Armageddon: Ghiaccio e Sangue

L'Armageddon su Asgard

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  1. ullallà!
     
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    |"Parlato Frederich"|"Parlato altrui"|°Pensato/Telepatia Frederich°|°Pensato/Telepatia altrui°|



    “I cancelli! NON PERDIAMO I CANCELLI!!!”

    “Rinforza il portone con l'ametista, dentro e fuori, e vedi di puntellarlo. E che gli arcieri si tengano pronti, quei mostri volanti potrebbero riapparire da un momento all'altro. VAI!!!”


    L’urlo del drago di Asgard di fronte alla nuova situazione, l’imbizzarrirsi degli eventi. Fred aveva visto con i suoi occhi i propri attacchi andare a segno, gli stessi colpi di Sigfried polverizzare le schiere nemiche – eppure non era abbastanza. Per quanta la potenza del cosmo, per quanto l’ardore delle fiamme, quelle creature continuavano ad avanzare. Senza una remora, senza un lecito e ragionevole dubbio sul proprio destino – incuranti di ciò che li avrebbe accolti sotto le mura.
    E ora erano arrivati a mettere in pericolo i cancelli.
    Deglutì, per poi scattare.
    Balzando indietro sulla passerella di ametista, Frederich rintracciò con gli occhi quello di cui aveva bisogno. I suoi piedi quasi volavano, comparati a quelli degli altri soldati, ma non di meno si sforzava di pensare in fretta, di ponderare.
    Atterrò davanti ad un folto gruppo di vichinghi, fanteria pesante in attesa di scrivere la propria parte in quella battaglia. Accalcati sotto le mura, i guerrieri più valenti nel corpo a corpo erano stati infiammati dai canti dei commilitoni, rincuorati dagli araldi del Dio Nordico: ma la battaglia cominciava adesso.
    Squadrandoli con gli occhi, il biondo individuò lesto quelli che potevano fare al caso suo – quindi si appellò a loro, additando i cancelli.

    “Guerrieri! I più forti di voi, con me: ho bisogno delle braccia migliori del Nord al mio fianco, per sorreggere le porte! Gli altri si dispongano dietro, spingendo con tutte le forze sulla prima fila.”

    “Al mio segnale, difensori di Asgard!”


    Con uno scatto si ritrovò davanti ad i cancelli, la colossale grata metallica cigolante sotto la pressione dei corrotti. I mostri si erano ammassati dall’altra parte, incuranti di difese e caduti – del tutto privi di strategia.
    Lui avrebbe fatto il contrario.
    Frenando lo slancio del salto, Fred si arrestò a pochi passi dal suo obiettivo. L’urlo dei feriti e del metallo lo attraversava, il mondo correva verso una spirale di emozioni primordiali – e lui indugiava ancora, seppure per qualche istante.
    Con occhi pieni di pensieri scrutò la forma delle loro difese, i cardini e la pietra e i pali di ferro, puntello alle porte colossali. I capelli presero ad agitarsi, scossi dagli spostamenti d’aria tutt’attorno e da qualcos’altro: un vento interiore, la forza delle stelle.
    Il cosmo prese a crescere in lui, mentre avvertiva l’arrivo dei guerrieri armati di scudo al suo fianco; percepì la potenza degli altri cavalieri, l’indicibile meraviglia dei cosmi Asgardiani. Un entusiasmo feroce lo colse allora, la voglia di partecipare di più a tutto ciò, di addentrarsi ancora per quelle vie piene di misteri – e infine anche lui agì.
    Con un movimento della mano destra, il biondo indirizzò le proprie energie all’interno delle mura, verso gli spessi puntelli. La polvere violetta corse allora dalle basi dei pali, rinforzandoli contro cedimenti strutturali, per arrivare sulle porte. Uno strato protettivo le ricoprì, una patina violetta che arrivò fino ai cardini sulla pietra, ancorandovisi. L’effetto pareva immediato, percepì subito una minore pressione sul cancello – ma non bastava.

    “Ora! Scudi alla parete, non toccatela direttamente…e spingete!”


    Incitò i guerrieri al suo fianco, i vichinghi pronti a dimostrare la propria virtù combattiva. Senza bisogno di ulteriori spiegazioni, gli Asgardiani si disposero in degli efficaci ranghi di muscoli e acciaio: la prima fila dava il proprio contributo con gli scudi, mentre quelle dietro supportavano con mani e spalle i rispettivi commilitoni. Fred rimase contento della reazione, non si aspettava una tale efficacia logistica. Non conosceva a fondo le stirpi guerriere del Nord, ignorava in buona parte le loro capacità: si era sforzato, come consigliato dal Celebrante, di penetrare ancora di più in quella cultura, in quel mondo affascinante.
    Ma qualcosa pareva sfuggirgli sempre, preso dalla sua brama di conoscere ancora – strano a dirsi. Forse c’erano altri modi, altri tempi per partecipare e comprendere quel mondo.
    A Fred non erano sovvenuti però.
    Era vero, non conosceva i singoli nomi e possedeva solo rudimenti della lingua, ancora – ma compensava con altre doti. Il comando, ad esempio, gli riusciva naturale; disporre di risorse e uomini, soppesare strategie e piani d’azione – l’aveva fatto Fred, e a lungo.
    Nel mondo – nei mondi, la Compagnia e la Montagna – da cui veniva, la previsione e l’organizzarsi erano all’ordine del giorno. Dei giorni grigi al confronto con quelli che viveva ora, anche sotto il cielo non più limpido del nord.

    Il cosmo avvampò ancora, esultando in tutto il suo essere.

    Non senza difficoltà una seconda patina si formò sui cancelli: correndo all’esterno, l’ametista avrebbe prodotto una doppia azione rafforzatrice e, perché no, una offensiva. Conosceva bene gli effetti del minerale Fred, e per questo aveva parlato ai suoi: non preoccupazione inutile, quindi, ma pensiero orientato all’azione. Per quanto poteva essere razionale, Megres aveva a mente le proprie possibilità – e con esse quelle del nemico.

    “Ghh!”


    Con uno sforzo si avvicinò alle porte, poggiandovi direttamente i palmi; lentamente il flusso di cosmo si stabilizzò, consentendogli di controllare decentemente entrambi gli strati di minerale. Ora si sarebbe vista, la faccenda.
    Non era in grado di un controllo uniforme, certo: il suo potere poteva essere insidioso, e non sempre riusciva – come quando generava con esso un’ulteriore armatura – ad annullarne gli effetti corrosivi. Ma questo i corrotti non lo sapevano.

    Incitando i soldati con la propria azione, Frederich si era disposto al centro esatto del cancello. Al suo fianco i guerrieri inneggiavano alla battaglia con degli Oh! simultanei, cadenzati al ritmo delle spinte.
    Il ritmo della guerra, che aveva invaso la città e scandito le loro vite da secoli.
    Il ritmo del cosmo, che lo aveva fatto partecipe di un mondo straordinario, per cui valeva la pena dare tutto sé stesso – non che avesse mai fatto altrimenti, d’altra parte.
    Era il solo modo con cui ambiva a vivere, Fred, la sola maniera che concepiva: con tutto sé stesso, in alto, bruciandosi e rischiando all’occorrenza.

    E forse, con tutto sé stesso, immerso nei canti marziali dei guerrieri del Nord, Fred stava cominciando a capire davvero quel mondo.







    EVENTO DI CASTA ~ Armageddon, Ghiaccio e Sangue.
    FREDERICH ~ God Warrior di Megres.
    ENERGIA ~ Verde.


    CONDIZIONI FISICHE: Mediamente fiaccato dal proseguire della battaglia, ma nessun danno o impedimento particolare.

    ABILITA' UTILIZZATE:

    Erede di Alberico
    La leggenda narra che il re dei nani, Alberico, possedesse un'incredibile conoscenza del sottosuolo e delle ricchezze che esso cela, comparabile solo alla sua cupidigia nel tenerle per sé. La pietra preziosa a cui era particolarmente legato è l'ametista.
    Il cavaliere di Megres sembra reincarnare in sé la natura del nano : egli è infatti capace di creare l'ametista, muoverla, plasmarla, addirittura percepire attraverso il minerale, con un controllo totale su di esso. Tale potere rappresenta il lato avido e assetato di conoscenza e ricchezze di ogni creatura, particolarmente forte nel cavaliere di Megres. Si può infatti dire che il minerale viola sia la manifestazione più naturale del cosmo del cavaliere, e dunque il mezzo più diretto in cui canalizzare le sue energie celesti.
    Proprietà particolare dell'ametista è inoltre la corrosione: se a contatto diretto con un essere vivente, il minerale lo prosciugherà lentamente delle energie vitali, lasciando morta e inerte la parte interessata dal contatto.
    Punto debole del potere è però il calore: sembra che l'ametista soffra in maniera singolare un eccessivo riscaldamento. Ciò si concretizzera in battaglia con un indebolimento degli attacchi o delle difese che sfruttano l'ametista in presenza di calore eccessivo; ad esempio un attacco a base d'ametista a cui è contrapposto il fuoco sarà meno efficace, così come una difesa d'ametista di fronte ad un attacco incendiario.
    Singolare capacità del minerale è, inoltre, quella esplosiva. Il cavaliere di Megres padroneggia a tal punto tale elemento da poter intervenire sulla stessa struttura cristallina che lo compone: inviando scariche di cosmo in maniera ritmica, il minerale prenderà a vibrare e, portando tale fenomeno all'eccesso, la stessa struttura atomica dell'ametista collassera. Il tutto si traduce a livello macroscopico in una deflagrazione, nell'esplosione in svariate schegge degli oggetti d'ametista.

    TECNICHE UTILIZZATE:

    Muro violetto
    Qualora ci fosse bisogno di correre ai ripari, Fred cerca sicurezza.
    Cosa di più certo che un vecchio, teutonico muro?
    Convogliando le sue energie davanti a sé o in un altro punto a discrezione del cavaliere, Megres sarà in grado di erigere una barriera d'ametista. Questa potrà assorbire una certa quantità di danni, dipendente dalla situazione, siano essi di natura fisica, cosmica od elementale. In generale è una difesa a medio consumo, non eccessivamente dispendiosa data l'area ridotta che è in grado di coprire, ma di certo non gratuita.
    Il muro potrà subire personalizzazioni o specifiche in accordo al contesto e alle esigenze di Fred, oltre che per la quantità di energie in esso profuse. D'altronde è un uomo concreto Frederich, ma non poco flessibile - l'architettura, si sa, è aperta a varie interpretazioni.

    RIASSUNTO AZIONI: Come da accordi Fred genera una doppia barriera, interna ed esterna, per fronteggiare i corrotti. Il lato interno ha scopo puramente difensivo, quello esterno forse potrà fare qualche danno: in ogni caso Fred alimenta il minerale in maniera continua, a contatto diretto con il portone, ed esso rinforza anche i puntelli interni ed i cardini sulla pietra, alla quale si ancora.

    Inoltre dispone anche dei vichinghi tosti random armati di scudo - non ho specificato, appellandomi solo ai "più forti" - a dargli supporto. L'idea è quella di una falange greca od alessandrina, ma al solo scopo di spingere sui cancelli.

    EDIT: 3 errori di battitura


    Edited by ullallà! - 2/6/2013, 20:34
     
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    Ghiaccio e Sangue

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    Le grida disumane degli abomini vengono spente dalle esplosioni degli assalti dei God Warrior e dal fischiare delle frecce dei soldati di Asgard. Per un istante, ad un ipotetico spettatore, poteva sembrare che i veri assalitori, la vera forza inesorabile, fossero gli uomini del Nord.

    Gli orrori ancora vivi si dimenano tra i corpi dei compagni, scavalcandoli e prendendoli in spalle come scudo, per assaltare nuovamente il portone... ma un rumore sordo e secco balena, facendo destabilizzare gli assalitori.

    Il ponte naturale che collega alla fortezza inizia a cedere a causa del peso e degli attacchi a cui è stato sottoposto.
    Nel giro di pochi istanti le forze avversarie precipitano nel vuoto.

    Gli abomini sul ciglio del burrone guardano confusi la scena, cercando di capire come raggiungere la fortezza ormai isolata. Orrori volanti si alzano in cielo, per poi ritirarsi nella nebbia, nebbia che presto inghiotte anche le forze terrestri della corruzione.

    Come un mare biancastro avanza fino al bordo e lentamente inizia a tendersi oltre il burrone, con lunghi tentacoli che si estendono un centimetro ogni decina di minuto.

    Più la nebbia si avvicina, più ogni mortale può sentire sussurri nella propria testa, sussurri di follia e di terrore...





    Bon l'assalto sembra scongiurato.
    Ora però si presenta la nebbia, che fare? E' molto lenta, quindi avete tempo per riprendervi e decidere che fare.
    La vicinanza della nebbia inizia a inquietare gli uomini, alcuni di loro potrebbero agire in modi strani, come presi da momentanea follia.
    Gestite la cosa :zizi:

    Per Tyg: La spada prima ha un sussulto, poi ti comunica "Stupido! Non ti rendi conto? Chiamami quando ne avrai veramente bisogno... ammesso che tu viva abbastanza per capire conto di quando sarà il momento... doveva capitarmi uno stupido del genere come detentore??"

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    Edited by ~S i x ter - 9/4/2023, 20:09
     
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    Legenda:
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    ...dannato pezzo di ferraglia. Un consiglio chiaro no, vero?

    Questo fu il pensiero di Siegfried, alla puntuale risposta offensiva della divina Valmhur. Il che significava che doveva ancora arrangiarsi in attesa di minacce maggiori, che probabilmente non si sarebbero fatte attendere; aveva ancora un altro jolly su cui contare, ed era l'aiuto dal cielo che poteva evocare attraverso l'amuleto del Valhalla: ma utilizzarlo in quel momento sarebbe stato sbagliato, e anche la spada l'avrebbe pensata allo stesso modo.

    Il Celebrante si guardò intorno, cercando di individuare almeno i cosmi degli altri cavalieri. Tra i soldati le vittime non erano state numerose, le mura e le difese avevano retto molto bene; le trappole erano andate a segno, e adesso Asgard era senza collegamenti fisici con il resto del territorio. Insomma, si erano barricati ma il tempo non giocava a favore degli uomini del nord: avrebbero potuto resistere qualche settimana sotto assedio, poi sarebbero iniziate a scarseggiare le scorte di viveri: ma se le cose fossero andate male, sarebbero stati sterminati quasi tutti entro un paio di giorni. Le grida di vittoria per lo scongiurato assalto durarono pochi minuti, nei quali tutti poterono respirare con calma.

    Ma la nebbia, che di certo celava il pericolo più grande, iniziava lentamente ad avanzare fino ai limiti del precipizio.

    Siegfried doveva pensare in fretta... i rapporti che gli erano stati presentati avevano parlato di follia e di corruzione dell'essenza umana. Se fosse stata la nebbia l'origine del problema, avevano ben poche difese a favore: i cavalieri del Nord erano valorosi combattenti, ma per la maggior parte si trattava di guerrieri in grado di affrontare minacce fisiche e non mentali. Però...

    Riprese a concentrarsi. I cavalieri erano ancora vivi tutti quanti, poteva sentire i loro cosmi in stato di quiescenza. Si voltò verso la guerriera di Mime, la più vicina a lui, rivolgendolsi in tono calmo. La ragazza rischiava di essere la chiave di volta di tutta la guerra.

    Sam, comincia a suonare. Non devi attaccare i nemici, ma la tua musica deve rinforzare le menti dei nostri soldati: quella nebbia porterà inquietudine ai nostri uomini. Dobbiamo restare saldi, e nessuno deve perdere la testa o saremo noi a causare la nostra stessa distruzione. Che la tua musica ci illumini saldamente.

    Pensò agli altri guerrieri. Cosa avrebbero potuto fare? Il suo sguardo cadde su Frederich, che si era avvicinato in attesa di nuovi ordini: lui e il ragazzo erano il supporto e collegamento con gli altri cavalieri. Con tono tranquillo ma che non ammetteva repliche, si rivolse al giovane.

    Frederich, ascolta. Dubito che servirà a qualcosa, ma dobbiamo provarci ugualmente: che Thorfinn e il guerriero di Mizar provino ad usare i loro poteri del ghiaccio per vedere se la nebbia ne risente. Sarebbe troppo facile se si congelasse e basta, ma per quanto stupido è un tentativo che va fatto. Per il resto, che tengano d'occhio la base delle mura: se all'interno della nebbia c'è qualcosa che può ricondurre le loro forze fino a noi, loro due ed io dovremo essere pronti a distruggerla. Dì al ragazzo di parlare con i suoi lupi: devono mantenersi lucidi, non devono cedere la mente al nemico. Quanto a te... prova a richiedere l'intervento delle Anime della Natura, e speriamo che siano abbastanza contrariate da questo nemico per poterci dare un aiuto. Che tutti quanti si preparino a calmare i bollenti spiriti dei nostri uomini, se perdessero il controllo. Ora vai, dobbiamo essere pronti!

    Restavano solo i soldati dell'esercito. Non avevano poteri particolari, ma tutti avevano un cuore saldo per difendere la propria terra. Il Celebrante si voltò verso le truppe all'interno dei cancelli ed alzò le braccia per richiamare la loro attenzione, poi parlò loro a gran voce:

    Uomini del Nord, ascoltate! Abbiamo vinto la prima battaglia, ma la guerra... la guerra non è ancora finita! Il nemico è insidioso, e cercherà di colpirvi alla mente rivolgendo il vostro braccio contro la vostra gente: NON DOVETE PERMETTERGLIELO!!! Concentrate le vostre menti sulla vostra famiglia, il vostro popolo, la vostra terra, quanto vi è di più caro nel vostro cuore e mantenetene un'immagine salda nei vostri occhi e nel vostro cuore! NON PERMETTETE AL NEMICO DI AVVELENARE LA VOSTRA ANIMA!!! PER ASGARD!!!

    I soldati risposero con un grido, risollevati nello spirito. La nebbia aveva superato l'orlo del precipizio e continuava ad avvicinarsi, lenta ed inesorabile. Poi a Siegfried balenò un pensiero. Ricordò del suo ultimo viaggio con Stephàne del Sagittario, l'assalto ai trolls e agli orchi... Valmhur aveva potenziato la freccia del Cavaliere d'Oro canalizzandone l'energia. E se la cetra di Mime...? Estrasse lentamente la spada dal fodero sulla schiena e si avvicinò alla ragazza, che aveva iniziato a permeare l'aria con la sua melodia. Non era ancora dotata di un grande potere, ma con l'aiuto di Valmhur la sua azione sarebbe stata certamente più efficace; ammesso che la lama decidesse di collaborare.

    Grande e potente Valmhur, so che le tue conoscenze trascendono le mie. So che il tuo intervento sarà decisivo solo in seguito. Ma se aiuti questa fanciulla con il tuo immenso potere, la tua gloria trasmessa ai posteri sarà sempre più grande, e Odino stesso riconoscerà ancora una volta il tuo valore. Ti prego, spirito della spada... aiuta la ragazza!

    Era decisamente una novità: Valmhur lo trattava sempre come una pezza da piedi, ma non lo aveva mai tradito. Un pò come Dougar il bibliotecario, che pur esendo un anziano bisbetico, se si trovava di fronte ad una ragazza diventava un galantuomo di prim'ordine: chissà, magari anche la spada preferiva collaborare con una donna anzichè con un uomo. Siegfried prese a far brillare il proprio cosmo per farlo entrare in risonanza con quello di Sam, e canalizzarlo attraverso Valmhur per amplificarne la forza e gli effetti. Sperando che la spada non demolisse l'intera Asgard a forza di onde sonore.

    Bene, ecco fatto. Ho dato istruzioni un pò a tutti, l'obiettivo è tenere salda la mente con l'aiuto della musica di Mime... e vorrei sottolineare che l'idea di usare Valmhur (cosa fatta con Aldo in passato nella quest che ho citato) mi è venuta mentre scrivevo il post. Decisamente un tentativo andava fatto, no??? E mò speriamo bene...




    Info.


    Condizione Fisica: Illeso.
    Condizione Psicologica: Ottima, pronto al contrattacco.
    Nome e stato Cloth: Alpha UMA, Integra. (Lv.VII)
    Abilità Usate:

    Resistenza Fisica: Caratteristica abilità di alcuni guerrieri del Nord, Siegfried possiede una eccezionale resistenza agli attacchi fisici e cosmici, dono ricevuto dopo essersi bagnato nel sangue del Drago Bifronte.
    Forza Interiore: Siegfried è il favorito di Odino. Il mito vuole che riuscì a sconfiggere il Drago Bifronte grazie, oltre alle sue abilità in battaglia, ad una forza interiore superiore a quella dei normali esseri umani. Questa sua capacità gli permette di "produrre" una potenza cosmica superiore rispetto ad un cavaliere di pari forza; tuttavia non è in grado di raggiungere la forza di guerrieri con il cosmo a lui superiore.

    Tecniche Usate: [SPOILER][/SPOILER]



     
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    Armageddon!



    Le esplosioni di energia e la rabbia degli elementi non smettevano di echeggiare sul picco oltre il Sentiero di ferro, le grida e i canti degli uomini e delle donne di Asgard si erano tramutati in respiri pesanti, sussurri e sporadiche preghiere agli Asi intervallate da qualche imprecazione a mezza bocca. Nati, cresciuti e preparati per tutta la vita a un momento simile, gli uomini del nord sapevano benissimo che l'inesorabile energia maligna di cui erano impregnati i mostri oltre le mura non li avrebbe fatti fermare mai. Anche oltre la morte, i più intelligenti tra loro, trovavano modo di sfruttare quel macabro dono, così il barbaro e i suoi compagni d'arme poterono assistere allo scempio di corpi che venivano abbattuti sulle mura in un blando tentativo di placare le fiamme o di creare crepe adatte ad allargarsi fino a divenir breccia.

    -Non ho mai incontrato dei nemici così coriacei.-

    Si ritrovò a pensare Thorfinn in un attimo di pausa in cui il suo fiato corto creava piccole nuvolette trasparenti. I tamburi di guerra, suonati nelle retrovie delle ultime difese cittadine, insieme alle note della giovane skald in armatura parevano aver preso un ritmo più lento, aria gelida penetrò per un istante la calda aura di cosmo del barbaro e aveva sfiorato il suo orecchio sinistro come una sottilissima lama d'aria ghiacciata.

    Mi si torcono le budella... Sussurrò senza rivolgersi a nessuno se non a sè stesso ...anche quel giorno, davanti alla madre dei Khazra, mi si torsero le budella.

    Il sibilare delle frecce e delle asce da lancio risvegliò dalla distrazione il barbaro, vide un giavellotto conficcarsi nel cadavere di un abominio portato in spalla da un altro di quei mostri che, vivo e vegeto, sondava il campo di battaglia in cerca di corpi con cui coprirsi. C'erano uomini, khazra, orsi e addirittura qualche troll, tutti malamente mutati e orrendamente sfigurati. Pochi di quegli esseri erano riconoscibili, altri avevano assunto sembianze così ripugnanti da trascendere completamente, almeno alla vista, la loro natura, Finn si ritrovò a pensare per la prima volta alle conseguenze delle sue azioni, solo in quel momento realizzò che se avesse fallito sarebbe stata la fine, non solo per lui, ma per ogni essere vivente presente ad Asgard. Per un singolo istante l'idea che la fine di tutto fosse a pochi istanti da lui lo paralizzò del tutto, per un singolo istante Finn che era stato il ragazzo di fuoco divenne un uomo di ghiaccio, un guerriero che mette il pensiero al primo posto senza essere avventato, un uomo come fu suo padre.

    Realizzò che era quello il peso del suo compito come scelto dagli Asi e come ultimo Lupo, il peso delle vite altrui, il peso della morte. L'ago debole di una bilancia divina, non un campione, non un semi-dio ma solo un uomo, piccolo e sfacciato davanti alla mostruosità infinita della guerra.

    I suoi pensieri vennero spazzati via da un tremore che crebbe sotto i suoi piedi, pensò dapprima che si trattasse del suo sangue il quale, da quando aveva ricevuto il dono di Odino, pompava più rapido nelle vene e sconquassava i suoi muscoli se rilassati, ma il suo corpo era stabile. La terra iniziò a vibrare, i Jomsvikigs e le Shieldmaidens si piegarono sulle ginocchia, qualcuno guardò il cielo, qualcun'altro puntò l'arco a destra e a manca sulle creature che ancora si dimenavano sotto le mura protette dal fuoco, ma nessuno trovò l'origine di quelle scosse.

    Il terremoto! Gridò qualcuno.

    Ed ebbe ragione. La terra tremò fortissimo e in quel breve periodo in cui anche i ghiacci perenni parevano sul punto di spaccarsi, il roboante suono della terra che si spacca coprì ogni cosa. In lontananza gli occhi di Finn scorsero un polverone grigio piombo, gli abomini caddero a centinaia, l'imboccatura che dal Sentiero di ferro arrivava all'incollatura rocciosa delle porte di Asgard crollò nel vuoto sottostante, le rocce e i corpi, dall'alto delle mura parevano polvere e formiche che precipitavano verso morte certa; i fortunati sopravvissuti restavano sul bordo del canyon fermi come statue dagli arti penzolanti.

    Creature alate si alzarono dall'orda e piroettarono nell'aria, pronto ad affrontarle il barbaro chiamò all'ordine il famoso shieldwall vichingo, ogni uomo difese il fratello al suo fianco ed ogni donna fece lo stesso ma le creature volarono indietro invece che avanti facendosi inghiottire dalla bruma misteriosa che appestava l'aria. Lo shieldwall si aprì mostrando occhi confusi, gli stessi occhi che si spalancarono in insensato terrore quando la nebbia iniziò ad avanzare morbidamente e silenziosa verso le mura come fosse un'entità viva.

    Il barbaro inalò con forza l'aria gelida, un piccolo spasmo di dolore colse i polmoni per il troppo freddo. Non era nebbia, quello era poco ma sicuro, piccoli rivoli di fumo si estendevano ondulati e più veloci della massa fumosa oltre il baratro che separava l'orda di mostri dalle mura, ad ogni centimetro guadagnato dalla bruma gli uomini si facevano più inquieti fino a quando un silenzio inquietante calò sull'intera montagna e sulla valle sottostante.

    Thorfinn, Thorfinn Karlsefni...traditore, traditore!

    Quella voce, che un tempo avrebbe risvegliato in Finn solo odio e rimorsi, lo scosso nel profondo.

    Fa...Faen, tu...dove sei?

    Sussurrò ancora il barbaro in cerca di sua sorella. Lo spettro di Faen si era sempre presentato a lui senza mai celarsi allo sguardo, anzi, pareva voler mostrare ogni giorno l'andare avanti della decomposizione del suo corpo, ma stavolta quel sussurro pareva provenire dalla sua testa.

    Era la notte di Valpurga, Finn...loro vennero, con le asce affilate e le frecce appuntite, Finn. Loro vennero, col sangue verde alla bocca nel giorno più sacro. Era la notte di Valpurga quando tu non c'eri...loro vennero e tu non c'eri, tu non c'eri, tu non c'eri...quando morimmo! Thorfinn, Thorfinn Karlsefni, Finn il traditore!

    Il rimorso si tramutò in bile, la saliva del barbaro divenne amara come il fiele e il fondo del boccale di birra, le sue mascelle si serrarono allo spasmo. Portò una mano alla testa e poi l'altra piegandosi in avanti. Attorno a sè altri uomini erano proni o appoggiati alle loro armi, qualcuno rideva nervosamente, qualcun altro gridava cose senza senso, altri ancora pregavano sconessamente Odino, Thor, Freiya e gli parve di udir persino invocazioni all'ingannatore Loki. Le mura si riempirono di pazzia e disperazione al punto che, tra la folla, in un attimo di lucidità, Finn sentì un singhiozzo, ma non acuto come quello di un bambino o una donna. Era una voce roca quella che stava lamentandosi.

    Con grande sforzo Thorfinn ignorò la voce della defunta sorella che inveiva contro di lui ricordandogli errori fatali del passato e si avvicinò a colui che singhiozzava, grande stupore lo colse quando vide che si trattava di un guerriero anziano, dal capo pelato e coperto di cicatrici, il volto rugoso dalla folta barba e baffi bianchissimi e le mani callose che strofinavano via le lacrime in modo infantile.
    Un uomo del nord, un guerriero di Asgard aveva lasciato la sua ascia e il suo scudo, si era inginocchiato nelle retrovie e aveva iniziato a piangere come un infante. Privo di maniere delicate com'era Finn non trovò altro modo di comunicargli se non scrollandolo e parlandogli direttamente.

    Stanno impazzendo tutti, e tu che hai da frignare, vecchio!?

    L'uomo alzò lo sguardo e allungò le mani afferrando gli spallacci dell'armatura di Sleipnir, la sua voce rotta dalle lacrime e i suoi occhi gonfi parvero placare per un'attimo Faen nella testa del barbaro.

    Viandante di ferro, che orribile, orribile destino mi attende. Il nemico è sconfitto.

    Confuso da quelle parole Finn scosse la testa e rispose lui in tono duro

    E questo sarebbe orribile? Siamo vivi per quanto ci importa mentre quei maledetti cosi sono in fondo alla montagna a far da cibo per i vermi.

    Tu non capisci, barbaro! Ululò ancor più disperato il vecchio. Le voci, le voci me lo stanno dicendo, faremo la fine del bestiame, non importa quanto combatterò, oramai sono vecchio e lento, un bersaglio facile. Non vedremo mai il Valhalla! Dopo una vita di battaglie questo è quello che ci meritiamo? E' QUESTO?

    Le mani dell'uomo afferrarono il viso di Finn incuranti del suo elmo e i grossi occhi rossi dell'uomo affondarono in quelli del barbaro il quale scostò con forza il vecchio senza comprendere a pieno se stesse impazzendo o avesse perfettamente ragione, colse quell'occasione al volo, avrebbe scosso gli animi, avrebbe protetto quelle persone. Non poteva permettere alle voci nella sua testa di prendere il sopravvento.

    Qual'è il tuo nome, vecchio? Chiese aiutando l'uomo anziano ad alzarsi.
    Ragnar.

    Alzati, Ragnar. Disse a voce alta per poi tornare davanti.
    Alzatevi tutti! Non ci lasceremo abbattere da ciò che ci è nemico solo perchè non lo vediamo. Qualsiasi cosa esca da quella maledetta nebbia, noi la affronteremo, noi combatteremo, noi la distruggeremo!

    Avanzò verso la posizione in cui si trovava all'inizio della battaglia, impettito e nervoso allo stesso tempo, la voce di Faen si faceva sempre più chiara, più prepotente, la battaglia continuava nella sua testa e in quella delle persone alle sue spalle. La voce di Siegfried giunse alle sue orecchie come una manna dal cielo, il cosmo di ghiaccio risuonò prima nella sua mente e poi nel resto delle sue membra, il suono della tempesta coprì la voce del rimorso, era il suono che aveva sentito durante il suo incubo riguardante la caccia selvaggia, quel suono erano gli zoccoli del destriero di Odino, la forza delle sue rune magiche.

    VITTORIA O VALHALLA!!!

    Fu come un urlo liberatorio quello che accompagnò i pugni di Finn ed il suo cosmo di ghiaccio in direzione della massa di nebbia.


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    Nome:Thorfinn
    Cloth: God Robe di Beta UMA - Sleipnir
    Status: Nervoso
    Energia: Rossa
    Rapporto danni: Illeso
    Riassunto azioni:

    Tecniche e Abilità usate:
    Asgard Bless ~
    Il god warrior è sempre stato sottoposto alle intemperie, al potere del fuoco ed al gelo di Asgard. Presso la gelida terra ove risiede egli accoglie il sole del meriggio così come il gelo perenne dei ghiacci. In termini pratici il guerriero ha una naturale resistenza a condizioni di bassissime/altissime temperature dovute a cause naturali, come un vero asgardiano sfida la tempesta di neve mandata dagli Aesir e il fuoco dei vulcani così il guerriero rimane impassibile alla morsa del freddo di madre natura e dal calore del fuoco della terra potendo, però, restar comunque vittima degli elementi creati da un cosmo avverso.(passiva - "Resistenza a basse e alte temperature")

    Universe freezing ~
    Il guerriero raccoglie le gelide energie del proprio cosmo così attorno a lui s’andrà a formare un concentrato di ghiaccio e cosmo che andrà a spostarsi presso le braccia. Le mani si uniranno sopra il capo e poi verranno abbassate per scagliare un'ondata gelida; quest'ultima esploderà lanciando una grande massa di frammenti che avanzerà in un angolo di novanta gradi con irruenza e rapidità. Essi sono dotati di capacità taglienti e provocano danni da lacerazione al bersaglio ma il loro scopo principale è attecchire sui corpi presenti nell'area e congelarli costringendoli all’assoluta immobilità, abbassandone la temperatura e rendendoli così statue di ghiaccio in balìa del guerriero.
    Variante: Il colpo può essere scagliato anche con un solo braccio e con un minore tempo d'azione. In tal modo il colpo scagliato sarà più rapido e ugualmente efficace ma il dispendio energetico sarà minore.

    Note:

     
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    La Spada sta per dire qualcosa, quando improvvisamente inizia a far fluire la sua energia nella cetra di Mime.
    La sua musica si spande in ogni dove riuscendo dove i tentativi elementali falliscono: la nebbia sfrigola e si ritira al contatto con le onde sonore.
    Le menti dei soldati vengono liberate dal fardello degli oscuri sussurri.

    La nebbia, come entità viva, si dimena e cambia aspetto... ora è più simile al fumo, un fumo violaceo.
    Essa continua la sua avanzata inesorabile, fino a toccare le mura e a discendere da esse.
    La musica non riesce più a fermarla, ma sembra non aver più effetto sulle menti dell'esercito.

    Iniziate a sentire il clangore le metallo, il nitrire di cavalli e presto vedete sui due lati delle mura, dove la nebbia ha formato dei terrapieni, due nuove minacce.

    Sul lato sinistro vi è un orda di guerrieri dalle corazze possenti e dalle proporzioni innaturali, alcuni a cavallo, altri a piedi [img]. Tra di loro vi sono individui con scettri fiammeggianti sospesi su grossi dischi crepitanti di oscura energia [img]. Le creature volanti che avete già affrontato volteggiano su di loro, in attesa.

    Innanzi a loro vi è un mostro alto circa tre metri, non è possibile identificarlo come razza. Si tratta di un'enorme aberrazione, un'offesa alla natura. In una mano regge uno scettro, nell'altra una spada. [img][img]

    Sul lato destro vi è un esercito di guerrieri snelli e slanciati, dalle corazze colme di spuntoni ma piene di perversa eleganza. Alcuni di loro cavalcano grosse lucertole, altri mostri simili a viverne. [img]
    Tra loro vi sono donne dalla pelle grigiastra quasi nude e armate di lunghi pugnali [img], accanto a quelli che probabilmente sono degli stregoni ammantati di nero e con spade e scettri incantati da una luce tetra [img].
    Innanzi a loro vi è un individuo completamente coperto dall'armatura, con un elmo con lunghe corna ed una spada avvolta da saette. [img]

    Frederich solleva le braccia e la natura subito risponde, conscia della minaccia. Gli spiriti avvolgono i soldati, dando alle loro corazze la resistenza della roccia e alle loro spade il taglio del ghiaccio.
    Approfittando della stessa nebbia i lupi accorrono al richiamo di Luxor, affiancandosi agli umani.

    Intanto tuoni e fulmini si rincorrono nel cielo, come se anche lì si stesse combattendo una battaglia.

    Come se tutto l'orrore comparso non bastasse, dietro i due eserciti vedete comparire dei tornadi.
    Dietro alle aberrazioni il vortice che corre verso le nubi è variopinto e cangiante, mentre dietro i cavalieri neri pare fatto di sangue.

    Un grido da entrambi gli schieramenti, uno gutturale pronunciato dall'aberrazione, l'altro elegante ma in una lingua oscura pronunciato dal cavaliere cornuto, scatenano le orde di invasori.
    Chi ha dato il comando tuttavia rimane dov'è, probabilmente confidando che sia sufficiente la forza del loro esercito per spazzare via Asgard.

    Come fiumi di morte si riversano nella fortezza, pronti a travolgere ogni cosa...


    Anche tra loro notate individui simili





    Eccoci.
    La situazione è questa.
    Ci sono due eserciti:

    Esercito di Aberrazioni:
    Ha soldati corazzati a piedi e cavallo [+resistenza, - velocità], cavalieri e maghi (i tizi sui dischi che usano magie elementali). Hanno anche supporto aereo.

    Esercito Cavalieri Neri (Tyg principalmente, ma chiunque conosce la loro lingua, capisce dal comando che sono elfi oscuri):
    Hanno cavalieri su lucertole e draghi [-resistenza, +velocità], fanteria e stregoni che usano energia oscura che fa danni e ciuccia vita.
    I draghi e le lucertole non sputano fuoco, artigliano e dilaniano.

    Voi avete:

    Mime che sta suonando per difendervi dagli effetti secondari della nebbia (e dalle magie che fanno impazzire dei maghi)
    Megres
    Luxor con lupi
    Mizar
    Soldati potenziati dagli spiriti della natura

    Organizzatevi via off gdr.
    Il vostro post dovrà essere di reazione all'assalto massiccio.
    Gestirete il vostro pg e una parte dei png alleati che vi ho elencato, potreste ad esempio dividervi le forze o cose simili.
    E' come un duello, quindi niente di autoconclusivo nemmeno per i png (morti occasionali tra i soldati vostri e nemici van bene come livello di autoconclusività)

    I membri dell'esercito avversario sono tutti energia bianca, max gialla, ma sono tantissimi


    Layout & Graphic Art by WandefullStar ©® 2012




    Edited by ~S i x ter - 9/4/2023, 20:10
     
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    La spada, probabilmente un pò riluttante ma pur sempre soddisfatta, decise finalmente di intervenire. Aveva intensificato la forza della musica di Sam, e l'aveva chiaramente modificata a modo suo... proprio come la freccia di Stephàne. La musica da sola stava combattendo la nebbia, che si ritrasse come ferita al risuonare della melodia di cetra; ma la ritirata durò ben poco. Di fronte ad un ostacolo ci si adatta per superarlo, ed ecco che la foschia iniziò a mutare nella consistenza e nel colore: una nube di fumo violacea si dirigeva ora verso la città isolata. Le voci che cercavano di catturare le menti nordiche erano svanite, ma la nuova forma della minaccia non prometteva nulla di buono. Siegfried si sgranchì le spalle in un gesto istintivo, mentre il fumo si avvicinava.

    Ci siamo, stavolta siamo vicini alla resa dei conti... sarà distruzione o sopravvivenza.

    La nuova nebbia iniziava a risalire le mura, non ci sarebbe stato modo di fermarla. Doveva essere una sorta di etereo mezzo di trasporto, perchè Siegfried credette di vedere delle ombre di forma vagamente umanoide muoversi al suo interno. Stava forse per conoscere l'identità dei suoi veri avversari? Ad un suo gesto, i cavalieri scesero dalle mura a raggiungere il resto dell'esercito. Sam continuava a suonare, supportata da Valmhur: non si poteva essere certi di ciò a cui sarebbero andati incontro, e se avrebbero dovuto rinforzare le difese mentali dei soldati. Frederich aveva richiamato l'ametista utilizzata per rinforzare il portone; da fuori non sarebbe arrivato nessuno, non aveva senso rimanere sigillati nella propria trappola con dentro l'avversario. Gli occhi di tutti erano puntati verso i primi tentacoli filiformi che iniziavano a superare le mura esterne, e le prime figure che iniziavano a materializzarsi erano aberrazioni e guerrieri in armatura, rettili da battaglia, e guerrieri dalla pelle scura che Siegfried ricordava fin troppo bene nella sua mente. Drow. L'immagine di Genlon nella sua memoria fece accendere una scintilla di rabbia nei suoi occhi, e mentre vedeva materializzarsi i suoi avversari capì istintivamente cosa doveva fare: guardò la spada Valmhur. Poi l'amuleto del Valhalla. Infine i suoi avversari.

    Thorfinn.

    Il barbaro, custode delle vestigia di Sleipnir, si avvicinò a lui.

    Prendi l'esercito e gli altri cavalieri del Nord, e combattete contro gli elfi oscuri e bada di fare attenzione alle loro magie demoniache. Io penserò all'altro gruppo... e se Odino lo vorrà, stasera brinderemo ai nostri morti e alla nostra vittoria. Capirai da te qual è il segnale d'attacco.

    Il barbaro non replicò, ma indietreggiò per preparare gli uomini alla difesa e al contrattacco. Il Celebrante rimase solo, la sua mente non avvertiva cosa succedeva alle sue spalle: guardava solo materializzarsi quei mostri da due vortici dimensionali, forse il Niflheim e l'Helheim, o qualcosa del genere. Dal tunnel cremisi comparve un guerriero avvolto in un'armatura completa e particoarmente inquietante... forse il comandante degli elfi oscuri. Ma il suo sguardo era rivolto verso l'altro portale, dal quale si stava facendo largo un gigantesco guerriero che sembrava un incrocio tra un troll ed un gigante. Un vago accenno di sorriso affiorò sul volto di Siegfried: lui e Michèl avevano sconfitto Hymir in persona, mentre quello che aveva di fronte era a malapena alto tre metri. Sentiva il desiderio di travolgerlo, anche se sapeva che sarebbe stato meno semplice del previsto. Il suo cosmo iniziò a bruciare con violenza, mentre si portava la mano sinistra sull'amuleto. Nella destra impugnava ancora Valmhur.

    Valmhur, ho ancora bisogno di te. Dobbiamo polverizzare quei mostri, e senza il tuo aiuto Asgard è persa.

    Senza attendere risposta dallo spirito della lama, il cavaliere del Drago Bifronte unì il suo cosmo alla spada e strinse forte l'amuleto con la mano libera. Doveva evocarli subito, prima che fosse troppo tardi.

    Popolo del Valhalla, il più umile servo di Asgard ha di nuovo bisogno di te. Guerrieri del Nord, voi che foste gli artefici di missioni eroiche, accorrete a distruggere chi minaccia le nostre terre! Per la gloria del Nord... VALHALLAAAAAA!!!

    Mentre terminava quelle parole entrambi i comandanti dell'esercito ordinarono l'attacco, rimanendo a loro volta nelle retrovie. Codardi. Ma in risposta al loro urlo di guerra, un'esplosione di luce accecante si scatenò alle spalle di Siegfried, pronto ad avanzare. I guerrieri erano arrivati, ma rimaneva da vedere come Valmhur aveva deciso di aiutarli. Aveva fatto in modo che i guerrieri si materializzassero definitivamente, come nel Ragnarok, in tutto il loro potere? Lo avrebbe scoperto entro pochi secondi. Voltandosi mentre avanzava verso gli avversari, che per un momento rimasero spiazzati dall'accaduto, incontrò gli sguardi di occhi che conosceva molto bene. L'antico Siegfried, suo antenato e precedente possessore della sua armatura. E naturalmente Edgar, che brandiva la sua ascia e con lo sguardo che brillava della stessa determinazione del giorno in cui fu ucciso nella guerra degli orchi. Ma l'esercito dei cavalieri del passato era numeroso, agguerrito e potente. Fu allora che si chiese dove fosse la dragonessa Urzla... sarebbe intervenuta anche lei, o era in pericolo? Ma non c'era tempo per chiedersi queste cose.

    Adesso rimaneva solo da vedere chi sarebbe rimasto in vita... e chi sarebbe morto.

    E ora a noi, maledetti!!! OCCHI DEL DRAGO, COLPITE NEL SEGNO!!!

    Il suo cosmo vibrò violentemente, e il colpo esplose dalle sue braccia. Le sfere andarono ad impattare contro le prime file delle abberrazioni, ma il suo obiettivo era il gigante: sarebbe stata la sua mossa successiva.

    Non so se alla fine perderemo, ma ti assicuro un massacro nelle fila dei cattivi XD Riassumendo, chiamo il popolo del Valhalla, che sono TUTTI cavalieri. Quindi volendo qualcuno di loro può dare manforte a Thorfinn e gli altri, questo lo lascio decidere a te. Valmhur, dopo essersi decisa ad intervenire, di solito lascia perdere la fase di lecchinaggio e collabora: io ho ipotizzato che accadesse come nel Ragnarok, in cui la prima volta mi si era presentato l'esercito di cavalieri al gran completo a menare le mani. Ma come avrai capito, Valmhur fa sempre le cose a modo suo... quindi i cavalieri sicuramente ci sono, ma la spada come abbia deciso di aiutare non lo so proprio :asd: L'esercito del "presente" è tutto sotto la guida di Thorfinn, e dovrebbe sentirsi incoraggiato anche dalla presenza degli spiriti del Valhalla (tutto a favore del morale).




    Info.


    Condizione Fisica: Illeso.
    Condizione Psicologica: Pronto a morire e altrettanto deciso di portarsi all'inferno quanti più nemici possibile.
    Nome e stato Cloth: Alpha UMA, Integra. (Lv.VII)
    Abilità Usate:

    Resistenza Fisica: Caratteristica abilità di alcuni guerrieri del Nord, Siegfried possiede una eccezionale resistenza agli attacchi fisici e cosmici, dono ricevuto dopo essersi bagnato nel sangue del Drago Bifronte.
    Forza Interiore: Siegfried è il favorito di Odino. Il mito vuole che riuscì a sconfiggere il Drago Bifronte grazie, oltre alle sue abilità in battaglia, ad una forza interiore superiore a quella dei normali esseri umani. Questa sua capacità gli permette di "produrre" una potenza cosmica superiore rispetto ad un cavaliere di pari forza; tuttavia non è in grado di raggiungere la forza di guerrieri con il cosmo a lui superiore.

    Tecniche Usate:
    Aiuto del Cielo: Versione asgardiana del Sekishiki Tenryo Ha di Hakurei dell'Altare. Grazie a questa particolare tecnica è possibile richiamare al proprio cospetto un'armata composta dagli spiriti di tutti i guerrieri fedeli ad Odino, che risiedono nel Valhalla. Gli spiriti convogliano la propria energia in una sfera di cosmo che viene quindi scagliata contro il bersaglio ad alta velocità, causando danni da cosmo e deflagrazione (di origine spirituale). Per utilizzare tale tecnica è necessario l'utilizzo dell'Amuleto del Valhalla, artefatto ottenuto da Celebrante durante il Ragnarok, ed è comunque concessa una sola volta per ogni duello.

    Occhi del Drago: Colpo prerogativa della Cloth di Alpha UMA. Siegfried concentra il cosmo nelle braccia assumendo una posizione di guardia; subito dopo, lasciando sguarnite le difese per una brevissima frazione di secondo, scaglia due potenti sfere di energia dal diametro di un metro ciascuna che esplodono a contatto con l'avversario, provocandogli danni da cosmo e da deflagrazione.



     
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    Armageddon!



    Non fu il ghiaccio né il cosmo a fermare la nebbia inquietante e le voci malvagie bensì la più nobile delle arti, la musica. La giovane skald dall'armatura rossa pizzicava quelle corde col suo cosmo che aleggiava intorno alle mura sottoforma di melodia, ma ciò che ne amplificò la potenza fu quella spada. Thorfinn vide la meravigliosa arma nelle mani di Siegfried e quasi si vergognò di quella che, spezzata, giaceva legata alle sue spalle. Non aveva ancora la maestria né la forza di riforgiare Glaurung e il vedere quella lama lucente carica di chissà quale magia runica gli ricordò ancora quanto fosse debole nonostante il dono degli dèi che gli scorreva nelle vene.

    Ma l'illusione di esser salvi durò ben poco, quando la nebbia si trasformò in cupo fumo dal colore di fiori che Asgard non faceva nascere, solo allora lo shieldwall degli uomini e le donne di Odino si chiuse di nuovo. La musica di Sam incalzava ma nulla poteva fermare quella maledetta nube scura.

    -Pare proprio che la fortuna ci abbia sputato in un occhio. - Meditò Thorfinn bruciando il suo cosmo a pugni chiusi davanti alla massa di scudi saldi.

    La nebbia ghermì le mura, alcuni indietreggiarono, altri cominciarono a sbattere le armi sugli scudi. La musica della guerriera con la cetra ora pareva quasi fondersi con l'ululare del vento quando quell'idillio di note e natura venne spezzato.

    Thorfinn sentì nitrire un cavallo, poi forti sibili, rumore d'acciaio e passi pesanti, gli parve d'udire la stessa aria intorno alla nebbia che sfrigolava. I lati delle mura di Asgard vennero invasi da tetri eserciti, quelle creature dagli occhi a mandorla e le orecchie puntute erano accompagnate da mostri lucertoliformi e pantomime dei draghi delle leggende. Dal lato opposto a quello di Thorfinn e dei suoi uomini Siegfried si ritrovò a fronteggiare enormi bestioni corazzati. Il barbaro non riuscì a fare a meno di sorridere nonostante la terribile situazione, era un figlio di Asgard, un barbaro della tribù del lupo, ogni istante della sua vita era stato pura preparazione ad quel preciso momento, ad una battaglia di quelle proporzioni.

    Quando udì le parole di Siegfried il barbaro dimenticò temporaneamente il suo livore nei suoi confronti, in quell'istante egli era un Asgardiano che stava difendendo l'ultimo baluardo della sua patria, della sua fede, della sua gente. Annuì senza sapere precisamente cosa il celebrante avesse in mente e ritornò di fronte allo shieldwall a osservare le creature che aveva di fronte. Squadrò il più alto tra loro, in un'armatura che ne celava completamente le fattezze

    Persino le loro donne sono più coraggiose del loro capo!

    Esclamò a mezza bocca guardando le striminzite protezioni delle femmine di quella specie dalla pelle plumbea, poi ebbe un tremito, il nome della razza di coloro che aveva di fronte uscì dalla sua bocca quasi automaticamente

    Døkkálfar

    Elfi scuri, la più sporca e impura tra le razze di altri mondi, le leggende parlavano di essi come creature magiche che si macchiavano delle più abbiette nefandezze ma anche come ingannatori e formidabili assassini.

    Assassini, non guerrieri, maghi, non combattenti.

    Quest'utima riflessione lo portò a guardare agli alti nemici vestiti in tessuto, con in mano lunghe verghe cariche di energia.

    Una voce stentorea riempì l'aria insieme ad una roca, l'aria parve esplodere dopo una innaturale compressione, i god warrior di Mizar e Luxor corsero accanto a Finn, anche i lupi si affiancarono al barbaro e allo shieldwall. Frederich innalzò le braccia al cielo, la sua invocazione agli spiriti della terra del nord operò un miracolo straordinario ed in un baleno uomini e donne di Asgard erano armati di lame di ghiaccio e protetti dalla stessa roccia su cui poggiavano i piedi ogni giorno, e su cui avevano giurato di gettare il sangue in nome di Odino e degli Asi.

    Il cosmo di Siegfried deflagrò così forte che un lungo brivido percorse la schiena del barbaro il quale si ritrovò a pensare

    -Per quanto possa odiarlo non posso non rispettare la sua forza e il suo coraggio.-

    Si rivolse poi ai suoi compagni d'arme.

    Ragazzino lupo, attacca le donne ai punti scoperti, dì alla tua famiglia pelosa di sventrare e azzannare qualsiasi cosa non abbia metallo addosso, Mizar, attacca quelli con le verghe, archi e giavellotti dovranno puntare dove miri tu. Ma aspettate che io faccia la mia mossa, quello sarà il segnale.

    Quasi come se avesse ritrovato la spavalderia perduta, davanti all'apparizione di un uragano fatto di sangue che era comparso alle spalle dell'esercito nemico Thorfinn rise, sputò per terra e poi gridò:

    Ragnar.!

    Una voce roca ed eccitata risuonò dallo shieldwall reso oramai forte della roccia richiamata da Megres.

    Aye, barbaro.

    Gioisci, vecchio bastardo! Tra poco ci andremo tutti nel Valhalla!

    Una risata esplose da dietro gli scudil, erano gli animi rinnovati degli Asgardiani, un'arma da non sottovalutare.

    Senda þá alla til Svartálfaheimr!



    Il grido di Thorfinn Thorsson scosse le mura di Asgard. Il cosmo nelle sue mani forgiò il martello a due mani con l'effige di Sleipnir mentre balzava verso l'orda di nemici che avanzava rapida e compatta come un mare di spade e pugnali. Sentì punte di lancia stridere sulla sua armatura, lame di coltelli sfiorare le linee della god robe, alcune lame delle armature nemiche provocarono tagli sui tricipiti e sulel guance, gli occhi erano protetti dalla visiera dell'elmo. Già sanguinante il barbaro percepì i suoi compagni d'arme andare a colpire, il ringhiare dei lupi si scontrava col sibilare dei rettili abnormi cavalcati dai nemici; le frecce puntellavano l'aria; i giavellotti fischiavano e si schiantavano sui bersagli, talvolta ribalzando sul metallo e talvolta emettendo il secco suono di una cassa toracica perforata. La melodia di Sam venne coperta dalle urla di entrambi gli schieramenti, la temperatura crollò a precipizio, il grande inverno, guerriero invisibile del nord avrebbe aiutato i suoi abitanti nella battaglia con la sua unica arma, il freddo mortale. L'attenzione del barbaro era però tutta dedicata a quell'unico, alto, nemico che sovrastava i suoi sottoposti come un despota, il tiranno che stava con la lunga spada e l'armatura bardata di fulmini avrebbe presto incontrato la sua ira e solo allora la sua sporca razza avrebbe assistito alla berserkgangr dell'ultimo della sua tribù.

    Quando il lungo salto del guerriero nordico finì a toccar prima il suolo in mezzo agli elfi oscuri non furono i suoi piedi ma il doom hammer. Il martello di ghiaccio riversò tutta la potenza fisica e del cosmo del suo creatore attorno a quest'ultimo estendendosi per metri e metri, non solo il colpo avrebbe portato il morso del grande inverno Asgardiano ma anche il fuoco del monte Widi e della forgia del dio Viðarr. Per ogni caduto della città di Odino, Finn giurò di abbattere almeno venti nemici.


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    Rapporto danni: Tagli di lieve entità alle braccia.
    Riassunto azioni:
    Constato la situazione.
    Accetto la stategia di Siegfried.
    Do consigli tattici agli alleati.
    Salto in mezzo ai nemici con il doom hammer beccandomi qualche danno (per senso di realismo) e scateno un inferno di ghiaccio e fuoco because fuck elves that's why.
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    Doom hammer ~

    Nonostante il suo nome, Doomhammer è un'arma del bene, portando rovina ai nemici e difendendo l'onore di Asgard questa tecnica genera una delle armi più devastanti nell'arsenale del God Warrior. Questo martello da battaglia composto di puro ghiaccio dalla colorazione blu presenta sui lati della testa il cavallo a sei zampe, simbolo della robe, e racchiude il potere del "Universal Freezing". Infatti, oltre ad essere una possente arma da corpo a corpo col potere di congelare ogni superfice vi impatti contro, il doomhammer può essere usato, colpendo con forza il suolo, per congelare tutto ciò che circonda il caster in una vasta area attorno al guerriero di Asgard, in seguito al congelamento andrà ad impattare sull'area un'ondata di puro cosmo fiammeggiante che frantumerà e brucierà tutto ciò che è caduto in preda alla morsa congelante così da portare a termine il suo lavoro distruttivo. (Area d'estensione massima consentita dall'energia in possesso).

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    Fronte delle Aberrazioni
    Il tuo assalto sbaraglia il centro della prima ondata, facendo cadere sui cadaveri dei compagni parte della cavalleria. Tuttavia l'orda si riprende presto ed è sempre più vicina.

    "Ehm... non so se hai notato i tuoi, ma sembra che anche lì siano impegnati. Comunque il capo mi ha detto di mandarti questi."

    Attorno a te vedi cinque oggetti.
    Due spade, una cote, una corona ed una cintura.

    "Questi tizi possiedono cinque armi leggendarie forgiate dalla polvere delle stelle dell'Orsa Minore. Una cosa simile ai vostri zaffiri.
    Da sempre proteggono il celebrante nella maniera di voi barbari... sterminando i suoi nemici eheheh."

    Una forza misteriosa si sprigiona dagli oggetti, andando a creare attorno a loro delle sagome.
    La luce si solidifica divenendo corazza.
    Accanto a te ci sono cinque guerrieri dal volto etereo, capaci anch'essi di richiamare l'energia cosmica.
    Come furie si abbattono sul nemico, falciando le prime linee.
    Uno di essi apre una sorta di portale in cui fa svanire un gruppo di stregoni, un altro lancia quelli che sembrano boomerang tagliando numerose teste.
    Il terzo, armato di spada, si muove come il vento tra i cavalieri facendoli a brandelli.
    Il quarto contrasta le fiamme dei maghi con l'energia del ghiaccio aiutato dai lupi di cosmo del quinto.

    "Ah poi..."

    La spada inizia a parlare ma viene interrotta da un tremendo ruggito.
    Dietro di te, probabilmente partito dal fronte degli elfi oscuri, sta arrivando un drago immenso, nero come la pece.
    Prima che tu possa fare qualsiasi cosa una potente folata di vento squassa il campo di battaglia ed un altro drago appare, avvinghiando la creatura oscura ed iniziando una danza di morte nei cieli.

    "... ecco, ti stavo dicendo.
    Anche Urzla ha risposto al mio richiamo."

    La battaglia fra i cinque e l'esercito delle aberrazioni continua senza sosta.
    E' come una serie di onde che si schiantano contro un muro di scogli.
    Quanto però potranno resistere?

    Il loro generale osserva la scena, quasi divertito e, colpendo il suolo con il bastone, svanisce nel nulla in una nuvola di nebbia violacea...

    Fronte degli Elfi Oscuri.

    Quando il fumo del ghiaccio sciolto dalle tue stesse fiamme si dirada vedi attorno a te i cadaveri carbonizzati o congelati degli elfi oscuri su cui ti sei abbattuto.
    Attorno a te la battaglia infuria, il clangore del metallo, il crepitio delle energie cosmiche e magiche coprono ogni cosa.
    Gli altri elfi vicini, arretrati, ricompongono le fila e, stranamente, ti evitano, andando sul resto del tuo esercito.
    Le forze di Asgard sembrano resistere per ora grazie alla strategia che hai imposto.

    Davanti a te la nebbia si alza in una torre ribollente, fino ad assumere la forma di un gigante alto tre metri...
    Colui che comanda le Aberrazioni.

    "Piccolo barbaro stai combattendo bene, ma ora abbandona ogni velleità di vittoria.
    Anch'io secoli or sono combattevo per Odino e celebravo la sua gloria, ma la staticità che propugnava era solo foriera di male.
    Il Cambiamento è giunto a scardinare le regole di Asgard.
    Vediamo cosa potrei fare di te?"

    La voce è composta da una serie di ruggiti, uomini normali sarebbero morti dal terrore al solo sentirla.
    Punta l'enorme spada verso di te ed inizi a sentire una pressione terrificante schiacciarti al suolo e spingerti indietro.

    "Userò il tuo corpo come ariete per entrare nel palazzo.
    Se sopravviverai forse ti farò l'onore di servirmi."

    La pressione diventa più forte e cerca di scagliarti decine di metri più indietro, contro - appunto - il portone del palazzo.




    Richiamati dalla spada sono arrivati la dragonessa e i cinque cavalieri di Asgard dell'Oav.
    La prima contrasta un dragone tirato fuori dal cilindro dal capo degli elfi oscuri, gli altri da soli gestiscono l'esercito delle aberrazioni.
    Sono tutti Energie Blu.
    Il tuo assalto ha steso un bel numero di avversari, ma questi arrivano come formiche.
    Per quanto riusciranno a resistere i guerrieri spettrali?

    Il capo delle aberrazioni scompare e riappare da Ben.
    Il tuo esercito se la cava bene, hai steso parecchi elfi oscuri, ma il boss delle aberrazioni non vuol perdere tempo e vuole entrare a palazzo.

    Ben tu devi contrastare la forza cinetica, prima è come se fosse generata da un'energia rossa, poi da un'energia blu.
    Non riesci a percepire la reale forza dell'avversario.

    Tyg agisci come credi :zizi:

    I png ora agiscono indipendentemente in base alla situazione (=guerra totale), quindi gestite pure solo i vostri personaggi.

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    Edited by ~S i x ter - 9/4/2023, 20:11
     
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    Legenda:
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    Valmhur era riuscita a far arrivare cinque tra i guerrieri più valorosi, di Asgard, che il Celebrante aveva conosciuto con il nome di "Guerrieri Ardenti". Nessuno di loro era da sottovalutare, e da soli stavano tenendo testa all'esercito che all'inizio si era trovato di fronte come unico avversario il Cavaliere del Drago Bifronte. Fu un sollievo vedere che Urzla aveva fatto anche lei il suo ingresso in campo, soprattutto dopo aver visto apparire l'altro drago in mezzo alle fila degli elfi oscuri. Quindi poteva focalizzarsi sul suo obiettivo, dato che ormai era quasi impossibile pensare a dettare ulteriori strategie; l'esercito di Asgard era praticamente passato sotto il comando di Thorfinn, e se i Guerrieri Ardenti riuscivano a tenere il fronte lui poteva dedicarsi alla testa dell'esercito. Fu proprio nell'attimo che incontrò lo sguardo del gigante, che quest'ultimo si dissolse davanti ai suoi occhi.

    Cos... NO!!!

    Svanito. Quel maledetto mostro era svanito. Tenendo in pugno Valmhur e menando fendenti a destra e a manca contro ogni aberrazione che gli si parava di fronte, continuava a cercarlo con lo sguardo: fu allora che... "la voce della ragione", o meglio della spada stessa, si fece strada in modo prepotente tra i suoi pensieri.

    Stupido! Ti sei rincretinito completamente o cosa??? Se tu volessi sfondare un muro, che cosa faresti???

    Fu allora che Siegfried capì e si voltò dall'altra parte del cortile interno: tra gli elfi oscuri.

    ...concentrerei le mie forze nel punto meno resistente. Dannazione!

    E lo vide, svettare nella massa di elfi oscuri e rivolgendosi proprio al guerriero di Sleipnir, pronto ad attaccarlo con chissà quale energia. Thorfinn stava cercando di resistere, sembrava che stesse per essere sbalzato via da un momento all'altro: il tutto sotto lo sguardo dell'altro comandante, ancora nelle retrovie.

    E no, codardo... tu non scappi da nessuna parte!!!

    Il cosmo esplose letteralmente, mentre Siegfried spiccava un salto verso l'alto in modo da avere una migliore visuale del campo d'attacco... per una volta, con l'approvazione dello spirito della spada.

    Bravo, ragazzino... ora sì che ragioniamo! Fai vedere a quello stupido di che pasta è fatta Asgard!!!

    Il cosmo divampò ancora di più, e Siegfried puntò ancora una volta sulla lama magica, incanalando la sua energia. Contro i due fratelli neri, tempo prima e combattendo al fianco di Daya della Vergine, Valmhur lo aveva portato ad avere la potenza di un dio. Non sperava tanto anche questa volta, me era sicuro che il suo colpo sarebbe servito a qualcosa.

    Possa la lama che tutto travolge distruggere gli avversari di Odino! HEAVEN'S... STOOOORMM!!!!

    E migliaia di raggi luminosi andarono da una parte all'altra del campo, a piovere come raggi letali tra le fila degli elfi oscuri. Ma non era abbastanza... Siegfried voleva far danni all'esercito e supportare gli alleati. Era per questo che buona parte dei colpi erano diretti verso il capo delle aberrazioni. Sperava di offrire a Thorfinn un varco nelle difese dell'avversario, un varco che poteva decidere le sorti della battaglia.

    Direi che non c'è bisogno di commenti o spiegazioni. Picchio chi mi capita e attacco l'altro esercito, amplificando con Valmhur, in modo particolare in direzione del coso brutto.




    Info.


    Condizione Fisica: Illeso.
    Condizione Psicologica: Pronto a morire e altrettanto deciso di portarsi all'inferno quanti più nemici possibile.
    Nome e stato Cloth: Alpha UMA, Integra. (Lv.VII)
    Abilità Usate:

    Resistenza Fisica: Caratteristica abilità di alcuni guerrieri del Nord, Siegfried possiede una eccezionale resistenza agli attacchi fisici e cosmici, dono ricevuto dopo essersi bagnato nel sangue del Drago Bifronte.
    Forza Interiore: Siegfried è il favorito di Odino. Il mito vuole che riuscì a sconfiggere il Drago Bifronte grazie, oltre alle sue abilità in battaglia, ad una forza interiore superiore a quella dei normali esseri umani. Questa sua capacità gli permette di "produrre" una potenza cosmica superiore rispetto ad un cavaliere di pari forza; tuttavia non è in grado di raggiungere la forza di guerrieri con il cosmo a lui superiore.

    Tecniche Usate:
    Heaven's Storm: Come una danza di raggi, così diparte il colpo di Siegfried. Centinaia di raggi che si crean al movimento delle braccia del Cavaliere del Nord, come a voler ricreare il movimento della leggendaria spada che fu dell'antico Siegfried ai tempi dei miti nordici. La spada leggendaria chiamata Gramr e commemorata dal guerriero attraverso il possesso dello zweihander Mimung, arma a lui assegnata. Il mito narra che Gramr fosse una spada invincibile, da cui questo colpo trae le sue origini. Quando questo colpo va a segno, causa danni da cosmo e da deflagrazione.



     
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    Armageddon!



    L'odore di corpi bruciati e la condensa del ghiaccio sciolto che si innalzava attorno al barbaro inebriò le sue narici e rinfrescò il corpo accaldato. La pelle d'orso sulle sue spalle, oramai ridotta in brandelli di pelliccia, aveva perso la testa che fungeva da copricapo mentre fiammelle rosse bruciavano gli ultimi peli. Meno di un batter di ciglia per guardarsi intorno, ombre scure correvano oltre lui, lo superavano, tagliavano la nebbia diretti alle sue spalle, lì si stava consumando la battaglia. Gli asgardiani, coadiuvati dalla musica di Sam e dal potere di Frederich stavano sopravvivendo, perdite si calcolavano dalla parte degli elfi oscuri così come da quella degli umani.

    Il dono degli Asi ardeva tutto intorno a Finn, era il cosmo dei suoi compagni d'arme, il giovane lupo dalla tenera età e il nuovo guerriero della tigre del nord ruggivano all'unisono nell'abbattere nemici, lo shieldwall reggeva ancora ma gli scudi erano sempre meno e le grida di battaglia diventavano troppo spesso grida di dolore o rantoli di morte. Presto il destriero di Odino avrebbe dovuto pensare ad una nuova linea di difesa, ma proprio mentre s'apprestava a tornare indietro, nell'intento di cogliere alle spalle gli sprovveduti pelle grigia che l'avevano ignorato durante la carica, una sensazione da brivido dietro la nuca lo costrinse a girarsi mettendosi sulla difensiva.

    La nebbia divenne una colonna di fumo così calda da sfidare anche la resistenza di Finn alle temperature; il barbaro fece un passo avanti, incurante del calore, per meglio osservare cosa stesse per esser vomitato fuori da quell'ennesimo sfregio in viso alla sua terra, e con suo sommo stupore misto a insana voglia di menare le mani vide discendere sul suo lato del campo di battaglia il generale delle armate che stava affrontando il celebrante.

    Il corpo della bestia sembrava un patchwork delle più schifose creature che avevano appestato Asgard in passato, o almeno così parve a Thorfinn. Gambe di Khazra, corna da Wendigo e un braccio non coperto da armatura che pareva esser stato strappato ad un troll dei ghiacci e infilato su quel busto deforme. Gli occhi di fuoco di quel mostro si posarono sul barbaro che, a testa alta, non aveva intenzione alcuna di cedere al timore né di rinculare davanti a quel muso deforme dal colore della neve e del fango.

    "Piccolo barbaro, stai combattendo bene, ma ora abbandona ogni velleità di vittoria.
    Anch'io secoli or sono combattevo per Odino e celebravo la sua gloria, ma la staticità che propugnava era solo foriera di male.
    Il Cambiamento è giunto a scardinare le regole di Asgard.
    Vediamo cosa potrei fare di te?"


    Una voce direttamente ringhiata nella testa di Finn pronunciò quelle empie parole, all'udito quelli del nemico erano solo versi animaleschi che avrebbero gelato il sangue di uno Jotunn...ma non di un barbaro di Asgard! Thorfinn bruciò il suo cosmo arricciando le labbra in un sorriso storto, aveva la risposta pronta ma quando il mostro puntò la sua enorme zweihander verso di lui qualcosa bloccò ogni parte del suo corpo.

    - Quale maledetto sortilegio da codardi è mai questo? -

    Si chiese Finn prima di finire schiacciato al suolo dal peso di una montagna invisibile.

    Benedisse la sua armatura che, scricchiolando attorno al suo corpo, lo tenne in ginocchio dove, senza protezione, sarebbe finito col naso tra le pietre delle mura, per qualche istante la forza del barbaro gli permise di controbbattere a quel peso invisibile, flettendo le ginocchia, portando in basso la testa e inarcando le spalle itensificò ancora di più la portata dei suoi muscoli, gli parve quasi di potersi liberare di quella massa priva di forma. Nel frattempo lo sferragliare della battaglia che affollava i suoi timpani divenne sempre più forte, suoni acuti e velocissimi nascevano dai colpi degli altri god warriors e più di tutti erano percepibili quelli che generava Siegfried. Una distrazione forse, o magari l'aumento di potenza dello strano sortilegio del generale delle aberrazioni, ridussero Thorfinn in ginocchio, lo sguardo passò dal nemico al suolo, vide il suo sangue fuoriuscire dai tagli causati dagli elfi oscuri, il ghiaccio scioltosi divenne acqua rossa sotto di lui. Ogni muscolo era così teso da dolere come in preda a migliaia di punte di freccia, i suoni divennero ovattati e il suolo si allontanò da lui.

    L'infame nemico lo stava spostando verso il cancello nel dichiarato intento di sfondarne le porte col suo corpo e quasi nulla poteva fare in quelle condizioni, senza appoggio per i piedi. Il barbaro si vide perduto, quand'ecco che una pioggia di luce ricadde dal cielo puntando all'aberrazione che lo teneva in pugno. Un moto di orgoglio gli fece serrare le mascelle e i pugni nell'atto di scontrarsi di nuovo contro la presa invisibile che lo stava uccidendo.

    -Siegfried viene in mio aiuto...Io non posso permettergli di salvarmi. Sono, Thorfinn, figlio di Thors, il troll di Jom! -

    Le parole del mostro cornuto pronunciate poco prima gli risuonarono in testa, anche lui un tempo aveva combattuto per Odino, ma quel che la bestia non sapeve era che Finn non combatteva per entrare nelle grazie del dio orbo.

    Non...non combatto per Odino, bastardo.

    Pronunciò quella frase in modo che potesse sentirlo anche da lontano, con grande sforzo usò tutta la sua forza fisica per portare avanti la mano destra aperta aiutandosi con la sinistra che stringeva il polso. Il cosmo arse il braccio di Finn come una torcia appena accesa.

    Combatto - per - ASGARD!

    L'ennesimo grido di battaglia del barbaro, roco e gutturale, rimbombò tra le mura amplificato dal freddo delle terre del nord. Un destriero di fuoco, grande almeno quattro volte rispetto a un normale stallone corse verso il nemico, alle sue spalle un'ondata di cosmo infuocato si apriva a ventaglio volando a mezz'aria e carbonizzando tutto ciò che incontrava. Se il colpo fosse andato a segno, almeno così sperava il barbaro, le mura sarebbero state purgate dalla presenza di quella creatura e le porte della città sarebbero rimaste ancora intere.








    stickersleipnirshieldp2

    Nome:Thorfinn
    Cloth: God Robe di Beta UMA - Sleipnir
    Status: Preoccupato
    Energia: Rossa
    Rapporto danni: Tagli di lieve entità alle braccia, dolore esteso a tutto il corpo, crampi muscolari.
    Riassunto azioni:
    Tento di resistere alla presa telecinetica.
    All'aumento di potenza della presa vengo alzato da terra e spostato sempre più vicino al portone.
    Aiutato da Tyg scaglio, a distanza di pochissimo dal suo attacco, il mio attacco di fuoco nel tentativo di far mollare la presa all'infamone.
    Tecniche e Abilità usate:
    Asgard Bless ~
    Il god warrior è sempre stato sottoposto alle intemperie, al potere del fuoco ed al gelo di Asgard. Presso la gelida terra ove risiede egli accoglie il sole del meriggio così come il gelo perenne dei ghiacci. In termini pratici il guerriero ha una naturale resistenza a condizioni di bassissime/altissime temperature dovute a cause naturali, come un vero asgardiano sfida la tempesta di neve mandata dagli Aesir e il fuoco dei vulcani così il guerriero rimane impassibile alla morsa del freddo di madre natura e dal calore del fuoco della terra potendo, però, restar comunque vittima degli elementi creati da un cosmo avverso.(passiva - "Resistenza a basse e alte temperature")

    Great ardent pressure ~

    Il cavaliere di Sleipnir sviluppa un potente colpo infuocato intriso di cosmo che ricorda la forma di un cavallo a otto zampe in corsa. L'attacco di considerevole potenza tende a bruciare tutto ciò che incontra (a discrezione del dislivello energetico) e carbonizzare il bersaglio in un'area a ventaglio di centottanta gradi [180°] per la massima estensione(in lunghezza) consentita dall'energia in possesso dal caster. Oltre a bruciare la tecnica tende a spazzare via ciò che incontra sbalzandolo nella direzione del colpo.

    Note:

     
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    PUNTO




    I fasci di luce percorrono il campo di battaglia travolgendo senza pietà le linee nemiche ed in fine si abbattono sul comandante delle Aberrazioni, come se il sole stesso si fosse destato per colpirlo.
    Fece appena in tempo a voltarsi per cercare di difendersi quando anche le fiamme di Finn lo travolgono, generando un'enorme conflagrazione che scaglia lontano di qualche decina di metri Finn e soldati di ambo le parti.

    Le aberrazioni e gli elfi oscuri uniscono i ranghi contro gli Asgardiani che sembrano avere via via la meglio grazie al supporto del God Warrios e dei Guerrieri Spettrali.

    Per qualche minuto il clangore della battaglia la fa da padrone, quando i tuoni in cielo cessano d'improvviso.

    I due vortici iniziano a contorcersi e a collassare, creando due esplosioni che di nuovo squassano il campo di battaglia con forti correnti di vento.

    Dal lato dove giunsero le aberrazioni si vede sorgere dalla nebbia un'orrore grande quando due palazzi, una sorta di immenso corvo deforme le cui grida sono capaci di spezzare la determinazione anche del più valoroso dei guerrieri. [img]

    Dal lato dove giunsero gli elfi oscuri si vede comparire una donna bellissima e nuda, grande come l'orrore sorto poc'anzi, con lunghe ali di pipistrello sulla schiena, dallo sguardo ammaliante.
    Nessuno che non disponesse di abbastanza potere potrebbe sfuggire alla sua malia... [img]

    Entrambi emanano energia pari a quella di divinità.

    I soldati di Asgard iniziano ad indietreggiare, altri gettano le armi, quando la musica di Mime inizia ad avvolgere i loro cuori e le loro menti.
    Molti sono i feriti e i defunti e Megres decide di usare anche l'ultima goccia del suo cosmo per richiamare costrutti di Ametista per rimpolpare le forze e difendere i soldati.

    Di nuovo la battaglia riprende, quando l'enorme corvo grida:

    BALMUNG!! BALMUNG!!

    Finn

    Pochi istanti dopo quel grido, dal fumo generato dai due attacchi, sorge nuovamente il gigante.
    Sul corpo vi sono numerose ferite ed un corno è incrinato.
    Lo sguardo non è più malizioso e superbo, bensì una maschera di rabbia e rancore.
    L'energia oscura inizia a pervaderlo, la terra accanto a lui inizia a spezzarsi e dallo scettro scaglia una sfera di fuoco, simile ad una meteora, diretta contro di te e al portone ormai a pochi passi dalla tua schiena.

    Tyg

    Sei nella posizione di attaccare nuovamente il gigante, quando le tenebre davanti a te si addensano e prendono la forma del comandante degli elfi oscuri.

    "Sono offeso Celebrante, pensavo di ricevere per primo il tuo attacco.
    Forse il mio aspetto è cambiato, tuttavia credevo che il nostro legame fosse più forte di simili apparenze.
    "

    Una risata malefica proviene dall'elmo dell'elfo oscuro.
    La voce, sebbene modulata dal copricapo, la conosci bene.
    E' Genlon.

    "Non solo il mio aspetto è cambiato, anche il mio potere!"

    Come un lampo si scaglia verso di te, menando un fendente dall'alto verso il basso diretto alla tua testa.
    La lama oscura è avvolta da saette che rendono difficile persino guardarla da vicino.*





    Sono arrivati questi due "dei", la guerra nei cieli sembra finita. Come?
    Boh :ehsi:
    I due eserciti continuano a menarsi, gli Asgardiani grazie allo sforzo dei God Warrior e degli altri 5 stanno guagagnando via via terreno, ma Megres è fuori uso e i soldati iniziano ad essere stanchi.

    Finn
    Il bestione è incazzato nerissimo.
    Ora che ha manifestato il suo potere capisci che è più forte persino di Tyg (Suprema +, tipo Daya)
    La botta che spara è al livello di energia nera. Non è un istant kill, ma gestirla sarà molto difficile.

    Tyg
    SURPRISE :sax:
    Genlon è forte come il suo compare (Suprema +), anche se vi muovete alla stessa velocità.
    La botta che hai sparato prima era arrivata al livello di Suprema e noti che la tua spada è avvolta da energia propria, quindi probabilmente manterrà a quel livello i tuoi attacchi.

    Procedete entrambi come foste in duello e agite come credete :riot:

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    Edited by ~S i x ter - 9/4/2023, 20:31
     
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    Duhbe no Siegfried, Energia Nera - Post VII


    Legenda:
    Narrato -Pensato - Parlato




    Il silenzio calò nei cieli, e questo poteva significare solo che la guerra nel Valhalla era finita. Di conseguenza, o il nemico aveva abbandonato il fronte celestiale per distruggere solo quello terrestre, oppure erano tutti perduti. Se invece gli Asi e gli altri guerrieri del Nord avevano trionfato, i rinforzi avrebbero fatto meglio a sbrigarsi... e chissà, magari sarebbe intervenuto anche Gazka, come nella battaglia precedente a quella del Vigrid. Fino a quel momento gli asgardiani avevano combattuto con tutte le loro forze, ma non potevano durare in eterno e gli uomini iniziavano a sentirsi stanchi; inoltre quelle due creature che si erano appena manifestate alle spalle degli eserciti, ormai divenuti una sola forza assalitrice, irradiavano potenza da tutti i pori. Ma quando quello strano corvo a due teste, un abominio che sembrava derivare da una fusione demoniaca di Huginn e Muninn gridò la parola Balmung, la mente di Siegfried vorticò.

    ...la spada? Vogliono Balmung?!?

    Se Valmhur aveva intuito la stessa cosa, non ebbe il tempo di chiederlo. Poteva solo sperare che la solidarietà tra spade magiche facesse rendere lo spirito ancora più furioso, ma la rabbia della spada non sarebbe stata nulla a confronto dello stato d'animo del Celebrante nei secondi successivi.

    Il comandante degli elfi oscuri si materializzò davanti a lui, mentre il gigante si rialzava nuovamente pur avendo subito il suo attacco e quello di Thorfinn. Parlò, e le sue parole avevano un tono beffardo e colmo di odio inconfondibili. Yoshitsune scomparso ed usato come una marionetta non-morta. Medea ridotta ad un pupazzo, che moriva trafitta dalla spada di Beowulf mentre il suo corruttore la faceva franca. Gli asgardiani e gli elfi della dea Eilistraee che morivano sotto i colpi dei demoni evocati dalla sua negromanzia.

    Genlon.

    Il drow si lanciò verso il Celebrante, menando un fendente dall'alto in verticale con la spada oscura che irradiava saette. Nessuno avrebbe potuto parare un colpo del genere, con la normale forza fisica o con una normale spada. Ma Siegfried, che era stato un esperto spadaccino da prima di sconfiggere il Drago Bifronte che lo consacrò cavaliere, non era dotato di una forza normale. E Valmhur non era certo una normale spada. La sollevò facilmente con la mancina per parare il colpo: anche lei brillava della propria energia, e e il guerriero sapeva di non essere solo nella battaglia. Le due lame si incrociarono ed impattarono producendo scintille e saette, alcune oscure ed altre luminose. Siegfried tenne il colpo piegandosi sulle ginocchia, e rispose alle parole del suo avversario, stando faccia a faccia con l'elmo che ne copriva il volto.

    Hai deciso di strisciare fuori dalla tua tana, verme? Per colpa tua i miei compagni sono morti. Altri sono qui a combattere, e forse perderanno la vita. L'ultima volta l'hai fatta franca, scappando come un codardo! Ma l'errore più grosso che potessi fare è stato tornare di nuovo sui miei passi, perchè anche il mio potere è cambiato in questo tempo... e questa volta DI TE RIMARRA' COSI' POCO CHE NON POTRAI NEANCHE ANDARE ALL'INFERNO!!!

    Il braccio destro divampò di cosmo con un'ira che il guerriero non provava da molto tempo. Il bene doveva vincere, Asgard doveva sopravvivere, e i caduti dovevano riposare in pace. Genlon non conosceva la reale portata della forza di Siegfried, e stava per sperimentare la presenza di Valmhur sulla sua pelle. L'Artiglio del Drago si liberò con violenza dal braccio del Celebrante, e la distanza era parecchio ravvicinata. Di certo non sarebbe bastato un attacco a sconfiggere l'avversario, che disponeva di molti poteri oscuri, ma di questo Siegfried non se ne preoccupava: il primo colpo era per Medea e Yoshitsune. Quelli successivi sarebbero stati per gli altri caduti. Che erano molti...

    Riassunto: paro il fendente, gli urlo in faccia possibilmente sputacchiandogli nell'occhio (precisamente il sinistro) e mentre rimaniamo a spade incrociate parte il cazzottone. Da notare che tra le abilità in scheda era presente anche la maestria nell'uso delle armi in combattimento, e dato che ora sto usando Valmhur... LA FACCIO VALERE.




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    Resistenza Fisica: Caratteristica abilità di alcuni guerrieri del Nord, Siegfried possiede una eccezionale resistenza agli attacchi fisici e cosmici, dono ricevuto dopo essersi bagnato nel sangue del Drago Bifronte.
    Forza Interiore: Siegfried è il favorito di Odino. Il mito vuole che riuscì a sconfiggere il Drago Bifronte grazie, oltre alle sue abilità in battaglia, ad una forza interiore superiore a quella dei normali esseri umani. Questa sua capacità gli permette di "produrre" una potenza cosmica superiore rispetto ad un cavaliere di pari forza; tuttavia non è in grado di raggiungere la forza di guerrieri con il cosmo a lui superiore.
    Arte del Combattimento: Oltre ad vere una conoscenza specifica nelle arte marziali che lo rende esperto nella lotta a mani nude, Siegfried è in grado di maneggiare qualunque arma da corpo a corpo e qualunque arma da lancio e da tiro. Inoltre è l’unico al mondo che può maneggiare Mimung, spada dalla grande lama consacrata ad Odino con la quale sconfisse il Drago Bifronte del Nord. La benedizione apposta dal Dio impone che solo il Cavaliere del Nord possa impugnare l'arma; chiunque ci provi subirà alle braccia gravissimi danni da freddo, un comune mortale potrebbe perdere anche la vita. Nessuno lo ha mai visto combattere utilizzando l’arma, tuttavia si dice che Siegfried non abbia mai perso un duello impugnandola…

    Tecniche Usate:
    Artiglio del Drago: Altra variante della Spada di Asgard. Il cosmo, concentrato nel braccio di Siegfried, viene rilasciato sotto forma di raggio cosmico infliggendo all'avversario danni da cosmo e da perforazione (quindi il colpo potrebbe causare danni anche alla cloth dell'avversario, nel caso il livello di resistenza di quest'ultima non fosse sufficientemente elevato).



     
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    Le fiamme di Sleipnir e la luce del drago bifronte brillarono così forte che, per un istante, le mura si illuminarono di bianco e arancio come baciate da un sole mai visto in tutta Asgard, il generale delle aberrazioni, colpito e travolto sparì alla vista del barbaro, il quale incrociò le braccia davanti a se nello strenuo tentativo di evitare che l'onda d'urto gli devastasse la cassa toracica compressa sotto l'armatura. Fece un volo di circa una decina di metri ed atterrò coi piedi per terra lasciando due profondi solchi in concomitanza del punto in cui i suoi piedi avevano nuovamente toccato le pietre del mastio. Quasi con le spalle alle porte di Asgard, Thorfinn Thorsson emise un sibilo acuto, il dolore per la forza schiacciante subita precedentemente gli aveva sicuramente danneggiato un polmone spezzandogli il respiro che, nel frattempo, s'era fatto sempre più pesante.

    La pelle arrossata del barbaro emetteva vapore, ogni centimetro del suo corpo ribolliva e gelava contemporaneamente per effetto del cosmo che combatteva il freddo impossibile di Asgard. Teneva i pugni stretti, ogni tentativo di rilassare anche solo le dita diventava una fitta che, in quel momento, doveva assolutamente evitare, ma proprio mentre al guerriero parve di poter prender fiato un nuovo, spettacolo di terrore discese dal cielo. Tuoni e fulmini smisero di adornare le nubi, ossa spezzate e metallo stridente divennero nuovamente padroni della scena eppure quella presunta calma non era che il preludio a qualcosa di sconvolgente e incomprensibile; venti impetuosi, nati dal collasso dei due tifoni, uno di sangue e l'altro multicolore, furono gli annunciatori di due presenze dall'aspetto sconosciuto e dalle dimensioni ciclopiche. Le due deformazioni dell'aspetto di una divinità, con la sola presenza, atterrirono e sconvolsero i viventi. Finn vide i guerrieri e le shieldmaidens calare le armi, abbassar le difese e morire con una facilità disarmante, i soldati d'elite, i Jomsvikings e i rangers vennero falciati come rami secchi dagli sporchi elfi. La rabbia crebbe fino a divenir nuova linfa, aprì le mani incurante del dolore, con le dita che tremavano, inspirò conscio del sangue che stava riempiendogli il polmone, quello sinistro che emetteva fitte simili a pugnalate dal dentro verso il fuori ma non ebbe tempo di reagire. Ferito ma ancora in piedi, il cornuto mostro dalle zampe caprine mostrò il suo viso deforme ancora una volta, alla sua vista il barbaro sputò un grumo di sangue, gli occhi stanchi del god warrior affrontarono ancora quelli dell'aberrazione. Non vi era timore nel suo sguardo né preoccupazione, ma solo una furia cosciente che nulla aveva a che vedere con la berserkgangr. Thorfinn, per quanto vicinissimo alla morte, provò per la prima volta di aver compreso e applicato la disciplina, il segreto dell'acciaio. Nonostante il suo corpo fosse puro fuoco, pronto a consumare e distruggere, la sua mente era fredda e lucida come il ghiaccio.

    Incurante degli scossoni che stavano crepando la superficie delle mura di Asgard e dello spettacolo di fiamme ed energia nera che crepitavano dallo scettro del nemico mostruoso, Finn alimentò il dono degli Asi ancora una volta, inspirò lentamente lasciando che il dolore divenisse una costante, sentì il sangue scivolargli giù dal naso fino al mento e infine, davanti a quella che sembrava una titanica palla di fuoco sussurrò pacificamente

    Nè dèi, nè giganti...ora capisco cosa intendevi, padre.

    Con gli occhi socchiusi la sfera di fuoco divenne semplicemente una luce che estendeva delle lunghe punte verso le estremità della sua sagoma, Finn, che stava perfettamente di fronte ad essa, espirò tutta l'aria che aveva in corpo afferrando il manico di Glaurung, la spada spezzata che teneva legata in spalla, e la estrasse fino alla metà rotta, il cosmo l'avvolse fluendo il più rapidamente possibile, quasi esaurendo le forze del barbaro nel generare attorno ad essa un enorme costrutto di ghiaccio dall'anima di fuoco. Quella era l'eredità degli dèi del nord, il risultato della guerra contro i giganti, ciò che gli uomini raccolsero sul campo di battaglia dopo la tempesta, la gigantesca spada nelle mani di Finn era in tutto e per tutto fuoco e ghiaccio, il segreto dell'acciaio.

    Senza remore e con le ultime forze rimaste, Thorfinn Thorsson detto il promettente e il Viandante di ferro portò la gigantesca spada al fianco destro, con la punta che sfregava sul terreno, fece in modo che quella sfera di fuoco gli fosse a poco più di due metri quando, dando fondo a tutta la sua energia, financo quella vitale, menò un fendente a due mani da destra verso sinistra invocando non il nome di Odino né quello di Freiya o di Thor ma quello della sua famiglia, dei suoi antenati, degli uomini di Asgard.








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    Nome:Thorfinn
    Cloth: God Robe di Beta UMA - Sleipnir
    Status: Determinato
    Energia: Rossa
    Rapporto danni: Tagli di lieve entità alle braccia, dolore esteso a tutto il corpo, crampi muscolari, dolore profondo alle giunture, polmone sinistro bucato, emorraggia interna di entità grave, stanchezza fisica e mentale.
    Riassunto azioni:
    Cado a pochi passi dal portone.
    Osservo il casino dell'apparizione delle due divinità malvagie.
    Vedo gente morire e cadere come birilli.
    Ecco di nuovo il cornutone.
    Mi lancia contro il suo colpo.
    Do fondo alle mie energie per creare, usando scenicamente il manico della spada spezzata in mio possesso (è una semplice spada niente di che), la tecnica Frostmourne in variante Ammazzadraghi.
    Cerco di tranciare in due la sfera di fuoco con tutte le mie forze prima di svenire/forse crepare
    Tecniche e Abilità usate:
    Asgard Bless ~
    Il god warrior è sempre stato sottoposto alle intemperie, al potere del fuoco ed al gelo di Asgard. Presso la gelida terra ove risiede egli accoglie il sole del meriggio così come il gelo perenne dei ghiacci. In termini pratici il guerriero ha una naturale resistenza a condizioni di bassissime/altissime temperature dovute a cause naturali, come un vero asgardiano sfida la tempesta di neve mandata dagli Aesir e il fuoco dei vulcani così il guerriero rimane impassibile alla morsa del freddo di madre natura e dal calore del fuoco della terra potendo, però, restar comunque vittima degli elementi creati da un cosmo avverso.(passiva - "Resistenza a basse e alte temperature")

    Frostmourne ~
    La tecnica crea, grazie al cosmo gelido del cavaliere la spada simbolo dei barbari del nord. Frostmourne è una spada bastarda decorata da rune cariche di cosmo blu elettrico, la sua forma ricorda un ibrido assomante in sé caratteristiche tecniche della spada a due mani e della spada d'armi detto spada a una mano e mezza. La prodigiosa arma è, non solo, in grado di tagliare il bersaglio ma anche di congelare gradualmente qualsiasi cosa la sfiori minimamente veicolando le particelle di cosmo congelante direttamente nelle ferite inferte così da causare gravi danni sia interni che esterni alla vittima del suo taglio.
    Variante Ammazzadraghi: In questa variante duplice la spada bastarda viene modificata e il suo stesso corpo diviene un massiccio blocco di ghiaccio infuocato. La lama dell'Ammazzadraghi è una lama dritta dalla punta a cuspide e bifiliare, con un forte più largo rispetto alla punta e due parti taglienti più simili a cunei massicci che a fil di lama. Il danno causato da quest'arma è incentrato sulla distruzione del corpo fisico del bersaglio più che sul danno in punti precisi di esso. Naturalmente il dispendio di energie per mantenere questa forma è maggiore rispetto a quello della tecnica in forma base ma ai danni da sfondamento causati da quest'arma si andranno ad aggiungere, in caso di successo, danni da fuoco di potenza considerevole.
    Note:

     
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    Ghiaccio e Sangue

    PUNTO




    Finn
    Tutto diventa fiamma.
    Il tuo corpo non riesce più a sostenere il tuo spirito combattivo e si lascia andare.
    A nulla valgono le tue incitazioni e imprecazioni, non riesci a muoverti e la vista ti sta abbandonato.
    Sei a terra, il dolore è così forse che supera la soglia della percezione.
    Non sai quante parti del tuo corpo siano rotte.
    Apparentemente sembri riuscito a contrastare la sfera di fuoco, ma il mostro sta avanzando lentamente.
    Il rumore dei suoi zoccoli è ovattato dalla tua incoscienza, cerchi di guardalo ma è tutto annebbiato.
    Senti solo il lontano e profondo rumore delle sue risa, mentre solleva l'enorme spada per calarla su di te.

    Tyg

    Genlon frappone la sua mano sinistra al tuo attacco, avvolta dal suo oscuro potere.
    Per qualche istante le due forze sono in equilibrio, mentre la terra sotto i vostri piedi inizia a spezzarsi per la pressione.
    Poi il tuo attacco infrange la sua difesa generando una poderosa esplosione che travolge tutto ciò che si trova attorno a voi per decine di metri.
    Quando il fumo si dirada vedi l'elfo oscuro a circa trenta metri da te, con la spada piantata nel suolo come un'ancora e l'armatura che copre il braccio sinistro piena di fratture.

    "Anche tu sembri più potente dell'ultima volta...
    Mi biasimi per il male che ho compiuto?
    Vuoi sapere chi è la causa di tutto questo?" dice indicando con la mano sinistra sanguinante il campo di battaglia.
    "Voi! I vizi e la corruzione dell'uomo hanno generato gli dei del nuovo tempo, il Ragnarok era stato scatenato per evitare questo, ma voi l'avete fermato ed avete aperto le porte al male più grande di tutti..."
    Ride tra se, una risata stanca, quasi rassegnata.

    "Io ho visto ciò che era più conveniente per il mio popolo... e per me.
    Lolth è perduta e presto quando avremo Balmung anche i vostri dei periranno con tutto ciò che apparteneva al vecchio mondo.
    Ora disperditi nel sonno eterno!"

    I suoi occhi iniziano a brillare e le tenebre sorgono dal terreno prendendo ad avvolgerti.
    Non è forza cosmica tangibile, sta attaccando la tua mente ed il tuo spirito con tutta la sua forza.

    Rapidamente i sensi ti abbandonano e la tua coscienza si trova in un luogo nebbioso e indefinito.
    Le sagome dei tuoi amici perduti ti vengono incontro, come a facilitarti il trapasso...

    Campo di battaglia

    Le forze degli elfi oscuri e delle aberrazioni continuano a rimpolparsi di orrori sempre più potenti, probabilmente richiamati dalle divinità oscure.
    Stregoni e demoni affiancano gli orfani di Lolth, mentre enormi aberrazioni senza nome si uniscono alle fila degli umani corrotti.
    La loro forza rivaleggia con quella dei cavalieri di Asgard che rischiano di essere travolti.

    Con un ultimo gesto Mime da fondo a tutto il suo potere per ammaliare gli avversari il tempo necessario per permettere ad uno dei cavalieri spettrali di aprire una sorta di porta dimensionale e far sparire i soldati regolari, i feriti ed i caduti.
    Ora che i soldati semplici sono al "sicuro" nel palazzo, ci sono solo i God Warriors a resistere all'esercito della Corruzione, in una battaglia disperata.
    Quando tre fulmini feriscono il cielo...

    Finn
    Qualcosa di troppo luminoso per essere riconosciuto ti compare accanto e con un acuto rumore metallico scaglia lontano decine di metri il gigante.
    "Dragmor, traditore figlio di una cagna, eri il prediletto dei cavalieri del Grande Padre, ora striscia come il verme che sei."
    L'unica cosa che riesci a distinguere chiaramente è il martello nella mano destra del nuovo venuto.
    Due creature simili a lupi deformi, alti quanto due uomini, si scagliano verso l'individuo quando un altro appare e con un movimento impercettibile li muta in polvere.
    Costui ha un elmo con corna d'ariete ed una grande spada che tiene con entrambe le mani.
    Colui che ti ha salvato è sopra ti te.
    "Senti ragazzo, nel Valhalla stiamo finendo cinghiale e idromele e non intendo dividere le mie ultime scorte con te, quindi vedi di non morire!"
    Ringhia agitando il martello.
    "Smettila di fare l'idiota Thor, tu prenditi Malasorte, io mi occupo di Cupidigia."
    "Vuoi sempre tu quelle poppute Heimdallr! Fai come vuoi, tanto saranno entrambi poltiglia, ci metto un attimo."

    Saette si scagliano dal martello verso di te, ridandoti nuova forza, mentre una donna, fin ora rimasta in ombra, versa sul tuo capo dell'acqua gelida che rimargina le tue ferite.
    "L'Acqua della fonte Hvergelmir che il vostro valoroso compagno ha liberato dal ghiaccio eterno."

    Mentre ti alzi con rinnovate forze vedi che la donna è accanto anche agli altri God Warrior per curare le loro ferite, mentre gli avversari sono paralizzati, così come le nuvole ed il fumo delle fiamme ed il gigante che si stava rialzando, sempre più la manifestazione dell'odio.

    Tyg
    "Figlio"
    Una voce, un tuono, ti squassa dalla maledizione.
    Vedi davanti a te un corvo con un occhio solo.
    Le nebbie iniziano a diradarsi, così come gli spettri dei tuoi amici perduti che si mostrano per quello che sono: demoni di Genlon.
    "Sono riuscito a proteggere il Valhalla, ma non posso giungere nel tuo mondo.
    Tuo è l'incarico di guidare le nostre forze nell'ultima difesa di Asgard.
    Prendi parte del mio potere."
    Vedi il corvo che si muta in un turbine di piume nere e ti avvolge completamente.
    Quando riapri gli occhi ti ritrovi in ginocchio, con il braccio destro alzato al cielo.
    Un fascio di luce sta partendo dalla tua spada, che autonomamente ha compiuto l'ultima parte della richiesta iniziale.
    Dal cielo scendono come stelle i grandi cavalieri del passato, accompagnati dalle Valchirie.
    Le forze del Valhalla si dispongono sul campo di battaglia, al fianco degli altri God Warrior, pareggiando le forze in campo.

    Campo di battaglia
    L'incanto della donna svanisce e la furia della lotta riprende con ancor maggiore violenza.
    La sua voce tocca la mente di tutti.
    "Figli miei, è Frigga che vi sta parlando.
    Mai ci siamo trovati ad affrontare un male così grande.
    Il Grande Padre ha respinto le forze della Corruzione dal Valhalla, ora dobbiamo difendere Asgard.
    Chi vedete innanzi a voi sono dei corrotti nati dall'oscurità presente in ognuno di noi.
    Uno è Malasorte, ciò che da sempre cerchiamo di sfuggire, l'altra è la Cupidigia con cui cerchiamo di acquisire sempre di più.
    Dovete resistere affinché possa rendere impenetrabili le difese della città grazie alla spada Balmung.
    Se il nemico dovesse ottenerla, anche il Valhalla cadrebbe...
    Prendete più tempo che potete, il Grande Padre è con voi!"





    Molto bene :zizi:
    Entrambi ottenete poteri superiori grazie alla benedizione di Thor (Ben) e di Odino (Tyg)
    Potete aggiungere un'abilità a quelle che avete già, fino a raggiungere il numero totale di tre (es. se avete 2 abilità potete aggiungerne 1), che sia attinente al dio che vi ha benedetto.
    Può anche essere un arma. Scrivetemi nel topic off gdr cosa scegliete.
    Inoltre la forza di entrambi è temporaneamente portata a suprema.

    Mentre i God Warrior le Valchirie e i Cavalieri del passato affrontano l'esercito della Corruzione, Thor e Heimdallr giocano con Malasorte e Cupidigia, Frigga crea il rituale di protezione, a voi due tocca tenere impegnati Dragmor e Genlon.

    Buone botte :deathmetal:

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    Edited by ~S i x ter - 9/4/2023, 20:32
     
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    Armageddon!




    La pelle di Thorfinn bruciava con l'intensità di un fuoco che mai aveva provato né ad Asgard né nelle terre del sud, le mani salde sul manico di Glaurung che tornava ad essere il moncone della gloria che fu mentre il suo costrutto di ghiaccio veniva rapidamente disciolto e disperso e le sue fiamme inghiottite da quelle più potenti, più voraci del suo terribile nemico. A nulla valsero gli sforzi dei muscoli d'acciaio e della protezione dell'armatura. Sentì il volto andare a fuoco, il respiro divenne pura fiamma, l'aria nei polmoni si tramutò in vapore così bollente da bruciarne persino il sangue, il dolore fu tale da indurre un tremore che divenne shock, gli parve di sentire di nuovo una punta di freddo quando cadde.

    Non v'era rumore, solo un sottofondo fatto di brusìo convulso, le dita si erano fuse con l'elsa dello spadone spezzato, gli occhi due grumi di sangue ciechi. Vicino al soffocamento per mancanza d'aria il corpo del barbaro, rinchiuso nella sua corazza annerita e crepata in più punti ove oramai mancavano anche alcuni pezzi distrutti dall'impatto, era scosso da spasmi involontari per via dei nervi scoperti e mezzi sciolti col ghigno privo di labbra e dai denti anneriti che puntava al cielo. Forse il dono degli Asi o forse un brutale scherzo del destino lo tenevano ancora in bilico su quel sottilissimo filo di vita che ancora gli restava. Riuscì a percepire il cosmo altrui al di là del dolore, quel senso superiore ottenuto col dono degli dèi sarebbe stato dunque l'ultimo a spegnersi permettendogli così di sentire la presenza del mostruoso avversario che l'aveva ridotto a poco più di un tizzone in procinto di spegnersi.

    -E' questa la fine di tutto, guercio? Non merito di più? -

    Si ritrovò a pensare immaginando Odino che lo osserava da lontano, sul dorso di Sleipnir, come accadeva durante i suoi sogni di ragazzino.

    Il buio degli occhi ciechi venne improvvisamente illuminato da un fash sensoriale che andò a sostituire tutte le energie del cosmo prima percepite. Un suono metallico, seppur mal udito dalle orecchie carbonizzate del barbaro, riverberò nell'aria fino a smuovere i suoi timpani distrutti in un ultima serie di schiocchi. Due erano le potenze in gioco che il suo sesto senso poteva sentire, così forti da schiacciare i resti del suo corpo al suolo, così maestose da inibire, con la sola presenza, il dolore che stava martoriando il carbone che aveva al posto delle membra. Se avesse avuto ancora qualche pelo il barbaro avrebbe avuto la pelle d'oca e i capelli dritti.

    Voci, quelle che Finn sentì nel primo momento della sua "rinascita" furono voci, una roca e massiccia l'altra profonda e potente. Il gelo di Asgard tornò a farsi sentire, e all'espandersi di quella piacevole sensazione freddissima comprendeva che le parti del suo corpo semi-carbonizzato ritornavano integre. Glaurung nelle sue mani tornò ad essere il moncone di spada che forgiò suo padre, le sue dita, tutte e nove, non erano più fuse ad essa. Avvilito come se stesse fuoriuscendo da un lago ghiacciato, con nuova energia vitale, nuovo respiro e membra forti più di prima il god warrior posò gli occhi su colui che aveva la voce più di dura e roca.

    xgz3
    Rosso di capelli e di barba, occhi profondi, solcati da luce bianca, i bracciali e la cintura che indossava erano percorsi da scariche di luce, il suo passo era come il tuono e nella mano stringeva un enorme martello da guerra dal manico corto. Due creature lupine, mostruose e deformi lo attaccarono, ancor più grosso e armato di enorme spadone un secondo figuro sbucò dalla destra del campo visivo, ancora ridotto, di Thorfinn e polverizzò i due assalitori con i fendenti di una enorme spada, il suo volto era celato da un elmo cornuto.


    Svei mér thá...


    Balbettò Finn, spaventato realmente per la prima volta in vita sua. Realizzò chi fossero, anzi, cosa fossero coloro che aveva davanti, e alle parole di colui che stringeva in mano il martello reagì sgranando i suoi occhi ritornati da poco integri.

    Asa-Thor, Heimdallr il bianco. Io...

    Privo di parole e quasi sconvolto da ciò che accadde Finn notò a malapena la donna la quale, con amorevole cura, aveva versato su di lui quel liquido ghiacciato che gli aveva restituito il suo corpo. Si guardò intorno scorgendola curare gli altri uomini e god warriors, posò lo sguardo sulla sua armatura, ridotta ad un mucchio di piastre crepate con il capo equino del bracciale destro scheggiato e fuso in più punti, il tempo di quegli sguardi veloci e da Mjollnir il fulmine scaturì veloce come solo esso sa essere lo investì in pieno. Contrariamente a quanto temuto dall'istinto del barbaro, la scarica di energia che l'aveva colpito non lo uccise, anzi, gli permeò nel corpo, oltre il metallo e la carne, giunse al suo cosmo nutrendolo e rendendolo più potente. Sentì acquisire maggiore sensibilità e forza allo stesso tempo, i sensi si acuirono, il peso di Glaurung divenne quello dell'aria nelle sue mani il suo stesso corpo era diventato come più leggero, meno difficile da muovere.

    -E' questa l'essenza del dono di un dio?- Meditò il barbaro rinfonderando il moncone di spada nel fodero consumato e semi-bruciato alla sua schiena mentre tutto intorno a lui sembrava essersi fermato, l'intero spettacolo della guerra era congelato nel tempo.

    Al termine dell'effetto del fulmine il barbaro si ritrovò sulle proprie gambe, sano come un pesce e forte più di prima, al richiamo del cosmo esso bruciò con un'intensità che il guerriero temette di non reggere, quando invece la controllò con maestria riconobbe una nuova impronta energetica, una nuova potenza primordiale che scaturì dalle nocche delle sue mani percorrendo le braccia e il corpo tutto. Piccole scariche bluastre e bianche di luce si rincorrevano su e giù per l'armatura, tuffandosi nelle mani del loro stupefatto creatore per poi riapparire da un punto diverso poco lontano.

    Questo è il fulmine...la folgore di Thor! Sussurrò a se stesso mosso da un moto di fierezza, ma la sua ritrovata contentezza venne interrotta quando il rosso dio dei cieli si lanciò nel vivo della battaglia contro il mostruoso corvo bicefalo che berciava il nome di Valmung.

    Scomparsa la figura di Thor, infatti, gli occhi di Thorfinn si posarono sul gigante generale delle aberrazioni, non più così spaventoso ai suoi occhi, ne comprese la potenza e la grandezza dell'energia oscura e nei suoi occhi assaporò del sano odio rancoroso. Il god warrior comprese da subito di essere in grado di affrontarlo.

    "Figli miei, è Frigga che vi sta parlando. Mai ci siamo trovati ad affrontare un male così grande. Il Grande Padre ha respinto le forze della Corruzione dal Valhalla, ora dobbiamo difendere Asgard. Chi vedete innanzi a voi sono dei corrotti nati dall'oscurità presente in ognuno di noi.
    Uno è Malasorte, ciò che da sempre cerchiamo di sfuggire, l'altra è la Cupidigia con cui cerchiamo di acquisire sempre di più. Dovete resistere affinché possa rendere impenetrabili le difese della città grazie alla spada Balmung. Se il nemico dovesse ottenerla, anche il Valhalla cadrebbe...Prendete più tempo che potete, il Grande Padre è con voi!"


    Così quella voce femminile di infinita dolcezza e dal tono timoroso arrivò a Finn quando il tempo riprese magicamente a scorrere portando con se i venti di ghiaccio e il fragore di una battaglia come mai prima d'ora si erano combattute in tutta Asgard. Senza preavviso alcuno, con ritrovato impeto, Thorfinn non si perse in altre chiacchiere o annunci solenni, lasciò che il nuovo dono del divino Thor facesse ciò per cui esisteva, distruggere i malvagi e proteggere Midgard.

    A grosse falcate corse verso Dragmor, sul corpo del barbaro il ghiaccio ed il fuoco scorsero rapidi fino alle mani, a metà della distanza tra lui ed il nemico Thorfinn aveva creato già nelle sue mani un giavellotto cristallino dal cuore di fiamma. L'arma nata dal suo cosmo venne dunque scagliata in direzione dell'odiato avversario con la scia azzurrina che crepitava dietro di se, il giavellotto vorticando su se stesso avrebbe raggiunto i piedi del nemico causando un'esplosione tale da tenerlo sulla difensiva e dunque sul posto in cui si trovava, almeno così ponderò Finn, il tempo necessario da confonderlo. Appena il costrutto si avvicinò al terreno il barbaro, ancor prima del diradarsi della polvere di ghiaccio, della condensa e dei detriti creati dalla distruzione voluta si scagliò con un singolo balzo sulla posizione ove si trovava Dragmor piombando dall'alto e scaricando nel suo pugno sinistro la forza del nuovo dono ottenuto, non un'arma ma la sua mano chiusa sarebbe stata il martello del giudizio per l'oltraggio perpetrato dal mostro.




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    Nome:Thorfinn
    Cloth: God Robe di Beta UMA - Sleipnir
    Status: Stupito - Rincuorato
    Energia: Rossa - temporaneamente portata a Suprema
    Rapporto danni: Nuovamente illeso
    Riassunto azioni:
    Constatazione della situazione. Da notare che, ridotto quasi a un corpo carbonizzato, Finn non ha sentito né visto gran parte di ciò che è accaduto fino all'arrivo degli dèi.
    Ripresosi e con un nuovo potere e maggiori forze Finn parte all'attacco nel seguente modo: Corro creando la tecnica "frostfire nova" e la lancio a metà distanza tra me e Dragmor puntando ai suoi piedi per un'esplosione del suolo contenuta (Diversivo) che crea un polverone di ghiaccio, condensa simile a nebbiolina e detriti, sfruttando la nuova velocità acquisita e l'abilità del fulmine balzo in alto per la distanza che mi separa dal nemico e tento di cazzottarlo in piena faccia dall'alto verso il basso con un pugno a martello carico di cosmo fulminante. (Attacco)
    Tecniche e Abilità usate:
    Asgard Bless ~
    Il god warrior è sempre stato sottoposto alle intemperie, al potere del fuoco ed al gelo di Asgard. Presso la gelida terra ove risiede egli accoglie il sole del meriggio così come il gelo perenne dei ghiacci. In termini pratici il guerriero ha una naturale resistenza a condizioni di bassissime/altissime temperature dovute a cause naturali, come un vero asgardiano sfida la tempesta di neve mandata dagli Aesir e il fuoco dei vulcani così il guerriero rimane impassibile alla morsa del freddo di madre natura e dal calore del fuoco della terra potendo, però, restar comunque vittima degli elementi creati da un cosmo avverso.(passiva - "Resistenza a basse e alte temperature")

    Frostfire nova ~ (Diversivo)
    Dalle mani del god warrior verrà a crearsi un costrutto cosmico-elemenale foggiato a mò di giavellotto dalla punta seghettata lungo circa un metro e ottanta centimetri (180cm). Tale creazione, avvolta da una costante aura azzurra è composta da ghiaccio in cui è riversato cosmo infuocato. L'arma verrà poi scagliata alla massima velocità consentita dalle forze del caster contro il bersaglio. La cometa lascerà dietro di sè una scia ghiacciata mentre tenterà di penetrare nel corpo avversario con la sua forma creata apposta per tale scopo. Non solo il potere perforante dell'arma di ghiaccio e cosmo di fuoco sarà un pericolo per chiunque rientri nelle sue mire, infatti, anche il solo sfiorar tale costrutto causerà la quasi istantanea glaciazione della parte con cui è avvenuto il contatto con tutte le conseguenze del caso, mentre un'eventuale penetrazione del giavellotto nel corpo del bersaglio ne causerà l'esplosione che dapprima congelerà il bersaglio esternamente per poi bruciarlo dall'interno della ferita stessa, causando quindi danni ingenti. Se il colpo non andasse a segno la deflagrazione avverrebbe comunque verso il primo ostacolo colpito per via dell'avvenuto impatto.

    Thor's gift ~ (Attacco)
    Il dono di Thor è la sua folgore, forza prodigiosa dal dio usata per combattere gli Hrímþursar, giganti di ghiaccio di Niflheimr. Il god warrior può richiamare, grazie al suo cosmo, la potenza del fulmine e quindi dell'elettricità; il solo contatto con questo tipo di energia può causare danni da elettrocuzione, meglio conosciuta come folgorazione, il corpo viene attraversato dall'energia così rapidamente da non essere in grado di reagire prontamente al suo effetto è scosso da spasmi fino al soffocamento, alla fibrillazione e all'arresto cardiaco. Sulla pelle e sul corpo la folgore causa ustioni per scioglimento della pelle e bruciature dolorose, gli organi colpiti invece sono soggetti a danni di più grave entità come perdita dei sensi, danni cerebrali gravi. Se utilizzata al massimo della sua potenza la folgore di Thor è capace di causare enormi danni e di sterminare i più coriacei tra i nemici.


    Note:

     
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