Doni di sangue

Up cloth per Shannon

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  1. Andromeda no Nesyos
     
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    » Andromeda no Nesyos

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    Narrato - Parlato - Pensato - Telepatia - Elektra
    Il Dragone Avernale


    Ben presto il lago divenne troppo profondo per poter camminare, così io ed Elektra iniziammo a nuotare. Già dalla prima bracciata percepii la forza del gorgo che mi trascinava con maggiore insistentenza ora che mi trovavo più vicino e senza i piedi saldamente piantati per terra. La catena tuttavia frenava l'attrazione impedendoci di finire risucchiati in pochi attimi. Sentivo la mano di mia sorella che stringeva il mio braccio con più foga. Probabilmente aveva paura, ma non potevamo mollare proprio in quel momento: ormai eravamo a pochi passi da quella che avrebbe potuto essere la sua salvezza.
    Stavo per voltarmi verso Elektra per rassicurarla, quando la udii urlare parole che si persero nel rombo del gorgo, ma da come le sue unghie mi artigliarono la carne capii subito che qualcosa non andava. Feci appena in tempo a vedere la roccia alla quale era fissata la mia catena andare in frantumi prima che la furia del mulinello ci trascinasse entrambi sempre più vicini al suo centro. Poi l'acqua mi entrò negli occhi e fui costretto a chiuderli mentre prendevo l'ultimo respiro.

    5RYDC



    La prima cosa che compresi nel momento in cui i flutti si calmarono permettendomi di sollevare nuovamente le palpebre, fu di essere cieco. Non vedevo nulla, ma percepivo la forza del gorgo sopra di me. Cercai istintivamente di respirare e mi trovai i polmoni pieni d'acqua.

    Cazzo...

    A quel punto non avevo impiegato molto per comprendere di essere stato trascinato sul fondo del lago... sotto al mulinello. Non persi tempo, ben conscio del fatto che sarebbe significato morire. Non sapevo dove fosse Elektra ma ne avvertivo il flebile cosmo da qualche parte sotto di me, così imposi ad una catena di recuperarla mentre io cercavo una via di uscita che fortunatamente trovai. Non avevo idea di come fossi girato poichè nell'acqua il senso dell'orientamente viene meno, tuttavia dietro di me scorsi una luce violacea, probabilmente la superficie. Cominciai a nuotare e ben presto mi accorsi che si trattava di una grotta, a quel punto la imboccai nella speranza che luce significasse salvezza, e così fu. In pochi secondi imboccai il condotto aspettandomi una piattaforma subacquea, ed invece ero entrato in quello che pareva avere tutta l'aria di essere un portale dimensionale. Per il momento non me ne curai troppo: tutto era meglio che morire affogato.
    Finalmente, dopo quella che mi sembrò una vita, uscimmo dal portale. Elektra pareva svenuta ma fortunatamente nel momento in cui la depositai a terra iniziò a tossire e si riprese. A quel punto mi concessi di dare un'occhiata al luogo in cui ci trovavamo. Ebbi da subito un brutto presentimento: il posto era pressochè deserto, buio ed interrotto qua e la da tetre colonne di roccia, simili a gigantesche stalagmiti. Non avevo mai visto nulla del genere ma non prometteva niente di buono.

    Ele, ce la fai ad alzarti?

    Mia sorella sembrava sfinita e tremava, forse per il freddo, forse per la stanchezza. Io invece ansimavo ancora per lo sforzo e l'apnea prolungata.

    Io... Io credo di sì...

    E per dar prova delle sue intenzioni, si mise in piedi con calma.

    Ma dove siamo fi...

    Mi fece un certo senso notare il terrore che si dipingeva sul suo volto realizzando il luogo in cui ci trovavamo. Per un attimo non capii, poi un pensiero mi illuminò la mente come un fulmine durante un temporale. Scossi istintivamente il capo, incredulo.

    No, non è possibile.

    E invece sì...

    La voce di Elektra era un sussurro appena percepibile.

    Siamo nell'Oltretomba.

    Quelle parole piombarono tra noi come un macigno. Cercai di convincermi che si sbagliava o che avevamo entrambi le allucinazioni per essere stati sott'acqua troppo a lungo. Ma sapevo che mi stavo solo illudendo. Mia sorella non si poteva sbagliare, perchè in quel luogo ci aveva vissuto per due lunghi anni.
    Lentamente, strinsi i pugni, percependo qualcosa che mi si muoveva nell'animo, una fusione tra astio ed ira. Già una volta quel luogo maledetto aveva cercato di portarmi via mia sorella, ma quel giorno non ci sarebbe riuscito: finchè avessi avuto vita avrei lottato per impedirlo.

    No. Questa volta no, non porterai via Elektra. Mi hai sentito? NON LA PORTERAI VIA!!

    Gridai con lo sguardo rivolto a quel cielo oscuro ed inesistente, avvolto dal mio stesso cosmo che mi divorava come il fuoco l'eretico. Non sapevo a chi mi stessi rivolgendo, se ad Hades o all'Oltretomba stessa, ma non era importante. Nonappena l'eco della mia furia si fu estinta, mi resi conto che non eravamo soli: un cosmo oscuro permeava quel luogo, recando con sé parole che per me non avevano alcun senso. Seguendone il suono - e aiutato dal sesto senso delle catene - individuai un uomo. Conoscevo fin troppo bene la Cloth che indossava dal momento che era la stessa del mio compagno Yamato, ma questo Dragone era tetro ed ostile, almeno quanto il luogo che lo aveva partorito. Percepii il tocco di Elektra sulla mia spalla: le tremavano le mani ed era come pietrificata dalla stanchezza e dalla paura.
    Mi sentivo scoppiare la testa: da un lato sapevo di dover distruggere il mio avversario, ma non riuscivo a lasciare da sola mia sorella. Alla fine mi decisi: era inutile tergiversare, prima l'avrei sconfitto e prima sarei tornato da lei. Avevo una vaga idea dei poteri di Dragone e mi sembrava di ricordare che combattesse generalmente con il cosmo difendendosi invece con lo scudo particolarmente resistente... sempre che quest'uomo condividesse le capacità della sua controparte ateniese.
    La mia catena destra iniziò a rimbalzare tra le rocce seguendo un movimento completamente casuale, attorcigliandosi però attorno alle stalagmiti in modo da creare intorno a lui un reticolato che gli impedisse di fuggire. Mentre facevo ciò, il Dragone scagliò contro di me il suo primo attacco. Non ne afferrai il nome ma ero quasi certo che si trattasse del Rozan Shōryūha, una delle sue tecniche principali. La mia catena colpì nell'esatto istante in cui egli alzò il braccio per sferrare il pugno. Uno dei vantaggi delle Thunder Waves era che la catena sceglieva sempre il momento migliore per attaccare e fu così anche in questo caso. Per sferrare il suo colpo infatti il mio nemico doveva lasciare scoperto il fianco destro, permettendo a me di ferirlo proprio in quel punto. Il Dragone non era tuttavia uno sprovveduto e tentò di schivare. Sfortunatamente per lui però il poco spazio lasciatogli dal mio reticolo giocò a mio vantaggio: infatti egli non riuscì del tutto ad evitare le mie Onde e venne ferito in un punto scoperto sotto l'ascella, con conseguente scarica elettrica. Nemmeno il tempo di gioire per il risultato ottenuto e già mi trovai costretto ad erigere uno scudo cosmico che sfortunatamente cedette all'ultimo lasciando che il Rozan Shōryūha mi scaraventasse all'indietro facendomi battere violentemente la schiena contro una roccia.
    Non molto lontano percepii il grido soffocato di Elektra e nel rialzarmi le feci cenno di non essere ferito. In realtà il colpo mi aveva mozzato il fiato e credevo di essermi incrinato qualche vertebra toracica, ma era meglio che lei non lo sapesse. Sfortunatamente però non potei nascondere il sangue che tossii poco dopo.

    Questa storia deve finire in fretta...

    Nonostante la scossa, Dragone sembrava non aver perso tempo: mentre mi rialzavo infatti egli stava già caricando il secondo colpo, anticipandomi in modo da non ripetere l'errore che mi aveva permesso di fulminarlo. Questa volta mi attaccò con il Rozan Hyakuryūha ed io risposi con la Nebula Chain: un gruppo di catene avrebbe cercato di contrastare i colpi cosmici, mentre altre cinque avrebbero descritto una parabola in modo da evitarli per raggiungere in picchiata l'avversario, sfruttando la polvere delle esplosioni per avere un maggiore effetto sorpresa. Nonostante il contrattacco e la Rolling Defense eretta con l'arma sinistra, un paio di colpi arrivarono a ferirmi: uno al fianco destro e l'altro alla spalla mancina. Caddi in ginocchio mentre la polvere si diradava mostrandomi il mio avversario. Era a terra pure lui, visibilmente ammaccato e con ferite da elettrocuzione: anche il mio colpo era andato a segno.

    Chi sei? Che cosa vuoi da noi?

    Sapevo che non avrei ottenuto una risposta comprensibile a quelle domande, ma mi trovavo in una situazione così assurda che una spiegazione non sarebbe stata sgradita. Sentivo il sangue fuoriuscire pulsando dalle ferite mentre il cuore mi martellava nel petto. Mi resi conto di avere paura. Non per via dell'avversario che mi trovavo di fronte, ma per mia sorella: temevo di non riuscire a salvarla o di voltarmi giusto in tempo per vederla portare via da altri esseri avernali. La prima volta era stato così orribile che la mia mente aveva rifiutato di crederci e mi ero rifugiato nell'illusione che si trattasse di un impostore. Non volevo che accadesse di nuovo ma era inquietante notare come tutte le persone a cui tenevo scomparissero: Elektra, Andreas, Eracles, Scarlet... Non l'avrei permesso un'altra volta.
    Il mio cosmo riprese a bruciare spinto dalla forza del mio terrore. Senza rialzarmi fissai lo sguardo sul Dragone portando una mano davanti a me. Il mio cosmo iniziò ad espandersi permeando l'intero luogo.

    Elektra, vattene!

    Sperai che avesse eseguito il mio ordine perchè con quell'attacco avrei colpito qualsiasi cosa, ma se mi fossi voltato a guardare avrei perso la concentrazione e dato un vantaggio al mio avversario. Notai con soddisfazione come la mia corrente iniziasse ad immobilizzarlo, procurandogli più danni ogni volta che cercava di liberarsi. Dopo qualche tentativo Dragone dovette capirlo perchè cambiò tattica: dal suo corpo ferito si dipanò un'esplosione cosmica che attenuò l'effetto della mia Nebula Stream. Innalzai nuovamente uno scudo cosmico ed anche questa volta esso andò in frantumi lasciando che il colpo mi scaraventasse all'indietro facendomi cadere a faccia in giù nella polvere. Una sacrificio necessario a ciò che avevo in mente. Si trattava di una mossa pericolosa che avrebbe potuto facilmente fallire, ma la fortuna mi assistette: infatti il mio avversario, vedendo che non mi rialzavo, si gettò su di me per finirmi. Un errore madornale.
    Attesi.
    Un passo.
    Un altro ancora.
    Alzai la destra quando fu ormai troppo vicino per poter schivare la Nebula Storm.

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    Status Fisico — Ferite ed escoriazioni su tutto il corpo, costole rotte ed incrinate, gravi danni a fianco dx e spalla sx
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    Status Armatura — Intatta
    Abilità Passive — ~ Catene Intelligenti
    Le Catene hanno una volontà propria e agiscono anche indipendentemente da quelle del possessore. Possono sistemarsi in posizione di difesa anche se il proprieterio non si è accorto dell'attacco. Sono in grado di identificare le illusioni e cercare automaticamente appigli in caso di bisogno. Inoltre le catene possono oltrepassare i portali tra dimensioni diverse.
    Abilità Attive — Nebula Stream
    Tecniche di Attacco — Thunder Waves, Nebula Chain, Nebula Stream, Nebula Storm
    Tecniche di Difesa — Scudi cosmici, Rolling Defense
    Azioni — //
    Note — Spero vada bene. Ho cercato di dare corpo al duello senza però esagerare in modo da non risultare noiosa. Come richiesto ho stoppato nel momento in cui lancio la Nebula Storm. Elektra è stata Specter quindi ho ritenuto opportuno farle riconoscere il luogo, nel caso non andasse bene fammi sapere!
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    Ok, bene così. In realtà ti saresti dovuta trovare sul fondo del lago (all'asciutto) con il muro d'acqua tutto intorno e a due passi dal portale (sempre all'asciutto). Unica cosa che ti faccio notare, è che forse lo Hyaku Ryu Ha è un attacco un pò eccessivo da cui difendersi, quello al posto tuo lo avrei evitato. D'altra parte mica tutti i dragoni devono saperlo fare.


    La Nebula storm va a segno, Nesyos è un pò ammaccato ma il dragone è messo decisamente peggio di te. Si rialza da terra, ma dopo pochi istanti si riduce in polvere.Elektra sembra essersi un attimino ripresa dallo shock, era riuscita a mettersi al riparo; ma nel momento stesso in cui il dragone si polverizza, sentite entrambi una voce sconosciuta nella vostra mente.

    Ben fatto, cavalieri. Ora che il mio potere è ripristinato, potete tornare indietro... saprò ben ricompensarvi!

    La luce del portale cambia da violacea a un blu intenso più chiaro. Basta uno sguardo per capire che volete entrambi tornare indietro. Viaggetto dimensionale all'indietro, vi ritrovate NEL LAGO (ammollo). Nessun gorgo, ma al posto del pinnacolo di roccia che avevate visto prima, torreggia ora un castello. Da dove era uscito fuori? Guardandovi intorno, vedete solo Kerral che guarda il castello, sbigottito. Parlate con lui, vi dirà che c'è stata una luce fortissima e dal nulla il castello era comparso come il gorgo era scomparso. Le porte sono aperte, qualcuno sembra aspettarvi all'interno... vi ci avventurate, seguite qualche corridoio ricco di arazzi ed infine arrivate alle porte di una sala che somiglia molto ad una sala del trono. E sul trono c'è qualcuno seduto sopra, che vi guarda con occhi intelligenti e penetranti. Chi sarà mai?

    Prego, sbizzarrisciti^^
     
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  3. Andromeda no Nesyos
     
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    » Andromeda no Nesyos

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    Narrato - Parlato - Pensato - Telepatia - Elektra
    Il Castello


    Mi rialzai tremando per lo sforzo mentre attorno a me cadeva la polvere sollevata dalla mia Nebula Storm.

    E' finita...

    Non avevo nemmeno finito di pensarlo che vidi con sconcerto Dragone che si alzava. Lentamente portai la gamba sinistra in avanti, le catene che costruivano la difesa, pronto a proteggermi. Ma non fu necessario dal momento che il mio avversario si ridusse in pulvisco. Per qualche istante lo osservai senza rendermi effettivamente conto di quel che era successo dal momento che si trattava di una cosa assurda. Poi mi voltai verso Elektra che sembrava essersi ripresa e cercai di sdrammatizzare.

    Beh, l'ho polverizzato.

    Le sorrisi in maniera incerta prima di raggiungerla. Ma nel momento in cui mossi il primo passo, una voce mi rimbombò nella testa: qualcuno ci stava ringraziando per la distruzione del Dragone. Notai dallo sguardo perplesso di mia sorella che anche lei aveva udito la medesima cosa. Prima di riuscire ad indagare, però, notai con la coda dell'occhio che il colore del portale era mutato in blu. Senza dire una parola, ci avviammo verso di esso ripercorrendolo per tornare indietro.
    Una volta attraversato ci ritrovammo dentro al lago, di nuovo bagnati fradici. Questa volta però raggiungemmo la riva senza problemi dal momento che il gorgo si era ormai estinto. Al suo posto, sulla riva del bacino torreggiava un immenso castello che pareva essere stato eretto dal nulla. O eravamo noi ad essere stati nel portale troppo a lungo? La seconda ipotesi mi pareva alquanto improbabile dal momento che sul lido si trovava ancora Kerral, invariato rispetto a prima. Fu proprio a lui che mi avvicinai uscendo dal lago. Lo affiancai grondando acqua ed indicai il castello con la testa mentre Elektra mi seguiva.

    E questo?

    Secondo l'uomo era comparso quando il mulinello era sparito e, a giudicare dalla sua espresione balordita, non faticai a credergli. Anche perchè ormai ero abbastanza abituato ad assurdità del genere. Mi rivolsi questa volta a mia sorella per interpellarla pur sapendo di non poter fare altrimenti.

    Immagino che dovremmo entrare, magari dentro c'è il tipo che c'ha ringraziato prima.

    Non credo che abbiamo molta scelta. Abbiamo fatto trenta, tanto vale fare trentuno.

    E fu così che varcammo la soglia aperta dell'immane palazzo per poi percorrerne il lungo corridoio adornato con magnifici arazzi. Un paio di volte mi fermai ad aspettare Elektra che si era attardata ad ammirarli estasiata.

    Non li trovi magnifici?

    Me ne indicava uno riguardante scene di divinità che combattevano tra loro. I colori erano brillanti e vivi nonostante l'accurata fattura paresse antica.

    Beh sì, sono notevoli, ma non siamo qui per questo.

    A dire la verità mi sentivo un po' teso: le ferite riportate nello scontro col Dragone mi rallentavano e temevo di non poter reggere ad un nuovo, eventuale scontro. Dovevo solo sperare che il nostro ospite non avesse cattive intenzioni.
    Quando alla fine giungemmo a quella che pareva una sala del trono, percepii la tensione crescere. Le Catene per il momento non davano segni di inquietudine, ma rimasi comunque attento ad ogni minimo accenno di pericolo in modo da non farmi cogliere impreparato: l'effetto sorpresa mi avrebbe veramente dato il colpo di grazia. Riluttante, varcai la soglia seguito da Elektra, tenendomi la spalla ferita con la destra. Si trattava di un'idea stupida: cercando di sembrare più malconcio di quanto non fossi, forse avrei indotto eventuali nemici a sottovalutarmi ottenendo un minimo di vantaggio. Dopotutto ancora non sapevo chi fosse la persona seduta ad aspettarci sul trono.

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    Status Fisico — Malconcio
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    Abilità Passive — ~ Catene Intelligenti
    Le Catene hanno una volontà propria e agiscono anche indipendentemente da quelle del possessore. Possono sistemarsi in posizione di difesa anche se il proprieterio non si è accorto dell'attacco. Sono in grado di identificare le illusioni e cercare automaticamente appigli in caso di bisogno. Inoltre le catene possono oltrepassare i portali tra dimensioni diverse.
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    Note — Scusa, avevo frainteso il concetto di "sul fondo del lago". Cmq so che questo post fa schifo. Ho provato a sitemarlo ma quando un post mi nasce male non c'è niente da fare. Spero di rifarmi nel prossimo.
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    L'uomo che vi guarda stando seduto dal suo trono all'apparenza non ha uno sguardo sorpreso. Ha una lunga barba bianca, si direbbe sulla settantina d'anni, occhi molto chiari e penetranti.

    Immagino che non abbiate idea di cosa sia successo nelle ultime ore, vero? Bene, lasciate che vi spieghi. Da molto tempo i miei poteri erano stati sigillati... come spesso accade, quando si vuole aumentare il proprio potere a dismisura nella ricerca dell'infinito, l'universo provvede da sè a bilanciare le cose. Non starò a raccontarvi la mia storia, ma mi limiterò a dire che la carne secca è senz'altro un approccio migliore di una catena.

    A quelle parole tu e Kerral sgranate gli occhi. Quello era l'ORSO???

    Posso comprendere il vostro stupore, ma vi invito a stare tranquilli. Non ho mai fatto del male a nessuno, nè da uomo nè in altre forme... piuttosto credo di dovervi ringraziare in qualche modo. Prima di tutto, mio buon amico, a te offro quanto ho più di più caro: la mia amicizia e la mia riconoscenza per il tempo trascorso insieme, sebbene un orso non sia il compagno ideale di conversazione. Se avrai bisogno di sostegno, materiale o no, hai solo da chiedere.

    Si voltò dunque verso di te ed Elektra.

    Quanto a voi... so già quale sia la vostra situazione. E c'è un problema.

    Ok, siamo alla conclusione. Io mi fermo qui con la descrizione, adesso sta a te spiegare il discorso del rituale come lo volevi fare tu con la motivazione che è l'unico modo con cui Elektra si possa riprendere completamente. Alla fine della descrizione, il mago vi rimanda al GT con un bel teletrasporto, vi ritrovate alla Dodicesima casa. Solo quando arrivate vi rendete conto che tutte le dicerie sentite sul lago erano reali... ognuno rispecchiava uno degli avvenimenti capitati: il lago, il drago, l'aldilà, il castello del mago. A questo punto concludi tutta la storia con il tuo rituale, senza alludere ad un possibile potenziamento della cloth: quello spetta ai giudici. Fai un bel post completo e abbiamo finito il test^^
     
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  5. Andromeda no Nesyos
     
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    Narrato - Parlato - Pensato - Telepatia - Mago - Elektra
    Legami di Sangue


    La figura che ci si palesò assomigliava al classico vecchio saggio eremita arroccato su di una montagna: candido di pelle, barba e capelli, con occhi azzurri e penetranti. Grande fu il mio stupore nell'apprendere della punizione che aveva ricevuto nel tetativo di raggiungere l'emulazione divina, ed ancora maggiore fu la sorpresa nell'intuire dalle sue parole che egli era l'orso di Kerral. Abbassai gli occhi, fissandomi i piedi imbarazzato e moromorando delle scuse. In fondo come potevo sapere che la fiera che sembrava ci stesse attaccando in realtà era un vecchio signore desideroso di aiutarci?
    Il mio umore tuttavia cambiò radicalmente quando l'uomo annunciò che il problema di Elektra non poteva essere risolto facilmente. Il velo di inquietudine che mi adombrò il viso s'intonava perfettamente con quello di lei. Dopo qualche attimo di silenzio, il mago riprese a parlare spiegandoci ciò che avremmo dovuto fare.

    La Cloth dei Pesci non riconosce più in te il suo possessore.

    Iniziò rivolto a mia sorella.

    Avrai ormai notato che i tuoi poteri stanno svanendo ed il tuo stesso sangue non è più velenoso.

    Lei annuì gravemente.

    La cosa migliore da fare è rinunciare di colpo a tutto, in modo che questa agonia non ti distrugga.

    A quel punto io lo guardai allibito, intervenendo per la prima volta.

    Rinunciare ai suoi poteri? Ma l'idea era quella di...

    Elektra mi zittì con lo sguardo e l'uomo continuò quasi ignorando la mia interruzione.

    Come stavo dicendo: le capacità della ragazza non sono recuperabili. E' la Cloth a scegliere il Cavaliere e non il contrario, ed i Pesci hanno decretato di dover cambiare padrone. Quindi ci sono due opzioni: aspettare che i tuoi poteri ti abbandonino lentamente e dolorosamente, o trasferirli a qualcun altro.

    A quel punto non riuscii più a trattenermi, stavo per ribattere ma mia sorella fece un passo in avanti chinando il capo di fronte al mago.

    Ti ascolto.

    Lo sguardo del vecchio indugiò su di lei per poi fermarsi invece su di me e non spostarsi più fino alla fine del discorso in modo che fosse chiaro a chi si riferisse.

    Per abbandonare spontaneamente e velocemente i tuoi poteri, devi donarli ad un altro Saint. Dal momento che non puoi aumentane la forza, devi ricorrere ad un altro sistema: devi donargli il tuo sangue.

    A quelle parole rabbrividii, ma non dissi nulla: ormai avevo compreso che la scelta era di Elektra. Quest'ultima rimase in silenzio per un tempo che mi parve interminabile, poi, con una lentezza esasperante, annuì.

    Ora so qual è la scelta migliore. Grazie per tutto.

    Detto questo si allontanò, lasciandomi solo con Kerral ed il mago.

    5RYDC



    Dopo quell'esperienza, mia sorella non aveva più aperto bocca. Io non avevo insistito, conscio del colpo che doveva aver subito: il fatto che la Cloth l'avesse abbandonata era una medicina molto amara da digerire. Al fine di colmare il suo silenzio, durante il viaggio di ritorno avevo riflettuto sull'accaduto, rendendomi conto che le leggende raccontate dai clienti della locanda erano tutte vere. Il lago ci aveva condotto negli inferi, dove avevamo incontrato un uomo con l'Armatura del Dragone la cui sconfitta aveva provocato l'apparizione del castello del mago. Ad essere sincero il viaggio non era durato molto dal momento che proprio quest'ultimo ci aveva direttamente teletrasportati alla Dodicesima Casa, ma il comportamento di Elektra trasformava ogni secondo in un'ora soffocante.
    La vidi andare a sedersi sul suo letto, accarezzando Zanna. Io mi avvicinai alla finestra, guardando fuori e lasciandola sola con il suo silenzio ed il suo dolore. Improvvisamente, dopo un tempo indefinito, mi sentii sfiorare la spalla sinistra. Mi voltai e la vidi: aveva il volto di chi tratteneva a stento le lacrime.

    Vieni: gli addii lunghi sono troppo dolorosi, terminiamo questa storia il prima possibile.

    La osservai allibito.

    Tu hai scelto... me?

    E chi altri?

    Non lo so, il Grande Tempio è pieno di Saints... Magari Deneb?

    Con lui è un capitolo chiuso, lo sai. No, voglio che sia tu. Dopotutto sei già sangue del mio sangue.

    La osservai per un poco, senza distogliere lo sguardo dal suo, poi annuii conscio del fatto che non sarebbe stato facile farle cambiare idea. Mi condusse nel giardino di rose dietro la Casa, assaporandone per qualche istante il profumo: sapeva che era l'ultima volta che sarebbe stata lì. D'improvviso colse uno di quei fiori, recidendolo il modo che ne restasse anche il gambo spinato. Subito dopo fece lo stesso con una seconda rosa. A quel punto mi invitò ad avvicinarmi.

    Ele... ne sei proprio sicura?

    Per tutta risposta lei strinse i pugni attorno ai gambi dei fiori, ferendosi le mani. Grosse gocce di sangue piovvero sulla mia Cloth, tingendola di uno scuro cremisi. Bastò qualche istante prima che lei si afflosciasse sotto il peso dell'Armatura dei Pesci mentre io percepivo una strana sensazione invadermi. Insieme ad essa, un'immagine mi apparve nella mente, come se stesse uscendo direttamente dalla mia retina, ed in fondo ai miei occhi vidi quelli bicolori di un essere malinconico.

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    Le Catene hanno una volontà propria e agiscono anche indipendentemente da quelle del possessore. Possono sistemarsi in posizione di difesa anche se il proprieterio non si è accorto dell'attacco. Sono in grado di identificare le illusioni e cercare automaticamente appigli in caso di bisogno. Inoltre le catene possono oltrepassare i portali tra dimensioni diverse.
    Abilità Attive — //
    Tecniche di Attacco — //
    Tecniche di Difesa — //
    Azioni — //
    Note — Spero vada bene il rituale scelto. Ho optato per una cosa più intima e meno scenica data la situazione. Come richiesto non ho accennato al potenziamento in sé, l'ultima parte si riferisce infatti al risveglio dello Spirito che ho voluto includere nel pacchetto XD Ringrazio Tyg per il tempo concessomi ed il bel test, alla prossima! *-*
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