I Guess I Have no Choice

Ruolata tra Lelou e Eleuteria.

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  1. Lelou
     
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    Tempo. Si chiede del tempo, si cerca di avere del tempo, ma spesso in un modo o in un altro è proprio questo che ci manca, che fa si che perdiamo le nostre occasioni lungo la strada. Questa è forse una nostra colpa? Chissà, probabilmente non lo è, anzi ne sono quasi convinto, ma se abbiamo una colpa noi è quella di non saper cogliere le occasioni che il fato ci mette innanzi al volo, perché esse sono uniche, capitano una sola volta nella vita e dobbiamo essere in grado di coglierle al volo, come prendere un treno al volo senza farcele scappare. Lelou questo lo sapeva anche troppo bene, soffriva per questo, ma era conscio in fondo, che tutto quello che stava facendo, tutto quello che aveva fatto era tutto in qualche modo collegato, in fondo aveva un senso. La cattura, la fuga e quel continuo peregrinare alla ricerca di qualcosa, ma ora dopo tanti anni egli s’era fermato, aveva forse trovato la sua dimensione? Chissà. Forse era cosi, la verità era che finalmente si sentiva libero, respirava l’aria a pieni polmoni e quella dolce fragranza di ciliegio in fiore rallegrava il suo essere.

    Quel giardino lo aveva fatto costruire appositamente tempo addietro, era un luogo ove egli si poteva rilassare, stare in pace con il mondo e divenire un tutt’uno con la natura che lo circondava. Quel luogo in qualche modo gli donava quella serenità che non aveva mai avuto, quella beatitudine che da sempre mancava nella sua vita. In quel momento, come se tutto fosse mutato, come se ad un tratto un pezzo di quel puzzle che componeva la sua esistenza fosse andato a posto il suo pensiero era rivolto verso Eleuteria. La donna di una vita, inseguita, voluta, desiderata, ma allo stesso tempo tenuta sempre lontana come un’appestata. Probabilmente era questa l’idea che ella si sarebbe potuta fare e come biasimarla? Ma la verità era ben differente, l’appestato era lui. Era Lelouch l’uomo da cui bisognava stare lontano, il portatore di morte.

    Per quanto tempo nella sua testa quel pensiero ricorrente, quella sensazione di essere nello sbaglio lo aveva accompagnato? Difficile quantificarlo e probabilmente non serviva perché in fondo tutto era andato come doveva andare, tutto si era concluso nel migliore dei modi per lui e per il grande tempio. Sorrise nel pensar tali parole, stava cominciando a ragionare come un fottuto Gold Saint, stava cominciando a ragionare proprio come suo padre. Se un tempo una cosa del genere lo avrebbe schifato, ora lo rendeva quasi orgoglioso di se stesso. Gazka, il padre più ingombrante per un aspirante cavaliere.

    Nessuno poteva comprendere cosa volesse vivere all’ombra di lui, perché anche senza volerlo, anche se ciò non era nelle sue intenzioni tutti avrebbero riconosciuto Lelou come un’emanazione del rifondatore del grande tempio, del Vicario di Atena. Quel maledetto Aries lo sapeva, egli sapeva ogni cosa, sapeva veramente tutto, chissà se si era mai sentito in colpa, se sotto quella corazza di alterigia e potenza dirompente, nel buio della notte soffrisse per tutto questo, ma ciò ormai era acqua passata, ormai tutto era terminato.
    A quell’ora probabilmente la lettera del padre doveva già essere giunta ad Eleuteria e probabilmente ella avrebbe letto anche la sua nota, quel bigliettino che chiedeva alla stessa di recarsi nel giardino che fiancheggiava la settima casa dello zodiaco. Probabilmente si, ma chissà se ella sarebbe venuta.

    Motivazioni per rifiutare tale invito erano tanti, almeno quante le ragioni per accettarlo. Era come mettere su due piatti di una bilancia le due cose, la sofferenza, il dolore volontario o involontario arrecatole, l’arroganza e la strafottenza di quel ragazzo, mentre dall’altra stava solo una cosa, l’amore vero, quello che vince ogni battaglia. Non sapeva come si sarebbe comportato al posto di lei, ma nel profondo del suo cuore sapeva che l’amore tra i due era troppo grande, troppo immenso. Stavano due ancelle a guardia della casa, attendevano la ragazza, nel caso ella fosse giunta l’avrebbero scortata all’entrata del giardino e varcando quella soglia avrebbe trovato Lelouch li, con i gomiti poggiati sul parapetto di quel ponticello a fissar il nulla.

    CITAZIONE
    Lettera di Gaz.
    Cara Eleuteria, con piacere finalmente sei giunta tra le braccia di Atena. Non scrivo semplicemente per congratularmi con te della “conversione”, non è da me. Il motivo per cui ti scrivo è differente, forse dopo vent’anni è giunto il momento che tutto il dolore e la sofferenza per la prima mancanza della mia vita la esteriorizzi in qualche modo e questo lo posso fare unicamente con te, perché sei la diretta interessata. Io ed Helen eravamo praticamente coetanei, ella giunse al tempio qualche anno dopo il mio arrivo, quando ero solo in questo luogo, ove l’unica casa custodita era questa. Troppo giovani, troppo inesperti per fronteggiare dei nemici agguerriti e spietati come gli sgherri di Hades. Ella era la sacerdotessa del sestante, donna dalla bellezza fatale, stupenda in ogni dettaglio. Voglio ricordarla, e desidero che lo faccia anche tu, come una donna stupenda, che amava i suoi figli e avrebbe dato anche la vita per proteggere le persone care, come infatti fece. Il resto della storia già lo conosci, l’amore per uno spettro di Hades e il dio degli inferi che non perdonò mai un tale affronto. Tu e tua sorella nasceste sotto la medesima stella, ma con un destino differente. Poi arrivò quella notte, quella maledetta notte ove tuo padre non poté fare nulla e dove tua madre e tua sorella persero la vita. Io ancor oggi mi chiedo se sarei mai riuscito a fare qualcosa, se solo fossi arrivato qualche istante prima sarei riuscito a salvarvi tutti. Fu tua madre stessa a chiedermi di vegliare su di te, a fare in modo che almeno tu vivessi dato che per lei e tua sorella non c’era nulla da fare. Quella fu la ragione per la quale agli occhi di tutti tu eri morta, quella la motivazione delle tre tombe, tu dovevi vivere, tu sei la dimostrazione che l’amore può vincere qualsiasi cosa, abbattere ogni barriera. Ele credi nell’amore. Voglio solo raccontarti un’ultima cosa, ella in punto di morte volle che il suo amico d’infanzia la guardasse negli occhi, oltre quella maschera. Aveva due occhi verdi nei quali perdersi era cosa normale. Quella maschera soffocava la sua natura … ma di una cosa sono certo, sarebbe orgogliosa di te, come lo sono io.

    Con Affetto Gazka.









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    A questo [LINK] trovi la descrizione del luogo dove si trova Lelou :asd:


     
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    veva da pochi giorni preso possesso della terza casa dello zodiaco, e già si stava domandando perchè lui non l'avesse contattata, non le avesse mai fatto sapere che lui era lì, al sicuro, e che ora vestiva di Libra l'armatura. Ma lo sapeva, lelou era fatto così. Imprevedibile, incurante di tutto, strafottente, possessore di un ego immenso...In tutto questo lei aveva solo desiderato, per tutto quel tempo, diventare forte come lui, per essere se non altro rispettata, amata. Purtroppo aveva scoperto presto che ciò non bastava; pareva infatti che Lelou pensasse solo a sè stesso in certi momenti, andave e veniva come gli pareva, la cercava solo per i suoi bisogni, e aveva capito come in realtà fosse stato facile per Malilith convincerla ad odiarlo.

    L'amore tuttavia ha segreti che la ragione non riesce a svelare. perchè quei due si cercassero continuamente, le era ancora oscuro. Lui d'altronde avrebbe potuto avere tutte le donne che desiderasse, eppure comìè che cercava sempre lei?
    Ma soprattutto, parlando in termini pratici..Stavano insieme? Non stavano insieme? Che rapporto vi era fra i due? E soprattutto il dubbio che aveva tormentato Eleuteria in tutto questo tempo era : chi amava in realtà Lelou? Chi delle due perti suscitava il suo interesse, e perchè continuava a cercarla e a ferirla in questa maniera, ogni volta e sempre di più?

    Appena Alceste le consegnò la lettera, ebbe uno strano presagio, come se sapesse da dove veniva. Fece in modo di trovarsi da sola, nella sua camera, nella tiepida luce di una candela.
    Già...Gazka.
    L'uomo che aveva ricordato pochi giorni prima in quella casa. l'uomo che da una parte le aveva salvato la vita, dall'altra, inconsapevolmente, l'aveva condannata ad una vita di sofferenze. Sapeva per certo che era stato lui a prenderla fra le braccia e portarla in Sicilia, da un'anziana amorevole signora, semplice e onesta.
    Non sapeva che la fattoria di quella signora sarebbe stata presto rasa al suolo dai mafiosi, ai quali aveva rifiutato di pagare il pizzo. Uno di quei malavitosi, il motivo le era oscuro, la rapì per farne una schiava.
    Ma questa era un'altra storia dopotutto.
    Le parole di Gazka invece erano piene di rammarico, dolore, e amore. Una parte di sé lo odiava per averle nascosto la verità fino a quel momento, una parte era invece conscia che lui aveva fatto il possibile. Del resto, era giovane e non avrebbe potuto da solo sconfiggere cinque spettri, arrivati ad atene solo per Distruggere la sua famiglia.
    Ma del resto rimanevano molti interrogativi aperti sulla sua vita, come mai Hades, pur sapendo la sua natura, aveva cercato di averla fra le sue schiere? e che c'entrava Lelou in tutto questo?
    Un puzzle complicatissimo difficile da risolvere. Poteva mai essere una coincidenza che il figlio dell'uomo che l'aveva salvata fosse il responsabile del suo sprofondamento in Ade, e che lo stesso uomo ora sia il custode di libra?
    ma le parole di Gazka trasudavano onestà, e conoscendolo, era stata molto dura per lui affrontare questi fantasmi. Facendo qualche pausa ogni tanto, cercò di rievocare nella mente l'immagine della madre...Sì, ricordava quella maschera, come scordarla, solo lei ed Eufemia potevano ammirare la sua bellezza, la sera, tornate a casa. E l'odore della carta, della biblioteca, sensazioni che aveva rievocato da poco ora le si affollavano nella mente...Delle lacrime si affacciarono nuovamente sul suo viso, mentre scorgeva le ultime linee della lettera, le costò fatica leggerle, più di quanto potesse pensare.
    Vi erano tanti pensieri nella sua testa, ma stringendo la lettera lasciava che le lacrime le solcassero il viso restando inerme...Ripercorrere gli attimi di una vita cominciata male, per ritrovarsi lì, con i fantasmi dei ricordi che la perseguitavano...Ma non poteva più fuggire, non ora che aveva scoperto tutto, doveva solo affrontare la verità e nient'altro. Guardò in cielo pensando a sua madre, a sua sorella, davvero loro sarebbero state fiere di lei? Dopo tutto quello che aveva fatto, i reati che aveva commesso?
    Si lasciò qualche minuto per piangere in silenzio, e rimettendo a posto la busta notò il piccolo appunto di Lelou.Nuovamente lui le chiedeva di raggiungerlo, per l'ennesima volta...
    Ma credere più alle parole di lelou? Farla finita? Brevi pensieri che le attraversarono la mente, ma il bisogno che aveva di stare con lui in quel momento era più forte dell'orgoglio. Lo avrebbe cazziato, chiesto spiegazioni, insultato anche, ma ora voleva stare solo con lui.
    Si precipitò alle settima casa con quello che aveva indosso, una nera tuta sportiva. Le lacrime ancora negli occhi, non vide neanche le due ancelle che la accompagnarono, del luogo stupendo dove le aveva dato appuntamento ebbe solo una scorsa, vide lui e nient'altro; gli si precipitò addosso, e inspirando il suo profumo, che non le era mai sembrato così buono, lo strinse forte a sé. Lui era veramente tutto ciò che aveva, l'unica persona che potesse stargli accanto.
    Credette nuovamente nell'amore, del resto ci aveva sempre creduto.
     
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  3. Lelou
     
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    Gli uomini spesso senza spiegarsi nemmeno il motivo di tali scelte allontanano quello che per loro conta di più, quello che ritengono prezioso, la motivazione? Difficile darla, anzi a dire il vero la difficoltà sta nel raggruppare sotto un movente comune il perché di tali azioni. Lo si fa per non soffrire, per allontanare da se stessi i propri affetti, in modo che essi non soffrano o semplicemente perché si è convinti che questa sia la scelta migliore. Già, ma se la persona che ti è vicina non vuole altro che stare con te, fare in modo che la tua gioia sia la sua gioia, che il tuo dolore sia il suo dolore, che diritto abbiamo noi di vietare tutto questo? Possiamo decidere sia della nostra che della sua vita? Forse nella mente di Lelou, da troppo tempo, da quell’ultima volta nella caverna, tali dubbi si annidavano nella sua mente e benché il talismano del drago rendeva quel giovane diverso, portandolo verso uno stadio da lui mai sfiorato, questi dubbi umani lo consumavano. In fondo egli era fatto di carne, aveva sentimenti come tutti, anche se la sua natura, il suo ego spropositato faceva apparire quel ragazzino come un essere diverso da quella che era la sua natura, nonostante tutto questo egli aveva un cuore che conviveva ora con quello del Re dei Draghi.

    Salvezza o dannazione quella? In tutti quegli anni avrebbe voluto dire alla sua amata ciò che provava, dimostrargli che egli non l’aveva presa solo per un semplice appagamento fisico, che nonostante tutto quello che avevano passato, non aveva mai smesso di amarla. Era altresì convinto che in fondo lei fosse la ragione per cui il ragazzo non si fosse mai dato per vinto, l’unico vero motivo che lo aveva portato, dopo tanto tempo, ad essere quello che era: il custode della settima casa, colui che rappresenta l’eterno equilibrio tra il bene e il male. Forse quell’amore in grado di vincere ogni barriera, di contrastare ogni maleficio era stata l’unica ragione plausibile dell’ostinazione con cui il giovane Lelou aveva combattuto fino allo stremo delle forze. Ed ora? Ella avrebbe capito? Avrebbe compreso tutto ciò?

    × Solo un amore vero è in grado di sconfiggere ogni cosa amico mio. ×

    Riikano. Egli non era morto, era sempre li con lui, in ogni istante, in ogni momento. Il pensiero del Re era il suo pensiero e quando quella voce emergeva dal profondo del suo essere era come se la stessa coscienza del ragazzo stesse parlando per lui. Serrò per un istante gli occhi, come a cercar di immaginare cosa sarebbe successo nel momento in cui ella fosse giunta, come avrebbe reagito? Ci volle un istante, pochi attimi ed ecco che quei sogni, quei desideri reconditi e profondi, che venivano direttamente dal suo cuore presero forma. La figura bella e stupenda che aveva fatto perder la testa al giovane si palesò innanzi a lui, correva lei, mentre amare lacrime rigavano le sue gote. Occhi lucidi. Perché? Per quale motiva ella doveva piangere? Tutto accadde in un solo istante, ella si getto tra le sue braccia, ancora singhiozzante e lui di rimando la strinse forte a se. Per la prima volta in tanti anni, da quando venne strappato dal grembo della madre tremò, non per paura, ma per felicità, era difficile spiegarlo, non se ne capacitava, ma era come se quell’abbraccio stesse generando in lui sensazioni mai provate, era tutto differente, era come se finalmente loro, dopo tanto lottare, potessero coronare un sogno: essere felici. Il mondo stesso in quel momento pareva essersi fermato, era come se in quel luogo, in quel preciso istante esistessero solo loro due.

    «Vorrei solo stare con te, essere felice con te. Ora te lo posso dire, mi sento vuoto lontano dall’unica persona che ho mai amato in tutta la mia esistenza. Ele … scusami per il male che ti ho fatto.»








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    i lasciava accarezzare dalle dita di Lelou mentre immersa in lui inspirava ancora il suo profumo, provando stavolta una tranquillità inaudita. Piangeva per le dolci parole di Gazka, e non per la tristezza, per la rabbia. Un pianto che differiva da tutte le lacrime che aveva versato sino a quel momento. Piangere per dolcezza, non ci aveva mai pensato prima, eppure lo stava facendo...Tutti i propositi irosi che aveva contro Lelou erano caduti nel momento stesso in cui l'aveva visto, bello come il sole, fra quei ciliegi.
    Sapeva che lui si era comportato con lei non considerando talvolta i suoi sentimenti, ma aveva imparato anche che non aveva avuto scelta...Lui infondo l'aveva fatto per proteggerla da tutta l'oscurità che si portava dentro.. Ciò che egli ignorava era che solo insieme sarebbero riusciti a sconfiggere il male che stava attanagliando il cuore di entrambi, ed era ciò che lei rimprovarava a lui. Non pensava, adesso, che lui l'avesse solo usata, semplicemente che non fosse riuscito a vedere che nel loro amore vi era la salvezza per entrambi.

    Avvertì il suo tremore e lo strinse con foga a sé. Lo stava consolando, lo voleva proteggere, voleva tenerlo vicina al suo cuore sempre, in ogni istante, per essere il suo muro, la sua stabilità, la sua roccia; forse prima non ci sarebbe riuscita, era troppo debole ma ora sentiva che poteva, anzi voleva, sostenere il peso di tutte le sue angoscie, condividere ogni sensazione con lui, consolarlo, appoggiarlo, nel bene e nel male. Che importava se era stato egoista in passato, Lelou era così, un ego smisurato racchiuso in un piccolo uomo; eppure era riuscito ad amare una donna con due anime e a conciliarle. Chiudere le sue ferite e l'amarezza del passato e abbattere l'orgoglio ferreo di lei...NOn era certo impresa da pochi.

    Appoggiò la sua fronte contro quella del ragazzo, guardò quegli occhioni blu, le sue difese caddero. Le loro labbra erano così vicine ma non si toccavano.


    Te lo chiedo per l'ennesima volta...dimmi che non te ne andrai.Ti amo troppo per lasciarti andare di nuovo. Ogni cosa mi ha condotto a te...Voglio solo sentire che questa è la fine.


    Gliel'aveva chiesto troppe volte ed erano passati così tanti anni, eppure la voglia di sentire quelle parole da lui era troppa. Ma una sensazione le era scivolata sulla schiena quando lo aveva visto nell'armatura di Libra, una scena, un dejà vu forse...Sentiva che il momento era arrivato, che entrambi avevano compiuto un ciclo e che questo cerchio si era finalmente chiuso, facendoli incontrare.
    La perfezione, sotto ogni punto di vista....Mancava solo la sua conferma
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  5. Lelou
     
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    Il tempo che scorre, pare mangiare ogni cosa. Eventi che sembrano lontani un’eternità eppure quanto tempo è passato da quando si incontrarono la prima volta? Da quando lui, col suo fare così arrogante la prese con se, volendola solo per se stesso? Sette, forse otto anni. Si, erano tanti gli anni trascorsi, eppure in un modo o nell’altro tutto poteva essere ricondotto ad un grande progetto, ad un qualcosa che trascendeva dalla loro volontà, come se tutto fosse già stato scritto. Era così? No. Lelouch sapeva bene che tutto quello che era successo, quel continuo lasciarsi e prendersi non era altro che frutto delle loro azioni, anzi a dire il vero delle sue azioni. Quanto avrebbe desiderato lui stare con lei sempre? Senza che il tempo, le guerre, quella maledetta maledizione impedissero loro due di vivere in maniera felice? Tanto, forse troppo e sapeva benissimo che quel desiderio reciproco di amore e di voglia di convivere le stesse esperienze, ma in fondo sapeva che non era stato possibile, anzi lui non lo aveva voluto. Già, la verità era proprio quella, lui s’era opposto con tutte le sue forze perché non voleva che ella soffrisse, aveva paura di se stesso, di quello che era. Come si può dare la felicità ad un’altra persona se non si è sereni?

    La fissava, con quelle iridi azzurre che esprimevano tutto quello che era la sua natura. Quegli occhi che tane volte, colmi di lacrime, avevano dovuto dire addio all’unica persona al mondo che egli aveva mai amato. Quegli stessi occhi che in verità maledicevano la sua stessa esistenza, ma in fondo era tutto inutile. La loro era come una corda che li teneva uniti e più essi cercavano di allontanarsi e più quella stretta si faceva forte. Quelle parole, ancora una volta gli veniva posta quella domanda, ancora una volta le loro labbra erano cosi vicine da potersi sfiorare. Lentamente il tremore che lo pervadeva stava svanendo come per incanto e una strana luce pareva irradiare il suo viso, come se ad un tratto tutto fosse più chiaro, come se la decisione ormai fosse stata presa.

    «Il mio cuore ti ha risposto tante volte Ele, ma sai gli eventi non sempre sono stati favorevoli a dire il vero, ma ora tutto è diverso. Io sono una persona diversa. Sì, direi che ormai sono arrivato. Non fuggirò più, non per questa causa, non perché credo nelle parole di quel bonzo da quattro soldi, ma semplicemente perché ti amo e solo con te al mio fianco riesco ad essere me stesso.»

    Lentamente le mani di lui si mossero, la destra carezzava il suo fianco, mentre la sinistra dolcemente sfiorava la sua guancia andando a carezzar il collo di lei e come se tutto ciò fosse naturale le labbra di lui catturarono quelle della sua compagna in un passionale bacio. Non un semplice gesto puramente fisico, dettato dalla bellezza travolgente di lei, non era quello, ma era qualcosa di molto più grande, un sentimento immenso, che ne uomini ne dei potevano controllare e giudicare: l’amore. Ne era convinto ormai, egli l’amava come non aveva mai amato nessun’altra e probabilmente mai nella sua vita sarebbe riuscito a provare una passione cosi grande e forte come quella che ora sentiva per lei. Prima che tutto quello andasse avanti, prima ancora che ella potesse rispondergli doveva dirgli una cosa, ella doveva sapere. Cosa? Beh che qualcosa dentro di lui era cambiato, che non era più quello di un tempo e comprendere in verità perché ora Lelouch si sentiva cosi certo che tutto potesse andare per il verso giusto.

    «Uhm, c’è una cosa che devi sapere. Nella lotta dei Vampiri contro i Draghi mi è successo qualcosa di molto particolare, diciamo sono stato in un luogo ove il tempo e lo spazio non passavano mai, dove un tuo giorno è equivalso a sette anni miei. In quelle occasione ricevetti il Talismano dei Re, ovvero il cuore di Riikano il Re dei Draghi.»

    Si allontanò da lei e alzando la maglietta strinse la parte ove stava il cuore e quando tolse la mano si poteva notare come un qualcosa di giallo, del color dell’oro, qualcosa che pulsava e brillava come se fosse vivo e pareva essere proprio quello che lui diceva, il suo cuore. Lo sguardo di Lelouch era serio ora, fissava la sua amata donna. Doveva saperlo, voleva che ella sapesse tutto di lui, senza segreti, iniziando in tal modo una nuova vita insieme.









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    Il bacio la avvolse completamente, e inerme lasciò che tutto il suo corpo si perdesse in esso. Era un'affermazione che voleva sentire da tempo ormai : stare per sempre accanto a lui, senza perderlo nuovamente, senza impedimenti di sorta, senza motivi politici che li separassero...Questa volta era differente da tutte le altre. Non avrebbero fatto l'amore per poi separarsi di nuovo, no, mai più. Per la prima volta avrebbero avuto la certezza di risvegliarsi insieme il giorno dopo, sotto lo stesso tetto.
    Lelou tuttavia sembrava avere molte cose da dire alla giovane, dopotutto vi era stata una guerra di mezzo, guerra alla quale entrambi avevano preso parte. Separarsi dal suo corpo caldo fu doloroso, lui si levò la maglietta per mostrarle ciò che le era successo: sette anni al di fuori del tempo e dello spazio, sette anni che erano passati per lei come un battito di ciglio! Istintivamente toccò quel cuore pulsante di vita, poi con dolcezza lo prese nuovament e fra le braccia, come a volerlo proteggere dal fresco esterno.

    Sette anni...E cos'hai fatto lì?Come hai vissuto?

    Gli fece queste domande conscia che lei non avrebbe potuto resistere un tempo così infinito lontano da lui. Lui invece era vivo, era sopravvissuto, ed era lì nuovamente di fronte a lei, quindi non l'aveva dimenticata affatto,sebbene lei avesse pensato spesso il contrario.

    Io invece ti ho odiato....Un vampiro di nome Malilith mi ha portato a detestarti, ma poi...Qualcuno è intervenuto, mostrandomi come avevi vissuto tu...Ho visto la tua vita con i miei occhi e tutto ciò mi ha fatto comprendere quanto in realtà tu volessi proteggermi...


    Baciò delicatamente la sua clavicola, mentre premurosa gli accarezzava la schiena. Parlò ancora a voce bassa nel suo orecchio, rivelandogli tutto ciò che aveva fatto durante quel tempo. La scoperta della verità, il soggiorno al Grande Tempio con Daya, la lotta contro la sua mente e la vittoria dell'amore su tutto.

    Ora siamo qui, io e te, solo questo conta...Non voglio lasciarti andare via, non più, e dovunque tu andrai io ti seguirò, dovesse costarmi la vita.

    Lo strinse forte abbracciandolo come se non dovesse proprio lasciarlo più andare via dal suo corpo.

     
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    Si poteva in qualche modo descrivere il rapporto che c’era fra quei due? Difficile a dire il vero. Lelouch ed Eleuteria erano due spiriti affini, questo lo avevano compreso da tanto, troppo tempo e questa era la verità. Non c’era molto da aggiungere. Negli anni si erano cercati, desiderati e respinti, come se volessero fuggire a qualcosa. In verità era Lelouch che in un modo o in un altro era sempre fuggito e questo egli lo sapeva bene, forse anche troppo. La ragione? Era da ricercare nel suo essere, negli eventi che in un modo o in un altro avevano fatto intraprendere percorsi strani. Un figlio di un Gold Saint che era fuggito da Atena con tutte le sue forze semplicemente perché non voleva essere come il padre, anche se in verità le cose non stavano proprio cosi, in verità alcuni agenti esterni avevano contribuito a smarrire quel ragazzo, che fin dalla tenera età di otto anni mostrava grandi potenzialità. Quello era Lelouch, un uomo che tramite le sue esperienze, che attraverso la sofferenza e la privazione finalmente era riuscito a trovare se stesso. Buffo per uno come lui, pensare che si sentiva vivo e realizzato solo quando stava con la sua amata. Forse in tutti quegli anni non aveva fatto altro che fuggire da se stesso, cercando di trovare in credo diversi la sua natura, quanto in verità la risposta era sempre stata li, a portata di mano.

    Sorrise ascoltando le parole della sua amata. Comprese come Riikano si fosse messo in mezzo a tutto quello mostrandole la sua vita. Già, che esperienza terribile doveva essere stata quella. Egli stesso aveva rimosso alcuni eventi perché eccessivamente dolorosi, ma se tutto ciò era servito, se tutto ciò era necessario, beh la cosa poteva anche starci. Non si sentiva di rimproverare il Drago, anche perché non ne aveva alcun diritto e in fondo, che ella sapesse tutto di lui era cosa che ci poteva anche stare, era o no la donna della sua vita? La strinse, la abbracciò ancora una volta. Non si capacitava nemmeno di come fosse stato possibile stare tutto quel tempo lontano da lei, ma una cosa era certa ormai, non poteva fare a meno della sua amata Ele. Questo era un dato di fatto e niente e nessuno avrebbe, in nessun modo, dire il contrario.

    «Pare che chiedere un poco di privacy è troppo … vieni con me amore mio.»

    Prendendola per mano la condusse in un luogo che conosceva lui. Quel posto creato appositamente per se stesso, per rilassarsi e basta, era un loco che nessuno conosceva, mai nessuno vi era stato. Ella era la prima persona che vi accedeva. Questo non voleva dire poco. I ciliegi in fiore rendevano quel luogo estremamente suggestivo. Un luogo perfetto per due innamorati. Il sentiero poco a poco si faceva sempre più stretto arrivando finalmente in corrispondenza di un piccolo ruscello. L’acqua era fredda e bassa, si poteva vedere quell’elemento limpido che scorreva veloce, tanto era chiara l’acqua di tale torrente che si vedeva il fondo delle stesso. Camminando ancora finalmente giunsero nel luogo dove la voleva portare lui. Uno scroscio d’acqua ed ecco che finalmente si scorge la piccola cascata, alta circa 5 metri, niente di particolare, ma dall’aspetto incantevole. Le rocce venivano bagnate e dolcemente erose dalla corrente, formando un bacino di circa 10 m², profondo circa 50 centimetri. Lelouch osservava la cascata e bisbigliando qualcosa alla sua donna gli rivelò un segreto.

    «Dietro a quella cascata vi è il mio universo, il luogo che uso per sfuggire dal mondo e da tutto quello di negativo che mi affligge. Vuoi farne parte?»

    Fece alcuni passi in avanti tendendo la mano a lei.










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    Non era cambiato affatto il suo Lelou, continuava ad essere il solito ragazzoegocentrico di sempre, lo stesso che con labbra tremanti l'aveva baciata su quella banchina di Asgaard molti anni prima. Era finito il loro peregrinare dunque? Era finito il suo inseguirlo in capo al mondo, ed era cessato il suo allontanarla da lui?
    Molte volte le erano venuti in mente dei versi del suo amato Shakespeare, quando aveva ripensato a quella loro assurda situazione.

    <<Apollo scappa e Dafne lo rincorre; la colomba insegue il grifone; la mite cerva corre ad afferrare la tigre. Vana corsa, quando la vigliaccheria ci insegue e la prodezza fugge>>

    Sorrise, ripensando a quando col suo galeone era andato a trovarlo nuovamente fra i ghiacci del nord poichè senza lui non poteva darsi pace: ed era sempre per lui che era approdata in Grecia, per seguire quella scia, quegli eventi che a lui l'avevano ricondotta, nel bene e nel male, al suo amore tanto tormentato. Odio, rabbia, aveva tentato di provare i peggiori sentimenti per levarselo dalla testa ma non le era riuscito, poichè rimembrava ancora il sentimento che avvertì nel suo cuore quella fredda giornata di ottobre leggendo nell'anima tutto il suo disperato amore per lei, malgrado lei fosse diventata a causa sua una spectre assassina.

    Ogni cosa mi ha ricondotto a te...Mi chiedi se voglio far parte del tuo universo? Tu già fai parte del mio da molto tempo.


    Detto questo afferrò la sua mano e s'avvicinò ancora di più a lui, come se non volesse lasciarlo andare via da lei un'altra volta.Cosa avrebbe fatto per stargli accanto per tutta la vita, non potevano esserci uomini o dei che avrebbero potuto separare Eleuteria dal suo Lelou, l'unica cosa che le aveva permesso di sopravvivere come un essere umano tutto questo tempo era il sentimento profondo e vero che la legava a lui. Non solo passione o infatuazione, ma qualcosa che andava nella dimensione ultraterreno, un legame inscindibile ed eterno come l'universo stesso.

     
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    «Si conosce di più l'amore attraverso l'infelicità che procura che per la felicità, spesso misteriosa, che diffonde nella vita degli uomini. »

    Un sorriso sul suo volto, chiaro segno della sua felicità. Sì, lo poteva dire, lo poteva gridare ad alta voce. Amava quella donna più di ogni altra cosa ed era felice di questo, in un modo che non poteva essere compreso; non gli interessava cosa avessero detto gli altri, in verità non gli importava di niente, l’unica cosa che contava era lei e lei soltanto. I suoi occhi erano persi in quelli di lei, nelle sue parole. Ogni cosa girava intorno a quella dannata ragazza. Era difficile spiegare come si era giunti a tutto questo, sinceramente nemmeno lo voleva sapere; l’unica certezza che egli aveva era che ormai aveva trovato se stesso. Cosa cercava ora? Nient’altro, semplicemente stare bene con la donna che amava, con l’unica in grado di farlo calmare, di farlo stare veramente bene. Egli era un ragazzo difficile e questo lo sapeva, ma ella riusciva sempre a farlo calmare, in ogni momento, in ogni istante della sua esistenza.

    «Vieni su, questo posto non lo conosce nessuno.»

    Prendendola per mano la condusse al di là della cascata. Attraversare quell’acqua gelida fu una sensazione indicibile, uno stretto all’altro sotto quelle fredde acque. Sembravano due bambini che giocavano, anche se in verità erano due persone che si amavano; era una scena degna di un film, due persone che si amano e si desiderano sotto una cascata. Egli la stringeva a se, pareva quasi non volersi staccare da lei: riusciva a sentire il calore del suo corpo, percepire le emozioni di lei perché erano le stesse che egli provava. Una passione bruciante che infiammava il suo essere in ogni istante. Sapeva che ella era la donna della sua vita grazie alle sensazioni che Eleuteria generava in lei. Passione, desiderio, voglia di averla in ogni momento, in ogni istante della giornata. Ormai non poteva immaginare nemmeno un solo istante della sua esistenza senza di lei, era come se una parte di se mancasse. Se ne vergognava? No, ormai non più, non temeva mostrarsi debole agli occhi di lei, perché era convinto che in fondo ella fosse parte di se e la cosa era biunivoca, ne aveva la certezza.

    Pochi passi ed eccoli finalmente giungere in quel luogo. Cos’era quel posto? Di cosa si trattava? Altro non era che un piccolo altopiano grande circa 30 m². Un luogo isolato e staccato da tutta la confusione e la mondanità di Atene. Una leggera brezza pareva accarezzare la loro pelle, facendo rabbrividire i due, che ancora bagnati stavano uno abbracciato all’altro, in una morsa piacevolmente lunga. Si scaldavano l’un l’altro in quel modo; non era il 15 di Agosto, ma pareva che ugualmente, il solo stare uno vicino all’altra, bastasse per vincere qualsiasi cosa, che essa fosse il pregiudizio, l’invidia o un freddo gelido, non aveva importanza.

    «Sento che potrei spaccare il mondo in questo momento amore mio, perché io voglio vivere la mia vita insieme a te e mettere in tal modo le basi per una nuova vita, la nostra vita. Ti va?»

    Beh, era ad occhio e croce una dichiarazione quella che il ragazzo stava facendo alla sua compagna, anche se in verità era difficile per uno come lui esternare completamente e con chiarezza quello che intendeva dire. Si, non era per niente semplice. Una cosa la si poteva dire, era tutto cosi romantico, loro due bagnati come due pulcini su una montagna dalla quale, dall’alto in basso si poteva vedere la città che aveva fatto da scenario al loro amore. Potevano vedere ogni cosa senza essere visti.









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    Amore, desiderio, passione - quali erano le parole per meglio descrivere quel sentimento che attanagliava il cuore di Eleuteria? Improvvisamente dal non avere nulla si era ritrovata ad avere tutto, una storia, degli amici, una casa, uno scopo, e l'amore. Si chiedette più volte se Lelou non fosse invero il filo conduttore di tutto quello che le era accaduto, se lui non fosse il responsabile di tutte le coise belle che erano capitate nella sua vita. Lui e solo lui era il filo che teneva unito il suo destino, e insieme erano qualcosa di inscindibili, due parti che giammai si sarebbero potute separare.
    Incantata lo guardava, come ipnotizzata dalla sua bellezza, quegli occhi azzurri che racchiudevano il cielo, ma come aveva fatto a non credere in lui? La prima volta che lei era andato a cercarlo fino ad Asgaard aveva sentito il suo cuore battere, quel cuore caldo e appassionato che amava con tutta sè stessa, ora ne ricordava chiaramente la sensazione...
    Un brivido freddo attraversò il suo essere, tenne gli occhi chiusi mentre si lasciava trasportare dalla corrente di passione che stava travolgendo i due. Avvertiva chiaramente i baci di Lelou sulla sua pelle, a tratti sembrava lui la volesse mordere, afferrare, tenerla stretta tutta per sé, sopraffarla, ma era solo voglia di stare assieme null'altro. Anche lei aveva sognato spesso di ritrovarsi con lui, non più come amanti fuggiaschi ma semplicemente come innamorati che si amano sotto la luce del sole, ma quello spesso era stato un sogno irraggiungibile, ogni volta che lei si avvicinava lui si allontanava da lei, un carosello durato troppi anni ormai. Ma ora che stava accadendo? I due finalmente avevano trovato la pace che desideravano, e se il fato avesse voluto sarebbe stato per sempre.

    Lelou...è semplicemente stupendo.

    Innanzi a loro vi era la caotica ma sempre eterna Atene, in quel luogo ove potevano scrutare la città intera senza essere visti. Un luogo ove Lelou aveva ritagliato per la sua amata un oasi personale...e come non amare quell'uomo? I brividi per il bagno sotto la cascata vennero cancellati dall'abbraccio serrato e sensuale del suo uomo, si sentiva una ragazzina, coi capelli umidi e l'affanno dal tanto baciarsi con il ragazzo che tanto le aveva fatto battere il cuore. Si appoggio al suo petto facendosi cingere da dietro, ascoltava le sue parole innamorate e non voleva credere che tutto questo stesse accadendo...Le ultime frasi pronunciate dal giovane la scossero profondamente, ella tremò, dalla gioia di prima il sentimento che provava era destabilizzante, cos'aveva appena detto Lelou? Lui che voleva passare tutta la sua vita insieme a lei?
    Elle si voltò, guardandolo con occhi sgranati, un'espressione allucinata ed incredula, come se in realtà avesse sognato quello che lui aveva detto poc'anzi.

    Tu..mi hai appena chiesto di trascorrere la mia vita....assieme a te?

    Eleuteria mantenne quello sguardo, non era spaventata, ma solo talmente felice da volerlo gridare ai quattro venti e non solo...Se non aveva frainteso, quella uscita dalla bocca di lelou era una proposta vera.Una dichiarazione di amore eterno.

    Cioè, tu vuoi veramente trascorrere il resto dei tuoi giorni con una psicopatica che ti assillerà con la sua gelosia fino al giorno della tua morte e anche oltre?! Lo sai in che casino ti stai mettendo?


    Ella ovviamente scherzava, ma il suo petto stava per esplodere dalla gioia incontenibile, lo tirò a sé, lo baciò con passione mentre lacrime stavolta di gioia bagnavano il suo volto fresco. Lo baciò come per togliergli il fiato, per minuti che in realtà parevano ore ed ore, si staccò solo per sussurrargli la sua risposta sulle labbra.

    Per dieci anni ho atteso questo momento...e finalmente ogni cosa, ogni minimo evento, mi ha ricondotto a te. Amore...facciamo in modo che il resto della nostra vita inizi al più presto e duri al più a lungo possibile...

    Lo strinse ancora, lasciandosi guidare dall'estasi di quel momento, invero mai aveva provato gioia più grande, e per un istante delle parole le tornarono alla mente, le stesse che aveva pensato anni prima quando si erano ritrovati, finalmente era il caso di dirlo...Sorrise.

    Hai aspettato che tutte le mie lacrime si trasformassero in gioia...



     
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    Poco alla volta tutto stava prendendo forma. Non si parlava ora di due destini separati, non si trattava di capire quale era il loro posto nel mondo, ma era cosa ben diversa. Dolce come mai prima d’ora, eccolo l’uomo che mai s’era rivelato prima d’ora. Dolce, incredibilmente legato a quella donna oltre ogni immaginazione, contro ogni aspettativa. Quale donna avrebbe atteso l’indecisione e i dubbi di un uomo per dieci anni? Solo una persona che provava verso di lui un sentimento immensamente grande. Quel sentimento era qualcosa di unico, nemmeno si poteva definire amore, perché sarebbe stato uno sminuire il loro legame. Erano legati da una corda che li teneva uniti e più cercavano di allontanarsi e più essa li stringeva, ferendoli nel profondo. In nessun modo tale lazzo poteva essere sciolto e l’unico modo che avevano per non soffrire era stare uno accanto all’altro, il più vicino possibile. Per la prima volta nella sua vita, la vicinanza di un’altra persona non lo soffocava, era anche da questo fattore – per lui fondamentale – che sapeva che ella era la donna che aveva atteso per tutta la vita. Si dice che gli uomini ci mettano più tempo delle donne per decidere e se questo era vero, ringraziava ancora una volta Riikano e il fattore stesso di essere stato sette anni in quel mondo, comprendendo prima di tutto, se stesso. Sorrise il ragazzo e soavemente le sue labbra, dolci e sensuali, andarono a solleticar quelle di lei ancora una volta. Sensazioni di puro appagamento, sia mentale che fisico. Corpi bagnati che si stringevano, quasi non volessero staccarsi per chissà quale ragione.

    «Amore mio, esattamente questo, dopo tanto tempo mi sono deciso, voglio stare con te per sempre»

    Lentamente il ragazzo si stacco – con non poca sofferenza – da lei e compiendo qualche passo in avanti andò a sedersi a circa due metri da lei. Lo sguardo era rivolto verso Atene e pareva osservare ogni cosa. Anche se il suo volto era indirizzato verso la città, la sua mente volava lontana, anni luce, ritornava indietro nel passato, a quando scoprì la verità sulla sua natura e sulla sua esistenza. Era titubante, non sapeva se rivelare o meno quel segreto che nessuno al mondo conosceva, forse solo Gazka ne era al corrente. Lo sguardo perso, poi lentamente dalle sue labbra uscirono alcune parole che avrebbero segnato per sempre la loro storia, ma d’altro canto era certo che quella rivelazione non avrebbe minato il loro rapporto.

    «Forse ti sarai chiesta perché il mio comportamento è sempre stato così assurdo no? In verità, prima che la nostra storia vada avanti è necessario che tu sappia la verità. La mia natura semi-divina, per quanto possa sembrare una cosa unica, altro non è che una condanna. La fusione di queste due essenze in un unico corpo concede si una forza immensa, ma lo stesso non è in grado di reggere una simile potenza per troppo tempo. La mia vita è destinata a finire. Questo cuore, che si scalda e si emoziona, batte con una frequenza dieci volte superiore a quella di un normale essere vivente. Per questo motivo, in ogni cosa che faccio ci metto tutto me stesso, per questo motivo mi godo la vita, perché non so, se quando vado a dormire, il giorno dopo mi rialzerò. Vuoi ancora stare con uno come me?»

    Rimase fermo in quella posizione, le mani che abbracciavano le sue ginocchia, e la testa poggiata sulle stesse. Mai prima d’ora s’era aperto in quel modo, ma in fondo era li con la persona che amava, cosa aveva da temere?










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    Così beffardo il destino che trasforma un momento perfetto nel peggiore degli incubi.
    Come reagire ora, quando l'uomo che ami, l'uomo a cui daresti tutta te stessa, ti dice che lui, come te, è destinato a morire di un male incurabile?
    Inscrutabile il volto di Eleuteria, l'espressione di gioia si è repentinamente trasformata in una smorfia di dolore, come se quelle parole l'avessero ferita nel profondo. ecco la risposta che aveva sempre bramato quindi, lui non l'aveva respinta perché non la ritenesse in grado di stare accanto a lui, ma semplicemente perché non voleva attaccarsi ad una persona che sarebbe stata condannata a disperarsi una volta che lui se ne fosse andato.
    Lo stringe a sé. Pensa a tante cose, pensa a tutte le cose che ha fatto per dimostrargli di essere all'altezza, Malilith, l'artiglio di Beliar, il Sacred Tournament, pensa poi al cancro che ha in testa, che ha ironicamente chiamato Gabriel. Lui non deve sapere, si ripete, come non deve sapere tutto ciò che ha fatto in funzione di lui. Lei sarebbe continuata a vivere per lui, nascondendosi nella sua ombra, sebbene la sua natura abbia dato prova di incredibile forza, forse paragonabile a quella di un Dio.
    Si rende nuovamente conto di tutto l'amore che prova, e di come abbia vissuto in funzione di questo...Vivere solo per amore, nonostante tutto, forse lui non può comprendere il senso delle parole che Eleuteria sta per pronunciare, stringendoselo al petto come se fosse un bambino. Nessuna bugia o falsa promessa, lei è fermamente convinta di ciò che dice, anche se trema e se dai suoi occhi sgorgano calde lacrime.

    Io non ho paura amore mio, perché non ti accadrà nulla finché cimi avrai al tuo fianco...
    Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
    Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore, dalle ossessioni delle tue manie.
    Supererò le correnti gravitazionali,lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
    E guarirai da tutte le malattie, perché sei un essere speciale ed io, avrò cura di te.
    Io sì che avrò cura di te.


    In silenzio, mentre il suo cuore batte sul suo, lo stringe ancor di più a sé, convinta che non gli sarebbe successo nulla poiché lei avrebbe fatto sempre il possibile per il suo bene.

     
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11 replies since 1/12/2008, 17:28   382 views
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