» Il Sangue di Atena

Quest per Lord Drake

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    Atto VI
    Il Sangue di Atena


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    Narrato - Parlato - Pensato

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    Il sacrificio di un solo uomo per salvarne molti.

    Parlò quasi per riflesso incondizionato, come se non riuscisse a trattenere quelle parole. Gli occhi bassi e lo sguardo perso nel vuoto, la sua solita vitalità momentaneamente prosciugata dagli ultimi avvenimenti.
    Bart era lì, di fronte a tutti, grande e grosso oltre ogni immaginazione. La sua sola presenza poteva dare sicurezza a chiunque, confortare anche gli animi più impauriti. Eppure, in quel momento, sembrava così triste e indifeso. Era come un bambino di fronte alla realtà della vita, schiacciato inesorabilmente da quel mondo “degli adulti” che non riesce a capire. In realtà il cavaliere del Toro aveva provato, visto e fatto le cose più riprovevoli nel corso della sua vita. Incredibilmente, però, aveva mantenuto un animo candido e puro, sempre gioioso della vita. Anzi, in realtà aveva deciso di affrontare in quel modo la sua esistenza, dopo una promessa al piccolo Filippo. Si era sforzato di depurare il suo animo da ogni tenebra, dedicandosi completamente agli altri.

    Tutto questo per dire cosa?

    Semplice, Bart comprendeva le parole di estremo sacrificio di Daya. Le sentiva proprie e le capiva davvero nel loro significato più profondo. Proprio per quel motivo aveva pronunciato quella frase rivolgendosi principalmente alla giovane Esmeralda. La ragazza sembrava in apparenza così forte e decisa, tanto da mostrare un carattere davvero travolgente. Eppure nascondeva delle debolezze così naturali per un essere umano, sfogandole come un vulcano quando non riusciva più a mantenere la sua usuale fermezza.
    Bartolomeo era al limite della commozione, non era mai riuscito a sopportare il dolore altrui. Gli si strinse il cuore e gli occhi si fecero leggermente lucidi.
    Non era passato molto tempo da quel terribile massacro. Si, esatto, quel massacro. Il Toro aveva affrontato il Drago a viso aperto, disinteressandosi completamente della sua incolumità. Aveva offerto la sua vita in sacrificio, decidendo di donarla in cambio della salvezza di un’intera cittadina. Ecco perché poteva capire le parole della Vergine dorata. Anche il cavaliere della Seconda Casa sapeva che una vita persa per un motivo è sempre meglio di cento gettate al vento. Lui purtroppo aveva fallito, ma di questo si stava già incolpando in continuazione. Durante quella battaglia nei pressi di Atene, era sopravvissuto un singolo uomo e ne erano morti a centinaia. Bart era stato salvato, ma il prezzo era stato davvero troppo alto da pagare.

    In quel momento, in quella strana biblioteca, avrebbe voluto dire molte cose, intavolare un discorso sulla responsabilità e il sacrificio, ma non era il momento. Lo spirito evanescente stava spiegando loro cosa avrebbero dovuto cercare e lo scopo della missione era ben più importante dei sentimenti di quel gigante buono. Capì che dovevano ascoltare tutto con attenzione, quindi non aggiunse altro. Si limitò semplicemente ad avvicinarsi a Daya ed Esmeralda, sovrastandoli con la sua presenza.
    Dall’età e dalla statura, i tre potevano sembrare ad occhio esterno come un padre con i due figli.
    Bart allungò la mano destra e la poggiò dolcemente sulla testa della ragazza, mentre la sinistra andò a impattare in modo deciso sulla spalla del Gran Sacerdote. Un gesto di profonda stima e rispetto, quasi li considerasse davvero parte della sua famiglia allargata.
    I tre compagni di avventura stavano legando sempre di più, accomunati da uno scopo nobile e comune: proteggere.
    In quel periodo così oscuro e pieno di scontri, quei tre cavalieri così diversi tra loro sarebbero forse riusciti a risollevare le sorti del Grande Tempio. Il sangue di Atena non era fortemente ricercato per divertimento, bensì serviva a preparare i guerrieri votati alla Dea ad un futuro tutt’altro che roseo. Le tenebre, solitamente immobili, si stavano muovendo minacciose. Il mondo restava a guardare, non per inettitudine, ma per incapacità di reagire. A volte ci deve essere qualcuno in grado di dedicare e sacrificare la propria esistenza per combattere ciò che va oltre l’umana comprensione. I cavalieri della Giustizia hanno da tempo immemore questo compito, anche se la maggior parte del mondo non è nemmeno a conoscenza della loro esistenza. La loro è una crociata silenziosa, che comporta sacrificio estremo ed enorme rispetto verso gli altri.
    Bart si sentiva parte di quel meccanismo nascosto che era la vita da guerriero di Atena e finalmente aveva trovato il suo vero posto nel mondo.
    Tristezza mista a gioia, mentre ascoltava le indicazioni per la missione.

    Speranza?

    Un pensiero naturale dopo aver scoperto che il suo compito era quello di ricercare lo spirito della speranza.
    Destino? Coincidenza?
    No, non poteva credere che tutto stesse accadendo per caso. Il Toro era stato destinato a quel sentimento che permette al semplice uomo di non perire schiacciato dal volere degli Dei, quella fiamma inestinguibile che guida l’umanità intera. Non poteva essere una coincidenza, forse il suo compito era stato creato appositamente per lui dal custode della biblioteca, quasi potesse leggergli nell’animo.

    Quando il vecchio fantasma terminò di parlare, era chiaro che rimaneva solo una cosa da fare: agire.
    Si scostò leggermente da Daya ed Esmeralda, e prese coraggio per scacciare dalla mente quei pensieri tristi che lo avevano quasi fatto ripiombare nell’oblio del dolore.

    Esmeralda, capisco il tuo dolore.
    Davvero.
    A volte, però, è necessario agire così.
    È necessario mettere in gioco sé stessi, soli con la propria decisione, se si vuole salvare molte altre vite e dare un senso alla propria esistenza.


    Voltò lo sguardo verso Daya, l’amico sempre in bilico tra santità e dannazione.

    Però ho imparato a mie spese che ogni tanto è bene ragionare sulle possibili conseguenze e capire che ostinarsi ad agire da soli fa solamente sprecare invano una vita.
    Il sacrificio disperato di un solo uomo può essere inutile.
    Io l’ho appena provata questa sensazione.
    Vi assicuro che è terribile.


    Lo sguardo si fece per un momento scuro, per poi tornare immediatamente vivace e deciso.

    Siamo qui insieme, no?
    E allora non ci saranno distinzioni.
    Facciamo il nostro dovere, ma torniamo tutti sani e salvi.


    Con il pugno destro si batté così forte il petto coperto dall’armatura che il rumore risuonò in tutta la biblioteca, accompagnato da un eco lontano.

    Il giovane, cioè io…

    Fece l’occhiolino al vecchio fantasma, come a ringraziarlo per avergli dato del “giovane”.

    …si occuperà del custode della speranza.
    Se non vi spiace prendo la via di destra e ci ritroviamo al centro della biblioteca a missione compiuta.
    Mi fido di voi ragazzi.


    Parole davvero sincere e sentite, dette principalmente per far tornare la serenità in quel momento così difficile.
    Si incamminò a passo lento verso la direzione scelta, lasciando il tempo agli altri di decidere e congedarsi. Aveva preso in mano la situazione, spostando l’attenzione sul compito che era stato affidato loro. Era deciso a dare coraggio ai compagni, così da spronarli e ridestarli da quell’attimo di smarrimento. Non servivano molte altre parole e avrebbero dovuto passare immediatamente ai fatti.
    Si sarebbero dovuti separare senza sapere cosa effettivamente si sarebbero trovati di fronte. Era necessario essere più uniti e carichi che mai, quindi cosa c’era di meglio di una bella risata profonda e travolgente?

    A presto figlioli.
    Oh oh oh!


    Un sorriso che pareva così simile ad un canto propiziatorio prima della guerra. Era la firma distintiva di Bart, una sorta di portafortuna prima di addentrarsi in quella nuova ed inusuale missione.

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    Bartolomeo - Gold Saint del Toro - Energia Nera
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    Riassunto:
    Bart cerca di spronare i compagni a reagire nel migliore dei modi, comprendendo sia il punto di vista di Esmeralda che di Daya.
    Infine si incammina a passo lento nella via di destra, così da lasciarvi tutto il tempo di dire anche la vostra.

    Condizioni:
    Determinato.

    Abilità:
    -

    Tecniche:
    -

     
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    POST 05 - Il Sangue di Atena

    Narrato. -parlato- °pensato° °telepatia° "parlato di altri" "Ashtart"

    D
    aya non potè che sorridere osservando la reazione della giovane fanciulla proveniente dal futuro... per un istante vide passare sul suo volto sia quello di Lelouch che quello di Eleuteria. Indubbiamente era la loro figliola, questa non era che l'ennesima riprova dei suoi illustri e futuri natali. Inaspettatamente l'uomo afferrò la giovane cingendola in un abbraccio, facendole appoggiare il viso sul pettorale dell'armatura e accarezzandole la folta chioma con la mancina.

    -testarda come tuo padre e di cuore come tua madre... gli dei solo sanno cosa ho fatto di male perchè mi capitasse un mix così esplosivo innanzi! Eppure ti dico, abbi fede pure tu giovane Esmeralda. Non parlo mai di morte con leggerezza ne con la medesima tratto la mia vita. Parlo così poichè in passato ho già sconfitto la morte e so come porvi... uhm rimedio? Si potrebbe essere corretto dire ciò. Non voglio fare il martire e mi fido di voi, ma più di tutto non voglio vedervi soffrire inutilmente-

    Staccò la giovane, una carezza lieve le sfiorò il viso asciugandole le lacrime appena versate.

    -tu e Bart avete la mia fiducia, incondizionata. Metterei la mia vita nelle vostre mani fosse necessario, ma ci sono cose che io ed io soltanto posso fare.... a voi ancora sono precluse certe strade. Non potete evitare la morte, non potete ingannare la morte.... io semplicemente posso-

    Arruffò con dolcezza i capelli di lei quasi fosse un vecchio alle prese con una ragazzina triste. Eppure non vi era arroganza o falsità nelle sue parole e nel suo cuore, semplicemente Esmeralda ancora non lo conosceva bene. Aveva udito cosa era in grado di fare, ma vederlo con i propri occhi le avrebbe cambiato totalmente il modo di pensare, almeno nei suoi confronti.

    -via quelle lacrime va bene?-

    Ascoltò poi con cura le parole dello spettro, venendo a conoscenza del nome dello spirito a lui toccato in sorte.

    -Pistis, spirito della fede, della fiducia negli altri. Molto bene, non vedo l'ora di spezzare i legami di incubo di questo essere, seguirò la corona...-

    Fece alcuni passi in avanti prendendo il corridoio con l'effige indicata. Non si voltò verso i propri compagni e rimase di spalle parlando loro un'ultima volta.

    -non vi dirò state attenti, non vi dirò che se avrete bisogno ci sarò. Adesso parlo come vostro Gran Sacerdote-

    Si voltò solo allora, l'espressione mite e dolce fu sostituita da una totalmente risoluta.

    -fate il vostro dovere! Impadroniamoci del sangue di Athena. Riportiamolo al Santuario, in tre qui entriamo e in tre da qui usciremo. A dopo compagni miei-

    NOn aggiungendo altro si limitò ad un cenno con la mano, imboccando la direzione da lui scelta. Se doveva avere a che fare con lo spirito della fiducia gli sembrava opportuno e ben augurante iniziare la missione palesando tutta la fede che egli poneva nei propri amici.

    Personaggio: Daya di Virgo
    Allineamento morale : Neutrale Buono
    Divinità : combatte con Athena, non per lei
    Schieramento : Athena no Saints
    Casta : gold saints
    Ruolo : Arkhonontos (Gran Sacerdote)
    Armatura : Vergine
    Livello armatura : god cloth liv.VIII
    Livello cosmico : Energia Suprema
    Supersensi attivi : 8 (Arayashiki)

    Status Psico/Fisico : normale
    Area d'effetto 180m., cloth danneggiabili liv.1~7, Velocità della Luce con facilità

    Riassunto azioni: fatto :asd:



    » Abilità Passive:
    Arayashiki »
    In sanscrito si scrive Ālaya-vijñāna. L'essere umano percepisce la realtà che lo circonda tramite i cinque organi di senso (gokon): gli occhi, le orecchie, il naso, la lingua, il corpo e ciò che nel Buddhismo viene denominato sesto senso, la mente. Collettivamente, gli organi di senso vengono chiamati Rokushiki, le sei coscienze. Il Buddhismo insegna che, nelle profondità della mente esistono degli ulteriori stadi di coscienza: la settima, Manashiki, l'ottava, Arayashiki; e la nona, Nyoraizōshiki. Quando il corpo fisico muore, le sei coscienze e la settima coscienza si estinguono, ma l'ottava e la nona coscienza continuano ad esistere, sono immortali. Il cavaliere d'oro di Virgo da sempre è il primo fra i saint a raggiungere tale traguardo, risvegliando l'ottava coscienza che lo avvicina alla piena illuminazione portata dalla nona. E' il cosmo più profondo che permette di superare l'ostacolo della Morte e di poter raggiungere, fra l'altro, il regno dei defunti da vivi. ¬
    "Qualunque cosa che vive nel mondo è effimera…tutto è mutevole, nulla è costante. E' la legge dell'impermanenza…"
    Atman »
    Parola sanscrita che significa 'spirito' o 'pura coscienza'. L'approfondito studio delle dottrine buddhiste e induiste permettono al santo della Vergine di avere una vasta conoscenza dello spirito, rendendogli così semplice interagire con esso. Grazie a ciò egli può percepire lo spirito delle creature viventi e può tentare di danneggiarlo o sollecitarlo. Percependo inoltre la vera entità di tutti i fenomeni e scoprendo la tendenza illusoria dei cinque sensi il saint ha ottenuto la capacità di spegnere (temporaneamente o meno) tali sensi nell'avversario. Essi sono: Udito Vista Gusto Olfatto Tatto (il Sesto Senso, la Mente, sarà colpibile solo a Energia Nera). A guisa di tecnica, il suo cosmo può guidare i sensi del nemico verso l'oblio, riducendolo ad una larva qualora riesca a spegnervi tutte e cinque le percezioni più la mente stessa (sempre con le opportune limitazioni di energia); tale capacità è veicolata dal personaggio unicamente tramite lo Spirito e non tramite contatto fisico o cosmo. ¬
    Nota1 tale potere agisce direttamente sullo spirito delle creature colpite in modo totalmente etereo.
    Nota2 la perdita dei cinque sensi temporanea nei normali scontri, può essere permanente durante lo svolgimento di Quest solo con l'approvazione del Game/Quest Master qualora lo ritenga giusto.

    "Di colui i cui sensi sono ridotti in quiete, come cavalli ben domati dal cocchiere, di costui privo di orgoglio e di passioni, di costui hanno invidia gli stessi Dei"
    Satori »
    Correlata all'abilità Maya, essa rappresenta l'altra faccia della medaglia del potere del saint sulle Illusioni. Tramite l'esperienza mistica dell'illuminazione egli infatti può tentare di resistere alle altrui malie forte della propria conoscenza del Vero, riuscendo in taluni casi a intravedere la realtà che si cela dietro di esse; maggiore il divario fra il cavaliere e la forza creatrice di tali illusioni e maggiore sarà la difficoltà con cui percepire la realtà nascosta dalle menzogne. In caso di attacchi con componente illusoria egli dovrà comunque tentare di difendersi da essi poichè "vedere la verità a volte non basta per uscirne anche vittoriosi". ¬
    "attraverso l'esperienza dell'illuminazione si apre l'occhio della Mente sulla Vera Natura dei fenomeni"

    » Abilità Attive:

    » Repertorio Tecniche:

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    IL SANGUE DI ATENA
    Esmeralda ~ Post 5


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    Questi dunque erano i Saint di quell'epoca?
    Una domanda che si stava ponendo in quel preciso istante: sentì le parole di Bart e si asciugò le lacrime, ascoltò le parole di Daya e sorrise. Due uomini cosi diversi tra di loro ma che comunque avevano dato una risposta chiara. Ponendosi come baluardo per le generazioni future ma da nessuno dei due aveva sentito discorsi riguardanti la Dea che – in teoria – doveva proteggere. Come se la presenza della dea fosse semplicemente un pretesto per permettere a quelle persone fantastiche di incontrarsi e conoscersi.

    Esattamente questo.
    Osservava Bart e Daya e capì.

    Comprese che quegli uomini combattevano per ciò in cui credevano, combattevano per i loro affetti, per ciò che aveano giurato di proteggere. Non era cosi differente dal mondo in cui veniva. Li gli uomini combattevano senza un'armatura, senza bandiere e senza Dei. Eppure non c'era differenza, lottavano unicamente per ciò in cui credevano, pronti a dare la vita e non lo facevano da soli ma tutti insieme. Ogni volta che andavano fuori per una missione, che fosse un attacco ad una roccaforte del Drago Nero, o per salvare degli uomini, o per procurarsi del cibo non erano soli. Non lo erano mai.

    Ogni lotta, era una lotta di tutti.
    Ed era questo che rendeva quegli uomini cosi straordinari, cosi fantastici da renderli in grado di compiere il miracolo. Una vita che veniva strappata al 'male' era un miracolo, ogni volta che riuscivano a ridere nonostante tutto era un miracolo. Ogni istante della loro esistenza era un miracolo e percepiva quella sensazione, quella coesione anche li, in quel mondo apparentemente cosi calmo e tranquillo. Si, questa era la vera forza degli uomini.

    «Fai come ti pare» disse con supponenza.
    «Se muori o ti sacrifichi ti riporto in vita e ti ammazzo personalmente»

    Dette quelle parole si divincolò – con dolcezza – dall'abbraccio di Daya e sorridendo si incamminò verso la sua meta. In quelle frasi si poteva notare tutto il genoma del padre, ovvero Lelouch. Tutta quella arroganza che nascondeva dei sentimenti molto profondi che solo le persone care potevano comprendere. Un'ultima lacrima – dolce – rigò la gota di Esmeralda che si avviava verso la sua destinazione. L'amore gli aveva detto lo spirito, quei sentimenti forti e imprescindibili da ogni essere vivente. Buffo che era stato affidato a lei quello spirito, o forse la cosa non era casuale, in fondo era stato Gaz a creare tutte quelle protezioni.

    “Sei stato davvero previdente” pensò la nipote, che con determinazione si stava avviando verso quella che sembrava essere una vera prova, dove mettersi a nudo e scoprire ogni parte del suo essere, comprese le sue paure più profonde e nascoste.

    Silver Saint del Triangolo (IV), Energia Rossa



    Bene, procediamo come era stato detto nel post precedente.
    A te la palla Drake *w*

    :tronfio:


     
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    Atto VII
    Il Sangue di Atena


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    Narrato - Parlato - Pensato - Filippo

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    Un passo dopo l’altro, lentamente ma senza indugiare.
    Avanzava sereno, come se non avesse alcun timore o strana aspettativa su quello che gli sarebbe potuto accadere. Aveva una missione da compiere, un compito della massima importanza e da cui potevano dipendere gli equilibri del mondo intero. Era entrato in quella biblioteca insieme ai suoi due compagni d’avventura, Daya ed Esmeralda, si era risvegliato dopo aver speso tutte le sue energie contro quel mostro di Gabriel. Aveva cercato con tutte le forze di tornare quello di un tempo e sapete una cosa? Ci era riuscito. O almeno era quello che continuava a ripetersi.
    Certo, era ancora debilitato, le cicatrici e le ferite urlavano a squarciagola tutto il loro dolore, ma Bartolomeo era ancora lì: fiero, orgoglioso, inamovibile ma soprattutto buono. Nonostante tutto, aveva combattuto con le unghie e con i denti per non farsi completamente travolgere dal senso di colpa e non lasciarsi seppellire dalla disperazione per non essere riuscito a salvare tutte quelle vite dalla follia dello spietato cavaliere nero. Il gigante avrebbe dato la sua vita per evitare anche una sola morte innocente; si era disperatamente posto a difesa di un’intera cittadina nonostante non potesse competere con un potere così grande, ma aveva fallito. Malgrado tutti gli sforzi e i sacrifici non era riuscito nel suo intento di proteggere e non era riuscito a far seguire con i fatti quello che il suo grande cuore avrebbe sperato. Si era ingenuamente fidato di un ragazzo dai capelli rossi che inizialmente lo aveva anche aiutato a soccorrere i primi feriti. In tutta quella disperazione aveva cercato di prendere in mano la situazione per capire come poterne uscire nel migliore dei modi, ma non era stato sufficiente. Aveva combattuto, si era gettato a testa bassa contro la morte, completamente incurante delle conseguenze sulla sua stessa vita.
    Nulla era servito per evitare quella strage.
    Nulla.
    In fin di vita si era persino posto a difesa di quell’ultima piccola vita che sembrava essere scampata al macello, ma anche quel disperato tentativo fu vano. L’unico ad essere davvero salvato e sopravvissuto era lo stesso Bart, raggiunto appena in tempo dall’amico Daya e dal saggio Gaz.
    Dunque, che vittoria ci può essere in tutto ciò?
    Nessuna. Nessuna vittoria, ma una violenta e dolorosa lezione di vita. Un solo uomo può davvero cercare di cambiare il mondo, basta che sia abbastanza forte per farlo. Bart non lo era stato e si tediava già da tempo per quella sua involontaria mancanza. Se solo avesse avuto lo stesso potere di Gabriel era certo che la sua infinita determinazione gli avrebbe permesso di salvare tutte quelle vite. Purtroppo la storia era ben differente.

    Non capiterà una seconda volta.

    Un pensiero come una promessa suggellata col sangue. Tutte le ferite che aveva subito rappresentavano un ricordo indelebile e un promemoria per continuare a inseguire quell’obiettivo così nobile che è proteggere gli altri. Era la sua vita, lo aveva promesso a sé stesso e all’ultima delle sue vittime del passato; lo aveva promesso a Filippo. Proprio per quel motivo, per quella promessa, era riuscito a tornare quello che era prima dell’incontro con Gabriel. Aveva combattuto per non morire, anche se si sarebbe volentieri sacrificato per la vita altrui, e si era arrampicato per uscire da quell’oscuro baratro in cui era sprofondata la sua anima.
    Quella era stata la sua vittoria.
    Sicuramente una sorta di premio di consolazione, ma il cavaliere del Toro era sempre propenso a guardare il lato luminoso della vita. D’altro canto non poteva fare altro. Era inutile rannicchiarsi e nascondersi nel proprio dolore quando altre milioni di vite erano sempre e costantemente in pericolo. La sua forza d’animo, il suo corpo e la sua mente lo avevano portato fin lì, in quella biblioteca, e non avrebbe mai e poi mai fallito una seconda volta.

    Adesso tocca a me.
    Non vi deluderò mai più, figlioli miei.


    Un pensiero alla sua famiglia, come a chiedere perdono per ciò che non era riuscito a fare. Il senso di colpa è difficile da eliminare, ma deve essere combattuto con la determinazione di chi vuole davvero continuare nella sua missione di vita e cancellare con le proprie azioni ciò che di terribile c’è al mondo. Voltare pagina, insomma, senza però dimenticare tutto ciò che ha reso Bart quello che è: un omone impulsivo, ma con un cuore puro e sincero.

    Speranzaaa!

    Certo che chiamare a squarciagola la speranza non è cosa da tutti. Ma Bartolomeo era fatto così, cosa ci vogliamo fare? Cercava in tutti i modi di farsi strada in quel lungo corridoio dritto, sperando di incontrare prima o poi qualche indizio che gli facesse comprendere qualcosa. La sua armatura continuava a scintillare in quel luogo non molto illuminato e produceva quel tipico suono a contatto col pavimento che intratteneva la mente del gigante. La via era particolarmente monotona, più o meno larga tre metri e delimitata da scaffali altissimi pieni di libri.

    Mamma mia quanti libri.
    Ecco cosa significa il “peso della cultura”.
    Oh oh oh.


    Si faceva le battute da solo e rideva di sé stesso, davvero incredibile. Sicuramente avanzare solitario in quella desolazione non doveva essere facile per un carattere come il suo, quindi cercava di intrattenersi come poteva. Cominciò persino a fischiettare note confuse picchiettando con le mani sulla cloth, volgendo lo sguardo un po’ ovunque per cercare di capire dove stesse andando a finire.
    Ad un tratto il corridoio cominciò a farsi nebbioso. Si esatto: nebbioso. Una leggera foschia si levò dal nulla, limitando la visuale. Nello stesso momento alcune luci si accesero alle spalle di Bart. Luci intense ed accecanti che puntavano dritte sulla schiena del Toro dorato. Sembravano proprio voler indirizzare il gigante ancora più all’interno della biblioteca, allontanandolo dal centro da cui era partito.

    Quando torno a casa butto via la televisione.
    Dannati film dell’orrore che vogliono sempre vedere i miei figlioli.


    Un uomo grande e grosso come lui che fatica a vedere film di paura? Beh, povero Bartolomeo, può capitare. Proprio in quel frangente, l’atmosfera era diventata davvero macabra. Libri ovunque, spazi stretti, nebbia e luci intense che sembravano provenire direttamente dall’aldilà.

    Coff coff…

    Un colpo di tosse per stemperare la tensione, mentre i muscoli si erano involontariamente tesi in risposta a quel repentino cambio di atmosfera. Bart lo viveva come se tutto fosse un gioco, ma manteneva la serietà di chi deve raggiungere un obiettivo ben preciso. Ad occhio esterno sarebbe potuto sembrare un eterno Peter Pan incosciente e irresponsabile, ma era solamente la faccia esterna del complesso e sfaccettato carattere dell’uomo.

    …Clang clang clang…

    In quella strana situazione, qualcosa andò ad aggiungersi all’insolito contesto. In lontananza l’orecchio attento del cavaliere percepì il rumore di grosse catene muoversi come se fossero trascinate con fatica, accompagnate dal una massa ancora più pesante.

    Ehm…
    Speranza, sei tu?


    Ancora una volta cercò di farsi sentire così da dimostrarsi subito non minaccioso e disposto ad un qualsivoglia confronto. Non voleva certo devastare quel luogo sacro con la sua solita irruenza cosmica, rischiando magari di compromettere l’intera missione. Con calma, quindi, avanzò nella nebbia chiamando il nome della Speranza, forse speranzoso – appunto – di giungere alla meta senza grosse difficoltà.

    Ciao Bart, sono qui.
    Ih ih ih.


    Bart si bloccò immediatamente, come se i suoi peggiori incubi si fossero realmente avverati. Gli occhi si sgranarono e tutti i muscoli divennero rigidi come il marmo. Una goccia di sudore gelido scese lungo la schiena, generando una sensazione di timore mai provata prima.

    F-…

    Per un momento anche la lingua divenne un blocco di pietra, tanto da rendere difficile pronunciare una sola semplice parola.

    Fratellone, sono io.
    Perché fai quella faccia?


    La bocca dell’uomo rimase aperta come bloccata in un grido soffocato. Lo stupore era tale che il suo proverbiale carattere sembrava uno sbiadito ricordo. Le lacrime presero a solcare il volto del cavaliere scendendo silenti dagli occhi ai baffi, dove si raggruppavano agli estremi della bianca mezzaluna per poi cadere al suolo.

    Filippo…

    Un nome come un altro, tanto comune quanto semplice. Poche lettere pronunciate con un nodo alla gola che quasi lo stavano soffocando.
    Ciò che si presentò di fronte a Bartolomeo fu una figura eterea fin troppo familiare. Un piccolo corpicino, un bambino minuto con una folta chioma di ricci castano chiaro. Indossava dei pantaloncini di jeans con le bretelle e una maglietta rosso sgargiante. Il sorriso era esattamente la perfetta copia in miniatura di quello di Bart e gli occhi, profondi e neri, facevano trasparire una purezza d’animo spiazzante.
    Era proprio lui, Filippo, il fratellino morto molti anni prima sotto le macerie di un palazzo.

    Filippo, ma come…?

    Sembrava tutto un sogno, eppure il piccolo era lì. La sua figura eterea si era fermata come se niente fosse di fronte al gigante, mantenendo un sorriso felice e gioioso. Bart crollò a terra in posizione seduta come se non avesse più energie e si asciugò con la mano destra le ultime lacrime.

    Fratellone, fratellone?
    Giochiamo ai supereroi?


    Filippo allungò la mano, muovendo leggermente le spalle e generando un suono metallico.
    Un momento? Possibile che l’uomo non se ne fosse ancora accorto?
    Probabilmente il Toro era troppo occupato ad accettare quell’apparizione per prestare attenzione ai particolari, anche se in realtà era tutto alquanto evidente. Il bambino era appesantito e legato da una catena enorme, che finiva con un’ancora grande almeno cinque volte il suo corpicino. Come riusciva a muoversi nonostante tutto quel peso era un mistero, anche se in realtà l’intera situazione era ben più inusuale.
    Bart non sapeva più cosa fare, come comportarsi, come rispondere. Sembrava inebetito di fronte al suo fratellino che gli allungava la mano per giocare. Avrebbe voluto chiedergli perdono, domandare il motivo di quello che stava accadendo, ma non riuscì a fare nulla. L’amore che nutriva per Filippo lo fece semplicemente sorridere e stringere la mano del fratellino.
    Tutto avvenne in un attimo.
    Tutto mutò inesorabilmente.
    La nebbia si diradò e la biblioteca sembrò sparire. Al suo posto apparvero case, palazzi e strade, riscaldate da un sole accecante in un cielo limpido e privo di nuvole. Una leggera polvere appesantiva l’aria, come se qualcosa di molto pesante fosse appena caduto al suolo. Bartolomeo era nella confusione più totale e continuava a guardare il piccolo per cercare risposte. Mosse le mani come a cercare l’equilibrio e ambientarsi in quello strano luogo; fu proprio in quel momento che vide qualcosa di ancora più strano.
    Bart era vestito da supereroe.
    Ricordate il Super Bart tanto adorato da Filippo? Ecco, il gigante lo era diventato per davvero. La cloth sembrava sparita e al suo posto era apparsa una calzamaglia verde che copriva tutto il corpo, un’enorme “B” bianca sul petto e uno svolazzante mantello rosso. I colori dell’Italia, insomma, loro paese natale. Forse non la scelta migliore per la divisa di un supereroe, ma si sa che i bambini sono molto fantasiosi.
    Erano dunque all’interno di un sogno?
    Nessuno poteva saperlo e Filippo non pareva intenzionato a distrarsi dal suo gioco principale.

    Ti ricordi di questo posto, fratellone?
    Qui è dove tu sei diventato davvero il mio eroe.


    L’uomo si guardò attorno, cercando di decifrare le parole del bambino. Bastarono pochi secondi per capire dov’erano in quel momento.
    Il polverone che imbiancava l’aria proveniva dal crollo di un intero palazzo. Le macerie avevano creato una confusione terribile e il silenzio del luogo era stato rotto da un rumore assordante. Nonostante tutto, due voci si erano levate sopra tutto e tutti: il grido di un uomo morente e le urla di un bambino innocente.
    Esattamente. Filippo aveva portato Bart in quel luogo e in quel momento. La scena era l’incubo di ogni notte del gigante, che ricordava ogni particolare alla perfezione. Tutto quel dolore lo aveva tormentato ogni istante della sua vita, facendogli rivivere la tragedia come una replica teatrale senza sosta.
    Vestito con quel costume appariscente che lo rendeva alquanto ridicolo, il cavaliere si lanciò immediatamente in soccorso del fratellino, come se tutto si ripetesse ancora una volta. Spostò pietra dopo pietra con una facilità che non ricordava. Dopo l’ultimo masso ecco apparire il piccolo Filippo, ma era tutto così diverso. Il volto era insanguinato, ma c’erano anche delle catene a straziare il suo corpo. Per di più sorrideva felice, ammirando il suo adorato Bart che era venuto a salvarlo.

    È proprio in questo momento che sei diventato il mio eroe.
    Hai abbandonato tutto ciò che eri diventato e ti sei completamente dedicato agli altri.
    Hai aiutato molte persone e hai salvato molte vite.
    Hai cambiato il mondo, Bart.
    Si si, proprio in questo momento sei diventato quello che sei ora.
    Ih ih ih.


    Sorrise felice, imitando la risata ben più potente del baffuto gigante. Infine, nonostante, il corpo gracile, spostò il resto delle macerie che gli coprivano le gambe per poi alzarsi e stringere la mano di Bartolomeo.

    Smettila di incolparti.
    Io non l’ho mai fatto.


    Lasciò la mano per gettarsi contro il fratello e avvinghiarsi alla gamba.

    Tu sei il mio supereroeee.

    Strinse, strinse ancora, mentre le catene sembrarono allentarsi un po’. Le lacrime tornarono a solcare il volto dell’uomo, mentre con una mano scompigliava i capelli di Filippo. Non riusciva a distinguere il sogno dalla realtà, ma rivivere in quel modo i momenti più cupi della sua vita doveva certo avere qualche significato. Finzione? Fantasia? Poco importava. Bart, dopo anni e anni, sentiva che finalmente quel peso opprimente si era alleggerito quel tanto che bastava per non schiacciarlo. Non avrebbe mai dimenticato ciò che era stato e quello che aveva fatto, ma le emozioni che aveva appena provato lo fecero davvero piangere di gioia.

    Oh oh oh, Filippo.
    Perché hai voluto portami qui?


    Il piccolo alzò la testa e sorrise, come se stesse già pensando ad un nuovo gioco.

    Adesso basta pensare a queste cose brutte.
    Dimentica tuuutto tuuutto!


    Era così estasiato che non diede alcuna chiara spiegazione, semplicemente si staccò dalla gamba del gigante per poi fargli un occhiolino.
    Un nuovo lampo di luce e l’ambiente cambiò nuovamente in modo istantaneo.
    Ora Super Bart si trovava in una strana città, fatta di palazzi non propriamente usuali. Una sorta di ruggito faceva tremare tutto, accompagnato da passi lenti e pesantissimi. Tutto era in bianco e nero, come se il colore non fosse ancora stato inventato. Filippo era sparito e nessuno sembrava abitare quel luogo.
    Era come trovarsi in uno di quei vecchi film giapponesi degli anni cinquanta, tanto approssimativi nella sceneggiatura quanto avvincenti.

    Grrroarrr!

    Ed ecco l’ennesimo ruggito agghiacciante.

    Cosa?

    Bartolomeo alzò gli occhi al cielo e spalancò nuovamente la bocca per lo stupore.

    No, questo non è possibile.

    Eh si, le cose ritenute impossibili ogni tanto accadono. Quel verso rabbioso proveniva da Godzilla, il famoso mostro che distrugge le città. Alto più di un grattacielo, con il corpo a scaglie e dei denti acuminati. Davvero terrificante, se non fosse che – come in ogni film di vecchia data che si rispetti – sembrava più che altro un pupazzo malriuscito. Il Toro sembrava trovarsi all’interno di uno di quei film, incarnando un supereroe tanto fuori luogo quanto utile in quel momento. L’uomo si guardò intorno, fino a notare dietro di sé un gruppo di persone in preda al panico che si era radunato all’ombra di un palazzo. Con la bocca chiedevano aiuto, anche se non producevano alcun suono.

    Wiiiii!

    Improvvisamente si udì un grido felice e spensierato, simile all’esclamazione di un pargolo che sale sulla giostra preferita al parco giochi.

    Ciao fratellone, sono qui!

    Era la voce di Filippo.

    Dai, non trovi anche tu che questo lucertolone assomigli a Gabriel?
    Ih ih ih.


    Il piccolo era appeso con la catena alla bocca del mostro, dondolandosi a destra e a sinistra come se stesse giocando con una semplice altalena.
    Come faceva a sapere di Gabriel? Possibile che conoscesse così bene la vita dell’uomo?

    Tu sei la nostra speranza, Bart.
    Continua ad esserlo.


    Ed ecco che per la prima volta fu pronunciata quella parola: speranza.

    Non farti schiacciare dal passato.
    Concentrati sul futuro e non dimenticare che la speranza è l’ingrediente fondamentale dei miracoli.
    Come le gocce di cioccolato dei biscotti di mamma, ti ricordi?
    Ih ih ih.


    Frasi così strane ma estremamente profonde, come se lo spirito del fratello fosse rimasto piccolo solo nel corpo. Parlava di speranza, ma al contempo rideva come un fanciullo spensierato. Bartolomeo lo ascoltava immobile, come se non si fosse ancora abituato a quella situazione. Si sentiva ancora spaesato e fuori luogo, rappresentando l’unica macchia di colore in quel mondo in bianco e nero.

    Certo che mi ricordo dei biscotti della mamma.
    Oh oh oh.


    Rispose d’istinto, pronunciando quella frase in modo spontaneo e genuino. Gli tornò in mente il volto della madre, bionda e bella come non mai. Si ricordò di tutte le colazioni fatte insieme con latte e biscotti. Lei ormai non c’era più, ma il suo ricordo non sarebbe mai stato cancellato.

    Grazie di tutto, Filippo.

    Avrebbe voluto dirlo, ma lo pensò solamente. Come spesso accadeva, un suo solo sorriso valeva più di mille parole. Quell’esperienza così breve ma intensa, lo aveva davvero cambiato. Un bambino si era dimostrato più saggio di un adulto attempato come lui e gli aveva fatto davvero aprire gli occhi. Anche se il passato era stato buio, Bart era profondamente diverso. Aveva dedicato la sua vita agli altri e, nel suo piccolo, aveva cercato di fare del bene dove poteva. Dopo lo scontro con Gabriel aveva inesorabilmente perso un po’ del suo proverbiale ottimismo, incolpandosi ancora una volta della morte di persone innocenti.
    Bartolomeo del Toro, diamine, sei un essere umano.
    Certo, questo lo sapeva benissimo anche lui, ma avrebbe fatto di tutto per diventare sempre più forte e proteggere davvero tutti. Sogno? Utopia? Forse, ma la speranza è l’ultima a morire.

    Arrivooo!

    Un grido che sembrava tanto una frase ad effetto tipica dei supereroi. In quel momento si sentiva fortissimo, come se la calzamaglia gli potesse fornire un potere infinito. Gonfiò i muscoli del petto e puntò il dito verso il mostro con una posa plastica ad effetto.

    Tu, Gab-…
    Ehm, volevo dire: tu, Godzilla.


    Effettivamente le somiglianze con la forma non umana del cavaliere nero e con i fatti accaduti in Grecia erano a dir poco sorprendenti. Anche se, in realtà, il Godzilla sembrava più che altro una caricatura dell’originale.

    Lascia in pace questa città e libera il mio fratellino.

    Il tono era tra il solenne e lo scherzoso, creando un’atmosfera da fumetto. Quindi, come in ogni storia fantasiosa, alle parole dovevano seguire i fatti. Il gigante caricò le gambe e spiccò quello che doveva essere un salto. Incredibilmente il salto si trasformò in un vero e proprio volo, con tanto di cambi di direzione e discesa in picchiata verso il muso del lucertolone. Un gancio destro sul naso e le fauci lasciarono la presa sulla catena che teneva imprigionato Filippo. Il piccolo, tra lo stupore generale, prese con entrambe le mani il costrutto pesantissimo, fece roteare l’ancora e diede un colpo fortissimo alla testa del Godzilla mettendolo definitivamente al tappeto. Un tonfo fece sobbalzare la terra e i palazzi, mentre le persone salvate cominciarono a gridare di gioia – sempre senza emettere suoni.
    Tornati entrambi a terra, il piccolo prese nuovamente per mano il fratello.

    Hai capito adesso?
    Non perdere mai la speranza.


    Strinse la presa ancora più forte, mentre le catene si scioglievano definitivamente liberando il corpicino.

    Te lo prometto.

    In quell’istante tutto divenne improvvisamente fumo, riportando il cavaliere d’oro alla realtà. La calzamaglia da supereroe era sparita, quei mondi fantastici si erano sgretolati alla stessa velocità con cui erano apparsi. Tutt’intorno ancora libri, sempre e solo libri.
    Erano tornati alla biblioteca.
    Non erano però in fondo al corridoio di destra, bensì erano tornati al centro. Quando tutto tornò normale, l’ultima delle luci abbaglianti che illuminavano la via si spense. Filippo fece un sorriso e un gesto di saluto con la mano.

    Ciao fratellone.
    Ti voglio bene.


    Lentamente le sue membra diventarono sempre più evanescenti, sempre più trasparenti, fino a scomparire. Bart cercò di fermarlo, trattenerlo in qualche modo, ma le sue braccia andarono a vuoto. Al posto della piccola mano del fratellino, il gigante si ritrovò l’ancora che prima lo teneva legato. Quella era l’unica cosa materiale rimasta. La guardò con tristezza e gli occhi divennero nuovamente lucidi. Si appoggiò al pesante costrutto per poi sedersi a gambe incrociate per allentare la tensione.

    Oh oh oh!

    Scoppiò a ridere mentre le lacrime ripresero a scendere copiose come non mai.
    Aveva rivisto Filippo e grazie a lui aveva nuovamente trovato la gioia di vivere.
    Non avrebbe mai più smesso di sperare: Super Bart aveva fatto una nuova promessa al suo fan numero uno.

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    Bartolomeo - Gold Saint del Toro - Energia Nera
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    Riassunto:
    10 pagine in Times New Roman 12. Direi che come one-post ci siamo ^^
    Prendete un pacchetto di fazzoletti se conoscete bene la storia e il carattere di Bart ç_ç
    Per la trama ho deciso di gestirmi io la cosa, dato che le indicazioni erano poche. Ho rispettato la traccia (speranza, ancora, corridoio, luci accecanti e ritorno al centro della biblioteca), ma ho poi dato forma personalmente al custode e agli incubi.
    In poche parole il custode della speranza è impersonato da Filippo e fa capire a Bart che la speranza è un sentimento fondamentale per poter davvero proteggere le persone. Gli incubi sono le stesse paure di Bart, rappresentate dalla morte del fratellino e dal possibile fallimento della sua missione di vita.
    Filippo lo fa definitivamente uscire da quel cupo stato d'animo in cui era finito dopo lo scontro con Gabriel. Dice a Bart di smetterla di incolparsi per la morte del fratellino, perché in quel momento l'uomo è diventato davvero un eroe altruista. Inoltre gli fa affrontare nuovamente (tramite una metafora cinematografica) il duello con Gabriel in modo tale da superarlo definitivamente anche a livello mentale.

    Condizioni:
    Commosso e felice.

    Abilità:
    -

    Tecniche:
    -

     
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    POST 06 - Il Sangue di Atena

    Narrato. -parlato- °pensato° °telepatia° "parlato di altri" "Ashtart"

    N
    arrato. Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla.



    -parlato-

    Narrato.

    °pensato°

    Narrato.

    -parlato-

    Narrato.

    °telepatia°

    Narrato.

    "parlato di altri"

    Narrato.

    "spirito della Cloth"

    Narrato.

    Personaggio: Daya di Virgo
    Allineamento morale : Neutrale Buono
    Divinità : combatte con Athena, non per lei
    Schieramento : Athena no Saints
    Casta : gold saints
    Ruolo : Arkhonontos (Gran Sacerdote)
    Armatura : Vergine
    Livello armatura : god cloth liv.VIII
    Livello cosmico : Energia Suprema
    Supersensi attivi : 8 (Arayashiki)

    Status Psico/Fisico : normale
    Area d'effetto 180m., cloth danneggiabili liv.1~7, Velocità della Luce con facilità

    Riassunto azioni: Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla Blabla.

    » Abilità Passive:
    Arayashiki »
    In sanscrito si scrive Ālaya-vijñāna. L'essere umano percepisce la realtà che lo circonda tramite i cinque organi di senso (gokon): gli occhi, le orecchie, il naso, la lingua, il corpo e ciò che nel Buddhismo viene denominato sesto senso, la mente. Collettivamente, gli organi di senso vengono chiamati Rokushiki, le sei coscienze. Il Buddhismo insegna che, nelle profondità della mente esistono degli ulteriori stadi di coscienza: la settima, Manashiki, l'ottava, Arayashiki; e la nona, Nyoraizōshiki. Quando il corpo fisico muore, le sei coscienze e la settima coscienza si estinguono, ma l'ottava e la nona coscienza continuano ad esistere, sono immortali. Il cavaliere d'oro di Virgo da sempre è il primo fra i saint a raggiungere tale traguardo, risvegliando l'ottava coscienza che lo avvicina alla piena illuminazione portata dalla nona. E' il cosmo più profondo che permette di superare l'ostacolo della Morte e di poter raggiungere, fra l'altro, il regno dei defunti da vivi. ¬
    "Qualunque cosa che vive nel mondo è effimera…tutto è mutevole, nulla è costante. E' la legge dell'impermanenza…"
    Atman »
    Parola sanscrita che significa 'spirito' o 'pura coscienza'. L'approfondito studio delle dottrine buddhiste e induiste permettono al santo della Vergine di avere una vasta conoscenza dello spirito, rendendogli così semplice interagire con esso. Grazie a ciò egli può percepire lo spirito delle creature viventi e può tentare di danneggiarlo o sollecitarlo. Percependo inoltre la vera entità di tutti i fenomeni e scoprendo la tendenza illusoria dei cinque sensi il saint ha ottenuto la capacità di spegnere (temporaneamente o meno) tali sensi nell'avversario. Essi sono: Udito Vista Gusto Olfatto Tatto (il Sesto Senso, la Mente, sarà colpibile solo a Energia Nera). A guisa di tecnica, il suo cosmo può guidare i sensi del nemico verso l'oblio, riducendolo ad una larva qualora riesca a spegnervi tutte e cinque le percezioni più la mente stessa (sempre con le opportune limitazioni di energia); tale capacità è veicolata dal personaggio unicamente tramite lo Spirito e non tramite contatto fisico o cosmo. ¬
    Nota1 tale potere agisce direttamente sullo spirito delle creature colpite in modo totalmente etereo.
    Nota2 la perdita dei cinque sensi temporanea nei normali scontri, può essere permanente durante lo svolgimento di Quest solo con l'approvazione del Game/Quest Master qualora lo ritenga giusto.

    "Di colui i cui sensi sono ridotti in quiete, come cavalli ben domati dal cocchiere, di costui privo di orgoglio e di passioni, di costui hanno invidia gli stessi Dei"
    Satori »
    Correlata all'abilità Maya, essa rappresenta l'altra faccia della medaglia del potere del saint sulle Illusioni. Tramite l'esperienza mistica dell'illuminazione egli infatti può tentare di resistere alle altrui malie forte della propria conoscenza del Vero, riuscendo in taluni casi a intravedere la realtà che si cela dietro di esse; maggiore il divario fra il cavaliere e la forza creatrice di tali illusioni e maggiore sarà la difficoltà con cui percepire la realtà nascosta dalle menzogne. In caso di attacchi con componente illusoria egli dovrà comunque tentare di difendersi da essi poichè "vedere la verità a volte non basta per uscirne anche vittoriosi". ¬
    "attraverso l'esperienza dell'illuminazione si apre l'occhio della Mente sulla Vera Natura dei fenomeni"

    » Abilità Attive:

    » Repertorio Tecniche:

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    IL SANGUE DI ATENA
    Esmeralda ~ Post 6


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    Esmeralda si incamminò verso il luogo dove avrebbe affrontato la sua prova, passando sotto un arco di pietra sul quale era impressa l'effige di un cuore – come le aveva detto lo spirito. Non sembrava avere dubbi sul suo destino, no di certo. Ma sentiva il sangue dentro di se ribollire, un brivido freddo attraversava la sua schiena e sudava freddo. Tutte quelle sensazioni, tutte insieme erano un brutto segnale anche per una donna avvezza al combattimento come era lei.

    «L'amore» disse ad alta voce.
    Quel sentimento che lei, tanti anni fa aveva soppresso. Era ancora vivido nella sua mente il ricordo di quell'uomo che più di ogni altro era riuscita a ferirla profondamente. Un rottura nel suo animo che non poteva essere ricomposta in nessun modo. La ferita che Arterion le aveva procurato era cosi profonda da non essere curata da niente e da nessuno. Ma i suoi pensieri presero vita, cominciando a riportarle alla memoria quei momenti tristi che avrebbe voluto rimuovere per sempre dalla sua mente.

    Arterion era li, in piedi di fronte a lei e la guardava, i suoi occhi lacrimavano. Esmerada ebbe un sussulto ed istintivamente si stava lanciando per uccidere – una seconda volta – il suo amato. Una rabbia mai vista prima d'ora s'accese in lei, l'ira annebbiava ogni parte del suo essere impedendole di ragionare. Ma qualcosa la trattenne, o meglio qualcuno. Lelouch da una parte ed Eleuteria dall'altra. I genitori la teneva stretta, come se volessero impedirle di ripetere quell'atto.

    «Lasciatemi andare» gridò in lacrime.
    «Io lo devo uccidere, lo devo ammazzare!» Sembrava quasi impazzita, mentre il ragazzo rimaneva fermo davanti a lei. Quando Lelouch prese la parola. «Perché lo devi uccidere Esmeralda? Per quale motivo?»

    Attimi di silenzio.
    Il respiro affannoso di Esmeralda echeggiava in tutto il tempio e nemmeno il vento osava disturbare la ragazza con i suoi fantasmi. Ormai era troppo presa da quella visione per rendersi conto che solo di questo si trattava, quegli eventi la colpivano troppo profondamente per poterli ignorare. Eleuteria la prese e stringendola a se le carezzò la testa, passando le sue mani nei rossi capelli della ragazza. Eppure, nonostante il conforto dei genitori ella non riusciva a distogliere lo sguardo da Arterion, da quell'uomo che l'aveva tradita.

    «Devi essere in grado di guardare oltre figlia mia» disse la madre.
    «Oltre? Cosa c'è da vedere? Ho amato quell'uomo, l'ho salvato e accolto nella roccaforte dello scorpione e lui? Sai cosa ha fatto mamma? Ha ucciso tutti, raso al suolo quella roccaforte per asservire il suo signore»

    «Ne sei convinta Esme?» rispose il padre.
    Il volto della ragazza era confuso, incapace di comprendere a fondo quello che i due fantasmi stavano cercando di spiegare alla ragazza. Non riusciva a comprendere e capire. Arterion aveva passato tre anni all'interno di quella fortezza aiutando e collaborando insieme a tutti gli altri per far si che quei pochi uomini liberi non perdessero le speranze. Eppure l'eccidio di Arterion era l'unica cosa che ricordava, dimenticandosi l'amore che quell'uomo le aveva dimostrato ma soprattutto ciò che ella aveva ottenuto uccidendo l'unico uomo che ella avesse veramente amato. Arterion si avvicinò ad Esmeralda.

    «Tutto quello che io ho fatto, che tu ci creda o meno, era dettato unicamente dall'amore profondo e indescrivibile che provo per te e che continuo a provare nonostante tutto. Avevo compreso una cosa: il nostro mondo e questo mondo avevano bisogno di te, la figlia della Distruzione ma eri incompleta.»

    Lelouch ed Eleuteria sospirarono sentendo quelle parole.

    «Parli di Stormbringer?»
    «Solo chi ama davvero, solo chi ha sofferto davvero per amore ed è pronta a sacrificare tutto ciò che ha in nome dell'amore può impugnare quella spada. Io ho sacrificato tutto per amore, sono arrivato al punto di farmi odiare da te e tu hai fatto altrettanto. Lo so, non avrei mai dovuto decidere per conto tuo ne mi si può perdonare il fatto di aver ucciso tutti quegli uomini solo per amore ma non me ne pento Esmeralda»

    La ragazza cadde in ginocchio.
    Lacrme senza fine rigavano le gote della ragazza che non riusciva a capacitarsi di quanto le era stato rilevato ma la cosa che la sconvolgeva ancor di più era che tutto ciò corrispondeva al vero. Il corpo di Arterion senza vita, la spada conficcata nel suo cuore e le ultime lacrime della ragazza che sofferente estraeva la spada per poi percorrere la sua strada. Quella spada che solo una donna che ha sofferto veramente per amore poteva impugnare.

    «Proprio come quando mi hai mandato in questo mondo, vero Padre»

    Lelouch non disse nulla, sorrise solo a quell'affermazione di Esmeralda e ciò bastava. Doveva vedere al di la di tutto ciò? No, voleva per una dannata volta decidere per conto suo, fare le sue scelte sena che gli venissero imposte da chi l'amava. Voleva dimostrare anche lei di saper amare come gli altri la amavano. Si alzò in piedi cercando di asciugarsi le lacrime che – senza sosta – rigavano le sue candide gote e prendendo le mani di tutti e tre.

    «L'amore è un sentimento reciproco, un sentimento che può renderti la persona più felice di questo mondo ma anche la più triste, un sentimento in grado di smuovere montagne ma può anche portare gli uomini ad uccidere e trasformarsi in mostri. Però voglio decidere io, voglio decidere ricordando quello che voi avete fatto per me.»

    Una strana luce avvolse Esmeralda e i fantasmi facendoli svanire, mostrando finalmente la realtà. Una spilla a forma di cuore nei capelli ed un lungo corridoio che avrebbe portato la ragazza alla stanza della comunione. Era l'ultima ad essere arrivata in quel luogo, Daya e Bart già la attendevano e ancora lacrimante si tose la spilla per andarla a posizionare sul pavimento ove vi era il suo negativo. Cosa sarebbe accaduto ora? Solo il tempo poteva dirlo ma una cosa era certa: sarebbero tornati da quella missione molto più forti e determinati di prima.

    Silver Saint del Triangolo (IV), Energia Rossa



    Molto bene Drake, mi è piaciuta la tua 'interpretazione' e diciamo che ho cercato di fare una cosa simile. Ora siamo tutti e tre nella sala della comunione, dove c'è questo albero. Per terra vi è una sorta di triangolo, ai cui vertici ci siamo noi. Ai vertici ci sono anche i bassorilievi dove è possibile inserire i nostri relativi sigilli. Consideriamo pure che voi lo abbiate già fatto ma diciamo che appena Esmeralda inserisce il suo succede un po' di casino. Una sfera di energia avvolge completamente l'albero e tutto l'area circostante viene bombardata da esplosioni cosmiche di grande intensità, insomma se non riusciamo a fermare sta cosa siamo tutti nella merda, ovviamente non è più possibile togliere i sigilli.

    Che fare?

    :tronfio:


     
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    Atto VIII
    Il Sangue di Atena


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    Narrato - Parlato - Pensato

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    Sono troppo vecchio per queste cose.
    Oh oh oh.


    Un pensiero che riassumeva tutto quello che era accaduto in modo così frenetico negli ultimi giorni, condito da una risata “mentale” tipica dell’incontenibile gioia di vivere di Bart.
    Pensiamoci un attimo. Nel giro di qualche mese era passato dall’essere un umile pizzaiolo ad essere un cavaliere d’oro di Atena. Dalle stalle alle stelle, era proprio il caso di dire, invertendo un detto famoso per la sua cruda realtà. Dal nulla, dalla polvere da cui tutti gli esseri umani provengono, aveva combattuto per una vita migliore; contro tutto e tutti. Aveva ribaltato le sorti di un’esistenza piena di morte e dolore, aveva abbandonato il guadagno facile per sopravvivere come un cane randagio ai margini della società. Era diventato padre adottivo di una quantità incredibile di bambini, rivolgendo tutto il suo amore verso gli altri. Aveva persino conosciuto una donna fantastica, Elena, che nonostante tutto lo sopportava come solo il migliore degli amici può fare (amici? Ancora amici? Si, prima o poi la smetteranno di definirsi così e forse gli ultimi avvenimenti faranno cambiar loro idea).
    Nel ristorante italiano con le pizze più buone del mondo – che modestia – aveva conosciuto il caro amico Stephane, ormai perso nel tempo per un incredibile senso del dovere. Qualche mese di tempo e le innate potenzialità di Bartolomeo lo fecero diventare uno dei più forti cavalieri del Grande Tempio, fino a ricoprire il ruolo del Basileis. Grazie a tutto ciò riuscì perfino a donare ai suoi figlioli la vita che avevano sempre desiderato: semplicemente una vita normale. Oltre ai suoi doveri da padre si era sempre gettato a testa bassa anche per proteggere le persone indifese, inseguendo quella promessa fatta a Filippo.

    Filippo…

    Una sola parola ed un solo pensiero. Ecco che ritorna il nome del fratellino, quel simpatico bambino che era appena apparso al suo caro Super Eroe per donargli una seconda rinascita. Dopo l’investitura da cavaliere, comprendere a pieno il vero senso della speranza gli aveva cambiato nuovamente la vita. Guardarsi indietro e pensare agli ultimi avvenimenti avrebbe fatto venire mal di testa a chiunque, ma chi altro può dire di aver vissuto una vita così piena?
    Probabilmente nessuno e chi se ne frega dell’età anagrafica. Il gigante dal cuore d’oro aveva passato i suoi quasi sessant’anni a fare davvero qualcosa di significativo, specialmente per gli altri. Una missione di vita che rende l’esistenza una vera gioia e ti fa svegliare ogni giorno con una voglia incredibile di non mollare mai nonostante tutto.
    Inoltre era ancor più rinvigorito da quello strano incontro “evanescente” con il suo adorato fratellino, da sempre il fantasma della sua coscienza – nel bene e nel male.

    Bart era ancora visibilmente commosso quando vide arrivare i suoi compagni d’avventura. Alzò gli occhi e in quel momento notò qualcosa a cui non aveva ancora fatto caso (si, a volte è abbastanza distratto): un albero. Questo si ergeva al centro della sala, come un abitante immobile e silenzioso.
    Due lampi di luce accompagnarono Daya ed Esmeralda al centro di quella strana biblioteca. Il cavaliere del Toro si asciugò in fretta le lacrime e fece leva sull’ancora per rimettersi in piedi.

    Ohi ohi ohi…ehm, coff coff.

    Non voleva mostrarsi così sentimentale di fronte ai due ragazzi, specialmente con la giovane appena conosciuta. Dunque, oltre a trattenere l’evidente emozione, mascherò il dolore nel rialzarsi con un noncurante colpo di tosse. Purtroppo non si era ancora rimesso del tutto e le conseguenze del suo scontro con Gabriel si fecero sentire quando l’adrenalina del precedente incontro con Filippo venne meno.

    Ciao ragazzi, missione compiuta.

    Con la mano destra alzò la pesante ancora come a mostrare un pesce enorme appena pescato a mani nude. Era fiero per quello che aveva fatto, riuscendo ad aiutare i ben più giovani compagni nonostante le sue condizioni. Sfoggiò un sorriso enorme e sincero, cercando di trasmettere tutta la sua positività in quel momento delicato.
    Vide i due sistemare gli altri artefatti in alcune concavità del terreno, esattamente della forma di ciascun oggetto. Fece immediatamente lo stesso, cercando di non essere da meno.

    Com’è anda-…

    Stava per porre la domanda più semplice e ovvia in quel momento, quando qualcosa accadde inesorabile.

    Non sono stato io, vero?

    Non ci capiva più nulla, troppe cose strane e incomprensibili in così poco tempo. Nel momento stesso in cui tutti e tre gli artefatti furono posizionati, la stanza divenne letteralmente un inferno. Al primo scoppio, la testa di Bart si abbassò come fosse un riflesso involontario, preso alla sprovvista da un qualcosa di inspiegabile.
    L’albero al centro della stanza era anche il centro di quella follia.

    Può un albero avere così tanto potere da generare una difesa per sé stesso e attaccare chi lo minaccia?

    No, certo che no. Eppure in quell’istante stava accadendo proprio quello. D’altro canto in una stessa giornata aveva parlato con due fantasmi; non c’era da meravigliarsi di fronte ad un arbusto forte come un cavaliere d'oro.
    Improvvisamente una sfera avvolse completamente la pianta e, nello stesso momento, la stessa energia prese ad attaccare gli “invasori”.
    Cosa fare?
    La potenza dell’attacco era notevole e gettarsi a capofitto contro il potenziale nemico forse non sarebbe stata la cosa migliore. Si, anche Bart era in grado di ragionare e imparare dall’esperienza. Quante volte aveva sbattuto il muso contro qualcosa di più forte e pericoloso di lui, non ultimo lo stesso Gabriel. Va bene seguire il cuore e l’istinto, ma quando ci sono accanto a te persone da proteggere non si può pensare solamente a sé stessi.

    Esmeralda!

    Un grido verso la ragazza che tra i tutti era palesemente quella più in pericolo. Senza pensarci due volte, Bartolomeo corse verso la giovane per aiutarla a difendersi.

    Daya, ce la fai da solo?
    Scusami amico, ma devo aiutare la ragazza.


    Poche parole per intendersi con la Vergine d’orata. Era certo che avrebbe compreso immediatamente la situazione e l’enorme potere del Gran Sacerdote sarebbe bastato per difendere la sua persona. Chi era davvero in pericolo era Esmeralda. Bart scattò non appena l’inferno prese vita, raggiungendo una velocità appena inferiore a quella della luce (non era ancora al pieno delle forze). Nel tragitto, però, un’esplosione lo colse alla sprovvista deflagrando a poca distanza dal volto.

    Aaargh!

    L’elmo dell’armatura volò in aria come se fosse una foglia al vento, mentre l’orecchio sinistro cominciò a fischiare all’impazzata. Era come se una bomba gli fosse scoppiata accanto. La testa scattò di lato dal contraccolpo e persino la corsa venne deviata.

    Non posso mollare adesso.

    Strinse i denti per riprendere la traiettoria verso Esmeralda e la raggiunse con il sangue che gli sgorgava dall’orecchio. Era ferito, ancora una volta, ci sentiva poco ma non poteva assolutamente demordere. Le esplosioni erano troppo potenti per poter essere fronteggiate senza rischi.

    Sono qui figliola.
    Stai dietro di me e aiuta con il tuo cosmo la mia difesa.


    Si avvicinò alla ragazza, allargò le enormi braccia e creò una cupola di energia dorata per avvolgere entrambi. Parlò a voce alta perché faticava persino a sentire le sue stesse parole; il colpo subito lo aveva alienato dalla realtà, facendogli percepire l’ambiente con suoni cupi e ovattati.
    Una, due, tre. Le deflagrazioni si susseguivano imperterrite e la difesa non sarebbe durata ancora a lungo; stava già dando segni di cedimento.

    Cosa avrebbero dovuto fare? Combattere contro…un albero?

    Per sopravvivere si fa di tutto, ma quello era davvero troppo.

    E se…

    Un pensiero fugace a preludio di un’idea folle.

    E se l’albero fosse posseduto da qualche spirito?

    Certo, ecco la possibile spiegazione; quel luogo sembrava essere l’abitazione ideale di fantasmi ed esseri privi di corpo. Magari uno di questi dimorava nell’albero e considerava quella stanza dimenticata dal tempo come la sua casa. I tre cavalieri, chiaramente, non erano ospiti né graditi né attesi.

    Albero, mi senti?
    Mi chiamo Bart.
    Non vogliamo farti del male.
    Siamo qui solo per cercare una cosa molto importante.
    C’è in ballo in destino del mondo intero.


    Un sospiro prima delle ultime parole.

    Ascoltaci per favore!
    Non vogliamo farti del male.


    Era forse impazzito? Stava parlando con una pianta come se niente fosse, cercando di far ragionare un arbusto. Bart era strano, lo sappiamo bene, ma era così genuino da spiazzare chiunque. Era come se percepisse una presenza viva in quel luogo e capiva benissimo di essere un intruso in quella pace silenziosa. Si difese dunque, proteggendo chi ne aveva più bisogno, indirizzando il cosmo alla difesa piuttosto che all’attacco. Inusuale per lui, ma aveva imparato a sue spese che è meglio ascoltare la testa ogni tanto. L’impulsività del cuore è ammirevole, ma è sempre bene non eccedere.

    Forza, dannazione.
    Ascoltaci.


    Un ultimo pensiero affaticato dalle continue esplosioni.
    Le sue parole erano sincere nonostante tutto. Non riusciva a spiegarsi il perché, ma nel suo cuore sentiva che quell’albero era tremendamente impaurito. Forse stava solamente difendendo la sua casa.

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    Bartolomeo - Gold Saint del Toro - Energia Nera
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    Riassunto:
    Bene, non sto a dirvi che agisco "alla Bart" ^^
    Anche in questo caso colgo l'occasione della traccia minima per costruirmi come si deve un po' di libertà di narrazione (sempre rimanendo estremamente in tema). In pratica quando il casotto comincia, Bart capisce che il potere in gioco è enorme. Conscio del fatto che Daya è in grado di difendersi da solo (è il più forte dei tre e ha la difesa di Virgo), si scusa e va da Esmeralda. Nel tragitto si becca una bella esplosione che quasi lo rende sordo, ma alla fine raggiunge la ragazza. Erige così una difesa a cupola che avvolge tutti e due, chiedendo alla giovane di aiutarlo nell'impresa.
    Poi, cosa fare? Ho usato l'espediente dell'enorme sensibilità e bontà d'animo di Bart. Il Toro crede (e sottolineo crede, eh, nulla di auto-conclusivo) che l'albero sia in buona fede: vuole solo difendersi dagli intrusi. Quindi Bartolomeo si mette a parlare con la pianta. Si, avete capito bene, lo fa davvero. Dice che loro non sono lì per far del male a nessuno ma per una cosa importante e cerca di farsi ascoltare come può.
    La reazione, non come al solito a testa bassa, è dettata ovviamente dagli ultimi avvenimenti. Dopo l'incontro con Gab e Filippo, Bart ha capito che per riuscire a proteggere le persone ogni tanto bisogna ragionare. Ed è proprio quello che sta facendo, rispettando quel luogo così sacro e importante.

    Condizioni:
    Ferita all'orecchio sinistro che gli limita l'udito.

    Abilità:
    -

    Tecniche:
    Great Wall:
    Cosa c'è di meglio per schernire l'avversario se non incassare tutti i suoi colpi senza erigere alcuna difesa?
    Solitamente Bartolomeo predilige sfruttare la sua inesauribile resistenza fisica per logorare e scoraggiare i nemici intenti a combatterlo. In situazioni estreme, però, è sempre meglio avere un piano di riserva. Tale piano è proprio il Great Wall, un muro eretto dal cosmo abnorme del Cavaliere del Toro che si disporrà a difesa del suo creatore. La grandezza, lo spessore e la forma potranno variare (sempre nei limiti imposti dall'energia), potendo creare anche sfere, cupole o altri stratagemmi di difesa.

     
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    POST 07 - Il Sangue di Atena

    Narrato. -parlato- °pensato° °telepatia° "parlato di altri" "Ashtart"

    I
    l bombardamento li colse impreparati ma Daya non era tipo da stare con le mani in mano. Per prima cosa espanse il proprio cosmo, lo espanse oltre i limiti e in esso vi riversò parte della Dunamis appena scoperta. Al momento la cosa importante era proteggere i propri compagni, era quello il motivo per cui li aveva accompagnati dopotutto no?



    -KAAAAAAAAAAAAAAAAAN!!!!!!-

    gif



    La barriera si eresse impenetrabile, di livello quasi divino. Un istante dopo il cavaliere decise la successiva azione, ma si fermò di colpo.

    °no, non devo... pensa allo spirito liberato. Pensa alle parole ricevute°

    Si voltò sorridente verso Esmeralda e Bartolomeo, mantenendo attiva la protezione.

    -prosegui Bart, coraggio. Voglio affidarmi totalmente agli amici oggi. Io proteggerò i miei compagni anche con la vita ma sarà un mio compagno a risultare vincitore in questa situazione... coraggio!-

    Non sapeva se l'idea di Bartoloemo potesse essere esatta, di certo lui avrebbe potuto fare molto di più per risolvere la situazione. Ma non lo fece. Volle affidarsi totalmente a quella cosa chiamata fiducia, parente stretta dell'amicizia. Sentiva che quella sarebbe stata una dura prova per il toro dorato quel giorno, prova che necessitava per poter rafforzare il proprio potere e la propria determinazione... la lotta contro Gabriel aveva lasciato una ferita profonda e oscura in Bart, anche se ne mascherava gli effetti. Ora Daya doveva essere veramente un buon Dottore e permettere che il malato trovasse da solo la propria medicina.

    Personaggio: Daya di Virgo
    Allineamento morale : Neutrale Buono
    Divinità : combatte con Athena, non per lei
    Schieramento : Athena no Saints
    Casta : gold saints
    Ruolo : Arkhonontos (Gran Sacerdote)
    Armatura : Vergine
    Livello armatura : god cloth liv.VIII
    Livello cosmico : Energia Suprema
    Supersensi attivi : 8 (Arayashiki)

    Status Psico/Fisico : normale
    Area d'effetto 180m., cloth danneggiabili liv.1~7, Velocità della Luce con facilità

    Riassunto azioni: ok uso KAAN versione ABSOLUTE per coprire tutti e tre dalle esplosioni ma lascio che sia Bart a risolvere la cosa, dopotutto il test è suo =DDD

    » Abilità Passive:
    Arayashiki »
    In sanscrito si scrive Ālaya-vijñāna. L'essere umano percepisce la realtà che lo circonda tramite i cinque organi di senso (gokon): gli occhi, le orecchie, il naso, la lingua, il corpo e ciò che nel Buddhismo viene denominato sesto senso, la mente. Collettivamente, gli organi di senso vengono chiamati Rokushiki, le sei coscienze. Il Buddhismo insegna che, nelle profondità della mente esistono degli ulteriori stadi di coscienza: la settima, Manashiki, l'ottava, Arayashiki; e la nona, Nyoraizōshiki. Quando il corpo fisico muore, le sei coscienze e la settima coscienza si estinguono, ma l'ottava e la nona coscienza continuano ad esistere, sono immortali. Il cavaliere d'oro di Virgo da sempre è il primo fra i saint a raggiungere tale traguardo, risvegliando l'ottava coscienza che lo avvicina alla piena illuminazione portata dalla nona. E' il cosmo più profondo che permette di superare l'ostacolo della Morte e di poter raggiungere, fra l'altro, il regno dei defunti da vivi. ¬
    "Qualunque cosa che vive nel mondo è effimera…tutto è mutevole, nulla è costante. E' la legge dell'impermanenza…"
    Atman »
    Parola sanscrita che significa 'spirito' o 'pura coscienza'. L'approfondito studio delle dottrine buddhiste e induiste permettono al santo della Vergine di avere una vasta conoscenza dello spirito, rendendogli così semplice interagire con esso. Grazie a ciò egli può percepire lo spirito delle creature viventi e può tentare di danneggiarlo o sollecitarlo. Percependo inoltre la vera entità di tutti i fenomeni e scoprendo la tendenza illusoria dei cinque sensi il saint ha ottenuto la capacità di spegnere (temporaneamente o meno) tali sensi nell'avversario. Essi sono: Udito Vista Gusto Olfatto Tatto (il Sesto Senso, la Mente, sarà colpibile solo a Energia Nera). A guisa di tecnica, il suo cosmo può guidare i sensi del nemico verso l'oblio, riducendolo ad una larva qualora riesca a spegnervi tutte e cinque le percezioni più la mente stessa (sempre con le opportune limitazioni di energia); tale capacità è veicolata dal personaggio unicamente tramite lo Spirito e non tramite contatto fisico o cosmo. ¬
    Nota1 tale potere agisce direttamente sullo spirito delle creature colpite in modo totalmente etereo.
    Nota2 la perdita dei cinque sensi temporanea nei normali scontri, può essere permanente durante lo svolgimento di Quest solo con l'approvazione del Game/Quest Master qualora lo ritenga giusto.

    "Di colui i cui sensi sono ridotti in quiete, come cavalli ben domati dal cocchiere, di costui privo di orgoglio e di passioni, di costui hanno invidia gli stessi Dei"
    Satori »
    Correlata all'abilità Maya, essa rappresenta l'altra faccia della medaglia del potere del saint sulle Illusioni. Tramite l'esperienza mistica dell'illuminazione egli infatti può tentare di resistere alle altrui malie forte della propria conoscenza del Vero, riuscendo in taluni casi a intravedere la realtà che si cela dietro di esse; maggiore il divario fra il cavaliere e la forza creatrice di tali illusioni e maggiore sarà la difficoltà con cui percepire la realtà nascosta dalle menzogne. In caso di attacchi con componente illusoria egli dovrà comunque tentare di difendersi da essi poichè "vedere la verità a volte non basta per uscirne anche vittoriosi". ¬
    "attraverso l'esperienza dell'illuminazione si apre l'occhio della Mente sulla Vera Natura dei fenomeni"

    » Abilità Attive:

    » Repertorio Tecniche:
    » Kaan Negazione del Male
    » difesa personale/ad area, tutte le componenti
    » tecnica difensiva(bouncer) completa

    Tecnica difensiva storicamente impenetrabile (come si evince dalle gesta tramandate dei predecessori di Daya) è effettuata dal saint forgiando il proprio cosmo a guisa di sfera, con centro lui stesso. Tale difesa incarna la forza del Fudō Myō-ō, utilizzando le fiamme del leggendario Garuda per epurare ogni male: all'interno di essa, in cui può stare in piedi oppure seduto nella classica posizione del Loto, egli ottiene una difesa completa e totale, avendo una valida protezione fisica, energetica, spirituale e mentale. Sfruttando il proprio potere psico cinetico il saint può anche tentare di ritorcere contro il nemico il suo stesso attacco, aumentandone l'effetto con l'aggiunta del proprio cosmo. Ovviamente, nonostante tutto questo, è ben lungi dall'essere infallibile; la sua reale efficacia infatti dipende dall'effettivo divario energetico fra il saint ed il suo nemico; durante l'esecuzione di tale tecnica egli non può muoversi da dove si trova.
    Nota può arrivare ad avere un raggio massimo circa due metri, potendo così includere anche un'altra persona. Se l'energia dell'avversario è inferiore a quella di Daya la tecnica potrà respingere il suo attacco bruciando però la possibilità del cavaliere di sfruttare una propria tecnica offensiva nel medesimo post (vale come difesa + contrattacco); se il cosmo in gioco è pari la tecnica devierà semplicemente senza riflettere mentre qualora dovesse difendersi da un avversario più potente varrà come semplice e normale difesa.
    Absolute Tecnique la tecnica che ha questo epiteto è da considerarsi la maggior espressione del potere del cavaliere in questione. Egli concentra in essa tutta la sua forza, l'esperienza nelle mille battaglie combattute permettendogli di raggiungere un livello che va oltre quelle che sarebbero le sue reali capacità. In poche parole un'absolute tecnique conferisce alla tecnica designata un aumento di energia di un livello [prossima ad Energia Divina non la raggiunge realmente], solo in potenza in quanto l'estensione rimarrà quella dell'energia in possesso del cavaliere. Importante: tale potenziamento è monouso in duello; nelle quest o attività GdR l'utilizzo di questo Bonus varierà in base al contesto, le location e altro.


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    IL SANGUE DI ATENA
    Esmeralda ~ Post 7


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    Lo sguardo di Esmeralda era perso nel vuoto, fissava l'albero.
    Era esattamente come gli aveva detto suo nonno, ricordava chiaramente le sue parole. Quel labirinto, quella biblioteca era un luogo inaccessibile e mai nessuno avrebbe dovuto recuperare il sangue di Atena. Ma un uomo come lui sapeva bene che la determinazione di quei tre avrebbe superato anche questo. Eppure era richiesta una vita, un'anima, un cosmo.

    Non troverai un semplice albero.
    Quella è un'entità vivente alimentata da un cuore di Orialco.
    E solo un tributo di sangue permetterà a Bart di recuperare il sangue.



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    Le parole di Gaz erano state chiare: un tributo di sangue.
    Quella parte non era stata comunicata ai due, altrimenti – testardi come sono – avrebbero cercato di fermarla in qualche modo ma ormai Esmeralda aveva già preso la sua decisione. Se l'albero voleva del sangue allora del sangue avrebbe avuto. Guardò un'ultima volta i due che tanto si stavano prodigando per proteggerla e per proteggersi a vicenda. Ogni cavaliere metteva la propria vita nelle mani dell'altro fidandosi ciecamente senza alcuna remora. Affidarsi in questo modo assoluto era la cosa più bella che aveva visto, un sentimento puro e sincero che andava alimentato.

    «Mi spiace ma tocca a me farlo»

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    Si alzò in piedi ed incurante delle parole dei suoi compagni e del pericolo che stava correndo, si avvicinò a quell'albero. In quel momento nessuno dei due sarebbe stato in grado di fermarla anche perché quell'entità sembrava desiderare la ragazza. Le esplosioni non la colpivano ma anzi rendevano impossibile un intervento dei due Gold Saint. Poggiò la mano destra sull'origine e la fine della loro missione e lentamente il suo corpo veniva attratto da quel costrutto. Guardava i due sorridendo.

    «Grazie di tutto»

    Solo quello disse prima di svanire.
    Stava diventando parte stessa dell'albero della comunione ma ella non ne aveva coscienza. Il suo corpo fluttuava all'interno di quell'entità mentre la sua anima vagava al di la dello spazio e del tempo, rapita da visioni che mostravano un mondo diverso da quello che lei conosceva. Era sospesa nel cielo, osservava dei cavalieri, tutti sofferenti davanti ad una lapide. Disperazione e dolore nei loro occhi e comprese che la lapide era proprio la sua. Quella gente era la sua gente, poteva vedere Bart, Daya, il complessato Neysos ed i genitori, vi era perfino l'Esmeralda di quel tempo. Li osservava e sorrideva, sapendo di aver fatto la cosa giusta.

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    Silver Saint del Triangolo (IV), Energia Rossa



    Molto bene, diciamo che siamo arrivati in fondo no?
    Allora, la cosa è semplice: Esmeralda si fa assorbire dall'entità che nel momento stesso in cui si prende la ragazza cessa di attaccare e innanzi a voi compare - come dal nulla - un cofanetto all'interno del quale è custodito il sangue. Ora dividiamoci i compiti.

    Drake, te dovrai recuperare il sangue che ora è a portata di mano, mentre tu Alduzzo vedi di riportare indietro Esmeralda :P

    :tronfio:


     
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    Atto IX
    Il Sangue di Atena


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    Narrato - Parlato - Pensato

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    Accadde tutto in un attimo.

    È proprio vero che una vita può spegnersi in un batter di ciglia, lasciando che la morte prenda inesorabilmente il sopravvento. L’essere umano è fragile ed è proprio questa fragilità la natura della sua mortalità. Il Dio, invece, è immortale perché niente e nessuno può scalfire la sua esistenza, se non qualcuno con le stesse caratteristiche. Gli Dei difficilmente soffrono durante la loro eternità e difficilmente provano sentimenti di vero dolore. Quel dolore che viene dal profondo, che scava nelle tue carni fino a raggiungere l’anima. Quella sofferenza che può uccidere, ma che al tempo stesso rende l’uomo qualcosa di davvero speciale.
    Provare qualcosa, sentirsi davvero vivi.
    È proprio questo che distingue l’umano dal divino, che traccia quella netta linea di demarcazione tra il fragile e l’eterno. Nonostante tutto, però, c’è qualcosa che può permettere all’uomo di avvicinarsi agli Dei e di compiere miracoli: la vita.
    Si, esatto, la vita.
    Solo un essere umano, nell’arco di quei pochi anni, può davvero dire di aver vissuto. L’eternità è un concetto sicuramente affascinante, cercato e sognato da molti, ma fa completamente perdere il reale senso dell’esistenza.
    Bart combatteva per proteggere le persone amate, Daya per affrontare i suoi demoni e fare da portavoce ad Atena, mentre Esmeralda…

    Cos’hai detto?

    Il cavaliere del Toro non aveva ancora riacquistato pienamente l’udito dopo quella tremenda esplosione che lo aveva investito. Vide le labbra della ragazza muoversi subito dopo esser stati protetti dalla difesa della Vergine.
    Il Gran Sacerdote si era prodigato in una delle sue tecniche più potenti, conosciuta al Grande Tempio come una tecnica di potere assoluto. Ce l’avevano fatta, erano riusciti a resistere a quel bombardamento ingiustificato da parte dell’albero della biblioteca. Nonostante tutto avevano ancora una volta affrontato gli eventi in modo esemplare, come una vera squadra che si comprende con un solo sguardo. La potenza dell’attacco era dunque stata smorzata dalla prima difesa di Bart sostenuta poi da quella dell’amico, ma la pioggia di morte non accennava a diminuire.

    Figliola, ma cosa…?

    Allungò un braccio per fermarla, ma un’ennesima esplosione fece balzare indietro l’arto del Toro come se fosse leggero come una piuma.

    Fermati!

    Cosa diavolo stava facendo Esmeralda?
    La giovane voleva forse affrontare l’albero a viso aperto, dato che le parole del gigante non erano state ascoltate?
    Bartolomeo cercò nuovamente di avanzare, ma la ragazza era già uscita dal perimetro della difesa di Daya. Senza pensarci due volte, il Toro riprese a fare quello che sapeva fare meglio: abbassare la testa e avanzare. Nessun timore mentre, incurante del tremendo pericolo, varcò anch’egli il limite del potere della Vergine cercando di raggiungere la folle Esmeralda.
    Una sfera di cosmo lo aveva già preso di mira, come se volesse allontanarlo dal suo obiettivo. Caricò con foga il possente braccio destro di cosmo straordinario per poi sferrare un pugno diretto all’offensiva.

    Aaaaah!

    Nulla lo avrebbe potuto fermare in quel momento, aveva una vita da salvare.

    Esmeralda, fermati dannazione!

    Un altro appello inascoltato mentre il suo arto affondava nella sfera esplosiva. Questa si disintegrò al contatto, sbalzando Bart ancora più lontano e aumentando il suo dolore alla testa. Senza nemmeno un minimo di tregua, un altro attacco era già pronto ad investire il gigante, ancora sbilanciato dalla precedente azione. Incrociò il più velocemente possibile le braccia di fronte al suo viso, flettendo le ginocchia per cercare di attutire l’impatto. Non poteva fare altro; quella pioggia di cosmo era troppo forte anche per lui.

    Non posso mollare.
    Non devo mollare.


    Era quello l’unico pensiero che lo teneva ancora in piedi, oltre alla sua resistenza che andava oltre ogni limite. Nonostante non fosse nel pieno delle forze ancor prima dell’inizio della missione e avesse subito ulteriori danni nello svolgimento della stessa, il suo cuore non voleva smettere di battere all’impazzata per tenerlo ancora in vita.
    Avevano sulle loro spalle il destino del mondo, ma in quel momento la cosa che importava era salvare Esmeralda.
    Mancavano ormai pochi centimetri all’impatto con il nuovo attacco. Bart gonfiò i muscoli come per aumentare una disperata difesa puramente fisica, ma in uno spiraglio formato dalle sue braccia vide qualcosa di sconvolgente.
    Esmeralda stava entrando nell’albero. Letteralmente.
    Il suo corpo stava diventando un tutt’uno con esso, mescolandosi alla linfa che sostiene il mondo.
    Proprio in quel preciso istante, quando la ragazza venne assorbita completamente, tutto cessò come d’incanto. Il luogo si trasformò da un inferno ad un paradiso di luci e colori, donando ai presenti una visione davvero indimenticabile.

    Daya, perché accade tutto questo?
    Cosa è successo?
    Cosa significa?


    Allentò la tensione muscolare e corse immediatamente a constatare l’accaduto. L’albero aveva smesso di attaccare ma sembrava impossibile comprenderne i motivi. Un passo dopo l’altro il corpo di Bart appariva stanco e appesantito, come se avesse sostenuto una battaglia infinita. Respirò profondamente, lasciando trasparire un affanno non di poco conto. In qualche istante raggiunse l’entità che li aveva attaccati e cercò di toccarla allungando una mano. D’un tratto, però, qualcosa si illuminò improvvisamente e il gigante scattò nuovamente sulla difensiva; a quella distanza un ulteriore attacco sarebbe stato letale.

    Mmm.

    Un mugugno per esprimere sorpresa e prontezza di riflessi, anche se in realtà non avrebbe più potuto fare molto.
    A volte, però, è proprio vero che la vita può rivelare delle sorprese strane e incomprensibili. Bart si sarebbe aspettato un nuovo attacco, un affondo mortale; invece quello che accadde fu solamente una strana apparizione dal nulla. Di fronte al cavaliere del Toro si materializzò un piccolo cofanetto tutto dorato, visibilmente lavorato a mano con incisioni degne di un lavoro impeccabile. Una luce candida e gentile lo avvolgeva, facendo risaltare ancora di più il coperchio in vetro. Sotto quella piccola teca era custodita una fiala color rosso sangue.

    I-Il sangue di Atena?!

    Non poteva esserne certo, ma il potere e il misticismo che emanava quel cofanetto donavano una sensazione di sicurezza incredibile. Bart allungò le braccia e lo prese portandoselo al petto.
    Fu questione di un attimo, un istante passato ad ammirare e sentire quella manifestazione di pace e amore sincero. Strinse il manufatto come per abbracciare tutto il suo potere, poi pian piano il tremore per la rabbia del sacrificio di Esmeralda prese il sopravvento.

    Come può il sangue di Atena richiedere altro sangue?
    Sono sicuro che la Dea non lo permetterebbe mai.
    Non è possibile, non voglio crederci.


    Parlò ad alta voce, così da potersi far sentire da tutto e tutti. Poi si rivolse alla Vergine dorata, come ad appellarsi all’ultima disperata speranza. Se c’era qualcosa che si poteva ancora fare, lui avrebbe sicuramente trovato la via giusta da seguire.

    Daya, amico mio.
    Tu puoi fare qualcosa con quei tuoi strani poteri?
    Posso aiutarti?
    Prima ho cercato di prenderlo a pugni, ma non è servito a nulla.


    Spostò il cofanetto nella sola mano sinistra per indicare l’albero con la destra. Era proprio vero: pochi istanti prima aveva cercato di avvicinarsi all’entità per prenderla letteralmente a pugni, ma era stato tutto vano.

    Non possiamo perdere la speranza.
    Non ora.


    Speranza? Si, Bartolomeo aveva proprio pronunciato quella parola. La lezione che il piccolo Filippo gli aveva dato, quasi fosse lui il fratello maggiore, gli era davvero entrata nel cuore. Il già inesauribile spirito del gigante buono era stato ulteriormente rinvigorito da quell’esperienza con il suo amato fratellino, come se una corda di salvataggio fosse stata lanciata nel dirupo di sofferenza e sconforto in cui era caduto l’animo del Toro.

    Non è giusto, dannazione.

    Mentre parlava una lacrima solcò la guancia destra in modo leggero e sottile. Non voleva commuoversi proprio per rispetto della ragazza.
    Le lacrime si versano durante gli addii definitivi e quello non doveva essere tale.

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    Bartolomeo - Gold Saint del Toro - Energia Nera
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    Riassunto:
    Cerco invano di raggiungere Esmeralda e poi prendo il cofanetto con il sangue di Atena. Infine chiedo a Daya se può fare qualcosa con quelli che Bart definisce “strani poteri”. Direi che è una definizione normale per chi nei combattimenti ragiona a suon di pugni XD Avendo sperimentato le abilità dell’amico durante la ruolata nel passato con Stephane, il Toro crede che le possibilità della Vergine siano sconfinate e quindi si affida ai suoi poteri.
    Per il resto nulla, interpreto Bart alla Bart ^^

    Condizioni:
    Ferita all'orecchio sinistro che gli limita l'udito.
    Ormai al limite delle forze dato che erà già partito non al meglio.

    Abilità:
    Potenza Del Toro:
    [Forza Straordinaria + Cosmo Straordinario]
    In natura in quanto a forza il toro ha ben pochi rivali.
    Tale caratteristica è propria anche del cavaliere della Seconda Casa, considerato al Grande Tempio come massimo esponente della pura potenza fisica. Il suo corpo e i suoi muscoli sono in grado di generare una forza inusitata, capace di distruggere con estrema facilità anche i materiali più resistenti. Provate a pensare ad un colpo scagliato alla massima potenza e alla velocità della luce su di un essere umano; di certo le conseguenze sarebbero devastanti. Ma le caratteristiche di questa incredibile abilità sembrano non avere limiti. Infatti l'indiscussa possanza del Toro permette a Bartolomeo di raggiungere un livello superiore rispetto alla "normale" forza straordinaria. Il cavaliere è in grado di generare, con un semplice movimento, delle onde d'urto dal potenziale d'impatto impareggiabile. Inoltre, può perfino creare dei veri e propri sismi sia nel terreno che nell'aria in grado di destabilizzare anche il più ostico degli avversari colpendolo a distanza con la sola forza fisica inarrestabile. In poche parole: forza straordinaria che può colpire anche da lontano con la stessa intensità di un colpo ravvicinato. Tale incredibile caratteristica gli permette di superare i limiti di un normale combattente dotato di sviluppata potenza. Ad esempio avrà la possibilità di spiccare balzi dalla lunghezza impressionante o calciare letteralmente l'aria per creare onde d'urto di pura forza fisica in grado di permettere spostamenti quando il corpo è già sospeso in aria.
    Insomma, potenza allo stato puro.
    Ma la vera potenza del Toro non finisce qui. Immaginate una supernova che esplode nello spazio, una stella che irradia l'universo con il suo infinito splendore. Tale è il potere cosmico del cavaliere del Toro, che gli consente di imprimere in ogni singolo colpo una forza ed una potenza inimmaginabili.
    Un cosmo straordinario, abnorme.
    Ogni sua tecnica diviene potenzialmente devastante, potendo generare una forza cosmica impareggiabile. Sforzi che per un cavaliere di pari energia potrebbero essere considerati impensabili o logoranti, per Bartolomeo possono divenire semplici e naturali, potendo decidere se utilizzare grandi quantitativi di cosmo in una sola volta oppure protrarre le sue devastanti offensive per lungo tempo senza diminuire d'intensità.

    Orgoglio Del Toro:
    [Resistenza Straordinaria]
    L'Orgoglio di un uomo, l'Orgoglio con la O maiuscola: solo questo basterebbe a sorreggere in ogni situazione il mastodontico corpo di Bartolomeo.
    Oltre alla forza fisica e cosmica senza rivali, anche la resistenza sostiene questo imponente cavaliere inarrestabile. Il Toro sarà in grado di sopportare innumerevoli attacchi di natura fisico-cosmica senza batter ciglio, permettendogli di continuare a combattere anche in condizioni estreme. Ovviamente questo non significa che i colpi nemici non avranno alcun effetto, oppure verranno totalmente ignorati o evitati, bensì il cavaliere d'oro potrà incassare con maggior facilità i danni derivanti da una pesante offensiva.

    Tecniche:
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    POST 08 - Il Sangue di Atena

    Narrato. -parlato- °pensato° °telepatia° "parlato di altri" "Ashtart"

    Q
    ualcosa era andato storto. Qualcosa che Daya non aveva ipotizzato nemmeno. Sacrificio. Azione nobile quando la si fa, dolorosa quando la si vede fare da una persona cara... ed Esmeralda gli era cara per quanto la conoscesse da poco, eppure il loro legame andava ben oltre. Era la figlia dei suoi migliori amci, era due volte la figlia dei suoi migliori amici!

    -no, non lo accetto...-

    Espanse maggiormente il proprio cosmo, in un modo che Bartolomeo mai aveva percepito; al cavaliere del Toro dovette sembrare di avere accanto un Dio, poichè questo effetto dava l'apertura della Dunamis. La voce di Daya divenne dura e levigata come il granito, con una sorta di eco dovuta al potentissimo cosmo emesso.

    -oggi non morirà nessuno, oggi non perderò nessuno!-

    Il suo corpo si sdoppiò e lo spirito a guisa umana si incamminò verso l'albero/Esmeralda. L'avrebbe salvata, pensava solo a questo. L'entità cercò di respingerlo quando lo compenetrò col proprio spirito, doveva essere vista come una violazione da parte sua; il cavaliere cercò di placare al meglio il proprio animo, immaginò di essere anche lui una pianta, cercò di ricordare le esistenze passate in cui era stato un albero un fiore o una semplice pianta. Un forte dolore scosse il suo essere, non era facile per qualcuno nato umano immedesimarsi in un essere totalmente differente.

    -urgh... dannazione... fa male-

    Strinse i denti, metaforicamente parlando. Riuscì nel suo intento dopo un tempo apparentemente interminabile, anche se era difficile percepirne l'andamento nella dimensione spirituale. Quando il dolore passò tutto cambiò attorno a Daya, si ritrovò con il proprio corpo dentro una colonna di puro cristallo, al centro ve ne era una seconda più piccola in cui vide incastonato il corpo di Esmeralda.

    -son dunque all'interno del suo animo?-

    Il corpo della giovane era ormai completamente fuso con la colonna, ciò significava che il suo spirto ne era stato quasi totalmente assorbito.

    "PERCHE' SEI QUI? PERCHE' COMBATTI? TU CHE DOVRESTI ESSERE UN BUON DOTTORE PER LE GENTI?"

    Una voce priva di qualsiasi inflessione, priva di qualsiasi tono quasi fosse aliena pervase l'aire attorno. Daya comprese subito che l'albero si stava manifestando a causa della sua intrusione.

    -Sono nato col compito di difendere l'umanità, in questi tempi oscuri un guerriero serve maggiormente che un medico...-

    La voce tuonò nuovamente poco dopo.

    "GUERRIERO. SCELTA STRANA PER TE. CANTI UNA CANZONE CHE SA DI BATTAGLIA QUANDO DOVRESTI COMPORRE MELODIE BEN PIU' LIETE. EPPURE ANCHE LA TUA CANZONE STA PER FINIRE. LO SAI VERO?"

    Nuovamente quella dannata profezia di morte. Daya quasi scoppiò a ridere nel sentirsela riferire anche in quel contesto.

    -Ne sono conscio, eppure non posso permettermi di incespicare proprio adesso... che la canzone finisca pure. Suonerò la prossima melodia appena ne avrò l'occasione-

    "IO SO CHI SEI. SO CHI SARAI. IO ESISTO NEL TEMPO E NELLO SPAZIO E AL CONTEMPO FUORI DA ESSI. E SO PERCHE' SEI QUI... UN GIORNO SI DIRA' DI TE CHE TUTTI I CIELI DI TUTTI PIANETI CROLLEREBBERO SE MAI DOVESSI ACCETTARE LA MORTE DI QUALCUNO CHE GIURASTI DI PROTEGGERE. SEI DUNQUE QUI PER INIZIARE QUESTA LEGGENDA?"

    Daya rimase alquanto spiazzato, non aveva tempo per chiacchierate metafisiche con un'entità albero che aveva appena assorbito la figlia dei suoi migliori amici.

    -non capisco di cosa stai parlando, non mi interessano le leggende che sono state e che verranno. Sono qui per riprendermi Esmeralda e così farò. Cedi il passo o dovrò annientarti-

    "CAPISCO. LA DETERMINAZIONE DI UN DIO. COLUI CHE TI SEGUIRA' SARA' FORSE PIU' DETERMINATO. VEDREMO. VEDREMO TUTTI. TU SOLO NON VEDRAI. CON QUESTI OCCHI TU NON VEDRAI MAI IL MONDO CHE SI CREERA' DOPO L'AVVENTO DEL TUTTO. TUTTO SARA' ANULLATO E NULLA SARA' PIU' COME PRIMA. QUANDO LE ULTIME NOTE SUONERANNO CAPIRAI OGNI COSA"

    Daya era quasi esasperato, percepiva lo spirito di Esmeralda sempre più lontano, doveva sbrigarsi, doveva fare dannatamente in fretta.

    -ripeto, non ho tempo per disquisizioni filosofiche, ho un'amica da salvare. Ora la strapperò dal tuo essere, la farò reincarnare nel mondo umano. Ora ho capito, le regole di vita e morte, le regole che da sempre credevo governassero ogni cosa... ora lo so. Posso piegarle al mio volere. Io non sarò più schiavo di alcuna regola, ora io imporrò la mia di regola... NESSUNO DOVRA' MORIRE OGGI, NESSUNO....Rikudo Rinne!!!!!!!-

    La tecnica fu lanciata avvolgendo quel che restava dello spirito di Esmeralda. Lo scopo era ovviamente scaraventarla nuovamente nel mondo Umano, il quinto sui cui Daya aveva potere... avrebbe usato ogni singola goccia di potere della propria Dunamis per far si che lo spirito della giovane ritornasse nel proprio corpo, corpo ancora esistente e in fase di assimilazione. Stranamente durante la difficile operazione Daya ripensò a quel giorno in cui aveva parlato alla giovane ancora nel pancione della madre, un ricordo che non aveva alcun legame con la situazione contingente ma che strappò un sorriso al giovane santo.

    °ricorda chi sei Esmeralda, ricorda chi ha ancora bisogno di te°

    Le mandò un messaggio telepatico prima che una potentissima esplosione scaraventasse via dall'albero il suo spirito rispedendolo malamente nel proprio corpo. Cadde in ginocchio sputando sangue per l'enorme sforzo mentre l'albero ormai era divenuto una palla di luce bianca pulsante.

    Personaggio: Daya di Virgo
    Allineamento morale : Neutrale Buono
    Divinità : combatte con Athena, non per lei
    Schieramento : Athena no Saints
    Casta : gold saints
    Ruolo : Arkhonontos (Gran Sacerdote)
    Armatura : Vergine
    Livello armatura : god cloth liv.VIII
    Livello cosmico : Energia Suprema
    Supersensi attivi : 8 (Arayashiki)

    Status Psico/Fisico : normale
    Area d'effetto 180m., cloth danneggiabili liv.1~7, Velocità della Luce con facilità

    Riassunto azioni: ok Fe', a te gestire come si risveglia Esme =DDD



    » Abilità Passive:
    Arayashiki »
    In sanscrito si scrive Ālaya-vijñāna. L'essere umano percepisce la realtà che lo circonda tramite i cinque organi di senso (gokon): gli occhi, le orecchie, il naso, la lingua, il corpo e ciò che nel Buddhismo viene denominato sesto senso, la mente. Collettivamente, gli organi di senso vengono chiamati Rokushiki, le sei coscienze. Il Buddhismo insegna che, nelle profondità della mente esistono degli ulteriori stadi di coscienza: la settima, Manashiki, l'ottava, Arayashiki; e la nona, Nyoraizōshiki. Quando il corpo fisico muore, le sei coscienze e la settima coscienza si estinguono, ma l'ottava e la nona coscienza continuano ad esistere, sono immortali. Il cavaliere d'oro di Virgo da sempre è il primo fra i saint a raggiungere tale traguardo, risvegliando l'ottava coscienza che lo avvicina alla piena illuminazione portata dalla nona. E' il cosmo più profondo che permette di superare l'ostacolo della Morte e di poter raggiungere, fra l'altro, il regno dei defunti da vivi. ¬
    "Qualunque cosa che vive nel mondo è effimera…tutto è mutevole, nulla è costante. E' la legge dell'impermanenza…"
    Atman »
    Parola sanscrita che significa 'spirito' o 'pura coscienza'. L'approfondito studio delle dottrine buddhiste e induiste permettono al santo della Vergine di avere una vasta conoscenza dello spirito, rendendogli così semplice interagire con esso. Grazie a ciò egli può percepire lo spirito delle creature viventi e può tentare di danneggiarlo o sollecitarlo. Percependo inoltre la vera entità di tutti i fenomeni e scoprendo la tendenza illusoria dei cinque sensi il saint ha ottenuto la capacità di spegnere (temporaneamente o meno) tali sensi nell'avversario. Essi sono: Udito Vista Gusto Olfatto Tatto (il Sesto Senso, la Mente, sarà colpibile solo a Energia Nera). A guisa di tecnica, il suo cosmo può guidare i sensi del nemico verso l'oblio, riducendolo ad una larva qualora riesca a spegnervi tutte e cinque le percezioni più la mente stessa (sempre con le opportune limitazioni di energia); tale capacità è veicolata dal personaggio unicamente tramite lo Spirito e non tramite contatto fisico o cosmo. ¬
    Nota1 tale potere agisce direttamente sullo spirito delle creature colpite in modo totalmente etereo.
    Nota2 la perdita dei cinque sensi temporanea nei normali scontri, può essere permanente durante lo svolgimento di Quest solo con l'approvazione del Game/Quest Master qualora lo ritenga giusto.

    "Di colui i cui sensi sono ridotti in quiete, come cavalli ben domati dal cocchiere, di costui privo di orgoglio e di passioni, di costui hanno invidia gli stessi Dei"
    Satori »
    Correlata all'abilità Maya, essa rappresenta l'altra faccia della medaglia del potere del saint sulle Illusioni. Tramite l'esperienza mistica dell'illuminazione egli infatti può tentare di resistere alle altrui malie forte della propria conoscenza del Vero, riuscendo in taluni casi a intravedere la realtà che si cela dietro di esse; maggiore il divario fra il cavaliere e la forza creatrice di tali illusioni e maggiore sarà la difficoltà con cui percepire la realtà nascosta dalle menzogne. In caso di attacchi con componente illusoria egli dovrà comunque tentare di difendersi da essi poichè "vedere la verità a volte non basta per uscirne anche vittoriosi". ¬
    "attraverso l'esperienza dell'illuminazione si apre l'occhio della Mente sulla Vera Natura dei fenomeni"

    » Abilità Attive:

    » Repertorio Tecniche:
    » Rikudō Rinne
    L'eterno ciclo di rinascita nel Samsāra
    » attacco ad area, componente spirituale e illusoria
    » tecnica espiativa

    Questa tecnica molto cara a Daya e ai suoi predecessori indica il termine buddhista che definisce l'eterno ciclo di trasmigrazioni nei sei mondi ultraterreni. Espandendo il proprio cosmo e ponendo le mani nel Dharmachakra Mudra_[+] Daya tenta di colpire lo spirito degli avversari strappandoli al corpo materiale (il quale rimane a terra simile a fantoccio) e avvolgendoli in una serie di visioni mirate a farli 'perdere' in uno dei sei mondi di Ade (Meikai); la caduta in uno dei seguenti mondi durante un normale scontro dura comunque un solo turno, ed ha il vero scopo di danneggiare la mente e lo spirito dell'avversario colpito. Il saint può scegliere in che mondo tentare di farlo 'perdere' dopo la caduta a spirale, in alcuni casi è lo stesso karma (le azioni compiute in vita) del nemico a scegliere la destinazione finale:
    ~
    ⌐Jigokukai o "Mondo degli Inferi"
    Un mare di fiamme, una montagna di spuntoni acuminati ed il terrore che non cessa mai. Coloro che si recano qui decadranno per l'eternità, contorcendosi nell'agonia; sofferenza, disperazione, non libertà, dove la tendenza è quella di far del male sia a sé stessi che agli altri

    ⌐Gakikai o "Mondo degli Spiriti Affamati"
    Il corpo del malcapitato si riduce a pelle e ossa, la pancia si gonfia e la fame è tale da spingere a cibarsi anche di cadaveri; volere tutto e anche di più, un desiderio incontrollabile di potere, soldi, una posizione o qualsiasi altra cosa

    ⌐Chikushōkai o "Mondo delle Bestie"
    E' il mondo ferino, dove è giusto schiacciare i più deboli e anche cibarsi di loro, come tra gli animali; è il puro istinto, quello che guida gli animali, senza freni, senza regole se non quelle dettate dalla legge della sopravvivenza

    ⌐Shurakai o "Mondo degli Shura (Asura)"
    Qui la guerra imperversa e durerà per sempre, e si è tramutati in demoniaci Shura assetati di sangue; l'individualità, un io egoista che pensa solo a sé stesso disposto anche a calpestare gli altri per il proprio interesse

    ⌐Jinkai o "Mondo degli Uomini"
    E' il mondo in cui viviamo, che il saint descrive come inferno in quanto gli umani sono destinati a cedere alle tentazioni e ai vizi, generando così il caos; gli uomini, in quanto schiavi delle passioni, non sono liberi di dedicarsi ne al bene ne al male assoluto

    ⌐Tenkai il "Mondo Celeste" o anche "Paradiso"
    Malgrado il suo nome è il più pericoloso dei sei mondi, in quanto da qui si può facilmente cadere all'indietro in uno dei primi quattro mondi; qui per i dannati non è prevista una pena particolare, se non quella di essere completamente dimenticati dalle persone care e dal resto del mondo

    ~
    Nota1 sarà possibile, durante quest o test a totale discrezione del Game/Quest Master, che lo spirito dell'avversario rimanga bloccato in uno dei sei mondi, costringendolo così ad abbandonare il proprio corpo e rinascere in esso... ciò decreterebbe ovviamente la morte del nemico. In un normale scontro la caduta dello spirito nei sei mondi non è permanente e definitiva ma può ovviamente generare ingenti danni spirituali oltre che mentali (dovuti allo shock delle visioni e della caduta).
    Uso opzionale: il saint di Virgo può, anziché tentare di precipitare lo spirito dei nemici nella caduta nei sei mondi, generare un'illusione semi-persistente di uno di essi a sua scelta, tentando di far credere agli avversari di esservi imprigionati: un esempio è l'utilizzo delle immagini del Tenkai (Paradiso) in cui il nemico corre in tondo sulla mano del Buddha senza muoversi o sfuggire da essa. Lo scopo sarebbe in parte il medesimo, ovvero danneggiare la mente dell'avversario.
    Nota2 sarà possibile, durante quest o test e su diretta approvazione/richiesta del Game/Quest Master, mantenere per più tempo tale illusione (normalmente un turno come la tecnica base), con conseguente alto dispendio di cosmo.


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    IL SANGUE DI ATENA
    Esmeralda ~ Post 8


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    A volte la vita riserva delle sorprese e cosi avvenne per Esmeralda.
    Lei quel giorno non doveva morie ma a cosa era destinata in verità? Una donna diversa dalle altre, una ragazza che aveva visto un mondo in rovina ed ora stava vedendo il mondo dei suoi genitore andare a pezzi. Consapevole - forse - di non poter far nulla, cercava comunque di fare tutto ciò che era nelle sue possibilità per salvare almeno la gente che gli era cara.

    Bart e Daya, due uomini che avevano aperto agli occhi ad un cavaliere ormai disilluso. La sensibilità tipica di una donna era stata colpita dal buono che c'era in loro. Eppure si sentiva sempre cosi distante e diversa. Come se ci fosse una differenza incolmabile.

    Si stava quasi abituando all'idea di dover lasciare quel mondo. Ma qualcosa la strappo da morte certa. Era un'entità, una figura che la stava portando in salvo, evitando che ella abbandonasse quel mondo. Ma a quale prezzo? Non percepì chi fosse ma innanzi ai suoi occhi un'immagine che sconvolse la sua anima permettendole di risvegliarsi.

    «Lo sapevi vero? Tu sai sempre tutto»

    Esmeralda era li, le mani sporche di sangue e il corpo di Daya, sorridente e ferito a morte. Colpito mortalmente proprio da lei, la figlia dei suoi migliori amici, la persona più cara che il bonzo avesse. Lacrime di sangue scorrevano lungo le gote della ragazza che nonostante tutto soffriva per quanto aveva fatto. Si chinò sul corpo ormai esanime di Daya e le sue labbra sfiorarono quelle del suo caro amico.

    Poi tutto tornò alla normalità, apri gli occhi e si ritrovò in braccio alla Vergine. Piangeva come mai aveva pianto prima d'ora e istintivamente abbracciò Daya, lo stringeva a se come se non volesse farlo andare via, eppure nel profondo del suo animo un dubbio atroce la assaliva. Cos'era quell'immagine? Cos'era quella visione?

    Si girò verso Bart, vedendo che la missione si era conclusa, che finalmente il sangue di Atena era stato ritrovato e sorridendo «Direi che ce l'abbiamo fatta no?»


    Silver Saint del Triangolo (IV), Energia Rossa



    Confermo e sottoscrivo che la Quest è conclusa.
    Direi che abbiamo tutto il materiale per andare in valutazione. Vorrei un ultimo giro di post, con le varie considerazioni in merito. Sono molto fiero di entrambi, abbiamo dato vita a qualcosa di immenso. Poi vedremo come gestire l'Armatura della Dea <3


     
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    Il Sangue di Atena


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    Narrato - Parlato - Pensato

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    Si figliola, ce l’abbiamo fatta.

    Poche parole, sentite e importanti. Un tono caldo, profondo e pacato, come un nonno che rassicura i figli e i nipoti in un momento difficile.
    Non andate a dirlo a Bart, mi raccomando, ma in quel momento erano riunite tre generazioni così diverse per età quanto accomunate da un'unica grande conquista. Dopo innumerevoli sofferenze, dopo aver rischiato tutti – nessuno escluso – di perdere la vita, erano riusciti in quella missione che sembrava davvero impossibile anche per cavalieri del loro valore. Avevano trovato e ottenuto il sangue della Dea Atena, scarlatta linfa vitale che avrebbe segnato il futuro dell’intera casta dei guerrieri di Grecia.

    A pensarci bene, però, chi mai avrebbe scommesso su di loro?

    Un vecchio, una ragazzina e un capellone biondo platino. Sicuramente un gruppo eterogeneo, all’apparenza quasi comico, come un’allegra famigliola che un bel giorno decide di far visita alla biblioteca del paese. Si, certo, peccato che la biblioteca fosse uno dei luoghi più sacri e meglio protetti del pianeta, tanto da avere il compito di custodire il sangue di Atena. Anche i “visitatori”, però, non erano da meno, potendo contare su un potere cosmico non indifferente e riunendo in sole tre persone l’elite del Grande Tempio.
    È proprio vero: le apparenze ingannano.
    Bart lo aveva provato sulla sua pelle durante quell’intensa e dolorosa giornata. Mai avrebbe immaginato che una ragazza così giovane e piena di vita, potesse decidere di sacrificare tutto nel breve tempo di un istante. Esmeralda si era gettata letteralmente contro la morte, affrontando quella sorta di albero guardiano che nessuno – nemmeno il Gran Sacerdote – era riuscito a contrastare. Nonostante fosse, anagraficamente parlando, la più piccola dei tre, aveva dato prova di essere pienamente cosciente dello scopo della sua vita. Forse era stata avventata, dando libero sfogo a quel suo spirito libero e privo di freni. Non si era fermata a pensare che il suo sacrificio avrebbe potuto essere inutile, vanificando lo sforzo dei compagni per proteggerla. D’altro canto, però, era riuscita a prendere in mano la situazione facendo una scelta precisa: sacrificare la cosa più importante che poteva mettere in gioco, l’unica su cui aveva piena libertà di scelta. Quell’azione aveva permesso a Bart di ottenere il prezioso scrigno con il sangue della Dea, ma nello stesso momento aveva obbligato Daya ad un’azione estrema. Il Gran Sacerdote era l’unico in grado di interagire con lo spirito che alberga in ogni essere vivente e fu costretto a contrastare l’essenza stessa dell’albero per non permettere ad Esmeralda di lasciare definitivamente questo mondo. Il cavaliere del Toro, suo malgrado, fu relegato al ruolo di mero spettatore. Aveva urlato la sua determinazione come per opporsi a qualcosa che non poteva nemmeno vedere, ma poi rimase solamente a guardare speranzoso. Strinse forte le mani attorno allo scrigno quando Daya decise di intervenire a livello spirituale; strinse così forte da non rendersi nemmeno contro di quello che aveva in mano. Allentò la presa appena si accorse della sua tensione, in tempo per assistere ad un tremendo bagliore che accompagnò le azioni del Gran Sacerdote.
    Da quel momento in poi fu tutto estremamente confuso.
    Il corpo dell’amico sembrò perdere vitalità, inspiegabilmente e improvvisamente. Gli occhi del gigante si spalancarono, mentre la bocca tentò di dire qualcosa per poi fermarsi spalancata. La mente tornò spontaneamente a qualche tempo prima, quando Daya aveva permesso a Bartolomeo di compiere un incredibile viaggio nel passato per dare l’ultimo saluto a Stephane. In quell’occasione il loro spirito aveva abbandonato temporaneamente il corpo, lasciandolo come se fosse un involucro vuoto. Ancora una volta, dunque, l’amico aveva dato fondo a quella sua strana abilità, preferendo agire sullo spirito dell’albero piuttosto che contrastarlo fisicamente come aveva fatto il Toro.
    Tutto ciò che avvenne dopo furono pure supposizioni di una mente che non può comprendere quello che non può vedere. Bart percepì solamente un potere immenso, così esteso da non riuscire nemmeno a definirne i confini. Il cosmo del Gran Sacerdote raggiunse un livello inimmaginabile, mentre una battaglia furente stava imperversando su un altro piano dell’esistenza. Il gigante spostò lo scrigno nella mano sinistra per stringere a pugno la destra; i denti si chiusero in una morsa marmorea, facendo trasparire una tensione incredibile.

    Come tutto era cominciato, tutto terminò in pochissimi istanti.

    D’un tratto il corpo di Daya tornò alla normalità, ma qualcosa era cambiato. Da quel suo viaggio astrale era tornato con un regalo, un regalo per tutti i presenti: Esmeralda. Allo stremo delle forze e decisamente provata, la ragazza era adagiata leggera sulle braccia della Vergine dorata. Un’espressione indecifrabile sul volto, come se avesse visto davvero la morte in faccia.
    Bartolomeo si avvicinò ai due compagni, indeciso su cosa fare e cosa dire. A pensarci bene, però, a chi poteva interessare in quel momento qualche frase fatta di circostanza? A nessuno. Era decisamente molto meglio aiutare moralmente e fisicamente i propri amici con la sola presenza rassicurante. Il Toro poggiò dunque una mano sulla spalla di Daya, cercando di trasmettere tutto l’orgoglio per quello che erano riusciti a fare.

    Ed ecco che si ritorna alla frase iniziale.

    Ce l’avevano fatta. Era tutto reale.
    Bart poggiò sul corpo di Esmeralda lo scrigno con il sangue di Atena, come se fosse un regalo prezioso e sentito.

    Tienilo tu Esmeralda.
    È merito tuo se siamo riusciti ad ottenere il sangue di Atena.


    Un sorriso enorme e candido, sotto quegli strani baffi bianchissimi.

    Forza figlioli, adesso torniamo a casa.

    Casa?
    Si, esatto. Bartolomeo aveva definito il Grande Tempio con una parola così semplice quanto ricca di significato. Quel sacro tempio di Grecia era davvero diventato la loro casa, dove, come una grande famiglia, stavano cercando di costruire una vita migliore per l’umanità intera.

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    Bartolomeo - Gold Saint del Toro - Energia Nera
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    Riassunto:
    Parto dalla semi-fine, per poi raccontare tutto dal punto di vista di Bart e ricongiungermi alla fine vera e propria ^^
    Un bel giro, ma il risultato mi piace molto.
    Per il resto grazie a tutti per il test ^^
    Tra Gab, Ichi e Gaz sotto passato sotto le mani delle 3 supreme del forum XD
    Direi che almeno come esperienza è stata formativa XD

    Condizioni:
    Ferita all'orecchio sinistro che gli limita l'udito.
    Ormai al limite delle forze dato che era già partito non al meglio.

    Abilità:
    -

    Tecniche:
    -

     
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27 replies since 25/6/2012, 20:36   529 views
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