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UNA VISITA
Aizen - Post 1
Naima, da quanto tempo non passava un po' di tempo insieme alla sua amata? Ormai faticava a ricordare l'ultima volta che erano stati da soli, senza continue intrusioni e situazioni poco propizie per un po' di intimità. Era la prima volta che Naima lo veniva a trovare, probabilmente anche lei era stata sempre molto impegnata ma nonostante tutto questo lui non aveva perso quella buona abitudine di farle recapitare - ogni giorno - una rosa rossa. Quel dono - che rappresentava molto per entrambi - le era sempre giunto nonostante ora il suo cielo fosse un luogo meno accessibile del tribunale.
Quando giunse nel salone rimase stupito due volte.
La prima sentendo quel tono sarcastico sulla presenza delle Mord-Sith ed una sua presunta gelosia e la seconda vedendo che ella si era messa comoda e praticamente stava - seduta sul suo divano - in biancheria intima. Le sensuali curve - che lui conosceva bene - venivano mostrate con estrema disinvoltura e senza alcun pudore. Deglutì, in maniera quasi impercettibile: vederla gli faceva sempre lo stesso effetto.
«Non hai alcun motivo per esser gelosa» disse sorridendo.
«Nessuna di loro è al tuo livello, non reggerebbero comunque il confronto»
In quel momento l'unica cosa che desiderava era stare con lei, abbracciarla e diciamolo, fare l'amore con lei. Come bisimarlo? Ma si fermò per prendere due calici e riempirli di vino prelevato direttamente dalla sua riserva personale. Riempiti i due calici si avvicinò a Naima e sedendosi sul divano la prese letteralmente in braccio per poi porle uno dei due bicchieri.
«E non tenermi il muso che sei ancora più carina» quelle ultime parole gli morirono letteralmente in bocca in quanto - non potendo più frenare i suoi desideri - baciò la sudamericana in un vortice di passione e sentimento, dove labbra e lingue danzavano senza mai fermarsi.
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UNA VISITA
Aizen - Post 2
Sorrise.
Da quanto tempo non lo faceva? Forse aveva perso il conto, forse s'era dimenticato di come si sorrideva eppure era bastato un gesto, un muso imbronciato di Naima a ricordarglielo. La teneva stretta a se e le carezzava i capelli mentre la sua mente vagava, pensava a tutto ciò che di li a poco avrebbe sconvolto le loro vite. Si rendeva conto che dopo un'eternità si era legato ad una persona e avrebbe fatto di tutto per vivere con lei e per il 'diavolo' era la stessa cosa. Molte cose erano cambiate, il loro rapporto era mutato e senza nemmeno accorgersene ora i due erano legati, non era nemmeno immaginabile un'esistenza separata, un'eternità non avrebbe colmato l'eventuale vuoto lasciato dalla dipartita di uno di loro due. Aveva poche certezze Aizen e una di queste stava nel legame profondo ed unico che c'era tra lei e Naima.
«I sentimenti sono cosa buona» disse sorridendo «mi ferirebbe saperti indifferente».
Quelle parole vennero dette sorridendo e stringendo ancor di più la sua compagna perché tale era: non gli importava dove viaggiasse, che luoghi o che epoca esplorasse, quello che gli interessava era averla li, sapere che lei nonostante tutto sarebbe tornata da lui. Non poteva comprendere il suo mondo, aveva tentato di capirlo ma non ne era in grado ed in fondo lei nemmeno lo voleva, gli bastava averlo accanto, poterlo stringere nel cuore della notte di ritorno dai uno dei suoi viaggi dove lei aveva vissuto una vita intera in una realtà lontana.
«Dopo Atlantide molte cose sono cambiate amore mio» disse tornando serio e nel dire quella frase scostò leggermente il capo di Naima e togliendosi la maglietta mostrò quello strano simbolo che aveva impresso all'altezza del cuore.
«Il diavolo e la morte vanno sempre a braccetto» poi cercando di imitare Naima, con una pronuncia orrenda terminò la frase con un «no crees?»
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