Somewhere I belong

quest per Gaz-Esme

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    SOMEWHERE I BELONG
    Esmeralda ~ Post 8


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    Quelle parole per Esmeralda furono come un macigno: era vero, lei conosceva già la risposta eppure stava cercando con tutta se stessa di rifiutare quella verità che gli veniva imposta. Era come – se tutto d'un tratto – ogni sua certezza, ogni cosa su cui aveva basato la sua vita stesse venendo meno, una sensazione difficile da descrivere. Ricordava chiaramente i primi anni della sua vita, il mondo perennemente avvolto dalle tenebre e quella figura maschile che da sempre la accompagnava. In quel momento aveva maledettamente bisogno di suo padre: gli sarebbe saltato al collo e avrebbe pianto per ore, sentendo il corpo caldo di Lelouch che l'abbracciava stringendola a se.

    A lei bastava questo: sentire la presenza del padre per poter superare ogni difficoltà. Ma oggi lui non c'era, oggi Esmeralda avrebbe dovuto affrontare tutto ciò semplicemente con le sue forze. Solo una volta le era capitato, quando 'la serpe' aveva perpetrato il suo folle piano di distruzione. Ricordava quel giorno come se fosse oggi, sentiva le urla dei rifugiati come se fossero le sue, percepiva il dolore dei suoi compagni come se fosse il suo. Quel giorno, quando la fortezza dello Scorpione crollò lei era da sola e dovette prendere una decisione importante: uccidere chi amava. E lo fece, non senza dolore, non senza alcun ripensamento.

    «Tu sei forte Naima» disse con gli occhi lucidi. «Io ora avrei bisogno di mio padre, chiedergli cosa devo fare, o semplicemente mi basterebbe abbracciarlo e sapere che lui c'è!» gli occhi della ragazza erano lucidi e amare lacrime cominciarono a rigare le gote della ragazza.

    «Ma lui oggi non c'è, lui sta combattendo la sua guerra e anche sapendo che lo fa per tutti, mi piacerebbe vederlo comparire da quella porta» disse indicando l'entrata della sala comandi «darmi un buffetto in testa e dirmi che non mi devo preoccupare perché tutto andrà bene»

    Trattenne il respiro per un lungo istante, come se si stesse immaginando il padre. Ma lui non c'era e non sarebbe di certo arrivato: certe cose accadono solo nei film. Esmeralda tornò a guardare Naima che continuava nel suo racconto. Rimase ferma e immobile, mentre altre lacrime continuavano a bagnare il suo viso, il volto di una ragazza che stava venendo a conoscenza di una verità più grande di lei. Ma cosa poteva farci? Nulla ed in fondo era sempre stato cosi, avrebbe trovato la forza per gestire tutta quella situazione e agire nel migliore dei modi.

    «Nessuno dovrebbe avere il diritto di decidere sulla vita e sulla morte» pronunciò quelle parole quasi assente, come se stesse parlando con se stessa «eppure lo facciamo ogni volta, cambiando il fato di migliaia di persone, condannandole ad un'esistenza che magari essi non desiderano»

    Soffriva Esmeralda ed era palpabile ma il peggio doveva ancora arrivare: la decisione. Una coscienza stava per risvegliarsi, una coscienza avrebbe cambiato la vita di una bambina, la piccola Esme di quell'epoca. Tutto era stato previsto e programmato e in base a cosa era stata scelta? Per una questione genetica: lei era predisposta a gestire quell'immenso potere. Non aveva alcuna importanza cosa ne pensasse lei o come la sua vita sarebbe cambiata: sentiva che la vita di quella bambina alla fine aveva lo stesso valore di un oggetto, di qualcosa che poteva essere usato per portare avanti un progetto antico che pianta le proprie origini in una guerra antica di cui loro sapevano ben poco.

    «No Naima, non è giusto» esordì con tono deciso.
    «Tutto ciò è una pazzia e non ha alcun senso: te vorresti la conoscenza, io vorrei vivere una vita normale ma ormai non possiamo fare altro che accettare ciò che abbiamo» si fermò per qualche istante ed osservando quella scritta «ma lei no, lei deve poter decidere» e sorridendo tocco la scritta 'annulla processo'.

    Era vero, aveva deciso lei per la piccola Esme ma almeno le aveva risparmiato tutto questo, almeno ora quella nuova vita poteva condurre una vita normale e decidere in autonomia cosa fare della propria esistenza.

    Silver Saint del Triangolo (IV), Energia Rossa





     
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    Naima sorride mentre ti guarda cambiare il destino di quella ragazza, poi ascolta con interesse le tue parole.

    Oh ragazza, vedo che già hai carpito l'essenza di questa vostra vita terrena. Scelte. Sono le tue scelte che fanno di te ciò che sei. Quello che abbiamo imparato da questa storia è che chi ha tentato di incasellare e classificare l'essere umano ha fallito miseramente. Vorrei tanto avere la conoscenza per capire che cosa diavolo pensavano di fare, questi Creatori, quando hanno messo una loro brutta copia sulla Terra, ma un giorno me lo dirai tu.


    La donna si avvicina nuovamente a te, il suo sguardo ora è tra il minaccioso e l'ironico, non riusciresti proprio a capire dove va a parare. L'intero suo essere è un enigma senza fine.

    Mi dirai molte cose, com'è stato possibile ad esempio, che qualcuno abbia sostituito sotto gli occhi di questi esseri sapienti un bambino destinato al massacro con un bambino umano...E com'è stato possibile farselo sfuggire mentre qualcun'altro lo portava in salvo, sulla Terra, congelandolo fino al momento opportuno.
    Poi vorrai uccidermi. E io starò lì ad aspettarti.

    Ma adesso andiamo. L'elicottero è elegante, ma a te serve tempo.


    Quando uscirai, insieme a Naima, accadrà tutto molto in fretta: non avrai tempo di voltarti indietro, che ti ritroverai davanti alle porte di un ospedale, ad Atene. L'ospedale in cui Eleuteria ha appena dato alla luce una bambina.

    Di Naima, nessuna traccia.


     
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