Armageddon: La distruzione degli inferi

A tutti gli spectre

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    Requiem for a dream
    LA DISTRUZIONE DEGLI INFERI

    PUNTO


    Nessuno ha il tempo di proferire una parola che improvvisamente l'illuminazione nella sala si abbassa e la temperatura anche.
    C'è freddo, molto freddo.
    A tal punto che il respiro di Pandora si trasforma in una sottile nuvola di vapore.

    Lui appare. Non è in carne ed ossa, sembra più che altro una proiezione. Dalla sua essenza si capisce che non è lì ma molto lontano, eppure il suo sguardo, da sotto l'elmo, è tagliente come un rasoio.

    lich-king



    Senza indugiare Pandora si inchina al cospetto del suo signore.

    Lord Hades...Abbiamo perso...abbiamo perso gli Inf-


    Risparmia il fiato. So tutto.


    L'Oracolo viene interrotto bruscamente. Ella teme per la sua vita e, cosa più importante, per la vita dei suoi spettri.

    Questo Universo esiste per un motivo. Abbiamo perso gli Inferi, ma è solo il primo passo verso...il dominio.
    Spiega loro cos'è la Mietitura.


    Pandora si alza, si gira nuovamente verso i suoi spettri.

    Chiamiamo Mietitura quando le stelle malefiche si votano al solo e unico scopo di mietere più anime possibili. Più anime si mietono, più l'universo Infernale diventa forte. Noi diventiamo più forti. Le anime passano attraverso la Torre di Mnar e nutrono questa dimensione. Uno spettro che diventa un Mietitore guarda il suo avversario con l'unico scopo di ghermirgli l'Anima.


    Segue un breve silenzio. Quelle parole pesano un poco sul cuore di Pandora.

    Ma non è solo l'Omicidio la via per ghermire l'anima.



    Sì. Esistono tante vie. Ingannare. Sedurre. Fare dei patti. Fomentare le masse a seguire il culto di Hades. Promettere la vita eterna.Ci saranno molti disperati in giro, e farebbero qualsiasi cosa pur di assicurarsi un pezzo della loro squallida normalità. - Ora il tono di Pandora si fa mano a mano più aggressivo. Non ha mai distolto gli occhi da Mefistofele e Druj Nasu. Naima da parte sua fa la vaga.

    E epurare le anime dagli Inferi corrotti e sulla Terra.


    Conclude Hades.

    Mephistopheles.

    Naima sembra scendere dalle nuvole quando il suo Dio la chiama. Gli fa un breve inchino, rapido e conciso si fa avanti senza esitare mettendosi davanti a Pandora, ed estrae presto dal nulla una grande pergamena vuota.

    Mi senora, con permeso.


    Pandora, seccata, lascia lo spazio al demone.

    Bueno...Chi firma il patto deve sapere che sta compilando un contratto vincolante. In otras palabras...Se scappate, vi alleate col nemico, o simplemente non procurate nessuna anima...Siete morti. O peggio. Dannati per l'eternità.


    Naima estrae un sottilissimo punteruolo d'argento il cui utilizzo sembra subito chiaro. Quelli non sono contratti che si firmano con penne ad inchiostro, ma col sangue versato.

    Se dovete dire qualcosa, fatelo ora o mai più.



    Nella sala cade nuovamente il silenzio.








    Ecco spiegato l'arcano. Facile no? Da questo momento in poi ogni vostra giocata, ruolata, DUELLO sarà atto a ghermire l'anima del vostro interlocutore. In poche parole la nuova linea guida degli specter sarà AMMAZZARE tutto quello che si muove sulla terra. Ma per ghermire l'anima ci sono altre vie! Insomma, sbizzarritevi. Occhio che per coerenza gdrristica se vi vedo che vi sollazzate tranquillamente con un gold saint vi mando qualcuno a mazzuolarvi (tranne se state giocando a briscola e in palio c'è l'anima del gold. In questo caso ok.). Stessa cosa se cambiate casta con lo stesso pg: sarete perseguitati dagli spectre ad oltranza. Questa è la mietitura, e le anime sono il vostro Raccolto. Da questo momento in poi si fanno gli spectre a modo. Se vi sta bene, fate in modo che il vostro pg si ferisca col punteruolo di Naima e firmi il contratto col sangue. Il sangue verrà assorbito dalla pergamena e diventerà il vostro nome.

    Ordine sparso, ma vorrei che interveniste tutti e in tempi decenti.




    Edited by *Susu* - 26/11/2013, 11:38
     
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    Oneiros l'eterno, Il Tessitore di Sogni.

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    apeva fin dal principio che quel momento sarebbe arrivato. Fin da quando con una frazione del suo cosmo Hades era tornato in vita. Aveva guardato senza timore negli occhi il dio della morte così come si confà a colui che era stato custode del santuario. Un cavaliere d'oro ucciso da un suo fratello, rinato dalle ceneri di quel tradimento. Spettro al servizio di Hades, purpureo guerriero votato a servire il volere del Re delle Tenebre. Non si era mai fatto illusioni su quale fosse il suo ruolo. I tempi del paladino in armatura scintillante erano finiti nel momento in cui la mano di Joel lo aveva ucciso. Eppure aveva accettato conoscendo bene i rischi a cui andava incontro. E in cambio della sua fedeltà aveva ricevuto poteri sconfinati e un regno su cui governare. Un regno senza confini che sottostava al suo volere. Un regno in cui il suo volere era al pari di quello di un dio. Ora però era giunto il momento di pagare il prezzo di quel potere, un prezzo che prendeva il nome di mietitura. Ben comprendeva le dinamiche di ciò che stava accadendo. Il mondo, l'universo, era in guerra. I semplici concetti di bene e male erano stati spezzati e resi relativi. Che cos'era l'esistenza degli uomini adesso? Una continua fuga da un male inarrestabile e sconfinato. Un male che li avrebbe divorati tutti ad uno a uno. Cosa distingueva le terre libere da un inferno in terra? La risposta era semplice, la giustizia. Hades era un dio crudele, questo è certo. Ma un dio giusto. Ai peccatori, i malvagi le anime nere come la pece spettava la punizione per i loro atti. Un sovrano giusto non deve mai peccare di troppa misericordia. I crimini vanno puniti duramente affinché la giustizia possa regnare.

    Chi vive nell'ombra va punito per i suoi crimini. E al Re spetta l'onere di eseguire la sentenza.



    Ripassò nella sua mente le parole insegnategli da suo padre. Il credo a cui ogni buon sovrano deve sottostare. I giusti al contrario avevano un posto di favore, un luogo di pace e tranquillità eterna dove gli affanni della vita terrena solo un lontano ricordo. I Campi Elisi, il luogo dove la sua famiglia riposava, finalmente, felice. Per i valorosi, per i fermi d'animo disposti a tutto pur di combattere l'oscurità incalzate c'era un'altro posto. Le armate di Winterfell necessitavano di uomini e donne valorosi, pronti a scendere in battaglia sotto i vessilli del metalupo. Uomini e donne il cui coraggio avrebbe fatto la differenza tra la vittoria del nulla e la sua sconfitta. Guerrieri che in cambio della loro fedeltà, della loro anima, avrebbero avuto la vita eterna, castelli e terre nella sua dimensione. Un rifugio sicuro per loro e i loro cari. E quando quel male fosse stato sconfitto, il sacrificio delle loro anime non sarebbe stato vano. E' infondo questo che sono gli eroi. Prendere la decisione più difficile per un bene superiore che può apparire nascosto ai più. Luce attraverso l'oscurità. Si fece avanti per primo estraendo la Sword of Ancestor che brillo di una candida luce azzurra. Senza esitare passò con estrema delicatezza l'affilato filo, in grado di trapassare persino le corazze divine, sul palmo della mano. Gocce di sangue caddero sulla pergamena disegnando in lettere fini e raffinate il suo nome: Edward Caliban Stark.

    Naima, alla fine sei riuscita a farmi firmare qualcosa a quanto pare.



    La ferita si richiuse immediatamente. Il potere di quell'arma era davvero incredibile, degno della leggendaria fama che la accompagnava. Sorridendo oltrepasso il Diavolo per andare a sistemarsi al fianco della sua signora. Nel farlo incrociò lo sguardo affilato e gelido del signore della morte. Nessuna esitazione, nessuna paura. Laddove persino l'Oraculum aveva tremato il Princeps si stagliava fiero. La morte per lui aveva ben poco significato, solo una normale parte dell'eterno ciclo dell'esistenza. Lo guardò per alcuni interminabili secondi lasciando che il dio scrutasse il suo animo mentre Edward rimirava la sconfinata grandezza di quel cosmo oscuro e denso come la pece. Un segno col capo e la spada che si rinfondera con un sibilo. Il Re del Nord si va a sistemare alla destra di Pandora, la cui tunica è ancora squarciata e macchiata di sangue laddove la Spada Sacra si era fatta strada per purificarla. Luce attraverso l'oscurità. Questo il suo voto. Questa la sua missione. Strinse l'elsa dell'arma con la mano sinistra assaporandone il potere. Il futuro era incerto eppure una cosa era sicura. Il lupo non avrebbe smesso di ululare mentre correva sulla fine del mondo. E se qualcuno, mortale o dio, si fosse opposto alla sua missione di fermare il vuoto e rispedirlo nell'abisso da cui era strisciato, lo avrebbe annichilito con tutta la gelida forza delle sue stelle.







    Edward Caliban Stark, Surplice dell'Acquario [Liv VIII]. Energia Nera.
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    Stato Fisico: Perfetto.
    Stato Mentale: Calmo.
    Stato Surplice: Integra.
    Abilità Passive: Nessuna.
    Abilità Attive e Tecniche: Nessuna.
    Riassunto:

    "THE MAN WHO PASSES THE SENTENCE SHOULD SWING THE SWORD"

     
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    dalla mente di un folle

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    Tutto era accaduto molto in fretta. La vita, la morte e la rinascita; poi la fuga dall'Ade per salvarsi e il combattimento. Alla fine Mokuren era lì assieme agli altri, in un luogo che non era proprio l'inferno, ma che doveva bastare a tutti loro; non aveva avuto il tempo di prendere coscienza di tutto, non con così poco tempo a sua disposizione. Per due giorni soltanto sì, era accaduto davvero molto. Tuttavia, non una lamentela uscì dalle labbra della risorta: come tutti avveva beneficiato di un riposto quasi insperato, ma sapeva che le sarebbe servito ancora del tempo per rimettere ogni tassello al proprio posto. In ogni caso non era quello il momento giusto per riflettere attentamente su quanto vissuto in quei pochi giorni, era stata chiamata a presentarsi altrove, un luogo in cui tutti i fedeli di Hades si sarebbero riuniti nel giro di poco tempo. All'incontro non sarebbe mancat nessuno spectre da quello che le avevano detto, per lo meno quelli che erao riusciti a salvarsi; la spectre aveva riposato e si chieeva chi altri fossero presenti, era quasi certa che non ci fossero altri superstiti oltre ai pochi già incontrati.
    Quale errore! La neo-risorta osservò il gruppo presente e non ne riconobbe almeno la metà; il suo sguardo si spostò per alcuni istanti sui sugli altri due risorti. Li riconosceva dalla cloth che indossavano e che un tempo doveva essere stata dorata: Aquario e Scorpione se non sbagliava. Ma il suo interesse per loro – così come per gli altri – durò meno di un paio di secondi, per poi concentrarsi su Pandora. Della sacerdotessa dell'Ade sapeva poco, ma sembrava provata e parlava i qualcosa che lei non conosceva: universi, Mietiture e cose varie... che succedeva? A un certo punto Mouren ebbe l'impressione che un cosmo terribile permeasse il luogo: allora era presente addirittura Hades in persona; questa era una cosa che Mokuren non si aspettava per nulla e se un tempo avrebbe voluto raggiungerlo per ringraziarlo di avere ascoltato la sua voce, evitò di compiere quel gesto. Qualcosa le diceva che non sarebbe stato gradito e neppure consono alla situazione; ora che aveva ripreso le energie poteva percepire distintamente come ciò che era successo – e stava ancora accadendo - avesse in qualche modo cambiato tutto.
    Tutto sommato ciò che ne seguì non fu neanche una sopresa: pur ignorando i dettagli dell'accaduto
    , Mokuren osservò il susseguirsi degli eventi con un certo interesse che traspariva dalle iridi color rubino, guardano volti e ascoltando i nomi che venivano pronunciati. La sola cosa che non perse e che attirò del tutto la sua attenzione fu il discorso sulla Mietitura: le sembrava quasi incredibile essere stata ridestata proprio nel momento in cui ciò che desiderava stava per avverarsi. Sicuro che avrebbe firmato, più di ogni altra cosa desiderava compiere delle stragi e poco importava se ci sarebbe voluto del tempo, prima o poi sarebbe arrivata a non temere nessuno e ad agire proprio come desiderava.
    Ecco, magari non si sarebbe gettata proprio contro chiunque... non era poi tanto sciocca da sfidare guerrieri molto più potenti di lei; il momento sarebbe sicuramente giunto, doveva avere pazienza e soprattutto volontà di potenziarsi. Guardò avidamente la pergamena tenuta in mano da un'altra spectre che aveva quasi più autorità di Pandora. Incredibile.
    Fu la seconda a farsi avanti: in verità avrebbe voluto essere la prima, ma l'aveva anticipata il risorto dell'Aquario così osservò con interesse il punteruolo d'argento della spectre e non provò alcun timore né dolore nel ferirsi, lasciando che il suo nome venisse impresso col sangue che tanto ricordava i suoi occhi. In verità solo chi capiva l'antica lingua orientale poteva sperare di tradurre quei segni, ma sarebbe bastato allo scopo.
    Poi fece un passo indietro e tornò al suo posto, non prima di aver fatto un doveroso inchino a lady Pandora e soprattutto in direzione di Hades. Ma in tutto quel tempo neppure una parola era stata pronunciata: ormai tutto era stato fatto e la via scelta.

    Edited by Violet Tyrell - 28/11/2013, 23:34
     
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    Armageddon - Post n°4
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    Nasir era solito banalizzare ogni cosa, mostrando una leggerezza a volte disarmante, proprio come aveva fatto con Pandora. Era nella sua natura essere canzonatorio e irritante ma quando giunse Hades rimase in silenzio ad ascoltare cosa aveva da dire il suo Dio. Il volto dell'Assassino era fisso ad osservare ogni cosa, i volti le espressioni delle persone presenti in quel luogo. Vide tutta l'umanità di Pandy, come ella tremava ogni volta che Hades si accingeva a parlare, come il Dio mostrava finalmente la sua vera natura. Per millenni negli Inferi erano girate le leggende sulla vita eterna, sulla salvezza che prometteva il Re dei Morti.

    Tutte favole per bambin
    La verità era diversa, molti dei suoi guerrieri erano morti, uomini che avevano già concluso il proprio ciclo vitale a cui in fondo non era stata data alcuna scelta. Come si può scegliere tra essere un'entità priva di volontà, priva di ricordi e memorie e mantenere tutto ciò? Dono? No, si trattava in ogni caso di eterna dannazione. Vi erano uomini con Eddard che avevano in qualche modo rinunciato a tutto ciò per cui avevano combattuto in vita, che cercavano di giustificare le loro scelte e altri suoi ex compagni che avevano preferito restare per sempre nel cocito patendo sofferenze eterne. Fu il primo a firmare il contratto della signorina 'cono', seguito da una figura anonima che Nasir non considerò nemmeno.

    Il labbro dell'Assassino si inarcò leggermente a mostrar un sorriso che non presagiva nulla di buono. «Molto bene» disse Nasir cominciando a staccare uno dei due bicipiti per poi gettarlo in terra «vedo con piacere che le cose stanno andando in una direzione che è di mio gradimento», proseguì staccando anche l'altro bicipite «mietere anime, uccidere ogni entità che non appartiene alle schiere del nostro Dio»; lentamente l'Assassino avanzava verso Naima, con sguardo fermo e deciso, proseguendo in quel suo particolare spogliarello. «Ogni anima che ghermiamo si trasforma in potere per il nostro unico signore». Ormai sia bracciali che bicipiti erano stati seminati a terra, e toccava al busto che venne fatto cadere mentre lo spazio tra lui e Naima si riduceva sempre più.

    «Lady Pandora, mi rivolgo a lei perché ancora non mi sento pronto per parlare col nostro unico signore» Nel fare ciò si tolse anche gli schineri, rimanendo senza armatura davanti a tutti; la parte superiore del busto era priva di alcun indumento mentre nella parte inferiore grazie al cielo portava degli indumenti tipicamente orientali. «Vi chiedo umilmente di intercedere per me, un vero servo di Hades non può definirsi tale - a mio modo di vedere - se indossa armature forgiate e appartenute ad Atena».

    Dicendo quelle parole si apprestò a firmare il contratto - l'ennesimo con Naima - guardandola solo per un istante, avrebbe rischiato di rovinare tutto, di scoppiare in una fragorosa risata se avesse guardato la donna in quel momento. Quasi certamente il volto di lei sarebbe stato un misto tra l'adirato e lo sconvolto e senza nemmeno volerlo sul suo viso avrebbe fatto capolino una di quelle buffe espressioni che lo facevano morire dalle risate.

    Cosi, inchinandosi davanti a Pandora «Vorrei essere un vero spectre, vorrei appartenere in tutto e per tutto ad Hades e solo come stella demoniaca mi sento in grado di fare ciò, ve lo chiedo come lo farebbe il più umile dei vostri servi!»

    Cos'aveva in mente Nasir? Cos'era tutta quella scena, tutta quella teatralità?
    Probabilmente aveva visto la tensione tra Pandora e la coppia Gorthy e Naima e ciò che stava compiendo il maestro Assassino avrebbe potuto avere risvolti estremamente interranti, forse tutto ciò era stato già orchestrato e architettato da tempo di comune accordo con la sua miglior committente ma questo nessuno lo poteva sapere, o forse si?




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    Edited by Gaz - 27/11/2013, 13:26
     
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    Demonio di uno stregone oscuro

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    CITAZIONE
    Legenda:
    Narrazione
    Parlato
    § Pensato §

    L' "ora della verità" giunse molto prima di quanto ognuno dei presenti si potesse mai lontanamente immaginare. Le luci della grande sala si attenuarono di colpo, mentre la temperatura interna raggiunse un picco molto basso. Due fenomeni che non erano stati provocati da "mano umana", bensì da un'entità sovrannaturale. Hades manifesta la sua venuta in questo luogo proiettando un'immagine molto vivida di se stesso a beneficio di tutti i suoi sottoposti. Il Re dell'Oltretomba appare come una sorta di inquietante cavaliere di altri tempi. Ciò che indossa non è una kamui, ma una semplice corazza medievale adornata da effigi che richiamano la morte.
    Per lo spirito demoniaco della Terra Obbligata, che aveva già avuto a che fare con lui in un distante passato, si trattava di un vero e proprio "cambio di immagine". Forse, il dio greco voleva intimidire le "nuove leve", così da dare una maggiore consistenza alle sue parole. Fate non ne rimase particolarmente impressionato. Lo fissava senza scomporsi o battere il minimo ciglio. Dopotutto, il giovane specter dalla chioma bianca era in origine una famosa divinità proveniente dall'antico Egitto, seppur fosse stato spogliato della potenza di un tempo. Egli rimase a sentire con attenzione i verbi pronunciati dal sovrano dell'Ade e dalla sua Celebrante Oscura.

    § Le cose stanno dunque in questo modo? §

    L'albino si passò una mano sotto il mento assumendo un atteggiamento meditativo. Era riuscito ad indovinare buona parte dei piani intessuti dal sommo Hades prima ancora che gli fossero resi noti. Fate, o per meglio dire Geb, non si sentiva pienamente soddisfatto dalla linea di condotta che avrebbero assunto gli specter da quel momento in avanti. Se avesse avuto a che fare con un guerriero facente parte di un diverso schieramento, poteva scegliere solo fra due opzioni disponibili: ucciderlo o convincerlo a venire dalla sua parte. Non c'era possibile margine di manovra per fare qualsiasi altra cosa all'infuori di questo.
    Tuttavia... era perfettamente comprensibile che in un periodo di profonda crisi come questo, il Re dell'Oltretomba volesse attuare un "deciso giro di vite" sui propri combattenti. Con una cerimonia così solenne e vincolante, si sarebbe scongiurato (o quasi) la futura presenza di traditori tra le fila specter. Inoltre, rientrava già nei progetti personali dell'albino, quello di epurare il pianeta da tutti coloro che non erano ritenuti "degni" di proseguire a vivere. Bisognava solo consegnare subito nelle mani di un "giusto tiranno" le preziose esistenze delle persone "pure", così che potessero essere condotte al sicuro nei Campi Elisi.

    Alla fine, nulla è veramente cambiato per Geb. Si tratta unicamente di affrettare i tempi a causa del pericolo dilagante della corruzione che ha investito l'intero globo terrestre. Niente più di questo.

    Fate pronunciò quella frase più a se stesso che a beneficio di altre persone site nelle immediate vicinanze. Era un lieve sussurro coperto dai rumori prodotti dai cavalieri che avevano già accettato le condizioni del sovrano degli inferi. Per un attimo ripensò a quella ragazza priva della vista che aveva incontrato in Egitto poco prima dei fatti dell'Armageddon. Se mai l'avesse incontrata una seconda volta, avrebbe dovuto trascinarla a forza con sé tra gli specter. Gea era ormai una dea impotente, non sarebbe mai stata in grado di sanare i danni permanenti subiti dal pianeta. Poteva dunque convincere quella donna a servire un dio ancora nel pieno della sua potenza. Per quanto riguarda "quel certo saint" incontrato tra le rovine di un tempio della Grecia, restava solo l'alternativa della morte per il suo passato tradimento.

    Se questo è il volere del Fato...

    Il ragazzo dalla pelle diafana sibilò queste ultime parole, poi scrollò con indifferenza le spalle. Aveva preso la sua decisione. Un tenue sorriso si formò per un istante sul suo viso altrimenti impassibile. Qual'era il significato dietro di esso? Forse progettava di tornare a svolgere il suo ruolo di inflessibile giudicatore di anime? O forse era solo l'ironia di credere nel Destino, così come recitava il suo nome da mortale? Fate Averruncus andò a sottoporsi al rito in perfetto silenzio. Si ferì da solo con il punteruolo d'argento fornito dalla specter di Mephistophele e bagnò con poche gocce della sua divina linfa vitale la pergamena sottostante. Si formarono dei geroglifici che avevano il significato di Geb. L'albino tornò tranquillamente al suo posto come nulla fosse accaduto e non degnò di alcuna attenzione gli altri specter. La sua ferita si era già rimarginata alla perfezione.


    jUeR9

    Nome ☥ Fate Averruncus
    Energia ☥ Rossa
    Casta ☥ Specter
    Cloth ☥ Surplice della Terra Obbligata [Grado IV]
    Status Cloth ☥ Integra
    Status Fisico ☥ Dopo il breve riposo è tornato in buone condizioni fisiche
    Status Psicologico ☥ Determinato a portare avanti fino in fondo quello che aveva già stabilito di fare

    Abilità Utilizzate

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    Tecniche Utilizzate

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  6. Crisider
     
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    Sessione di Gioco :
    Armageddon: La distruzione degli inferi
    Obiettivo della Sessione :
    Destiny
    Numero Post :
    I
    Narrato. "parlato" °pensato° °telepatia°°Di nuovo...°

    Cosa stavo facendo? Me lo chiedevo senza domandarmelo sinceramente, perché in realtà non m'importava davvero di nulla, delle persone che avevo attorno, del freddo che mi circondava... il freddo... odio il freddo, l'ho sempre odiato e anche da morto continuo a odiarlo... ma in realtà non sono morto, sono stato risbattutto dentro al mio corpo e il mio spirito e la mia anima stanno qui a destreggiarsi e a passare il tempo a seguire le isterie degli "esterni", ovvero tutti quei cosi insulsi che vivono oltre a me.

    Una piccola goccia di sangue cadde lentamente, cremisi e splendente, mentre il delizioso aroma della mia linfa vitale giungeva alle narici e inalavo appieno il gusto di quello che di lì a poco avrei assaporato di nuovo, ma questa volta non per effetto di uno scontro, ma di un patto. Con una cretina che parlava una lingua odiosa e che minacciava ritorsioni da bambini delle scuole materne: "se non fai così poi ti faccio la bua" e simili... almeno alle mie orecchie quelle palesi minaccie risultavano tali.

    °Non si fanno alleanze? Perhé, sono mai state fatte alleanze? E chi ha permesso che avvenisse prima? Che smidollati che sono questi qui... se Hades deve fargli promettere con un patto di sangue di essergli fedeli, significa che sono solo dei miseri rammolliti, non guerrieri del signore che servono. Potranno anche essere più forti di me, ma non sanno neppure lontanamente cosa sia la vera abnegazione a un ideale. Ridicoli esseri inferiori.°

    Portai il dito su quel foglio e lì dove una seconda e una terza goccia erano cadute, posai appena l'unghia dell'indice sinistro, allungando la macchia a formare una longinilea ICS, guardando quella ridicola specter che parlava quella lingua odiosa e senza alcun sentimento evidente sul mio volto, quasi fosse trasparente, andai oltre, passandole accanto come se nessuno lì dentro esistesse, inchinandomi innanzi al trono del mio dio e tingendo di cremisi la lira che stringevo nelle mani, iniziando a intonare un requiem per intrattenere l'attenzione del padrone che osservava i suoi ridicoli e deboli servi, che avevano bisogno di firmare un contratto sul quale avevano bisogno di scrivere che promettevano di non tradire il loro dio, pena la vera morte.

    °Ridicoli miserabili...°

    Le corde della lira rendevano l'atmosfera più distesa, ma il mio spirito guardava solo quell'involucro che assomigliava al mio dio, così lontano e così vicino a me. Solo lui era importante, solo lui contava per me. Solo per lui vivevo e non avevo bisogno di badare a quel pezzo di carta che non avevo firmato per timore, ma solo per far stare in silenzio tutti quei deboli e miserabili servi di un padrone giusto, che lo avevano tradito e fatto vergognare chissà quante volte, se era giunto a chiedergli un tale prezzo per la loro fedeltà.


    Ѻ Note + Eventuali
    Metto una ICS sul contratto e ragionando del più e del meno mi metto a suonare per Hades.

    Attacco: noone


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    ~ La Mietitura ~




    *Appena la temperatura prese a scendere prima Gorthaur, poi i suoi servitori, si inginocchiarono immediatamente.
    Il gelo pungente era il sintomo del potere del suo signore che nuovamente risplendeva di tetra luce.
    Le anime recuperate dalla Battaglia delle Distese Grigie e dal recupero di Pandora avevano ridato buona parte di energia ad Ade.

    Manca ancora poco

    Pensò, ricordando lo sguardo dell'Oscuro Signore appena destato, quello sguardo che scosse la polvere del tempo e dei suoi ricordi.
    Gli spectre erano esseri millenari, ma il continuo ritorno danneggiava la loro memoria e si ripristinava completamente solo a livelli considerevoli di potenza cosmica.
    Dal giorno del ritorno di Ade aveva lavorato alacremente e nell'ombra per creare questo Universo Infernale.
    Aveva manipolato quasi ogni Casta Divina rimanendo celato e sconosciuto ai più.
    Così doveva restare.
    Per tutti Ade doveva risultare il solo responsabile di quell'immensa opera.
    Pandora sospettava del suo coinvolgimento quindi doveva fare attenzione a non spingere troppo oltre la loro rivalità, era sempre colei che governava sulle 108 Stelle.
    Poi c'era Mefistofele, lei sapeva esattamente cosa aveva fatto, ma anche lei aveva partecipato e anche lei traeva vantaggio dal segreto.

    Più la presenza del signore degli Inferi si estendeva per la sala, più le sue antiche promesse risuonavano nella memoria dello spectre.

    Se mi aiuterai a superare mio fratello, ti permetterò di riavere ciò che ti è stato sottratto.
    Accetti ...?


    Quella frase continuava a guidarlo e a tormentarlo.
    Il ricordo era come sale su una ferita ancora aperta.
    Il dolore per il furto perpetrato da colui che da quel giorno si fece chiamare Thanatos.
    Sebbene fosse un ricordo lontano e nebuloso la sofferenza era viva e continua, come la sensazione di venir frantumati come uno specchio e vedere i propri brandelli dispersi nel nulla.
    Egli era così, un frammento disperso.
    Il ricordo finiva con una sillaba.



    Rispose allora, e avrebbe risposto oggi.

    Quando Mefistofele iniziò a raccogliere le firme si alzò nuovamente in piedi.
    Poteva percepire la dissonanza causata dai pensieri e dalle emozioni degli altri spectre.
    Tutti così diversi, ma tutti legati dall'unico desiderio di danneggiare la Creazione o di rimodellarla.

    Poi notò Nasir e non fu particolarmente sorpreso.
    Quell'uomo - se così poteva ancora definirsi dopo tutti i millenni vissuti - viveva la sua eternità come un continuo gioco, uno spettacolo in cui ognuno è un comprimario, una comparsa o al massimo un co-protagonista.
    Non sapeva esattamente cosa aveva in mente, ma sapeva che ciò che lo muoveva era rompere qualche altro limite, qualche altro traguardo mai raggiunto prima.
    Poiché il vero avversario di questo suo infinito gioco era lui stesso.

    Quando Mefistofele fu innanzi a lui sorrise chinando leggermente il capo in segno di deferenza poi prese il punteruolo.
    La surplice copriva completamente le dita, quindi si punse all'altezza del bicipite destro.
    Un piccolo rivolo di liquido nero prese a colare.*

    Non si è dissolto... uno strumento di straordinaria fattura.

    *Disse sottovoce e ironizzando al Diavolo, mentre con un gesto rapido ed elegante scrisse il suo nome in una serie di caratteri che non esistevano più da numerose ere.
    Poi consegnò il tutto a Naima e, chinando nuovamente il capo in segno di saluto, sussurrò.*

    Che il raccolto abbia inizio.





    CW2J2

    Ω Legenda: *Narrato* Pensato Parlato

    Ω Surplice: Druj Nasu, Liv VI

    Ω Energia: Viola

    Ω Riassunto:

    Ω Status:

    Ω Abilità:

    Ω Tecniche:

     
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    Armageddon
    La Distruzione degli Inferi


    I resti del glorioso esercito avernale si era ritrovato nell'enorme sala riccamente adornata e illuminata da un fievole luce giallastra, un'aria tetra che si sposava perfettamente con il luogo in cui si trovavano.
    Ma dove si trovavano in effetti?
    Ramal faticava a rendersi conto che erano distanti anni luce dalla terra, dal luogo in cui era nato e vissuto fino a poco tempo prima, liberi dal giogo delle creature maligne.

    Prima che chiunque nella stanza potesse porre qualche domanda sul motivo di quella riunione, la temperatura e l'illuminazione nella sala calarono vertiginosamente.
    Il freddo pungente penetrane la surplice della Driade, bypassando anche la pelle diafana di Ramal e agendo direttamente sui muscoli; un leggero tremore, risultato della condizione estrema in cui versava la stanza e per il cosmo schiacciante che avvertì all'improvviso, risalì la schiena dello Spectre facendolo vacillare per qualche istante.
    Non fece tempo a ricomporsi che l'essenza stessa di Lord Hades sovrastò la sala, in un forma leggermente differente di quella solita ma non per questo incapace di incutere timore nei suoi subordinati e sulla celebrante.
    In un certo senso, in quella forma incuteva anche più paura.

    Risparmia il fiato. So tutto. Lady Pandora non riuscì a concludere la frase e riportare le ultime notizie che Lord Hades prese parola. Questo Universo esiste per un motivo. Abbiamo perso gli Inferi, ma è solo il primo passo verso...il dominio.
    Spiega loro cos'è la Mietitura.


    Ecco, ora Ramal sarebbe giunto a conoscenza dei piani segreti di cui solo Hades, Pandora e pochi altri elementi erano a conoscenza.
    Parlò di una Mietitura, della torre di Mnar e di cosa comportava, il succo del piano era quello di uccidere e massacrare più nemici ed esseri viventi possibile, così da impadronirsi della loro anima e riporla nella Torre.
    Dovevano diventare dei cercatori, trasformarsi a loro volto in invasori, e uccidere chiunque si frapponesse nel cammino.
    Dapprima sembrò un lavoro facile, anzi, dava per assodato ormai che lo scopo di uno Spectre fosse uccidere, quando Hades e Pandora specificarono ulteriormente il modo per ghermire le anime.

    Ma non è solo l'Omicidio la via per ghermire l'anima.

    Sì. Esistono tante vie. Ingannare. Sedurre. Fare dei patti. Fomentare le masse a seguire il culto di Hades. Promettere la vita eterna.Ci saranno molti disperati in giro, e farebbero qualsiasi cosa pur di assicurarsi un pezzo della loro squallida normalità.

    La cosa si faceva interessante, quindi Hades chiamò la Spectre di Mephistopheles per spiegare un ultimo dettaglio.
    Ramal ricordava bene quella donna, aveva salvato in extremis lui e Fate dalle orde demoniache, quindi le doveva la vita.
    Probabilmente tra tutti quelli presenti nella sala, esclusi Lady Pandora e Lord Hades, era la persona verso cui provava più ammirazione e stima.

    Bueno...Chi firma il patto deve sapere che sta compilando un contratto vincolante. In otras palabras...Se scappate, vi alleate col nemico, o simplemente non procurate nessuna anima...Siete morti. O peggio. Dannati per l'eternità.

    Un sottilissimo punteruolo d'argento era lo strumento con cui gli spectre avrebbero siglato quel patto, un contratto vincolante con il re degli Inferi e verso tutti i suoi abitanti.
    Uno dopo l'altro i presenti si presentarono e firmarono il patto, siglando per l'eternità la loro appartenenza al dominio degli inferi.
    Ramal ci pensò per qualche istante mentre i suoi compagni si susseguivano uno dopo l'altro, ripensò alle battaglie sostenute da quando era divenuto uno Spectre, contro i seguaci di Athena e le orde demoniache: come poteva dire di no?
    Si apprestò a siglare anche lui il patto, si ferì con il punteruolo e la goccia di sangue una volta toccata la pergamena divenne una serie di kanji, che tradotti riportavano il nome 'Ramal'.

    Il viaggio è appena iniziato dunque.

    Disse sottovoce, per poi ritirarsi e tornare al suo posto.
    Quante e quali avventure avrebbe affrontato grazie a quella macchiolina di sangue?

      Energia ~ Verde.
      Cloth ~ Spectre di Driade, grado IV.
      Condizioni ~ Riposato.
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    La Mietitura - IEra troppa. La pressione era troppa.
    Kazue sentiva il cuore sprofondarle nel petto, e non appena calò il silenzio cercò di controllare il proprio respiro, per paura che diventasse affannoso. La vista le si era appannata e improvvisamente la sensazione di avere i vestiti addosso, di stare tra la gente, le sembrò insopportabile. Perché erano tutti così calmi?
    Come poteva presentarsi di fronte a Hades, lei che era stata sconfitta? Come? Come poteva sostenere lo sguardo del dio che serviva, con quella consapevolezza terribile dentro di sé? Lui era la Giustizia che tutto vede. L'immortale occhio che scruta i peccati e li giudica, il cui giudizio è sempre giusto. E lei si sentiva così umana.

    Rimpianse molte cose. Rimpianse di non essere stata più severa nel giudicare, di aver ammesso quelle due, singole vite all'Elisio. Rimpianse di non essersi dimostrata più pronta ad eseguire gli ordini, di non aver rispettato le gerarchie alla perfezione come si era sempre imposta di fare.
    Di non aver fatto di più.
    E poi c'era la sconfitta, bruciante e distruttiva, che le rodeva il cuore da dentro come mai prima di allora. Perché? Quando faceva il magistrato, quando l'evidenza falsificata si era fatta schiacciante e lei aveva dovuto emettere il verdetto sbagliato, per la sola e unica volta nella sua carriera, non si era sentita così. La Stella si era risvegliata in lei, facendole capire qual era il suo compito, ma forse...forse non era mai riuscita ad assolverlo completamente. Forse non era qualcosa di così immediato, semplice come giudicare le anime come un qualsiasi lavoro d'ufficio.
    No.
    Non era così.

    Ascoltatemi. Siete sopravvissuti, avete combattuto e se siete qui c'è un motivo. Ciò che sta accadendo però cambierà tutto. Dovrete essere pronti a qualsiasi cosa per Hades da adesso in poi. Se avete qualche dubbio, implorate una morte celere e indolore. Sarà magnanimo e ve la concederà. Se restate...non ci saranno limiti.

    Un motivo. Kazue Satō si rese improvvisamente conto, in quella sala, che lei aveva servito il motivo sbagliato. Aveva servito la Giustizia. Non Hades. Fino a quel momento, il collegamento non era stato fatto: la Stella Malefica che era in lei serviva Hades, ma Kazue serviva qualcos'altro che non era Hades, ma qualcosa che lei pensava estraniato.
    Di superiore.
    E per questa eresia lei sentiva di meritarsi una punizione ben peggiore della morte. No, implorare per una morte, che fosse anche dolorosa, non le sarebbe mai bastato.
    Kazue doveva vivere per espiare.

    Iniziamo col liberarci di questo peso morto mia signora?

    Il cuore le saltò un battito. Aprì gli occhi, disorientata, seguendo la voce di Nasir e pensando si riferisse a lei fino all'istante in cui si rese conto che aveva distrutto qualcosa.
    Solo allora capì che Fedor di Garuda era morto. Il suo destino alla fine si era compiuto, estinguendosi nel fuoco in uno sbuffo di cenere. Che ironia. Lui era morto, lui che aveva sempre combattuto per Hades, e lei era viva.
    Lei che aveva peccato. Fissò gli ultimi brandelli di una vita svanire nel nulla, come polvere nel vento.
    Nessuna vita era un peso morto. Alcune erano sbagliate, altre dovevano essere cancellate dalla faccia della terra per sempre, altre meritavano l'esistenza che veniva loro strappata. Kazue sapeva questo, ma non lo disse.
    Non fece in tempo.

    Cominciò. Il freddo avvolse la sala, penetrando sino al midollo e raggelando i presenti sul posto come in una morsa, fino a che, finalmente, tutti videro il proprio signore comparire davanti ai loro occhi.
    Per Kazue fu una visione mistica, un segno che anche lei aveva un destino da compiere, e non era quello di implorare la morte quel giorno. Lei avrebbe lottato. Si inchinò profondamente, fino a che quasi non sentì il proprio corpo sbilanciarsi in avanti e cadere, ma si fermò appena in tempo. Il Cosmo di Hades era così immenso, così vasto che un solo millimetro di differenza avrebbe potuto farla schiantare sul pavimento e ucciderla sul posto, tanta era la pressione che sentiva su di sé.
    Debole, sono debole. Non deve più accadere. Mai.

    Tremò nel sentire la voce del proprio signore, ma accettò che le riverberasse nelle ossa, accettò quel dolore perché era la sua punizione.
    La spiegazione della Mietitura servì solo a cementare quel pensiero nella sua testa, e per pochi attimi, le labbra sottili di Kazue si allungarono in un sorriso. Perché lei sapeva cos'era la Mietitura.
    E se il suo destino era essere una Mietitrice, sarebbe stata la migliore. Avrebbe epurato l'intero mondo, se necessario, pur di conquistare il favore di Hades e alleviare il bruciore della sconfitta, almeno per un poco.

    Hades chiamò Mephistopheles, e Kazue riconobbe la voce che l'aveva salvata. Osservò la donna con sguardo di pietra, perché le dava immensamente fastidio non sapere altro che il suo nome: Naima. Aveva provato centinaia di volte a cercare la sua pagina nell'Archivio, in centinaia di modi diversi, ma semplicemente scompariva ogni volta. Il libro si rifiutava di darle indicazioni sulla Spectre.
    Uno degli Skeleton più anziani aveva confessato che una volta era stata Procuratrix anche lei, prima di perdere completamente la testa e ottenere la Surplice di Mephistopheles. Un altro aveva ribattuto prontamente che era stata invece la Surplice di Balrog a rigettare Naima, perché la Stella aveva scelto male.
    Kazue sapeva solo che quei due Skeleton erano scomparsi dalla circolazione.
    Naima...quali sono i tuoi segreti?

    Uno dopo l'altro, gli Spectre giurarono. Kazue fece una fatica immensa per imporsi di non frustare a morte quello scostumato di Nasir, che osava addirittura spogliarsi dell'armatura di fronte al proprio dio. Altri lo fecero in silenzio, ma le parole non erano necessarie.
    Kazue invece aveva qualcosa da dire.
    Avanzò per ultima, dopo aver osservato.

    Si fermò di fronte a Naima e la guardò negli occhi, quegli occhi strani e un po' folli che non avrebbe mai potuto associare a nessun altro se non a lei. Sollevò la mano destra, e si punse con forza il pollice, sopportando stoicamente il dolore.
    La Surplice comparve sul suo corpo, coprendo completamente gli abiti civili per mostrare il proprio ruolo, e il Cosmo oscuro avvampò come non mai, mentre il Libro, l'Archivio compariva nella sua mano sinistra.
    La destra rimase sollevata sul foglio.
    E, finalmente, Kazue sollevò lo sguardo e fronteggiò Hades.

    Mio signore, io non implorerò il vostro perdono. Sono stata sconfitta in battaglia e questo per me è una vergogna troppo grande da sopportare. Per prima io, che giudico le anime come Vostra mano, confesso il mio peccato.

    Posò il pennino d'argento e firmò, una firma elegante e sinuosa sulla pagina, che usava solo per rare occasioni.

    Per questo, io giuro a voi, e solo a voi, la vittoria. Sempre. Sul mio sangue, sulla mia Stella Malefica, sulla Surplice che ha scelto me come custode. Sul mio ruolo di Procuratrix, io giuro a voi di portare il maggior numero possibile di anime, per fare in modo che il Vostro regno possa trionfare.

    Fece un respiro, e poi nello sguardo di Kazue l'umanità si spense.

    E giuro a voi anche che se qualcuno qui tradirà i precetti della Mietitura, agirò in mano vostra. E farò in modo che la sua anima possa servire a uno scopo più grande.

    ■ Nome ~ Kazue Satō
    ■ Energia ~ Rossa
    ■ Surplice ~ Balrog, liv. IV
    ■ Status Surplice ~ Ottimo
    ■ Status Fisico ~ Ottimo
    ■ Status Mentale ~ Integralista mode: ON
    Oggetti e Abilità
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    Tecniche
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    Requiem for a dream
    LA DISTRUZIONE DEGLI INFERI

    PUNTO


    Nella sala avvolta dal più gelido silenzio, la mente di ogni spectre lì presente si ritroverà pervasa da una strana atmosfera, non solo freddo, ma una viscida sensazione di non essere, almeno per il momento, totalmente padrone del proprio corpo. A culminare questa sensazione il suono di una voce profonda e roca che non giunge alle vostre orecchie ma rimbomba nella vostra testa come se i vostri pensieri fossero stati cancellati temporaneamente e sostituiti da una presenza che vi immobilizza e terrorizza allo stesso tempo.

    Voi credete che non conosca nel dettaglio più infame quello che nascondono le vostre sporche spoglie mortali? Ogni segreto, ogni mania di grandezza, ogni trama, ogni inutile speranza è palese ai miei occhi come per i mortali la luce del sole. Ognuno di voi crede di essere superiore all'altro: non sapete quanto futile sia la vostra esistenza, quanto piccoli siete in confronto a tutto questo. Quello che guardate, provate, sentite, odorate, udite, annusate... è una pallida imitazione di quella che è la realtà delle cose. Siete come neonati appena usciti dal ventre della madre, solo più presuntuosi, arroganti, ignoranti e puzzolenti. Solo quando avrete trasceso lo stesso concetto della morte potrò sperare di affidare le sorti degli inferi a voi. Nel frattempo, i più inutili fra di voi periranno e la loro anima verrà stuprata in eterno da quella che chiamano corruzione, che altri non è che una putrida infezione nata dal genere umano.
    Avete due possibilità: farvi infettare e completare il vostro ciclo di sordido essere umano dando da mangiare ai vermi e all'Infezione, o padroneggiare la Morte e aspirare al divino.
    Solo nel secondo caso, forse, potrete considerarvi dei veri Mietitori.



    Quando la presenza abbandona la vostra mente, un dolore fisico breve ma intenso vi assale: come se la vostra pelle iniziasse a bruciare in una particolare area del vostro corpo. E in verità brucia: brucia anche Pandora, che si sfiora la base del collo, e Mefistofele, che accenna a una piccola smorfia di dolore toccandosi il braccio destro.

    Una nera falce è apparsa sui vostri corpi, su ognuno in un punto diverso e può darsi con dimensioni diverse, ma in ogni caso con dolore, come se fosse stati marchiati a fuoco.

    CgvJ3Xw

    Tornerò quando sarà il tempo.


    Il freddo e l'atmosfera terrificante abbandona la sala come l'immagine di Hades, lasciandovi soli. Pandora resta un attimo interdetta, per far comparire sulla sua mano due chiavi: una d'oro molto raffinata e preziosa, e l'altra semplice e spartana, di ottone.

    Pandora si avvicina allo specter di Driade e gli porge la chiave d'Oro.

    Hades ti nomina guardiano del cielo di Venere per la tua costanza.


    Successivamente si reca verso Nasir, consegnandogli l'altra chiave.

    Tu prenderai il posto del giudice caduto in battaglia. Hades ti nomina guardiano del cielo di Mercurio...Per la tua prontezza.


    Pandora successivamente si guarda attorno come se ammirasse quel nuovo Lost Canvas come si ammira un quadro, distraendo lo sguardo dai soldati del re degli inferi, tuttavia tenendo bene a mente le sue parole.

    è ora di rimettersi in forze, Mietitori di Ade...Giorni rossi ci attendono.





    Non sto a giustificarmi del ritardo perché più o meno tutti sanno quello che mi è successo; chi vuole posti di seguito, ma possiamo considerare il nostro armageddon concluso. Ho voluto premiare Orf perché non ha mai mollato, Shin è stato abbondantemente premiato con token e chissà cosa in futuro. So che non siete rimasti tutti, ma sicuramente chi rimane è il meglio.




    Edited by ~S i x ter - 12/2/2014, 16:02
     
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39 replies since 28/12/2012, 12:16   2230 views
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