Nadia ascoltava attentamente Cally che sembrava confermare i suoi dubbi sull'attuale operato dei Titani. Da quando era stata risvegliata, Nadia non aveva più avuto contatti con Iperione, né aveva ancora avuto l'opportunità di incontrare Giapeto. Le poche informazioni che Cally poteva fornire suggerivano che entrambi fossero impegnati in questioni di grande rilievo, forse troppo essenziali per permettersi distrazioni.

Una volta concluso anche il servizio dei folli alla guida del carro armato, l'atmosfera del bar gradualmente tornò alla normalità, sebbene l'eco delle esplosioni sembrasse ancora risuonare tra le pareti. Nel frattempo, Cally si era occupata di recuperare il suo totem che, a quanto pare, aveva trascorso il tempo flirtando e limonando con un'aliena al bar. Nadia aveva osservato la scena con una certa indifferenza, convinta che in un luogo come il Supernova-42 tutto fosse possibile, e forse anche normale.

Recuperatolo dunque, Cally invitò Nadia a seguirla, indicando un angolo del locale dove un portale dimensionale si stava materializzando. Era opera di Dawson, l'intelligenza artificiale che gestiva i dispositivi di Cally, capace di aprire passaggi temporanei tra diverse dimensioni.

Nadia lanciò un caloroso saluto a Zorglath, ringraziandolo per l'ospitalità e il servizio eccellente. Con un misto di eccitazione e nervosismo, seguì Cally attraverso il portale, lanciandosi nell'ignoto. Il passaggio attraverso il portale era sempre un'esperienza straniante, e mentre i suoi piedi toccavano il pavimento del laboratorio di ricerca e sviluppo all'interno della Torre, Nadia sentiva il suo stomaco protestare lievemente per il disorientamento.

Una volta stabilitasi, Nadia estrasse l'Adamas dal suo corpo e la consegnò a Cally, che la prese con cura professionale. « Grazie di vero cuore, sorella. » Disse Nadia, il suo tono carico di sincera gratitudine. « Farò in modo di tornare più tardi per un saluto e per eventuali aggiornamenti! »

Lasciando l'Adamas nelle mani capaci di Cally, Nadia si sentì sollevata ma anche un po' ansiosa. Aveva fiducia nelle abilità di Cally, ma ogni modifica al suo Adamas era un promemoria dei pericoli che continuava a incontrare nelle sue missioni. Con la promessa di ritornare, si allontanò dal laboratorio, i pensieri già focalizzati sul ritorno al suo appartamento, i suoi gatti, il suo universo. Si, perché una volta attraversato il portale dimensionale, Nadia si ritrovò nella familiare quiete del suo "pezzo di universo". Era un posto unico, un piccolo angolo di realtà che aveva collegato al suo vecchio appartamento sulla Terra grazie a uno di quei strabilianti portali che la Torre Nera rendeva possibili. Qui, tutto era possibile, e lei aveva sapientemente sfruttato questa caratteristica per creare un rifugio personale dove rifugiarsi dai caos cosmici. L'ambiente era un perfetto mix tra il nuovo e il nostalgico, con elementi di arredamento terrestre mescolati a tecnologie aliene. Le pareti, adornate con artefatti raccolti durante le sue avventure, raccontavano storie di mondi lontani e culture sconosciute, mentre comode poltrone invitavano al relax e alla riflessione.

Il resto della giornata di Nadia trascorse in tranquillità. Dopo una giornata così intensa, desiderava solo un po' di tempo per sé stessa. Si dedicò a una sessione di coccole con i suoi tre amati gatti: Ava, la tranquilla e affettuosa; Eve, l'indipendente che amava stare per conto suo ma che non disdegnava qualche carezza; e Mimmo la peste, sempre pronto a combinare guai ma impossibile da non amare. I tre felini la accolsero con fusa e salti gioiosi, felici del ritorno della loro padrona.

Mentre si rilassava sul divano, accarezzando Ava che si era accomodata sulle sue ginocchia, Nadia notò qualcosa in un angolo della stanza: il suo vecchio iPod, ancora funzionante e corredato del suo caricabatterie. Era un reliquiato di tempi pre-Armageddon, un piccolo pezzo di storia personale che aveva portato con sé attraverso i portali. Ricordò allora un momento al bar, quando il barista le aveva parlato di Cally, accennando al fatto che era stata educata e cresciuta in una accademia per figli delle stelle, lontana dal pianeta Terra come lo conosceva Nadia prima dell'Armageddon. Pensò che forse un oggetto terrestre come l'iPod potesse rappresentare un dono significativo per Cally, un collegamento tangibile a un mondo che lei aveva conosciuto solo attraverso racconti e studi.

Decisa, Nadia mise l'iPod e il caricabatterie in una piccola borsa e si avviò nuovamente verso il laboratorio, attraversando ancora una volta il portale dimensionale. Al suo arrivo, trovò Cally immersa nei suoi lavori, circondata da schermi luminosi e strumenti di misurazione.

« Cally! » chiamò Nadia, attirando l'attenzione della scienziata. « Ho trovato qualcosa che potrebbe interessarti! » Le porse l'iPod, spiegandole brevemente come funzionasse.

« È un dispositivo musicale della Terra, di prima dell'Armageddon. Pensavo potesse piacerti, come un pezzo di storia... e magari un modo per rilassarti con un po' di musica terrestre. » Sperava che il piccolo dispositivo potesse non solo essere un regalo gradito ma anche un simbolo di amicizia e condivisione tra due persone provenienti da mondi così diversi, unite ora dalla scienza e dall'avventura.

Riproduci ultimo brano: Gravity ~ Sara Bareilles

Il sole tramontava su Ultimo Verde, tingendo il cielo di tonalità aranciate e rosse che si riflettevano sulle foglie lussureggianti degli alberi antichi. La luce del tramonto filtrava attraverso la fitta copertura arborea, creando un gioco di luci e ombre che danzavano sul terreno sottostante. In questo scenario mozzafiato, l'aria vibrava con una tensione palpabile, una tensione alimentata non solo dalla bellezza incontaminata del luogo ma anche dalla presenza di due giganti, Nadia e Drago di Perla, le cui energie cosmiche si intrecciavano in un dialogo silenzioso ma intenso.

Nadia, nonostante le discussioni e le condivisioni di informazioni con Drago di Perla, continuava a percepire un'ostilità sottile e una diffidenza che il gigante emanava. Era una tensione che avvertiva fisicamente, un disagio che si faceva strada attraverso la connessione quasi palpabile che li legava come Spartoi. Il suo sguardo era costantemente scrutatore, il corpo teso come se si aspettasse che ogni parola o gesto potesse trasformarsi in una minaccia.

La sua incredulità era palpabile; esprimeva più volte dubbi e perplessità riguardo alle informazioni che Nadia aveva condiviso. Ma ciò che veramente colse Nadia di sorpresa fu il tentativo di Drago di stabilire un contatto neurale diretto con Grazione. Era un gesto insolito e audace, riservato solitamente per conversazioni profonde e private tra Spartoi, una pratica quasi sacra che raramente veniva eseguita in presenza di altri.

Nadia osservava, il viso attraversato da una smorfia di disapprovazione e fastidio mentre Drago chiudeva gli occhi e cercava di connettersi con Grazione. Era chiaro che cercava risposte che pensava non potesse ottenere da un dialogo aperto, o forse cercava di verificare la veridicità delle parole di Nadia attraverso il gigante con cui lei era fusa.

Dopo un attimo che sembrò prolungarsi oltre il normale, la voce di Grazione risuonò, un suono che non passava per l'aria ma direttamente nelle menti di chi era presente. La lingua usata era quella antica dei Titani, ricca e complessa, vibrante di un potere che echeggiava con l'antica autorità di quelle creature mitiche.

~ N.W.T. - neural wave transmission, durata trasmissione delle informazioni: 0,03 secondi.

[grace.1] Fratello, questo tuo comportamento è scortese. Non sottovalutare Nadia come un semplice involucro umano. La nostra unione è una fusione di spiriti, scelta con consapevolezza e rispetto reciproco. Ella è molto più di quello che i tuoi occhi possono vedere; il nostro legame è intricato e profondo, un tessuto di forze condivise e rispetto mutuo.

Nadia, sebbene ancora visibilmente infastidita dall'azione di Drago, decise di spiegare ulteriormente la natura della loro unione, sperando di dissipare ogni malinteso residuo.

« Non è stato Giapeto a orchestrare questa fusione, » spiegò con fermezza. « Tutto è avvenuto in seguito alla scoperta di un manufatto titanico. Non c'è stato alcun gioco di potere da parte dei Titani nel nostro legame. È stato un incontro guidato dal destino, un evento che ha segnato entrambe le nostre esistenze. »

Con queste parole, Nadia non solo cercava di chiarire la situazione, ma anche di riaffermare la sua autonomia e il suo valore come individuo e come Spartoi. Non era semplicemente il vettore di un potere più grande; era un'entità in proprio, con desideri, scopi e una missione che trascendeva la mera fusione con Grazione.

« La nostra unione è stata una scelta consapevole. » Continuò Nadia, il tono della sua voce calmo ma incisivo, enfatizzando ogni parola per assicurarsi che il suo messaggio fosse chiaro. « È stata una convergenza di scopi e necessità, un accordo tra due esseri che hanno riconosciuto la potenzialità di lavorare insieme verso un obiettivo comune. Non è stato un capriccio del fato, ma una decisione meditata, alimentata dalla conoscenza e dal rispetto reciproco. »

La tensione tra i due Spartoi sembrava gradualmente diminuire, sostituita da un'atmosfera di riflessione e, forse, di una rinnovata comprensione. Il sole continuava a tramontare, e le ultime luci del giorno si spandevano attraverso Ultimo Verde, illuminando la scena con una bellezza quasi surreale.

Nadia, sentendo il bisogno di riportare il focus sulla loro missione e sul motivo della presenza di Drago in quel luogo sacro, riprese il discorso, questa volta con un tono più morbido ma ancora carico di autorità.

« Ora, fratello, ti chiedo ancora una volta, e spero per l'ultima: cosa ti ha portato qui, a Ultimo Verde? Cosa cerchi in questo luogo di potere e antichi misteri? La tua presenza qui non può essere un caso, e sono certa che le tue ricerche non sono prive di scopo. » La domanda di Nadia era diretta e chiariva il suo desiderio di comprendere non solo le intenzioni di Drago di Perla, ma anche di valutare come le loro ricerche e scoperte potessero essere integrate o se potessero portare a nuove sinergie o conflitti. Era essenziale stabilire una base di cooperazione o almeno di comprensione reciproca, data la potenziale portata delle scoperte che potrebbero fare in un luogo tanto carico di storia e potere come Ultimo Verde.