà...era comunque qualcosa e per Dha andava più che bene, ognuno reagiva a modo suo, Irina aveva il suo obbiettivo e delle ottime motivazioni per le proprie scelte. Dopotutto Athena lasciava molta libertà di pensiero ai propri cavalieri, perchè mai avrebbe dovuto cominciare ad imporsi proprio con Irina?

    […]

    Quando Anita riprese parola la tensione era alle stelle, o almeno quella della giovane saint...non poteva dire lo stesso per gli altri; la gold saint del Cancro affidò ad ognuno di loro un compito, un posto ben preciso per ricominciare e provare a stabilire, proprio lì dal Santuario, una nuova società coesa e funzionante. Il nome di Dha fu associato a quello di Deneb, gold saint di Leo, e di Nesyos, bronze saint d'Andromeda; senza pensarci troppo lo sguardo della giovane saettò sui propri compagni alla ricerca dei due interessati: con loro avrebbe dovuto garantire la sicurezza interna del Grande Tempio, organizzare ronde e pianificare una strategia per riconquistare il villaggio di Rodorio.
    Dha era entusiasta di quel compito, felice di poter aver un obbiettivo ben preciso, un orizzonte segnato che avrebbe percorso al suo meglio mettendoci tutta sé stessa. L'ondata di gioia le fece per un attimo tremare la terra sotto i piedi, e fu solo costringendosi che riuscì a ritornare composta e ad evitare che un sorriso, fin troppo spontaneo, si facesse largo sul suo viso. Il discorso di Anita finì con l'ammonimento di non lasciare il Grande Tempio da soli: dovevano essere sempre accompagnati e formare gruppetti di due o tre persone, inoltre l'impegno principale restava quello di liberare i civili dall'oppressione del Vuoto...compito che Dha sentiva in linea col il proprio operato.
    Il Gran Sacerdote concluse a sua volta dopo Anita e l'ambiente attorno a loro mutò: si trovavano immersi nello spazio, nella vastità dell'Universo...le stelle occupavano tutto il loro campo visivo e Dha si sentì all'improvviso leggera e serena; Daya stava mostrando loro che sebbene sulla Terra il Vuoto stesse corrompendo ogni cosa, lassù le cose continuavano ad essere immutate, salde e piene di vita. Dovevano prendere esempio da quei puntini luminosi, trarre forza dalla loro luce ed impedire che venisse spenta dal giogo del Male. Daya si avvicinò ai cavalieri, ebbe per ognuno un occhio di riguardo, abbracciò tutti loro con il suo sguardo accompagnando i suoi passi a parole giuste e motivatrici; ogni volta che pronunciava le due parole “mai più”, Dha sentiva il proprio cuore perdere un battito per poi ricominciare a pompare il sangue sempre più forte, fino a sentire le pulsazioni nelle orecchie ad ovattarle ogni suono. La giovane saint credeva in quello che diceva il Grande Sacerdote, aveva ragione in tutto, era tempo di vivere.
    A sottolineare con maggior vigore quella promessa per un futuro migliore, Athena prese nuovamente parola, ma questa volta più che il suo verbo la colpì la ghirlanda di fiori che la Dea regalò a tutti loro. Al polso della giovane saint comparve come per magia, un sottile filo di edera con bianchi fiori ricchi di vita e di promesse. Non aveva mai visto nulla del genere, certo non le sarebbe servito a nulla in combattimento, né l'avrebbe protetta in qualche modo, ma non era quello l'importante. Con quel gesto Athena siglava un patto con tutti loro, prometteva pace e serenità per tutti in un futuro remoto, perchè la Dea avrebbe resistito e combattuto...e sei lei, che aveva sopportato pene inimmaginabili, riusciva a trovare la forza per guardare avanti, anche loro tutti potevano impegnarsi e continuare a sperare.
    La giovane toccò con delicatezza la ghirlanda di fiori che aveva al polso sinistro, si soffermò sulla morbidezza dei fiori e lasciò che i suoi occhi si riempissero di quella visione così pacifica e rilassante; quando sentì la voce del gold saint di Leo annunciare il suo concedo, alzò lo sguardo su di lui come persa...per un attimo si era dimenticata di tutto. Annuì la saint di rimando alle parole di Deneb: si sarebbero messi d'accordo in seguito per pianificare i loro doveri riguardo a Rodorio, per ora potevano concedersi un po' di svago.
    Dha non abbandonò la tavolata, né il pranzo...voleva rimanere il più possibile con quella gente e la sua nuova famiglia, avrebbe finito di mangiare e magari chiacchierato con qualche civile, godendosi fino all'ultimo l'ebrezza e l'euforia di quello che le sembrava sempre più un pranzo domenicale con vecchi amici e parenti vari.


    juku
    *Narrato-Parlato-Pensato-Parlato altrui*

    »Dhawyth Thew
    energia rossa x canes venatici x livello IV



    Stato Cloth x non indossata
    Condizioni Fisiche x ottime
    Condizioni Psichiche x ottime
    Riassunto Azioni x ultime considerazioni...Fine^^
    Note x

    »Abilities



    Illusioni Ambientali x Questa abilità consente al Cavaliere dei Segugi di creare delle illusioni ottiche, olfattive, uditive e gustative di qualunque tipo. Questo genere di illusioni però non vengono applicate direttamente alla mente del nemico ma all'ambiente circostante. Trattandosi di illusioni, le sarà possibile creare praticamente qualunque cosa, realistica o assurda che sia. Le illusioni comunque non arrecano mai danni diretti e possono essere combinate ad attacchi di altro tipo.

    Lettura della mente x Il Cavaliere dei Segugi ha la capacità di leggere ciò che la gente pensa e può quindi prevederne gli attacchi. La lettura della mente diviene più difficile con Cavalieri di Energia più alta o con particolari protezioni mentali. Normalmente comunque la capacità di leggere il pensiero è sempre attiva e funzionante ma non è in grado di influenzare la mente altrui.

    »Techniques



     
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    McFly colse il cenno positivo di Dhawyth mentre Irina parve non accorgersene, il moscone sembrò preferire non parlare e questo poteva significare molte cose, evidentemente lui sembrava possedere una volontà propria rispetto ad Irina, eppure sembrava sempre comparire all'improvviso e raramente era la giovane a notarlo.
    Dhawyth non aveva notato il moscone se non quando questi si era rivolto alla saint della mosca ed anche quando lei lo aveva smascherato, Irina sembrava quasi non aver compreso la cosa, si limitava a fissare la giovane compagna di casta senza però richiederle chiarimenti e non era chiaro se il moscone stesse tenendo un atteggiamento discreto per non allertare Irina del fatto che qualcuno oltre lei potesse vederlo, o solo perché Irina stessa non avesse dato particolare attenzione al fatto e di conseguenza l'unico a pensare alla cosa fosse McFLy.

    Forse Dhawyth avrebbe avuto modo di sperimentare con Irina e cercare di capire se il moscone fosse realmente uno spirito totemico o più semplicemente un parto della mente della giovane, tuttavia, per oggi gli esperimenti si concludevano lì.

    [...]



    Irina non ricevette alcuno schiaffo e per la maggior parte dei saint lì riuniti, sembrava che nessuno avesse voglia di farle ingoiare le parole appena pronunciate, chissà, forse c'era speranza dopo tutto e persino Suikyo era rimasto immobile al suo posto, ma forse era più dovuto al timore nell'indispettire Athena che al fatto che avesse compreso veramente le ragioni della ragazza.

    Il cavaliere del Toro sembrava trovare il tutto molto divertente vista la sua energica risata.

    Anita prese poi le redini del comando cominciando a dare ordini ai vari saints, Irina rimase in tensione ascoltando attentamente senza sapere cosa aspettarsi e col procedere degli incarichi cominciò a credere di non essere poi così utile agli occhi della gold saint, la quale però concluse dandole l'incarico dell'acqua e per di più le assegnò Crystal come capo, il che significava che avrebbe scavato pozzi sotto ai misteriosi comandi di un uomo che faceva fatica a sopportare quando apriva la bocca, la giovane si sarebbe data una manata in faccia ma preferì roteare gli occhi seccata e sbuffare.
    Probabilmente era questa la punizione che le spettava per aver dato la sua disponibilità a metà ed era peggio di qualunque schiaffo, almeno quelli erano semplici da capire.

    Anita proseguì con alcune regole di sicurezza che lei era già certa di violare, da un lato non era persona amante della compagnia e dall'altro, non voleva certo trascinare qualcun'altro nel baratro con sé nel caso in cui avesse deciso di farla finita coi Black Saints, adesso avrebbe giusto dovuto essere più furtiva per l'eventuale fuga.
    Nel breve periodo avrebbe comunque sopportato il polveroso ed inopportuno vocabolario di Crystal pur di avere l'acqua, in fondo a lei non è che piacesse l'idea di bere dalle pozze fangose come gli animali della savana durante i mesi caldi dell'estate.

    Dopodiché Daya decise di giocare ancora a birilli con le loro menti e di mostrare loro l'enormità dello spazio esaltando il fatto che il "Vuoto" fosse limitato giusto alla Terra, in tutta onestà, Irina era dell'idea che mentre lo spazio possedesse sicuramente una sua bellezza, questa non fosse comparabile a quella della Terra prima dell'invasione del "Vuoto" e le luci delle stelle non erano altro che punticini sparsi in un'universo prevalentemente nero e vuoto.

    C'era da dire che tuttavia l'entusiasmo del Gran Sacerdote fosse quasi contagioso, in fondo Irina stessa si era predisposta un obiettivo complicato e chissà, forse sarebbe stato persino più facile estinguere il Vuoto che non i Black Saints, in fondo le stelle operavano in maniera enigmatica e tutto questo non faceva che irritarla, da quando queste stelle erano diventate così importanti nella sua vita, sembrava che le avessero riservato solo sofferenza e disgrazie.

    Athena invece fece loro un dono semplice, un braccialetto di fiori che Irina guardò con aria interrogativa, quell'oggetto non aveva alcun vero potere ma poteva rappresentare sia un gesto di grande speranza che una sorta di costrizione per ricordare a tutti loro quale fosse il dovere al quale avevano aderito, anche se la giovane lo aveva fatto in maniera decisamente meno piena dei suoi compagni.
     
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  4. ragnarok36
     
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    mhnx

    La Ricostruzione
    Post IV



    Una volta che tutti i cavalieri ebbero finito di rinnovare i loro voti alla Dea Anita riprese parola per assegnare a ognuno di loro gli incarichi che avrebbero dovuto svolgere nel futuro prossimo per prepararsi ad affrontare l'oscurità.
    Gli incarichi variavano dalla difesa del santuario, alla ricerca di risorse, fino all'organizzazione di operazioni per tentare di riprendere il controllo di Rodorio.
    Yamato fu assegnato assieme a Ys e Tessa alla difesa del Jamir, mansione "di grande importanza che non può essere lasciata al caso" a quanto diceva la guerriera del Cancro.
    Era orgoglioso del fatto che gli avessero affidato una missione di tale peso dove avrebbe potuto dare prova delle sue capacità, sorgeva solo un problema... non aveva la più pallida idea di cosa diavolo fosse il Jamir. Ne aveva sentito parlare al Tempio, certo, ma per ora l'unico contatto fisico che aveva avuto con quel luogo erano le caciotte al vomito portate dal cavaliere dell'Ariete.
    Un'altra cosa che lo preoccupò fu il pensiero che non aveva mai visto aeroplani al tempio, né elicotteri... quando lo realizzò cominciò anche a venirgli il tremendo dubbio che l'unico mezzo di locomozione possibile sarebbe stato il teletrasporto del caprone d'oro; quel teletrasporto che lo aveva mandato in una dimensione alternativa popolata da brutali e sanguinari demoni assassini e che per poco non l'aveva ucciso, più volte.

    *Magari posso arrivarci a piedi... o forse in barca? O magari in treno? Certo per quanto ne sappiamo l'intero pianeta è popolato da mostri cannibali ma non sarà mai peggio che trovarsi di nuovo in quell'incubo.*

    Ricordava ancora il raggi del sole che gli spaccavano la pelle, i cadaveri degli innocenti impalati che si trascinavano lamentosi per le strade come anime senza pace, il gigante d'ombra che l'aveva pestato quasi a morte e lo stress di non sapere se sarebbe mai tornato nel suo mondo.
    Non sapeva se non si fidasse del teletrasporto in generale o solo di quello di Ys, certo un errore può capitare a tutti e in un momento di tensione come quello, con forze in gioco al di là dell'umana comprensione, tutto può succedere. Ciononostante continuava a nutrire un mal occultato scetticismo nei confronti dell'Ariete e, quando sarebbe venuto il momento di andarsene, avrebbe pregato tutti gli dei di cui era a conoscenza affinché tutto andasse per il verso giusto.

    Appena Anita finì Daya regalò ai presenti una visione della terra vista dallo spazio, una stupenda visione!
    Il pianeta appariva così bello, perfetto nelle sue imperfezioni, una palla blu e bianca che galleggiava nel vuoto siderale totalmente indisturbata. Tutti i problemi e le difficoltà che avevano gli esseri umani sembravano nulla in confronto alla maestosità di quel panorama, neanche il vuoto pareva poter intaccare tale bellezza.

    "Mai più" eh?

    Quello era il nuovo inno del Santuario, mai più dolore, mai più perdite, mai più l'ombra avrebbe prevalso.
    Suonava bene, facile da ricordare. Un motto per le generazioni future che avrebbero guardato a quell'epoca buia come ad un vecchio sciocco incubo che non fa più paura.
    Alisia fu l'ultima a parlare, la piccola divinità, tanta risolutezza in un corpo così minuto era davvero sorprendente. La forza delle sue parole poteva ispirare mille eserciti, si vedeva che sotto quell'aria da bambina era una guerriera determinata e pronta a prevalere sul male.
    Con un semplice gesto della mano la ragazza fece apparire sui polsi dei suoi guardiani dei bracciali floreali, un piccolo dono di buon auspicio per il futuro. Yamato rimirò per qualche istante il suo, davvero stupefacente, aveva creato la materia con un movimento delle dita e questa era un'inezia per una divinità come lei. Yamato aspettava grandi cose da quella ragazzina e sarebbe stato in prima fila per aiutarla a sviluppare il suo potenziale, per il bene di quel pianeta azzurro che dovevano preservare.


    ht1b

    YAMATO KUJURO

    dbzl

    Energia Rossa
    Nome e Grado Cloth Cloth del Dragone grado III (non indossata)
    Stato della Cloth x
    Condizioni Fisiche Ferite risalenti all'armageddon ancora fasciate ma praticamente guarite
    Condizioni Psichiche

    Abilità x

    Tecniche x






     
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