Un viaggio in Jamir per Daya della Vergine

ruolata per apprendere l'uso dei Talismani

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    God Warriors
    Posts
    13,473
    Location
    Tutto era morto...tranne la guerra

    Status
    GHOST

    «La risposta alle tue domande sta nel mezzo. Questo è un luogo che non esiste, non fa parte di queste montagne eppure se ti volti indietro puoi ancora vedere la mia dimora. Questo è uno dei tanti segreti che da generazioni noi ci tramandiamo… questo è il tempo dei tre.»

    Non aggiunse verbo alcuno. Sorrise nel pronunciare quelle parole. Non un verbo, non una frase in più. Rimase fero ad osservare il suo compagno di casta. Era incredibile, il suo volto, per un istante, era apparso sorpreso e il tono di voce non nascondeva ciò. Buffo in fondo che una cosa simile riuscisse a scuotere anche la dorata Vergine.

    Si voltò ancora verso il tempio, li grazie alla guida del Vicario egli avrebbe trovato la forza necessaria per gestire quel grande potere che la dea Atena gli stava concedendo. Il ruolo del Montone d’Oro? Quello di sempre, essere una guida. Questo aveva sempre fatto e questo avrebbe continuato a fare fino a quando i dei non avrebbero deciso il contrario. Era fiero di Daya, contento dell’opportunità che la dea della Guerra de della Giustizia gli stava offrendo.

    «A te la scelta mio giovane compagno. Vogliamo proseguire? Io sarò la tua guida, ma non potrò mai e in nessun caso intervenire, questo percorso lo devi compiere con le tue mani e solo giunto alla fine sarai in grado di utilizzare questi sigilli. Bada bene, una volta varcata quella soglia non sarà possibile tornare indietro.»

     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Full Metal Inside

    Group
    Administrator
    Posts
    16,036
    Location
    » Genova

    Status
    GHOST

    ~Daya ascoltò attentamente le parole del vecchio guerriero del Jamir... lentamente intanto si riappropriava del proprio autocontrollo. Non era da lui rimanere stupito per troppo tempo. Il suo sguardo vagò un istante sul tempio che aveva innanzi... sembrava reale ed irreale al medesimo tempo; Daya si chiese se tutto ciò era già scritto nel suo destino da sempre... questa ennesima prova che l'attendeva... sarebbe stato capace di superarla? Si rivolse a Gazka fissandolo negli occhi direttamente.

    -nobile amico non è mio uso ritornare sui miei passi... io vado solo avanti...-

    ~Si voltò quindi nuovamente verso il tempio osservandolo come rapito. L'ariete lo avrebbe davvero condotto al suo destino? Sarebbe stato all'altezza dei futuri compiti? Non poteva saperlo questo... il suo sguardo non poteva andare oltre il momento presente, non per la sua stessa vita almeno. Senza volgersi indietro parlò nuovamente a Gazka, esortandola a proseguire.

    -coraggio mia guida! Accompagnami al mio destino... osservami riuscire o fallire... -

    ~Avanzò quindi verso il tempio non attendendo oltre. Sapeva che Gazka lo avrebbe seguito, il vero viaggio era appena cominciato.

     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    God Warriors
    Posts
    13,473
    Location
    Tutto era morto...tranne la guerra

    Status
    GHOST


    image

    «L’anima è di origine divina ed il corpo è una tomba (swma, shma) in cui essa è precipitata in seguito a una colpa primordiale, la distanza che separa la prigione oscura del corpo dalla sede beata a cui l’anima anela di risalire si può abbreviare e sopprimere soltanto a prezzo di una espiazione, purificatrice, di una catarsiz.»


    Una voce interruppe il dialogo tra i due, o meglio pose termine alle domande del giovane santo. Una giovanile figura apparve innanzi a Daya. Benché le sue iridi violacee parevano trasmettere una certa luce era palese ch’egli era cieco. Già, la vista era un senso di cui non disponeva da molto tempo, ma di certo quello che ora il santo della Vergine si chiedeva era probabilmente chi fosse questo misterioso individuo dal cosmo sconfinato, pari a quello di Gazka e dalla pace interiore che trascendeva anche la comprensione stessa di Daya.

    «Nobile Tiresia dunque se ne occuperà lei d’ora in poi? Bene, attenderò il ritorno del mio compagno.» Poi rivolgendosi a Daya «Segui Tiresia, l’Arconte degli Angeli di Zeus.» Non aggiunse altro, si voltò svanendo nel nulla.

    Per contro l’Arcangelo rimase fermo, pareva poter scrutare il custode della sesta casa, era come una sensazione strana, come se egli potesse veder dentro l’anima altrui, una sensazione che probabilmente mai il santo aveva avvertito, anzi era sempre stato il contrario.

    «Prima di proseguire oltre figlio di Atena è necessario che tu comprenda l’essere di noi Angeli, tu sei il guardiano dei sei mondi dell’Ade, io colui che veglia sugli undici cieli che conducono al divino, nove di essi sono mobili e solo due di essi sono fissi, ma bada bene, raggiunger l’Empireo è pura follia per le anime empie, spero solo che il tuo animo sia abbastanza puro da sopportare tutto ciò.»

    Terminate quelle parole una luce pervade le membra del santo e in quel momento pare avere inizio il lungo viaggio verso quello che era il suo destino, verso quella che era la “grande prova”.

    CITAZIONE
    Sfera di Fuoco: L’accesso al regno divino, un globo di fuoco, ove eterne fiamme incessantemente bruciano, passando attraverso essa, lo spirito del malcapitato verrà straziato, e gli sembrerà di bruciare, fiamme eterne che non smetteranno mai di ardere, l’uomo è impuro e solo il fuoco divino può purificarlo.

    CITAZIONE
    Note: Ora dovrai superare tutte le prove di Tiresia, ti citerò uno ad uno tutti i passaggi. Non prenderli alla lettera, ma cerca di comprendere il significato stesso delle prove che l’Arconte ti mette innanzi, mi raccomando Aldo voglio un lavoro coi fiocchi, ho scomodato perfino Tiresia :asd:

     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Full Metal Inside

    Group
    Administrator
    Posts
    16,036
    Location
    » Genova

    Status
    GHOST

    ~Era dunque inziato. La sorpresa nel vedere quell'essere celeste fu grande, mai aveva percepito nella sua seppur breve vita un cosmo di tale possanza e purezza! Trascendeva ogni cosa di cui Daya serbava ricordo, mai niuno aveva scosso in cotal modo il santo della vergine, amico o avversario che fosse. Prima che potesse replicare in un qualche modo una luce iniziò ad avvolgere le sue membra, spoglie dell'armatura... il primo istinto fu quello di richiamare la propria armatura, l'unica difesa in suo possesso! Ma le parole dell'arconte risuonarono nella sua mente... riferimento al suo spirito... alla sua purezza.

    °no... se è il mio spirito ad essere giudicato l'armatura non servirà a nulla...°

    ~Ebbe solo il tempo di formulare questo pensiero prima che la luce mutasse in fuoco, fuoco che non sembrava toccare le sue carni anche se forse sarebbe stato meglio... esso iniziò a bruciare l'animo stesso del santo, fitte di dolore pervasero il suo essere nei più intimi anfratti. Prima fu dolore, semplice e acciencate dolore. Poi lentamente iniziò a succedere una cosa invero strana... nella mente del cavaliere presero a scorrere ricordi della sua vita, ricordi abbandonati o troppo distanti. Per primi si affacciarono piccoli eventi, senza nessun nesso logico fra loro... poi velocemente le visioni iniziarono a vorticare nella mente del giovane.... da gesti apparentemente innocui riaffiarono eventi sempre più tristi e cruenti. Battaglie, lotte, guerre senza fine... quando mai vi aveva partecipato??? Erano forse ricordi che provenivano da esistenze passate? Ad ogni ricordo una fitta di dolore causata dal fuoco dilaniava il suo spirito... patimento. Patimento per i propri trascorsi? Era dunque un giudizio quella a cui era sottoposto? Poteva nelle sue innumerevoli esistenze aver accumulato un tale debito karimico? Si accasciò a terra dal dolore... vermiglie lagrime presero a scorrere dai suoi cerulei occhi.

    -non è possibile... così tanto dolore... sono stato causa di così tanto dolore... io... l'uomo più vicino agli dei... quale salvezza posso portare... se serbo in cuore così tanti peccati...-

    ~Le parole fuoriuscivano a fatica dalla sua bocca mentre il fuoco lo avvolgeva. Continui ricordi vorticavano nella sua mente... ora era ben chiara la loro natura. Ogni peccato... ogni singolo peccato di cui si era macchiato veniva portato a galla da quel fuoco vendicatore e giudice. Daya era stremato dal dolore... mai il suo spirito aveva conosciuto una simile morsa di dolore, mai aveva dovuto patire una simile sofferenza. Poi per un istante un differente ricordo venne a galla, simile ad una istantanea, una fotografia sbiadita e ingiallita... i suoi monaci, la gente del villaggio... quelle persone per cui aveva dedicato la sua vita, quelle persone percui aveva deciso di combattere. Quel dolce ricordo portò un sorriso sulle sue labbra storpiate dal dolore... si rese conto in quel momento di aver dimenticato di ricercare lo scopo di quella sofferenza, di quei peccati.

    °...per loro... io ho fatto tutto questo per loro... non è privo di significato.. non è....°

    ~Il dolore richiese nuovamente la sua attenzione, ma sebbene l'intensità non fosse diminuita ora Daya lo subiva con uno spirito differente. Era dunque l'ultimo giudizio quella che stava subendo? Probabile... si era macchiato di una infinità di peccati ma almeno aveva ricordato il motivo per cui se ne era fatto carico!

    -per i miei figli... gli uomini... solo un padre può farsi carico di tutto ciò... per il loro bene... per loro!-

    ~Gridò quelle parole con quanto fiato aveva in corpo.... poi il dolore raggiunse la sua punta massima e per un istante lungo un'eternità il mondo si spense dipingendosi di nero.

     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    God Warriors
    Posts
    13,473
    Location
    Tutto era morto...tranne la guerra

    Status
    GHOST

    «Gli uomini, le persone esistono perché collegate agli altri e al mondo giovane Daya.»

    L’arconte poteva chiaramente percepire quello che egli stava provando, come quella sfera di fuoco stesse portando a galla i ricordi del suo passato. Vite passate, pene ancora da espiare. Per quanto potesse essere puro il suo animo in quel momento, il fatto stesso ch’egli ancora non si fosse unito al divino era segno palese che il suo ciclo non era ancora concluso. La sfera di fuoco aveva solo fatto emergere tutto ciò.

    Silente la mano destra dell’Arcangelo prese con forza la mano del santo. Un sorriso sul suo volto, segno che in fondo quella prova era stata superata. Già. Pochi, anzi nessuno prima d’ora era stato in grado di superare quella barriera. Questo non grazie alla sua forza, no di certo, quanto alla consapevolezza che lo stesso aveva raggiunto. Rimembrava l’Arconte l’ultimo custode di quelle vestigia. Già, Ascanio.

    «Non dobbiamo farci carico dei nostri errori o della sofferenza del mondo giovane cavaliere di Atena, dobbiamo vivere questa nostra esistenza come riteniamo più opportuno in quel dato momento. La reincarnazione stessa è in se, chiaro segno che ancora non abbiamo raggiunto l’illuminazione necessaria per ascendere al cielo. Non basta una sola vita a compiere l’espiazione e l’anima è condannata a trasmigrare di corpo in corpo, in una successione di vite che ritorna in se stessa come un circolo : il cerchio della generazione - cucloz thz genesewz - che gira inesorabilmente, come una ruota, la ruota del Destino - thz Moiraz trocoz -»

    Quelle parole furono chiare, come a voler, in qualche modo rincuorare il ragazzo che si portava dietro in quel viaggio. Erano solo all’inizio e non poteva nemmeno immaginare cosa sarebbe successo, quali prove avrebbe dovuto superare, ma tutto ciò era necessario.

    «Passiamo oltre. Questo è il primo cielo, quello della Luna, uno dei nove cieli mobili. Quivi risiedono coloro che non adempirono ai voti e che vennero strappati con violenza.»

    CITAZIONE
    I Cielo della Luna: In questo cielo risiedono coloro che non adempirono ai voti, coloro che vennero strappati con violenza, attraversarlo questo stadio, significa subire ciò che essi hanno subito, un senso di aberrazione e di vuoto pervade l’animo del malcapitato, come se stesse sprofondando in un vuoto cosmico, rimorso e insoddisfazione per non esser riuscito a raggiungere gli obbiettivi che si era prefissato.

     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Full Metal Inside

    Group
    Administrator
    Posts
    16,036
    Location
    » Genova

    Status
    GHOST

    ~Da quel buio profondo lo strappò la mano dell'arconte, una mano carica di caldo cosmo che voleva lenire il dolore dell'animo del giovin guerriero. A tale nobile e amorevole gesto fecero seguito le confortanti parole dell'essere che simile Virgilio guidava un fin troppo giovane novello Dante nell'inferno delle sue imperfezioni umane. Gli espose il significato più profondo della reincarnazione, la rinascita che vita dopo vita portava un essere a riaffacciarsi nel mondo; era esatto... il meccanismo che guidava tale processo mirava a permettere ai mortali di purificare il proprio karma vita dopo vita per arrivare ad essere abbastanza puri da raggiungere l'illuminazione e con essa la liberazione ultima da quel ciclo di sofferenze chiamato Samsāra. Eppure non vi era solo questo, non per Daya; in quell'istante ricordò una fatto importante, una promessa fatta in un lontano tempo, molto lontano... una promessa fatta alla dea Athena, una promessa davvero? Forse non era una promessa... era più... un'alleanza? Si, questo ricordava. Avevano stretto un'alleanza, Lui che non aveva bisogno di dei, Lui che aveva raggiunto la pienezza dell'Essere... aveva stretto un patto con Colei che mirava a proteggere quegli stessi esseri che considerava suoi figli: la razza umana. Tutto ciò rincuorò il ragazzo, ricordare un fatto 'si importante lo fece rialzare, pronto ad affrontare la successiva prova che veniva illustrata dall'arconte.

    "Passiamo oltre. Questo è il primo cielo, quello della Luna, uno dei nove cieli mobili. Quivi risiedono coloro che non adempirono ai voti e che vennero strappati con violenza"

    ~Senza indugiare il cavaliere d'oro mosse il passo verso la direzione indicata dal sacro guerriero di Zeus. Era determinato a procedere senza guardarsi indietro, poteva solo avanzare, indietreggiare o arrendersi non era contemplato. Mai poteva sapere che con un semplice passo avrebbe fatto svanire tutto ciò che gli era attorno... un passo, un singolo passo e tutto fu buio e vuoto attorno a lui. Daya si guardò in giro, incapace di orientarsi, privo di qualsiasi punto di riferimento.

    -Tiresia! ma dove....-

    ~Le sue parole si persero nel vuoto. Sembrava non esservi aria in quel luogo eppure i suoi polmoni sembrano funzionare... quale prodigio era mai questo? Poi qualcosa squarciò quel buio, dapprima una forma non comprensibile, poi ciò che assomigliava ad un volto umano smunto e straziato apparve accanto al giovane indiano. Ad esso ne fece seguito un altro, poi un altro ancora ed infine il nulla si colmò di quei volti di uomini e donne straziati da un dolore veramente atroce. Le loro grida sorde presero a risuonare nella mente di Daya, erano urla di dolore, sentimenti di biasimo e delusione. Mille voci gridarono nella sua mente le loro insoddisfazioni, venne letteralmente investito da una frustrazione talmente vasta e variegata che persino il suo essere, normalmente solido e controllato, vacillò. Quanti erano? Non riusciva a capirlo.... troppi. Coloro che si erano persi a causa dei voti mancati... coloro che non avevano potuto o voluto mantenere promesse, coloro che non erano riusciti a realizzare gli scopi che si erano prefissati... forse per negligenza, forse per poca volontà. Eppure erano tutti lì, pronti a riversare su Daya il dolore e l'oblio che da un tempo infinito essi stavano provando. Era come essere dilaniati dal nulla, come se dopo aver avuto la mente sconvolta da disumane e sorde urla... si venisse squarciati dal di dentro da un vuoto così puro, così annichilante che il proprio essere non possa assolutamente resistergli. Per un istante interminabile il cavaliere d'oro ebbe la netta sensazione di rischiare di annullarsi con loro, che se fosse stato straziato dal loro dolore avrebbe aumentato le loro fila.... quanti voti avrebbe rotto infatti se il suo viaggio fosse finito così? La promessa di proteggere le genti, l'alleanza con Athena, il dovere nei confronti del Santuario e dei suoi guerrieri... i suoi monaci abbandonati in India dopo la sua investitura. No, di certo no poteva finire così... non così, non con quei rimpianti, con quei rimorsi. Ma cosa poteva fare? Semplice invero... immerso in quel dolore aveva per un attimo dimenticato cosa egli era: un saint! E cosa poteva mai fare un saint se non bruciare la propria vita e il proprio cosmo? Inspirando profondamente iniziò a far ardere quel potere così grande, così immenso eppur così umano! Una dorata luce avvolse il suo essere facendo volare in alto i suoi capelli che si pervasero di quella stessa luminescenza.

    -basta! anche adesso invece di tentare di strapparvi da questo oblio aspettate che altri facciano ciò che voi non siete riusciti a fare... anzi peggio... riversate su terzi quel disprezzo che non provate per altri che voi stessi! Io non posso cedere, ma non posso nemmeno lasciarvi così... porterò un po di luce in questo mondo di tenebra... KARMAA NAM!!!!!!!!!!!!!!-

    ~Ponendo le mani nel mudra Uttarabodhi e facendo rifulgere il proprio cosmo Daya fece apparire la ruota del Dharma dietro di sè, nel tentativo di spazzare via quell'oscurità e al contempo di riuscire a strappare alcuni dannati da quel tedio infinito...


    CITAZIONE

    ~Karmaa Nam » Frutti karmici
    ~
    Attacco ad area (Mistificazione Illusoria + Danni Spirituali) - Qualsiasi essere vivente ha generato almeno una volta nella propria esistenza un karma negativo da espiare. Ispirato da tale credenza Daya creò questa tecnica con lo scopo di far espiare ai propri nemici tale karma, colpendoli con il proprio brillante cosmo. A tutti gli effetti essa sembra un'esplosione di luce che può investire una certa area (determinata dalla potenza del cosmo del Saint) e dare l'illusione a chi ne è soggetto di purificarsi l'animo: una sorta di dolore necessario. Per realizzare tale tecnica Daya espande il proprio cosmo ponendo le mani nell'Uttarabodhi Mudra_[+]: dietro di lui vorticante appare la ruota del dharma che inesorabilmente irradia con i suoi raggi l'area d'effetto. Chi viene investito da tale luce (parte dell'illusione anch'essa) subirà danni spirituali a seconda della differenza di potenziale col saint e delle sue capacità difensive.
    Nota: la riuscita dell'illusione non influenza l'effettiva riuscita dell'attacco spirituale, essa serve solo a giustificare l'eventuale dolore come una punizione necessaria per i propri peccati.


    SPOILER (click to view)
    ok. in pratica uso il Karmaa Nam per cercare di far espiare ad alcuni di questi 'dannati' il loro Karma. Sarà impossibile salvare tutti ma Daya non poteva esimersi =)
    Visto che avevo un po di libertà ho immaginato questo cielo nero e vuoto, rappresentante i sentimenti di coloro che vi sono rinchiusi ^^

     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    God Warriors
    Posts
    13,473
    Location
    Tutto era morto...tranne la guerra

    Status
    GHOST

    "Amico mio, spesso quello che tu vedi è semplicemente ciò che tu vuoi vedere. La verità è da ricercare ben oltre, comprendere il dolore e la sofferenza degli uomini e farsene carico. Tu tempo addietro facesti una promessa, ricordatene sempre giovane Daya"

    A quel punto tutto pare mutare come per incanto. Vedi chiaramente Tiresia camminare nel vuoto, ma non usa ali o altro, non avverti nessuna percezione cosmica che possa in qualche modo farti pensare ch'egli stesse adoperando poteri speciali, nulla di nulla. Egli semplicemente cammina nel vuoto. Come è possibile? Tu ti trovi su di una colonna che pare estendersi nel vuoto senza che possa esserci una fine, sei li, solo con Tiresia che pare avanzare.

    "Ora dovrai percorrere la via che ti farà passare tramite i cieli di Mercurio e Venere. Queste volte rappresentano l'amore. Il primo l'amore per la fama e la gloria, il secondo invece l'amore in tutte le sue forme. Devi comprendere esattamente, Daya come poter oltrepassare queste due prove, come giungere oltre. Quando sei sicuro di te, quando hai compreso in cosa consiste tale prova seguimi senza timore, segui colui che vide Atena priva di indumenti e da allora divenne il "cieco Oracolo degli Dei"

    Tali parole paiono volerti indicare qualcosa, ma è chiaro che devi comprendere da solo in che modo oltrepassare quella prova. Una volta che hai compreso come superarla segui pure Tiresia. Cosa importante non pensare di "volare" o usare la levitazione. Solo compreso cosa si nasconde dietro a questi cielo potrai "vedere" la via.


    CITAZIONE
    II Cielo di Mercurio: In questo cielo risiedono coloro che si distinsero per l’amore, la gloria e per la fama terrena, chi passa attraverso cielo, passare attraverso questa volta, rappresenta il privarsi dei beni terreni, futili motivi di lite e di odio, l’inutilità di essi, che deviano l’uomo da quella che deve essere la sua ricerca di avvicinamento al divino.

    III Cielo di Venere: In questo cielo risiedono coloro che si distinsero per l’amore in tutte le sue forme, l’amore fraterno, per i poveri e per la persona amata, questo passaggio pone lo spirito innanzi alla verità, in questo cielo lo spirito deve essere purificato dalla lussuria, che occulta la mente dell’uomo, per una ricerca di appagamento fisico, infatti in questo cielo l’uomo viene privato di ogni piacere fisico, avvicinando la sua anima al divino.

     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Full Metal Inside

    Group
    Administrator
    Posts
    16,036
    Location
    » Genova

    Status
    GHOST

    ~Dopo che la tecnica fu lanciata il mondo parve fermarsi per un istante.... nulla accadde e tutto fu sospeso nel buio. I dannati con i loro lamenti sparirono e solo la voce dell'arconte spezzò quel nulla così palpabile e avvolgente... sagge le parole che rivolse al giovane Daya, parole cariche di profondi significati ben chiari nel cuore e nella mente del cavaliere d'oro della sesta casa. Ma non fu questo a sbalordire Daya, non l'improvvisa sparizione del cielo della Luna, bensì il fatto che ora si trovasse su di una colonna dall'altezza infinita e che Tiresia camminasse nel vuoto senza utilizzare alla parvenza potere alcuno. Sospeso a quel modo l'angelo di Zeus incitò il santo di Athena a prepararsi per superare i successivi cieli, quelli di Mercurio e Venere.... ma prima di procedere doveva avere ben chiaro che il suo essere fosse pronto per tali prove e soprattutto... doveva raggiungere l'arconte che si definì come il cieco Oracolo degli Dei. Possibile che non lo avesse notato prima? Eppure ora era così palese! Quell'uomo aveva gli occhi velati! Eppure sembrava che tale handicap non minasse in alcun la sicurezza e potere che egli emanava. Daya lo osservò a lungo, osservando al contempo il vuoto che colmava la distanza fra loro... seppe dentro di se di non poter fluttuare o utilizzare altri espedienti... Tiresia non lo stava facendo, egli era li. In piedi. Solido e fermo, sospeso nell'aire... come poteva fare tutto ciò?

    -...i cieli di Mercurio e Venere, l'amore per la fama e la gloria e l'amore più generico e vasto... eppoi raggiungere quell'uomo, quell'uomo cieco e sospeso nel nulla... come posso mai fare?-

    ~Stanco di sprecare ulteriore tempo Daya decise di sedersi un instante nella comoda e confortevole posizione del Loto per meditare sul da farsi. Decise prima di tutto di assecondare la richiesta di Tiresia, ovvero di comprendere come passare le prove che i prossimi due cieli gli avrebbero sottoposto. Per primo il cielo di Mercurio, il cielo di coloro che in vita si distinsero per l'amore e la gloria terrena... se questo cielo funzionava come i precedenti di certo esso serviva a purificare o addirittura punire i mortali che troppo avessero indugiato in tali sentimenti. Socchiuse con forza gli occhi per ricercare quella calma interiore che gli permettesse di riflettere. L'esperienza durante quel breve viaggio con l'arconte gli aveva insegnato che anche lui, seppur vicino all'illuminazione e ritenuto un bodhisattva reincarnato aveva in seno peccati e colpe... quindi nel successivo cielo egli avrebbe scoperto che quei sentimenti così effimeri e materialistici erano presenti anche in lui? Poteva egli covare l'amore per la gloria... l'ambizione? Quando fin da piccolo aveva iniziato quel percorso iniziatico che lo aveva condotto così lontano non aveva forse fatto voto di rinuncia alla mondanità e ai beni terreni? Poteva dopo tutto quello che aveva conquistato, fatto.... poteva e...? Un lieve sorriso increspò le labbra del giovane. Ecco lì, il peccato nascosto in semplice considerazione. Conquista, gesta... senza volerlo si stava inconsciamente vantando del suo operato mondano, delle sue nobili azioni atte a salvaguardare la pace del mondo. Eppure nemmeno il loro nobile scopo poteva giustificare quel sentimento nel suo cuore.... inspirando ripensò al giuramento fatto durante l'iniziazione monastica. No, seppur guidato dall'amore per l'equilibrio e la giustizia non poteva farsi vanto di quanto aveva compiuto. Se voleva proseguire doveva spogliarsi di ogni sentimento inutile e impuro. Non importava quanto avesse combattuto, quanto avesse lottato.... doveva tornare a quella purezza iniziale che lo aveva condotto nel lungo cammino della sua vita.

    °...nuovamente colpevole°

    ~Eppure tale pensiero non lo rattristò, anzi! Provò un profondo senso di pace nell'aver smascherato un sentimento così fallace e pericoloso. Capì quanto fosse stato facile da bambino rigettarlo, all'epoca non aveva compiuto ancora nessuna grande ed eroica impresa, ci si poteva liberare del nulla con estrema facilità... ma di qualcosa che invece si possedeva per davvero? Era questa la liberazione finale che il Maestro gli aveva trasmesso. Approfondendo ancora di più la concentrazione decise di passare quindi al secondo cielo, quello di Venere. Sempre di amore esso trattava anche se di amore più vasto... Daya non aveva mai conosciuto l'amore di una fanciulla nel corso della sua giovane vita, egli quindi era lontano da quella passione che aveva condotto molti, fra uomini e donne, alla rovina. Eppure Egli non era immune all'amore... era amore ciò che provava per i propri monaci, per i propri compagni di lotta... un amore puro e fraterno, lindo da passioni violente o rabbiose... eppure in esso si celava comunque un desiderio fugare e fallace al contempo. La voglia di rivederli, di poterli abbracciare, proteggere.... guidare! Non era forse ne più ne meno che mero possesso quello che egli segretamente provava? Possesso. Causa primaria di dolore. Dal possesso deriva l'attaccamento, dall'attaccamento l'avidità, dall'avidità il dolore per ciò che inevitabilmente prima o poi si perderà. Una lagrima scese dall'occhio sinistro del giovane 'si profondamente immerso in se stesso; aveva trovato nuovamente una falla in quell'apparente perfezione che era il suo spirito... per un attimo rivede il volto di tutti coloro che amava, un volto sorridente, carico di speranza per il futuro. In quell'istante capì che non poteva farsi carico del loro futuro, poteva guidarli, aiutarli, ma prima o poi avrebbe dovuto lasciarli andare per la loro strada. Il karma era insondabile perfino per un illuminato come Daya, non poteva comprendere davvero ogni cosa... il destino degli uomini era di proprietà esclusiva degli uomini stessi. Solo la compassione, un sentimento puro e distaccato, poteva celarsi nel cuore di un individuo che mirava al divino... compassione per ogni singolo essere vivente senza il bisogno così umano e incompleto di avere con esso un contatto o un legame.

    °... quanto sono stato arrogante in questa mia vita... lungo il sentiero ancora da percorrere per me....°

    ~Per un attimo quella parte ancora così umana del suo essere gli fece dolere il cuore in modo indicibile; fu un attimo, seguito poi da una profonda quiete interiore. Sapere di avere un problema è il primo passo per risolverlo dopotutto. Forse non era ancora giunto a piena maturazione ma la sua decisione non era stata indebolita da quelle tristi scoperte.... riaprì gli occhi quindi, per levare lo sguardo su Tiresia, sua guida in questo divino viaggio dell'essere. Una guida cieca... una guida cieca che non aveva timore di camminare nel vuoto... adesso veniva infatti il problema maggiore. Raggiungerlo. Un cieco. Un cieco che poteva trovare una strada negata alla sua vista... poteva forse...

    °ma certo! se è la sola vista che mi fa credere impossibile raggiungerlo allora me ne priverò... se un cieco può giungere così lontano allora come tale io muoverò i miei passi...°

    ~Si rialzò con decisione il giovane custode della sesta casa, ritto in direzione di Tiresia. Strinse i pugni con forza, lo attendeva una prova enorme, forse la morte o addirittura la dannazione. Poco importava, doveva comunque muoversi, non poteva arretrare, poteva solo avanzare.

    -eccomi Tiresia, arconte dei cieli, ho scrutato il mio animo e compreso quali falle potessero scoprire i cieli verso cui mi porti... non so nemmeno se riuscirò a proseguire o se fallirò durante le prove... eppure so che il prossimo passo che muoverò sarà in tuo onore...-

    ~Senza attendere oltre serrò gli occhi cerulei, portando avanti la gamba destra per muovere un passo oltre il bordo della colonna su cui si trovava... un passo che avrebbe potuto scaraventarlo nel vuoto dei cieli....

     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    God Warriors
    Posts
    13,473
    Location
    Tutto era morto...tranne la guerra

    Status
    GHOST

    Tiresia silente osserva l’uomo, lo scrutava nel profondo dell’animo, in un modo tale da non poter essere compreso. Costui era diverso da tutti gli esseri umani incontrati fino ad ora. La purezza del suo animo quasi faceva tenerezza all’Arconte. Una tale vicinanza al divino era lodevole per un umano. No, Tiresia non poteva essere definito un angelo come tanti altri, arrogante e denigratore della specie umana, ma qualcosa di molto differente. Egli in ogni essere senziente cercava di comprendere la sua essenza, carpirne la natura e scovarne i lati più oscuri. Doveva ammettere però che quell’uomo era diverso. Gazka per quanto potesse essere un uomo degno di sedere al fianco degli Dei era diversi, per certi versi impuro, ma questo, mai, aveva impedito all’Arconte di vedere “oltre”. Si compiaceva di Daya, si, decisamente era soddisfatto di lui, anche se la strada era ancora lunga e tortuosa.

    «Non ti stupire giovane amico mio se la mia cecità non è una menomazione per me. Tu stesso ti privi temporaneamente di tale senso in certe occasioni. Ho compreso, nel corso degli anni, che è possibile vedere con la forza del cuore. Guarda con il tuo animo, scoprirai che il mondo che ti circonda è ancor più bello e vasto di quanto possa apparire. La vista invero, limita le tue percezioni.»

    Tali frasi mai erano state rivolte a nessun uomo, ma chi meglio di Daya poteva comprendere quelle parole? Rimase in attesa, comprese come il santo avesse superato tali prove e il miracolo di li a poco si compì. Il giovane pareva camminare nel vuoto senza l’ausilio di potere alcuno proprio come stava facendo il cieco. Incredibile a dire il vero, ma la spiegazione di tutto ciò stava in quella prova. La purezza del cuore rendeva gli esseri viventi leggeri e capaci di superare qualsivoglia ostacolo.

    Ad un tratto tutto mutò, sospesi nel vuoto nulla v’era intorno a loro, un vuoto siderale che pareva esser quasi un limbo, un luogo privo di spazio e tempo. In esso parevano splendere due mezzi soli. Una metà da una parte della volta e l’altra metà nell’emisfero opposto. Uno di essi era giallo, l’altro era nero, ma entrambi parevano emanare un calore che andava a colpire e intaccare proprio l’animo altrui, ma non era aggressivo, tutt’altro.

    «Questi sono i cieli del sole, uno è il riflesso dell’altro. Essi rappresentano il sapere, la conoscenza in tutte le sue forme. Questi cieli non sono da espiare, ma semplicemente servono per farti comprendere alcune cose. Quello del riflesso in particolar modo. La conoscenza oscura volta al bene, ma bada bene di non perder mai la retta via, solo la “luce” può guidarti nelle tenebre più oscure.»



    CITAZIONE
    IV Cielo del Sole: In questo cielo risiedono gli soiriti dei sapienti, qui risiedono coloro che vissero nella continua ricerca del sapere da trasmettere ai posteri e che si prodigarono per portare la conoscenza tra gli uomini, in questo cielo vi è la condanna dell’ignoranza, e l’esaltazione della ricerca del sapere, solo la conoscenza è in grado di aprire le menti e lo spirito e farci comprendere cosa si cela oltre il terreno.

    IV Cielo del Sole Riflesso: In questo cielo risiedono coloro che cercarono il sapere, ma a differenza del precedente, la loro ricerca fù indirizzata ad un potere oscuro, ma non per brama di potere ma bensì per contrastare il male, solo coloro che abbracciarono le tenebre restando puri e agendo sempre per il bene trovarono la vera beatitudine, in questo cielo all’anima vengono mostrate le tenebre più oscuro, l’eterno oblio, la fine che farebbe se le sue azioni continueranno seguendo una via errata.

     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Full Metal Inside

    Group
    Administrator
    Posts
    16,036
    Location
    » Genova

    Status
    GHOST

    ~Miracolo! Poichè di questo senza dubbio si trattava... il suo piede sporto nel vuoto non trovò una rovinosa caduta bensì fu come trattenuto da invisibile forza che gli permise di raggiungere il cieco angelo senza pericolo alcuno. Solo quando gli giunse accanto e udì le sue parole capì che non era potere ciò che lo faceva camminare nel vuoto ma bensì il suo stesso cuore mondato dalla corruzione... esso era forza ben maggiore, perfino paragonato al potere delle stelle! Poi nuovamente si operò una trasformazione attorno ai due uomini; il vuoto prese il posto del cielo, un vuoto siderale in cui spazio e tempo parevano non esistere. Solo due soli risplendevano in esso, eppure a ben guardare non erano integri... erano esattamente la metà di un sole, forse originariamente uniti, ora galleggiavano in quel nulla separata e lievemente distanti.

    "Questi sono i cieli del sole, uno è il riflesso dell’altro. Essi rappresentano il sapere, la conoscenza in tutte le sue forme. Questi cieli non sono da espiare, ma semplicemente servono per farti comprendere alcune cose. Quello del riflesso in particolar modo. La conoscenza oscura volta al bene, ma bada bene di non perder mai la retta via, solo la “luce” può guidarti nelle tenebre più oscure."

    ~Lesta arrivò la spiegazione di Tiresia. Dunque erano i soli della conoscenza... nei suoi studi arcani Daya li aveva sentiti nominare ma pensava si trattasse di mera metafora la loro descrizione! E ora erano qui, innanzi a lui.... visibili in un tutta la loro possanza.

    -molto bene Tiresia... finora mi sono fidato di te e sono certo che non debbo temere nulla dalle tue parole... ora guardami con gli occhi del cuore. Segui questa ennesima prova a cui mi sottopongo e sii testimone del mio cammino....-

    ~Fece alcuni passi in avanti per avvicinarsi a tali fenomeni... passi. Ben strano camminare nel vuoto eppure sapeva inconsciamente che poteva farlo. Infatti, sebbene con lentezza, egli si riuscì a muovere in direzione delle due contrastanti metà, lasciando Tiresia alcuni passi indietro.

    °dunque ecco la conoscenza in tutti i suoi aspetti... nulla da espiare dice l'arconte... solo da apprendere. Ma può davvero venire in mente ad un animo nobile di utilizzare nere arti per il bene? Che dicotomia estrema...°

    ~Gli occhi cerulei del giovin guerriero si posero sulle due metà... inconsciamente o meno la sua attenzione fu immantinente catturata dalla prima metà, quella luminosa. Ci vollero pochi istanti perchè i suoi bagliori carichi di promesse rapissero completamente l'attenzione del santo della Vergine; promesse di sapere infinto essi trasportavano, un sapere mirato alla completa esaltazione dell'essere, un sapere atto a distruggere quella stessa ignoranza che incatenva gli esseri viventi nell'eterno ciclo del Samsara. Gli occhi di Daya presero a lagrimare quasi senza ragione, non di pena ma di gioia; gioia per quel sapere così completo e totale e così vicino! Quando mai era stato così prossimo a comprendere davvero ogni cosa? Poi un lampo di luce interruppe quel silente piacere... la sua stessa immagine prese forma innanzi a quel sole, era in tutto e per tutto identico a lui, eccetto per l'armatura che era di un bianco candore.

    °io sono te Daya della Vergine... sono la parte luminosa del tuo sapere... ma solo la metà dell'insieme io sono....°

    ~L'effimera figura puntò quindi un dito di bianco ammantato vero la meta riflessa del sole... gli occhi del giovane seguirono l'indicazione e rapidamente come per la metà luminosa si persero nel suo riflesso più oscuro. I bagliori che emanava quel sole erano ben strani; luminosi eppure oscuri... quasi una non luce o la sua negazione... eppure di buio non si trattava. Daya fu rapito da una nuova promessa di conscenza... grazie ad essa egli sentiva che avrebbe potuto piegare il male stesso ai suoi voleri! Si vedeva padrone dell'oscurità, sovrano deciso che dissipava le tenebre afferrandole con le sue stesse mani... sotto di lui la razza umana non avrebbe più patito il male, sotto di lui non avrebbe più avuto paura dell'oscurità poichè dietro ad ogni ombra vi avrebbe trovato la luce di Daya. Il cavaliere si dovette afferrare il capo che quasi stava per esplodere dal dolore... che visioni terribili avevano attraversato la sua mente! Mai si era anche solo lontanamente sognato di vedersi in vesti simili... quando i suoi si riposero sul sole riflesso vi trovò innanzi un'altra figura che ripeteva le sue sembianze. Era l'immagine speculare dell'altra, solo l'armatura invece di essere di un bianco candore era grigia e spenta. La figura gli parlò come la precedente.

    °io sono te Daya della Vergine... sono la parte riflessa ed oscura del tuo sapere... ma solo la metà dell'insieme io sono....°

    ~E anche questa indicò la sua controparte con il dito; ora vi tre Daya in quel luogo... il suo vero io difronte alla rappresentazione della conoscenza che avrebbe potuto acquisire. Cosa doveva comprender da tutto ciò? Osservò la prima; il candore dell'armatura gli feriva quasi gli occhi abbagliandoglieli... eppure emanava una purezza che potva essere sinonimo solo di Verità e Giustizia. Osservando invece la seconda figura poteva percepire un potere ancora più grande, un potere che avrebbe comunque richiesto un prezzo troppo alto al suo spirito. Prima che potesse articolare un solo pensiero le due figure presero a parlare simultaneamente.

    °devi decidere chi fra noi dovrà accompagnarti verso l'altro, poichè non vi può essere luce senza ombre e viceversa.... bene e male sono relativi, ideazioni dell'uomo per giustificare il proprio animo. Scegli: illuminare l'ombra grazie alla luce o portare l'ombra alla luce per dissiparla?°

    ~Dopo aver posto il proprio quesito le due immagini si zittirono attendendo la risposta di Daya. Dunque egli non poteva rinnegare nè la luce nè l'ombra riflessa... doveva comunque passare attraverso entrambe per giungere alla conoscenza ultima. Ma quale era il giusto percorso? Portare la luce verso l'ombra? Oppure avvicinare l'ombra alla luce... entrambe le scelte sembravano avere il medesimo risultato eppure vi doveva essere qualche differenza. Rimase in silenzio con gli occhi serrati per alcuni istanti... non sapeva cosa scegliere... poi come fulmine a ciel sereno gli vennero in mente le ultime parole di Tiresia.

    °...solo la “luce” può guidarti nelle tenebre più oscure.°

    ~Che fosse un suggerimento ben più profondo e significativo quello che gli aveva dato l'arconte? Provò a fidarsi nuovamente di quell'essere così ultraterreno e saggio... affidarsi ad un cieco... suonava quasi ironico! Eppure quell'uomo aveva dimostrato di saper vedere ben più lontano di chi la vista la possiede. Riaprendo gli occhi pose lo sguardò su entrambi i figuri, pronto a dare la propria risposta.

    -ho deciso... che sia la luce a guidarmi verso le ombre! Che sia mio cicerone il lato luminoso e ospite quello riflesso... se è l'unico modo per ottenere la conoscenza sono disposto a farmi carico di tutto ciò...-

    ~Per un istante lungo un'eternità le immagini speculari di Daya parvero congelarsi, ferme ed immobili, silenti specchi del suo animo. Poi un nuovo lampo di luce le avvolse entrambe! Quando la luce si dissipò non vi era altro che un'eterea immagine del giovane indiano, privo di armatura, più vecchio forse ma con la medesima luce nel viso. Sorridente egli era... sebbene nell'aspetto differisse poco i suoi occhi erano molto più maturi, più saggi... quasi fossero carichi di sapienza che Daya ancora non aveva conosciuto.

    °hai fatto la tua scelta... a prescindere da essa tu sarai sempre il risutato delle parti che ti compongono... la conoscenza ha tempi lunghi... non sarai esente dall'attendere il tempo giusto giovane guerriero di Athena....°

    ~La figura vibrò come se fosse stata scossa dall'interno, poi l'ennesimo lampo di luce disperse la sua forma ed i suoi contorni... rimasero solo i due Soli a metà e la presenza silente di Tiresia alle spalle del giovane. Aveva egli operato la giusta scelta per il proprio futuro? Avrebbe davvero raggiunto quella piena consapevolezza del tutto? La conoscenza universale che i due soli gli promettevano... sarebbe stata semplice chimera o realtà un giorno? Il cavaliere d'oro della sesta casa si rivolse all'arconte, come sempre egli avrebbe sentenziato un verdetto, certo era che sarebbe stato imparziale e giusto come sempre.


    SPOILER (click to view)
    Molto bene. Ho deciso di immaginarmi così i due cieli della sapienza =) diciamo che Daya opera la scelta di come arrivare alla sapienza finale... il risultato, anche se fosse negativo, sarebbe sempre e comunque lui. A Tiresia decidere se ha fatto la scelta giusta ^^
     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    God Warriors
    Posts
    13,473
    Location
    Tutto era morto...tranne la guerra

    Status
    GHOST

    Lo sguardo di Tiresia traspirava di ammirazione, per certi versi, quell’uomo aveva una forza d’animo incredibile e quel lungo viaggio lo stava facendo maturare ancora di più, forse quel viaggio avrebbe permesso al giovane umano di avvicinarsi sempre più all’illuminazione. L’Arconte poté assistere a quel dialogo, quello “scontro” con le sue due parti. Tale cielo era grande e spesso metteva a nudo l’essere degli uomini anche più puri. Tale era stata la prova, non patimento ma scelta, in fondo gli uomini tutti i giorni dovevano scegliere, ogni loro azione era una scelta e una rinuncia a dire il vero. Egli aveva scelto la luce, tramite essa avrebbe dissipato le tenebre. Si, quella era la sua missione e invero l’Arcangelo era felice di tale scelta.

    «Amico mio, la scelta è tua, non ve n’era una corretta o una errata. Entrambe erano corrette e entrambe erano errate, ma ora entreremo nel Cielo di Giove, esso rappresenta la giustizia, tanto cara alla tua dea. In esso risiedono i giusti.»

    Quel cielo pareva assomigliare a quelli che si possono notare in tutte le iconografie del tempo moderno. Un regno bianco, regnato da nuvole, dove argentei splendori volteggiavano nell’aree. Una scritta essi andavano a formare:

    Diligite iustitiam qui iudicatis terram

    «Amate la giustizia voi che giudicate il mondo. Quello che vedi la invece, proprio alle tue spalle è il cielo di Marte, esso è destinato a coloro che ebbero fede, sempre e comunque, mettendo in gioco la loro stessa vita. Ora ti trovi tra due cieli, ma non devi scegliere, semplicemente comprendere. La fede e la giustizia, valori che negli uomini sono forti e radicati. »

    CITAZIONE
    V Cielo di Marte: In questo cielo risiedono coloro che combatterono e morirono per la fede credendo sempre in modo incondizionato, qui viene messo a dura prova lo spirito del malcapitato, solo una fede incrollabile può condurre l’uomo verso la salvezza, unica luce guida benevola che può avvicinare al divino, senza essa la perdizione totale senza ritorno e senza speranza.

    VI Cielo di Giove: In questo cielo risiedono gli spiriti dei principi saggi e giusti; essi appaiono come luci che volano e cantano, formando lettere luminose che compongono la frase «Diligite iustitiam qui iudicatis terram» (cioè "Amate la giustizia voi che giudicate il mondo"), la sete per la giustizia, sentimento puro che illumina il cammino degli uomini, viene mostrato cosa ne sarebbe di un mondo e della propria vita se non vi fosse la giustizia, immagini terrificanti di soprusi (per coloro che sono di allineamento buono) o viene infusa nello spirito la beatitudine e i sentimenti positivi di pace e giustizia (per coloro che sono di allineamento malvagio), portando anche al collasso dell’anima in alcuni casi.

     
    Top
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Full Metal Inside

    Group
    Administrator
    Posts
    16,036
    Location
    » Genova

    Status
    GHOST

    Diligite iustitiam qui iudicatis terram

    ~Questa era la scritta che nell'aire veniva formata da argentei bagliori... Daya ascoltò attentamente le parole di Tiresia, come sempre il suo cieco accompagnatore si dimostrava cicerone efficace quanto sintetico. Evidentemente l'arconte non amava lo spreco di parole e Daya non poteva dargli torto... la gente aveva comunemente il vizio di parlare fin troppo, dicendo la maggior parte delle volte cose inutili e senza senso... le parole dovevano essere invece soppesate ed esposte con criterio.

    -sospeso fra Fede e Giustizia... suona quasi ironico non trovi nobile Tiresia?-

    ~Daya sorrise all'arconte, la sua ovviamente era semplicemente una battuta, non voleva essere offensiva o priva di garbo. Gli occhi cerulei del giovane si posarono sul cielo che aveva innanzi, quello di Giove... quello della Giustizia. Giustizia. Parola usata fin troppo con secondi fini che del nobile intento in essa contenuto avevano poco a che fare... ma egli stesso non era forse uno di coloro che si ergeva nel mondo a proteggere la Giustizia? Se non avesse raggiunto la piena illuminazione un giorno sarebbe finito anche lui in quel Cielo? Fra i giusti?

    °quanta arroganza che nascondo... credo già di essere meritevole di tal luogo...°

    ~Sorrise il giovane cavaliere socchiudendo gli occhi. A volte era dimentico della sua umana natura... perso nei ricordi di vite passate ed esperienze mistiche non ricordava sempre che la sua attuale forma era quella di un giovine di appena 18 anni. Così poco esperienza del mondo egli aveva! Tornò a fissare i motivi argentei di quel cielo, la pace che esso irradiava.... Giustizia. Era per essa che aveva stretto il patto con Athena tempo addietro... per proteggere quella parola carica di così tanti significati! Forse vi era un significato ed un modo differente di pensare alla Giustizia per ogni singolo saint, per ogni essere umano! Per lui la giustizia da preservare era soprattutto la possibilità di lasciare alle umane genti la libertà totale di scegliersi il proprio destino, financo la distruzione totale.. ma libere di farlo da sole senza interventi divini non richiesti! Era questa la Giustizia con la g maiuscola che egli proteggeva... vi era ovviamente il desiderio di non permettere al debole di essere sopraffatto dal forte... però per una persona che era conscia del karma e del ciclo di rinascita questo passava quasi in secondo piano. Daya vedeva ben oltre le sofferenze e i patimenti temporanei di una singola esistenza; molti o quasi tutti non capivano che vi erano patimenti ben più grandi, patimenti che a causa del karma si protraevano per cicli e cicli di rinascite... una sofferenza breve permetteva di espiare quel karma e forse rendeva più pura una persona. Ma un errore ripetuto costantemente... quella era la vera dannazione. L'inferno dantesco in confronto era un parco dei divertimenti confrontato con essa! La missione che sin da infante Daya si era prefissato era salvare tutte le genti dal giogo del Samsāra, liberarle dalla perpetua catena che li obbligava a rinascere e soffrire. Questa era la missione, questa la Giustizia che egli proteggeva... pensare a ciò gli fece voltare le spalle per osservare il cielo di Marte, quella della Fede. Inevitabile collegamento in fondo...

    °Fede... altra parola abusata dagli uomini...°

    ~Il cielo di Marte... dunque era lì che finivano coloro che erano morti per ciò in cui credevano. Mai caddero nel dubbio, mai ebbero perplessità! Sempre avanti, sempre fedeli ai loro ideali... quanto era adatto il giovane chiamato Daya ad un tale luogo? Fede. Problema invero non semplice per lui definire il significato di Fede... unico fra tutti i cavalieri egli non aveva la sola fede cieca verso Athena a guidarlo.... no. Lui, ed i suoi predecessori prima di lui, aveva stipulato un patto, un'alleanza con la dea... ma non poteva dirsi suo cieco seguace. La sua fedeltà più assoluta la doveva al suo Maestro, al Buddha che con i suoi insegnamenti e la sua voce lo guidò nei primi anni della sua giovane vita.... a Colui che ricercò la via della Liberazione fidando unicamente nell'Uomo e nelle Sue potenzialità. Si era questa la vera definizione di Fede che egli poteva dare... eppure non poteva negare di provare un legame simile anche con Athena. Dopotutto era lei a fornirgli la protezione delle stelle per permettergli di lottare, di combattere per ciò in cui credeva.... già. In fondo era proprio così.... non solo nel pensiero ma nel cuore stesso egli era uomo diviso a metà, fra Cielo e Nirvana... fra divina essenza e umana forza. Eppure non si sentiva incompleto o imperfetto... altri avrebbero avuto grossi problemi a 'gestire' una simile dualità ma non lui, no Daya, non il cavaliere d'oro della Vergine. Vagò con gli occhi prima su di uno poi sull'altro cielo... silenziose lacrime scesero dai suo bei occhi... lacrime di gratitudine divise fra la Giustizia che gli permetteva di lottare e la Fede che gli permetteva di.. vivere! Molti degli esseri viventi semplicemente esistevano, si trascinavano... ma lui! I suoi stessi compagni! Essi potevano con la forza dei loro cuori spaccare la terra e dividere i cieli! Potevano fare la differenza in un mondo caotico e in preda ai bisogni di divinità malvagie e arroganti... si. I saint di Athena erano vivi! Vivi in ogni atomo che costituiva il loro corpo, la loro essenza! Girandosi verso Tiresia gli regalò il più luminoso dei suoi sorrisi, quello che i monaci chiamavano il sorriso del Buddha, il sorriso del Risvegliato.

    -angelo dei cieli, non posso spiegarti il perché di queste lacrime... posso solo ringraziarti per avermi mostrato questi cieli e attraverso di essi avermi fatto vedere ancor più da vicino il mio stesso cuore...-

    ~Non aggiunse altro, non ve n'era bisogno con Tiresia... l'arconte sapeva guardare ben oltre le umane condizioni, il cieco saggio certamente avrebbe compreso gli intimi movimenti del cuore del giovane cavaliere d'oro... in fondo quelle lacrime provenivano letteralmente dal suo cuore ricolmo di rinnovata gioa, i 'velati' occhi dell'Angelo certamente avrebbero veduto la loro reale essenza tramite la ben più profonda vista del cuore.

     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    God Warriors
    Posts
    13,473
    Location
    Tutto era morto...tranne la guerra

    Status
    GHOST

    «Non devi ringraziarmi uomo. Cerca, nella tua breve esistenza, di non perdere mai la luce che ti sta guidando. Questi cieli, possono alleviare i patimenti e mostrare la via, ma come in tutte le cose vi è il rovescio della medaglia. Nemmeno i cieli e noi angeli, per quanto ostentiamo la nostra immortalità e purezza, non siamo veramente puri in senso assoluto. La perfezione si anela, non si raggiunge.»

    Silente l’essere dell’arconte che pare essere ancora al tuo fianco rimane fermo e immobile nella sua posa. Solo il braccio destro viene mosso, dall’alto verso il basso, il palmo rivolto verso l’alto, pare afferrare qualcosa, come se stesse prendendo un telo o qualcosa di simile e alzar lo stesso, come per svelare qualcosa. Un gesto simbolico il suo a dire il vero, ma in tal gesto v’era una ritualità sconosciuta a Daya. Avrebbe potuto intuire, oh questo era certo, ma ancor non possedeva quel sapere che era proprio di Tiresia. Egli era colui, che nel regno dei cieli, meglio di chiunque altro impersonava la continua ricerca del sapere, la spiritualità e la meditazione. Ad un tratto i due si trovarono in un mondo differente. Pareva una stanza di dimensioni ridotte, dove una strana luce azzurrina irradiava quel luogo. V’erano alcuni oggetti in quel sito, un rospo, una tartaruga e quella di un uomo in meditazione, simboli che rappresentavano quei cieli che stavano visitando ora.

    «Saturno e il cielo della Vita, meditazione e liberazione dello spirito. Questi sono cieli a me cari, mostrano la via maestra che sempre mi ha accompagnato. Solo con l’ascetismo, la ricerca del divino possiamo staccarsi dalla materialità, rappresentata dall’empietà dei Titani, tali per le loro azioni, e raggiungere il Divino Zagreo, colui che da uomo divenne dio, capretto cadde nel latte.»


    CITAZIONE
    VII Cielo di Saturno: In questo cielo risiedono gli spiriti di coloro che passarono la loro vita nella contemplazione e nella meditazione, unica via verso il divino, l’anima a poco a poco si sta avvicinando al divino, perdendo coscienza e memoria.

    VIII Cielo della Vita: In questo cielo vi sono gli spiriti di coloro che donarono la loro vita inneggiando alla vita e considerarono la morte solo un passaggio, impavidi professarono il culto della liberazione dello spirito dalla prigione del corpo, il completo distacco da tutto ciò che è materiale e da ogni percezione sensoriale, l’ascesa è prossima al completamento.

     
    Top
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Full Metal Inside

    Group
    Administrator
    Posts
    16,036
    Location
    » Genova

    Status
    GHOST

    "Saturno e il cielo della Vita, meditazione e liberazione dello spirito. Questi sono cieli a me cari, mostrano la via maestra che sempre mi ha accompagnato. Solo con l’ascetismo, la ricerca del divino possiamo staccarsi dalla materialità, rappresentata dall’empietà dei Titani, tali per le loro azioni, e raggiungere il Divino Zagreo, colui che da uomo divenne dio, capretto cadde nel latte."

    ~Queste le parole dell'arconte mentre portava il giovane Daya alla prova successiva... non più cieli immensi o immensamente vuoti. Una stanza. Piccola. Raccolta.... un manto di azzurra luce pareva ricoprire ogni suo angolo. Ma essa non era completamente vuota... tre oggetti vi erano, rappresentanti un uomo nell'atto del meditare, un rospo e una tartaruga. Appena Daya li vide un lieve sorriso si dipinse sul suo volto... una parabola gli venne subito in mente. Una parabola che si poteva trovare nel Sutra Pitaka, il secondo della raccolta chiamata Sutra Tipitaka o Tripitaka... letteralmente si poteva tradurre come la raccolta dei Tre Canestri. Il giovane guerriero si chinò su tali effigi, sfiorandole delicatamente con le dita.

    -conosco questi simboli nobile Tiersia... vi è una parabola, detta del Formicaio, nelle scritture buddhiste... in cui tali creature vengono citate. Per primo il rospo... esso rappresenta l'ira e i moti dell'animo che portano alla mancanza di pace interiore. Liberandosi da esso nella parabola il discepolo guidato dal brahmano acquista maggiore saggezza. Poi vi è anche la tartaruga, presente in ben più d'una storia. In quella parabola essa è simbolo dei cinque attaccamenti... attaccamento alla forma, attaccamento alla sensazione, alla percezione , ai sankhāra e infine alla coscienza o piccolo io. Liberandosi della tartaruga il discepolo rifugge i cinque attaccamenti avvicinandosi alla perfezione...-

    ~Si fermò un istante temendo di essere divenuto troppo noioso o pomposo per il saggio arconte. Ovviamente non era voglia di gareggiare in conoscenza la sua, semplice piacere nel ricordare un qualsiasi illuminante insegnamento del proprio Maestro. La figura silente dell'uomo in meditazione parve quasi interrogarlo... sembrava che dicesse: e io? Chi sono io? Daya sorrise al pensiero, tenendo conto del luogo in cui si trovava forse una simile cosa sarebbe potuta anche accadere. Sfiorò la figura dell'uomo, pensando a quale era la sua collocazione. Probabilmente rappresentava il discepolo, o l'uomo in generale, che una volta libero dalla rabbia e dai cinque complessi o attaccamenti poteva raggiungere quella perfezione che taluni definivano 'divina'.

    °...quanto mai azzeccati questi oggetti sono, tenendo conto dei cieli in cui ci troviamo... il cielo di Saturno e quello della Vita. Solo con la meditazione si riesce a sfuggire alle catene della mortalità... e solo non temendo la morte si può davvero riuscire in tale percorso. Affascinante...°

    ~Daya si sedette di fronte a quei tre oggetti. Invero affascinante era quel luogo. Sembrava quasi che quelle tre rappresentazioni fossero una mera semplificazione del profondo significato di quei due cieli in cui Tiresia l'aveva condotto. L'uomo si libera dall'ira e dalle passioni interiori per condurre una vita di meditazione ed introspezione... poi come ultimo traguardo rifugge anche i cinque attaccamenti, trovando che il pensiero della Morte e quindi dell'abbandono di ogni forma o sensazione non sia nulla da temere anzi! Essa è liberazione dal materiale... un ritorno al puro essere spirituale.

    °come sembrano lontani quei giorni in cui da infante ho appreso per la prima volta tali insegnamenti...°

    ~Rimanendo seduto innanzi alle tre figure Daya socchiuse gli occhi ripensando a quanto aveva ricordato e appreso durante quest'ultima tappa. Sebbene non ne avesse bisogno quel luogo sembrava voler simboleggiare un'affermazione importante.... "La liberazione verso il divino avviene proprio lungo la strada che percorri". Altri uomini se mai avessero raggiunto tali lidi probabilmente sarebbero scoppiati in lacrime o in estatiche grida di gioia.... ma il gold saint di Virgo non era uomo comune. Un sorriso leggero, quasi appena accennato si formò sulle sue labbra. Era sereno... quasi gioioso anche se in modo compassato. Nella sua mente semplicemente pensava "è naturale che sia così. da sempre io lo so... da sempre il Maestro mi ha guidato per questo...". Se qualcuno poco attento gli avesse letto nella mente poteva percepire arroganza in quel pensiero, ma si sarebbe sbagliato infinitamente. Era facile scambiare la sicurezza per arroganza, specialmente in campi talmente delicati come la spiritualità. Il tempo sembrò fermarsi per il giovin guerriero, immerso in una profonda ed appagante pace, pace derivante da una vita intera passata a ricercare quel distacco che lo avrebbe portato a meritarsi l'appellativo di Uomo più vicino agli Dei.

     
    Top
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    God Warriors
    Posts
    13,473
    Location
    Tutto era morto...tranne la guerra

    Status
    GHOST

    Ed infine, quello ch’egli s’attendeva era accaduto. Il giovane Daya era proprio quel tipo di persona che aveva descritto Gazka. Il vicario di Atena ancora una volta, aveva visto giusto. Quest’uomo poteva essere definito a tutti gli effetti quello che più di tutti era vicino agli dei. Non v’era dubbio alcuno su ciò. Sorrise osservandolo, poi lentamente s’avvicinò a lui, mostrando allo stesso quello che lo avrebbe atteso ora. Incredibilmente la realtà intorno a loro mutò come per incanto. Avanzando poté notare un luogo sconfinato, dove splendori dorati volteggiavano nell’aree senza sosta alcuna, poi arrivarono, puntuali le parole dell’Arconte.

    «Il cielo delle stelle fisse, qui vi sono i beati ovvero gli spiriti trionfanti, qui viene mostrato quale sia la soddisfazione di colui che ha trovato la beatitudine.»

    I loro camminare continuava, si sarebbero fermati per poco in quel loco, lo stretto necessario per permettere a Daya di comprendere le parole dell’arconte, prima di giungere in un luogo ben differente, un altro cielo. Non v’era bisogno di soffermarsi troppo in quel luogo. Lentamente passarono oltre, in un posto ove v’era solo luce Una luce divina che illuminava ogni cosa.

    «Il decimo cielo, quello cristallino. Questo è il luogo della purificazione, qui l’anima viene inondata della potenza del divino, questo è solo un luogo di passaggio, per giungere infine all’Empireo!»

    Dicendo quelle parole Tiresia si fermò, innanzi a loro v’era qualcosa che non poteva essere in modo alcuno definito, il vero regno dei cieli, ebbene si, quelle incontrate fino ad ora erano solo “anticamere” nulla di più. Già, ma quello che era l’ultimo cielo era qualcosa di differente, diverso da tutti gli altri.

    «Ed infine, ecco l’Empireo. Esso non è limitato in dimensioni, ne costituito da materia, lo definirei piuttosto un luogo spirituale al di fuori dello spazio e del tempo. Esso è immobile, mentre tutti gli altri si muovono esso è fermo, diciamo che lo potremmo definire una sorta di orologio cosmico in grado di scandire le ere. Non ti chiedo di entrarvi, perché dovresti essere pronto per diventare un tutt’uno col divino. Daya ti senti pronto per raggiungere il Nirvana? Il “tuo” Nirvana?»

    Silenzio ora, più niente. Una decisione da prendere ora. La vergine dorata si sentiva veramente pronta per compiere quel passo? Difficile a dirsi a dire il vero, solo il tempo e le azioni di Daya avrebbero potuto dare questa risposta all’Arconte.

    CITAZIONE
    OT- Per il primo cielo che incontri, se vuoi interagire con un beato fai pure, non c'è nessun problema xD. Per il secondo è abbastanza chiaro, mentre per l'Empireo tu devi decidere se accettare o meno di entrarvi, quello che succederà dipende dalla tua scelta =P -OT

     
    Top
    .
34 replies since 15/3/2008, 14:34   591 views
  Share  
.