Un viaggio in Jamir per Daya della Vergine

ruolata per apprendere l'uso dei Talismani

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    ~Tutto si trasformò rapidamente attorno al giovane guerriero di Athena. Mentre sedeva rilassato e sereno accanto a quei simboli così pregni di significato il mondo mutò di colpo! Non vi era più la piccola stanza spoglia... vi era cielo sconfinato in cui dorati splendori sembravano voler dipingere con le loro scie l'aire attorno. Leste le parole di Tiresia vennero in soccorso di Daya per indicargli ove ora egli si trovasse.

    "Il cielo delle stelle fisse, qui vi sono i beati ovvero gli spiriti trionfanti, qui viene mostrato quale sia la soddisfazione di colui che ha trovato la beatitudine."

    ~Beatitudine! Dunque era qui ove le genti che avevano raggiunto la suprema illuminazione posavano i loro spiriti... qui e non altrove. Il cuore di Daya ebbe un sussulto, mai prima d'ora a qualcuno ancora 'impuro', qualcuno ancora con un corpo di carne e sangue aveva potuto osservare tale luogo! Attorno a loro poteva osservare una miriade di spiriti, mai ne aveva veduti di così lieti e calmi. In loro ogni non vi era la più piccola stonatura, sembravano parte di quel tutto eppur ancora manteneva la loro individualità, una loro essenza se vogliamo. Camminando assieme all'arconte per proseguire al successivo cielo Daya notò un'entità che vagava accanto a loro... sembrava solo eterea nella forma eppure quando il cavaliere focalizzò la sua attenzione su di essa acquistò una sorta di corporeità. Sembrava la figura diafana e delicata di una fanciullina, quanti anni poteva avere fosse stata 'fisica'? Forse non più di dieci. Daya fermò il suo passo per rivolgere la parola a codesta apparizione... dopotutto Tiresia non gli aveva vietato di farlo e certo non sarebbe accaduto nulla di male.

    -chi sei tu la cui forma ricorda una giovin fanciulla? Hai dunque raggiunto la beatitudine in età 'si tenera da viva? Invero mai avevo sentito di infanti già illuminati... ti prego. Che le tue parole possano portare luce e saggezza nel mio cuore ancor così materiale e umano...-

    ~La fanciulla che ovviamente fanciulla più non era produsse una sorta di vibrazione, accompagnata da una luce pura e immacolata che irradiò il volto di Daya.... nella testa del giovane risuonò cristallina la sua voce.

    °cavaliere che ancora combatti... quali parole posso io dirti? Raggiunsi la beatitudine all'età di otto anni, in una terra che da ere intere non esiste più... non nel mondo in cui vivi e da cui provieni. Non vi è limiti d'età per giungere alla perfezione... ogni vita che conduciamo nel mondo ci porta un passo più vicino al supremo traguardo. Prima di riuscire in tale impresa sono nata tante volte quante gocce vi sono nel più vasto dei tuoi mari... abbi fede e prosegui lungo il tuo cammino fanciullo dorato...°

    ~Terminato quel silente dialogo mentale la figura quasi evaporò innanzi agli occhi di un affascinato Daya. I suoi contorni sfumarono e la sua essenza ritornò fra gli splendori e gli altri spiriti di coloro che erano 'andati oltre'. Non seppe dire nulla il cavaliere, nemmeno quando l'angelico arconte gli chiese cosa si fossero detti con lo spirito beato... le parole divennero come pietra nella bocca del cavaliere. Troppo pesanti per poterle usare. Tale era l'effetto per uno spirito incarnato essere 'sfiorato' da un beato che aveva raggiunto la piena realizzazione. Silenzioso e con le parole della fanciullina conservate nel cuore gelosamente simile a tesoro prezioso, proseguì per il percorso che Tiresia gli indicava. Il cieco veggente si fermò quando raggiunsero la successiva tappa, un mondo totalmente differente da quelli visti fino ad ora! In tale cielo vi era solo un'immensa luce, una luce di una purezza ineguagliabile e incomprensibile! Daya si girò sbigottito verso Tiresia, aspettando con ansia la spiegazione della sua saggia guida.... ovviamente l'angelo non si fece attendere e le sue parole risuonarono generose nelle orecchie del saint.

    "Il decimo cielo, quello cristallino. Questo è il luogo della purificazione, qui l’anima viene inondata della potenza del divino, questo è solo un luogo di passaggio, per giungere infine all’Empireo!"

    ~Daya osservò codesto cielo, il decimo, con una visibile estasi in volto. Il suo essere venne quasi inondato della luce che permeava il cristallino mondo in cui si trovavano... provò una sensazione inebriante e al contempo dolorosa. Il dolore sembrava provenire dal collegamento ancora 'sì forte che possedeva con il proprio corpo materiale; gli sembrava quasi che il suo stesso spirito cercasse di fuggire dal corpo, attratto... calamitato dalla luce che lo inondava! Eppure non poteva ancora abbandonare il proprio essere incarnato; aveva ancora così tanto da fare nel mondo e per il mondo! Nuovamente delle lacrime fuoriuscirono dai suoi cerulei occhi... la gioia profonda di quella luce purificatrice era ben superiore al lieve dolore dell'essere intrappolato ancora nella carne.

    °...mai la mia mente aveva raggiunto una simile esperienza... mai il mio spirito si era levato così in alto! quale prodigio in codesta luce...°

    ~Ma oltre la sensazione di 'dolorosa' purezza che egli provava vi era qualcos'altro in quel luogo che non sapeva spiegarsi a parole. Non era fisico, non più degli altri cieli da lui visitati poc'anzi. Eppure ancor meno degli altri sembrava potersi definire davvero "luogo"! Era quasi una membrana, una sorta di velo che sembrava celare dietro se un mistero ben più grande... una luce ben più accecante e pura. Rivolgendo tale dubbio a Tiresia questi così rispose:

    "Ed infine, ecco l’Empireo. Esso non è limitato in dimensioni, ne costituito da materia, lo definirei piuttosto un luogo spirituale al di fuori dello spazio e del tempo. Esso è immobile, mentre tutti gli altri si muovono esso è fermo, diciamo che lo potremmo definire una sorta di orologio cosmico in grado di scandire le ere. Non ti chiedo di entrarvi, perché dovresti essere pronto per diventare un tutt’uno col divino. Daya ti senti pronto per raggiungere il Nirvana? Il “tuo” Nirvana?"

    ~Dunque erano realmente arrivati a capolinea. Fine del Viaggio. O si proseguiva o si? ...tornava indietro? Non poteva saperlo adesso Daya. E forse nemmeno gli interessava. La domanda di Tiresia gli stava risuonando in testa con la potenza di mille campane! Il Nirvana... un passo e gli sarebbe stato concesso di giungere al Nirvana! Certo è che non si era aspettato che quello strano viaggio riservasse una simile sorpresa alla sua fine... ma non era questo importante. Importante era dare una risposta all'arconte angelico: cosa avrebbe fatto il cavaliere d'oro di Virgo? Era davvero pronto? Pronto a giungere al Nirvana? Nirvana era la liberazione da ogni attaccamento materiale, dalle lusinghe delle forme e delle illusioni... nel Nirvana un vivente poteva dispensare saggezza e aiutare le genti a giungere al suo stesso livello. Il passo successivo sarebbe stato il Parinirvana, ovvero la morte definitiva... essa infatti coglieva chi fosse riuscito a risvegliarsi completamente.... l'esistenza in cui si giungeva al Nirvana era anche l'ultima da passare nel mondo materiale, invischiati nel ciclo del Samsāra. Rifletté a lungo su tale considerazione.... era davvero pronto a congiungersi col Divino? Abbracciare il Nirvana e... poi? La sua mente normalmente pacata e controllata era troppo caotica in quel momento! Decise di svolgere i propri pensieri simili a matassa di intricati fili rivolgendosi direttamente a Tiresia, usandolo come silente ascoltatore, pubblico discreto prima di essere forse giudice delle sue scelte.

    -nobile Tiresia... quale quesito mi poni di fronte! Alletti il mio spirito con la promessa del Nirvana... spirito che ho educato e guidato nella mia seppur breve vita proprio per giungere a quel traguardo che così lontano mi è sembrato ancora oggi... eppure eccolo qua! Il Nirvana a portata di mano... essere un unica cosa col Divino, con la luce universale che tutto muove e a cui tutto da vita! Per un umile monaco e guerriero quali sono forse è offerta fin troppo generosa... invero sono tentato, molto tentato da accettarla...-

    ~Si fermò un istante il giovane cavaliere, quasi a riordinare meglio i pensieri che avrebbero generato le sue prossime parole. Ora la mente era meno confusa, gli aveva fatto bene dare voce ai propri dubbi... sapeva che Tiresia non lo avrebbe giudicato per tale umana condizione. Sentiva in cuor suo di potersi fidare ciecamente dell'arconte sua guida. Dopo tale pausa le parole presero ad uscire con maggiore fluidità dalla sua bocca, intimamente aveva già fatto la sua scelta. Ora doveva solo esplicitarla...

    -...eppure... accettare il Nirvana potrebbe significare dover abbandonare questa vita e unirmi completamente alla luce che tanto abbaglia il mio cuore... ma così facendo abbandonerei le genti che ho promesso di salvare, i miei compagni che impavidi combattono per la Giustizia sulla Terra... mai potrei farlo. Se invece accettare il mio Nirvana significasse giungere al divino e poter tornare nel mondo materiale... beh comunque vorrebbe dire che questa esistenza per me sarà l'ultima sulla Terra. Nemmeno questa opzione è ancora accettabile... non chiedermi come lo so ma sono convinto che secoli, da millenni forse! ...i miei compagni ed io, cavalieri di Athena, torniamo a nuova vita per combattere le ingiustizie... mai abbandoniamo. Mai cediamo il passo! Dai tempi del Mito ad oggi noi siamo qui, pronti a lottare contro il Male... credimi Tiresia... preferirei dovermi mozzare un braccio o bruciare gli occhi che rinunciare alla Luce da te promessami...-

    ~Inspirò lentamente socchiudendo gli occhi. Di colpo si sentì molto più calmo e sereno... sapeva in cuor suo di aver fatto la scelta più giusta. Giusta non per se, non per un piccolo io egoista che portava ancora dentro; più giusta per tutti... per circa sei miliardi di individui che non avrebbero mai conosciuto il suo nome ed il suo valore... ma per i quali avrebbe donato la propria vita più e più volte, fintanto che il male e l'ingiustizia non fossero stati debellati... fino anche alla consumazione dei secoli se fosse stato necessario. Le sue ultime parole scivolarono fuori dalla bocca, un sorriso lieto e disteso e due occhi luminosi le accompagnarono:

    -...se tale promessa può portare a suddetti scenari allora debbo rifiutare amico mio. Il mio posto non è ancora nei cieli dissolto nel Divino. Il mio posto è fra gli uomini, ove il sangue scorre a fiumi in lotte cruente... ma dove il sorriso di un bambino o le lacrime di una madre possono avere quella stessa sconfinata bellezza dei cieli che mi hai mostrato...-

    ~Aveva pronunziato finalmente ad alta voce la propria decisione. Non sentiva più tristezza, più dolore... sebbene fosse al centro stesso della gloria ultraterrena ora il suo cuore anelava solo di tornare fra i propri fratelli e sorelle. Non soltanto di lotta dopotutto egli si occupava... era pur sempre un monaco. Quando non combatteva poteva dispensare insegnamenti e aiutare gli altri a purificare il proprio karma... no. Quella non era un'esistenza a cui era pronto a rinunciare.

    SPOILER (click to view)
    Bene, Daya ha fatto la sua scelta. Spero di aver ben motivato il perché di tale rifiuto. Attendo l'esito finale o meglio il verdetto di Tiresia in merito a tale rinuncia =)

     
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    Lo sguardo di Tiresia pareva impassibile, sorrideva osservando, col potere della mente, quello che stava accadendo, ascoltava con attenzione le parole del santo. Quel caro amico di Gaz, si non v’erano dubbi, quello era l’uomo più vicino agli dei. Nonostante la sua giovane età, in se portava una saggezza e una consapevolezza rari da trovare perfino negli angeli. Questo, in fondo, era quello che voleva comprendere, questa era la verità che stava cercando. Lentamente l’Arconte s’avvicinò all’uomo

    «Giovane Daya, ormai l’elevatore mentale può essere riaperto giovane amico mio. Quanto hai detto rispecchia la verità, semplicemente la tua verità. Il tuo animo, il tuo essere deve ancora dare ed espiare tanto sulla terra. Gli uomini, in verità, hanno bisogno di una guida. Ricorda solo queste parole, presto incontrerai un giovane degno di esser definito come “erede”. Non ti dirò altro, ma quando vorrai parlare con me, io sarò sempre pronto ad ascoltarti. Ora addio uomo, finché nel mondo, vi sono uomini come te e Gazka, la vostra specie va salvaguardata e protetta. Anche se vi sono un solo uomo giusto, quell’uomo sarebbe ragione di vita per sei miliardi di esseri viventi. Questa è una mia promessa. Mai leverò la mia mano contro la vostra specie.»

    Sorrise l’Arconte, mentre ad un tratto, tutto intorno a te muta per l’ennesima volta. Come per incanto ti ritrovi in quella saletta a prendere il tè con Gazka, il quale sorridendo

    «Di suo gradimento il viaggio?»

     
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    "Di suo gradimento il viaggio?"

    ~Queste le parole che accolsero Daya dopo le frasi di commiato di Tiresia... ancora non si era abituato a quei cambi improvvisi della realtà, eppure mai si sarebbe aspettato di ritrovarsi nella stanza da cui tutto era iniziato! Gli ci vollero alcuni istanti per comprendere se stesse sognando o avendo visioni... la realtà che aveva attorno sembrava quella conosciuta della dimora di Gazka. Ancora frastornato dal viaggio appena concluso bevve una sorsata di tisana, fortunatamente ancora tiepida... appoggiò con cura la tazza sul tavolino, fissando con un'espressione strana il viso del vecchio cavaliere d'oro di Ariete.

    -nobile Gazka... quale prodigio è mai questo? Sono appena tornato? Non me ne sono mai andato? Invero è ben strana ogni cosa che mi è capitata dal momento in cui ho deciso di seguirti fuori dalla tua dimora... dimmi ho forse sognato?-

    ~Lecito era il pensiero del giovane cavaliere d'oro, saggio ed illuminato ma certo ancora umano nelle sue più immediate reazioni. Si guardò attorno per sincerarsi che quanto lo circondava fosse realmente reale... toccò il tavolino, i cuscini sui cui era seduto... poi gli vennero in mente le parole di Tiresia:

    °Giovane Daya, ormai l’elevatore mentale può essere riaperto giovane amico mio. Quanto hai detto rispecchia la verità, semplicemente la tua verità. Il tuo animo, il tuo essere deve ancora dare ed espiare tanto sulla terra. Gli uomini, in verità, hanno bisogno di una guida. Ricorda solo queste parole, presto incontrerai un giovane degno di esser definito come “erede”. Non ti dirò altro, ma quando vorrai parlare con me, io sarò sempre pronto ad ascoltarti. Ora addio uomo, finché nel mondo, vi sono uomini come te e Gazka, la vostra specie va salvaguardata e protetta. Anche se vi sono un solo uomo giusto, quell’uomo sarebbe ragione di vita per sei miliardi di esseri viventi. Questa è una mia promessa. Mai leverò la mia mano contro la vostra specie.°

    ~Suonavano come una specie di tacita promessa, forse il viaggio da lui intrapreso nei cieli divini non era andato male... forse le sue scelte in quanto sue non si erano rivelate errate. In cuor suo sapeva di non meritare ancora l'ultimo cielo, troppo da fare sulla Terra... troppo Karma ancora espiare. Riflettendo su tutto questo sospirò socchiudendo gli occhi. Sperava che le parole del saggio Montone potessero alleviare quegli insidiosi dubbi che avevano aggredito il suo cuore subito dopo la fine del periglioso cammino...

     
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    «Diciamo che sarebbe un po’ troppo complesso da spiegare, i poteri e la forza di Tiresia trascendono perfino la mia comprensione delle cose, quell’Angelo è di una saggezza e di una forza uniche nel suo genere, tanto è grande il suo potere che taluni credono che in verità sia lo stesso Zeus, ma forse questa è solo una leggenda.»

    Gazka pareva radioso in volto, Daya aveva compiuto quel viaggio, lo stesso che tanti anni addietro aveva fatto lui stesso, quando per la prima volta s’era trovato a confrontarsi col divino Oracolo degli Dei. Sapeva che quell’esperienza in verità avrebbe cambiato la vita al custode delle dorate vestigia della Vergine, tanto più ora, che lui aveva preso la decisione di rimanere in Jamir come voleva l’antica tradizione. Hakurei e Mur prima di lui, quella era la strada dei maestri Muriani.

    «Comunque sia fratello, ora non ti serve altro, il potere di questi talismani non è più un segreto per te ormai, anche se in verità siamo andati ben oltre quelle che erano le mie aspettative e la cosa mi rincuora. Nel caso, un giorno, volessi parlare con Tiresia, basta che ti rechi a Delfi. Ora, amico mio, torna pure ad Atene, per troppo tempo il tuo tempio è stato senza di te.»

    CITAZIONE
    QM: Ok, direi che abbiamo finito caVo. Fai pure il post di chiusura intanto io porto in giudizio =P

     
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    ~Con attenzione ascoltò le parole di Gazka, parole che recarono non poco conforto al cuore del giovane cavaliere. Dunque era tutto vero, quel viaggio, quella saggezza.... la luce dei cieli e il lento peregrinare fra di essi. Sorrise Daya, sospirando lievemente e socchiudendo i cerulei occhi. Sarebbe stato un vero peccato che quell'esperienza così mistica e profonda fosse stata una mera illusione. Dentro di sé avvertiva un senso di pace talmente profondo da averlo provato raramente al di fuori dei patrii confini indiani... per la prima volta dopo molto tempo si sentiva completamente soddisfatto ed appagato.

    "...Ora, amico mio, torna pure ad Atene, per troppo tempo il tuo tempio è stato senza di te."

    ~Le ultime parole di Gazka lo riportarono bruscamente alla realtà. Era vero, non poteva permettersi il vezzo di una vacanza.... il suo posto era là ove si lottava. Aveva rinunciato all'ultimo cielo proprio a tale cagione, non poteva ora indugiare nell'ottima compagnia dell'anziano amico. Si alzò lentamente dallo scranno, aveva uno sguardo rilassato, sembrava andare oltre le umane cose, non capiva bene perché ma era certo di andarsene diverso rispetto a quando era arrivato. In silenzio issò sulle spalle il gold box, dentro di esso vi erano custodite le sacre vestigia e il cofanetto con i talismani.... fortunatamente non aveva mai dovuto richiamare l'armatura a protezione, sebbene difficile quel viaggio non era stato macchiato dalla minaccia della guerra. Osservò per un istante Gazka, tentando di comprendere quanto egli aveva sofferto per il bene di tutti loro... un piccolo inchino con la testa in segno di rispetto, le mani giunte in preghiera.

    -nobile cavaliere, non solo da Tiresia oggi ho ottenuto conoscenza e saggezza....la tua figura è indispensabile per i giovani saint che si apprestano a percorrere il sentiero della Giustizia... che tu possa vivere ancora a lungo per guidarci e sorreggerci, anche solo con le tue sagge parole.... addio amico mio.... un giorno sono certo che ci rincontreremo.-

    ~Terminato l'inchino e le parole di commiato il giovane cavaliere d'oro si apprestò ad uscire dall'abitazione di Gazka. Era tempo davvero di tornare a casa, casa! Era dunque finalmente riuscito ad indicare qualcosa con quel termine? La nave senza porto e senza soste che rappresentava la sua vita aveva trovato un posto ove attraccare? Forse si... o forse semplicemente aveva trovato la spiaggia sulla quale combattere per difendere la pace. In fondo un luogo valeva l'altro no?

     
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34 replies since 15/3/2008, 14:34   591 views
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