Saint Seiya Final  - I Cavalieri dello Zodiaco - Full Professional RpG by Forum

Posts written by Miquella

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    Capivo, con una chiarezza dolorosa, che la creatura che affrontavo era qualcosa di eccezionale, un essere che superava di gran lunga le capacità di qualsiasi immaginazione. Era una forza della natura, un animale nel senso più terribile del termine. La potenza che emanava era così schiacciante che avrebbe potuto far vacillare le convinzioni di chiunque. Eppure, io, Shai-Hulud, non potevo e non volevo arretrare. Non importava quanto fosse grande o potente il mio avversario, la mia essenza non mi permetteva di fuggire. Con ogni fibra del mio essere mi rendevo conto dell'enormità della sfida. Ogni tentacolo che si muoveva, ogni strategia che formulavo, era come se stessi solo posticipando l'inevitabile. Ma c'era qualcosa nel profondo di me che rifiutava di accettare la sconfitta senza lottare. Forse era orgoglio, forse era pura ostinazione, o forse era semplicemente la parte di me che incarnava la sottomissione.

    La battaglia proseguiva con ferocia, e ogni attacco che lanciavo era un tentativo disperato di affermare la mia presenza, di lasciare un segno, per quanto effimero potesse essere. L'adrenalina scorreva nelle mie vene, e con essa una sorta di euforia battagliera che mi spingeva oltre il dolore, oltre la paura. Ogni colpo che subivo mi insegnava qualcosa di più su questa creatura formidabile, su come si muoveva, su come rispondeva. Era come danzare al limite dell'esistenza, dove ogni passo poteva essere l'ultimo. Non sapevo quanto tempo avremmo continuato a combattere, o quale sarebbe stato il risultato finale. Ma in quel momento, c'era solo la lotta, intensa e pura. E io, Shai-Hulud, nonostante la consapevolezza della mia possibile sconfitta, ero completamente immerso nel momento, lottando con tutto ciò che avevo, determinato a non arrendermi mai.

    La realizzazione mi colpì come un fulmine: anche senza i sigilli che la realtà imponeva su di me, avrei avuto difficoltà a fronteggiare una tale forza. Con quei limiti, poi, la situazione era quasi disperata. In un solo, fulminante istante, il mio avversario trasformò il suo corpo, diventando un conduttore di un potere elettrico straordinario. Quell'energia fluì lungo i miei tentacoli, propagandosi a velocità incredibile fino a raggiungermi. La scarica elettrica che ne risultò fu oltre ogni descrizione, devastante a un livello che non avevo mai sperimentato. Mentre avanzava, quell'energia annientò completamente la mia armatura. Ogni barriera, ogni difesa cosmica che ero riuscito a erigere, crollò sotto il peso delle sue scariche implacabili. Il mio corpo venne pervaso da un'energia soverchiante che lo paralizzò completamente, bruciando e ustionando ogni centimetro della mia pelle.

    Anche la mia surplice, che fino a quel momento era rimasta inviolata e inattaccabile, non fu risparmiata. Si dissolse, trasformandosi in niente più che polvere sotto l'assalto di quell'energia inarrestabile. Era una distruzione totale, un annientamento che lasciava poco spazio a qualsiasi speranza di resistenza. Eppure, in mezzo a quella distruzione, un dettaglio rimaneva assurdo e sorprendente: i miei tentacoli, nonostante tutto, ricrebbero istantaneamente. Questo fenomeno, in qualche modo, mi offriva una piccola, incredibile speranza. Nonostante la ferocia dell'attacco, una parte di me resisteva, si rinnovava, quasi a simboleggiare la mia inarrestabile volontà di continuare a lottare.

    Mi trovavo ora in una posizione disperata, ma non sconfitta. La mia mente, nonostante il dolore e la paralisi temporanea del mio corpo, lavorava freneticamente per trovare una soluzione, un modo per contrattaccare o almeno per sopravvivere a questa battaglia. Dovevo sfruttare ogni risorsa, ogni piccola scintilla di energia che ancora bruciava dentro di me. La lotta era lontana dall'essere finita, e io, Shai-Hulud, non ero ancora pronto a cedere. La resistenza, in qualsiasi forma, doveva continuare.

    Decisi che era il momento di giocare il tutto per tutto. Avrei attuato una strategia tanto audace quanto disperata, sfruttando l'unica risorsa che mi rimaneva: la mia abilità di scavare. Con determinazione, iniziai a scavare freneticamente una serie di gallerie direttamente sotto il punto in cui il mio avversario stava ancora in piedi, forte e imponente. Il piano era semplice ma pericoloso: avrei indebolito il terreno sotto di lui fino a creare una voragine profonda una cinquantina di metri. L'obiettivo era far esplodere il terreno al momento giusto, sperando di farlo sprofondare nel vuoto che stavo creando. Durante la sua probabile caduta, avrei sfruttato ogni angolo della voragine. I miei tentacoli, emergendo improvvisamente dalle pareti scoscese, avrebbero colpito ripetutamente, mirando a punti vitali, sfruttando la visione acuta che ciascuno possedeva.

    Ogni tentacolo avrebbe colpito con precisione chirurgica, per poi ritirarsi velocemente, in un gioco di attacco e ritirata che speravo potesse tenere il nemico disorientato e impedito dal replicare il suo devastante attacco elettrico. Era una tattica rischiosa, certamente, e probabilmente non sufficiente per garantirmi la vittoria. Tuttavia, non avevo intenzione di arrendermi senza lottare fino all'ultimo. Con ogni movimento sotterraneo, sentivo l'adrenalina e la tensione crescere. Era una corsa contro il tempo e contro la potenza schiacciante del mio nemico. Mentre scavavo, il rumore sordo delle mie azioni risuonava nel sottosuolo, un preludio al disastro che stavo per scatenare.

    SHAI HULUDIV | terra sottomessa | energia rossa
    fisicamente | ferita alla testa, corpo completamente bruciato e carbonizzato, spasmi involontari dei muscoli e ha subito una paralisi per via dell'alto voltaggio
    mentalmente | preferisco non scriverlo
    status surplice | completamente distrutta, sono ricresciuti solo i tentacoli

    riassunto azioni | provo a difendermi, ma il colpo è troppo forte e mi prendo un numero difficilmente quantificabile di danni. Provo, a scavare tunnel e gallerie, per indebolire il terreno sotto di te, con l'obbiettivo di far esplodere il terreno e farti sprofondare in un buco di cinquanta metri [DIV + AD per via degli eventuali danni da caduta], e dalle pareti del tunnel ti attacco con una raffica di pugni coi tentacoli [AF].

    tentacoli
    La caratteristica distintiva dell'armatura dello spectre è la presenza di otto tentacoli meccanici telescopici, i quali sono ispirati e modellati a somiglianza di un verme o worm. Ogni tentacolo è composto da segmenti interconnessi che permettono un'estensione telescopica. La forza esercitata da ciascun tentacolo è paragonabile a quella di un essere con forza straordinaria. Worm controlla questi tentacoli con pura volontà, consentendogli una precisione e una velocità sovrumane negli attacchi e nelle manovre difensive (la velocità dipende dal livello energetico dello spectre, e si specifica che non è mai paragonabile a chi possiede agilità straordinaria e non sarà mai preciso quanto chi possiede sensi straordinari). All'estremità di ogni tentacolo si trova una gemma di colore azzurro. Queste gemme non sono solo decorative ma servono come prolungamenti sensoriali di Shai-Hulud. Attraverso queste, può vedere e percepire l'ambiente circostante come se i suoi occhi fossero posizionati su di esse, offrendogli una percezione spaziale a 360 gradi e la capacità di sorvegliare aree multiple contemporaneamente, oltre al fatto che può comunicare attraverso i tentacoli. Il numero, la lunghezza e la potenza dei tentacoli dipendono dal livello energetico di Shai-Hulud. I tentacoli possono essere utilizzati per una varietà di scopi: possono essere impiegati come fruste o lance, con una forza devastante, formare una barriera in grado di proteggerlo da attacchi fisici, tentare di avvolgere e stritolare gli avversari, provando ad immobilizzarli o soffocarli, estendersi nel terreno o attraverso le strutture per esplorare, recuperare oggetti o creare passaggi per poter navigare sotto terra. I tentacoli inoltre, hanno la capacità di rigenerarsi se distrutti, e sono da considerasi di un grado superiore rispetto alla surplice per ciò che riguarda la durezza.


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    Lo guardavo intensamente mentre Vanant, il mio avversario, respingeva il mio attacco con abilità che sfiorava la perfezione. Un attacco portato con la foga e la furia di Shai-Hulud. Vedevo con chiarezza come si liberava dai tentacoli che avevo lanciato verso di lui, e con un ruggito che faceva tremare l'aria attorno, si elevava alto sopra di me. Ogni suo movimento era carico di un odio che rispecchiava il mio, ma anche di una forza che, per qualche crudele scherzo del destino, superava la mia. In quel momento, il suo cosmo brillava intensamente, un fulgore che offuscava il mio, diminuito e limitato da antichi sigilli che mi erano stati imposti. Ogni volta che pensavo a quelle restrizioni, un'ondata di rabbia mi travolgeva, maledicendo quei vincoli che mi erano stati inflitti. Nonostante tutto, la mia determinazione non vacillava. Sentivo dentro di me una voglia insaziabile di combattere e di prevalere su quel servo di Aura Mazda. Sapevo che ogni battaglia poteva essere l'ultima, ma questa consapevolezza non faceva altro che alimentare la mia ferocia. Con ogni fibra del mio essere, ero deciso a non arrendermi, a lottare fino all'ultimo respiro per abbattere Vanant. Era più di una semplice battaglia; era una questione di orgoglio, di destino, e di rivendicazione della mia vera natura.

    Quando la frusta si materializzò davanti a me, istintivamente feci un balzo all'indietro, cercando di evitare l'attacco imminente. Nonostante i miei sforzi, l'arma colpì il mio braccio sinistro. Il dolore fu immediato e insopportabile, come se il mio braccio fosse avvolto dalle fiamme più roventi. L'arma di Vanant era carica di una luce accecante e di un potere travolgente; era solo il preludio di ciò che stava per scatenare. Sapevo che non si sarebbe fermato qui. Il vero attacco era imminente: un'ondata di luce pura, devastante, pronta a distruggere tutto ciò che trovava sul suo cammino. Solo pochi istanti prima che il fascio di luce mi raggiungesse, mi avvolsi nei miei tentacoli, canalizzando in essi quanta più energia cosmica possibile per rafforzare la mia difesa. Era una mossa disperata, ma necessaria.

    La luce colpì con una forza schiacciante. Nonostante la barriera creata dai miei tentacoli, sentivo la pelle sottostante bruciare, e la mia difesa iniziava a cedere sotto il potere devastante di Vanant. Era come essere al centro di un sole, ogni parte di me gridava per il dolore insostenibile. Respirai profondamente, cercando di mantenere la concentrazione e la calma. Questa battaglia avrebbe richiesto ogni oncia della mia forza e astuzia. Vanant non era solo un avversario formidabile; era una forza della natura, un nemico che metteva alla prova ogni limite della mia resistenza e del mio potere. Mentre mi riprendevo dall'impatto e rafforzavo nuovamente la mia difesa, sapevo che dovevo trovare un modo per contrattaccare, per trovare una crepa nella sua armatura di luce. Nonostante il dolore che mi opprimeva, la mia volontà di vincere rimaneva indomita. Ero pronto a combattere, a spingere me stesso oltre i confini del possibile, perché sapevo che solo così avrei potuto superare la prova e forse, alla fine, prevalere.

    Nel cuore del caos e della devastazione scatenati da Vanant, trovai l'opportunità per sferrare un attacco decisivo. La mia scelta fu quella di ritornare alle origini, di usare la terra come mia alleata. Con rapidità e decisione, mi immersi nel terreno, spingendo il mio corpo attraverso la terra come un verme che si insinua nel suo covo. Scavai velocemente, creando un tunnel che mi permettesse di muovermi indisturbato e di nascondere i miei movimenti, coprendo accuratamente le mie tracce per non lasciare indizi sulla mia direzione. Circa trenta metri sotto la superficie, la terra era fresca e compatta, il che mi offriva un certo comfort rispetto al calore soffocante della battaglia in superficie. Mi spostai strategicamente fino a posizionarmi esattamente alle spalle di Vanant. Con un movimento fluido e coordinato, lanciavo sei dei miei tentacoli verso di lui, muovendoli in modo rapido e silenzioso. I tentacoli si avvicinavano a Vanant, tentando di catturarlo in una stretta ferrea che bloccasse ogni suo tentativo di movimento. Avvolgendolo senza esitazione, cercavo di stringere le sue membra in una morsa letale. Con ogni fibra del mio essere, mi sforzavo di esercitare una pressione devastante, abbastanza forte da frantumare ossa e articolazioni, per spezzare qualsiasi resistenza avesse potuto opporre. Poi, con uno sforzo coordinato, tentavo di trascinarlo verso il terreno con forza, mirando a un impatto che potesse disorientarlo ulteriormente o, meglio ancora, renderlo incapace di combattere. Il mio obiettivo era chiaro: sottometterlo completamente, sfruttando l'elemento sorpresa e la potenza devastante della mia presa.

    Tuttavia, il risultato di queste azioni non era certo. Dopo aver esercitato una pressione che speravo fosse sufficiente per sentirne la resistenza diminuire, allentavo la presa. Con un gesto repentino e decisivo, ritiravo i miei tentacoli, pronti a reagire a qualsiasi sua mossa successiva. La battaglia era lungi dall'essere conclusa, e quel movimento aveva segnato solo un tentativo di guadagnare un vantaggio nel duello incessante contro Vanant.





    SHAI HULUDIV | terra sottomessa | energia rossa
    fisicamente | ustioni e bruciature importanti su gran parte del suo corpo
    mentalmente | odio assoluto
    status surplice | intatta

    riassunto azioni | mi difendo come posso dal tuo attacco, evitando di essere preso dalla frusta (che mi fa danno) ma prendendo il tuo attacco, a cui cerco di mettere su una difesa. Tu sei più forte e quindi sfondi la difesa. Mi inabisso, sfruttando il caos da te generato, coprendo in tal modo le tracce, per posizionarmi a 30 metri di profondità dietro di te [Movimento + Diversivo], quindi allungo sei tentacoli nel tentativo prima di bloccarti [Supporto], per poi cercare di stritolarti [AF], concludo col tentativo di farti cadere a terra [AD]. Alla fine del mio turno, ritiro i tentacoli.

    tentacoli
    La caratteristica distintiva dell'armatura dello spectre è la presenza di otto tentacoli meccanici telescopici, i quali sono ispirati e modellati a somiglianza di un verme o worm. Ogni tentacolo è composto da segmenti interconnessi che permettono un'estensione telescopica. La forza esercitata da ciascun tentacolo è paragonabile a quella di un essere con forza straordinaria. Worm controlla questi tentacoli con pura volontà, consentendogli una precisione e una velocità sovrumane negli attacchi e nelle manovre difensive (la velocità dipende dal livello energetico dello spectre, e si specifica che non è mai paragonabile a chi possiede agilità straordinaria e non sarà mai preciso quanto chi possiede sensi straordinari). All'estremità di ogni tentacolo si trova una gemma di colore azzurro. Queste gemme non sono solo decorative ma servono come prolungamenti sensoriali di Shai-Hulud. Attraverso queste, può vedere e percepire l'ambiente circostante come se i suoi occhi fossero posizionati su di esse, offrendogli una percezione spaziale a 360 gradi e la capacità di sorvegliare aree multiple contemporaneamente, oltre al fatto che può comunicare attraverso i tentacoli. Il numero, la lunghezza e la potenza dei tentacoli dipendono dal livello energetico di Shai-Hulud. I tentacoli possono essere utilizzati per una varietà di scopi: possono essere impiegati come fruste o lance, con una forza devastante, formare una barriera in grado di proteggerlo da attacchi fisici, tentare di avvolgere e stritolare gli avversari, provando ad immobilizzarli o soffocarli, estendersi nel terreno o attraverso le strutture per esplorare, recuperare oggetti o creare passaggi per poter navigare sotto terra. I tentacoli inoltre, hanno la capacità di rigenerarsi se distrutti, e sono da considerasi di un grado superiore rispetto alla surplice per ciò che riguarda la durezza.


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    Non ottenni una risposta verbale da lei, ma la risposta era lì, chiara nei suoi occhi. Tutto il tempo aveva mostrato solo odio e rabbia verso di me, un desiderio bruciante di eliminare quella che percepiva come una minaccia. Mentre i miei tentacoli la stringevano con tutta la forza possibile, mantenendo una presa letale, continuavo a fissarla. I suoi occhi, specchi delle sue emozioni più oscure, rivelavano tutto ciò che le parole non potevano dire. C'era una lotta interiore, una tempesta di sentimenti che combattevano per emergere mentre lei affrontava la fine imminente. La tensione tra noi era palpabile, un duello silenzioso di volontà e resistenza che andava oltre il semplice confronto fisico. Osservandola così, avvinghiata nei miei tentacoli, cercavo di leggere ogni sfumatura del suo essere, ogni traccia del dolore e della determinazione che la guidavano. Era un momento di intimità brutale, in cui le maschere cadevano e la vera natura di ciascuno si rivelava in tutta la sua cruda realtà.

    Nonostante tutto, la guerriera riuscì a sorprendermi ancora. Non si arrese e, con un'agilità impressionante, fece oscillare la sua catena per colpirmi. La catena scendeva veloce dall'alto e, con le poche energie che mi rimanevano, tentai disperatamente di deviare il colpo per evitare che colpisse il mio collo. Nonostante i miei sforzi, la catena si conficcò nella mia spalla, scatenando un dolore acuto che si aggiungeva alla già pesante lista di ferite che avevo accumulato. Il dolore era intenso, un fuoco che bruciava attraverso la carne e l'osso, unendosi al tormento che già affliggeva il mio corpo esausto. In quel momento, ogni respiro era una lotta, ogni movimento un'agonia, mentre cercavo di mantenere la presa sui tentacoli che ancora la stringevano. La battaglia, ormai ridotta a un confronto di pura resistenza e dolore, continuava con una ferocia inarrestabile.

    Gradualmente, mi resi conto che la mia presenza in questo mondo stava diventando sempre più incerta, quasi come se la stella stesse chiamandomi indietro verso il Lost Canvas. Maledissi la sfortuna di quel momento; mi sarebbero bastati solo pochi minuti per completare il mio piano e portarla con me. Lei era ormai priva di sensi, vulnerabile e alla mia mercé. Se solo avessi avuto la forza di resistere ancora un poco, avrei potuto liberarla dalle sue catene e dalle convinzioni che la tenevano prigioniera. Era un vero peccato, pensai con rammarico. Ogni tentativo di mantenere il controllo sul mio corpo e sulla situazione sembrava vano, mentre sentivo il richiamo irresistibile del Lost Canvas. La battaglia era stata lunga e feroce, e ora, proprio mentre la vittoria sembrava a portata di mano, mi trovavo a dover affrontare la prospettiva di lasciare tutto incompiuto.

    Il mio corpo iniziava lentamente a dissolversi, trasformandosi in granelli di sabbia. Non avevo provato una sensazione simile da tempo; era quasi piacevole, quasi come se portasse con sé una sorta di liberazione. Nonostante tutto, mi sentivo soddisfatto. Avevo ottenuto ciò che desideravo, e sapevo che lo scontro avrebbe lasciato un segno profondo sul suo spirito. Era certo che non avrebbe mai dimenticato il suo incontro con Shai-Hulud. Il solo sentire il mio nome in futuro avrebbe probabilmente risvegliato l'ira che aveva provato oggi e forse, anche di più. Dominare non significa solo vincere fisicamente; significa lasciare un'impronta, un ricordo che continua a influenzare. In fin dei conti, era stata davvero una gran bella giornata per il profeta delle Sabbie.

    Nella quiete del deserto, un pensiero mi confortava: l'eco delle mie azioni, il ricordo del mio nome avrebbero continuato a vivere nella mente della guerriera e di chiunque avesse sentito parlare di Shai-Hulud. La paura, il rispetto, forse persino l'ammirazione che il mio nome evocava, sarebbero stati il mio lascito duraturo. Mentre l'ultimo pezzo di me si disperdeva nel vento, un sorriso invisibile sfiorava la mia essenza. Sì, ero soddisfatto. Non c'era vittoria più completa di quella che si insinua profondamente nell'anima di chi ti ha sfidato. E in quel momento, comprendevo che anche dissolvendomi, ero più potente che mai. Era davvero stata una gran bella giornata per il profeta delle Sabbie.

    SHAI HULUDIV | terra sottomessa | energia rossa
    fisicamente | ustioni su braccia e corpo, effetti secondari derivanti dall'elettricità, ustioni al collo e difficoltà respiratoria in seguito al colpo, grosso ematoma all'altezza del polmone, ustioni da elettricità su tutto il corpo, arteria femorale rotta e copiosa perdita di sangue, spalla rotta.
    mentalmente | soddisfatto
    status surplice | intatta

    riassunto azioni | mi difenso deviando la catena, che invece di trafiggermi il collo, si pianta nella spalla rompendola. Fatto ciò, per le troppe ferite e lo scontro prolungato, ritorno nel Canvas. Lo faccio con un po' di flavor. Ti ringrazio per lo scontro, mi sono divertito. Alla prossima

    tentacoli
    La caratteristica distintiva dell'armatura dello spectre è la presenza di otto tentacoli meccanici telescopici, i quali sono ispirati e modellati a somiglianza di un verme o worm. Ogni tentacolo è composto da segmenti interconnessi che permettono un'estensione telescopica. La forza esercitata da ciascun tentacolo è paragonabile a quella di un essere con forza straordinaria. Worm controlla questi tentacoli con pura volontà, consentendogli una precisione e una velocità sovrumane negli attacchi e nelle manovre difensive (la velocità dipende dal livello energetico dello spectre, e si specifica che non è mai paragonabile a chi possiede agilità straordinaria e non sarà mai preciso quanto chi possiede sensi straordinari). All'estremità di ogni tentacolo si trova una gemma di colore azzurro. Queste gemme non sono solo decorative ma servono come prolungamenti sensoriali di Shai-Hulud. Attraverso queste, può vedere e percepire l'ambiente circostante come se i suoi occhi fossero posizionati su di esse, offrendogli una percezione spaziale a 360 gradi e la capacità di sorvegliare aree multiple contemporaneamente, oltre al fatto che può comunicare attraverso i tentacoli. Il numero, la lunghezza e la potenza dei tentacoli dipendono dal livello energetico di Shai-Hulud. I tentacoli possono essere utilizzati per una varietà di scopi: possono essere impiegati come fruste o lance, con una forza devastante, formare una barriera in grado di proteggerlo da attacchi fisici, tentare di avvolgere e stritolare gli avversari, provando ad immobilizzarli o soffocarli, estendersi nel terreno o attraverso le strutture per esplorare, recuperare oggetti o creare passaggi per poter navigare sotto terra. I tentacoli inoltre, hanno la capacità di rigenerarsi se distrutti, e sono da considerasi di un grado superiore rispetto alla surplice per ciò che riguarda la durezza.


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    L'intensità dello scontro era inebriante. Ogni colpo scambiato con la guerriera di Atena era crudo e incessante. La violenza e il sangue che scorrevano dalla battaglia non facevano altro che alimentare il mio fervore, portandomi a un livello di eccitazione che rasentava l'euforia. Tutto si svolgeva in un lampo, con movimenti talmente rapidi da sfiorare i limiti della percezione umana. Ero in piedi, questo era certo, ma non potevo ignorare le ferite che cominciavano a manifestarsi sul mio corpo mortale. Le ustioni, i lividi e le scariche elettriche precedenti avevano lasciato il segno, e ogni movimento richiedeva uno sforzo maggiore. Eppure, la possibilità di fermarmi non entrava nemmeno in considerazione.

    No, non avrei ceduto, non ora. La determinazione mi consumava, spingendomi oltre i limiti del dolore e della stanchezza. C'era troppo in gioco, e la mia missione, il mio scopo, erano troppo grandi per permettermi di desistere. Con ogni fibra del mio essere gridavo silenziosamente una sfida contro il dolore, contro la stanchezza, contro l'avversaria stessa. Era un test di volontà tanto quanto di forza, e in quel vortice di violenza, trovavo una sorta di chiarezza brutale. Ogni attacco, ogni schivata, ogni colpo subito era un promemoria del mio impegno e della mia implacabile ricerca del dominio. Non importava quanto il corpo potesse essere lacerato o ferito; lo spirito che mi guidava rimaneva indomito.

    Lei si difendeva con quanto rimaneva delle sue forze, ma era evidente che stava raggiungendo il limite della resistenza. Anche io sentivo il peso della battaglia, le energie che si assottigliavano a ogni movimento. In un ultimo tentativo disperato, riuscì a salvaguardare la gamba ancora intatta e a sferrare un nuovo attacco. La sua catena si mosse con precisione chirurgica, mirando al mio inguine in un assalto diretto e mortale. La catena colpì il bersaglio con una forza brutale. Reagii d'istinto, un tentacolo si avvinghiò alla catena, cercando di strapparla via prima che potesse fare ulteriori danni. Ogni scossa elettrica che percorreva la catena mi attraversava il corpo, intensificando il dolore e la disperazione dell'attimo. Nonostante i miei sforzi, la catena aveva già raggiunto il suo obiettivo, recidendo l'arteria femorale e causando un'emorragia massiccia. Il sangue fluiva copioso, macchiando il terreno sotto di me e la mia vista cominciava a farsi annebbiata. Tuttavia, la resa non era un'opzione per me. Anche in quelle condizioni estreme, il mio spirito combattivo non vacillava. Lottavo contro il dolore, contro la perdita di sangue, contro l'oscurità che minacciava di avvolgermi.

    Ero determinato a resistere, a continuare a combattere nonostante tutto. La battaglia era diventata una questione di volontà pura, di resistere più a lungo del mio avversario. Ogni fibra del mio essere si aggrappava disperatamente alla vita, al potere, alla vittoria. Nonostante il corpo cedesse, la mia mente rimaneva ferocemente focalizzata sull'obiettivo di superare quest'ultima prova, di dimostrare che anche nei momenti di massima vulnerabilità, la mia volontà poteva ancora dominare il campo di battaglia. Riunendo le ultime riserve di forza, mi preparai per un'azione decisiva. La mia intenzione era chiara: volevo afferrarla con i miei tentacoli e trascinarla a me, avvolgendoci in un abbraccio che avrebbe potuto essere l'ultimo per entrambi. Se i tentacoli si fossero avvolti attorno al suo corpo, stringendola con forza, avrei tentato di trarla vicino a me in modo che i nostri sguardi si incontrassero.

    « Guarda quello che sta accadendo. Vedi questa distruzione, questo odio? È questo che desideri? Non c'è giustizia qui, solo il vuoto che stai cercando di colmare. Ora, lascia che tutto il tuo odio, tutto il tuo rancore, tutte le tue ombre emergano. Mostrami il peggio di te, rivela quel desiderio oscuro che ti spinge a combattere così disperatamente. »

    Le parole erano un invito e una sfida, un tentativo di far emergere la verità più profonda del nostro conflitto. Nonostante il dolore e la fatica, il mio spirito bruciava con la necessità di vedere, quanto in basso poteva scivolare lo spirito umano.


    SHAI HULUDIV | terra sottomessa | energia rossa
    fisicamente | ustioni su braccia e corpo, effetti secondari derivanti dall'elettricità, ustioni al collo e difficoltà respiratoria in seguito al colpo, grosso ematoma all'altezza del polmone, ustioni da elettricità su tutto il corpo, arteria femorale rotta e copiosa perdita di sangue
    mentalmente | eccitato
    status surplice | intatta

    riassunto azioni | l'azione è particolare ma cercherò di renderla esplicita. Provo a prenderti coi tentacoli [Supporto] e trascinarti a me, se riesco [dovrebbe essere AD], per stritolarti in un abbraccio mortale (si fa per dire), in modo tale da poterti guardare negli occhi mentre lo faccio [AF], per poi farti quel discorso.

    tentacoli
    La caratteristica distintiva dell'armatura dello spectre è la presenza di otto tentacoli meccanici telescopici, i quali sono ispirati e modellati a somiglianza di un verme o worm. Ogni tentacolo è composto da segmenti interconnessi che permettono un'estensione telescopica. La forza esercitata da ciascun tentacolo è paragonabile a quella di un essere con forza straordinaria. Worm controlla questi tentacoli con pura volontà, consentendogli una precisione e una velocità sovrumane negli attacchi e nelle manovre difensive (la velocità dipende dal livello energetico dello spectre, e si specifica che non è mai paragonabile a chi possiede agilità straordinaria e non sarà mai preciso quanto chi possiede sensi straordinari). All'estremità di ogni tentacolo si trova una gemma di colore azzurro. Queste gemme non sono solo decorative ma servono come prolungamenti sensoriali di Shai-Hulud. Attraverso queste, può vedere e percepire l'ambiente circostante come se i suoi occhi fossero posizionati su di esse, offrendogli una percezione spaziale a 360 gradi e la capacità di sorvegliare aree multiple contemporaneamente, oltre al fatto che può comunicare attraverso i tentacoli. Il numero, la lunghezza e la potenza dei tentacoli dipendono dal livello energetico di Shai-Hulud. I tentacoli possono essere utilizzati per una varietà di scopi: possono essere impiegati come fruste o lance, con una forza devastante, formare una barriera in grado di proteggerlo da attacchi fisici, tentare di avvolgere e stritolare gli avversari, provando ad immobilizzarli o soffocarli, estendersi nel terreno o attraverso le strutture per esplorare, recuperare oggetti o creare passaggi per poter navigare sotto terra. I tentacoli inoltre, hanno la capacità di rigenerarsi se distrutti, e sono da considerasi di un grado superiore rispetto alla surplice per ciò che riguarda la durezza.


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    L'intensità dello scontro aveva raggiunto il suo apice, e sentivo che la conclusione era vicina. La guerriera resisteva con una tenacia impressionante, ma la superiorità dei miei attacchi stava iniziando a prevalere. Ogni movimento che facevo era calcolato per indebolirla ulteriormente, portandola lentamente al limite delle sue forze. Nel profondo, sapevo che una volta che avesse perso conoscenza, avrei avuto il controllo completo della situazione. La mia intenzione era chiara: trascinarla nelle profondità del mio dominio, dove avrei potuto plasmare il suo destino secondo la mia volontà. Sentivo un desiderio crescente di vedere quella fiera combattente piegarsi sotto il mio potere, di rimuovere ogni barriera, sia fisica che spirituale, che la separava dalla totale sottomissione a me. Questo pensiero mi spingeva a combattere con ancora più ferocia, a non concedere tregua né clemenza. La volevo completamente vulnerabile, priva di qualsiasi difesa che potesse offrire la sua armatura o la sua resilienza. Era più di una semplice vittoria fisica quello che cercavo; era una conquista totale, la sottomissione di uno spirito tanto indomito.

    Mentre proseguivo nell'assalto, ogni colpo che sferravo era impregnato di questo desiderio profondo. Non era solo la fine di una battaglia, ma l'inizio di un nuovo capitolo, quello in cui lei sarebbe diventata parte del mio oscuro regno, trasformata e rinata sotto la mia guida. Ogni momento che passava mi avvicinava a questo obiettivo finale, e con una determinazione fredda e implacabile, continuavo a spingere, a dominare lo scontro, fino a che non avrei visto realizzato il mio desiderio più oscuro. Mentre la guardavo cadere e tentare di risollevarsi, la mia determinazione si mescolava con un desiderio crescente. Era chiaro che non si sarebbe arresa facilmente, e questa sua resilienza alimentava il mio bisogno di dominarla. Tuttavia, ero così concentrato sulla sua resistenza che non notai la catena che si dirigeva rapidamente verso la mia schiena, mirando a colpire un punto critico.

    L'armatura in quella zona era particolarmente robusta, rinforzata da una protuberanza da cui emergevano i miei tentacoli. La catena colpì con forza, e anche se non riuscì a perforare l'armatura, il dolore fu immediato e intenso. Un ematoma si formò rapidamente, e il dolore mi strappò un grido che echeggiò violentemente intorno a noi. Mentre ancora assimilavo lo shock del dolore, sentii l'altra catena avvolgermi. Il dolore e il crescente desiderio di sottometterla mi spinsero a un'azione disperata. Espansi il mio cosmo oscuro, raccogliendo ogni briciolo di energia rimasta per liberarmi dalla sua presa. Con un'esplosione di forza, i miei tentacoli si agitarono violentemente, rompendo la morsa delle catene. Il mio corpo era dolorante e tormentato da spasmi involontari, risultato delle continue scariche elettriche che percorrevano la catena della guerriera. Ustioni marcavano diverse parti del mio corpo, testimoniando l'intensità dello scontro. Nonostante il dolore, la mia volontà di concludere lo scontro era incrollabile. Sentivo ogni fibra del mio essere vibrare, ogni spasmo un promemoria della battaglia che ancora ardeva.

    Determinato più che mai, mi preparavo a fare un ultimo, decisivo assalto. La fine era vicina, lo sapevo, e non avrei permesso che il dolore o la stanchezza mi fermassero. Era il momento di dimostrare la mia supremazia, di sottomettere definitivamente il guerriero che tanto mi aveva sfidato. Deciso a portare a termine il confronto, mi focalizzai sull'avversaria ancora a terra, vulnerabile ma pericolosa. In quel momento cruciale, il piano d'azione mi sembrò chiaro: dovevo immobilizzarla definitivamente.

    Con una mossa strategica, mossi tre dei miei tentacoli che, emergendo silenziosamente dal terreno, si avventarono verso di lei nel tentativo di avvolgerla e bloccarne i movimenti. La sorpresa era dalla mia parte, e se tutto fosse andato come previsto, i tentacoli l'avrebbero intrappolata con una presa ferrea, impedendole qualsiasi ulteriore resistenza. Contemporaneamente, altri tre tentacoli si sollevarono sopra di lei, pronti a scendere in un attacco fulmineo e devastante. Il loro obiettivo erano le gambe, e con una frustata potente e precisa dall'alto verso il basso, miravo a spezzarle. Nella mia mente, il pensiero che le gambe non le sarebbero più state di alcuna utilità per quello che avevo in mente era chiaro e freddo.


    SHAI HULUDIV | terra sottomessa | energia rossa
    fisicamente | ustioni su braccia e corpo, effetti secondari derivanti dall'elettricità, ustioni al collo e difficoltà respiratoria in seguito al colpo, grosso ematoma all'altezza del polmone, ustioni da elettricità su tutto il corpo
    mentalmente | eccitato
    status surplice | intatta

    riassunto azioni | preso dai miei pensieri di sottometterti, subisco in pieno il attacco, ma vista la resistenza della cloth, essa non perfora la cloth, facendomi un grosso danno in quella zona, in aggiunta alle scariche elettriche della catena. Mi libero, grazie al maggior livello energetico e, alla forza straordinaria dei tentacoli. Vedendoti a terra, provo a bloccarti con tre tentacoli [Supporto] e con altri tre provo a spaccarti entrambe le gambe [AF], tanto secondo Shai-Hulud, non ti servono.

    tentacoli
    La caratteristica distintiva dell'armatura dello spectre è la presenza di otto tentacoli meccanici telescopici, i quali sono ispirati e modellati a somiglianza di un verme o worm. Ogni tentacolo è composto da segmenti interconnessi che permettono un'estensione telescopica. La forza esercitata da ciascun tentacolo è paragonabile a quella di un essere con forza straordinaria. Worm controlla questi tentacoli con pura volontà, consentendogli una precisione e una velocità sovrumane negli attacchi e nelle manovre difensive (la velocità dipende dal livello energetico dello spectre, e si specifica che non è mai paragonabile a chi possiede agilità straordinaria e non sarà mai preciso quanto chi possiede sensi straordinari). All'estremità di ogni tentacolo si trova una gemma di colore azzurro. Queste gemme non sono solo decorative ma servono come prolungamenti sensoriali di Shai-Hulud. Attraverso queste, può vedere e percepire l'ambiente circostante come se i suoi occhi fossero posizionati su di esse, offrendogli una percezione spaziale a 360 gradi e la capacità di sorvegliare aree multiple contemporaneamente, oltre al fatto che può comunicare attraverso i tentacoli. Il numero, la lunghezza e la potenza dei tentacoli dipendono dal livello energetico di Shai-Hulud. I tentacoli possono essere utilizzati per una varietà di scopi: possono essere impiegati come fruste o lance, con una forza devastante, formare una barriera in grado di proteggerlo da attacchi fisici, tentare di avvolgere e stritolare gli avversari, provando ad immobilizzarli o soffocarli, estendersi nel terreno o attraverso le strutture per esplorare, recuperare oggetti o creare passaggi per poter navigare sotto terra. I tentacoli inoltre, hanno la capacità di rigenerarsi se distrutti, e sono da considerasi di un grado superiore rispetto alla surplice per ciò che riguarda la durezza.


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  6. .
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    Era diventata una routine, tanto prevedibile quanto frustrante. Ogni volta che tentavo di mettere in atto uno dei miei piani, un eroe arrivava puntuale a rovinare tutto. Tuttavia, questa volta era diverso. Questa volta era personale. Non era un semplice eroe ad ostacolarmi, ma un nemico che non avevo visto per un'eternità. Vanant, la stella dell'Ovest, uno dei quattro numi tutelari al servizio di Aura Mazda. Ricordo ancora la prima volta che lo incontrai, ere fa quando non ero limitato da questi sigilli. Lui, era un campione, un protettore celestiale, brillante come il sole al tramonto. Fin da subito, ci fu una tensione palpabile tra di noi, una lotta tra luce e tenebra che sembrava destinata a durare per sempre. Questa volta, però, non era solo una questione di sventare un piano. No, Vanant era venuto direttamente per me, per regolare i conti, per concludere una faida millenaria. Mi trovavo nella piazza di quell’inutile insediamento, quando sentii la sua presenza. Lui era lì, imponente, il suo mantello color dell'alba fluttuava nel vento mentre i suoi occhi, due pozze di luce stellare, fissavano i miei.

    « Sì, Vanant. Finiamola »

    Preparandoci entrambi al duello che avrebbe deciso i nostri destini, sapevo che questa battaglia sarebbe stata epica. Ero pronto a combattere, non solo per la mia sopravvivenza, ma per l'essenza stessa della mia esistenza. La lotta tra luce e oscurità stava per raggiungere il suo climax, e solo uno di noi ne sarebbe uscito vincitore. Quando percepì il cosmo di Vanant, la potenza che emanava mi colpì con una forza inaudita, quasi a volermi ricordare chi tra noi due avesse il vantaggio. Un'onda d'urto, pura e vibrante, mi investì con tale impeto da farmi arretrare di alcuni metri. Il soprabito che indossavo si agitò violentemente, rivelando la mia surplice scura, il simbolo della mia alleanza con le forze oscure di Hades. Mentre mi rialzavo, sentivo il battito del mio cuore accelerare, non per paura, ma per l'adrenalina della sfida. Mi ero preparato per questo momento, stavo accumulando troppo potere per essere semplicemente spazzato via da un nume tutelare, per quanto potente fosse.

    Ero pronto a combattere fino all'ultimo respiro, a dimostrare a quel pomposo Daimon che noi, le creazioni di Angra Mainyu, non eravamo semplici pedine da scacciare in una partita tra dei e demoni. Ero pronto a lottare per la mia esistenza, per il mio diritto di stare in questo universo, tanto quanto lui. La battaglia tra luce e oscurità non era solo una questione di potenza, ma anche di volontà, e la mia era incrollabile. Decisi che era il momento di riversare tutto il mio odio e la mia frustrazione su di lui. La mia strategia doveva essere astuta, un attacco che potesse sorprenderlo e metterlo fuori gioco, anche solo per un momento. Mentre la luce del sole illuminava il campo di battaglia, due dei miei tentacoli scivolarono silenziosamente sul terreno, scavando rapidamente verso la posizione di Vanant. L'intento non era quello di attaccarlo direttamente, ma di creare caos: volevo sollevare una densa nube di polvere e detriti, sufficiente a oscurare la sua vista e confonderlo.

    Nel momento in cui la terra cominciava a muoversi e la polvere a sollevarsi, altri due tentacoli si lanciarono in un assalto frontale. Era un attacco semplice, diretto, mirato principalmente a distrarlo. Doveva essere abbastanza convincente da tenere la sua attenzione focalizzata su di loro, mentre preparavo la vera mossa. Mentre Vanant era impegnato a parare questi colpi, sotto la copertura della nube di polvere, altri quattro tentacoli agivano in segreto. Scavando rapidamente sotto il sottosuolo, si muovevano agili verso di lui, emergendo alle sue spalle. Il loro obiettivo era chiaro e preciso: avvinghiarsi attorno alle sue gambe, e, se possibile, immobilizzare tutto il suo corpo. Dovevano essere veloci e implacabili. Appena i tentacoli emersero, cercarono di stringersi con forza attorno alle sue membra. La loro presa tentava di essere ferma e potente, ogni movimento era calcolato per massimizzare la restrizione dei suoi movimenti e limitare le sue possibilità di liberarsi. Se i tentacoli avessero raggiunto il loro obiettivo, avrebbero iniziato a stringere le carni e le ossa del nemico, con il chiaro intento di spaccare e distruggere in una morsa d'acciaio e odio, infliggendo dolore e disperazione.

    I tentacoli stringevano, la polvere si alzava, e io, nel cuore di quella tempesta che avevo creato, mi sentivo finalmente pronto a colpire con tutto il potere che Angra Mainyu aveva infuso in me.


    SHAI HULUDIV | terra sottomessa | energia rossa
    fisicamente | ???
    mentalmente | pronto allo scontro
    status surplice | intatta

    riassunto azioni | uso due tentacoli per scavare la terra, lateralmente alla mia figura, solo per alzare polvere e detriti, con l'intento di oscurare la vista [diversivo], quindi provo a colpirti frontalmente con altri due tentacoli [AD], sperando di riuscire a sorprenderti con la vera offensiva, ovvero quattro tentacoli che prima cercano di bloccarti [Supporto], per poi stringerti e stritolarti [AF]

    tentacoli
    La caratteristica distintiva dell'armatura dello spectre è la presenza di otto tentacoli meccanici telescopici, i quali sono ispirati e modellati a somiglianza di un verme o worm. Ogni tentacolo è composto da segmenti interconnessi che permettono un'estensione telescopica. La forza esercitata da ciascun tentacolo è paragonabile a quella di un essere con forza straordinaria. Worm controlla questi tentacoli con pura volontà, consentendogli una precisione e una velocità sovrumane negli attacchi e nelle manovre difensive (la velocità dipende dal livello energetico dello spectre, e si specifica che non è mai paragonabile a chi possiede agilità straordinaria e non sarà mai preciso quanto chi possiede sensi straordinari). All'estremità di ogni tentacolo si trova una gemma di colore azzurro. Queste gemme non sono solo decorative ma servono come prolungamenti sensoriali di Shai-Hulud. Attraverso queste, può vedere e percepire l'ambiente circostante come se i suoi occhi fossero posizionati su di esse, offrendogli una percezione spaziale a 360 gradi e la capacità di sorvegliare aree multiple contemporaneamente, oltre al fatto che può comunicare attraverso i tentacoli. Il numero, la lunghezza e la potenza dei tentacoli dipendono dal livello energetico di Shai-Hulud. I tentacoli possono essere utilizzati per una varietà di scopi: possono essere impiegati come fruste o lance, con una forza devastante, formare una barriera in grado di proteggerlo da attacchi fisici, tentare di avvolgere e stritolare gli avversari, provando ad immobilizzarli o soffocarli, estendersi nel terreno o attraverso le strutture per esplorare, recuperare oggetti o creare passaggi per poter navigare sotto terra. I tentacoli inoltre, hanno la capacità di rigenerarsi se distrutti, e sono da considerasi di un grado superiore rispetto alla surplice per ciò che riguarda la durezza.


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    Dall'inizio, avevo percepito quella forza colossale, quell'aura che prometteva un potere incommensurabile. Tuttavia, la creatura che avevo di fronte non si scompose nemmeno di fronte alla mia aggressione. Con un gesto rapidissimo e quasi disinteressato, essa generò un'onda d'urto talmente potente da scagliarmi indietro di diverse centinaia di metri. Mentre volavo all'indietro, sopraffatto dalla forza dell'onda, reagii istintivamente. I miei tentacoli si sollevarono per proteggere il viso, ma vennero polverizzati all'istante dall'impeto dell'attacco. Fu un momento di shock, il dolore era acuto e irreale, ma quello che seguì fu ancora più sorprendente. Per la prima volta da quando ero tornato, vidi i miei tentacoli ricrescere in modo istantaneo. Un rinnovo rapido e completo, come se la devastazione subita avesse innescato una qualche forma di risposta automatica del mio corpo. Era come se ogni cellula del mio essere sapesse esattamente cosa fare in risposta a quell'attacco. Atterrato con forza contro il terreno roccioso, mi rialzai lentamente, ancora incredulo per la rapidità della mia guarigione. La creatura mi osservava con un'espressione indescrivibile, un misto di calma e superiorità che mi infastidiva profondamente.

    L'aria intorno a noi era ancora vibrante di energia, e mentre mi preparavo per il prossimo scontro, una parte di me era consapevole che stavo affrontando qualcosa di ben più grande di qualsiasi cosa avessi mai incontrato prima. La forza di quell'essere era soverchiante, sentivo ogni fibra del mio corpo vibrare sotto il peso del suo potere. Il mio volto sanguinava, una ferita aperta da un gesto apparentemente insignificante della creatura, un chiaro promemoria della sua superiorità. Il più saggio dei gesti sarebbe stato fuggire, cercare rifugio nelle profondità della terra, allontanarmi il più possibile da quel pericolo mortale. Sì, avrei dovuto farlo. Ma io sono Shai-Hulud, incarno la sottomissione e nonostante i sigilli che mi limitavano, non potevo semplicemente voltare le spalle.

    Era chiaro l'esito di quell'incontro: sarei morto. O, per essere più precisi, sarei tornato nel Lost Canvas, dove un nuovo corpo mi attendeva, pronto per essere usato nella mia vendetta. Era inconcepibile per me, l'idea che qualcuno potesse essere più forte. Con ogni fibra del mio essere pulsante di dolore e determinazione, mi preparai a un ultimo, disperato sforzo. Se fossi riuscito a strappare anche solo un frammento della sua anima, avrei considerato quella sconfitta un successo. Mi concentravo su quell'obiettivo minimo, consapevole che ogni piccola vittoria avrebbe potuto avere un impatto significativo in futuro. Mi rialzai e mi lanciavo di nuovo verso la creatura con una rinnovata ferocia.

    Cosciente della mia inferiorità in termini di forza e velocità, decisi che l'unica mia chance era quella di sfruttare l'elemento sorpresa. Così, senza esitazione, mi infossai sotto terra, scendendo a una profondità di circa quaranta metri. I miei tentacoli, estensioni della mia volontà, mi guidavano attraverso la terra come sensori, permettendomi di visualizzare la posizione della mia nemesi. In un movimento fluido e coordinato, due dei miei tentacoli si lanciarono verso le spalle della creatura, spuntando dal terreno con precisione chirurgica. Il loro obiettivo era avvinghiarsi alle sue gambe, stringendole con forza per immobilizzarlo, anche solo per un momento. La pressione esercitata aveva l'intento di stritolare le carni, di bloccarlo nella sua posizione, di limitare la sua capacità di muoversi e di rispondere.

    Contemporaneamente, altri quattro tentacoli emersero da diverse angolazioni, ciascuno con un compito preciso e letale. Due di essi miravano alle ginocchia, attaccando lateralmente con la forza di tutto l'odio e la frustrazione che ribolliva dentro di me. Il colpo, diretto dall'esterno verso l'interno, aveva l'intenzione di forzare le articolazioni a piegarsi in maniere innaturali, forse perfino a romperle. Gli altri due, invece, sferrarono un attacco frontale, proprio sotto la gabbia toracica, con la ferocia di chi cerca disperatamente di strappare via quella parte del corpo, un gesto simbolico e devastante. Era chiaro che la lotta sarebbe stata dura e potenzialmente fatale. Ma non importava; ero deciso a non arrendermi, a combattere fino all'ultimo respiro, a dimostrare che anche un essere limitato come me poteva ancora lasciare il segno. E mentre la polvere si sollevava attorno a noi e i tentacoli continuavano a muoversi in una danza mortale, sapevo che, qualunque fosse l'esito, non avrei avuto rimpianti. Questa era la mia battaglia, e l'avrei combattuta con ogni fibra del mio essere.

    SHAI HULUDIV | terra sottomessa | energia rossa
    fisicamente | ferita alla testa per il gesto di Pan di alzarsi in piedi
    mentalmente | odio e rabbia
    status surplice | alcuni tentacoli distrutti dal colpo, che sono ricresciuti istantaneamente

    riassunto azioni | mi difendo dalla tua reazione con i tentacoli, e sfrutto la scena per farli ricrescere. Poi, provo disperatamente a colpirti. Due tentacoli cercano di prenderti in lotta, attorcigliandosi alle gambe e stritolando [AD+Supporto], mentre con altri quattro provo a spaccarti le ginocchia e strapparti la cassa toracica [AF].

    tentacoli
    La caratteristica distintiva dell'armatura dello spectre è la presenza di otto tentacoli meccanici telescopici, i quali sono ispirati e modellati a somiglianza di un verme o worm. Ogni tentacolo è composto da segmenti interconnessi che permettono un'estensione telescopica. La forza esercitata da ciascun tentacolo è paragonabile a quella di un essere con forza straordinaria. Worm controlla questi tentacoli con pura volontà, consentendogli una precisione e una velocità sovrumane negli attacchi e nelle manovre difensive (la velocità dipende dal livello energetico dello spectre, e si specifica che non è mai paragonabile a chi possiede agilità straordinaria e non sarà mai preciso quanto chi possiede sensi straordinari). All'estremità di ogni tentacolo si trova una gemma di colore azzurro. Queste gemme non sono solo decorative ma servono come prolungamenti sensoriali di Shai-Hulud. Attraverso queste, può vedere e percepire l'ambiente circostante come se i suoi occhi fossero posizionati su di esse, offrendogli una percezione spaziale a 360 gradi e la capacità di sorvegliare aree multiple contemporaneamente, oltre al fatto che può comunicare attraverso i tentacoli. Il numero, la lunghezza e la potenza dei tentacoli dipendono dal livello energetico di Shai-Hulud. I tentacoli possono essere utilizzati per una varietà di scopi: possono essere impiegati come fruste o lance, con una forza devastante, formare una barriera in grado di proteggerlo da attacchi fisici, tentare di avvolgere e stritolare gli avversari, provando ad immobilizzarli o soffocarli, estendersi nel terreno o attraverso le strutture per esplorare, recuperare oggetti o creare passaggi per poter navigare sotto terra. I tentacoli inoltre, hanno la capacità di rigenerarsi se distrutti, e sono da considerasi di un grado superiore rispetto alla surplice per ciò che riguarda la durezza.


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    La guerriera, pur essendo chiaramente coraggiosa e determinata, non riusciva a vedere oltre i confini tangibili della sua percezione. I suoi discorsi sulla morte, sulla mancanza di un aldilà, erano limitati e mi facevano pensare a quanto fosse intrappolata nelle proprie convinzioni, incapace di esplorare la possibilità di qualcosa di più grande, di più significativo. Nonostante la mia intenzione originale di aprire un dialogo, mi resi conto che le parole non sarebbero state sufficienti per attraversare il muro di incomprensione che ci divideva. Fu in quel momento che decisi di prendere un approccio più diretto, uno che potesse realmente trasmettere il potere e la profondità del mio messaggio.

    « Non capisci. C'è molto più di quello che i tuoi occhi vedono. La morte non è la fine, ma un passaggio, un momento di transizione verso una realtà che supera ogni comprensione umana. »

    Mentre i miei tentacoli si avvinghiavano attorno alla sua gamba, il suono delle ossa che si frantumavano si mescolava con i miei sensi, una conferma della mia forza ma anche un promemoria della sua resistenza. La ragazza non mostrava segni di cedimento, nonostante la durezza del mio attacco. Era chiaro che la sua volontà era di ferro, forgiata nelle battaglie e nelle credenze che la sostenevano. Con un movimento rapido e disperato, mosse una delle sue catene, cercando di avvinghiarsi attorno al mio collo. La vidi all'ultimo momento, grazie alla percezione acuta di uno dei miei tentacoli, e reagii d'istinto. Con un colpo veloce, intercettai la catena, ma non completamente. Si avvolse attorno, il metallo freddo contro la mia pelle, scaricando un'ondata di energia elettrica che mi bruciò come un marchio a fuoco. Il dolore era acuto, quasi insopportabile, mentre la catena serrava e l'elettricità mi attraversava il corpo. Un segno di bruciatura si formò attorno al mio collo, come un collare torturante da cui sprigionavano segni di bruciatura che si irradiavano sulla pelle.

    Con un sussulto di forza, mosso dalla disperazione e dalla necessità di liberarmi, attivai la piena potenza dei miei tentacoli. Con uno sforzo convulso, riuscii a sfilare la catena e a liberarmi da quella presa elettrizzante. Il respiro mi mancava, il petto si sollevava in affannosi tentativi di catturare aria, mentre il dolore pulsava nella mia testa, un rimbalzo di ogni scarica che aveva percorso il mio corpo. Questo combattimento non era solo una lotta fisica, ma una battaglia di volontà, di convinzioni. Con ogni attacco e ogni contrattacco, entrambi cercavamo di imporre la nostra visione, di dimostrare la nostra forza non solo fisica, ma anche di spirito e di fede. Mentre mi riprendevo dallo shock elettrico, sapevo che la battaglia era lungi dall'essere finita. Mi preparai a rispondere ancora, non solo con la forza, ma con tutto il peso della convinzione che portavo dentro di me. La battaglia tra noi era diventata un vero e proprio duello di volontà e potere. Dopo aver sperimentato la tenacia e la ferocia del guerriero di Atena, capii che ogni tentennamento poteva essere fatale. Era tempo di intensificare l'assalto, di sfruttare ogni vantaggio a mia disposizione. Non potevo permettermi di sottovalutare la sua resistenza né la sua capacità di causare danni.

    Con un rapido calcolo strategico, decisi di combinare la forza di due dei miei tentacoli per sferrare un colpo decisivo. Il loro obiettivo era la gamba già danneggiata della guerriera, intenzionato a comprometterne la mobilità in modo definitivo. Ma il mio attacco non si limitava a questo; miravo anche a colpire la colonna di pietra su cui lei si appoggiava, sperando di aggiungere caos e disorientamento alla scena. Il suono del marmo che si frantumava sotto la potenza dell'impatto riempì l'aria, mescolandosi al rumore sordo dell'attacco contro la carne e l'armatura della guerriera. La colonna crollò, trasformandosi in una nuvola di polvere e detriti, che si disperse nell'area creando una cortina di sabbia e confusione. Sfruttando il momento di caos, lanciati quattro tentacoli ulteriori in una tempesta di affondi rapidi e precisi. Ogni tentacolo era diretto verso un punto critico: il volto, il collo, il seno e l'inguine. Punti dove l'armatura era assente o minimalista, e quindi particolarmente vulnerabili.

    Se questi colpi fossero andati a segno, i danni per il guerriero sarebbero stati non solo fisici ma potenzialmente debilitanti a lungo termine. Il suono dei tentacoli che fendevano l'aria era quasi soffocato dal frastuono della colonna che crollava, e ogni attacco portato aveva un'intensità che dimostrava la mia risolutezza e la mia fermezza nel portare a termine il conflitto. Questa non era solo una dimostrazione di forza, ma una chiara volontà di sopraffare e dominare la situazione, piegando le circostanze a mio favore. Mentre i tentacoli si avvicinavano ai loro obiettivi, il mio cuore batteva forte, alimentato dall'adrenalina e dalla consapevolezza dell'importanza di ogni movimento in questo duello critico.


    SHAI HULUDIV | terra sottomessa | energia rossa
    fisicamente | ustioni su braccia e corpo, effetti secondari derivanti dall'elettricità, ustioni al collo e difficoltà respiratoria in seguito al colpo
    mentalmente | eccitato
    status surplice | intatta

    riassunto azioni | potendo vedere attraverso i miei tentacoli, mi accorgo solo alla fine della catena e cerco tramite un tentacolo di limitare i danni, visto la maggior forza che essi possiedono [difesa]. A questo punto, con due tentacoli tento una spazzata che, mira a colpire la gamba che ti avevo stritolato prima [AD], e contestualmente provo a distruggere la colonna che hai usato come appoggio nel tuo post, non mirando a farti ulteriori danni, ma provo a occludere la tua vista [Supporto/Diversivo], infine provo a tirarti quattro pugni coi tentacoli [AF]

    tentacoli
    La caratteristica distintiva dell'armatura dello spectre è la presenza di otto tentacoli meccanici telescopici, i quali sono ispirati e modellati a somiglianza di un verme o worm. Ogni tentacolo è composto da segmenti interconnessi che permettono un'estensione telescopica. La forza esercitata da ciascun tentacolo è paragonabile a quella di un essere con forza straordinaria. Worm controlla questi tentacoli con pura volontà, consentendogli una precisione e una velocità sovrumane negli attacchi e nelle manovre difensive (la velocità dipende dal livello energetico dello spectre, e si specifica che non è mai paragonabile a chi possiede agilità straordinaria e non sarà mai preciso quanto chi possiede sensi straordinari). All'estremità di ogni tentacolo si trova una gemma di colore azzurro. Queste gemme non sono solo decorative ma servono come prolungamenti sensoriali di Shai-Hulud. Attraverso queste, può vedere e percepire l'ambiente circostante come se i suoi occhi fossero posizionati su di esse, offrendogli una percezione spaziale a 360 gradi e la capacità di sorvegliare aree multiple contemporaneamente, oltre al fatto che può comunicare attraverso i tentacoli. Il numero, la lunghezza e la potenza dei tentacoli dipendono dal livello energetico di Shai-Hulud. I tentacoli possono essere utilizzati per una varietà di scopi: possono essere impiegati come fruste o lance, con una forza devastante, formare una barriera in grado di proteggerlo da attacchi fisici, tentare di avvolgere e stritolare gli avversari, provando ad immobilizzarli o soffocarli, estendersi nel terreno o attraverso le strutture per esplorare, recuperare oggetti o creare passaggi per poter navigare sotto terra. I tentacoli inoltre, hanno la capacità di rigenerarsi se distrutti, e sono da considerasi di un grado superiore rispetto alla surplice per ciò che riguarda la durezza.


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    Quando scoprii quel villaggio, era un'anomalia nella corruzione del mondo. Era nascosto, quasi dimenticato, e al suo centro stava una chiesa, un fulcro di speranza per gli abitanti. Ogni giorno, questi semplici villani si radunavano sotto la sua volta, invocando aiuto da un dio che, era o assente o inesistente. Il giorno in cui mi infiltrai in quel villaggio, camminavo tra le loro case modeste, osservando. Gli abitanti mi sembravano stranamente puri, le loro anime non ancora toccate dalla disperazione. Mi chiedevo, cosa speravano di ottenere con le loro preghiere? Quale salvezza pensavano che il loro silenzioso dio potesse offrire?

    Ero lì per comprendere, per studiare e alla fine per corrompere. La mia presenza era una macchia oscura in quel luogo di luce. Ascoltavo le loro preghiere, le suppliche elevate verso il cielo, e dentro di me cresceva un disprezzo glaciale. Come potevano essere così ingenui?

    Decisi che avrei mostrato loro l'assurdità delle loro speranze. Passo dopo passo, avrei portato quel villaggio nella disperazione, fino a quando non avrebbero riconosciuto il vero volto del loro dio: il silenzio di un universo indifferente. Io, Shai-Hulud, avrei aperto i loro occhi. E così, il mio oscuro compito continuava, sotto l'egida di Angra Mainyu, nella perpetua danza tra luce e tenebra. La mia influenza sul villaggio divenne più diretta e oscura. Bastava davvero poco per insinuare il dubbio nelle loro menti fragili, convincendoli che le loro ferventi preghiere erano inutili. Ogni settimana, seguivo un piano più sinistro: rapivo una donna dal villaggio e la trascinavo con me nelle profondità della terra, nella mia tana nascosta, dove regnava solo il buio. Li, lontano dagli occhi dei curiosi, le sottoponevo a un rituale antico e oscuro utilizzando l'Iboga, una pianta potente con la capacità di alterare la mente. Le trattavo in modo che dimenticassero ogni ricordo dell'accaduto; una volta tornate al villaggio, sembravano continuare le loro vite normalmente, ma qualcosa in loro era cambiato. Non erano più le stesse. La loro essenza era stata toccata, corrotta.

    Col passare del tempo, queste donne, segnate dal mio intervento, iniziavano a comportarsi in modo strano. Spinte da un richiamo oscuro, di notte, si avventuravano verso il luogo della loro prima discesa nel buio. Lì, le trattavo nuovamente con l'Iboga, rafforzando il loro legame con me. Con ogni trattamento, la loro volontà si erodeva, e lentamente diventavano schiave della mia volontà, perdendo sempre di più ogni speranza di liberazione. La trasformazione era subdola e inesorabile. La comunità, ignara del vero motivo dietro a questi cambiamenti, aumentava le preghiere, cercando disperatamente risposte da un dio silente. Io, Shai-Hulud, li osservavo con freddo divertimento, sapendo che ogni loro tentativo di salvezza li avvicinava solo di più alla disperazione.

    In questo gioco di potere e manipolazione, mi rivelavo non solo come un nemico del loro dio, ma come il vero dominatore delle loro anime, un maestro nell'arte dell'oscurità, cresciuto sotto l'ala di Angra Mainyu. Con ogni anima che piegavo al mio volere, il mio potere cresceva, e con esso, la mia sete di distruzione e dominio. Era solo questione di tempo prima che tutto il villaggio cadesse sotto il mio controllo. Con il trascorrere del tempo, la mia presenza nel villaggio diventava sempre più dominante, e giorno dopo giorno la maggior parte degli abitanti pendeva dalle mie labbra. Le loro preghiere, un tempo devotamente elevate verso un dio che sembrava non ascoltarle, cominciarono a cambiare il loro destinatario. Non più invocazioni per un'entità assente, ma suppliche dirette a me, Shai-Hulud, l'entità che avevano potuto vedere e sentire, che aveva dimostrato un'influenza tangibile sulle loro vite.

    Questo cambiamento di fedeltà non era avvenuto senza il mio intervento diretto. Con abilità manipolativa, avevo seminato il dubbio e poi l'adorazione tra gli abitanti, trasformando la loro disperazione in una devota lealtà verso la mia figura. La chiesa del villaggio, una volta luogo di sacro rifugio, era diventata il teatro del mio più grande trionfo. Una domenica, mentre le preghiere echeggiavano tra le mura sacre, mi trovavo lì, in mezzo a loro, testimone e artefice del loro cambiamento. Guardando Luise, una delle prime donne che avevo soggiogato, la stanchezza per quelle vuote ripetizioni mi colpì più forte che mai.

    « Non siamo stanchi di queste parole vuote? »

    Le mie parole caddero come una scintilla su una traccia di polvere da sparo. Senza aspettare risposta, mi voltai per uscire, il mio mantello scuro sfiorava il pavimento con un sussurro minaccioso. Mentre uscivo, sentii dietro di me un tumulto crescere. Un atto sacrilego si stava consumando: coloro che ancora resistevano al cambiamento, che si aggrappavano a una fede ormai estranea, venivano spietatamente eliminati dai nuovi convertiti. La violenza sacra era un prezzo che avevano scelto di pagare, un sacrificio umano per la loro nuova divinità terrena. Dal caos, una voce si elevò, chiara e potente, un coro che si ripeteva all'infinito:

    « Lode a Lisan al Gaib »

    Il villaggio non era più quello di una volta; era diventato il mio dominio, un luogo dove la fede si era trasformata in fanatismo sotto la mia guida. Ero diventato il loro dio oscuro, il loro salvatore blasfemo, colui che aveva dato forma alle loro più oscure paure e desideri. Ogni canto di lode non era altro che il sigillo del loro completo asservimento alla mia volontà. E così, mentre il villaggio si consumava nel suo rituale di purificazione violenta, io, Shai-Hulud, camminavo via, padrone di un culto nato dalla disperazione.

    SHAI HULUDIV | terra sottomessa | energia rossa
    fisicamente | ???
    mentalmente | divertito
    status surplice | intatta

    riassunto azioni | mi sono permesso di aggiungere una nota di colore alla tua narrazione. Buon duello e scusa per l'attesa.

    tentacoli
    La caratteristica distintiva dell'armatura dello spectre è la presenza di otto tentacoli meccanici telescopici, i quali sono ispirati e modellati a somiglianza di un verme o worm. Ogni tentacolo è composto da segmenti interconnessi che permettono un'estensione telescopica. La forza esercitata da ciascun tentacolo è paragonabile a quella di un essere con forza straordinaria. Worm controlla questi tentacoli con pura volontà, consentendogli una precisione e una velocità sovrumane negli attacchi e nelle manovre difensive (la velocità dipende dal livello energetico dello spectre, e si specifica che non è mai paragonabile a chi possiede agilità straordinaria e non sarà mai preciso quanto chi possiede sensi straordinari). All'estremità di ogni tentacolo si trova una gemma di colore azzurro. Queste gemme non sono solo decorative ma servono come prolungamenti sensoriali di Shai-Hulud. Attraverso queste, può vedere e percepire l'ambiente circostante come se i suoi occhi fossero posizionati su di esse, offrendogli una percezione spaziale a 360 gradi e la capacità di sorvegliare aree multiple contemporaneamente, oltre al fatto che può comunicare attraverso i tentacoli. Il numero, la lunghezza e la potenza dei tentacoli dipendono dal livello energetico di Shai-Hulud. I tentacoli possono essere utilizzati per una varietà di scopi: possono essere impiegati come fruste o lance, con una forza devastante, formare una barriera in grado di proteggerlo da attacchi fisici, tentare di avvolgere e stritolare gli avversari, provando ad immobilizzarli o soffocarli, estendersi nel terreno o attraverso le strutture per esplorare, recuperare oggetti o creare passaggi per poter navigare sotto terra. I tentacoli inoltre, hanno la capacità di rigenerarsi se distrutti, e sono da considerasi di un grado superiore rispetto alla surplice per ciò che riguarda la durezza.


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  10. .
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    La tensione tra me, Shai-Hulud, e la donna, un guerriero sotto l'egida di Atena, cresceva mentre la luna si levava alta nel cielo notturno. La sua accusa era ferma e chiara, un colpo diretto alla natura del mio governo e alla sacralità del Thawid. La mia reazione fu misurata, un semplice inclinare del capo, come se cercassi di comprendere una lingua dimenticata. Nei suoi occhi ardeva un fuoco tumultuoso di rabbia, odio e disgusto; emozioni che, in modo inaspettato, mi solleticavano piacevolmente l'anima. Era esattamente il tipo di sfida che avevo sperato di affrontare un giorno. Io, a mia volta, la osservavo attentamente. Non solo valutavo la sua armatura e il suo cosmo, testimoni della sua devozione a Atena, ma anche il suo spirito, così vibrante di convinzione. Le risposi con calma, la mia voce un flusso tranquillo che cercava di spegnere le fiamme del suo disappunto.

    « Queste persone non vengono sacrificate contro la loro volontà. Ognuno di loro ha scelto questo cammino per trovare la pace e un mondo migliore. Qui, possono realizzare i loro sogni più puri. Qui, sorelle e fratelli separati dalla vita possono finalmente abbracciarsi e vivere in una comunione che il mondo terreno spesso nega. Qui, si liberano dal male che insozza questo mondo. »

    Il mio discorso era inteso non solo a difendere il Thawid, ma anche a offrirle una nuova prospettiva, una visione di un'utopia che forse non aveva considerato. La mia offerta era genuina; un invito a vedere oltre la superficie di quello che sembrava essere un rito di morte, per scoprire la promessa di rinascita e di speranza che il Thawid realmente rappresentava. Il crepitio del fuoco sembrava sottolineare ogni mia parola, aggiungendo un senso di urgenza e verità.

    « Ti invito a vedere con i tuoi occhi, non solo a giudicare con il cuore prevenuto. Unisciti a me, osserva da vicino e poi decidi se il cammino che offro è veramente oscuro come credi. »

    Era chiaro che le mie parole miravano a farle considerare la possibilità che ci potesse essere verità e bellezza anche in un atto così radicale e definitivo come il Thawid. L'obiettivo non era solo convincerla della legittimità del mio operato, ma anche offrirle un ruolo in questo nuovo ordine che stavo cercando di costruire. La decisione era ora nelle sue mani. Avrebbe potuto accettare l'invito e scoprire di più, o rifiutare e rimanere ancorata ai suoi principi. In entrambi i casi, il suo prossimo passo sarebbe stato cruciale per il futuro di Isso e per il destino delle anime che cercavano la mia guida verso l'ascensione.

    Mentre la ragazza, guerriero di Atena, si lasciava guidare dalla rabbia, il suo cosmo esplodeva in un tumulto di energia elettrica, che sfidava l'aria densa di fumo e il profumo acre di carne bruciata. Il cielo sopra di noi si oscurava ulteriormente, mentre le sue emozioni si materializzavano in un violento assalto di vento elettrico che cercava di avvolgermi e immobilizzarmi. Le sue catene, strumenti di battaglia tanto quanto di simbolo, si scagliavano verso di me con un'intenzione chiaramente letale, risuonando nell'aria con il sibilo della loro furia elettrica. Nonostante la sorpresa e l'intensità dell'attacco, rimasi concentrato e calmo. La mia risposta doveva essere misurata, potente ma non fatale, intendendo mostrare forza senza causare una rottura definitiva. Così, mi avvolsi nei miei tentacoli, infusi del mio proprio cosmo, creando un baluardo contro il suo assalto. Questi tentacoli, emanazioni del mio essere e del mio potere, si muovevano con una grazia fluida e precisa, danzando nell'aria come foglie al vento, pur essendo carichi di una forza devastante.

    Nonostante il dolore lancinante causato dalle scariche elettriche che mi attraversavano il corpo, la mia determinazione rimase incrollabile. La lotta con il guerriero di Atena stava raggiungendo il suo culmine, e sapevo che dovevo agire con decisione per dimostrare la mia forza. Raccogliendo le energie, e nonostante il dolore che mi tormentava, mi scattai in avanti con un balzo potente. Atterrando pesantemente a circa dieci metri di distanza, i miei tentacoli colpirono il terreno con violenza, generando onde di scossa che si propagavano attraverso la terra. L'emanazione del mio cosmo, amplificata dall'impatto, si espandeva attorno a me con l'intento di disorientare la guerriera e farla indietreggiare. Sfruttando quel possibile momento di incertezza, mossi rapidamente i miei tentacoli nel sottosuolo. Con un movimento fluido e preciso, li guidai verso di lei, facendoli emergere proprio sotto i suoi piedi. Il loro obiettivo era chiaro: avvolgerla in una morsa inesorabile.

    In un primo momento, i tentacoli cercarono di bloccarle i movimenti, avvolgendosi attorno alle sue gambe e braccia. La pressione aumentava, una stretta potente che rischiava di oltrepassare il limite del semplice immobilizzo per avventurarsi in un territorio più pericoloso e doloroso. Ogni fibra dei tentacoli era carica di un potere tremendo, capace di frantumare ossa e indebolire non solo il corpo ma anche lo spirito di chi vi era avvolto.



    SHAI HULUDIV | terra sottomessa | energia rossa
    fisicamente | ustioni su braccia e corpo, effetti secondari derivanti dall'elettricità
    mentalmente | eccitato
    status surplice | intatta

    riassunto azioni | mi difendo avvolgendomi con i tentacoli e cosmo, successivamente salto dalla zona rialzata a circa dieci metri da te. Atterrando uso i tentacoli per far vibrare il terreno e creare un'onda di cosmo che dovrebbe sbalzarti [AD], poi faccio passare i tentacoli sotto terra e prima cerco di bloccarti [Supporto], per poi tentare di stritolarti [AF].

    tentacoli
    La caratteristica distintiva dell'armatura dello spectre è la presenza di otto tentacoli meccanici telescopici, i quali sono ispirati e modellati a somiglianza di un verme o worm. Ogni tentacolo è composto da segmenti interconnessi che permettono un'estensione telescopica. La forza esercitata da ciascun tentacolo è paragonabile a quella di un essere con forza straordinaria. Worm controlla questi tentacoli con pura volontà, consentendogli una precisione e una velocità sovrumane negli attacchi e nelle manovre difensive (la velocità dipende dal livello energetico dello spectre, e si specifica che non è mai paragonabile a chi possiede agilità straordinaria e non sarà mai preciso quanto chi possiede sensi straordinari). All'estremità di ogni tentacolo si trova una gemma di colore azzurro. Queste gemme non sono solo decorative ma servono come prolungamenti sensoriali di Shai-Hulud. Attraverso queste, può vedere e percepire l'ambiente circostante come se i suoi occhi fossero posizionati su di esse, offrendogli una percezione spaziale a 360 gradi e la capacità di sorvegliare aree multiple contemporaneamente, oltre al fatto che può comunicare attraverso i tentacoli. Il numero, la lunghezza e la potenza dei tentacoli dipendono dal livello energetico di Shai-Hulud. I tentacoli possono essere utilizzati per una varietà di scopi: possono essere impiegati come fruste o lance, con una forza devastante, formare una barriera in grado di proteggerlo da attacchi fisici, tentare di avvolgere e stritolare gli avversari, provando ad immobilizzarli o soffocarli, estendersi nel terreno o attraverso le strutture per esplorare, recuperare oggetti o creare passaggi per poter navigare sotto terra. I tentacoli inoltre, hanno la capacità di rigenerarsi se distrutti, e sono da considerasi di un grado superiore rispetto alla surplice per ciò che riguarda la durezza.


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  11. .
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    Mentre il gigante assorbiva l'impatto dei miei tentacoli, la potenza devastante di Shai-Hulud si rivelava in tutta la sua ferocia. Nonostante le ustioni e le ferite che mi avevano colpito, la mia risposta non era meno formidabile. I tentacoli, carichi di una forza oscura e immensa, colpivano con precisione e potenza ineguagliabili. Le ossa del gigante cominciavano a crepitare sotto la pressione, i tessuti si laceravano e le membra tremavano, incapaci di sostenere l'assalto continuo e implacabile. Il suono delle sue strutture corporee che cedevano era un coro macabro che accompagnava la danza della distruzione. Nonostante la sua stazza monumentale e la sua forza apparentemente insuperabile, il gigante stava cedendo sotto l'assalto di una creatura la cui essenza era forgiata nell'oscurità più profonda e potente.

    La mia forza, non conosceva limiti o eguali. Il gigante, una creatura di quaranta metri, trovava la sua fine sotto il peso di un potere che era nato da eoni di oscurità e dominio. La lotta si trasformava rapidamente in un'esecuzione, ogni movimento dei miei tentacoli non solo infliggeva danno, ma anche dimostrava la superiorità innata di Shai-Hulud. Mentre il gigante vacillava, cedendo sotto il mio assalto, sapevo che questa battaglia non era solo una dimostrazione di forza, ma anche un messaggio a qualsiasi entità che osasse sfidare il mio dominio. La caduta del gigante simboleggiava la caduta di ogni resistenza, la conferma che nessuna forza nel cosmo poteva eguagliare la furia e la potenza di Shai-Hulud. La battaglia poteva essere stata violenta e dolorosa per entrambi, ma il risultato era inevitabile. Con ogni osso spezzato e ogni membra distrutta del gigante, la mia leggenda cresceva, consolidando ulteriormente il mio posto come dominatore incontrastato del cosmo oscuro. Mentre il Gigante cadeva a terra con un ruggito di disperazione, la realtà intorno a noi sembrava vibrare di tensione. Il suo ultimo grido non era solo un'espressione di sconfitta, ma anche un rilascio finale di energia cosmica, un tentativo disperato di colpirmi con qualsiasi residuo di forza gli rimanesse. Il grido si trasformò in un'onda d'urto potente, un'ultima difesa scatenata nel momento della caduta.

    I miei tentacoli, strumenti della mia volontà e del mio potere, si sollevarono in risposta. Si muovevano con rapidità e precisione, intercettando l'energia che si dirigeva verso di me. In circostanze normali, un tale attacco sarebbe stato facilmente gestibile, ma il mio corpo era già provato dallo scontro, segnato da ferite e bruciature che testimoniano l'intensità della battaglia. Nonostante questo, la mia determinazione rimaneva incrollabile, il mio spirito indomito. L'onda d'urto cosmica mi colpì con forza, e nonostante i miei tentacoli facessero il possibile per attenuarne l'impatto, fui sbalzato indietro. Il corpo tremava sotto la forza dell'attacco, e per un attimo, sembrò che potesse cedere. Ma non era solo la mia struttura fisica a sostenermi; era la mia surplice, la mia essenza, la stessa oscurità che mi avvolgeva e mi dava forza. Mi rialzai, supportato dai miei tentacoli, le ferite brucianti testimoniavano la ferocia dello scontro. Ogni movimento era doloroso, ma ogni passo rafforzava la mia risoluzione.

    Mentre la creatura, si dissolveva in un riparo lontano dalla mia portata, le sue parole ultime risuonavano nella vallata devastata. Mi accusava di essere una "macchia nella realtà", esponendo le ovvie differenze tra me e Minotauro. Tentare di trovare punti di incontro tra due spectre non solo era errato, ma rivelava una profonda incomprensione delle vere nature delle nostre esistenze. Noi, i prodotti di Angra Mainyu, incarnavamo aspetti diversi, ognuno un riflesso unico di un particolare aspetto della distruzione e del dominio. Una stella diversa nel cosmo oscuro guidava ciascuno di noi, dettando il percorso attraverso il quale avremmo esercitato la nostra influenza e annientato la realtà secondo i nostri disegni unici. Nonostante le differenze nei nostri metodi e obiettivi, eravamo uniti sotto lo stesso infausto stendardo: quello di essere spctre al servizio di Hades, entità destinate a sottomettere, a conquistare, a dominare.

    Considerare una distinzione tra di noi era non solo patetico ma dimostrava una limitazione di pensiero, una mancanza di capacità di comprendere la vastità e la profondità delle forze all'opera. Tali giudizi erano sintomo di menti ancorate a realtà troppo strette per ospitare l'immensità del nostro scopo. Rimasto solo nella vallata, il suono della mia risata folle riempiva l'aria, echeggiando tra le rovine del campo di battaglia che noi avevamo creato. Era una risata che non solo spezzava il silenzio della desolazione ma celebrava anche la mia indomita essenza e il mio ruolo immutabile nel grande schema delle cose. Quella risata era anche una liberazione, una dichiarazione che, nonostante le sfide, la mia missione continuava. Era un promemoria che, non importa quanto gli altri tentassero di definirmi o confinarmi con le loro limitate percezioni, io rimanevo un essere di potere incommensurabile, un'entità che non poteva essere semplicemente ridotta a una "macchia" o paragonata a qualsiasi altro. Ero Shai-Hulud, un'entità unica nella sua ferocia e nel suo destino, e questo scontro era solo un altro passo lungo il cammino eterno verso la dominazione assoluta del cosmo.

    SHAI HULUDIV | terra sottomessa | energia rossa
    fisicamente | ustioni diffuse sul corpo, colpo alla testa e alla schiena per l'urto, ferite di media entità su addome e gambe, ustioni su gran parte del corpo e parte destra dell'addome completamente disintegrata
    mentalmente | odio profondo
    status surplice | intatta

    riassunto azioni | mi difendo come posso dal tuo ultimo attacco viste le condizioni fisiche in cui mi trovo. Ti ringrazio per il combattimento!

    tentacoli
    La caratteristica distintiva dell'armatura dello spectre è la presenza di otto tentacoli meccanici telescopici, i quali sono ispirati e modellati a somiglianza di un verme o worm. Ogni tentacolo è composto da segmenti interconnessi che permettono un'estensione telescopica. La forza esercitata da ciascun tentacolo è paragonabile a quella di un essere con forza straordinaria. Worm controlla questi tentacoli con pura volontà, consentendogli una precisione e una velocità sovrumane negli attacchi e nelle manovre difensive (la velocità dipende dal livello energetico dello spectre, e si specifica che non è mai paragonabile a chi possiede agilità straordinaria e non sarà mai preciso quanto chi possiede sensi straordinari). All'estremità di ogni tentacolo si trova una gemma di colore azzurro. Queste gemme non sono solo decorative ma servono come prolungamenti sensoriali di Shai-Hulud. Attraverso queste, può vedere e percepire l'ambiente circostante come se i suoi occhi fossero posizionati su di esse, offrendogli una percezione spaziale a 360 gradi e la capacità di sorvegliare aree multiple contemporaneamente, oltre al fatto che può comunicare attraverso i tentacoli. Il numero, la lunghezza e la potenza dei tentacoli dipendono dal livello energetico di Shai-Hulud. I tentacoli possono essere utilizzati per una varietà di scopi: possono essere impiegati come fruste o lance, con una forza devastante, formare una barriera in grado di proteggerlo da attacchi fisici, tentare di avvolgere e stritolare gli avversari, provando ad immobilizzarli o soffocarli, estendersi nel terreno o attraverso le strutture per esplorare, recuperare oggetti o creare passaggi per poter navigare sotto terra. I tentacoli inoltre, hanno la capacità di rigenerarsi se distrutti, e sono da considerasi di un grado superiore rispetto alla surplice per ciò che riguarda la durezza.


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  12. .
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    Quella notte, non avevo dubbi sulla mia meta, ma forse avrei dovuto. La scelta di esplorare quella montagna, un luogo tanto isolato quanto insignificante, non era stata dettata da una particolare strategia o da un desiderio ardente. Era più un capriccio, un impulso nato dal bisogno di sfuggire ai limiti imposti dalla mia natura, dai sigilli che confinavano il mio essere e annebbiavano le mie percezioni. Mentre camminavo sul sentiero roccioso, il cielo sopra di me era un manto di stelle, unico spettacolo in quella solitudine. Sentivo il freddo pungente dell'aria di montagna penetrare nelle mie ossa, un promemoria fisico della mia vulnerabilità in quel momento di esplorazione. Non c'era nulla di particolare da vedere, solo rocce, qualche sparuto arbusto e il vasto silenzio che sembrava inghiottire ogni suono.

    Non sempre la scelta è giusta, pensai, osservando l'ombra della montagna che si allungava sotto il chiaro di luna. E non sempre bisogna essere nel posto giusto per trovare ciò che si cerca. Forse Hades, nelle sue infinite macchinazioni, aveva qualcosa in mente anche per me, anche in quella notte, su quella montagna senza nome. Man mano che mi avvicinavo alla cima della montagna, ogni passo mi avvolgeva sempre più in una sensazione straniante. Percepivo un cosmo di potere sconfinato e inumano, un qualcosa che andava oltre la mia comprensione. Non era uno spectre come me, ne ero certo, eppure non riuscivo a discernere la sua vera natura. L'energia che emanava era devastante, un'aura che avrebbe fatto indietreggiare chiunque altro. Ma io, spinto da un impulso profondo, non potevo fermarmi.

    Il desiderio di toccare, di riconnettermi con un potere che una volta mi apparteneva, era irresistibile. Il concetto di preservazione, di cautela, mi era estraneo. Dopotutto, ero un'entità immortale. Il rischio, il pericolo, le possibili conseguenze di quell'audace avvicinamento, tutto questo non faceva altro che alimentare la mia curiosità e il mio ardore. Continuai a salire, il terreno sotto i miei piedi diventava più impervio, le rocce più affilate. Il vento sibilava tra le crepe, portando con sé echi di un potere antico e terribile. Eppure, ogni folata di vento gelido, ogni sinistro rumore della notte, non faceva che spingermi più in alto, più vicino a quella fonte misteriosa.

    Quando arrivai in cima alla montagna, lo spettacolo davanti ai miei occhi fu una totale delusione. Mi aspettavo di trovare una fonte di potere immenso, una manifestazione cosmica, qualcosa degno delle energie che avevo avvertito lungo il percorso. Invece, tutto ciò che vidi fu una creatura rannicchiata in un angolo, le mani sul volto, come se stesse cercando di nascondersi dalla realtà. Lo fissai per qualche istante, cercando di capire cosa fosse, mentre un crescente senso di odio e disgusto si accumulava dentro di me.

    « Che delusione, chissà cosa pensavo di trovare. »

    Non m'importava chi fosse o cosa facesse lì. Non avevo paura di lui; Shai-Hulud non teme nulla e nessuno. Quella scena patetica, quella creatura pietosa, non poteva essere la fonte di quel potere che avevo percepito. Così, senza esitazione, mi avventai su di lui, senza un vero piano, solo con la rabbia che mi bruciava dentro. Due dei miei tentacoli si mossero rapidamente per avvolgere il corpo della creatura, con l'intento di immobilizzarlo senza fargli male. Dovevo essere prudente: non sapevo ancora cosa stavo affrontando, e volevo evitare che qualcosa andasse storto. Allo stesso tempo, altri quattro tentacoli si sollevarono, pronti a colpire con violenza, con l'obiettivo di stordire la creatura e farla svenire. L'odio mi guidava, un odio che bruciava più intenso di quanto avessi mai provato. Odiavo quella cosa, odiavo la debolezza che percepivo in me stesso, odiavo i sigilli che limitavano il mio potere.

    In quel momento, la mia unica motivazione era distruggere ciò che mi ostacolava, reclamare il potere che credevo mi appartenesse e liberarmi dai limiti che mi tenevano imprigionato. Ogni colpo era carico di quell'odio, ogni movimento spinto dal disprezzo. Non avevo bisogno di una ragione, solo di una reazione. E quella notte, sulla cima di quella montagna, la reazione era devastante.


    SHAI HULUDIV | terra sottomessa | energia rossa
    fisicamente | ???
    mentalmente | odio puro
    status surplice | intatta

    riassunto azioni | per Lisan sei troppo forte e questo genera in lui un odio profondo, mi sono permesso di attaccare subito per questa motivazione. L'azione è semplice: provo a bloccarti [Supporto] e poi, tiro quattro colpi coi tentacoli alla tua testa [AF]

    tentacoli
    La caratteristica distintiva dell'armatura dello spectre è la presenza di otto tentacoli meccanici telescopici, i quali sono ispirati e modellati a somiglianza di un verme o worm. Ogni tentacolo è composto da segmenti interconnessi che permettono un'estensione telescopica. La forza esercitata da ciascun tentacolo è paragonabile a quella di un essere con forza straordinaria. Worm controlla questi tentacoli con pura volontà, consentendogli una precisione e una velocità sovrumane negli attacchi e nelle manovre difensive (la velocità dipende dal livello energetico dello spectre, e si specifica che non è mai paragonabile a chi possiede agilità straordinaria e non sarà mai preciso quanto chi possiede sensi straordinari). All'estremità di ogni tentacolo si trova una gemma di colore azzurro. Queste gemme non sono solo decorative ma servono come prolungamenti sensoriali di Shai-Hulud. Attraverso queste, può vedere e percepire l'ambiente circostante come se i suoi occhi fossero posizionati su di esse, offrendogli una percezione spaziale a 360 gradi e la capacità di sorvegliare aree multiple contemporaneamente, oltre al fatto che può comunicare attraverso i tentacoli. Il numero, la lunghezza e la potenza dei tentacoli dipendono dal livello energetico di Shai-Hulud. I tentacoli possono essere utilizzati per una varietà di scopi: possono essere impiegati come fruste o lance, con una forza devastante, formare una barriera in grado di proteggerlo da attacchi fisici, tentare di avvolgere e stritolare gli avversari, provando ad immobilizzarli o soffocarli, estendersi nel terreno o attraverso le strutture per esplorare, recuperare oggetti o creare passaggi per poter navigare sotto terra. I tentacoli inoltre, hanno la capacità di rigenerarsi se distrutti, e sono da considerasi di un grado superiore rispetto alla surplice per ciò che riguarda la durezza.


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  13. .
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    Mentre il Gigante si librava nel cielo, io, Shai-Hulud, ero ben lontano dall'arrendermi. La mia essenza era stata messa alla prova, sì, e il mio corpo mortale portava i segni del dolore e delle ferite inferte in battaglia; tuttavia, la mia volontà di dominare e la determinazione di rispondere efficacemente all'avversario erano intatte e più feroci che mai. La mia preparazione del terreno aveva trasformato il campo di battaglia in una trappola perfetta, e mentre il Gigante si preparava a scendere con forza, sapevo che questo poteva essere il momento che avevo anticipato. Le mie azioni non si basavano sulla speranza o sul caso; erano il risultato di calcoli precisi e di una strategia ben congegnata. Il terreno, ora un labirinto di tunnel e cunicoli pronti a cedere sotto il minimo peso, era il mio alleato più potente in questo confronto.
    Ma il Gigante dall’alto della sua posizione, colpì con un devastante raggio di cosmo e luce, trasformando il terreno indebolito in una voragine profonda e scura, un abisso che sembrava inghiottire la luce stessa. La terra si frantumò, lasciando una vasta apertura che serviva come testimonianza della potenza bruta del mio avversario. Ma quello che poteva sembrare un vantaggio per il Gigante, era in realtà un ulteriore tassello della mia strategia, un'opportunità che avevo anticipato e che ero pronto a sfruttare a mio favore. Questo non era il momento di arrendersi o di ritirarsi. No, questo era il momento in cui io, Shai-Hulud, avrei dimostrato a quella creatura imperfetta la vera potenza che si cela dietro una delle creazioni di Angra Mainyu. Il Gigante, con la sua azione precipitosa e la sua forza devastante, aveva solo facilitato il mio piano, esponendosi a un rischio ancora maggiore.
    Con l'intento deciso di sfruttare ogni opportunità, utilizzai due dei miei tentacoli per colpire un'area solida del terreno. La loro immensa forza non solo creò un ulteriore shock nel terreno già danneggiato, ma mi fornì anche la spinta necessaria per proiettarmi verso l'alto, direttamente contro il mio gigantesco avversario. Emergevo con una potenza inarrestabile, simile ai misteriosi worm delle sabbie, protendendo violentemente verso l'esterno tutti i miei tentacoli. Questi, estendendosi alla loro massima lunghezza, miravano direttamente alla testa e al plesso solare del Gigante. Era un assalto calcolato per colpire i punti più vulnerabili con un attacco frontale e devastante. Il momento del mio assalto era scelto con precisione: proprio mentre il Gigante stava concentrando la sua energia per la propria offensiva. La mia strategia era chiara: disturbare il suo attacco, sfruttando la sorpresa e la forza bruta del mio movimento improvviso per infliggere il massimo danno possibile.

    Nonostante non fossi completamente sicuro dell'esito di questa manovra, sapevo che era una delle mie migliori opportunità per inclinare la bilancia a mio favore. L'azione non solo aveva lo scopo di ferire fisicamente il Gigante, ma anche di disorientarlo. Mentre i miei tentacoli si avvicinavano al loro obiettivo, potevo percepire la tensione dell'aria, carica di energia cosmica e terrena, un preludio all'impatto imminente. Il cuore del conflitto era raggiunto in quel momento di assoluto confronto, dove la mia risolutezza e la potenza oscura che mi animava si scontravano contro la forza bruta e la rabbia del Gigante.


    Il mio assalto, sebbene audace e implacabile, si trovò di fronte alla potenza cruda e devastante del raggio del mio nemico. Il Gigante aveva scatenato una risposta proprio nel momento cruciale, mentre i miei tentacoli si stendevano verso di lui in un attacco decisivo. La luce del suo attacco era accecante, una scarica di energia pura che travolse ogni difesa che avessi potuto erigere. Il dolore era immenso, ogni fibra del mio essere vibrava sotto l'assalto della luce bruciante. Le ustioni si diffusero rapidamente, coprendo ogni parte del mio corpo con ferite dolorose e profonde. La parte destra del mio addome ricevette il colpo più devastante, un impatto così potente da disintegrare la carne e lasciare una ferita ghignante, testimonianza della forza del Gigante.

    Nonostante il dolore e le ferite, la mia essenza immortale non vacillava. Io, Shai-Hulud, non temevo la morte, poiché sapevo che non potevo realmente morire. La mia natura, intrisa del potere oscuro di Hades, mi garantiva un ritorno, qualunque fosse l'esito di questo scontro. La sofferenza del corpo era temporanea, un ostacolo da superare nel percorso eterno verso la dominazione. Con il corpo martoriato e l'anima ardente, affrontavo il dolore con una risolutezza inquietante. Questo non era un fallimento, ma un passaggio necessario nel continuo ciclo di rinascita e conquista. Ogni anima che avevo mietuto, ogni battaglia che avevo combattuto mi avevano portato a questo momento, e anche se il mio corpo subiva danni estremi, il mio spirito rimaneva indomito.

    Mentre il mio avversario poteva percepire questo come un vantaggio, io vedevo oltre il dolore e la distruzione. Il mio ritorno sarebbe stato inevitabile, e con esso, la continuazione del mio disegno di dominio universale. La battaglia poteva essere stata un test della mia resistenza e della mia determinazione, ma il conflitto non era finito. Con ogni cicatrice, con ogni ferita, crescevo più forte, più astuto, e più determinato a imporre la mia volontà su questo mondo e su quelli oltre.

    SHAI HULUDIV | terra sottomessa | energia rossa
    fisicamente | ustioni diffuse sul corpo, colpo alla testa e alla schiena per l'urto, ferite di media entità su addome e gambe, ustioni su gran parte del corpo e parte destra dell'addome completamente disintegrata
    mentalmente | odio profondo
    status surplice | intatta

    riassunto azioni | azione molto semplice, non mi difendo e contrattacco con i miei tentacoli al volto e al plesso solare

    tentacoli
    La caratteristica distintiva dell'armatura dello spectre è la presenza di otto tentacoli meccanici telescopici, i quali sono ispirati e modellati a somiglianza di un verme o worm. Ogni tentacolo è composto da segmenti interconnessi che permettono un'estensione telescopica. La forza esercitata da ciascun tentacolo è paragonabile a quella di un essere con forza straordinaria. Worm controlla questi tentacoli con pura volontà, consentendogli una precisione e una velocità sovrumane negli attacchi e nelle manovre difensive (la velocità dipende dal livello energetico dello spectre, e si specifica che non è mai paragonabile a chi possiede agilità straordinaria e non sarà mai preciso quanto chi possiede sensi straordinari). All'estremità di ogni tentacolo si trova una gemma di colore azzurro. Queste gemme non sono solo decorative ma servono come prolungamenti sensoriali di Shai-Hulud. Attraverso queste, può vedere e percepire l'ambiente circostante come se i suoi occhi fossero posizionati su di esse, offrendogli una percezione spaziale a 360 gradi e la capacità di sorvegliare aree multiple contemporaneamente, oltre al fatto che può comunicare attraverso i tentacoli. Il numero, la lunghezza e la potenza dei tentacoli dipendono dal livello energetico di Shai-Hulud. I tentacoli possono essere utilizzati per una varietà di scopi: possono essere impiegati come fruste o lance, con una forza devastante, formare una barriera in grado di proteggerlo da attacchi fisici, tentare di avvolgere e stritolare gli avversari, provando ad immobilizzarli o soffocarli, estendersi nel terreno o attraverso le strutture per esplorare, recuperare oggetti o creare passaggi per poter navigare sotto terra. I tentacoli inoltre, hanno la capacità di rigenerarsi se distrutti, e sono da considerasi di un grado superiore rispetto alla surplice per ciò che riguarda la durezza.


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  14. .
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    Il mio arrivo in Turchia segnò l'inizio di una nuova era, non solo per me, ma per tutti coloro che avrebbero incrociato il mio cammino. Come profeta delle Sabbie, ero il messaggero di Hades, il dio che mi aveva scelto per espandere la sua influenza e mietere anime. L'atmosfera qui era elettrica, carica di un'energia che solo i luoghi di grande potere spirituale possiedono. Sentivo il palpito del suolo sotto i piedi, ogni granello di sabbia sembrava vibrare con la promessa di conquista e dominio. Non ero un visitatore passivo; ero un catalizzatore del cambiamento, un fulcro di forze antiche e temibili. Con il passare dei giorni, la mia influenza crebbe. Le persone iniziarono a seguirmi, alcune spinte dalla speranza di una nuova vita, altre dal terrore di ciò che potrei fare se avessero rifiutato. Non importava il motivo, perché alla fine, tutti servivano al mio scopo divino.

    Isso era diventata la mia roccaforte, il luogo dove avevo scelto di esercitare il mio potere e manifestare la volontà di Hades. Le strade di quella città erano ormai familiari ai miei piedi, e i suoi abitanti, una volta liberi e indipendenti, si erano piegati sotto il peso della mia presenza. Ogni giorno era un promemoria del potere che avevo accumulato e del destino che avevo scelto per loro. Il giorno di festa era particolare, un momento sacro e terribile che avevo instaurato come simbolo della mia sovranità. La gente del posto, con gli occhi pieni di una fervente devozione mista a paura, si radunava in masse per celebrare non solo la loro sottomissione, ma anche la loro ascensione attraverso il sacrificio. Shai-Hulud, cantavano, ripetendo il mio nome in un crescendo di voci che si alzava verso il cielo come un inquietante presagio. Uno dopo l'altro, i fedeli si avvicinavano al bordo del pozzo dell'ascensione. Non era un vero pozzo, ma un fosso profondo e spoglio, simbolo del vuoto che prometteva liberazione e rinascita. Con un fervore che rasentava la follia, si davano alle fiamme, le loro voci che intonavano Lisan al Gaib in un coro straziante e devoto mentre il fuoco consumava i loro corpi. E poi, come falene attratte irresistibilmente dalla luce, si lanciavano nel fosso.

    Questo rito, il Thawid, era diventato un pilastro della loro esistenza sotto il mio dominio. Era una pratica che avevo instaurato per consolidare ulteriormente il mio controllo e per alimentare il mio potere. Ogni salto nel vuoto non era solo un sacrificio di un'anima al mio servizio; era anche un'affermazione del mio ruolo come messaggero e araldo di forze oscure e antiche. Mentre osservavo dalla mia posizione elevata, il cuore mi si stringeva in una presa complicata di trionfo e di un oscuro, inconfessabile tormento. Il Thawid era più di un semplice atto di devozione; era una via di trasformazione, un pellegrinaggio spirituale che ogni anima intraprendeva per avvicinarsi a un'esistenza superiore. Per gli abitanti di Isso, rappresentava la possibilità di una comunione assoluta con me, Shai-Hulud, la loro guida e mediatore tra il mondo terreno e le forze divine. Il fuoco giocava un ruolo cruciale in questo rito. Non era semplicemente un mezzo di distruzione, ma uno strumento di purificazione. Mentre le fiamme lambivano le carni dei devoti, bruciando via impurità e legami terreni, si credeva che le loro anime venissero liberate dalle catene dell'esistenza mondana. Ogni lingua di fuoco che toccava la pelle non era vista come un tormento, ma come una carezza liberatrice, un passaggio obbligato verso la purificazione.

    E poi c'era il fosso dell'ascensione, un abisso scuro e profondo che prometteva un incontro ravvicinato con il divino. Lanciarsi in quel vuoto significava rinunciare a ogni legame terreno, un ultimo gesto di fede estrema per dimostrare la loro totale dedizione e desiderio di unione con il mio spirito. Era un atto di fede estremo, un sacrificio personale che simboleggiava il superamento delle paure più profonde e l'abbraccio di una nuova esistenza guidata dalla saggezza divina. Questo rito non era solo un simbolo della loro sottomissione a me, ma anche un'espressione del loro desiderio di transcendere la realtà quotidiana e di vivere in un stato di armonia con le forze superiori. Ogni partecipante al Thawid diventava un testimone vivente del potere del divino attraverso di me, e ogni sacrificio rafforzava il legame tra la mia volontà e la loro esistenza.

    Attraverso il Thawid, gli abitanti di Isso cercavano di toccare l'infinito, di comprendere misteri oltre la comprensione umana, di diventare più che semplici mortali. E in questo atto estremo, trovavano una sorta di pace, una risoluzione alle inquietudini dell'anima che solo un vero incontro con il divino può offrire. Era una danza macabra e magnifica di fede, sacrificio e speranza, tessuta nel tessuto stesso della loro cultura sotto la mia guida. Mentre i fuochi del Thawid crepitavano e le ombre danzavano sulle pietre antiche di Isso, la mia attenzione fu catturata da una figura che emergeva dalla penombra. Lei, una guerriera dall'armatura scintillante, un servo di Atena, avanzava con un'aura che portava con sé il peso delle stelle, il cosmo che vibrava intorno a lei in onde palpabili. Le catene che portava avvolte intorno alle braccia non erano un segno di prigionia, ma simboli di una battaglia che portava con sé da tempi immemorabili.

    La sua presenza in quel luogo, in quella notte sacra, rievocava in me antichi ricordi, risvegliava un senso di eccitazione che credevo sepolto sotto secoli di dominio e potere. Con un gesto della mano, la invitai a avvicinarsi. La mia voce, profonda e risuonante, si alzò sopra il coro degli adoranti e il crepitio delle fiamme.

    « Il mio desiderio è stato esaudito. Unisciti e festeggia insieme a noi, in modo tale da mostrar loro la verità del Thawid! »



    SHAI HULUDIV | terra sottomessa | energia rossa
    fisicamente | ???
    mentalmente | eccitato
    status surplice | intatta

    riassunto azioni | mi sono permesso di aggiungere una nota di colore alla tua narrazione. Buon duello e scusa per l'attesa.

    tentacoli
    La caratteristica distintiva dell'armatura dello spectre è la presenza di otto tentacoli meccanici telescopici, i quali sono ispirati e modellati a somiglianza di un verme o worm. Ogni tentacolo è composto da segmenti interconnessi che permettono un'estensione telescopica. La forza esercitata da ciascun tentacolo è paragonabile a quella di un essere con forza straordinaria. Worm controlla questi tentacoli con pura volontà, consentendogli una precisione e una velocità sovrumane negli attacchi e nelle manovre difensive (la velocità dipende dal livello energetico dello spectre, e si specifica che non è mai paragonabile a chi possiede agilità straordinaria e non sarà mai preciso quanto chi possiede sensi straordinari). All'estremità di ogni tentacolo si trova una gemma di colore azzurro. Queste gemme non sono solo decorative ma servono come prolungamenti sensoriali di Shai-Hulud. Attraverso queste, può vedere e percepire l'ambiente circostante come se i suoi occhi fossero posizionati su di esse, offrendogli una percezione spaziale a 360 gradi e la capacità di sorvegliare aree multiple contemporaneamente, oltre al fatto che può comunicare attraverso i tentacoli. Il numero, la lunghezza e la potenza dei tentacoli dipendono dal livello energetico di Shai-Hulud. I tentacoli possono essere utilizzati per una varietà di scopi: possono essere impiegati come fruste o lance, con una forza devastante, formare una barriera in grado di proteggerlo da attacchi fisici, tentare di avvolgere e stritolare gli avversari, provando ad immobilizzarli o soffocarli, estendersi nel terreno o attraverso le strutture per esplorare, recuperare oggetti o creare passaggi per poter navigare sotto terra. I tentacoli inoltre, hanno la capacità di rigenerarsi se distrutti, e sono da considerasi di un grado superiore rispetto alla surplice per ciò che riguarda la durezza.


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  15. .
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    Mentre i miei tentacoli stringevano la gamba del Gigante, un senso di soddisfazione profonda pervase il mio essere. Non ero sorpreso dalla reazione del mio avversario; in effetti, era esattamente come mi aspettavo che fosse un Gigante: un essere guidato dall'istinto brutale, incapace di una vera competizione intellettuale o strategica. Era un mero folle impazzito, che reagiva con violenza e distruzione, un tipico comportamento per chi non conosce altra via se non quella della forza bruta. Questo non faceva altro che confermare la mia convinzione della sua inferiorità e della mia supremazia. Ogni suo tentativo disordinato di liberarsi non faceva altro che peggiorare la sua situazione, mentre i miei tentacoli, potenti e precisi, continuavano a stritolarlo con una pressione inesorabile. La mia strategia non si limitava a infliggere dolore fisico; era anche un attacco psicologico, dimostrando al Gigante la futilità della sua resistenza.

    L'aria era permeata dal rumore dei suoi urli e dal crepitio del terreno che cedeva sotto il peso del nostro scontro. Il sole batteva forte sul deserto, riflettendo la mia sensazione interna: era davvero una bella giornata, un giorno perfetto per dimostrare ancora una volta che nessuno poteva sfidare Shai-Hulud e sperare di prevalere. Mentre la battaglia continuava, mi godevo ogni momento di controllo, ogni sussulto del Gigante sotto la mia morsa. Era un ricordo vivido di quanto fossero inutili le sue dimensioni e la sua forza bruta contro la mia intelligenza superiore e la mia capacità di adattamento. Con ogni movimento dei miei tentacoli, con ogni gemito di dolore che strappavo dal mio nemico, la mia vittoria diventava sempre più chiara, un'affermazione della mia indomita volontà di dominare. Il Gigante, in preda alla disperazione e all'ira, aveva adottato una tattica prevedibile, proprio come molti prima di lui: un assalto furioso e caotico, cercando di annientare tutto nel tentativo di trovarmi. La sua rabbia si tradusse in un turbine di luce e esplosioni che devastarono il paesaggio circostante. Le sue azioni non erano misurate né calcolate; erano movimenti di un essere che, non sapendo come affrontare una minaccia nascosta, sceglieva la distruzione totale come unica risposta.

    Io, dal canto mio, rimasi calmo e metodico anche di fronte a questa tempesta di furia. Mentre l'area attorno a me si trasformava in un campo di battaglia cosmico, mi avvolsi nei miei tentacoli, formando un bozzolo protettivo. Alimentato dalla potenza del mio cosmo, questo rifugio era inteso non solo come una difesa fisica, ma anche come una manifestazione del mio controllo e resilienza. La terra sopra di me fungeva da filtro e scudo contro il caos sopra, attenuando gli effetti delle esplosioni e delle lame di luce che il Gigante scagliava con disperazione. Tuttavia, alcune di queste armi luminose riuscirono a penetrare il mio rifugio, colpendo le mie gambe e l'addome. Le ustioni erano acute, bruciature che avrebbero lasciato segni, ma erano sopportabili, specialmente considerando l'entità della minaccia che stavo affrontando. Nonostante il dolore, un sorriso si formò sul mio volto mentre inclinavo il capo. La mia reazione non era una di sconfitta o paura, ma piuttosto una dimostrazione di sicurezza e quasi divertimento di fronte alla prevedibilità e all'inefficacia del suo tentativo di sopraffarmi.

    Silenziosamente, con il sorriso ancora stampato sul volto, ritornai sotto terra. Questa mossa non era una ritirata, ma un ricalcolo strategico. La mia immersione nel terreno non era solo una tattica di difesa, ma anche un preparativo per il prossimo stadio del confronto. Era un momento per riprendere le forze e pianificare un contrattacco che sfruttasse l'impeto cieco e disorganizzato del Gigante a mio vantaggio. Mentre il terreno si chiudeva sopra di me, la mia mente lavorava febbrilmente, elaborando nuove strategie e possibilità. La battaglia era lungi dall'essere finita, e io, Shai-Hulud, ero sempre più determinato a dimostrare che non c'era forza nel cosmo che potesse piegarmi. Mentre il Gigante scatenava la sua furia in superficie, io, Shai-Hulud, agivo con calcolo e premeditazione nelle profondità sotterranee. La mia strategia non richiedeva attacchi diretti in quel momento; piuttosto, era focalizzata sulla preparazione del campo di battaglia per un decisivo vantaggio strategico nel prossimo turno. Con una pazienza e precisione quasi chirurgica, mi dedicavo alla creazione di un intricato sistema di cunicoli e tunnel sotto l'ampia zona che circondava il nostro teatro di guerra.

    I tentacoli, estensioni della mia volontà, si muovevano attraverso il terreno con agilità, erodendo silenziosamente la terra e formando una rete di passaggi che, pur invisibili dalla superficie, avrebbero avuto un impatto devastante sulla stabilità dell'area. Ogni movimento sotto terra era calcolato per massimizzare l'effetto di indebolimento del terreno, trasformando l'area in una trappola perfetta per il mio avversario. L'obiettivo era rendere il terreno così fragile e instabile che, qualora il Gigante, guidato dalla disperazione e dalla follia, avesse tentato nuovamente di colpire indiscriminatamente il suolo per cercare di colpirmi, si sarebbe trovato di fronte a una minaccia inaspettata: il rischio concreto di crollare nel vuoto dei tunnel sottostanti. Un cedimento del terreno di tale magnitudo avrebbe potuto trascinarlo giù per decine di metri, lasciandolo esposto e vulnerabile.

    Questo piano non solo sfruttava la mia superiorità tattica e la mia conoscenza del terreno, ma giocava anche sulla prevedibilità del comportamento del Gigante. I suoi attacchi impulsivi e privi di strategia erano il suo punto debole, e io ero pronto a trasformare quel difetto in un'opportunità per infliggere un colpo decisivo. Mentre completavo l'ultima fase della preparazione del terreno, rimanevo vigile e attento. Ogni vibrazione, ogni eco di distruzione in superficie mi forniva informazioni cruciali sulle mosse del mio avversario. Era essenziale rimanere un passo avanti, anticipando le sue azioni e preparandomi a sfruttare qualsiasi errore. In questo gioco di mente e potenza, ogni dettaglio poteva essere la chiave per la vittoria o la sconfitta. Così, nascosto nelle profondità, attendevo il momento giusto. Il momento in cui il Gigante, nel suo cieco furore, avrebbe sigillato il proprio destino, permettendomi di emergere non solo come il sopravvissuto di questa battaglia, ma come il dominatore incontrastato del campo di battaglia che avevo trasformato nel mio terreno di caccia.

    SHAI HULUDIV | terra sottomessa | energia rossa
    fisicamente | ustioni diffuse sul corpo, colpo alla testa e alla schiena per l'urto, ferite di media entità su addome e gambe
    mentalmente | odio profondo
    status surplice | intatta

    riassunto azioni | mi difendo usando il cosmo e i miei tentacoli, mi inabisso di nuovo e preparo il terreno cercando di renderlo il piu fragile possibile, in modo da sfruttare la situazione al prossimo turno

    tentacoli
    La caratteristica distintiva dell'armatura dello spectre è la presenza di otto tentacoli meccanici telescopici, i quali sono ispirati e modellati a somiglianza di un verme o worm. Ogni tentacolo è composto da segmenti interconnessi che permettono un'estensione telescopica. La forza esercitata da ciascun tentacolo è paragonabile a quella di un essere con forza straordinaria. Worm controlla questi tentacoli con pura volontà, consentendogli una precisione e una velocità sovrumane negli attacchi e nelle manovre difensive (la velocità dipende dal livello energetico dello spectre, e si specifica che non è mai paragonabile a chi possiede agilità straordinaria e non sarà mai preciso quanto chi possiede sensi straordinari). All'estremità di ogni tentacolo si trova una gemma di colore azzurro. Queste gemme non sono solo decorative ma servono come prolungamenti sensoriali di Shai-Hulud. Attraverso queste, può vedere e percepire l'ambiente circostante come se i suoi occhi fossero posizionati su di esse, offrendogli una percezione spaziale a 360 gradi e la capacità di sorvegliare aree multiple contemporaneamente, oltre al fatto che può comunicare attraverso i tentacoli. Il numero, la lunghezza e la potenza dei tentacoli dipendono dal livello energetico di Shai-Hulud. I tentacoli possono essere utilizzati per una varietà di scopi: possono essere impiegati come fruste o lance, con una forza devastante, formare una barriera in grado di proteggerlo da attacchi fisici, tentare di avvolgere e stritolare gli avversari, provando ad immobilizzarli o soffocarli, estendersi nel terreno o attraverso le strutture per esplorare, recuperare oggetti o creare passaggi per poter navigare sotto terra. I tentacoli inoltre, hanno la capacità di rigenerarsi se distrutti, e sono da considerasi di un grado superiore rispetto alla surplice per ciò che riguarda la durezza.


    pMfKQ8R

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