La Riconquista - Parte I

La manovra operata dallo specter della Terra Obbligata era andata a buon fine, seppur non nella sua completa interezza. Anche se i quattro cerimonieri erano stati raggiunti dalla maledizione, così non si poteva affermare per il sacerdote in armatura. Forse, quest'ultimo aveva eluso la tecnica nemica restandone a debita distanza. Poteva essere una grossa seccatura per i piani dell'albino. Eppure, Fate non avrebbe subito da parte dell'uomo calvo alcuna azione offensiva, perché la sua attenzione si focalizzò su di un altro evento di particolare gravità. Urla di spavento si levarono all'unisono dalle bocche delle vittime colpite dall'anatema di terrore ed il rito da loro esercitato con tanta premura, andò di fatto fuori controllo.
I poteri che i quattro celebranti stavano trasmettendo sulle rispettive sfere elementali, si interruppe bruscamente. Senza più nessuno in grado di contenere i globi, queste finirono per perdere la propria forma predefinita ed amalgamarsi in un'unica emanazione multicolore dal coefficiente energetico in rapida crescita. Fin troppo per i gusti del tizio in armatura, il quale si allarmò di fronte a quell'evento imprevedibile. Perse la sua compostezza interiore e cercò di rimediare in qualche maniera al danno fatto dall'invasore, impegnandosi faticosamente a riassumerne il controllo degli eventi con le sue sole quanto esigue forze. Era un'azione disperata, ne era ben conscio. Additò come un folle il guerriero degli inferi per averli condotti tutti quanti ad una probabile morte.
Fate si mantenne lucido invece, ignorando bellamente le farneticazioni dell'altro. Si lisciò una lunga ciocca di capelli bianchi che gli pendeva a lato del viso; quello era un gesto istintivo che stava a significare l'elaborazione di una nuova strategia. Per quanto una detonazione su vasta scala fosse in procinto di verificarsi, c'era ancora tempo e modo per porvi rimedio. La grossa sfera in cui erano infuse quattro poteri elementali differenti, aveva già superato la soglia critica. Ben maggiore del cosmo detenuto del guardiano della settima prigione avernale, ma ancora contrastabile. Infine, all'astuta mente dell'ex divinità egizia si profilarono un paio di strade percorribili. Ne scelse una dopo un'analisi accurata, ritenendola quella con la più alta probabilità di riuscita e con minori ripercussioni.
Fate avrebbe potuto lasciare la "patata bollente" nelle mani dell'uomo calvo in armatura, sfruttando la sua disperata azione contenitiva per fuggire via dal Tempio Funerario Interno e cercare rifugio in campo aperto, costruendo una solida struttura fatta di sabbia indurita dove ammortizzare la violenta esplosione che stava per profilarsi all'orizzonte. Con i preziosi secondi guadagnati, forse sarebbe riuscito a salvarsi, ma chi poteva assicurare per certo allo specter della Terra Obbligata che il sacerdote in armatura non avesse ancora un asso nella manica per impadronirsi di quell'enorme energia? Se per un mero capriccio fortuito avesse ribaltato ogni pronostico sfavorevole, Fate come avrebbe mai potuto sperare di competere con lui in un eventuale secondo round?
Il combattente dell'averno invece decise per l'attuazione della "seconda opzione". Una soluzione molto più dignitosa per un dio suo pari, a cui faceva ribrezzo l'intento di scappare dal pericolo. L'albino avrebbe invece affrontato la sfida di contenere quell'immane energia, collaborando temporaneamente con il nemico, ma con il fine ultimo di scagliare velocemente quella massa di enorme potere verso il cielo. Si, in questo modo, la sfera multicolore avrebbe sfondato il tetto della struttura piramidale, per poi essere mandata in seguito a detonare a diverse centinaia di metri di altezza rispetto al suolo. I danni sarebbero stati molto più contenuti e, soprattutto, nessuno si sarebbe appropriato di quella forza devastante per usarla contro lo specter della Terra Obbligata.

Collabora con Fate, stolto eretico... asseconda i suoi gesti e vi salverete entrambi.

L'ex divinità egizia non volle usare il suo vero nome per discutere con un avversario, anche se questi era probabilmente a conoscenza della sua reale identità. Cercò di portarlo dalla sua parte con poche parole eloquenti e piene di indomita sicurezza nei propri mezzi. D'altronde, che altre alternative poteva mai sperare di possedere il sacerdote in armatura? Da solo non avrebbe mai arginato quell'energia in costante crescita. O almeno così sembrava. Fate non si fidava di lui, quindi voleva assicurarsi personalmente di far deflagrare il globo composta dal miscuglio dei quattro elementi in cielo. In seguito, avrebbero potuto benissimo riprendere le ostilità. Le mani di Fate si estesero in avanti verso la sfera impazzita, esercitando il proprio cosmo purpureo sopra di esso, così da imbrigliarne la potenza in rapida escalation.
Era assai difficile mantenere quella stabile posizione. Un vento anomalo spazzava le membra dello specter, rendendogli complicato anche il solo atto di rimanere in piedi. Il giovane dalla carnagione pallida digrignò i denti, resistendo anche al tremendo ronzio che avvertiva nelle orecchie. Indubbiamente, ambo i fenomeni dovevano avere origine dal globo multicolore. Bisognava sbrigarsi, non c'era un istante da perdere. Adesso che aveva deciso per lo sbalzare verso l'alto quella forza fuori controllo, Fate doveva focalizzare tutte le sue risorse per il conseguimento di questo risultato, sperando che anche il capo dei sacerdoti lo assecondasse... almeno per il momento. Avendo affinità con uno dei quattro elementi ed operando a sua volta sulla sfera, il guardiano della settima prigione infernale si sarebbe immediatamente accorto se l'altro avesse voluto giocargli un brutto scherzo.

Per quanto l'intento finale di Fate fosse di operare in modo tale da proiettare la sfera di energia multi-elementale verso l'alto prima che essa esplodesse, gli eventi presero invece una piega del tutto inaspettata. Gli sforzi congiunti del capo dei sacerdoti, dei quattro monaci (che si erano nel frattempo ripresi dallo shock di terrore) e dello specter di Hades furono ripagati da una ben più remunerativa svolta. Il globo dapprima instabile, a poco a poco si acquietò in via definitiva, tingendosi quindi di una meravigliosa colorazione bianca. La soddisfazione dell'albino fu quasi tangibile sul suo volto provato dalla fatica. Non c'era dunque più alcuna necessità di scagliare verso il cielo quella straordinaria massa di potere, che invece poteva essere impiegata per qualche altro utile fine.
Perfino i cinque monaci, che inizialmente erano ostili nei confronti del guardiano della settima prigione avernale, adesso si potevano rallegrare con lui per lo scampato pericolo. Anche la loro lingua parve sciogliersi, rivelando tutto quel che sapevano sul fantomatico "Re delle Tombe". Informazioni che, sebbene non fossero elevate di numero, sarebbero state ugualmente di importanza vitale per Fate ed il proseguimento della sua missione. Infine, il capo dei sacerdoti si inginocchiò con ammirazione di fronte all'ex divinità egizia della terra, rimettendosi alle sue decisioni. Il giovane dalla carnagione diafana li aveva convertiti con la sua astuzia e la sua superba prova di forza. Non ci si poteva fidare di loro di punto in bianco, ma voleva concedere loro almeno una "chance".

Ebbene, se volete davvero affidare le vostre vite a Fate, dimostrandovi persone degne della sua misericordia e in grado di servirlo a dovere... allora iniziate a dar prova della vostra buona volontà. Confessate l'ubicazione del "Re delle Tombe" o, almeno, indicate in maniera approssimativa dove egli potrebbe essersi rintanato.

Lo specter della Terra Obbligata li fissava con attenzione, rimanendo a braccia incrociate e in paziente attesa della loro prossima risposta. I suoi scintillanti occhi azzurri come il ghiaccio non avrebbero mai ammesso bugie di sorta. Questo era un punto di svolta per i cinque monaci, o si schieravano del tutto dalla parte del dio egizio o contro di lui. Nel caso in cui non fossero stati effettivamente a conoscenza del nascondiglio del fantomatico "Re delle Tombe", sarebbero stati liberati all'istante da ogni obbligo morale verso Geb e rispediti verso le loro rispettive dimore. Questo guerriero infernale, era in realtà un dio che non tollerava l'incapacità dei propri sottoposti. Non poteva servirsi di individui che non erano stati in grado nemmeno di recuperare un'informazione (a suo giudizio) di così infimo livello.
Per quanto concerneva invece la bianca sfera elementale, Fate progettava di tenerla con sé ed avvalersene per rompere l'eventuale sigillo protettivo posto a difesa della tana del misterioso "Re delle Tombe". Due forze similari come quelle prese in esame, avrebbero sicuramente finito per annullarsi a vicenda, permettendo allo specter della Terra Obbligata di violare con successo la base del nemico. Sulla carta almeno, sembrava una brillante idea. L'albino avrebbe fatto pagare cara al suo acerrimo antagonista anche l'affronto di servirsi impunemente delle energie dei suoi vecchi compagni di phanteon. Per lui, non ci sarebbe stata alcuna occasione di implorare pietà o di redimersi per i propri numerosi misfatti, nemmeno se avesse implorato a pieni polmoni una di queste due possibili opzioni.

Fate fu piacevolmente sorpreso. Difatti, il capo dei sacerdoti non esitò un istante a soddisfare la richiesta dell'albino, dando quindi aperta dimostrazione della sua conversione. Prese a raccontargli di come il "Re delle Tombe" si fosse rifugiato nella Necropoli del Nuovo Regno, utilizzando le piramidi siti nei dintorni come veri e propri catalizzatori, così da sfruttare meglio i poteri delle antiche divinità sopite nella terra dei faraoni. Per quale scopo, questo non era ancora dato di saperlo. Prima che il calvo uomo in armatura avesse modo di approfondire la questione, avvenne qualcosa di inaspettato. Lui e gli altri quattro monaci sembrarono soffrire nel profondo del loro animo e si presero la testa dolorante tra le mani. Le singolari venature nere presenti sui loro visi, pulsavano in modo innaturale.
Lo specter della Terra Obbligata inarcò il sopraciglio destro con fare turbato misto a sorpresa, poiché in quel preciso frangente nemmeno il suo ampio controllo delle emozioni umane poteva restare del tutto inalterato. Gli occhi azzurri di Fate assistettero ad una sorta di fenomeno di possessione di massa. La voce baritonale del capo dei sacerdoti si trasfigurò in una molto più profonda e inquietante. Dalla sua bocca proruppero parole che suonavano come un'aperta minaccia per il seguace di Hades. Quest'ultimo, insieme ai cinque uomini presenti all'interno del Tempio Funerario di Pepi II, avrebbero dovuto necessariamente piegarsi ai desideri del fantomatico "Re delle Tombe". Unirsi al suo esercito come suoi umili servitori. Non c'erano dubbi si sorta sul fatto che quello era il nemico che Fate doveva abbattere, se voleva completare con successo la sua missione.

§ Quel gradasso avrà la lezione che si merita. Ha bisogno di ricordare la potenza sprigionata da un dio mio pari. §

Fate riprese la propria naturale compostezza. Ciò avvenne anche in virtù del fatto che i cinque monaci si erano liberati dall'influsso estraneo per mezzo dell'energia della sfera elementale. Toccandola in un ultimo disperato tentativo di strenua resistenza mentale, i benefici effetti prodotti dai poteri dei Veri dei dell'antico Egitto, avevano definitivamente purificato quei mortali dalla possessione malvagia annidata all'interno del loro animo. Ci volle diversi minuti di paziente attesa per farli riprendere a sufficienza affinché potessero dispensare altri utili verbi, ma lo specter della Terra Obbligata non aveva alcuna fretta di andarsene da quel luogo.
Egli doveva essere messo al corrente di ogni particolare, prima di intraprendere il suo prossimo viaggio con lo scopo di fronteggiare la minaccia del "Re delle Tombe". Inoltre, quando gli venne detto che l'esercito di sabbia lo attendeva al varco per fermarlo e... che erano stati proprio i cinque sacerdoti sotto possessione a rimetterli in movimento, Fate comprese le loro reali identità. Adesso poteva avere piena fiducia in coloro che in un passato ormai dimenticato dalla maggior parte della popolazione terrestre, si erano rivelati essere i servi umani più devoti e capaci mai avuto in millenni interi di esistenza come creatura sovrannaturale.
Il calvo uomo in armatura e i quattro monaci dovevano essersi volontariamente sigillati in qualche punto remoto delle rovine della vasta necropoli egiziana, sperando un giorno di rincontrare il proprio dio così da poterlo servire nuovamente così come avevano fatto in un'altra lontana era. Purtroppo per le loro, il primo ad averli scoperti fu il "Re delle Tombe", il quale non ci pensò un momento a piegarli ai suoi perversi bisogni. Un motivo in più per sconfiggere quel malefico impostore. Fate avrebbe permesso ai suoi devoti subalterni di riscattarsi per la propria debolezza d'animo. I cinque mortali, dunque, si chiusero in cerchio intorno alla bianca sfera elementale, compiendo con grande concentrazione un rito che avrebbe consentito all'albino di riacquistare le sue forze e, al tempo stesso, interferire con i piani dell'usurpatore.