Ligurgo

Tacciato come folle...Bollato come uno stolto...Questi verbi proferiti da quel dannato incubo che persisteva nel tormentare il giovane servitore di Athena...Intanto Hyoga si accingeva a compiere le medesime movenze del santo, per poi scagliare la sua versione della tecnica con cui Crystal voleva dilaniare quell'incubo...Con la stessa intensità di una bufera, l'offensiva dello spettro ebbe ragione sull'assalto del santo, che insesorabilmente ne fu travolto, mentre ancora il suo volto incredulo non trovava spiegazioni a tutto ciò che stava accadendo...Solo il gesto d'istinto di protegerre il viso, ponendo gli avambracci come difesa, incrociati sul petto con il capo pogiato all'interno a riparo...L'espressione attonita del santo trasudava tutto il suo timore che nell'impotenza si manfestava...

Investito dalla sua medesima tecnica, Crystal accusò il violento assalto e senza poterne sostenere la potenza ne venne travolto...Il bronzeo scigno che portava sul dorso venne balzo via a una modesta distanza dal corpo del santo, che straziato e visibilmente provato, volgeva sul gelido suolo sul lato mancino...Gli arti superiori e inferiori ancora serrati, come fossero rimasti a difesa del corpo, mentre l'efebico viso a contatto con il candido e umido manto gelido emanava profondi sospiri...La folta e dorata crine, occultava parte del volto del ragazzo, che tremolante tentava di muoversi, incurante delle numerose emoragie che erano presenti sulle sue membra, stanche e affannate...Mai prima d'ora Crystal aveva ricevuto una polvere di diamanti di coltale potenza...Aquarius stesso rivolse un tempo quella tecnica al santo siberiano, ma non risultarono tragiche le conseguenze quella volta...Rimembrando ciò solo un gemito proferi il giovane...

Invocava la Dea Crystal, attendendo un aiuto, attendendo un segno, o un qualsiasi accaduto...Non ebbe risposta alcuna, dunque anche Athena, la dea della giustizia, lo aveva abbandonato...Lecita era la domanda...Lento e stanco nelle movenze, Crystal riusci a stento a riportare le sue membra in posizione retta, aiutandosi con tutte le sue forze a disposizione...Le ginocchia flesse, quasi a sfiorar il terreno, le braccia ciondolanti distese lungo il busto, come fossero prive di vita, mentre il capo chino in avanti con la dorata chioma ad omettere parte del viso...La disperazione era dipinta sul volto del santo, ora che tergiversante, se ne stava innazi a se stesso, mentre in lontananza lo scrigno sembrava osservare la scena, in silenzio come un ombra...Ancora silenzio tra le due parti, quando ad un tratto, le gambe del santo non triuscirono piu a sostenre il peso del suo corpo e crollarono inesorabilemente a terra, mentre i palmi della mani affondavano nella neve, candida ma glaciale...Non distolse lo sguardo dal suo antagonista, Crystal rimase in ugual modo con gli occhi fissi sul suo avversario...Ancora un imbarazzante silenzio tra i due, prima che Crystal prendesse nuovamente parola...Un tono insicuro ed incerto avvolse il giovane cavaliere, che ora si vedeva quasi perire dinazi a lui stesso...

Languido rimase sulle ginocchia Crystal, attendendo lo svolgersi degli eventi...Infondo, come egli poteva contrastare e avere ragione di se stesso...

Un destino clemente accolse Crystal tra le sue braccia...Inerme al suolo e privo di difese egli giaceva, attendendo lo svolgersi degli eventi, mentre i suoi occhi assistevano ad un prodigio che ad egli si manifestava, mentre una voce incomprensibile giungeva al suo orecchio...Si dissolse l'immagine che fino a quel momento era palesata al santo, in sostituzione apparve l'immagine di un giovane dallo sguardo di ghiaccio, simile a quello di Crystal, quando affrontava con convizione e dedizione le battaglie...Ma proprio ora che il Cigno aveva smarrito quello sguardo, egli era li come per far rimembrare al santo quegl'occhi...Silente rimase Crystal fino a quando il giovane da poco giunto non si presentò a lui...Per testare le capacità del santo era li giunto quel giovane di nome Lelou, ma le sue parole successive generarono scalpore all'interno dell'animo del Cigno...Lelou, cavaliere dell'undicesima casa, cosi si presentò, figlio di Gazka, vicario della Dea...

Un dubbio affliggeva la mente e il cuore del santo, che dopo essersi sollevato da terra con le proprio forze e senza usufruire dell'aiuto che gli venne posto, rimase tremando in piedi, quasi instabile sugli arti inferiori, mentre scrutando Lelou nel profondi dei suoi occhi, udii il seguito delle sue parole...Come era palese, Lelou si accorse dei fantasmi del passato che tormentavano ancora il giovane siberiano, conscio di ciò lo invito a cancellare tutto...All'udir di ciò prese parola Crystal, con tono affannato e profondo si apprestava a proferir parola...

Pur cosciente di ciò entrambi gli aveva fatto, Crystal portava ugualmnte rispetto ad entrambi, attendendo ora una risposta dal suo interlocutore, dopo aver udite le parole che Lelou avrebbe proferito, Crystal avrebbe riafferrato il suo scrigno e si sarebbe diretto al cospetto del sommo Vicario...

Prestò attenzione alle parole sue Crystal, udi ogni suo verbo, cogliendo il significato del discorso che il neo gold saint di Aquarius proferiva...Chinò il capo, e ad un tratto un velo di tristezza e malinconia si dipinse sul volto del cigno, che silente rifletteva sulle parole del vecchio Aquarius senza nome...Cavaliere da cui tanto aveva appreso...Unico cavaliere dalle auree vestigia che aveva mai apprezato...

Un sospiro, lungo quanto profondo, forse per convincersi di cio che era successo o forse solamente per tentare di alleviare quella tristezza, che ora pervadeva l'animo suo...Sollevo di nuovo la testa Crystal, e fissando il suo nuovo compagni d'arme prese parola...

Con il medesimo tono glaciale di cui era padrone si rivolse a Leolu, ed in seguito si voltò, mostrando le spalle al suo interlocutore e privando la visione dell'efebico volto suo, per incamminarsi a recuperare il suo scrigno, contenete la sua sacra armatura, che per l'irruenza della pugna di poc'anzi, era stato sbalzato via...Con falcate lente e misurate Crystal, giunse infine in prossimità del pandora's box...Con un movimento dell'arto destro lo afferrò saldo per la cinghia tra le dita e di seguito lo caricò sul dorso, in modo da trasportarlo piu agevolmente, senza mostrare sforzi per sostenerlo...Tornò nuovamente, con movenza adagiate, al cospetto del suo superiore dorato e nuovamente si rivolse lui, tentando di omettere come meglio poteva le sue emozioni...

Un lungo ed estenuante viaggio affrontò Crystal al fianco del suo dorato compagno d'arme...Luoghi reconditi, impervi ed inospitali si palesarono sulla strada dei due santi, ma che senza indugiare minimamente transitarono temerariamente per cotali vie senza timore alcuno...L'affanno, la stanchzza e l'affaticamento iniziarono a pervadere le deboli membra del giovane siberiano, gia provate per gli accaduti precedenti, ma che in ugual maniera non arrestava o scemava il passo, digrignando i denti Crystal sosteneva a stento il peso di quello che appariva come in interminabile viaggio, tra un deserto di roccie e sabbia...

In solitudine rimase il santo siberiano, dopo la decisione del cavaliere dell'udicesima casa...Era Crystal che da solo dove affrontare e terminare il restante viaggio...Non si oppose il Cigno alla decisione irrevocabile e silente continuò il viaggio...Non una parola fu proferita dal santo, non un verbo, soltanto un gesto del capo nel salutare il suo compagno di casta...Solo la determinazione e sicurezza trasparivano i suoi occhi, che pur sempre gelidi, erano fermi all'orizzonte...Mentre con voce fioca sussurrava tra di se delle parole, impercettibili all'udito...

Nell'aria riecherggiava soltanto il tintinnio mettallico della bardatura del santo, che avanzava per quei luoghi sperduti privi di vita, anonime e spente le roccie incorniciavano l'ambiente senza far trasparire il minimo segno di vita...Ad un tratto una tetra e macabra scena si palesò al giovane, che inevitabilmente arrestò il passo...Uno stuolo d'esseri diabolici, degli scheletri melefici si pararono innanzi al santo...Con aria minacciosa e malefica quelle empie creature, che vestivano cimeli di armature, serrarono la via al Cigno, opprimendo il passaggio ed il transito...Chinò il capo il Cigno per qualche istante, mentre nel mezzo il suo candido cosmo prese ad avvamapre sempre piu imponente attorno alla sua figura, delinenado e raffigurando alle sue spalle la sua bestia sacra, che si mostrava elegante e superba...Verbizzo poche parole Crystal, mentre il suo cosmo, simile ad un fuoco fatuo continuava ad aumentare d'intensità trasportando la sua aurea crine nel suo moto...

Al termine delle sua parole, proferite con sicurezza e determinazione, Crystal sollevò entrambe le braccia al di sopra delle spalle, e dopo averle agitate rapidamente, come le ali di un candino cigno che leggiardo ed elegante scivola sul pelo dell'acqua, uni infine le braccia al di sopra del capo, verso il cielo, incrociando tra di se le dita delle mani...Al termine di ciò, abbassò celermente le braccia unite verso quelle empie creature, scagliando contro di esse una miriade di schegge gelide e accuminate, unite ad una modesta quantità di puro cosmo ed energia gelida...Con analoghe movenze il santo scagliò per due volte la sua offensiva, con il tentativo di travolgere ed sterminare quella massa di scheletri, che dinazi gli si ergeva...Al termine una tremenda deflagrazione gelida avrebbe causato ingenti danni a quella malefiche creature, che all'apparenza non molto robuste e sostenute apparivano...

Dirompente la bufera del nord attanagliò le moribonde creature, che inesorabilmente vennero dilaniate da quel gelo cosi lancinante e di cosi fatale incanto, che non concesse loro via di fuga alcuna...Ora alla vista si mostrava un polveroso deserto di salme scheletriche, mentre pina piano la fitta coltre di nebbia che avvolgeva la zona iniziò a diratarsi fino al cessare del tutto, lasciando cosi libera via al santo, che ora con attenzione scrutava la zona a lui circostante...Le sue sfuggenti irridi diamantine osservavano imparizali, mentre in cuor suo il cigno gioiva, lungo ed estenuante era stata la traversata, ma ciò che confortava l'animo suo era che tutto questo stava per volgere al termine...

Ponderava Crystal, mentre tacito continuava ad osservare quella costruzione che a pochi metri da egli si stagliava, immensa e imponente al medesimo tempo, dunque era quella la reggia del sommo vicario...Non esitò Crystal e temerario e sicuro avanzò il passo fin nei pressi di quel costrutto, che alla vista appariva privo di presenza al suo interno...Scemò il passo il santo, mentre fisso gli occhi su quell'edificio...Infine dopo qualche attimo prese parole, arrestando la camminata, come per intimare il custode di quelle terre a palesarsi...

Tacque il santo al termine delle parole sue, proferite con un tono di voce moderato, chiunque nelle vicinanze avrebbe udito la voce del siberiano...Serrò le labbra infine Crystal, pazientando e attendendo lo svolgersi degli eventi, mentre rimembrava l'incontro alla statua delle dea...Dunue la medesima persona di allora si sarebbe presentata ad egli, il piu antico tra i santi devoti ad athena...Un sussulto pervase le membra del santo...

Dopo un lunga attesa, che per il Cigno appariva come interminabile, giunse infine il custode di quelle desolate e recodnite lande...Ancor quieta sovrana nell'aria, mentre impertubabile il sommo vicario giungeva, come apparso dal nulla, palesandosi dinanzi al giovane siberiano, che silente e senza tradir emozione come a suo solito, pazientava, facendo scorrere le diamantine irridi sulla figura del sommo cavaliere, scrutando egli con attenznione...Non v'era errore alcuno, la medesima persona che accolse Crystal alla stuatua di athena, ora si ergeva innanzi a lui nuovamente, ma questa volta in veste di eremita...Finalmente quel tortuoso ed estenuante viaggio era giunto al termine...Sollevò lo sguardo Crystal, fissando il sommo vicario nelle irridi e prestando attenzione alle parole che egli si accingeva pronunciare, lasciando ancora le sue braccia distese e stanche lungo le membra sue, visibilmenti provate per la traversata...

Pacato il sommo si rivolse a Crystal, intimandolo di privarsi delle sue vestigia per far si che il miracolo si ripeta nuovamente, il medesimo prodigio che egli stesso aveva compiuto in presenza della stauta della Dea...Non poche le incrinature presenti sulle candide vetsigia del Cigno, incrinature che eran segno di tutte le sue battaglie, quanto aveva lottato in nome di athena Crystal, quano ancora avrebbe dovuto lottare prima chel'armonia che athena brama per il bene del'umanità si sarebbe diffusa per mano sua...Egli che per nulla anelava battersi ogni volta era richiesto sui campi di battaglia per la pugna...Quanto il santo rinnegva il suo infausto fato, ma ora la pugna era divenuto forse il suo unico obbiettivo e sua unica mansione...Dopo aver ponderato su codeste riflessioni Crystal serro le palpebre, chiando il capo al medesimo tempo, lasciando che la sua folta crine aurea offuscasse il suo efebico viso, custode di una rara beltà...

Sollevò di nuovo il capo e dischiuse le palpebre, mentre lentamente sollevava allo stsso tempo anche gli avambracci fino a metà del costato, con i pugni chiusi rivolti verso il cielo...Infine dopo un breve lasso di tempo, quasi incalcolabile, la candida bardatura si allontanò dal suo custode, palesanosi dinazi hai due santi sotto forma della sacra bestia a cui era dedita e dalla quale traeva forza...

Con un gesto leste e repentino, Crystal mosse il suo arto destro, portando a ledere le prorpio carni con la medesima mano, che senza indugio alcuno si infilzò nell'addome, causando cosi una modesta fuoriuscita di quel caldo liquido cremisi, che inondava il suo corpo come un fiume in piena...Crystal tinse la sua mano nella frita in modo da far guizzare il suo sangue al di sopra della sua armatura, in modo tale che, anch'ella si tingessa del medesimo colore, come il sommo vicario gli avev aintimato di far...Quale fiducia verso quell'uomo costringeva Crystal a compier atti di appartente pazzia, egli che si pronunciava per la dea, come poteva ingannare quel santo cosi devoto alla giustizia e all'armonia...

Mentre Crystal si accingeva nel ledere le sue membra con la sua stessa mano, Gazka rimase imperturbabile, come se quella scena fosse a lui cosi familiare che ormai non v'era piu nulla di nuovo nell'osservare un uomo che per prorpio mano versa la sua vitale linfa per la propia corazza...Ma non esitò neanche un attimo il giovane siberaino, che infine terminò il suo gesto, gesto che gli era stato imposto per concedere nuovo vigore alle sue sacre vestigia, che tante volte lo avevan veduto in fin di vita, quasi ad esalare l'ultimo respiro, ma che allo stesso modo lo avevan salvato altrettante volte dal mortale baratro dell'ade e del tartaro senza uscita...Ma poco prima che Crystal versasse la quantità di sangue, che sarebbe stata per lui fatale, il sommo vicario con passo lesto s'avvicino al santo e con un gesto altrettanto repentno poso legiadro il suo palmo ove la carne del ragazzo era lacerata...Debole Crystal, non riusci a scorgere di piu ed infine serrò le palpebre notando un aureo chiarore nel palmo dell'antinco cavaliere...

Codesti gli ultimi pensieri che affolavan la mente del santo, pensieri che infine vennerò estinti dal sonno che inevitabilemnte calò sul giovane, che come un infante s'addormentò tra le calde braccia di morfeo...L'efebico volto suo volse al lato destro, mentre la folta crine aurea occultava per metà il suo viso...Al termine di ciò Crystal non udii piu nulla, soltanto una quiete irreale, prerogativa di un profondo sonno, con la quale il santo avrebbe anche lenito le sue membra stanche e affante per la traversata...Il petto si gonfiava ritmicamente, mentre egli profondamente respirava...Di nulla piu s'accorgeva...

Durante il lungo sonno, un sogno...Quale ironico scherzo del fato o forse della mente del santo, che ancor teneva presente l'immagine di quel cavaliere solo una volta aveva veduto, ma che nel profondo del suo cuor era rimasto...Difatti egli gli era apparso in sogno senza pronunciar verbo alcuno, mentre il ragazzo professava la sua promessa nuovamente dinanzi alla sua figura...Ma ora pian piano il ragazzo sembrav riprender conoscenza, mentre lentamente le palpebre si dischiudevano e le sfugenti irridi diamantine scrutavano il soffitto di quella stanza, ove ora egli si trovava, dunque era stato trasportato li durante il suo lungo sonno, ma per quanto tempo egli aveva dormito non gli fu concesso saperlo, ma mentre sollevava il capo, per scorgere meglio la stanza, le membra ancor gli duolevano...Sussurò con voce fioca e flebile...

Una miriade di interrogativi affligevan la mente sua, ancor provata...Scosse il capo il santo, infine adagio si levò dal quel confortevole letto ove era stato adagiato e si alzò in posizione retta, continuando a scrutar attentamente ogni particolare che lo circondava, ad un tratto una sensazione pervase il suo corpo, un sussulto...A piccole falcate si diresse verso l'uscita di quella dimora e attonito si accorse di un particolare...Una visione si palesò al santo...il sommo vicario di athena, Gazka l'antico cavaliere era a pochi passi da lui, in una posizione ascetica, come fosse in una profonda contemplazione dello spirito...Con passo incerto, e ancor stanco, Crystal s'avvicinò e si palesò innazi alla figura del sommo, e dopo averlo fissato negli occhi, si pronunciò con tono fermo...

Silente attese una risposta Crystal, da colui che era il piu anziano tra i santi della fila di athena...Ma nella quiete il giovane si accorse della mancanza delle sue sacre vestigia, ora la preoccupazione tradiva il suo volto, mentre egli tentava in ogni modo di rimaner concentrato sull'antico cavaliere di Aries, in attese di risposta, che gli avrebbero concesso delucidazioni sull'accaduto...Ma di nuovo le sue labbra si aprirono e nuovamente prese parola Crystal, e senza esitare chiese informazioni riguardo le sue antiche vetigia...

Si pronunciò il sommo vicario, prese parola per rispondere al quesito che il Cigno gli aveva posto, difatti egli bramava riveder di nuovo le vestigia sue, che per il momento eran celate alla vista, omesse alla visione di chiunque tranne che al portavoce della dea in terra...Infine sentenziò Gazka di Aries, mentre faceva notare a Crystal che lo scrigno ove all'interno v'eran le sue vestigia era proprio li dinanzi al suo glaciale sguardo...All'udir di cotali verbi, Crystal sollevò lo sguardo, facendo schizzar via le irridi verso il cielo ceruleo e scrutando con attenzione, si accorse del suo pandfora's box il levitazione...Ora il suo viso tradiva le sue emozioni, senza che egli riuscisse ad ometterle in alcun modo ne maniera...

Scosse solamente il capo, mentre il resto delle membra sue era immobile, come se egli non riuscisse a reagire ad un simil prodigio, difatti era cosi, mai prima d'ora egli era stato testimone di accaduti simili...Ad un tratto, lo scrigno in levitazione a mezz'aria si schiuse e dal suo interno ora era visibile la sacra armatura del Cigno in tutto il suo splendore, difatti ella rifulgeva di un chiarore cosi candido da eguagliare quello lunare, cosi tenue e flebile, ma al medesimo tempo possente e vasto, come la neve piu candida ma gliaciel allo stesso tempo...Dunque ecco il risultato dell'operato del sommo vicario, che ancora una volta aveva restaurto la linfa vitale della bardatura del giovane siberiano, che ancora impassibile assisteva senza distoglier lo sguardo...

Infine s'infransero le vestigia, dalla forma che fino a poc'anzi avena preso, simili alla fiera che apparteneva al loro segno astrale, per poi andare a pogiarsi legiadre sulle albine membra del santo, aderendo al suo corpo come di consueto...Chinò di nuovo il capo Crystal, lasciando cadere sul suo efebico viso patrte dell'aurea crine, e si volse di nuovo verso il vicario, che ancor in meditazione appariva...

Quelle le ultime parole sue, proferite al piu antico tra i santi della schiera di athena...Si voltò Crystal, celando il suo viso e il suo sguardo e infine si accinse ad ubicarsi al grande tempio, loco ove il vicario stesso aveva consigliato di dirigersi...Ora fiero e deciso Crystal percorreva all'inverso la traversata ch aveva compito, muovendo a piccole flacate...Egli non avrebbe mai dimenticato un simile accaduto, egli aveva lottato con i fantasmi del suo passato per giunger fin li, indi consepevole ancora che le dobolezze che albergavano nel suo cuore eran ancor presenti...Arduo sarebbe stato libersarsi di esse e di ciò Crystal ne era consapevole, ma in ugual modo egli avrebbe tentato, rimembrando ogni volta l'accaduto nel jamir, che assai lo avevo aiutato...