Armageddon: Ghiaccio e Sangue

L'Armageddon su Asgard

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    Legenda:
    Narrato -Pensato - Parlato




    Ciò che accadde negli attimi successivi all'esplosione sembrò durare un'eternità. L'artiglio era andato a segno, nonostante la resistenza del drow, ed era riuscito a danneggiare l'armatura e probabilmente anche il braccio dell'avversario. Genlon maledisse il genere umano, attribuendogli la responsabilità di quanto stava accadendo. Al Celebrante quasi venne da ridere, quando Valmhur si fece strada nella sua mente:

    Sì, sì, le solite balle. Loro distruggono il mondo perchè voi siete stupidi, quindi la colpa è vostra. E siccome siete stupidi dovete morire tutti perchè loro possano avere una giustificazione per farvi saltare in aria. Andiamo, ragazzo, tappagli la bocca una buona volta!

    Ma lo stregone evocò le ombre, per inghiottire l'anima del Celebrante e metterlo fuori gioco definitivamente. Guerrieri che aveva incontrato in passato, uomini valorosi, apparvero dalla nebbia attorno alla mente di Siegfried. Erano lì per lui, per abbracciarlo, pronti ad accoglierlo come uno di loro, a condurlo nel Valhalla.

    La volontà del cavaliere non vacillò, ma si sentiva svuotato della sua forza: era stanco, stanco delle mille battaglie, delle vite perse a causa di mali ignoti e più antichi della terra stessa. Ma qualcosa... qualcosa in lui non voleva cedere. L'immagine di Edgar, lo sguardo che gli rivolse quando stava per sacrificare la propria vita per il bene del nord, gli si materializzò davanti agli occhi. E via via quella di tutti coloro che aveva incontrato dal suo ritorno ad Asgard, fossero stati i più leali amici o i più valorosi avversari.

    Io... non... non posso. Edgar... Valmhur... Balmung... io non... posso... ancora... morire... non... cederò... ORA!!!

    ...figlio.

    E fu la luce. La mente di Siegfried stava tornando alla realtà, mentre un corvo con un solo occhio gli si materializzava davanti: era il padre Odino, non stava sognando. Circondandolo con un vortice di piume nere il dio lo stava liberando dalla maledizione di Genlon, gli parlava, aveva ancora bisogno di lui, gli donava nuova forza: e mentre i suoi occhi tornavano a vedere, si rese conto dell'origine della luce.

    Valmhur, immancabilmente testarda, era puntata al cielo a formare una sorta di nuovo Bifrost tra due mondi.

    Forza, razza di ritardatari!!! Possibile che qui dobbiamo fare tutto noi, e voialtri sempre nel palazzo a mangiare e bere?!?! Datevi una mossa, stupidi pelandroni scansafatiche!!!

    L'esercito del Nord stava tornando, ed era pronto a combattere come nel Vigrid. La voce di Frigga risuonava nelle menti dei cavalieri, calda e avvolgente, ma chiedeva tempo. Tempo per salvare Asgard. Siegfried si rimise in piedi, lentamente, e alzò lo sguardo verso il suo avversario. Gli occhi gli brillavano di rinnovato vigore, e sembravano decretare la sentenza di ciò che era inevitabile. Poche, inequivocabili parole.

    Ora, sei mio.

    La battaglia infuriava, i Cavalieri del Nord combattevano con una furia mai vista. Thorfinn aveva ritrovato il giusto slancio per affrontare il gigante, grazie all'aiuto di Thor. Cupidigia e Malasorte, le due mostruosità che erano emerse dai portali, avrebbero avuto vita breve contro la forza di Thor e Heimdall. E Genlon sarebbe andato all'inferno. Il cosmo di Siegfried divampò in entrambe le braccia come mai prima di quel momento, sembrava che un'esplosione di luce accecante avrebbe distrutto il campo di battaglia in pochi attimi: ma la stessa luce iniziò a condensarsi nelle mani del Cavaliere, pronta a raggiungere il proprio obiettivo. Per un attimo, il Celebrante di Odino non udì più nulla... poi, colpì.

    OCCHI... DEL... DRAGO!!!

    Due enormi sfere di energia si materializzarono e viaggiarono ad una velocità mai vista prima verso il bersaglio, che avrebbe cercato di resistere... ma stavolta il colpo sarebbe stato davvero molto duro.

    Bla bla bla, e poi attacco. Sieg non è consapevole di attaccare anche i sensi, quindi ho messo un effetto scenico per la prima volta... e vado a colpire l'udito. Ammesso di prenderlo, mi chiedo come si possa sentire un elfo, che storicamente ha i sensi ipersviluppati, quando ne perde uno di colpo. Magari ne risente più di quanto ne risentirebbe un cavaliere umano, che dite? Poi l'udito, per un elfo... :asd:






    Info.


    Condizione Fisica: Illeso.
    Condizione Psicologica: Pronto a morire e altrettanto deciso di portarsi all'inferno quanti più nemici possibile.
    Nome e stato Cloth: Alpha UMA, Integra. (Lv.VII)
    Abilità Usate:

    Resistenza Fisica: Caratteristica abilità di alcuni guerrieri del Nord, Siegfried possiede una eccezionale resistenza agli attacchi fisici e cosmici, dono ricevuto dopo essersi bagnato nel sangue del Drago Bifronte.
    Forza Interiore: Siegfried è il favorito di Odino. Il mito vuole che riuscì a sconfiggere il Drago Bifronte grazie, oltre alle sue abilità in battaglia, ad una forza interiore superiore a quella dei normali esseri umani. Questa sua capacità gli permette di "produrre" una potenza cosmica superiore rispetto ad un cavaliere di pari forza; tuttavia non è in grado di raggiungere la forza di guerrieri con il cosmo a lui superiore.
    Arte del Combattimento: Oltre ad vere una conoscenza specifica nelle arte marziali che lo rende esperto nella lotta a mani nude, Siegfried è in grado di maneggiare qualunque arma da corpo a corpo e qualunque arma da lancio e da tiro. Inoltre è l’unico al mondo che può maneggiare Mimung, spada dalla grande lama consacrata ad Odino con la quale sconfisse il Drago Bifronte del Nord. La benedizione apposta dal Dio impone che solo il Cavaliere del Nord possa impugnare l'arma; chiunque ci provi subirà alle braccia gravissimi danni da freddo, un comune mortale potrebbe perdere anche la vita. Nessuno lo ha mai visto combattere utilizzando l’arma, tuttavia si dice che Siegfried non abbia mai perso un duello impugnandola…

    Tecniche Usate:
    Occhi del Drago: Colpo prerogativa della Cloth di Alpha UMA. Siegfried concentra il cosmo nelle braccia assumendo una posizione di guardia; subito dopo, lasciando sguarnite le difese per una brevissima frazione di secondo, scaglia due potenti sfere di energia dal diametro di un metro ciascuna che esplodono a contatto con l'avversario, provocandogli danni da cosmo e da deflagrazione.



     
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    Ghiaccio e Sangue

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    Finn
    Dragmor non si muove di un millimetro, ne di fronte al diversivo, ne di fronte al tuo assalto.
    Semplicemente avanza, colmo d'ira.
    Il tuo attacco lo colpisce in pieno con un enorme bagliore ma, dopo esser caduto in ginocchio per l'impatto, il mostro si rialza subito, con il viso bruciato e contuso e, sollevato lo scettro, lo abbassa lanciando un terrificante urlo.
    Quando la punta del bastone colpisce il suolo una terribile onda d'urto carica di energia oscura divampa travolgendo tutto ciò che lo circonda... te compreso.

    Tyg
    Genlon è incredulo, quando il tuo assalto lo sorprende.
    Una coltre di tenebra lo avvolge per proteggerlo ma è troppo tardi.
    Le sfere esplodono scagliandolo a terra.

    Lo vedi rialzarsi, ma sembra stordito ed inizia a gridare d'odio.

    "Che maleficio è questo!?"

    Continua ad urlare.
    Fatica a reggersi, fino a che, piantando la spada a terra e usandola come appoggio, inizia a pronunciare blasfeme parole nella sua lingua.
    Il terreno inizia a spaccarsi e dieci serpenti di tenebra ne fuoriescono, pronti ad avventarsi su di te.
    I serpenti coprono completamente Genlon alla vista.
    Con una velocità incredibile si scagliano verso di te con l'evidente scopo di dilaniarti e stritolarti.





    Ben.
    La bordata è molto potente, se ti colpisce senti i tuoi pensieri confusi, pessimisti, come se il contatto con quell'energia ti facesse calare lo spirito combattivo

    Tyg.
    I serpentoni sono resistenti come uno scudo energetico, quindi molto.
    Ogni loro colpo andato a segno causa dolori atroci.

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    Edited by ~S i x ter - 9/4/2023, 20:33
     
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    Armageddon!



    Un sonoro HAHA! uscì dalla bocca del barbaro quando constatò che il suo pugno aveva quasi buttato a terra Dragmor - Resta sulle ginocchia, bastardo. - Quasi pregò nella sua mente mentre i piedi, toccata terra, reagirono portandolo a rinculare di un paio di metri con un salto. La luce abbagliante del fulmine sparì con la velocità che solo la folgore possiede e ciò che accadde dopo lasciò amaramente deluso colui che l'aveva richiamata dal pugno chiuso: Il generale delle aberrazioni era ancora vivo, il suo viso deforme era bruciato in più punti e la pelle bianco-grigiastra annerita e sciolta lì dove la mano del god warrior aveva colpito, ma gli occhi di fuoco, quelli erano ancora intatti e puntavano al loro astante con intenzioni per niente positive.

    Rialzatosi in piedi Dragmor eruppe in un grido che era in verità un ruggito che mai nessuna fiera era stata capace di emettere, in contemporanea con il mostruoso verso il grosso scettro da guerra che stringeva nella mano da troll toccò terra e da quel momento un infernale energia oscura, simile a quella che fungeva da matrice alla fiamma che aveva quasi ammazzato il barbaro, si liberò spazzando a tappeto tutto ciò che stava intorno al suo creatore.

    Figlio di un-

    Thorfinn non riuscì a concludere la frase, il suo cosmo bruciò giusto quel po' che gli serviva ad erigere una difesa elementare e priva di una parvenza d'efficacia. La luce bianca e azzurrina del cosmo partì dalle braccia incrociate tra viso e petto innalzando una coltre semi-trasparente di energia che prese a girare attorno al corpo di Finn, questo attutì, anche se di poco, i danni che l'ondata di energia causò. Puntando i piedi in avanti insieme al peso del suo corpo il barbaro riuscì, non senza sforzo, a restare nel punto in cui si era prima fermato. Il campo di energie che lo proteggeva fece il suo dovere solo parzialmente deviando lievemente l'essenza oscura del colpo nemico così da diminuire la forza di impatto che essa ebbe sul corpo del barbaro; questi non voleva darsi per vinto così rapidamente ma il suo cuore, che batteva all'impazzata, per un attimo ebbe un sussulto. Un nodo alla gola e uno alla bocca dello stomaco, flash confusi dei guerrieri caduti nello shiedlwall, il vecchio Ragnar che moriva trafitto da più lance, il viso di sua sorella Faen oramai sgonfio e ridotto a brandelli di pelle su ossa grige.

    L'ultima pressione della spinta energetica lo fece stranamente indietreggiare di un paio di passi.
    Era la notte di Valpurga...e io non c'ero. Si ritrovò a sussurrare a sè stesso Avrei fatto la differenza? La sto facendo forse ora? si chiedeva con l'animo in balìa di un inaspettato tormento.

    Le braccia si aprirono quasi inconsciamente, le nove dita dischiusero i palmi delle mani, cosmo bicolore avvolto da scariche viaggiò rapido e luminescente tra le crepe dei bracciali dell'armatura di Sleipnir, aria gelida nei polmoni uscì dal naso formando due piccole nuvole di fumo. Quei pensieri non l'avrebbero sconfitto, il timore che tutto fosse perduto per causa sua non lo fermò ma sentì che qualcosa dentro di se stava riducendo la convinzione nelle sue azioni e doveva porvi rimedio nell'unico modo che conosceva. Colpire ancora, colpire più duro!

    La folgore nella mano sinistra si avvolse su sè stessa come un serpente tra le sue spire e poi venne lanciata in direzione di Dragmor sottoforma di sfera della grandezza di un elmo che, roteando su se stessa, avrebbe di poco evitato il cornuto avversario esplodendogli nelle vicinanze l'ennesima finta per creare confusione nel nemico serviva solo ad abbagliarlo e prendere tempo mentre il costrutto di ghiaccio nella mano destra prendeva forma. La testa massiccia ed il manico snello dell'arma appena creata pesavano quanto un fuscello tra le dita del god warrior il quale, con un singolo scatto in avanti fece roteare il braccio armato un paio di volte prima di scagliarlo verso l'aberrazione. Il doomhammer, lanciato nella sua forma solida avrebbe dovuto perderla al contatto col bersaglio in favore di una liquida in grado di causare il profondo congelamento nel corpo dell' avversario.



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    Nome:Thorfinn
    Cloth: God Robe di Beta UMA - Sleipnir (Crepata e sciolta in più punti)
    Status: Leggermente abbattuto
    Energia: Rossa - temporaneamente portata a Suprema
    Rapporto danni: Dolore esteso tutta la zona frontale del corpo, mitigato presso il petto e il viso.
    Riassunto azioni:

    Tecniche e Abilità usate:
    Asgard Bless ~
    Il god warrior è sempre stato sottoposto alle intemperie, al potere del fuoco ed al gelo di Asgard. Presso la gelida terra ove risiede egli accoglie il sole del meriggio così come il gelo perenne dei ghiacci. In termini pratici il guerriero ha una naturale resistenza a condizioni di bassissime/altissime temperature dovute a cause naturali, come un vero asgardiano sfida la tempesta di neve mandata dagli Aesir e il fuoco dei vulcani così il guerriero rimane impassibile alla morsa del freddo di madre natura e dal calore del fuoco della terra potendo, però, restar comunque vittima degli elementi creati da un cosmo avverso.(passiva - "Resistenza a basse e alte temperature")

    Doom hammer ~
    Nonostante il suo nome, Doomhammer è un'arma del bene, portando rovina ai nemici e difendendo l'onore di Asgard questa tecnica genera una delle armi più devastanti nell'arsenale del God Warrior. Questo martello da battaglia composto di puro ghiaccio dalla colorazione blu presenta sui lati della testa il cavallo a sei zampe, simbolo della robe, e racchiude il potere del "Universal Freezing". Infatti, oltre ad essere una possente arma da corpo a corpo col potere di congelare ogni superfice vi impatti contro, il doomhammer può essere usato, colpendo con forza il suolo, per congelare tutto ciò che circonda il caster in una vasta area attorno al guerriero di Asgard, in seguito al congelamento andrà ad impattare sull'area un'ondata di puro cosmo fiammeggiante che frantumerà e brucierà tutto ciò che è caduto in preda alla morsa congelante così da portare a termine il suo lavoro distruttivo. (Area d'estensione massima consentita dall'energia in possesso).
    Variante da lancio: Se lanciato il Doom Hammer si rivela un'arma da impatto e congelante dal potere sorprendente, infatti la sua forma solida, all'impatto col bersaglio, andrà a perdersi per favorirne una semi-liquida che vedrà il bersaglio ricoperto di ghiaccio in grado di bloccarlo completamente e lasciarlo alla mercè del cavaliere di Odino.

    Thor's gift ~
    Il dono di Thor è la sua folgore, forza prodigiosa dal dio usata per combattere gli Hrímþursar, giganti di ghiaccio di Niflheimr. Il god warrior può richiamare, grazie al suo cosmo, la potenza del fulmine e quindi dell'elettricità; il solo contatto con questo tipo di energia può causare danni da elettrocuzione, meglio conosciuta come folgorazione, il corpo viene attraversato dall'energia così rapidamente da non essere in grado di reagire prontamente al suo effetto è scosso da spasmi fino al soffocamento, alla fibrillazione e all'arresto cardiaco. Sulla pelle e sul corpo la folgore causa ustioni per scioglimento della pelle e bruciature dolorose, gli organi colpiti invece sono soggetti a danni di più grave entità come perdita dei sensi, danni cerebrali gravi. Se utilizzata al massimo della sua potenza la folgore di Thor è capace di causare enormi danni e di sterminare i più coriacei tra i nemici.


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    Legenda:
    Narrato -Pensato - Parlato




    Il colpo era andato a segno, ma c'era qualcosa di strano nel suo avversario. Genlon faticava a mantenere l'equilibrio e si portava le mani alle orecchie, pru continuando a mantenere l'elmo sulla testa. Che qualcun altro fosse intervenuto nello scontro, per offrire all'asgardiano una ulteriore possibilità di vittoria? Siegfried non lo sapeva, ma era abbastanza sicuro di no. Se c'era qualcosa che si verificava puntualmente in battaglie come quella, era che un aiuto insperato era sempre accompagnato da una manifestazione - che fosse una voce nella mente, l'apparizione di un guerriero sul campo di battaglia, o l'evocazione di un intero esercito. No, era stato lui... in qualche modo: e non era il momento di tergiversare.

    Con voce carica d'odio, il drow iniziò a parlare nella sua lingua con un tono di voce costante; mentre recitava quella litania, il cavaliere fece divampare il suo cosmo pronto a difendersi dalla nuova diavoleria del suo avversario: fece appena in tempo a rendersi conto che le tenebre della spada dell'elfo nero si stavano condensando in qualcosa di strisciante. Serpenti.

    Dannati incantesimi...

    I rettili erano belli grossi, e sembrava si dipartissero dalla spada; l'avversario del Celebrante era nascosto alla vista, di certo quei serpenti gli sarebbero serviti anche da diversivo per scappare.

    Hah, e pensi che io te lo lasci fare???

    I serpenti, una decina, scattarono in avanti: Siegfried contava sulla velocità data dai poteri di Valmhur e di Odino per ridurre i danni, ed evitò due teste scartando lateralmente. Poi si mise a correre, cercando di aggirare gli ostacoli per arrivare al suo bersaglio, ma quegli esseri erano troppi e veloci: a quel punto l'unica soluzione era un attacco a vasta area, sperando di provocare più danni possibile ai serpenti e, soprattutto, a chi li aveva evocati. C'era solo un problema: neanche lui ne sarebbe uscito indenne, a meno di non avere molta fortuna.

    Si mise nuovamente a correre, fintando con il corpo in modo da trovare l'attimo giusto per colpire. Il drow continuava a recitare la sua litania e a sghignazzare sguiatamente, sicuro della vittoria. Dopo aver evitato uno dei serpenti che aveva mirato alle gambe saltando verso l'alto e in avanti per avvicinarsi il più possibile all'obiettivo, Siegfried vide finalmente un varco nelle difese. Vide Genlon. Vide i serpenti che stavano per scattare nuovamente, ma lasciandogli una frazione di secondo in più che gli permise di portare il proprio attacco.

    Tappati quella maledetta bocca!!! HEAVEN'S STOOOOOOORMMM!!!!!!

    I raggi di luce si abbatterono con violenza verso il campo di battaglia ed i suoi occupanti. Le braccia del cavaliere erano tese in avanti, quasi volessero afferrare ogni singolo essere alla sua portata che si potesse muovere contro di lui; Siegfried era abbastanza sicuro di aver spazzato via almeno una parte dei rettili, ma il colpo era indirizzato sia a loro che all'elfo nero. Tuttavia dalla luce vide sbucare tre chiazze nere, che in un attimo si delinearono nel campo visivo: tre bocche dentate e sibilanti saettarono verso di lui. Nell'attimo successivo, il cavaliere del Drago Bifronte avvertì tre fitte che quasi gli mozzarono il respiro. La spalla sinistra. Il fianco destro. Il polpaccio sinistro. Il cavaliere si rese solo conto del dolore, in quell'attimo non fu in grado di capire se si fosse rotto qualcosa o il danno reale che i serpenti potevano avergli fatto...

    Nell'atterraggio, non riuscì a mantenere l'equilibrio per il dolore alla gamba sinistra e cadde in ginocchio. Respirava affannosamente, ma non era ancora pronto ad arrendersi o ad andare a riposarsi. Aveva un lavoro da terminare e lo avrebbe completato, a costo della propria vita. A fatica, alzò gli occhi verso l'avversario iniziando a canalizzare nuovamente il cosmo, stavolta nella sua mano destra. Aveva appena deciso la prossima mossa.

    Ok, penso si capisca. Tento di fare un pò di dribbling, finalmente trovo il momento buono per poter attaccare in modo da fare più male possibile; l'heaven's storm è a larga area, cerco di colpire i serpenti e anche Genlon. Dato che mi sembrava eccessivo riuscire a far fuori i rettili senza beccarmi almeno un morso, ho optato per tre colpi sparsi. Nella parte finale concentro il cosmo in preparazione della prossima mossa. Nota che Sieg non ha realizzato che è lui a togliere i sensi a Genlon, quindi per ora la cosa è istintiva; il "tappati la bocca" sta a significare che se l'attacco va a segno, l'obiettivo stavolta è il gusto... difficile pronunciare incantesimi con la lingua felpata :asd:




    Info.


    Condizione Fisica: Ferite sparse, affaticato dalla battaglia.
    Condizione Psicologica: Pronto a morire e altrettanto deciso di portarsi all'inferno quanti più nemici possibile.
    Nome e stato Cloth: Alpha UMA, Integra. (Lv.VII)
    Abilità Usate:

    Resistenza Fisica: Caratteristica abilità di alcuni guerrieri del Nord, Siegfried possiede una eccezionale resistenza agli attacchi fisici e cosmici, dono ricevuto dopo essersi bagnato nel sangue del Drago Bifronte.
    Forza Interiore: Siegfried è il favorito di Odino. Il mito vuole che riuscì a sconfiggere il Drago Bifronte grazie, oltre alle sue abilità in battaglia, ad una forza interiore superiore a quella dei normali esseri umani. Questa sua capacità gli permette di "produrre" una potenza cosmica superiore rispetto ad un cavaliere di pari forza; tuttavia non è in grado di raggiungere la forza di guerrieri con il cosmo a lui superiore.
    Arte del Combattimento: Oltre ad vere una conoscenza specifica nelle arte marziali che lo rende esperto nella lotta a mani nude, Siegfried è in grado di maneggiare qualunque arma da corpo a corpo e qualunque arma da lancio e da tiro. Inoltre è l’unico al mondo che può maneggiare Mimung, spada dalla grande lama consacrata ad Odino con la quale sconfisse il Drago Bifronte del Nord. La benedizione apposta dal Dio impone che solo il Cavaliere del Nord possa impugnare l'arma; chiunque ci provi subirà alle braccia gravissimi danni da freddo, un comune mortale potrebbe perdere anche la vita. Nessuno lo ha mai visto combattere utilizzando l’arma, tuttavia si dice che Siegfried non abbia mai perso un duello impugnandola…

    Tecniche Usate:
    Heaven's Storm: Come una danza di raggi, così diparte il colpo di Siegfried. Centinaia di raggi che si crean al movimento delle braccia del Cavaliere del Nord, come a voler ricreare il movimento della leggendaria spada che fu dell'antico Siegfried ai tempi dei miti nordici. La spada leggendaria chiamata Gramr e commemorata dal guerriero attraverso il possesso dello zweihander Mimung, arma a lui assegnata. Il mito narra che Gramr fosse una spada invincibile, da cui questo colpo trae le sue origini. Quando questo colpo va a segno, causa danni da cosmo e da deflagrazione.



     
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    Ghiaccio e Sangue

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    Finn
    Dragmor sorride al primo assalto e lo neutralizza con due raggi incandescenti generati dai suoi occhi.
    Quando dal bagliore della collisione esce l'enorme martello di ghiaccio si limita a sollevare l'enorme spada per tagliarlo.
    Con sua sorpresa il costrutto diviene liquido investendo la gran parte del lato sinistro del suo torace, congelandolo letteralmente.
    Prima accoglie la cosa con un ruggito, poi inizia a ridere.

    "Piccolo barbaro, era tempo che non mi divertivo così!"

    Poi getta lo scettro dalla mano destra e con questa spezza letteralmente il braccio sinistro a partire dalla spalla.
    Dal moncherino iniziano a fuoriuscire pennacchi di nebbia viola che si intrecciano come tentacoli, andando a ricreare il braccio.
    Fiamme oscure avvampano dal suo corpo sciogliendo il resto del ghiaccio.
    Sebbene la sua struttura fisica sia nuovamente intatta noti la stanchezza causata dal procedimento.
    Il suo respiro è più pesante e il viso tirato.

    Non attende però a contrattaccare, con un balzo si porta a circa dieci metri da te, sollevando un'esplosione di polvere e detriti.
    Coperto da questa coltre svanisce nella nebbia e riappare al tuo fianco destro.
    Due braccia nascono dal suo addome con l'obiettivo di avvinghiarti, mentre con le due principali il suo obiettivo è quello di abbatterti con una tempesta di pugni avvolti da tutto il suo oscuro potere.

    Tyg
    Genlon richiama i serpenti creando uno scudo con i loro corpi.
    La luce li fa a brandelli, perdendo la maggior parte del suo potere.
    Pochi raggi scalfiscono l'elfo oscuro, sorpreso di nuovo da una triste novità.
    Cerca di parlare, ma solo rantoli e grigniti fuoriescono.
    Al chè ti fissa con uno sguardo d'odio indescrivibile.
    Il suo respiro si fa sempre più pesante, come se si preparasse a caricarti a testa bassa.
    Le tenebre iniziano a sorgere attorno a lui, avvolgendolo e divenendo un enorme grumo, più grande dei serpenti sorti prima.

    Il ruggito che senti provenire dalla coltre di tenebra non promette nulla di buono e quanto l'oscurità si disperde puoi vedere l'ultimo incanto della tua nemesi.

    [img]

    Grande come il mastio di Asgard innanzi a te si erge un enorme serpente dalla pelle come roccia. La sua testa è una riproduzione grottesca di un teschio umanoide e lunghe ali partono dalle spalle. La sua enorme coda falcia sia i suoi uomini che i cavalieri del nord.
    Braccia sottili e artigliate si trovano ai lati della testa, braccia che usa immediatamente.

    Con una velocità impressionante colpisce la terra innanzi a te, generando numerosi crepacci che corrono fin sotto i tuoi piedi, mentre spalancando la bocca scaglia verso di te un cono di energia enorme dal colore della pece, pronto a travolgerti una volta per tutte.





    Ben.
    La situazione è semplice, il tipo viene colpito dal tuo attacco, recupera il braccio, crea un diversivo e compare accanto a te per macellarti di cazzotti lanciati al massimo del potere (energia suprema +).

    Tyg.
    Anche qua la situazione è semplice, Genlon diventa una bestia immensa, crea un piccolo terremoto e dei crepacci per destabilizzarti per poi scagliarti una bordata di energia al massimo del potere (energia suprema +).

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    Edited by ~S i x ter - 9/4/2023, 20:33
     
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    Armageddon!



    Thorfinn, col fiatone per lo scontro, sgranò gli occhi in un moto di rabbia ed incredulità quando vide che il mostruoso avversario si mozzò il braccio congelato.
    La nebbia che ne uscì dal moncherino, viola come la bruma che aveva avvolto le mura di Asgard, ne sostituiva il sangue.

    - Che maledettissima mostruosità è mai questa? -

    Si ritrovò a pensare mentre studiava la faccia deforme di Dragmor, la quale pareva vibrare alla luce tremante delle fiamme oscure che scioglievano il ghiaccio restante del Doomhammer. Il tempo che il nuovo braccio, intatto, si solidificò dal fumo colorato e Finn notò l'espressione affaticata e furiosa del nemico che mostrava una chiostra di denti aguzzi e giallastri stretti a serrare la mascella storta.

    - Se si stanca vuol dire che può anche cedere...-

    Il pensiero speranzoso del barbaro venne interrotto dal balzo improvviso di Dragmor, l'aberrazione aveva alzato un bel polverone di ghiaccio e detriti che bloccò la visuale del god warrior, il quale ebbe giusto il tempo di prender fiato e iniziare a bruciare il cosmo prima di perdere completamente di vista anche la figura smussata dal fumo che stava puntando con attenzione.

    In un baleno quello che gli stava a un paio di manciate di metri di distanza parve comparire al fianco di un impreparato Thorfinn che, ancora intento a bruciare il cosmo, non riuscì a far altro che alzare le braccia, convinto di doversi difendere da un colpo proveniente dalla più alta posizione dell'imponente Dragmor. Nella confusione di quegli scatti, fin troppo svelti per la stamina residua del barbaro, questi non aveva adocchiato se non all'ultimo momento, i nuovi arti nemici che lo afferrarono, ancora a braccia alzate, per i fianchi all'altezza delle costole.

    Se non fosse stato per la difesa precaria dell'armatura e del cosmo la cassa toracica del guerriero nordico sarebbe finita in polvere e i suoi polmoni in poltiglia.

    A braccia alzate, messe in posizione incrociata, Thorfinn si apprestò senza fiato, a
    difendere la testa, parzialmente scoperta, dalla gragnola di pugni che Dragmor si mise a dispensare senza parsimonia. Ad ogni colpo subito le braccia parevano voler cedere mentre sentiva lo scricchiolare dei bracciali della god robe che, incredibilmente, stava inziando a perdere quella che sembrava polvere del metallo semi-divino di cui era composta. Lo sguardo basso del barbaro cadde sugli occhi mezzi sciolti e spaccati della testa equina sul bracciale destro e, nonostante il suo personale modo di venerare gli dèi ed i loro simboli, sentì il sangue ribollire come davanti al più sacrilego ed inaccettabile degli eventi.

    A denti stretti, sotto una tempesta di pugni e con l'animo in frantumi al pari della sua armatura, il guerriero decise di agire nel più diretto e pericoloso dei modi. Attese, dolorante e paziente, di comprendere quale fosse la finestra di spazio, seppur minima, tra un colpo e l'altro e quando l'ebbe trovata rilasciò il suo cosmo presso le mani. Le nove dita del barbaro divennero artigli di ghiaccio avvolti dal magico fuoco di Sleipnir quando le braccia si aprirono in un flash ascendente causato dall'esplosione di pura ed innocua luce, ennesimo dono della folgore di Thor. Con l'intenzione di sfruttare quel fatidico attimo Thorfinn spinse in avanti le mani armate cercando il volto e gli occhi di Dragmor così da poter affondare le sue nuove armi il più profondamente possibile nella testa nemica. Il poco fiato del barbaro divenne un ruggito quasi animale, chiunque avesse avuto orecchie per sentire, in quell'istante sarebbe stato raggiunto da un singolo grido disperato e furente:

    DEYJA!

    qko4




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    Nome:Thorfinn
    Cloth: God Robe di Beta UMA - Sleipnir (Crepata e sciolta in più punti - bracciali prossimi alla distruzione)
    Status: Abbattuto - Furente
    Energia: Rossa - temporaneamente portata a Suprema
    Rapporto danni: Dolore esteso tutta la zona frontale del corpo, mitigato presso il petto e il viso. Fiato corto. Torso compresso e dolorante. Braccia ricoperte di ematomi. Microfratture agli avambracci.
    Riassunto azioni:
    Nel tentativo di difendersi da un ipotetico attacco dall'alto alzo le braccia e le incrocio ma così le braccia inferiori del nemico mi stringono il torso (fianchi e torace) schiacciandolo. Mi difendo a malapena dai pugni con le braccia e abbassando la testa. Creo la tecnica "frostfire claws" mentre cerco l'attimo per agire tra un pugno e l'altro. Con l'abilità acquisita da Thor creo un flash di luce innocua, grazie a una folgore ascendente non puntata al nemico, così da sfruttare la sua eventuale sorpresa per aprire le braccia e allungarle per conficcare gli artigli nella faccia del nemico e, nel migliore dei casi, arrivare a quello che c'è nella testa XD
    Tecniche e Abilità usate:
    Asgard Bless ~
    Il god warrior è sempre stato sottoposto alle intemperie, al potere del fuoco ed al gelo di Asgard. Presso la gelida terra ove risiede egli accoglie il sole del meriggio così come il gelo perenne dei ghiacci. In termini pratici il guerriero ha una naturale resistenza a condizioni di bassissime/altissime temperature dovute a cause naturali, come un vero asgardiano sfida la tempesta di neve mandata dagli Aesir e il fuoco dei vulcani così il guerriero rimane impassibile alla morsa del freddo di madre natura e dal calore del fuoco della terra potendo, però, restar comunque vittima degli elementi creati da un cosmo avverso.(passiva - "Resistenza a basse e alte temperature")

    Frostfire claws ~ (Offensiva)
    Presso le dita il cavaliere genera artigli di ghiaccio avvolti da cosmo incandescente. Queste pratiche quanto infide armi sono capaci di fendere a mò di lame tutto ciò che incontrano generando un duplice effetto, infatti i fendenti multipli sono capaci di causare ustioni profondissime attorno al punto del bersaglio colpito mentre l'interno della ferita subita riscontrerà danni da congelamento. La particolare creazione di questa tecnica permette di combattere sia a distanza che nel corpo a corpo in modo agevole.

    Thor's gift ~ (Diversivo)
    Il dono di Thor è la sua folgore, forza prodigiosa dal dio usata per combattere gli Hrímþursar, giganti di ghiaccio di Niflheimr. Il god warrior può richiamare, grazie al suo cosmo, la potenza del fulmine e quindi dell'elettricità; il solo contatto con questo tipo di energia può causare danni da elettrocuzione, meglio conosciuta come folgorazione, il corpo viene attraversato dall'energia così rapidamente da non essere in grado di reagire prontamente al suo effetto è scosso da spasmi fino al soffocamento, alla fibrillazione e all'arresto cardiaco. Sulla pelle e sul corpo la folgore causa ustioni per scioglimento della pelle e bruciature dolorose, gli organi colpiti invece sono soggetti a danni di più grave entità come perdita dei sensi, danni cerebrali gravi. Se utilizzata al massimo della sua potenza la folgore di Thor è capace di causare enormi danni e di sterminare i più coriacei tra i nemici.


    Note: Nel caso sembri un errore, Finn ha 9 dita. La motivazione del mignolo sinistro mancante la si può leggere nell'auto-add.

     
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    I dolori si facevano sentire, ma il colpo era andato a segno. I serpenti avevano fatto dietrofront, richiamati dal loro evocatore, solo per essere investiti da una pioggia di schegge di luce e venire letteralmente spazzati via, mentre Genlon accusava il colpo. Ma la cosa strana fu un'altra: il drow si rimise in piedi, e non sembrava più essere in grado di parlare. Tossiva e rantolava, e ogni tanto si portava ancora le mani alla testa.

    Ma che diavolo gli prende? Sembra quasi che...

    E capì. Qualcosa lo aveva appreso dai libri della biblioteca di Asgard, e sapeva che anche Daya era in grado di farlo. Che Odino gli avesse concesso il dono di privare il suo avversario dei vari sensi? Aveva portato due attacchi contro l'elfo nero e, se aveva ragione, aveva in qualche modo rimosso i suoi sensi dell'udito e del gusto. Era quasi pronto a lanciare la Spada di Asgard, e stavolta avrebbe provato ad eliminare il senso del tatto; ma rimase paralizzato per un attimo quando vide lo sguardo di Genlon, che ormai si era liberato anche dell'elmo. Qualcosa stava per accadere, il respiro del suo avversario aveva preso una strana regolarità, i bianchi capelli scompigliati che si muovevano per opera di un vento che il Celebrante non riusciva a percepire. Poi, l'oscurità si scateno e lo avvolse completamente, diventando una nube sempre più grande e densa. Il ruggito che seguì riscosse l'asgardiano, che fece subito divampare il proprio cosmo al massimo delle proprie possibilità; l'adrenalina gli fece dimenticare i dolori al corpo, in quel momento si sentiva solo uno spirito di luce vendicativa e sapeva, lo sentiva fin dal profondo delle sue ossa, che stavolta Genlon non sarebbe scappato e si augurava che la forza donatagli dal Drago Bifronte nel momento in cui si bagnò nel suo sangue lo avrebbe aiutato a difendersi.

    Ed ecco che dalle tenebre comparve una sagoma che rievocava qualcosa di antico e selvaggio: una sorta di incrocio tra un serpente ed un demone, neanche se lo stesso Yormungandr avesse deciso di farsi vivo sul campo di battaglia, nonostante potesse avvolgere il mondo intero tra le proprie spire. Vide la sua coda frustare l'aria, travolgendo le fila dell'oscurità e anche i guerrieri del Valhalla, che anzichè cercare di ripararsi ebbero la reazione dei veri figli di Odino: rinforzarono i loro attacchi verso gli avversari. Ala comparsa di un nuovo, potente nemico, Beowulf lanciò un ruggito che fece pensare al Celebrante che lui stesso avrebbe voluto buttar giù quel serpente appena si fosse liberato degli avversari che lo dividevano da lui. Vide Wolfstaag lanciare il suo martello contro di lui, ma Genlon respinse l'arma con una delle braccia, sproporzionate e dotate di lunghi artigli che fendevano l'aria. Vide anche i guerrieri Ardenti e gli antichi Asgardiani dell'Orsa Maggiore attaccare tutti insiemi l'esercito nemico per lasciargli maggiore libertà contro l'avversario... quasi gli venne da ridere: Odino aveva scelto lui e lui soltanto, perchè era l'attuale Celebrante. E i guerrieri del Valhalla erano lì, tutti pronti ad accaparrarsi la gloria della battaglia finale. Decisamente tutti uguali, gli asgardiani... e lui era di certo degno di quei cavalieri.

    E va bene, Odino! Vuoi che tuo figlio combatta ancora per la sua terra? Vuoi che ti raggiunga nel Valhalla? Ebbene, lo farò... e mi porterò dietro le teste di un Drago Bifronte e quella di un dannato demonio drow!!!

    Senza pensare, scattò in avanti verso l'avversario che piantò a terra le braccia con velocità fulminea, generando una scossa di terremoto. Siegfried era in corsa e quasi rischiò di perdere l'equilibrio per cercare di scartare di lato, quando vide l'energia canalizzarsi verso le fauci del serpente. Un soffio di drago che sarebbe stato di potenza mai vista, questione di frazioni di secondo... e forse neanche Urzla stessa, che doveva essere ancora impegnata con il drago nero, sarebbe riuscita a contrastarlo. Miracolosamente, Siegfried riuscì a non cadere mantenendo la corsa e facendo bruciare il proprio cosmo al massimo: aveva solo una possibilità, e cercò di metterla in pratica.

    Amica mia, non so se stavolta sopravviverò... ma dovessi morire adesso, continuerai a chiamarmi stupido nel Valhalla!!!

    Un fugace pensiero diretto alla spada, poi un ultimo, velocissimo balzo diretto un pò più in basso delle fauci spalancate di Genlon. Nella sua mente si fece assoluto silenzio: fu lo stesso istante in cui il colpo del serpente esplose dalla bocca del rettile, lo stesso istante in cui Siegfried aveva puntato Valmhur dal basso contro la voragine nera da cui stava per scatenarsi l'energia distruttiva del male, lo stesso in cui la lama avrebbe indirizzato la sua tecnica finale contro l'avversario, e che mai aveva combinato insieme prima di quel momento.

    ...Fulgor Draconis.

    Entrambi i contendenti furono avvolti da un bagliore immenso, che fece voltare per un attimo tutti coloro che erano presenti sul campo di battaglia. Nessuno, forse neanche Odino stesso avrebbe potuto indovinare chi sarebbe sopravvissuto... e chi sarebbe morto.

    Siamo al dunque. Scena descritta, mentre Genlon si trasformava ho usato la tecnica delle scaglie del drago per aumentarmi la difesa cosmica in previsione dell'attacco successivo. Poi sono scattato in avanti cercando di arrivargli SOTTO LA BOCCA, per sparargli la mia tecnica finale a massima potenza valmhurizzata. magari io sono finito, però ho chiuso col botto e nessuno può dire di no.




    Info.


    Condizione Fisica: Ferite sparse, affaticato dalla battaglia.
    Condizione Psicologica: Pronto a morire e altrettanto deciso di portarsi all'inferno quanti più nemici possibile.
    Nome e stato Cloth: Alpha UMA, Integra. (Lv.VII)
    Abilità Usate:

    Resistenza Fisica: Caratteristica abilità di alcuni guerrieri del Nord, Siegfried possiede una eccezionale resistenza agli attacchi fisici e cosmici, dono ricevuto dopo essersi bagnato nel sangue del Drago Bifronte.
    Forza Interiore: Siegfried è il favorito di Odino. Il mito vuole che riuscì a sconfiggere il Drago Bifronte grazie, oltre alle sue abilità in battaglia, ad una forza interiore superiore a quella dei normali esseri umani. Questa sua capacità gli permette di "produrre" una potenza cosmica superiore rispetto ad un cavaliere di pari forza; tuttavia non è in grado di raggiungere la forza di guerrieri con il cosmo a lui superiore.
    Arte del Combattimento: Oltre ad vere una conoscenza specifica nelle arte marziali che lo rende esperto nella lotta a mani nude, Siegfried è in grado di maneggiare qualunque arma da corpo a corpo e qualunque arma da lancio e da tiro. Inoltre è l’unico al mondo che può maneggiare Mimung, spada dalla grande lama consacrata ad Odino con la quale sconfisse il Drago Bifronte del Nord. La benedizione apposta dal Dio impone che solo il Cavaliere del Nord possa impugnare l'arma; chiunque ci provi subirà alle braccia gravissimi danni da freddo, un comune mortale potrebbe perdere anche la vita. Nessuno lo ha mai visto combattere utilizzando l’arma, tuttavia si dice che Siegfried non abbia mai perso un duello impugnandola…

    Tecniche Usate:
    Scaglie del Drago: Siegfried assume una posizione di difesa totale. In questa posizione di guardia, il cavaliere può "parare" gli attacchi di natura fisica e di tipo cosmico, che grazie a questa difesa giungono al bersaglio con minore efficacia del normale per effetto del sangue del drago di cui Siegfried si è cosparso dopo averlo sconfitto.
    Folgore del Drago Nero: In nome di Odino, Siegfried è in grado di generare una potenza senza limiti. Espande il cosmo suo a dismisura e vi incanala tutta la sua rabbia e la sua furia distruttrice. Viene così generata una esplosione cosmica a 360° che può travolgere tutto ciò che incontra.





    Edited by Tygaer - 16/10/2013, 15:35
     
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    Ghiaccio e Sangue

    PUNTO




    Finn
    Dragmor viene abbagliato e interrompe per qualche istante la tempesta di colpi.
    Con un rapido gesto solleva il braccio sinistro e lo usa per schermarsi come può dal tuo assalto che gli recide l'avambraccio e crea un profondo taglio al suo collo.
    Il fuoco cauterizza il braccio tagliato che non può quindi rigenerarsi.
    Tra grida di dolore e di ira il mostro inizia a trasferire la sua forza agli arti inferiori che iniziano a diventare tagliole ossee, con l'obiettivo di tranciarti in due, quando una terribile esplosione vi travolge entrambi, facendovi schiantare contro il mastio di Asgard.

    Tyg
    L'esplosione causata dai due cosmi crea un enorme cratere nel cortile del palazzo.
    Parte dei due eserciti sono stati coinvolti e lentamente iniziano a riprendere le ostilità.
    L'ultima cosa che vedi prima di perdere i sensi sono le tue braccia quasi carbonizzate puntate in alto, la parte superiore della god robe è distrutta e senti che anche lo scudo che avvolge da sempre il tuo corpo sta venendo meno.
    Un ultimo sguardo di permette di vedere Genlon a circa venti metri da te.
    E' al suolo, con la tua spada conficcata nel suo collo.
    L'elfo oscuro si dimena come impazzito, fino a che la sua carne inizia a liquefarsi, lasciando come ricordo della sua infausta esistenza la corazza quasi completamente distrutta.
    Dopo di ché il tuo corpo cede e non puoi più far nulla se non guardarti attorno, con la vista ottenebrata dal dolore e dall'incoscienza, attendendo la morte, mentre un'orda di elfi oscuri e mostri innominabili ti circonda...

    Finn (e Tyg)
    Quando ti rialzi vedi innanzi a te la distruzione causata dallo scontro tra il Celebrante e Genlon.
    Nel cielo vedi Urzla e il drago nero danzare una danza di morte, mentre i vostri dei stanno combattendo le divinità aberrate colpo su colpo, in una lotta che non sembra avere vincitori.
    Il campo di battaglia è pieno di corpi senza vita.
    D'improvviso senti avvampare il cosmo di Dragmor che si prepara a vibrare un colpo fatale con l'enorme spada.
    Poi una luce inizia a coprire ogni cosa.
    Il gigante viene spazzato via da un vento che solo lui percepisce, così come ciò che resta dell'esercito della Corruzione.
    Malasorte e Cupidigia iniziano a gridare e a svanire così come sono giunti, in vortici oscuri di energia.
    E' tutto finito?
    La Corruzione è svanita, ma non la morte da essa causata.
    A terra puoi vedere il corpo di Siegfried e poco più in la vedi i corpi di Mime, di Megres e di Luxor, circondati da orde di cadaveri di nemici.
    Quando le Valchirie li sollevano per condurli nel Valhalla noti che non vi sono ferite mortali sui loro corpi. Sono periti dando fondo a tutte le loro energie.
    Nessun nemico potrà vantarsi di aver fatto calare le tenebre su un Guerriero di Asgard, poiché lui e lui solo decide quando è tempo di vivere e quanto è tempo di morire.
    Vedi i Guerrieri Antichi venuti dai cieli risalire ad Odino, con i loro tre nuovi compagni.
    Senti le grida di gioia dei soldati che escono dalla fortezza e che accorrono poi verso i morti e verso il Celebrante, caricandolo sulle spalle e riportandolo dentro. Il giovane Mizar, prima a difesa di Frigg e del rituale, ora guida i soldati epurando le ultime forze avversarie non ancora spazzate via dall'incanto della dea.
    Quando vedi Thor comparire innanzi a te e tenderti la mano senti che ormai non hai più forze, un'onda di dolore di ottenebra la coscienza.
    Cadi ed i soldati accorrono e senti la voce del dio che ti canzona.

    "Ehi, ricordati che non condividerò con te le mie scorte. Altri valorosi oggi le hanno meritate."





    Ben.
    Descrivi pure il tutto e fino a quando perdi coscienza.
    Ti risvegli su un letto, in un'ospedale improvvisato nella sala del trono, con Frigg e Urlza (in forma umana: link), che passano tra i feriti, aiutate da alcuni soldati.
    Termina quando dicendo cosa decidi di fare quando ti risvegli.
    Sei di nuovo energia rossa.

    Tyg.
    Idem come sopra.
    Valmhur è accanto a te, con la lama annerita.
    Sei di nuovo energia nera.

    Layout & Graphic Art by WandefullStar ©® 2012




    Edited by ~S i x ter - 9/4/2023, 20:35
     
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    Narrato -Pensato - Parlato




    Il boato che si scatenò in seguito alla luce fu assordante. Siegfried sentiva l'energia fluire nel suo colpo e attraversarlo, mentre si incanalava nella spada Valmhur; sentiva l'energia di Genlon andare contro di lui, come un'onda di piena travolgente; ma le due forze si equilibravano, restavano fisse, nessuna sembrava in grado di prevalere sull'altra. Poi l'esplosione, un nuovo boato ancora più forte del precedente e tutto si calmò. Fu come se una coltre di neve si fosse adagiata sul campo di battaglia fermando il tempo: un cratere si era formato al centro del cortile interno, corpi erano stati letteralmente sbalzati via, il Celebrante ebbe addirittura l'impressione di aver fatto volare anche il gigante che aveva deciso di affrontare Thorfinn. Eppure le sue gambe avevano retto, era rimasto in piedi con le braccia alzate verso l'enorme serpente che ora non c'era più. Aveva vinto? Lo aveva sconfitto? Non riusciva a pensare, e ricominciava a sentire in lontananza i rumori della battaglia, ma non riusciva a muoversi o a reagire. Riprese lentamente coscienza anche degli altri sensi, e quando riuscì a rendersi conto di ciò che vedeva restò senza parole. L'armatura frantumata nella parte superiore, le braccia gravemente ustionate e annerite ma intere, che lentamente si abbassavano come se le spalle non fossero più in grado di sostenerne il peso. La testa iniziò ad abbassarsi verso il terreno, dove una macchia oscura si agitava in preda a convulsioni attorno ad una spada piantata nel terreno: Valmhur era conficcata nella gola di Genlon, quasi a volersi prendere una soddisfazione personale sul drow.

    L'elfo nero inizia a liquefarsi lasciando la sua armatura come un guscio vuoto, ma lo sguardo continuava ad abbassarsi... il guerriero capì che il suo corpo stava cedendo, ma non poteva fare nulla per evitare la caduta: si sentiva svuotato di ogni singola goccia della propria energia, ed era davvero incredibile anche solo il fatto che il suo corpo non fosse esploso nella foga della battaglia. Mentre giaceva al suolo, i sensi tornarono a venir meno e la fatica si fece sentire tutta insieme. Vide molte sagome scure con le armi in mano circondare il suo corpo. I drow.

    Stavolta è finita davvero, la mia ora è giunta. Amata Asgard, sopravvivi...

    Gli occhi si chiusero, e l'oblio scese sul Celebrante di Odino. Siegfred sperava solo che i cavalieri del passato sarebbero rimasti in campo a difendere la città al suo posto, e a meno di altre evocazioni superiori sarebbero anche riusciti nell'intento senza troppe difficoltà. Poi sognò.

    Sognò una folla urlante, ma erano grida liberatorie. Sognò di essere morto, e di essere trasportato come nei funerali e condotto su una grande nave dove avrebbe continuato a riposare per l'eternità. Sognò Urzla, che gli sussurrava parole di conforto. Sognò Odino, che poneva una mano sulla sua testa come un padre fa con un figlio. Sognò i suoi compagni d'arme, caduti nelle battaglie più lontano. E infine sognò lo spirito di Valmhur, come la prima volta che lo aveva incontrato.

    Riposati, figlio mio. Ma Asgard ha ancora bisogno del suo stupido Celebrante...

    Fu così che spalancò gli occhi e si ritrovò di colpo seduto in mezzo alla sala del trono, su una barella di fortuna. Si guardò intorno: vide la Dama d'Argento intenta a curare i feriti insieme ad un'altra donna che faticava a riconoscere; vide Thorfinn, anche lui sdraiato, che iniziava a riprendersi dalla battaglia; ma non vedeva gli altri giovani guerrieri. Erano morti? Altre vite che non era riuscito a difendere. Strinse i pugni, quando una voce vicino a sè lo fece quasi sobbalzare.

    Mio signore...

    Si voltò, mentre lentamente cercava di rimettersi in piedi. Era Dougar, l'anziano bibliotecario che custodiva i testi sacri di Asgard. Siegfried si aspettava la solita ramanzina, il vecchio lo aveva sempre trattato come un ragazzino, ma anche come un figlio. E di solito era bisbetico come un mulo morso dalle tarantole, ma stranamente in quel momento era calmo.

    ...Dougar. Che... che è successo?

    Succede che te la sei vista brutta, giovanotto. Ma hai la pellaccia dura, vero?

    In breve gli spiegò cosa era successo dopo che aveva perso i sensi. Era riuscito ad apprenderlo dai soldati che facevano la guardia dalle porte interne, e che avevano modo di vedere cosa accadeva all'esterno. Le ferite che si era procurato erano state medicate, le braccia erano completamente bendate e a quanto pare la dragonessa era intervenuta personalmente per le cure.

    Quanto alla spada... è il momento di riportarla all'altare di Odino.

    Si scostò, e il Cavaliere del Nord vide la lama annerita. Aveva usato tutto il suo potere, e come sempre Siegfried si chiese se sarebbe mai tornata ad insultarlo. Sarà stato anche uno spirito rompiscatole, ma era pur sempre un altro compagno di ventura. Il medaglione del Ragnarok gli pesava ancora sul collo, integro: evidentemente la sua armatura era riuscita a proteggerlo. Il guerriero annuì al bibliotecario, che rispose con un inchino e raccolse in un sudario bianco la spada Valmhur, portandola via con solennità.

    Anche se gli doleva tutto, sotto gli sguardi di quelli che si erano accorti del suo rinvenire, si mise faticosamente in piedi. Fece ruotare il collo come se volesse sgranchirsi le ossa, poi iniziò a visitare i feriti più vicini con l'intenzione di rivolgere aleno una parola a tutti i presenti, che fossero semplici civili o valorosi cavalieri, dagli anziani ai bambini. Voleva dare un segno per sollevare il morale di tutti, anche se la guerra era apparentemente finita; più tardi si sarebbe consultato con la dragonessa per capire cosa fosse successo e se avessero ancora da temere. Ed Asgard, la figlia delle terre del Nord, era sopravvissuta.

    Ok, questo è quanto. Dougar mi ha fatto il riassunto e ha portato Valmhur all'altare per farla ricaricare, dato che dopo l'azione si fa sempre un bel sonnellino pesante. Io semplicemente mi alzo e cerco di parlare con tutti quanti, molto piano perchè sono messo abbastanza male.




    Info.


    Condizione Fisica: Conciato come una pelle di daino. XD
    Condizione Psicologica: Distrutto... ma sollevato.
    Nome e stato Cloth: Alpha UMA, quasi completamente distrutta nella parte superiore. (Lv.VII)
    Abilità Usate:

    Resistenza Fisica: Caratteristica abilità di alcuni guerrieri del Nord, Siegfried possiede una eccezionale resistenza agli attacchi fisici e cosmici, dono ricevuto dopo essersi bagnato nel sangue del Drago Bifronte.
    Forza Interiore: Siegfried è il favorito di Odino. Il mito vuole che riuscì a sconfiggere il Drago Bifronte grazie, oltre alle sue abilità in battaglia, ad una forza interiore superiore a quella dei normali esseri umani. Questa sua capacità gli permette di "produrre" una potenza cosmica superiore rispetto ad un cavaliere di pari forza; tuttavia non è in grado di raggiungere la forza di guerrieri con il cosmo a lui superiore.
    Arte del Combattimento: Oltre ad vere una conoscenza specifica nelle arte marziali che lo rende esperto nella lotta a mani nude, Siegfried è in grado di maneggiare qualunque arma da corpo a corpo e qualunque arma da lancio e da tiro. Inoltre è l’unico al mondo che può maneggiare Mimung, spada dalla grande lama consacrata ad Odino con la quale sconfisse il Drago Bifronte del Nord. La benedizione apposta dal Dio impone che solo il Cavaliere del Nord possa impugnare l'arma; chiunque ci provi subirà alle braccia gravissimi danni da freddo, un comune mortale potrebbe perdere anche la vita. Nessuno lo ha mai visto combattere utilizzando l’arma, tuttavia si dice che Siegfried non abbia mai perso un duello impugnandola…

    Tecniche Usate:
    Nessuna.



     
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    Armageddon!



    Quando la sensazione di aver finalmente colpito qualcosa, e recisala, con gli artigli di ghiaccio infuocato arrivò a Finn, questi sorrise fugacemente colto da un moto di soddisfazione e appena gli occhi si liberarono dalle miriadi di macchie multicolori dovute al flash della folgore vide l'avambraccio sinistro di Dragmor cadere a terra e il moncherino bruciacchiato che non emetteva altro che condensa dovuta alla fusione di ghiaccio e fuoco.

    - Questo dovrebbe impedirgli di farsene crescere un alt...-

    La ventata di speranza ricevuta dall'aver causato un danno così grave al nemico divenne poca cosa di fronte al nuovo pericolo che il barbaro dovette affrontare nell'immediato. Con la mente ed il corpo sconquassati da quel furente combattimento, che non aveva avuto pause se non per l'arrivo degli Asi, il giovane guerriero del nord si trovò di nuovo a resistere per la propria vita, le braccia inferiori del mostro erano diventate simili a grosse chele dentate che gli ricordarono le trappole per orsi usate da cacciatori e ranger delle marche occidentali.

    Una tagliola... Disse ansimando e con tono vagamente interrogativo ...è un'arma contro gli orsi... sputò un fiotto di sangue mentre cercava di prendere fiato e allungava le mani verso il basso nel tentativo di fare pressione contraria alla morsa che stava schiacciandogli il corpo e spezzandogli l'armatura in altri punti. Prese fiato con tutti i muscoli del corpo che bruciavano e le gambe che si erano oramai intorpidite, inspirò e poi aggiunse ...purtroppo per te, io ammazzavo gli orsi a sedici anni!

    La frase finì in un rombo simile al tuonare a diecimila fulmini che si abbatterono tutti insieme su tutto il nord. In meno di un secondo l'aria divenne pesante, il barbaro sentì una enorme mano invisibile colpire lui e il suo mostruoso nemico liberandolo dalla morsa e allo stesso tempo sbattendolo con potenza e velocità contro il mastio delle mura di Asgard. La testa colpì qualcosa di duro, probabilmente le mura interne stesse; polvere, roccia e neve caddero su Thorfinn che per qualche istante parve perdere i sensi e divenne incapace di sentire persino il dolore che stava scuotendo il suo corpo ferito. Una vibrazione continua del suolo, le ultime scosse di assestamento dopo quell'enorme espolosione, svegliarono di soprassalto l'intontito god warrior che, giratosi sulla schiena, si alzò dolorosamente fino a restare seduto con le natiche sulla roccia bagnata e sporca.

    Hvað risastór ríða mér... Sussurrò sotto shock davanti allo spettacolo di distruzione e sangue che aveva ignorato durante il combattimento con Dragmor.

    Il cielo era solcato da un drago nero ed un argentato che piombavano l'uno contro l'altro con le membrane alari strappate in più punti ed il sangue che cadeva a pioggia sotto di loro.

    Draghi...come nelle leggende.

    Una sensazione di familiarità lo colse nell'osservare uno degli enormi occhi ovali del drago argentato che, in confronto a quello nero, pareva possedere una sorta di scintilla di intelligenza che non si trovava negli animali che il barbaro aveva incontrato fino a quel momento. Quando abbassò lo sguardo dovette assistere allo spettacolo devastante dei corpi senza vita di coloro che avevano combattuto accanto a lui e di coloro che, con tutte le forze rimaste, ancora combattevano tra grida e sferragliare continuo, sullo sfondo dei draghi danzanti e furiosi il dio bianco ed il rosso barbuto davano battaglia ai due enormi mostri che erano scaturiti dai vortici nemici.

    Una nuova vibrazione della terra e dell'aria richiamò l'attenzione di Finn che, voltatosi al suo lato destro vide rialzarsi l'imponente Dragmor, che nonostante le ferite ancora aveva la forza e la volontà per ucciderlo. Ormai allo stremo delle forze il god warrior sorrise con i denti color cremisi e rivoletti rossi che gli scendevano giù per il mento incrstandosi nei peli corti dell'incolta barba. Allungò una mano verso il manico di Glaurung sulla sua schiena, la spada spezzata sarebbe stata inutile ma Finn non avrebbe mai permesso a se stesso di morire senza un'arma in mano e senza combattere, notò come uno spadone barbarico fosse poca cosa di fronte alla ridicolosamente grande spada dell'aberrazione e una risata roca più simile ad un rantolo uscì dalla gola del guerriero.

    Non molli mai, eh?

    Il braccio destro tremante e basso puntava il moncone di acciaio verso Dragmor mentre colui che lo reggeva si apprestava a morire sventrato o ridotto in pezzi che avrebbero adornato i resti delle mura già rosse di troppo sangue. A Thorfinn parve improvvisamente che il fioco sole del meriggio Asgardiano si fosse fatto vivo per un ultima volta e con esagerato anticipo, ma quella luce divenne sempre più forte fino quasi ad abbagliare, schermandosi gli occhi con il braccio destro e stringendo forte l'elsa della spada rotta il barbaro riuscì a vedere oltre il suo avambraccio la figura di Dragmor che, con stupore sul volto deforme, andava disgregandosi nell'aria portato via da una forza invisibile che nemmeno lui percepiva.

    hvað í fjandanum... Sussurrò stupefatto mentre nel cielo i due enormi mostri facevano a stessa fine del generale delle aberrazioni, venendo cancellati da quei luoghi in vortici oscuri.

    Così come arrivò, la luce svanì, lasciando in un innaturale silenzio il campo di battaglia. Non vi erano corvi a banchettare sui corpi morti, non vi erano voci a piangere i caduti, regnava solo in silenzio che riempì i timpani del barbaro con il fischio lontano del vento. Alzatosi finalmente in piedi, il barbaro posò Glaurung nel fodero e si mise a zoppicare verso i morti ed i feriti, lì dove prima camminava l'esercito nemico spazzato via dalla luce miracolosa venuta dal cielo, egli si reggeva a stento, con le mani che si aggrappavano ai resti crepati del mastio ancora parzialmente intatto. Metri e metri più avanti il corpo di Siegfried giaceva con le braccia carbonizzate e la sua spada conficcata nella roccia, uno spazio circolare spazzato e quasi distrutto rendeva virtualmente impossibile avvicinarlo senza rischiare che quella porzione di mura crollasse. Frederich e Sam erano a terra con i loro volti terrei, maschere di morte prive di ferite e attorno alla ragazza ancora giacevano due lupi dissanguati dal pelo incrostato di rosso. Sotto il corpo di un grande meta-lupo grigio, anch'esso ricoperto di ferite, vi era il un scricciolo in armatura con le mani aggrappate al pelo della grande bestia morta. Thorfinn cadde sulle ginocchia, strisciò fino al corpo del bambino camminando carponi il più veloce possibile nella speranza di trovarlo anche solo svenuto o ferito.

    Girò il corpo, tentò invano di togliergli l'armatura, ma nulla potevano le sue forze residue davanti alla morte.

    pje9
    Avevo promesso di proteggerti... Disse a bassa voce mentre lo strappava al gelido corpo del meta-lupo e lo prendeva in braccio con la testolina stretta al suo petto. Dal primo momento che l'aveva visto seppe che sarebbe finito per morire con addosso quell'armatura, non era destino di un bambino quello di cadere in battaglia, anche se era un god warrior, anche se era metà bestia...era solo un bambino.

    Si alzò di nuovo sulle gambe, tremava come un cerbiatto appena nato con le ginocchia storte e i piedi incerti nel camminare verso loro, le valchirie, che stavano iniziando a raccogliere i corpi dei suoi compagni per poi innalzarsi in volo con essi e dietro di loro i god warriors accorsi dal Valhalla che sparivano nella luce guardandolo da lontano come miraggi, stanchi e sorridenti. Era tutto troppo veloce per l'incredulo e sfinito barbaro, le persone che uscirono dalle mura interne, il guerriero di Mizar che le guidava, coloro che presero il corpo di Siegfried, non erano altro che macchie multicolore davanti ai suoi occhi rossi e al suo volto scavato. Si accorse a malapena del peso del bambino lupo che gli veniva portato via dalle braccia da una Valchiria quando le braccia gli caddero a penzoloni lungo i fianchi.

    "Ehi, ricordati che non condividerò con te le mie scorte. Altri valorosi oggi le hanno meritate."

    La voce del tuono! Thor in persona era davanti a lui...di nuovo. Con il martello nella mano destra e la sinistra rivolta a lui. Finn non ebbe neanche la forza di alzare la mano per stringere quella enorme del dio fulvo, tutto divenne buio, l'ultima luce che vide fu quella della folgore negli occhi del più forte degli Asi.

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    Dopo un tempo indefinito il guerriero nordico si svegliò aprendo gli occhi di scatto, la luce lo abbagliò per qualche attimo mentre si mise a sedere e si portò la mano destra agli occhi per schermarsi da quella che poi, mettendo a fuoco, vide essere la luce di decine e decine di torce e lanterne. Si accorse da subito di non possedere più né la forza né i sensi che aveva durante la battaglia, il suo fisico risentì subito delle ferite e, quando si portò una mano al petto, vide i vari giri di fasciature bianche, chiazzate di sangue qua e la, che lo rendevano simile ad un lebbroso in cura. Voltò lo sguardo solo per posarlo su dozzine e di altri uomini come lui, allettati su pagliericci e stuoie di fortuna, feriti, deliranti, alcuni privi di arti, coi moncherini coperti di garze. Tra di loro l'incantevole Frigga e la donna dai capelli d'argento del concilio avuto mesi prima si prendevano cura dei feriti.

    Per un istante pensò che tutto fosse stato un brutto sogno, che qualche dio meschino avesse voluto giocare con la sua testa, chiuse gli occhi, li strizzò le palpebre e li riaprì per constatare che tutto era vero, che i suoi compagni erano morti, che Asgard era stata salvata da un vento miracoloso e che la sua armatura era in pezzi. Strinse le mani un paio di volte chiudendo i pugni, sbuffò aria impaziente di alzarsi mentre combatteva con un dolore pungente presente in ogni parte del suo corpo. Sotto gli occhi preoccupati della dèa e della donna misteriosa si alzò e con voce ancora roca, dovuta alla gola secca chiese loro:

    Dov'è il celebrante? Dov'è Siegfried?



    stickersleipnirshieldp2

    Nome:Thorfinn
    Cloth: God Robe di Beta UMA - Sleipnir (Crepata e sciolta in più punti)
    Status: Confuso
    Energia: Rossa
    Rapporto danni: Dolore e torpore esteso a tutto il corpo.
    Riassunto azioni:
    Un casino!
    Tecniche e Abilità usate:
    Asgard Bless ~
    Il god warrior è sempre stato sottoposto alle intemperie, al potere del fuoco ed al gelo di Asgard. Presso la gelida terra ove risiede egli accoglie il sole del meriggio così come il gelo perenne dei ghiacci. In termini pratici il guerriero ha una naturale resistenza a condizioni di bassissime/altissime temperature dovute a cause naturali, come un vero asgardiano sfida la tempesta di neve mandata dagli Aesir e il fuoco dei vulcani così il guerriero rimane impassibile alla morsa del freddo di madre natura e dal calore del fuoco della terra potendo, però, restar comunque vittima degli elementi creati da un cosmo avverso.(passiva - "Resistenza a basse e alte temperature")






    Note: Finn non sa che Urzla è un drago, nella quest precedente all'arma (Quella con i Gea) l'ha solo vista ma non ha mai avuto informazione riguardo alla vera forma della dama argentea, dunque lo tengo ancora inconsapevole di ciò.

     
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    Armageddon: Ghiaccio e Sangue
    Capitolo II



    La nobile Frigga aveva infine terminato il rituale, una parte delle forze oscure erano state debellate ma a quale prezzo! Quanta gente innocente era dunque morta? Quanti compagni cavalieri ancora sconosciuti erano caduti vittime di quell'orribile massacro? Troppo per il generoso cuore di Camille, troppo per molti uomini in fondo. Accompagnato da alcuni soldati della guardia cittadina capeggiati dal vecchio e leale Harad, il giovane cavaliere iniziò a farsi largo fra i rimasugli del contingente nemico che aveva portato si tanta distruzione.

    "tuo padre direbbe che c'è ancora da divertirsi qui!"

    Harad fece una risata seguito dal resto del plotone. Camille sorrise appena, troppo concentrato sulla battaglia ancora in corso; l'elsa della spada che fu degli Stark era nelle sue mani e brillava di gelido cosmo... una lama di ghiaccio venne forgiata appena in tempo e trasformata in cupola protettiva per tutti prima che una deflagrazione di energia oscura potesse spazzarli via. I soldati fischiarono stupefatti della celerità con cui il giovane aveva reagito.

    -io non sono mio padre Harad, ma ti assicuro che qui a parte noi non si divertirà più nessuno... venite!!!-

    La lama ritornò alla forma originaria e Camille si gettò in mezzo ad un mucchio di aberrazioni nere come l'inchiostro e vomitanti urla blasfeme, mentre i soldati privi di cosmo si occupavano di uno sparuto gruppo di elfi oscuri che seguiva tali creature. Fu uno spettacolo vedere il giovane spadaccino armeggiare con la lama creata dal suo stesso ghiaccio, fendeva e colpiva, fendeva e colpiva senza mai pensare ad una guardia o difesa alcuna. Era solo intento a sventrare quegli esseri immondi! I soldati avevano già ucciso i pochi elfi mentre questi ancora in mezzo al gruppo di mostri stava facendo un macello... affettava e congelava distruggendo tutto quello che aveva attorno, ferendosi ripetutamente perfino quell'angelico viso che poco sembrava adatto ad un guerriero. Ma Harad vi aveva subito scorto qualcosa di differente, qualcosa di conosciuto. Gli occhi, gli occhi di Michèl erano inconfondibili! Quel giovane non aveva solo ereditato il suo sangue, ora stava portando con se anche l'esperienza e la forza morale di quel grand'uomo che era stato sacro guerriero di Odino. Uomo che Harad sperava di poter ritrovare presto.

    "che mi venga un colpo..."

    Quando il giovane ebbe finito sul campo di battaglia soltanto la sua figura sottile rimaneva in piedi. Il resto era un accozzaglia di pezzi di cadaveri putrescenti e gonfi di nera bile, il suo corpo e la sua armatura verde scuro macchiati sia di quel sangue nero che del suo puro sangue vermiglio; aveva disattivato la lama di ghiaccio e ora stava riprendendo fiato ancora preso dall'impeto della battaglia... Harad gli si avvicinò e questi istintivamente scattò rigenerando la spada e puntandogliela contro come minaccia di morte.

    "va tutto bene ragazzo... hai fatto un ottimo lavoro. Tu dici di non essere tuo padre ma diavolo mi sembrava di vedere quella dannata furia di Michèl al lavoro! Vero ragazzi???"

    I soldati alzarono le armi verso il cielo urlando in risposta, un urlo gioioso nonostante le ferite e la fatica immane. Pochi sopravvivevano ad una invasione simile, chi lo faceva era il più forte ma sicuramente anche il più logoro. Camille si rilassò riponendo l'elsa e sorridendo stancamente; forse era stato meno in prima linea degli altri ma di certo difendere Frigga e i soldati semplici non era stato facile per un giovane inesperto buttato nella bolgia della lotta come primo battesimo. Edward e Michèl sarebbero stati fieri di lui? Amava pensare di si.

    -andiamo ora... sento dei flebili cosmi ancora attivi. Cosmi del Nord, sono dei nostri compagni ancora vivi. Pregate Odino e tutti gli dei che si faccia in tempo. La nobile Frigga si sta dirigendo alla sala del trono, presumo voglia curare lì i feriti, vediamo di darci da fare e di portargli quanto più lavoro possibile!-

    Dicendo ciò corsero in direzione del primo segnale di cosmo.

    Qualche ora dopo il lavoro era stato portato a termine. Dei cavalieri Asgardiani si erano salvati solo in tre, compreso Camille. Thorfinn di Sleipnir e Siegfried di Duhbe, il celebrante in persona. Il vecchio bibliotecario di nome Dougar si prese cura di lui subito, riponendo sull'altare di Odino la sacra spada di cui il giovane aveva sentito parlare; Finn invece fu subito accolto da Urzla in veste di dama, Frigga stava già curando più gente possibile e ovunque in quella specie di ospedale da campo c'era frenesia. Frenesia alimentata da un esaltato quanto impaurito scoiattolo divino che non faceva altro che saltellare attorno alla ben conosciuta dea, dea che in quel momento aveva ben altro per la testa che dare corda a questi.

    "è un bel rompiscatole eh?"

    Harad e Camille si girarono all'unisono, dietro di loro era apparso Michèl, ancora imponente nella sua figura, sebbene privo di cosmo. Il giovane si tolse l'elmo lordo di sangue accorse verso il ritrovato genitore, felice di vederlo sano e salvo.

    -padre stai bene!!! Ero così in pena per te!-

    Michèl quasi si commosse nel notare il generoso e sincero impeto di quel figlio mai sospettato. Assieme al cosmo e alla vita gli aveva passato ben di più, ora erano una cosa sola, non si erano mai conosciuti ma grazie alle stelle del Nord le loro vite si erano toccate in un modo mai visto prima. Si strinsero le mani, poi con fare amorevole Michèl scompigliò i capelli del giovane, gli ricordavano tremendamente quelli della madre.

    "non mi ha ucciso l'Ade e il Ragnarok... non saranno questi cosi a farmi del male. Eppoi sono stato parecchio in compagnia della nobile Frigga, è grazie al mio piccolo aiuto se può curare tutti qui. Hey Harad vecchio soldato scorreggione! Vedo che purtroppo non ti hanno ancora fatto fuori AHAHAHAH"

    I due uomini risero di cuore e si afferrarono saldamente gli avambracci nel loro consueto gesto di amicizia. Era un piacere vederli assieme, veterani e amici, soldati eppure un po rivali. Cosa si poteva desiderare di meglio? Poi finalmente i due compagni diedero segni di ripresa, il primo fu Siegfried, che fu subito accolto dal vecchio bibliotecario che non un momento lo aveva abbandonato, seguito poi da Finn.

    -padre, Harad. Scusatemi, devo presentarmi ai miei compagni!-

    Michèl fece un cenno sorridendo, osservando la schiena del figlio allontanarsi; Harad gli appoggiò la mancina sulla spalla, annuendo a sua volta.

    "il ragazzo cresce bene. E' forte e generoso... ma è avventato e stolto come il bue che ho qui accanto. Dovremmo buttare un occhio su di lui spesso in futuro vecchio amico"

    Non disse nulla l'ex-cavaliere di Odino, sapeva fin troppo bene quanto l'amico avesse ragione.

    Camille raggiunse i due compagni, l'elmo posto al fianco, ancora coperto di sangue e ferito, si sarebbe fatto curare dopo.

    -compagni! mi scuso di non aver avuto ancora modo di palesare la mia presenza ma questa invasione ha colto tutti di sorpresa e io avevo da poco terminato la mia investitura. Sono Camille Vidan di Mizar, figlio di Michèl Dùpon cavaliere di Asgard. Ho avuto modo di difendere la nobile Frigga durante il rituale e sono riuscito a recuperare e proteggere più soldati possibili, infine ho avuto la grande fortuna di ritrovare voi due, ancora vivi, sul campo di battaglia e trasferirvi qui-

    Si inchinò di fronte ai due, mantenendo il capo alto e fiero.

    -sono ancora inesperto ma grazie al sacrificio di mio padre ho una vita e un cosmo da far ardere per la nostra patria. Giuro su Odino e sui morti tutti che farò tutto ciò che è in mio potere d'ora in poi per combattere con onore assieme a voi, miei compagni-

    Infine si rivolse al solo Siegfried.

    -nobile Siegfried, mi presento al vostro cospetto formalmente come cavaliere di Mizar, da oggi disponga della mia vita come meglio crede... è vostra. Lo è di tutta Asgard-

    Si alzò liberando la mancina e con essa l'elsa della spada Ice degli Stark. Una lama di ghiaccio perfetta e luminosa si formò all'istante palesando in quel momento tutto il potere del giovane guerriero.

    -la mia spada, il mio braccio e il mio cuore sono pronti a distruggere ancora molti nemici!-

    Non aggiunse altro. Cos'altro c'era da dire? Si era preparato il discorso? Assolutamente no, o meglio se ne era preparato uno tutto differente! Eppure quelle precise parole, quei gesti, scaturirono dal suo cuore spontaneamente, senza forzature.



    ζ Personaggio : Camille Lars Vidan
    ζ Allineamento Morale : Legale Buono
    ζ Divinità : Odino
    ζ Schieramento : Asgard
    ζ Casta : God Warriors
    ζ Stella : Zeta Ursae Maioris (Mizar)
    ζ Armatura : robe di Mizar
    ζ Livello armatura : robe liv.IV
    ζ Livello Cosmico : Energia Viola
    ζ Super-Sensi Attivi : (7) Manashiki

    ζ Status Armatura ( indossata ) : intatta.
    ζ Status Psico/Fisico : diverse ferite, stanchezza relativa.

    ζ Riassunto azioni : è stanco per la continua battaglia, ferito non gravemente, ha perso un po di sangue ed coperto buona parte del sangue di demoni aberrazione ed elfi scuri.










    ~Speciale

    ζ Corno di Heimllnir: oggetto speciale
    quando Camille soffia nel corno il potere di quest'ultimo si palesa nuovamente: la luce degli occhi del cavaliere si offusca (come durante il Ragnarök per Michèl, precedente dententore) e questi può agire solo sulla base degli altri sensi sorretti dal suo cosmo; cosmo che per un breve momento, ovvero per la durata di tre (3) post, ottiene un innalzamento rapido e inaspettato (effetto simile all'abilità Cosmo Straordinario) permettendo al cavaliere di spingersi fino al limite del proprio reale potere. Al termine di ciò inizierà a riacquistare la vista e per un (1) post sarà affaticato a causa del grosso sforzo, la vista tornerà al meglio solo nel turno o post successivo Monouso ad Incontro.

    ζ Elsa di ICE: oggetto normale
    per meglio dire ciò che resta della spada del casato Stark. Di Ice infatti rimane solo l'elsa sul cui manico vi è ancora inciso in un piccolo anello d'oro bianco la scritta "Winter is coming"; dono di Edward Caliban Stark al giovane cavaliere essa può essere utilizzata per facilitare l'attuazione di una notevole tecnica utilizzata dai maestri del ghaccio; come il suddetto Edward ora Camille la può infatti utilizzare per generarvi sopra una lama di puro ghiaccio azzurro con la quale combattere e in alcuni casi anche difendersi. Dono prezioso soprattutto simbolico, essa è custodita gelosamente, assieme al magico corno, dal coraggioso ragazzo.

    ζ Ratatoskr: companion
    è il divino messaggero che viveva sull'albero Yggdrasill, latore di messaggi fra il serpente Níðhöggr che ne risiedeva alla base e la grande Aquila che vi viveva sopra. Durante gli eventi del Ragnarök in cui incontrò i cavalieri di Odino decise di accompagnare il gigantesco Michèl, non si sa se per amicizia sincera o mero capriccio. Con l'entrata in scena di Camille il divino scoiattolo ha deciso di passare parecchio del suo tempo con il giovane, nella vana speranza che cresca più saggio e attento dello scapestrato genitore.


    ~Abilità

    ζ Ice Lord Ghiaccio
    Discendente del ramo asgardiano degli Stark, Camille è l'ultimo erede della secolare tradizione della manipolazione delle energie fredde; saltando stranamente suo padre questa si è rivelata in tutto il suo potere nel giovane ragazzo, la cui vita è mutata per sempre a seguito del risveglio del cosmo e la scoperta dei poteri in esso celati. Come i suoi antenati, fra cui quello stesso Edward Caliban Stark tornato alla vita come specter e divenuto poi suo mentore, egli padroneggia la nobile e difficile arte di rallentare il moto degli atomi fino a portare la materia al congelamento. Il cavaliere di Asgard può manipolare il ghiaccio come desidera, sia sotto forma di gelide correnti d'aria, a guisa di sfere esplosive e perfino come potente lama affilata.

    ζ Tiger's Step Agilità Straordinaria
    Le movenze del cavaliere sono degne dell'antico predatore felino che incarna. Egli può spostarsi fino ai limiti della velocità concessagli dal proprio cosmo, rendendo così difficile seguirne rapidi movimenti perfino a chi nel cosmo gli è pari se privo di abilità propedeutiche come la medesima agilità o i sensi acuti. Tale movimento può creare l'effetto conosciuto come immagini residue le quali simili a ologrammi possono confondere gli avversari sulla reale posizione del cavaliere; in alcun modo non si tratta di illusioni e non permettono di schivare un attacco, semplicemente vengono creati con spostamenti a velocità massima e riproducono l'esatto movimento del cavaliere.

    ζ Manashiki Settimo Senso
    Questo è il vero primo passo per una maggiore comprensione di se e dell'Universo. A tale stadio il cavaliere ormai maturo ha ottenuto totale padronanza del Sesto Senso e del Micro Cosmo nascosto dentro di se; con questa nuova conoscenza questi può attingere energia dall'Universo stesso accedendo al Macro Cosmo al di fuori di se. Grazie al Settimo Senso la capacità distruttiva di un cavaliere aumenta notevolmente, permettendogli inoltre di valicare il limite della Velocità del Suono e raggiungendo l'insuperabile Velocità della Luce [Sbloccabile ad Energia Viola].

    ζ Behind the Words Telepatia
    Capacità invero comune ai cavalieri di alto livello, permette di parlare senza l'ausilio della favella a una o più persona anche da notevole distanza; gli basterà conoscere il volto o il cosmo di colui o colei che vuole raggiungere per proiettare la propria voce nella mente di questi. Tale abilità non può essere usata per leggere o influenzare la mente altrui in combattimento, riducendola ad un mero strumento per comunicare con compagni lontani o in modo discreto senza l'uso delle parole GdR-Only.


    ~Tecniche

    ζ Viking Tiger Claw Bianchi Artigli della Tigre
    Tecnica storica del cavaliere di Mizar consiste nel condensare ghiaccio sulle dita, all'altezza fra la prima e seconda falange, a guisa di acuminati artigli di bianco splendore. Tali costrutti perdurano per tutta la sola durata dell'attacco e qualora li volesse usare nuovamente devono essere da lui riplasmati. Il cavaliere tempesterà con un elevato numero di colpi il corpo degli avversari presenti nella zona d'effetto, mirando soprattutto a quelle parti del corpo non debitamente protette e per questo più facilmente raggiungibili. I danni causati in tale maniera sono di lacerazione inoltre in ogni punto colpito si formerà del ghiaccio che causerà danni da congelamento, per poi rompersi alla fine dell'attacco. La potenza di impatto potrebbe essere tale, in caso di inadeguata difesa o dislivello cosmico, che i malcapitati così colpiti potrebbero essere scaraventati verso l'alto per poi cadere rovinosamente a terra.

    ζ Blue Impulse In nome dei ghiacci eterni di Asgard
    Il cavaliere del Nord espande il proprio cosmo portandolo alla più bassa temperatura possibile; dietro di lui si generano costrutti simili ad iceberg a causa dell'ammasso di energia congelante ottenuto. Egli convoglia poi il colpo in una grossa sfera di azzurro ghiaccio, lanciata contro il bersaglio una volta raggiuntolo esplode tentando di congelare ogni cosa presente nell'area d'effetto e aggiungendo a ciò danni causati dalla deflagrazione e conseguenti schegge di ghiaccio ivi prodotte. Anche questo colpo potrebbe scaraventare in aria il nemico qualora lo subisca in pieno. I danni prodotti sono così da congelamento e fisici a causa dell'esplosione generata.

    ζ Asgardian Rain Colpisci pioggia gelida!
    In onore delle infinite tempeste di neve che sferzano le terre del Nord il cavaliere ha forgiato tale impetuosa tecnica. Il protetto di Mizar genera numerose sfere di ghiaccio blu grandi quanto il suo pugno per poi lanciarle verso l'alto e farle piombare in modo casuale sull'area d'effetto della tecnica; tali sfere dopo un contatto fisico qualsiasi esplodono in bordate di ghiaccio generando altresì pericolose schegge che possono ferire i presenti. Per il numero e la casualità dello loro traiettoria di caduta divengono un complicato assalto da evitare appieno, poiché anche senza contatto diretto le limitate ma numerose esplosioni congelanti possono causare notevoli problemi a coloro che non si ritrovano in grado di difendersi correttamente.

    ζ Icing Trap Trappola ghiacciata
    Caricando il cosmo nelle braccia il cavaliere può rapidamente lanciare delle bordate glaciali che, congelando il terreno lungo il tragitto, sfociano poi in ammassi ghiacciati simili a speroni con lo scopo di colpire uno o più avversari dal basso verso l'alto; con il contatto fisico essi esplodono in mille schegge tentando di congelare ciò che toccano. Il lancio con un singolo braccio risulta più rapido e quindi adatto per un attacco di sorpresa, mentre portato con entrambe le braccia perde in celerità iniziale ma ne guadagna in potenza offensiva.
    » Variante Difensiva : il cavaliere invece di propagare a distanza il colpo può generare più rapidamente degli speroni di ghiaccio innanzi e attorno a se per protezione. Qualora l'avversario sia ingaggiato in mischia il cavaliere può rinunciare alla propria azione offensiva e far esplodere verso di esso i costrutti di ghiaccio nel tentativo di sorprenderlo e investirlo così con schegge di ghiaccio, il cui contatto oltre che lacerare potrebbe anche provocare danni da congelamento.

    ζ Icing Death ICE
    Con tale manovra il guerriero genera una spada di puro ghiaccio la cui lama è affilata quanto i suoi artigli. Tale costrutto richiede una notevole concentrazione percui durante l'utilizzo sia in fase offensiva che difensiva non può utilizzare tecniche combattive differenti. Quando la lama colpisce genera in caso di mancata o non adeguata difesa dei danni da lacerazione, tentando di rilasciare energia cosmica congelante all'interno delle ferite prodotte; molte ferite si prodotto equivale ad un grosso rischio per colui o colei che le subisce!
    » Modalità Difensiva : la spada potrà essere utilizzata per tentare di parare un singolo attacco o per difendere il proprio portatore da un attacco ad area; la lama per volontà del suo creatore può mutare forma ed espandersi divenendo così una piccola calotta di cosmo e gelo con lo scopo di tentare di proteggerlo, per poi tornare alla forma originaria subito dopo.
    » Variante di Creazione : sfruttando un'elsa di spada adeguata a sostenere simili energie il cavaliere è obbligato a crearne solo la lama ed il filo, dovendo così concentrarsi di meno per mantenerla stabile. Gli sarà possibile quindi con la mano libera portare rapidi attacchi con gli artigli della tigre attivi o rilasciare esplosioni di cosmo congelante in combinazione con un fendente della spada.
    In ambedue le forme il cavaliere può decidere in qualsiasi momento di annullare compattezza del ghiaccio per farlo esplodere letteralmente addosso all'avversario, qualora ne sia coinvolto in mischia. E' altresì vero che qualora la lama dovesse rompersi il cavaliere la ripristinerebbe immediatamente fintanto che la tecnica perdura.
    Nota: per creare tale arma, sia essa solo lama o completa di impugnatura, il cavaliere deve sacrificare del tempo! Percui nel medesimo turno può solo crearla e lanciare con essa un attacco oppure difendersi e poi crearla senza attaccare. Nel caso dovesse agire per primo può prendersi il tempo di generare il ghiaccio a guisa di spada e subito dopo lanciare con esso un attacco nel medesimo turno.
    [Tecnica basata su ICE di Alkesander Seraf ©® 2012, su sua autorizzazione per esigenze di trama]
    raggio Tecniche 70m., Incrina Liv.V / Rompe Liv.IV-I, Velocità Luce con difficoltà


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    Edited by IchigoRuleZ - 22/2/2014, 14:06
     
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    Ghiaccio e Sangue

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    State per iniziare ad interloquire quando Frigga arriva di persona, seguita da Urzla, Thor e Heimdallr.

    "Dobbiamo conferire con urgenza."

    Vi conducono nelle stanze del Celebrante, e vi invitano a sedere attorno ad un grande tavolo con una mappa di Asgard nel mezzo.

    "Il rituale che ho compiuto su Balmung ha creato una barriera che impedirà a Malasorte e Cupidigia di entrarvi.
    I villaggi e la città sono virtualmente salvi da loro due, ma possono radunare altre forze per lanciare nuovi attacchi.
    Lo scudo indebolisce i loro poteri, ma voi siete la principale forza di difesa delle nostre terre."

    Heimdallr interviene.

    "Ho individuato la fortezza di Malasorte qui" indica una parte a nord tra i ghiacciai più impervi "Mentre Cupidigia e i suoi Elfi Oscuri stanno creando avamposti qui" indica una zona boscosa a sud.

    Poi Thor interviene picchiando il pugno sul tavolo "Quei bastardi sono stati battezzati dal nostro metallo, ma Dragmor e le sue divinità sono ancora vive. Soprattutto fino a che Dragmor è vivo dovete stare all'erta.
    Lui è stato un celebrante di Odino molto tempo fa, direi quasi mille anni fa.
    Partì con una spedizione ad aiutare i popoli oltre il mare e non tornò più.
    E' possibile che abbia spiato Asgard per tutto questo tempo in attesa che il suo blasfemo signore si risvegliasse."

    "Essi sono frutto della malvagità che ci ha accompagnato dagli albori del tempo. Ora si sono manifestati con coscienza e per prima cosa hanno cercato di abbattere il Valhalla.
    Siamo riusciti a respingerli ma non a distruggerli." Dice Frigga, che fa un cenno a Urzla e questa porta solleva con il pensiero uno scrigno e lo porta ai piedi di Siegfried.

    La dragonessa prende la parola.

    "Questi sono gli artefatti che sono stati donati ai cinque campioni che da sempre sono la guardia personale del Celebrante. Custodiscili e preghiamo che degni detentori giungano."

    Frigga riprende la parola e si alza, assieme agli altri due dei "Grazie a Balmung potremo giungere nuovamente qui al momento del bisogno. Abbiamo ancora un dono da lasciarvi per il vostro grande valore, ma non è ancora il momento. Prima un vostro amico è giunto ad aiutarci e vorrebbe salutarvi.
    Il mio scudo infatti può respingere i nostri nemici, ma non può proteggervi dalla loro corruzione.
    Ciò che il vostro amico ha portato invece sì."

    Detto ciò gli dei vi salutano solennemente e svaniscono in tre lampi.

    "Avrete modo di discutere la vostra strategia a breve, ora non facciamo attendere l'ospite."

    Dice Urzla sorridendo e vi fa strada verso la sala del trono.






    Eccoci, prima di voi posterò l'ospite, dopo di che riposterete voi senza necessità del mio post le varie reazioni.
    Al termine di quel giro interverrò.

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    Edited by ~S i x ter - 9/4/2023, 20:36
     
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    Uno strano calore sembra riscaldare - improvvisamente - quelle sale.
    Un calore che i presenti possono riconoscere, ricorda stranamente la fiamma che ha permesso agli asgardiani di combattere ma ora ha una forma, un volto. Anche se evanescente e assomigliante ad un fantasma il custode della Conoscenza è li tra loro. La sua mano si appoggia sulla spalla del Celebrante e sorridendo passa oltre, la dove prima v'erano i tre Dei.

    «È un piacere vedere che state tutti bene» queste sono le prime parole pronunciate da Gaz. «È la seconda volta che Asgard nel giro di poco tempo è sotto assedio e se ai tempi del Ragnarok il mondo intero è corso in vostro aiuto, questa volta siete riusciti a respingere il male con le vostre forze».

    Si ferma un istante «Siate fieri di quanto fatto fino ad ora ma come potete ben capire siamo solo all'inizio» muovendosi Gaz si avvicinò a Balmung e sorridendo la toccò «si, direi che te sei la più adatta»

    Pronunciando quelle ultime parole calde fiamme avvolsero la spada e tramite essa tutta la parte buona di Asgard venne scaldata dal sapere, dal fuoco della speranza e del riscatto. Su Death Queen Islan un falò, ad Asgard la spada. Non aveva importanza la forma che assumeva la fiamma della conoscenza, ciò che importava era il suo ruolo.

    «Abbiate cura di voi stessi, abbiate cura della Fiamma e rinsaldate i rapporti con Atene e il Grande Tempio. Ora Dei e Uomini sono sullo stesso piano, entrambi devono combattere per sopravvivere a questa piaga, al vuoto che cerca di distruggere ogni cosa». Si soffermò un attimo a guardare per l'ultima volta i presenti disse semplicemente «grazie» prima di svanire esattamente come era apparso.

    Asgard era protetta, tutti gli uomini all'interno di essa schermati dalla corruzione e poteva essere definita una dei pilastri di questo mondo ormai prossimo alla sua fine, eppure la speranza che non vi fosse ancora nulla di scritto alimentava la forza della fiamma, essa proteggeva gli uomini e loro la alimentavano in un circolo vizioso che il vuoto non poteva spezzare.




    Edited by ~S i x ter - 9/4/2023, 20:37
     
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    Duhbe no Siegfried, Energia Nera - Post XII


    Legenda:
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    Il cavaliere di Mizar si era appena presentato al proprio Celebrante, e Thorfinn stava per dire qualcosa quando Frigga comparve vicino ai cavalieri, seguita da Urzla e gli altri dei. Aveva qualcosa di cui parlare con loro, spiegargli cosa era successo o cosa poteva succedere: era davvero accaduto tutto molto in fretta. Il gruppo si spostò nelle stanze del Celebrante, dove attendeva anche Dougar insieme ad Harad, Michèl e pochi altri uomini scelti. I due guerrieri fecero un cenno di saluto al proprio comandante in capo, poi si congedarono insieme ai soldati; le divinità spiegarono cosa era successo, raccontarono del rituale e dell'origine del loro nemico. Genlon era morto, ma Dragmor rischiava di essere un nemico ben più terribile: il gigante era stato un Celebrante di Odino molti secoli prima, quindi conosceva bene il regno, i poteri dei Cavalieri del Nord e chissà di quanti e quali oscuri misteri poteva essere custode. Urzla consegnò a Siegfried lo scrigno con gli artefatti che avevano permesso il ritorno dei Guerrieri Ardenti: nuove forze sarebbero sevite, nuovi cavalieri si sarebbero risvegliati.

    Siegfried sperava che ciò accadesse il prima possibile, e mentre Dougar prese in consegna lo scrigno per depositare il contenuto in un luogo sicuro, il calore invase le sale del castello: un cosmo potente, che il Cavaliere del Drago Bifronte conosceva molto bene.

    ...Gazka...

    Fu l'unica parola in grado di pronunciare, quando sentì la mano del "vecchio", come amava chiamarlo Lelouch, posarsi sulla sua spalla. Lo scudo degli dei avrebbe protetto Asgard dai nemici, la fiamma della Conoscenza avrebbe impedito alla Corruzione di invadere il territorio. Insomma il regno era ancora sotto assedio, ma il pericolo era di minore portata. Almeno per adesso. Gazka svanì, esattamente come era apparso, lasciando soli i tre cavalieri insieme ad Urzla. Siegfried prese la parola.

    Oggi abbiamo vinto una battaglia molto dura, e a caro prezzo. A quanto sembra abbiamo ancora molto da fare qui, prima di poterci riposare con gli dei nel Valhalla... vorrà dire che dovremo rimboccarci le maniche. Avremo modo di parlare presto, Camìlle di Mizar, ma dobbiamo riorganizzare le difese il prima possibile e capire bene come muoverci.

    Guardò i due cavalieri negli occhi, leggendone la determinazione; il sorriso della dragonessa era tutto un programma, dato che si divertiva sempre quando vedeva il Cavaliere dover interpretare la parte del Celebrante.

    Thorfinn, mi rivolgo a te per primo. Là fuori hai saputo gestire la situazione da vero guerriero del Nord, e hai mosso bene l'esercito contro i nostri avversari. Hai combattuto valorosamente contro Dragmor senza mai vacillare. E saresti un ottimo riferimento militare, quindi per te avrei pensato a due compiti principali: l'addestramento dell'esercito e la ricognizione all'interno del regno. Nel secondo incarico si renderà necessaria la tua abilità di ranger, bisogna scoprire se le creature all'interno di Asgard hanno subito effetti della Corruzione che lo scudo o la fiamma non hanno neutralizzato. Sono certo che Lady Urzla sarà lieta di accompagnarti nelle nostre foreste per spiegarti quelle realtà che ancora non conosci bene.

    Spostò poi lo sguardo sul figlio di Michèl.

    Quanto a te, sono certo che il figlio del mio amico non sia uno sprovveduto. La tua abilità nel muoverti agilmente nella foresta e di spostarti rapidamente sul territorio ci tornerà molto utile: dovrai fare la sentinella per i confini di Asgard, tenere d'occhio il nemico là dove Heimdallr ci ha indicato. Anche loro si devono riorganizzare, hanno comunque subito una grande sconfitta e ci vorrà parecchio prima che si riprendano.

    Fece una pausa, riflettendo su ciò che rimaneva da fare.

    Io dovrò partire. Avete sentito ciò che ha detto Gazka, dobbiamo rinsaldare il rapporto con Atene: mi recherò in Jamir per riparare l'armatura, sperando di ritrovare lo stesso Gazka e scoprire qualcosa di più sul pericolo che ci attende; nel frattempo riprenderò i contatti con il Grande Tempio, probabilmente dovrò andare di persona a conferire con il Gran Sacerdote. Vedrò di dare le prime disposizioni per la ricostruzione e la fortificazione dei villaggi e del castello, poi andrò.

    Guardò le bende che ricoprivano le sue ferite, poi scosse la testa.

    Dovrò fare molto in fretta, e pur avendo la corazza seriamente danneggiata sono l'unico che può spingersi oltre i confini, almeno per adesso. A Camìlle manca l'esperienza, e l'armatura di Thorfinn e nelle stesse condizioni della mia. Spero di convincere l'uomo che ha il compito di riparare le corazze dei cavalieri a venire qui ad aiutarci, abbiamo bisogno di quanto più aiuto possibile. Dubbi, obiezioni?

    Gli sembrava di aver calcolato tutto ciò che andava fatto, ma date le circostanze qualcosa poteva pur sempre sfuggirgli. Avrebbe parlato con la dragonessa anche per chiedergli se fosse stato possibile entrare in contatto con Elfi e Nani, che durante il Ragnarok avevano valorosamente combattuto al fianco dei Cavalieri. Forse erano stati anch'essi assediati, oppure non era accaduto nulla e sarebbero stati in grado di dare una mano; in ogni caso Siegfried si aspettava che la dragonessa dicesse qualcosa, anche semplicemente consigliarli sul da farsi.

    Ho lasciato le cose un pò in sospeso attenendomi a quello che ci siamo detti nel topic. Urzla è ancora lì in modo che Gorth la possa utilizzare per darci ulteriori disposizioni.






    Info.


    Condizione Fisica: Conciato come una pelle di daino. XD
    Condizione Psicologica: Distrutto... ma sollevato.
    Nome e stato Cloth: Alpha UMA, quasi completamente distrutta nella parte superiore. (Lv.VII)
    Abilità Usate:

    Resistenza Fisica: Caratteristica abilità di alcuni guerrieri del Nord, Siegfried possiede una eccezionale resistenza agli attacchi fisici e cosmici, dono ricevuto dopo essersi bagnato nel sangue del Drago Bifronte.
    Forza Interiore: Siegfried è il favorito di Odino. Il mito vuole che riuscì a sconfiggere il Drago Bifronte grazie, oltre alle sue abilità in battaglia, ad una forza interiore superiore a quella dei normali esseri umani. Questa sua capacità gli permette di "produrre" una potenza cosmica superiore rispetto ad un cavaliere di pari forza; tuttavia non è in grado di raggiungere la forza di guerrieri con il cosmo a lui superiore.
    Arte del Combattimento: Oltre ad vere una conoscenza specifica nelle arte marziali che lo rende esperto nella lotta a mani nude, Siegfried è in grado di maneggiare qualunque arma da corpo a corpo e qualunque arma da lancio e da tiro. Inoltre è l’unico al mondo che può maneggiare Mimung, spada dalla grande lama consacrata ad Odino con la quale sconfisse il Drago Bifronte del Nord. La benedizione apposta dal Dio impone che solo il Cavaliere del Nord possa impugnare l'arma; chiunque ci provi subirà alle braccia gravissimi danni da freddo, un comune mortale potrebbe perdere anche la vita. Nessuno lo ha mai visto combattere utilizzando l’arma, tuttavia si dice che Siegfried non abbia mai perso un duello impugnandola…

    Tecniche Usate:
    Nessuna.



     
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    Death Queen Island Blade Master

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    Armageddon!



    Quando Finn raggiunse Siegfried non ebbe neanche il tempo di riempirsi la bocca dell'aria che gli serviva per parlare. Dal fondo della sala, con il volto smunto e stanco un altro guerriero venne avanti a passo spedito per poi inchinarsi davanti a lui e al celebrante presentandosi e parlando in modo del tutto superfluo di come e quanto avesse aiutato Asgard.

    - Tutta aria sprecata...- Pensò il barbaro guardandolo -...ciò che ha fatto quest'uomo basta e avanza per dimostrare che è dalla nostra parte. -

    Il nuovo arrivato era stato già percepito dal guerriero di Sleipnir tramite il sesto senso durante la battaglia e sapeva benissimo che si trattava dell'ennesimo guerriero di stampo superiore e con una maggior conoscenza del dono degli Asi rispetto a lui. Ancora una volta, prima che qualcuno potesse parlare, arrivò qualcuno ad interrompere la linea di pensiero del preoccupato Thorfinn: La dama dai capelli d'argento, Urzla e la divina Frigga seguite dai possenti Heimdallr e Thor chiamarono i god warriors per dar loro una serie di notizie che il barbaro, senza alcuna vergogna, comprese forse solo a metà e quella metà era ciò che bastava per far tornare il suo sangue e il suo cosmo a ribollire come acqua in un calderone.

    Dragmor era ancora vivo e sul territorio Asgardiano, gli dèi avevano aiutato a difendere le terre del nord e l'assedio era stato solo l'inizio di una guerra che avrebbe interessato ogni persona capace di combattere nel resto del mondo, il resto erano state solo parole poco comprensibili e il dono di importanti ninnoli al celebrante, prima che il divino trio se ne andasse con la velocità del fulmine lasciando raccomandazioni e augurando agli uomini di combattere fino alla morte, per lasciare spazio ad un ennesimo cosmo di potenza divina. Un uomo, o forse un dio, che pareva esser una vecchia conoscenza di Siegfried, il barbaro comprese stavolta il significato della spada in fiamme e delle parole di colui che venne chiamato Gazka, lì dove il resto del mondo era caduto preda del male che chiamavano "corruzione" Asgard era sopravvissuta.

    Il discorso pieno di preoccupazione ed elogi distribuiti da Siegfried che seguì l'uscita di scena dell'ospite divino non colse molto l'orecchio di Finn, già troppo stanco e deconcentrato dalla marea di parole ascoltate. Comprese le intenzioni del celebrante e la sua richiesta, dopo miriadi di inutili congetture, ringraziamenti e auguri finalmente sentì qualcosa che lo fece sorridere, avrebbe dovuto combattere, o meglio cacciare e forse la sua armatura sarebbe ritornata integra grazie alle conoscenze personali del celebrante. A braccia conserte Finn rise a pieni polmoni fino a tossire, le ferite ed il dolore ancora si facevano sentire ma non se ne curava; guardò negli occhi Siegfried e poi Camille, diede una forte pacca sulla schiena a quest'ultimo dicendogli:

    A quanto pare non è ancora finita... lo sguardo del barbaro si spostò su Urzla, la misteriosa dama argentea mentre aggiunse ...e mi toccherà anche prendermi cura di una bella donna, AHAH!

    Con un cenno del capo salutò i presenti e andò via dando loro le spalle, aprì le pesanti porte della sala a mani piene per tornare dove prima Frigga e le altre donne che non avevano combattuto si stavano prendendo cura dei feriti e alzò il pugno destro guardandosi intorno prima di gridare a voce alta:

    A ME LA MIA SPADA, UN CORNO DI BIRRA E IL CAVALLO PIù FORTE! RADUNATE TUTTI GLI UOMINI MENO FERITI, SI VA A CACCIA DI MOSTRI, LURIDI BASTARDI!

    Obiezioni? Dubbi? Thorfinn non ne aveva a riguardo.










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    Nome:Thorfinn Thorsson
    Cloth: God Robe di Beta UMA - Sleipnir (Crepata e sciolta in più punti - Non indossata)
    Status: Determinato
    Energia: Rossa
    Rapporto danni: Dolore esteso a tutto il corpo.
    Riassunto azioni:

    Tecniche e Abilità usate:



    Note: Il mio nuovo ruolo mi gasa alquanto.

     
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